Intelligenza visiva
Competenze non cognitive Classe capovolta

Metodo di studio Sintesi e mappe
Educazione civica


Intelligenza visiva
Competenze non cognitive Classe capovolta
Metodo di studio Sintesi e mappe
Educazione civica
Gli insediamenti umani, diventati sempre più numerosi, diedero vita alle prime civiltà. Il territorio e, di conseguenza, le risorse che queste popolazioni avevano a disposizione determinarono le caratteristiche delle civiltà.
Le prime civiltà sorsero lungo il corso dei fiumi in seguito, anche lungo le rive del Mar Mediterraneo
Le civiltà che sorsero diedero impulso alle grandi opere architettoniche
Le civiltà che sorsero lungo le rive del Mar Mediterraneo contribuirono allo sviluppo dei commerci e alla conoscenza tra popoli. Gli scambi e le interazioni tra popoli differenti migliorarono le conoscenze nella tecnologia, nelle arti, nelle scienze
Vedrai come, con il trascorrere del tempo, con lo sviluppo della navigazione e il continuo migrare delle popolazioni, ebbero origine nuove civiltà, soprattutto nel Mar Mediterraneo Da queste civiltà derivano molte conoscenze, abitudini di vita e tipi di governo che sono ancora presenti nella nostra vita.
I Greci
Fu il popolo da cui nacque un altro modo di vivere la vita pubblica e organizzare lo Stato Ma fu anche il popolo della cultura, delle scienze, del teatro.
I Macedoni
Da un piccolo territorio montuoso nella penisola greca, Alessandro Magno, grande condottiero, estese il suo dominio in un vastissimo Impero.
I popoli italici
Le nostre origini, tanti popoli della nostra penisola, ciascuno con la propria identità.
Gli Etruschi
La prima grande civiltà della nostra penisola.
I Persiani
I re persiani coltivarono il sogno di continuare la grandezza degli Imperi mesopotamici
I Romani
Da un piccolo villaggio di pastori a un vastissimo Impero, che lasciò tracce in tutta Europa.
La civiltà greca ebbe origine dalle civiltà minoica e micenea. Da esse acquisì e poi sviluppò la cultura e le usanze. In Grecia nacque un nuovo modo di intendere il governo di una città-stato: la democrazia .
Lungo le coste del Mar Egeo sorsero due importanti civiltà:
• la civiltà dei Cretesi (minoica),
• la civiltà degli Achei (micenea).
Classe capovolta
L’agorà era la piazza dove si radunavano i cittadini ateniesi per discutere i problemi comuni e decidere insieme le leggi. Nelle civiltà che hai studiato lo scorso anno chi prendeva le decisioni?
I cittadini discutevano collettivamente dei problemi della città?
La bellezza di questo vaso e l’armonia delle forme di questa statua ti fanno capire che in Grecia l’arte era
Contenuti digitali dell’unità
Questa statua rappresenta un guerriero spartano. Che cosa ti fa capire?
Tra i resti giunti fino a noi dall’antica Grecia vi sono molte maschere teatrali, simili a quella che vedi nell’immagine. Che cosa significa ciò?
Il primo tempio si trova ad Atene, in Grecia; il secondo ad Agrigento, in Sicilia. Sono simili?
Nell’Italia meridionale si trovano molti resti di edifici greci. Che cosa puoi dedurre?
• Presso i Greci una parte della popolazione partecipava al governo della città.
• In Grecia si svilupparono molte forme d’arte.
• I Greci furono anche forti guerrieri.
• I Greci colonizzarono altri territori.
Attraverso la metacognizione, i bambini e le bambine ricordano ciò che hanno imparato riguardo alle prime civiltà dell’Egeo, la particolare struttura delle città-stato e le attività economiche. Questa sarà la base per comprendere la nascita e lo sviluppo di questa nuova civiltà.
La culla è il luogo che accoglie e protegge i bambini e le bambine appena nati.
La Grecia è considerata la “culla della civiltà” perché ha dato origine, protetto e fatto crescere la democrazia, la filosofia, l’arte e le scienze
Durante l’Età del Bronzo sulle coste che si affacciavano sul Mar Egeo si stabilirono numerose popolazioni, che si dedicarono alla coltivazione di viti e ulivi e alla navigazione.
Gli insediamenti furono possibili perché il clima era mite e le alture delle zone interne erano ricche di boschi, che offrivano legname per la costruzione di imbarcazioni.
Il Mar Egeo, inoltre, era ricco di isole che permettevano di navigare a vista, cioè di navigare avendo sempre dei punti di riferimento visibili.
Lungo le coste del Mar Egeo, nella penisola che oggi si chiama Grecia, fiorì una civiltà straordinaria che influenzò tutte le popolazioni e, nei secoli successivi, l’intero mondo occidentale.
La Grecia fu la culla della civiltà anche perché qui nacque un nuovo modo di intendere il governo della città-stato: la democrazia
Le due più importanti città, Atene e Sparta, entrarono in conflitto tra loro.
Si unirono, però, quando dovettero combattere contro il potente Impero persiano che era sorto a Oriente.
La civiltà greca finì in seguito alla conquista dei Romani i quali, però, a essa si ispirarono riconoscendone la grandezza.
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda. Poi utilizza le informazioni per spiegare che cosa accadde lungo le coste del Mar Egeo.
• Perché le coste del Mar Egeo facilitarono gli insediamenti umani?
• Quale fu la più importante civiltà che si sviluppò in questi territori?
GreciaLe città-stato micenee erano spesso in guerra tra loro. Le continue guerre le indebolirono e nel tempo furono conquistate da nuovi popoli. L’incontro di questi popoli diede origine alla civiltà greca.
Elleni
I Micenei, indeboliti dalle lotte tra le diverse città e dalla lunga guerra contro la città di Troia, non riuscirono a contrastare l’avanzata di nuove popolazioni.
Dal nord Europa giunse nel Peloponneso, la parte meridionale della penisola greca, un popolo di cacciatori e pastori, i Dori. Essi utilizzavano il ferro per fabbricare le loro armi e fin da subito si dimostrarono guerrieri molto abili.
Gli abitanti del Peloponneso furono sopraffatti: le città caddero in rovina e la gente tornò a vivere nei villaggi. Diminuirono i commerci e fu abbandonata anche la scrittura. Iniziò quella che viene chiamata l’età dei “secoli bui”, proprio perché si perse la luce della cultura che era appartenuta ai Cretesi e ai Micenei.
Con il passare degli anni gli invasori e gli sconfitti impararono a convivere e formarono un solo popolo: gli Elleni (Greci).
Ellade è il nome che essi davano alle terre che abitavano. Gli Elleni non formarono mai un unico Stato perché ciascuna città mantenne sempre la sua indipendenza.
Punti chiave
1
• I Dori
• I secoli bui
• Gli Elleni
2 3 Esponi le tue conoscenze rispondendo a voce a queste domande.
• Chi erano i Dori?
• Che cosa facilitò la loro conquista del Peloponneso?
• Che cosa sono i “secoli bui”?
• Come ebbe origine il popolo degli Elleni?
Gli Elleni si organizzarono in città-stato indipendenti, dette poleis (al singolare polis). L’aspetto delle città dipendeva dall’ambiente naturale in cui sorgeva, ma tutte avevano una struttura simile.
Il territorio della Grecia era montuoso, con piccole pianure attraversate da fiumi poveri di acqua. Ogni polis sorgeva su un’altura, vicino a un fiume o alla costa, in un posto facilmente difendibile. Il territorio della polis comprendeva anche tutta la campagna circostante.
Il cuore della polis era l’agorà, la piazza principale dove i cittadini si radunavano e prendevano decisioni che interessavano tutta la comunità.
Nella parte bassa della città-stato c’era il ginnasio, il luogo in cui i giovani praticavano esercizi atletici. In seguito divenne anche un luogo dove si tenevano lezioni di varie discipline, banchetti e rappresentazioni teatrali.
Nella parte più alta si trovava l’acropoli, il centro religioso dove sorgeva, tra gli altri, il tempio dedicato alla divinità protettrice della polis.
Sulle pendici dell’acropoli si trovava il teatro
Ricavo informazioni ed espongo
Utilizzando le informazioni del testo e l’illustrazione, descrivi la polis greca.
Struttura delle abitazioni
Le abitazioni degli antichi Greci erano abbastanza semplici e molto simili tra loro. Quelle della gente comune erano molto modeste, spesso formate da una sola stanza.
L’asty era la parte bassa della città. Qui si trovavano le case della gente comune, generalmente a un solo piano, e le botteghe degli artigiani.
Le famiglie più ricche potevano avere case a due piani, con stanze che si affacciavano su un cortile interno, dove spesso c’era il pozzo, da cui si attingeva l’acqua. Alcune avevano anche la stanza da bagno in cui vi era una vasca di terracotta. Veniva riempita a mano dagli schiavi, che vivevano in una parte isolata della casa. In ogni casa c’era un telaio e la cucina con il forno Gli spazi interni di tutte le case erano ben divisi.
L’androceo era la parte riservata agli uomini, dove si ricevano gli ospiti. Il gineceo era la parte dove vivevano le donne.
Androceo
Ricavo informazioni ed espongo
Utilizzando le informazioni del testo e l’illustrazione, descrivi la casa di una ricca famiglia greca.
I cittadini sono la polis
Poleis indipendenti
Aspetti in comune
Nella Grecia antica la città-stato diventa polis, un nuovo modello di governo e partecipazione alla vita pubblica.
Già all’epoca dei Micenei il territorio greco era diviso in città-stato.
Con la fine dell’età dei “secoli bui” gli Elleni diedero una diversa organizzazione alle loro città-stato, le poleis
La polis era un nuovo modello di città-stato. Non era solo l’insieme delle case, degli edifici pubblici e dei terreni circostanti. La polis divenne molto di più e qualcosa di diverso.
La polis era l’insieme di tutti i cittadini. Per la prima volta alla popolazione fu riconosciuta un’importanza e un’identità.
Ciascuna polis mantenne la sua indipendenza e spesso le poleis furono in lotta tra loro. Si coalizzavano solo quando erano attaccate da un comune nemico proveniente da altri territori.
Le poleis erano diverse l’una dall’altra per tradizioni ma, al tempo stesso, avevano in comune aspetti importanti:
• parlavano la stessa lingua;
• usavano la stessa scrittura alfabetica, che avevano imparato dai Fenici e che avevano perfezionato;
• avevano la stessa religione, cioè adoravano le stesse divinità.
Punti chiave
1
• La polis
• Gli aspetti comuni a tutte le poleis
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Completa la sintesi e utilizzala per esporre.
• La polis è un nuovo modello di…
• La polis era l’insieme di…
• Ogni polis manteneva la propria…
• Tutte le poleis avevano aspetti comuni…
Atena, dea protettrice della polis di Atene.
Le poleis si differenziavano soprattutto per la forma di governo che si diedero.
All’interno della polis era considerato cittadino solo chi apparteneva a una famiglia originaria del luogo, chi possedeva capi di bestiame o appezzamenti di terreno, chi svolgeva un’attività.
Tra i cittadini vi erano forti differenze: i più potenti erano gli aristòi, cioè i ricchi proprietari terrieri, che ricoprivano le cariche politiche. Vi era poi il resto della popolazione libera, i demòi, cioè contadini, artigiani e piccoli commercianti.
Nelle poleis greche il re perse pian piano la sua importanza e a lui si affiancarono le famiglie più ricche.
Si trattava di un governo aristocratico, cioè del “governo dei migliori”, che consigliavano e proponevano le leggi al re.
Assemblee
Per questo vi furono lotte all’interno delle poleis e il potere passò quasi ovunque nelle mani delle assemblee dei rappresentanti eletti dai cittadini. Ma non tutti gli abitanti della città erano considerati cittadini: erano esclusi gli schiavi, le donne e i maschi che non possedevano né terre né armi.
Forme di governo
Le poleis adottarono nuove forme di governo:
• l’oligarchia, che consisteva nel governo di pochi; solo un ristretto numero di cittadini partecipava all’assemblea;
• la democrazia, il governo del popolo; tutti i cittadini liberi partecipavano all’assemblea.
Punti chiave 1
• Aristòi e demòi
• Le assemblee
• Oligarchia e democrazia
Ricavo informazioni
2
Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda.
• Chi era considerato cittadino nella polis?
• Chi erano gli aristòi e i demoi?
• Che cosa significa “governo aristocratico”?
• Che cos’era l’oligarchia?
• Che cos’era la democrazia?
Spiega com’era il governo delle poleis utilizzando le domande e le risposte che hai sottolineato.
Nella società e nelle famiglie greche, donne e uomini avevano ruoli molto diversi.
Nella società e nelle famiglie dell’antica Grecia il ruolo più importante era riservato agli uomini
Nell’agorà e nelle strade delle poleis si incontravano soprattutto uomini delle classi agiate: si occupavano degli affari e della politica ma avevano anche il compito di fare gli acquisti.
Alle donne era affidata la cura dei bambini e della casa
Le donne non ricevevano un’istruzione, non potevano possedere beni perché tutto era controllato dal padre o dal marito. Non potevano partecipare ai banchetti e alle feste. In queste occasioni erano ammesse solo le suonatrici e le danzatrici, che intrattenevano gli ospiti con danze e canti.
Le donne delle famiglie meno abbienti provvedevano allo svolgimento di molte altre mansioni. Andavano alle fontane a prendere acqua, al mercato a fare gli acquisti perché gli uomini erano occupati nel lavoro dei campi o a pascolare le greggi.
Nella famiglie ricche, le donne organizzavano i lavori domestici svolti dagli schiavi e dalle schiave; non potevano uscire se non accompagnate dal marito o da uno schiavo.
La schiavitù in Grecia era considerata naturale. Gli schiavi e le schiave si acquistavano in una zona particolare del mercato. Erano uomini e donne catturati dai pirati oppure prigionieri di guerra.
Famiglia Bambini e bambine
In una famiglia il marito aveva potere quasi assoluto e decideva i matrimoni delle figlie e dei figli.
I matrimoni erano combinati dalle famiglie.
Quando nasceva un bambino si decorava la porta di casa con una ghirlanda di olive; quando nasceva una bambina la ghirlanda era di lana.
Alcuni giorni dopo la nascita in famiglia si teneva una speciale cerimonia, durante la quale il bambino o la bambina riceveva il suo nome.
I bambini e le bambine avevano semplici giocattoli: bambole di pezza o terracotta, cavallini di terracotta.
Nelle famiglie più povere i maschi seguivano il padre nel lavoro, mentre le bambine svolgevano le attività domestiche.
Nelle famiglie più ricche i maschi ricevevano un’istruzione o erano educati alla guerra.
Punti chiave 1
• Le donne e gli uomini nella società greca
• La famiglia
Ricavo informazioni
2
Sottolinea nel testo le principali informazioni riferite a:
• il ruolo degli uomini nella società e nella famiglia;
• il ruolo delle donne nelle famiglie povere;
• il ruolo delle donne nelle famiglie ricche;
• la vita dei bambini e delle bambine.
Immagina di essere un bambino o una bambina dell’antica Grecia.
Dai informazioni sulla tua famiglia, organizzando ciò che hai appreso.
Il particolare territorio della Grecia condizionò le attività economiche, ma favorì il commercio via mare
Nonostante il terreno della Grecia non fosse particolarmente fertile, il clima mite consentiva di praticare l’agricoltura.
Si coltivava la vite dalla quale si otteneva il vino Dagli ulivi si otteneva l’olio usato per cucinare, ma anche per preparare medicamenti, unguenti di bellezza e come combustibile per le lampade, che illuminavano le case.
Le coltivazioni di cereali, orzo per le zuppe e frumento per il pane, erano ridotte. Nelle campagne si allevavano gli ovini e i maiali. I bovini era allevati soprattutto per essere utilizzati nel lavoro nei campi. Infatti per nutrire una mandria di bovini occorrevano vasti pascoli che la Grecia non aveva.
Lungo le coste si praticava la pesca.
Le attività principali erano l’artigianato e il commercio via mare Le navi trasportavano olio, vino, raffinati vasi, anfore e gioielli.
Grazie alla diffusione del commercio si introdusse l’uso della moneta.
Monete
Con lo sviluppo del commercio il baratto si dimostrò un sistema di scambio complicato. I commercianti introdussero i primi tipi di monete, che erano barrette di ferro, un materiale considerato molto prezioso.
I Greci coniarono le prime monete. Per dare forme alle monete usavano i lindri lavorati con i quali incidevano sulle due parti della moneta l’immagine che caratterizzava la polis.
Punti chiave
1
• Le attività
• Le monete
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Completa a voce la sintesi e utilizzala per esporre in modo esauriente quali erano le attività dell’antica Grecia.
• Il territorio della Grecia era…
• Si coltivavano soprattutto…
• Si allevavano…
• Le attività principali erano…
• Lo sviluppo del commercio favorì l’uso delle…
La civiltà greca si espanse nel Mediterraneo. In Italia si svilupparono colonie tanto fiorenti da prendere il nome di Magna Grecia.
Verso nuove terre
Le poleis greche si ingrandivano sempre di più, la popolazione aumentava e le poche terre coltivabili non offrivano cibo per tutti. Vi era la necessità di trovare terre fertili al di là del mare.
I mercanti, poi, cercavano sempre nuovi mercati per commerciare i loro prodotti e approdi sicuri dove attraccare le loro navi. Questi furono i principali motivi che spinsero piccoli agricoltori, gente senza lavoro e commercianti in cerca di fortuna, a intraprendere viaggi verso le sponde del Mediterraneo e del Mar Nero.
Come i Fenici, chi raggiungeva nuovi approdi fondava una colonia. Quasi tutte le poleis greche avevano colonie. Le colonie avevano la stessa struttura delle poleis greche: sorgevano su alture, accanto al fiume o al mare.
Poleis indipendenti
Le colonie erano indipendenti, ma mantenevano la stessa organizzazione politica e sociale, conservavano la lingua, la moneta, le abitudini e le divinità della polis d’origine. Anche se erano lontani, gli abitanti continuavano a sentirsi greci.
Queste nuove migrazioni ebbero conseguenze molto positive.
L’effetto più importante fu la diffusione della cultura greca in tutto il bacino del Mediterraneo. Fu introdotta in molti luoghi la scrittura e si diffuse l’uso della moneta al posto del baratto, che ancora era in uso.
Magna GreciaLe colonie più prospere sorsero lungo le coste dell’Italia meridionale perché erano facilmente raggiungibili dalla Grecia.
Sorsero così città che divennero ricche e potenti. A queste terre fu dato il nome di Magna Grecia, cioè “grande” Grecia.
Le più importanti poleis greche in Italia furono Siracusa, Agrigento, Catania, Messina, Reggio Calabria, Taranto e Napoli.
Punti chiave 1
• Le colonie greche
• La Magna Grecia
2 3
Per spiegare perché i Greci fondarono le colonie, organizza le tue conoscenze seguendo questo schema:
cause scarsità di terreni fertili • aumento della popolazione • ricerca di nuovi mercati per vendere i prodotti
conseguenze creazione di nuove colonie • diffusione della cultura greca
Ricavo informazioni ed espongo Magna GreciaPolis
Atene era una polis che fondava la sua economia sul commercio marittimo. La forma di governo era la democrazia
Democrazia
Atene sorgeva su un’altura nelle vicinanze del mare e fondava la sua economia sul commercio marittimo. Il territorio circostante era una fertile pianura e i rilievi erano ricchi di foreste, che fornivano legname adatto alla costruzione di navi. Non lontano si trovavano cave di pietra e marmo. Per tutte queste ragioni Atene era una città ricca; divenne presto centro di commerci e anche di scambi di cultura e arte Atene fu una polis democratica. Il governo della città era affidato all’ecclesia, cioè all’assemblea dei cittadini. Aveva una democrazia diretta: le decisioni venivano prese direttamente dagli Ateniesi.
L’ecclesia aveva il potere di fare le leggi e:
• sceglieva le persone che avevano il compito di farle rispettare, gli arconti;
• eleggeva i giudici, che dovevano stabilire torti e ragioni nelle discordie;
• eleggeva gli strateghi, che guidavano l’esercito in caso di guerra.
Per quanto fosse “democratica”, Atene escludeva dalla partecipazione alla vita politica le donne, gli schiavi e i meteci, cioè gli stranieri che risiedevano in città.
Ostracismo
Le persone che costituivano una minaccia per la democrazia venivano allontanate con l’ostracismo. L’ostrakon era il coccio di un vaso su cui gli Ateniesi scrivevano il nome della persona che ritenevano pericolosa per la democrazia.
Gli ostrakon venivano depositati e una volta all’anno contati. La persona che era stata indicata da almeno 6000 Ateniesi era allontanata non solo dalla città, ma da tutta la regione per almeno 10 anni.
Ostrakon
Ad Atene si dava molta importanza alla cultura e all’arte. I suoi governanti fecero costruire templi e teatri. Spesso chiamarono artisti famosi per produrre opere d’arte e abbellire la città.
L’istruzione, riservata ai bambini delle classi più ricche, per i maschi cominciava all’età di sei anni.
Ricevevano le lezioni in una scuola pubblica o da un maestro privato, il pedagogo. Imparavano a scrivere su tavolette cosparse di cera in modo che potessero essere riutilizzate più volte.
I giovani si dedicavano allo studio della matematica, della geografia, dell’astronomia, della medicina Grande importanza aveva l’arte oratoria, cioè l’arte di saper parlare in pubblico.
Le ragazze, generalmente, erano escluse dall’istruzione. Solo in qualche caso veniva loro insegnato a leggere e a scrivere, ma sempre in casa e senza frequentare le scuole come i loro coetanei maschi.
In Italia la democrazia è indiretta: i cittadini e le cittadine che hanno compiuto i 18 anni eleggono i loro e le loro rappresentanti.
Le elezioni, secondo la Costituzione, devono essere indette ogni cinque anni. Durante le elezioni ciascun cittadino e ciascuna cittadina possono indicare delle persone che li rappresentano.
Punti chiave 1
• Atene: posizione e attività
• Il governo
• La cultura
Ricavo informazioni
Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda.
• Qual era la posizione geografica di Atene?
• Chi governava la città?
• Quali erano i poteri dell’ecclesia?
• Che cos’era l’ostracismo?
• Come venivano educati i bambini e le bambine?
Espongo
17
Sparta era una polis isolata dedita soprattutto alla guerra. La forma di governo era l’oligarchia L’educazione era rigida e in funzione della preparazione di coraggiosi soldati
Sparta sorgeva in una pianura interna, lontana dal mare e racchiusa tra i monti. Per questo i suoi abitanti non si dedicarono mai ai commerci marittimi, ma all’agricoltura, all’artigianato e alla pastorizia. La posizione isolata non favorì gli scambi e i contatti con altri popoli. A Sparta tutte le novità erano guardate con sospetto: per questo non fiorirono l’arte e la cultura come ad Atene. A Sparta vi erano leggi severissime contro le comodità e la ricchezza eccessiva.
Il governo della città era affidato alla gherusia, un’assemblea di pochi anziani aristocratici, ai quali erano demandate le decisioni importanti e la stesura delle leggi. La forma di governo di Sparta era l’oligarchia, cioè un “governo di pochi”. Gli anziani eleggevano due re, che non avevano grandi poteri di decisione, ma guidavano l’esercito in caso di guerra. Grande importanza avevano gli efori, gli ispettori che controllavano l’operato dei re e che tutelavano gli interessi del popolo.
Classi sociali
A Sparta, diversamente da Atene, i cittadini erano divisi in tre grandi gruppi a seconda dell’attività che svolgevano:
• gli spartiati, poche centinaia di persone, erano i discendenti degli antichi Dori Erano i più ricchi e possedevano la maggior parte delle terre. Si dedicavano alla guerra e alla politica;
• i perieci erano i cittadini liberi, artigiani e piccoli commercianti, che non potevano avere cariche politiche. Avevano però l’obbligo di andare in guerra agli ordini degli spartiati, per difendere la loro città;
• gli iloti vivevano in condizione di schiavitù e svolgevano i lavori pesanti nei campi.
Polis OligarchiaGli Spartani erano spesso in guerra per due motivi fondamentali: conquistare nuovi territori e difendersi dalle popolazioni nemiche. Per questo i giovani dovevano ricevere un’educazione che li facesse diventare perfetti cittadini e ottimi soldati.
I bambini restavano con i genitori fino a sette anni, poi erano affidati a educatori pubblici. Vivevano tutti insieme, divisi in squadre, in edifici simili a quelli dei militari. Erano sottoposti a costanti esercizi fisici, a privazioni per imparare a sopportare la fame e la fatica in caso di guerra. A diciotto anni cominciavano ad addestrarsi con le armi e a venti entravano nell’esercito, dove dovevano rimanere per dieci anni.
Trascorso questo tempo, potevano sposarsi e acquisivano i diritti politici, per cui potevano far parte della gherusia. Da adulti avevano ancora l’obbligo di mangiare una volta al giorno tutti insieme alla mensa militare.
Anche le bambine erano sottoposte a duri esercizi fisici Spesso gareggiavano con i maschi nella corsa a piedi e a cavallo e addirittura nella lotta. Fin da piccole erano ben nutrite, a volte più dei maschi, perché dovevano crescere robuste. A loro era affidato il compito di fare tanti figli perché la città avesse molti soldati.
Punti chiave
1
• Sparta: posizione e attività
• Il governo
• L’educazione
Ricavo informazioni
2
Sottolinea nel testo:
• che cos’era la gherusia;
• chi erano gli efori, gli spartiati, i perieci, gli iloti;
• come venivano educati i bambini e le bambine
Espongo 3
Lavora con una compagna o un compagno. Uno/a espone com’era il governo e la società a Sparta, l’altro/a com’era l’educazione.
Tempio
Ciascuna polis aveva la sua divinità protettrice, alla quale era dedicato il tempio più maestoso che sorgeva sull’acropoli. C’erano poi tanti templi dedicati alle altre divinità.
Nei luoghi sacri si svolgevano feste religiose. Erano numerose e consistevano in processioni per portare all’altare gli animali da sacrificare, in manifestazioni di danza, canto e giochi atletici.
Santuario
Importanti erano anche i santuari, luoghi sacri dove si interrogavano gli oracoli e si consultavano gli indovini per avere le profezie per il futuro.
Il naos era la cella dove si trovava la statua della divinità a cui era dedicato il tempio. In questa zona potevano accedere solo i sacerdoti e le sacerdotesse.
Altare di pietra per il sacrificio.
Il frontone, a forma triangolare, era riccamente decorato con diversi bassorilievi, mosaici e pitture. Al centro c’era la statua della divinità a cui era dedicato.
Punti chiave 1
• Il tempio
• Il santuario
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Spiega come era fatto un tempio, aiutandoti con l’immagine e con i seguenti punti chiave:
• recinto sacro
• peristilio
• frontone
• naos
• altare
All’interno del recinto sacro si trovava il tempio. I fedeli potevano entrare nel recinto sacro per assistere alle cerimonie religiose.
Il peristilio era il colonnato che circondava il tempio.
L’influenza della civiltà greca è evidente ancora oggi in molti aspetti della nostra cultura
I Greci approfondirono tutti i campi del sapere, svilupparono gli studi della storia, della filosofia, dellʼastronomia, della matematica e della geometria
Molte delle parole e delle conoscenze che utilizziamo oggi derivano dalla cultura di quell’antica civiltà.
Un nuovo alfabeto
Con la ripresa dei commerci marittimi tornò la necessità di registrare per iscritto contratti e accordi. I Greci adottarono il sistema di scrittura dei Fenici, ma introdussero i segni per indicare le vocali: la lingua scritta corrispondeva a quella parlata.
Nacque l’alfabeto: la stessa parola alfabeto è formata dall’unione dei nomi delle lettere alfa e beta, che sono la prima e la seconda lettera dell’alfabeto greco.
Filosofia Astronomia
Il termine filosofo significa “amico del sapere”. I filosofi si interrogavano sull’origine del mondo, sui fenomeni naturali, su che cosa fosse il bene e che cosa il male.
I principali filosofi greci furono Socrate, Platone e Aristotele
I Mesopotamici e gli Egizi divennero esperti astronomi, ma furono i Greci a porsi per primi degli interrogativi sulla Terra.
Anticamente si credeva che la Terra fosse piatta. Eratostene, matematico e geografo, capì che era rotonda e ne stabilì in modo abbastanza preciso le dimensioni.
Anche la luce della Luna ha incantato uomini e poeti fin dall’antichità. Anassagora, filosofo greco, sostenne che la Luna non brillava di luce propria, ma rifletteva quella del Sole e spiegò il fenomeno delle eclissi
Medicina
A Kos, una piccola isola, nacque la prima scuola di medicina grazie a Ippocrate, che per primo studiò in modo scientifico i sintomi delle malattie e il modo di curarle.
I Greci produssero opere d’arte straordinarie: i templi in marmo, le statue che li abbellivano, i vasi di ceramica… erano capolavori di architettura, scultura, artigianato e pittura che necessitavano la conoscenza della matematica.
Per i Greci “il bello” non era solo una questione di gusto, ma di armonia. Un oggetto per essere bello doveva rispettare alcune regole nelle proporzioni tra le parti. Una statua era perfetta, e dunque bella, se il piede era lungo un sesto dell’altezza, la testa un ottavo e il volto un decimo!
Gli architetti rispettavano regole numeriche: le colonne sul lato di un tempio dovevano essere il doppio più una rispetto a quelle della facciata e gli altri elementi lineari dovevano essere multipli del diametro delle colonne.
Gli architetti potevano applicare queste regole matematiche e geometriche perché grandi matematici avevano individuato questi rapporti matematici.
Lo studio della medicina influenzò l’arte. La rappresentazione della figura umana nelle opere artistiche divenne più precisa e realistica. Si cominciarono a rappresentare anche i movimenti e le espressioni del volto. La maggior conoscenza dei metalli e la capacità di fonderli per formare le leghe permise la realizzazione di statue non solo in marmo, ma anche in bronzo.
Gli studi degli uni aiutavano l’arte degli altri!
Punti chiave 1
• L’alfabeto
• Gli studi
• L’arte
Espongo 3
Ricavo informazioni
2
Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda.
• Come nacque l’alfabeto greco?
• Chi erano i filosofi? Quali furono i più famosi?
• Chi fu Ippocrate?
• Che cosa vuol dire che in una statua le parti dovevano rispettare le proporzioni?
Esponi le tue conoscenze iniziando così:
• I Greci esplorarono tutti i campi del sapere...
• In Grecia nacque la filosofia che...
• Oggi parliamo di STEAM, ma già nell’antica Grecia...
Matematica, geometria, medicina Proporzioni tra le partiNell’antica Grecia nacque ed ebbe grande importanza il teatro. Il teatro serviva a divertire, ma anche a educare le persone.
Gli spettacoli erano organizzati dal governo della città ed erano gratuiti Alle rappresentazioni potevano assistere tutti i cittadini, a qualsiasi classe sociale appartenessero, anche gli schiavi, le donne e i bambini. Gli spettatori andavano a teatro all’alba e vi restavano tutto il giorno. Gli spettacoli servivano per far conoscere la storia e i valori comuni. A seconda del contenuto, i drammi potevano essere tragedie o commedie. Le tragedie rappresentavano storie mitologiche e facevano riflettere sulla vita; le commedie raccontavano storie della vita di tutti i giorni, parlavano dei difetti dell’essere umano. Spesso mettevano in ridicolo i potenti e i politici. Avevano lo scopo di divertire. In ciascuna manifestazione venivano rappresentate tre tragedie e una commedia in una specie di gara. Al termine, dieci giudici scelti tra i cittadini, premiavano con una corona d’edera l’autore del dramma ritenuto migliore.
• Osserva la ricostruzione di una giornata nel Teatro di Taormina in Sicilia e racconta com’era il teatro greco.
L’attore che interpretava un dio veniva calato dall’alto con una specie di gru.
Skené: lo sfondo. Serviva agli attori per riporre gli oggetti e per cambiarsi.
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Altare: ogni rappresentazione iniziava con un sacrificio di animali in onore degli dèi.
Coro: gruppo di giovani che cantava e danzava inframmezzando le parti recitate.
Koilon: la gradinata che poteva ospitare anche migliaia di spettatori.
Orchestra: lo spazio circolare tra il proscenio e le gradinate.
Le Olimpiadi, i giochi sacri che si svolgevano a Olimpia, erano dedicate a Giove. Alle Olimpiadi partecipavano tutte le poleis, anche quelle delle colonie.
Tra le diverse attività che si svolgevano presso i santuari avevano grande importanza i giochi. I più importanti erano le Olimpiadi: esse rappresentavano un momento di unione tra le poleis, tanto che si sospendevano anche le guerre per permettere agli atleti di parteciparvi.
I giochi olimpici si svolgevano ogni quattro anni nel santuario di Olimpia, dedicato a Zeus. Erano riservati ai Greci sia della madrepatria sia delle colonie. Erano esclusi gli stranieri, le donne e gli schiavi. Solo i membri delle classi più ricche partecipavano ai giochi perché erano gli unici a potersi dedicare ai numerosissimi allenamenti. Le Olimpiadi erano così importanti che i Greci cominciarono a contare gli anni della loro storia a partire dalla prima Olimpiade: 776 avanti Cristo
Resti di Olimpia. Strigile, utensile per togliere dal corpo l’olio.
Le gare principali erano le corse con i cavalli e a piedi, il pugilato e il pentathlon, gara di cinque prove che comprendeva il salto in lungo, la corsa, il lancio del disco e del giavellotto e la lotta. I giochi di Olimpia erano organizzati in estate e le gare duravano quattro o cinque giorni.
I vincitori delle gare olimpiche ricevevano una corona di alloro, simbolo del successo e della celebrità. Al loro ritorno in città venivano festeggiati con feste pubbliche. Per loro si creavano statue o si scrivevano inni e si componevano poesie. Spesso la polis da cui provenivano li ricompensava mantenendoli per tutta la vita.
Per quasi 1500 anni le Olimpiadi furono dimenticate fino a quando, alla fine del 1800, al francese Pierre de Coubertin venne l’idea di riportarle in vita.
Le moderne Olimpiadi si tengono ogni quattro anni in Paesi diversi e vi partecipano atleti e atlete di tutti gli Stati del mondo.
Ora si svolgono anche le Olimpiadi degli sport invernali e le Paralimpiadi, in cui gareggiano atleti e atlete con disabilità fisiche.
Durante la cerimonia di apertura viene suonato l’inno olimpico, si issa la bandiera con cinque cerchi, entra la fiaccola e si liberano le colombe in segno di pace.
Un atleta legge il giuramento olimpico per sottolineare l’impegno di atleti e atlete a rispettare lealmente le regole.
I cinque cerchi colorati rappresentano i continenti e l’uguaglianza tra i popoli, la fiaccola viene accesa ad Olimpia e portata nella città che ospita i giochi da una staffetta di tedofori, i “portatori” e le “portatrici” della fiaccola.
Punti chiave 1
• I giochi di Olimpia
• Le gare
Ricavo informazioni ed espongo 2 3 Utilizza le parole chiave per spiegare come si svolgevano le Olimpiadi nell’antica Grecia.
Motivi delle guerre
Dario
Filippide
Serse
Termopili
Le guerre persiane furono combattute dai Greci contro Dario e Serse, due imperatori persiani che volevano conquistare la Grecia, e si risolsero con la vittoria delle poleis.
I Persiani avevano fondato un impero vastissimo, che dalla Persia si era esteso fino alle coste orientali del Mar Egeo, e avevano tentato più volte di sottomettere le città-stato greche per dominare i commerci sul Mediterraneo.
Quando il loro re Dario, il “re dei re”, conquistò alcune colonie greche dell’Asia Minore, queste chiesero alle città-stato greche di intervenire in loro aiuto. Soltanto Atene e poche altre città si impegnarono nella guerra. Nella pianura di Maratona l’esercito ateniese riuscì a sconfiggere quello persiano.
La notizia della vittoria fu portata ad Atene da Filippide che percorse i 40 km di distanza di corsa. In ricordo di quell’impresa oggi alle Olimpiadi si corre la maratona, una gara che ha il percorso lungo quanto la distanza tra Maratona e Atene.
Dieci anni dopo, Serse, il successore di Dario, attaccò nuovamente la Grecia. Il pericolo era grosso: Sparta e Atene, sempre rivali, si allearono per scongiurarlo.
Trecento soldati spartani, guidati da Leonida, nella gola delle Termopili cercarono di fermare i soldati persiani, che erano in numero superiore. I Greci furono sconfitti. Gli Ateniesi lasciarono la città, che fu incendiata dal nemico, e si rifugiarono sull’isola di Salamina. La guerra continuò per mare e le navi ateniesi ebbero la meglio. Serse si ritirò e l’anno seguente gli Spartani lo sconfissero definitivamente mettendo fine al sogno dei “re dei re”.
Re persiano su destriero scolpito nella roccia.
Punto chiave
1
• Le guerre tra Greci e Persiani
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda, poi esponi.
• Perché le colonie greche dell’Asia Minore chiesero aiuto alle poleis in madrepatria?
• Chi diede loro aiuto? Come si risolse la guerra?
• Chi riprese la guerra contro le poleis?
• Che cosa fecero Sparta e Atene?
• Quale fu l’esito della guerra?
Nel periodo di massimo splendore della civiltà greca, le poleis furono impegnate in sanguinose guerre non solo contro nemici esterni, ma anche tra di loro.
Dopo la vittoria sui Persiani, Atene e Sparta ripresero la lotta per la supremazia in tutta la Grecia.
Atene, dopo essere stata distrutta dai Persiani, rifiorì più gloriosa di prima. Furono costruiti nuovi templi e sorsero nuove importanti scuole; si rafforzò la democrazia.
Sparta, a sua volta, si considerava potente perché riteneva di avere un esercito imbattibile.
Le due poleis, che si erano alleate per sconfiggere il nemico comune, tornarono a combattere tra loro alleandosi ciascuna con città greche diverse per dominare la penisola.
Scoppiò una guerra che durò trent’anni e che vide Sparta vittoriosa. L’esercito spartano, abbattute le mura di Atene, impose il suo modello di governo: l’oligarchia. Finì così la democrazia nel mondo greco.
La guerra del Peloponneso indebolì, come era accaduto in altre civiltà, le poleis greche. Quando dal nord giunse un nuovo popolo, quello dei Macedoni, esse non ebbero la forza di opporsi e furono sopraffatte.
Punti chiave 1
• La guerra tra Sparta e Atene
Ricavo informazioni Rispondi a voce.
2
• Per quali motivi fu combattuta la guerra del Peloponneso?
• Come terminò?
• Quale conseguenza ebbe?
Espongo 3
Racconta quali erano le differenze tra Sparta e Atene, perché si fecero guerra e come terminò il conflitto.
Lo scorso anno hai sperimentato che le immagini ti aiutano a riportare alla mente quanto studiato. Concentrati e osserva le fotografie, poi, con calma, pensa a che cosa ti suggeriscono. La tranquillità aiuta la concentrazione e facilita l’impegno
1 Osserva le immagini, rispondi a voce e completa.
• Quali sono le caratteristiche del territorio della Grecia?
• Quali attività economiche favorì?
• Dove sorsero le poleis? Perché?
Le monete testimoniano che lo sviluppo del commercio favorì l’utilizzo del denaro al posto
I commerci portarono all’adozione di un sistema di scrittura più semplice. L’alfabeto greco era diverso da quello fenicio
Questa fonte mostra una lezione impartita a uno studente.
A quale polis la associ? Perché?
Questa immagine rappresenta dei guerrieri.
A quale polis la associ? Perché?
Le due poleis entrarono in conflitto? In quale occasione?
Questi sono i resti del teatro greco di Siracusa, in Sicilia. È Patrimonio UNESCO. Quale forma d’arte ti ricorda? Che cosa testimonia il fatto che questi resti si trovino in Sicilia?
Osserva di nuovo le immagini e leggi i punti chiave che ricordano.
• Il territorio della Grecia (montuoso e con coste ricche di insenature) e le sue conseguenze sulle attività economiche e sulla posizione delle poleis.
• Lo sviluppo del commercio e le sue conseguenze.
• Atene e Sparta erano le due poleis più importanti. Avevano caratteristiche differenti.
• Le forme d’arte nell’antica Grecia e le colonie.
Sono riuscito/a a stare tranquillo/a… molto abbastanza poco
Dove si sviluppò la civiltà greca?
La civiltà greca si sviluppò in Grecia.
Quali particolarità aveva il territorio?
Il territorio era per lo più montuoso con pochi terreni coltivabili.
La costa frastagliata offriva naturali insenature, utilissime per gli spostamenti in mare.
Il clima era mite.
Quali erano le attività degli abitanti dell’antica Grecia?
Gli abitanti si dedicarono soprattutto al commercio e all’artigianato.
Dove vivevano i Greci?
I Greci vivevano in città-stato indipendenti, chiamate poleis.
Le poleis più importanti furono Atene e Sparta.
Come era organizzata la società? Qual era la forma di governo?
La società era divisa in classi sociali.
La forma di governo di Atene era la democrazia, quella di Sparta l’oligarchia.
I Greci non formarono mai un unico stato.
Quali furono i principali aspetti della cultura greca?
I Greci amavano la cultura. Furono studiosi di filosofia, astronomia, matematica e medicina. Produssero opere d’arte molto belle: templi, statue, vasi.
Il teatro era considerato educativo e gli spettacoli erano gratuiti.
I Greci erano politeisti: le divinità avevano un aspetto umano.
Le più importanti divinità erano Zeus, Era, Apollo, Atena, Ares, Afrodite.
Le Olimpiadi erano giochi sacri dedicati a Zeus.
Quali furono i principali avvenimenti storici?
I Greci discendevano dai Dori, un popolo che proveniva dal nord Europa e si fuse con le popolazioni locali. Fondarono colonie in territori lontani dalla madrepatria.
L’insieme delle colonie greche in Italia venne chiamato
Magna Grecia.
Combatterono contro i Persiani e li sconfissero.
La guerra del Peloponneso fu combattuta tra Sparta e Atene, poleis spesso in lotta tra loro.
Infine i Greci furono assoggettati dai Macedoni.
• Completa la mappa per ricordare e organizzare le conoscenze.
trovarono
condizioni geografiche favorevoli nel Peloponneso
SOCIETÀ
le poleis: città-stato costruite sulle
Atene
• forma di governo: 1
• classi sociali:
FATTI
Sparta
• forma di governo: 2
• classi sociali:
• fondarono diverse colonie che in Italia furono chiamate Magna Grecia
• guerre persiane contro i
• guerra del Peloponneso che vide scontrarsi Atene e
CONOSCENZE
• studiarono 3 , 4 , matematica, geometria, medicina
• erano abilissimi architetti, artisti, artigiani
• svilupparono il , con tragedie e
• politeisti, adoravano divinità con caratteristiche
1 Il governo del popolo.
2 Il governo di pochi.
3 La disciplina che cerca di rispondere ai grandi interrogativi sulla vita.
4 La scienza che studia gli astri.
Le poleis greche non costituirono mai un unico regno. Diversamente, i Persiani e i Macedoni diedero vita a grandi imperi che si espansero su vaste terre.
I Greci abitavano un territorio che consentiva il controllo del commercio sul Mar Mediterraneo, perciò molto ambito anche da altre popolazioni.
Classe capovolta
Queste due carte rappresentano la massima espansione dei due grandi Imperi: persiano e macedone. Occupano circa gli stessi territori. Che cosa ti fanno capire?
Nella carta relativa all’Impero macedone trovi tante città che hanno il nome di
Contenuti digitali dell’unità
Questo mosaico rappresenta la battaglia di Isso. A sinistra si vede Alessandro, re dei Macedoni, a destra Dario III, re di Persia.
Questi sono i resti di Persepoli. I Persiani occuparono i territori dei grandi imperi della ...................................., la terra tra il Tigri e l’Eufrate. Come i grandi imperatori costruirono bellissime città con meravigliosi monumenti.
Ripetiamo insieme
• I Persiani e i Macedoni fondarono imperi molto grandi.
• Un grande condottiero macedone fu Alessandro.
• Persiani e Macedoni entrarono in conflitto per il dominio degli stessi territori.
• I Persiani costruirono grandi e bellissime città.
I Greci diffusero i loro commerci, ma non fondarono un unico impero. Attraverso queste immagini i bambini e le bambine vedranno come due popolazioni, anche attraverso sanguinose guerre, hanno fondato grandi imperi.
L’Impero persiano nacque in Persia, l’attuale Iran, e si espanse fino al Mediterraneo e alla valle dell’Indo Tutto ciò accadeva mentre in Grecia sorgevano le poleis.
Tra la pianura del Tigri e dell’Eufrate e quella dell’Indo si estende un vasto altopiano che un tempo era chiamato Pars e da cui deriva il nome Persia. Questa regione già nell’antichità era abbastanza ricca di acque e il terreno era sufficientemente fertile.
Sugli altopiani della Persia si stabilirono tribù di pastori e agricoltori. Avevano scelto la zona montuosa perché le pianure ai piedi delle montagne erano in parte aride e desertiche, in parte paludose e malsane.
Queste tribù, con il tempo, come i popoli mesopotamici, si spostarono verso territori che permettessero condizioni di vita migliori. Occuparono così tutta la Mesopotamia. Nel desiderio di ampliare e controllare territori sempre più vasti si spinsero verso l’India e giunsero fino all’Egitto e all’Asia Minore.
All’origine il territorio dell’antica Persia era diviso in due regni: quello dei Medi, una popolazione che occupava una regione a nord-est della Mesopotamia e che si era spinta fino all’Indo, e quello dei Persiani, che si erano stanziati al centro dell’altopiano.
L’unificazione di due regni, quello dei Medi e quello dei Persiani, e le conquiste di vasti territori determinarono la necessità di una efficiente organizzazione del potere.
Ciro il Grande
Dario e Serse
Ciro “il Grande”, il re dei Persiani, sottomise i Medi e costruì un grande impero. Con le sue conquiste raggiunse le coste dell’Egeo e sottomise le colonie greche.
Un suo successore occupò l’Egitto, ma fu Dario I il sovrano che organizzò l’impero. Un territorio così vasto, infatti, aveva la necessità di un’amministrazione efficiente. Dario lo divise in satrapie, cioè in province, e scelse due capitali: Susa ed Ecbatana I satrapi governavano in nome del re. Una rete di spie chiamate “le orecchie del re” informava Dario riguardo a ciò che accadeva nelle sue terre.
Per far giungere i suoi ordini in breve tempo in tutti gli angoli dell’impero, Dario fece costruire una fitta rete di strade. La Strada Reale era la più importante e misurava 2600 km: da Susa al Mar Egeo. Lungo il percorso sorgevano 111 stazioni di posta per il cambio dei cavalli.
Convivenza tra popoli
Gli imperatori persiani avevano un’autorità assoluta, ma non furono mai crudeli con le popolazioni sottomesse. Queste potevano conservare le abitudini e la lingua: l’importante era che pagassero i tributi. Il sogno di Dario e di Serse, il suo successore, era quello di conquistare la Grecia, ma entrambi furono sconfitti nelle guerre persiane da Sparta e Atene.
Punti chiave 1
• I re persiani
• Le satrapie
Espongo 3
Ricavo informazioni
2
Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda.
• Quali furono i principali imperatori?
• Che cos’erano le satrapie?
• Quale fu l’atteggiamento degli imperatori persiani verso le popolazioni conquistate?
Utilizza la linea del tempo e spiega i principali avvenimenti della storia dell’Impero persiano.
Persepoli fu una delle cinque capitali dell’Impero persiano. Le altre furono Babilionia, Ecbatana, Pasargade e Susa. La città di Persepoli nacque per ospitare le delegazioni dei popoli stranieri e per questo furono costruiti palazzi particolarmente maestosi.
Il Palazzo dell’Apadana è uno dei più antichi e imponenti palazzi della città. Fu fatto costruire da re Dario I e fu terminato dal figlio Serse.
All’interno, nella sala delle udienze, il re riceveva i visitatori e svolgeva grandi celebrazioni. Il palazzo fu costruito su una pedana di pietra perché doveva impressionare i visitatori con le sue settantadue colonne, alte quasi venti metri ciascuna. Ogni colonna terminava con sculture di tori a due teste, leoni, aquile. Per accedere al palazzo si dovevano percorrere le due monumentali scale, riccamente decorate. I bassorilievi sulle scale rappresentavano le processioni dei rappresentanti delle 23 nazioni assoggettate dai Persiani, che portavano doni e tributi al re in segno di omaggio.
I palazzi di Persepoli furono in parte distrutti dall’incendio che sembra sia stato voluto da Alessandro Magno per vendicare quello appiccato ad Atene dai Persiani.
• Lo spettacolare sito archeologico di Persepoli con i resti del Palazzo dell’Apadana è Patrimonio UNESCO dal 1979.
Commercio
Scrittura
cuneiforme
Bracciale in oro e pietre preziose.
Le principali attività degli antichi Persiani erano l’agricoltura, la pastorizia e la lavorazione di pietre e metalli.
I commerci erano fiorenti perché la Persia si trovava lungo le vie percorse dalle carovane che provenivano dall’Oriente.
I commercianti però non erano Persiani, ma appartenevano a popolazioni straniere. La religione persiana vietava di adottare astuzie. Siccome si riteneva che i commercianti non fossero sempre onesti, i Persiani preferivano astenersi da questa attività.
I Persiani avevano grande interesse per l’astronomia, che impararono dai Mesopotamici, per la medicina e per la matematica. Nell’architettura si ispirarono alle grandi opere degli Assiro-Babilonesi, ma arricchirono i loro palazzi di scalinate, portici, tori alati e bassorilievi che raccontavano imprese di re in lotta con i nemici o belve feroci.
I Persiani scrivevano su tavolette d’argilla e utilizzavano una nuova scrittura cuneiforme che rappresentava sia le vocali sia le consonanti. La scrittura procedeva da destra a sinistra.
Il cilindro di Ciro è un blocco d’argilla con un’iscrizione in scrittura cuneiforme, in cui Ciro legittima la sua conquista della città di Babilonia. È considerato il primo riconoscimento dei diritti umani. Su una parte del cilindro si legge infatti: “Il mio grande esercito marciò pacificamente in Babilonia… Ho rispettato Babilonia e tutti i suoi santuari”.
planisferico, antico strumento persiano per calcolare la posizione del Sole e delle stelle. Raffinato esempio di oreficeria persiana.
Fuoco
Inizialmente i Persiani adoravano le forze della natura, ma poi seguirono la dottrina predicata da Zaratustra (che i Greci chiamavano Zoroastro), un saggio che sosteneva l’esistenza di un solo dio sapiente che aveva creato tutto con il pensiero.
Il dio diede origine a due spiriti: quando uno di questi si ribellò, iniziò per gli esseri umani la lotta tra il bene e il male. Il dio più adorato era quello del bene e della luce: Ahura Mazda; il più temuto era quello del male e delle tenebre: Ahriman. Chi seguiva il bene sulla Terra sarebbe stato ricompensato dopo la morte; chi si comportava male sarebbe stato punito duramente.
Per Zaratustra il fuoco era sacro come l’acqua perché entrambi simboleggiavano la purezza.
Nei templi, simili a ziggurat, il fuoco veniva mantenuto sempre acceso.
Punti chiave
1
• Le attività
• La cultura
• La religione
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Utilizzando le parole chiave del testo e le immagini, esponi gli aspetti principali della vita nell’Impero persiano.
I Macedoni erano una popolazione che si era stabilita sui monti a nord del Peloponneso. Erano guerrieri, conquistarono la Grecia e il territorio dei Persiani e fondarono un vasto impero.
I Macedoni erano un popolo molto unito, guidato da un re che governava con il sostegno dei nobili guerrieri. I Macedoni appartenevano alle tribù dei Dori e presero il nome dalla terra in cui si insediarono, la Macedonia.
I Greci consideravano i Macedoni “barbari”, cioè stranieri, perché parlavano una lingua diversa dalla loro, sebbene il macedone fosse un dialetto greco.
Filippo II
Il primo importante re macedone fu Filippo II. Da piccolo era stato educato in Grecia. Qui aveva conosciuto una grande cultura, ma anche la debolezza delle poleis, che erano in continua guerra tra loro. Salito al trono, con il suo potente esercito, affrontò i Greci e li vinse. Filippo, però, era un sincero ammiratore della civiltà greca e non infierì contro i vinti. Restituì addirittura i prigionieri di guerra senza chiedere riscatti.
Per scongiurare altre guerre, Filippo propose alle poleis un patto. Avrebbe lasciato alle città greche la loro indipendenza; esse in cambio gli avrebbero riconosciuto il titolo di re. Non sarebbero state sottomesse, ma alleate. L’intento del re macedone era quello di unire tutta la Grecia per muovere guerra contro l’Impero persiano. Non riuscì tuttavia a portare a termine il suo progetto perché venne ucciso prima di cominciare la guerra contro i Persiani.
Punti chiave
1 • Le origini
• Filippo II
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Completa a voce la sintesi e utilizzala per esporre.
• I Macedoni discendevano da…
• Dai Greci erano chiamati…
• Il primo importante re fu… che…
• Filippo II sconfisse le poleis greche, ma…
La forza dell’esercito macedone era rappresentata dai soldati e dalla cavalleria
Filippo II diede al suo esercito una particolare formazione: la falange macedone
La falange era un modello di schieramento dei soldati già adottato dagli Spartani; Filippo la organizzò meglio e la rese praticamente imbattibile.
Le lance, chiamate sarisse, era lunghe 5-7 metri. Le prime file, con le lance abbassate, formavano un muro impenetrabile di punte.
Suonatori di corno o tromba scandivano la marcia.
Le file del centro e della retroguardia tenevano le sarisse alzate e oblique. Le abbassavano per colpire i nemici che avessero evitato le lance delle prime file.
Ciascun soldato portava un elmo, una corazza e impugnava lo scudo con la mano sinistra per proteggere dagli attacchi laterali sia il suo corpo sia la metà scoperta del vicino.
Ai fianchi il gruppo era protetto da altri soldati con armi più corte pronti per il combattimento corpo a corpo.
La cavalleria, di cui facevano parte i nobili guerrieri, completava la formazione.
Alessandro, il più famoso re macedone, guadagnò il nome di Magno, cioè Grande, per l’eccezionalità delle imprese compiute. Conquistò i territori dei Persiani e governò con saggezza. Alla sua morte l’impero fu diviso in quattro regni, che poi furono conquistati dai Romani.
Quando morì Filippo II suo figlio Alessandro ereditò il regno a soli vent’anni. Il padre lo aveva fatto addestrare nell’uso delle armi e lo aveva affidato al grande filosofo greco Aristotele perché ne facesse un uomo saggio e colto.
Con la morte di Filippo alcune città greche tentarono di ribellarsi ai Macedoni.
Alessandro organizzò una spedizione contro Tebe che aveva dichiarato la propria indipendenza. Ne uscì vincitore e fece radere al suolo la città: questa fu una terribile lezione per le altre poleis.
Ora poteva dedicarsi alla realizzazione del progetto di suo padre: conquistare l’Impero dei Persiani.
Con il suo esercito sconfisse re Dario III, l’imperatore persiano, per ben due volte. Sottomise poi la Fenicia, la Palestina (Terra di Canaan) e l’Egitto. Si addentrò anche nel territorio persiano, giunse a Persepoli e la conquistò. Non si fermò, giunse fino all’Indo. Avrebbe voluto continuare, ma si ammalò di malaria e morì a soli 33 anni.
Satrapie
Alessandro tenne uniti i popoli rispettando e fondendo le culture dei popoli sottomessi. Mantenne la divisione in satrapie come avevano fatto i Persiani, ma diede il comando a governatori greci e macedoni. Alle popolazioni locali, che conoscevano il territorio e le abitudini della popolazione, riservò però la funzione di amministratori e istituì un’unica moneta che portava la sua effigie. Questo contribuì a creare unità anche nei commerci.
Punti chiave
1
• Le guerre di Alessandro Magno
• Le satrapie
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Completa a voce la sintesi e utilizzala per esporre.
• Alessandro Magno era il figlio di…
• Sconfisse la polis di…
• Entrò in guerra contro i… e…
• Divise il suo impero in…
Con Alessandro la civiltà greca e quella persiana entrarono in contatto, si fusero e diedero vita alla civiltà ellenistica.
Alessandro desiderava che nei territori da lui governati si desse vita a una cultura universale che acquisisse tutti gli aspetti positivi delle diverse culture.
Uno degli strumenti più efficaci per unificare i popoli è la lingua: per questo Alessandro stabilì che nelle scuole si parlasse e studiasse il greco
Le conoscenze progredirono soprattutto in campo scientifico: si fecero scoperte che a noi sembrano semplici, ma che, con i mezzi a disposizione a quei tempi, erano straordinarie.
Il matematico Euclide fissò nuove regole in geometria; il geografo Eratostene per mezzo di un ingegnoso procedimento, riuscì a calcolare quasi perfettamente la circonferenza della Terra. Il fisico Archimede fece studi sul galleggiamento dei corpi. L’astronomo Aristarco affermò per primo che il Sole è fisso nel cielo ed è la Terra a ruotare intorno a esso.
Alessandro non aveva un erede e, quando morì, i generali dell’esercito cominciarono a lottare tra loro per la successione. Il vasto impero venne diviso in quattro regni, detti ellenistici: il regno di Macedonia, il regno di Siria e Persia, il regno d’Egitto, il regno di Pergamo
I regni ellenistici furono poi conquistati dai Romani.
Punti chiave 1
• La cultura universale
• I regni ellenistici
Espongo 3
Ricavo informazioni
2
Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda.
• Che cosa utilizzò Alessandro per unificare le culture?
• Quali furono e di che cosa si occuparono gli studiosi dell’età di Alessandro?
• Come venne diviso l’Impero di Alessandro?
Utilizza ciò che hai sottolineato e la linea del tempo per esporre le tue conoscenze.
Da dove provenivano i Persiani e i Macedoni?
I Persiani provenivano dagli altopiani della Persia; i Macedoni da una regione a nord del Peloponneso, la Macedonia.
Fin dove si estese il regno di questi due Imperi?
Entrambe le popolazioni occuparono un territorio vastissimo.
I Persiani giunsero fino in India, Egitto e Asia Minore.
I Macedoni conquistarono poi tutti i loro territori.
Quali furono i fatti principali della storia dell’Impero persiano?
Ciro il Grande unificò il regno dei Medi e quello dei Persiani e fondò l’Impero persiano.
Dario divise l’Impero persiano in satrapie.
Quali furono i fatti principali della storia dell’Impero macedone?
Il primo importante re fu Filippo II.
Alessandro Magno conquistò i territori dell’Impero persiano.
Dopo la morte di Alessandro l’Impero fu diviso in quattro regni.
Che cosa ricordiamo dei Persiani?
I Persiani costruirono edifici grandiosi e realizzarono opere d’arte bellissime.
Studiarono astronomia, medicina, matematica, architettura Seguivano la religione predicata da Zaratustra.
Per che cosa ricordiamo i Macedoni?
Alessandro Magno voleva promuovere una cultura universale L’ellenismo nacque dall’incontro tra la cultura greca e quella persiana. Progredirono gli studi di medicina, matematica, astronomia, filosofia.
• Completa la mappa per ricordare e organizzare le conoscenze.
occuparono un territorio vastissimo: giunsero fino in India, Egitto e Asia Minore
FATTI 1 e Persiani
• Ciro il Grande
• massima espansione con
• satrapie
CONOSCENZE si dedicarono anche a:
• architettura
• medicina
• matematica
• astronomia
• filosofia
RELIGIONE
• seguivano la dottrina di 2
FATTI
• Filippo II: primo re
• 3
sconfisse i Persiani
• regni 4
CULTURA
ellenismo: incontro tra 5
si svilupparono:
• medicina
• matematica
• astronomia
• filosofia
RELIGIONE
• erano politeisti
2 Il
3 Il più famoso re macedone.
4 Come vennero chiamati i quattro regni che si formarono alla morte di Alessandro?
5 Con l’ellenismo si fusero i migliori aspetti delle differenti…
Mentre in Grecia fiorivano le poleis, l’Italia era abitata da molti popoli che avevano usanze, conoscenze e cultura differenti. Ogni popolazione aveva contatti con le popolazioni vicine. Tra i differenti popoli italici , gli Etruschi ebbero un ruolo particolarmente rilevante.
Ciò
Metacognizione
Nel Neolitico l’Italia non era una terra disabitata. Nel suo territorio vi erano tribù di Neanderthal e di Sapiens.
Vedo e imparo
Classe capovolta
L’Italia era abitata da un’unica popolazione? Che cosa ti ricordano i nomi di queste popolazioni?
Un risalente all’antico popolo dei Veneti
Contenuti digitali dell’unità
Un risalente all’antico popolo dei Sardi.
Un risalente all’antico popolo dei Lucani
Questi reperti appartengono alla civiltà degli Etruschi. Secondo te, gli Etruschi avevano conoscenze tecnologiche in architettura? Producevano solo oggetti utili per la vita quotidiana? Amavano l’arte?
• L’Italia era abitata da popolazioni differenti.
• Gli Etruschi diedero vita a un’importante civiltà.
I bambini e le bambine hanno appreso come nella penisola italica si sia affacciata la civiltà greca. Leggendo i nomi delle popolazioni che compaiono nelle didascalie, sarà facile fare un abbinamento tra i popoli italici e i territori in cui abitavano e stimolare l’affiorare di conoscenze pregresse.
La conformazione geografica particolare, data dalla presenza di catene montuose a nord e lungo la penisola, e le scarse pianure, influenzarono lo sviluppo degli insediamenti.
La nostra penisola cominciò a vedere sorgere e fiorire civiltà progredite quando sulle sue coste meridionali e insulari si stabilirono i coloni fenici e greci, che portarono le loro conoscenze e la loro cultura.
Furono i Greci a dare un nome a questa terra.
Dove approdarono i primi coloni abitavano i Vituli, che i Greci chiamavano “Italòi”, e da questo popolo prese il nome l’Italia.
Territorio
Il suolo della penisola era prevalentemente montuoso, le pianure scarse, le coste paludose.
Popolazioni
Le popolazioni che giunsero nella nostra penisola nel Paleolitico si stabilirono sulle alture e poi a loro si unirono quelle delle migrazioni seguenti.
Nessuna popolazione diede vita a un unico Stato. Molte regioni italiane devono ancora oggi il proprio nome ai popoli nati da questi incontri.
I popoli che abitavano la penisola avevano abitudini e tradizioni proprie, ma non si poté parlare di civiltà progredite finché non si svilupparono quelle degli Etruschi e di Roma
• Il territorio
• Le popolazioni
Ricavo informazioni ed espongo
• Il territorio della penisola era prevalentemente… e…
Punti chiave 2 3 Completa a voce la sintesi e utilizzala per esporre.
• Furono i Greci a…
Nel periodo della nascita delle grandi civiltà dei fiumi la penisola italica era occupata da tribù che praticavano un’agricoltura ancora primitiva e arretrata o si dedicavano alla pastorizia.
Tra il IV e il II millennio a.C., la penisola italica era abitata da tribù che vivevano ancora come quelle dell’epoca neolitica e soprattutto avevano scarsissimi contatti tra di loro. Nessuna popolazione italica conosceva la scrittura.
Anche la scoperta della lavorazione dei metalli avvenne molto più tardi rispetto all’uso che già ne facevano gli abitanti della Mesopotamia e dell’Egitto e si limitava al rame e al bronzo.
Il sistema delle palafitte dette origine alle terramare, villaggi delle zone pianeggianti paludose. Le abitazioni erano costruite con questo sistema perché fossero isolate dall’umidità del terreno e difese dalle inondazioni dei fiumi.
Gli abitanti avevano come attività principale la caccia, praticata nelle fitte foreste circostanti. Si dedicavano anche all’agricoltura nei campi attorno al villaggio e all’allevamento degli animali.
Le civiltà delle terramare si svilupparono nelle zone della Pianura Padana occupate dalle attuali Lombardia ed Emilia.
Villaggi della montagna
Sui monti dell’Appennino le popolazioni vivevano in capanne o grotte situate sui fianchi delle montagne.
Praticavano un’agricoltura molto semplice. Erano principalmente pastori e allevavano ovini, caprini e suini.
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Ricavo informazioni ed espongo
Punti chiave 2 3 Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda. Poi collega le risposte con i connettivi logici per esporre ciò che hai appreso.
• Le tribù nel Neolitico
• Le abitazioni e le attività
• Come vivevano le tribù della penisola italica?
• Che cos’erano le terramare?
• Dove si svilupparono?
• Dove vivevano le tribù dell’Appennino?
• A quali attività si dedicavano?
Nell’Italia settentrionale si stabilirono popolazioni che provenivano prevalentemente dal mare e si incontrarono con gruppi provenienti dal nord Europa che si spostavano per commerciare i loro prodotti.
Le tribù che occuparono l’attuale Veneto giunsero dall’Asia Minore.
I Veneti fondarono sulla sommità delle alture i castellieri, villaggi indipendenti costruiti per dominare i valichi e le vallate. Allevavano cavalli e commerciavano l ’ambra, che compravano dalle popolazioni del nord.
L’ambra, una resina fossile, era ricercatissima per fabbricare amuleti, perché si riteneva avesse poteri magici.
Vicino ai villaggi sorgevano le necropoli (i cimiteri dell’antichità), dove venivano sotterrati i vasi che contenevano le ceneri dei morti.
Nelle grotte dei Balzi Rossi, in quelle di Toirano e delle Arene Candide, in Liguria, sono state trovate tracce che testimoniano la presenza dell’essere umano sin dall’epoca preistorica.
Quando dal nord Europa giunsero alcune tribù, si unirono a quelle locali dando origine alla popolazione dei Liguri.
I gruppi che rimasero sulle alture si dedicarono alla pastorizia e all’agricoltura. Per ricavare terreno coltivabile impararono a costruire i terrazzamenti che ancora oggi si vedono nell’entroterra ligure.
I gruppi della costa svilupparono i traffici marittimi e divennero marinai e pirati. Non riuscirono però a stringere rapporti con popolazioni più progredite e questo causò il declino della loro civiltà.
Punti chiave
•
2 3 Per ogni popolazione, sottolinea nel testo la provenienza e le attività. Poi organizza le informazioni per esporre le caratteristiche dei due popoli.
Durante il Neolitico il popolo dei Camuni giunse dall’Europa centrale attraversando le Alpi.
I Camuni si stabilirono in una valle del nord dell’attuale Lombardia, che da essi prese il nome di Val Camonica
In questo territorio scorrevano numerosi corsi d’acqua. Si trovavano boschi, prati e alberi da frutto spontanei. Queste condizioni favorivano la caccia, la pesca e la raccolta di frutti.
Qui si stanziarono tribù che diedero vita a una delle più importanti civiltà preistoriche non solo d’Italia, ma dell’Europa intera.
Incisioni rupestri
Territorio Attività
Le incisioni rupestri sulle pareti rocciose della valle abitata dai Camuni ci hanno fornito importanti informazioni sulle loro abitudini di vita e sulla loro evoluzione.
L’attività principale dei Camuni era la caccia. Con il tempo si dedicarono anche all’agricoltura e alla pastorizia e impararono a estrarre e a lavorare i metalli. Quando impararono a costruire carri trainati da cavalli, si dedicarono anche al commercio La civiltà dei Camuni durò fino a quando i loro territori furono conquistati dai Romani
Punti chiave
1
• La Val Camonica
• Le attività
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Utilizza le parole chiave per ricordare le informazione ed esporre le tue conoscenze.
Val CamonicaCulto dei morti
La civiltà dei Villanoviani fu una delle più progredite dell’Italia centrale. L’aspetto più particolare delle loro abitudini era il grande rispetto verso i defunti.
La scoperta della civiltà villanoviana è dovuta al ritrovamento di una necropoli a Villanova, presso Bologna. In questa necropoli le tombe presentavano una caratteristica comune: custodivano urne in terracotta decorate, contenenti le ceneri dei defunti.
Le urne avevano la forma di due tronchi di cono ed erano chiuse da un coperchio a forma di scodella (se il defunto era una femmina) o di elmo (se il defunto era un maschio).
Venivano racchiuse in lastre di pietra le quali formavano una tomba chiamata a cassetta, in cui si poneva un corredo funerario composto da vestiti e oggetti.
Attività
I Villanoviani praticavano la caccia, la pesca, l’allevamento del bestiame.
Conoscevano la lavorazione del bronzo e del ferro, che estraevano dalle Colline Metallifere situate nei pressi del loro territorio.
Scrittura alfabetica
Con il tempo iniziarono a commerciare con altri popoli dai quali impararono l’uso della scrittura alfabetica.
I Villanoviani costruirono i loro villaggi nei territori delle attuali Emilia, Toscana e Marche.
Umbri Gli Umbri vivevano in un territorio più vasto dell’attuale Umbria. I loro villaggi sorgevano sulle alture ed erano protetti da mura. Di questa civiltà ci sono pervenute le Tavole Eugubine: sette lastre in bronzo con iscrizioni in umbro e latino che si riferiscono a cerimoniali religiosi. Sono la testimonianza che gli Umbri avevano appreso la scrittura e dunque erano in contatto con altre popolazioni, probabilmente per mezzo di attività commerciali. Gli Umbri erano un popolo progredito, organizzato in città-stato alleate tra loro, che avevano le stesse credenze religiose.
In Abruzzo, Molise e Campania vivevano i Sanniti. Si dedicavano alla pastorizia. Durante l’estate conducevano le greggi in montagna e al sopraggiungere del freddo invernale le riportavano ai pascoli in pianura. Alcuni dei loro sentieri, chiamati tratturi, sono utilizzati dai pastori ancora oggi. Dovendo difendere il loro bestiame dalle razzie, divennero guerrieri. Non attaccavano mai apertamente il nemico, ma compivano attacchi veloci, seguiti dalla fuga nella foresta.
Molte erano le popolazioni che occupavano il territorio dell’Appennino: i Piceni, i Sabini, gli Osci, i Lucani, i Bruzi e gli Apuli. Queste popolazioni furono conquistate dai Latini che imposero il loro dominio su tutta l’Italia.
Anche in Sicilia erano giunte popolazioni che avevano attraversato il mare provenendo dalla Spagna e dal nord Africa: i Siculi, i Sicani e gli Elimi. Queste popolazioni avevano contatti con le colonie fenicie e greche, dalle quali impararono a lavorare la creta.
Punti chiave
1 • I popoli del centro e del sud
• I popoli della Sicilia
Ricavo informazioni ed espongo
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3 Per ogni popolazione, sottolinea nel testo le attività e la caratteristica che la contraddistingue. Poi organizza le informazioni per esporre ciò che hai appreso riguardo agli antichi popoli del centro e del sud Italia.
Nel Paleolitico alcune tribù raggiunsero la Sardegna. A esse si aggiunsero gruppi dei Popoli del mare. Queste tribù costruirono fortificazioni in pietra chiamate nuraghi, da cui prese nome questa civiltà.
Civiltà nuragica
I Sardi diedero origine a una delle più interessanti civiltà preistoriche: la civiltà nuragica. Questa civiltà viene chiamata così dai nuraghi, le tipiche costruzioni fortificate, probabilmente le case dei guerrieri, delle quali oggi si possono ammirare più di settemila resti.
Attività
Gli antichi Sardi praticavano l’agricoltura e la pastorizia. I reperti rinvenuti testimoniano anche la presenza di artigiani specializzati nella lavorazione del bronzo. Producevano statuette che raffiguravano guerrieri, pastori e contadini. Queste statuette di bronzo sono state ritrovate in varie località del Mediterraneo. Ciò fa pensare che i Sardi fossero anche commercianti e avessero contatti con altri popoli che giungevano dal mare. Commerciavano con i Fenici che si erano insediati lungo le coste e con i mercanti cretesi e micenei.
Culto dei morti Guerriero nuragico in bronzo.
Della civiltà nuragica rimangono anche le “tombe dei giganti”, grandi costruzioni utilizzate come tombe collettive. Sono formate da grandi blocchi di pietra conficcati nel terreno e delimitano l’area dove venivano sepolti i morti.
La forma di questi monumenti funebri ricorda il muso di un toro: un semicerchio e una parte allungata.
• La civiltà nuragica
Punti chiave Ricavo informazioni Rispondi a voce.
1 2 3
• Le attività economiche
• Che cos’erano i nuraghi?
• Perché la civiltà dei Sardi si chiama nuragica?
• Quali erano le principali attività del popolo nuragico?
• Da che cosa si capisce che erano anche commercianti?
Espongo
Organizza le risposte che hai dato per esporre ciò che sai sui Sardi.
Gli Etruschi diedero origine a un’importantissima civiltà che influenzò anche quella romana.
Gli storici e le storiche non sanno ancora affermare con certezza la loro origine. Alcuni sostengono che fossero i discendenti dei Villanoviani.
In provincia di Siena, nel 2022, sono state ritrovate in perfetto stato di conservazione statue etrusche in bronzo, migliaia di monete e altri oggetti.
La sorgente termale vicino a cui è avvenuto il ritrovamento era un luogo sacro dove ci si recava a implorare la guarigione del corpo.
Le statue, che raffigurano le divinità cui ci si rivolgeva, riportano anche iscrizioni in etrusco e in latino, segno della interrelazione tra i due popoli.
Insediamenti
Gli Etruschi si stabilirono nel ristretto territorio dell’Etruria, compreso tra i fiumi Tevere e Arno.
Costruirono i primi villaggi sulle alture, dove l’ambiente era salubre e facilmente difendibile da incursioni nemiche.
Territorio
Le pianure erano paludose e occupate da acquitrini. Gli Etruschi bonificarono molti di questi terreni con canalizzazioni e argini e riuscirono a renderli coltivabili. Il sottosuolo di quei territori era ricco di minerali come rame, oro e, soprattutto, ferro, allora molto prezioso per la produzione di armi.
Le coste frastagliate, con golfi e insenature, erano autentici porti naturali indispensabili per tenere al riparo le navi e favorire la navigazione e il commercio.
Attività
Il terreno del fondovalle e della pianura, percorso da fiumi, era di origine vulcanica, perciò particolarmente fertile; consentiva di praticare l’agricoltura garantendo ottimi raccolti. Queste condizioni ambientali favorevoli permisero agli Etruschi di essere l’unico popolo della penisola italica a contendere alle colonie della Magna Grecia la supremazia nei commerci marittimi
Punti chiave
• Dove si stanziarono
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• Le attività
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Utilizza le parole chiave per ricordare le informazioni ed esporre le tue conoscenze.
Città-stato
Espansione
Decadenza
Gli Etruschi divisero il loro territorio di origine, l’Etruria, in dodici città-stato che erano alleate per il commercio. Questa attività li portò a espandere i loro mercati e a combattere con le popolazioni più forti nel commercio: Fenici e Greci.
La civiltà etrusca cominciò a svilupparsi circa 2900 anni fa quando i villaggi si trasformarono in città-stato indipendenti. Queste città sorte in luoghi vicini ai fiumi e alle coste in breve tempo diventarono potenze marittime e mercantili.
Ben presto gli Etruschi conquistarono nuovi territori: a nord del Po nella Pianura Padana, a sud in Umbria e fino alle coste della Campania.
Gli Etruschi furono spesso in guerra con i Fenici e con i Greci per il dominio dei commerci sul Mar Mediterraneo. Le lotte furono cruente: per questo i Greci consideravano gli Etruschi un popolo di barbari e pirati.
Le città erano spesso in lotta tra loro e non si coalizzavano contro un nemico comune. La mancanza di unità tra le città causò la loro decadenza, così altri popoli iniziarono la conquista dei territori etruschi: le colonie greche occuparono le città del sud, mentre al nord vi fu l’avanzata dei Celti Roma, poi, assoggettò definitivamente l’Etruria e i suoi abitanti divennero cittadini romani.
Punti
• Le guerre con i Fenici e i Greci
• La guerra con Roma
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Sottolinea nel testo le informazioni principali che riguardano:
• l’origine del popolo etrusco;
• le città-stato;
• l’espansione etrusca;
• la decadenza.
Poi ripeti con parole tue i principali fatti della storia degli Etruschi.
Gli Etruschi vivevano in città ben organizzate. La società era divisa in classi sociali e governata da un re, il lucumone
Le città-stato erano governate in origine da un re, il lucumone, che aveva il potere religioso e militare. Un’assemblea di aristocratici controllava le decisioni del lucumone e lo consigliava.
Nel periodo di massimo splendore economico i proprietari terrieri e i mercanti vollero contare di più nelle decisioni e affidarono il governo della città a loro rappresentanti.
Gli aristocratici possedevano la maggior parte delle terre, che venivano lavorate dagli schiavi, e si dedicavano al commercio. Gli uomini liberi non aristocratici potevano possedere terre, lavorare per i nobili, ma non potevano partecipare alla vita politica, possedere armi o dedicarsi al commercio.
Particolare per quell’epoca era la condizione delle donne. Godevano degli stessi diritti degli uomini, si occupavano della casa e dell’educazione dei figli e spesso affiancavano i mariti nella gestione delle attività commerciali.
Una lingua e una religione
Le città-stato avevano in comune la lingua, la scrittura e la religione.
Ogni anno i rappresentanti delle dodici maggiori città si riunivano presso il santuario del dio Voltumna, dove si svolgevano riti, cerimonie e giochi atletici simili a quelli greci. In queste occasioni si prendevano però anche decisioni importanti per i commerci e si decidevano alleanze e guerre.
Scrittura
Gli Etruschi ci hanno lasciato poche testimonianze scritte. Le iscrizioni sono state ritrovate su stele, vasi e cippi che segnavano i confini.
Gli Etruschi utilizzavano l’alfabeto greco adattato alla loro lingua.
Punti chiave
• Il lucumone
1
• La società
• La lingua e la scrittura
Ricavo informazioni ed espongo
2 3
Sottolinea in verde le similitudini tra la società greca e quella etrusca e in rosso le differenze.
Gli Etruschi vivevano in vere e proprie città. La maggior parte di esse era costruita sulle colline e nei pressi di un fiume. Altri centri abitati sorgevano lungo la costa.
Abitazioni
Gli Etruschi non vivevano, come gli altri popoli italici, in villaggi di capanne, ma in vere e proprie città.
Le città etrusche erano a pianta quadrata, divise in quattro settori da due strade principali che erano perpendicolari.
Erano protette da una cinta di mura nelle quali si aprivano le porte ad arco
Le strade erano lastricate e si incrociavano perpendicolarmente. Ai lati vi erano canali, che servivano a smaltire le acque piovane.
L’acqua pulita era conservata in cisterne e portata alle fontane per mezzo di acquedotti. L’acqua sporca era eliminata attraverso un sistema di fognature
Le case avevano le fondamenta di pietra, le pareti di legno o mattoni dipinti e i tetti formati da lastre di terracotta, spesso con disegni in rilievo.
La casa etrusca di una famiglia aristocratica era composta da una serie di stanze che si affacciavano su un cortile.
Nei locali delle abitazioni, dove si svolgevano tutte le attività della vita quotidiana, l’arredamento era semplice ed essenziale.
Le abitazioni della popolazione più ricca avevano anche magazzini per le scorte alimentari.
Le case dei contadini e dei pescatori sorgevano fuori dalle mura ed erano molto simili a capanne.
Struttura della cittàArco Nelle costruzioni gli Etruschi perfezionarono l’uso dell’arco, che era già utilizzato dai popoli della Mesopotamia. Fu un’invenzione rivoluzionaria che permise di costruire le porte delle città, di collegare sponde di fiumi, versanti di colline e quindi migliorare le vie di comunicazione.
La chiave di volta era la pietra più importante dell’arco e veniva inserita per ultima. La sua forma a cuneo spingeva contro tutte le altre impedendo che crollassero.
Fusione dei metalli
I forni a doppia camera per la fusione dei metalli, già utilizzati in Mesopotamia, vennero perfezionati. Nella camera superiore mettevano i materiali metalliferi, in quella inferiore la legna da ardere. Quando il metallo si era raffreddato, per estrarlo, si distruggeva il forno.
Gli Etruschi impararono dai coloni greci a lavorare la ceramica, ma in seguito introdussero una tecnica che rese i loro manufatti assolutamente unici. Utilizzando un particolare tipo di argilla, il bucchero, e mescolandola al carbone, la ceramica diventava nera, lucida e il vaso cotto sembrava di ferro.
Oreficeria
Gli Etruschi erano abilissimi orefici: sapevano lavorare l’oro con la tecnica della filigrana. Trasformavano il metallo in sottilissimi fili che venivano saldati tra loro.
Un’altra tecnica era la granulazione: producevano piccole sfere d’oro, i granuli, che saldavano una vicino all’altra componendo stupende decorazioni.
Punti chiave
1
• La città
• L’architettura
• La lavorazione dei metalli, della ceramica, dell’oro
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Immagina di essere una guida turistica e di spiegare com’era la struttura della città e quali attività vi si svolgevano.
Gli Etruschi erano politeisti, temevano gli dèi e cercavano di interpretare la loro volontà consultando gli indovini.
La religione etrusca è stata influenzata da quella greca: Tinia e Uni corrispondevano a Zeus ed Era; Mares assomigliava anche nel nome ad Ares, il dio greco della guerra; Nethuns aveva le stesse caratteristiche di Poseidone, il dio del mare; Menrva era la dea della guerra come Atena.
Gli Etruschi pensavano che gli dèi fossero ostili agli esseri umani e decidessero tutto ciò che doveva accadere sulla Terra: non bastavano le preghiere a cambiare il corso delle cose o a ottenere benevolenza. Cercavano, perciò, di conoscere il volere divino per evitare di compiere azioni o assumere comportamenti che potessero irritare le divinità.
Per questo i sacerdoti praticavano la divinazione, cioè l’arte di interpretare i segni anche minimi della volontà divina e prevenire situazioni spiacevoli o pericolose. A seconda dei modi che utilizzavano per capire che cosa sarebbe potuto capitare, i sacerdoti erano definiti àuguri o arùspici.
Gli àuguri studiavano i fulmini nel cielo e il volo degli uccelli; gli arùspici leggevano il fegato e le viscere degli animali sacrificati.
Templi
Anche i templi erano simili a quelli greci, ma non servivano solo per la preghiera e le cerimonie religiose: erano anche luoghi di incontri tra le persone e i mercanti.
Gli Etruschi consideravano la morte un passaggio verso il proseguimento della vita terrena: per questo costruivano tombe che assomigliavano a vere e proprie case
Esse sorgevano nella necropoli, il luogo dedicato alle sepolture.
Le dimensioni e lo stile della tomba dipendevano dall’importanza della famiglia del defunto e dal ruolo che aveva avuto nella vita terrena.
I più poveri erano sepolti in semplici caverne scavate nella collina. Il defunto veniva cremato e le ceneri venivano poste in urne simili a quelle dei Villanoviani.
Le tombe a tumulo assomigliavano a quelle dei re micenei. Erano riservate alle famiglie più facoltose e utilizzate per più generazioni.
Il corpo del defunto veniva deposto in un sarcofago. Spesso sul coperchio era rappresentata la persona deceduta.
Il sarcofago del nobile etrusco era situato in un locale accanto al grande ambiente circolare coperto dalla cupola. Si accedeva alla tomba attraverso un corridoio aperto o coperto. La tomba veniva poi ricoperta da un tumulo, un “monticello” di pietre e terra nel quale si apriva una porta d’accesso alle stanze sotterranee. Queste erano simili a vere e proprie case: le pareti erano affrescate con scene di vita quotidiana, feste e banchetti. Erano arredate con mobili e oggetti di uso quotidiano che erano appartenuti al defunto, in modo che egli avesse tutto il necessario per vivere bene e nell’agio anche nell’aldilà.
La tomba a edicola era una semplice casetta, simile a un tempietto rettangolare in pietra con un’unica stanza.
Punti chiave
• Le divinità
• La divininazione
• Le tombe
1 Ricavo informazioni Rispondi a voce.
2
• A chi assomigliavano le principali divinità etrusche?
• Perché gli Etruschi cercavano di conoscere il volere degli dèi?
• Qual era la differenza tra un arùspice e un àugure?
• Quali tipi di tombe si trovano nelle necropoli etrusche?
Espongo
3
Organizza le risposte in un breve riassunto che illustri le caratteristiche della religione e delle necropoli degli Etruschi.
Nessun argomento di studio è mai completamente nuovo. C’è sempre qualcosa che hai letto, hai visto, hai sentito che ti fa dire “ne so già qualcosa!”. Ecco perché è importante avere un atteggiamento tranquillo di fronte a un argomento nuovo. Molte delle immagini che vedi ti riportano alla mente ciò che hai studiato in geografia o che hai conosciuto anche fuori dall’ambiente scolastico.
1 Osserva le immagini, rispondi a voce e completa.
Ora l’Italia è divisa in tante regioni che formano un unico Stato. Anche nel Neolitico l’Italia era suddivisa in territori.
Questi territori formavano un unico Stato?
Ricordi il nome di alcune popolazioni?
Questa è una famosa incisione su roccia ritrovata nella Val Camonica: è chiamata rosa camuna.
Questo è il simbolo della Regione Lombardia.
Perché la Regione Lombardia ha scelto questa immagine come suo simbolo?
Questi sono i resti rimasti a Barumini, in Sardegna. Sono un’area archeologica
Patrimonio UNESCO. A quale civiltà appartengono? Che cos’erano?
L’ a è una grande innovazione tecnologica degli Etruschi.
Permise di costruire
Il Sarcofago degli sposi è una grande urna che raccoglie i resti di una coppia di sposi.
Dimostra che nella società etrusca le godevano degli stessi diritti degli ed avevano un importante ruolo sociale.
Dimostra anche che per gli Etruschi il culto dei era importante.
Queste immagini rappresentano una collana in e un vaso in .
Ci dimostrano che gli Etruschi erano abili .
Producevano oggetti raffinati che con altre popolazioni.
Osserva di nuovo le immagini e leggi i punti chiave che ricordano.
• I popoli italici.
• Gli Etruschi: abitudini e conoscenze.
Sono riuscito/a a stare tranquillo/a…
molto abbastanza poco
Dove si stanziarono i primi popoli italici?
Le prime popolazioni italiche si stanziarono sulle alture perché vi era scarsità di pianure e le coste erano paludose
Quali furono le prime popolazioni italiche?
I primi insediamenti risalgono al Neolitico: sono le terramare e i villaggi di capanne sugli Appennini.
Molti furono i popoli italici: Camuni, Veneti, Villanoviani, Umbri, Sanniti, Campani, Sardi, Siculi...
Come vivevano?
I popoli italici erano organizzati in tribù. La maggior parte non conosceva la scrittura, lavorava i metalli, si dedicava all’agricoltura, alla pastorizia e al commercio.
Quali fu la prima grande civiltà italica? Dove si sviluppò?
La prima grande civiltà italica fu quella degli Etruschi.
Abitavano il territorio dell’Etruria, tra l’Arno e il Tevere, ma poi estesero i loro territori a nord, a sud e a est.
Come era organizzata la società etrusca? Qual era la forma di governo?
Gli Etruschi vivevano in città-stato indipendenti, ognuna guidata da un lucumone
Gli aristocratici avevano molto potere.
Quali furono i fatti principali della storia degli Etruschi?
Gli Etruschi non formarono mai un unico stato e le città-stato erano spesso in lotta fra di loro
Combatterono con Greci e Fenici per il dominio del Mar Mediterraneo. Vennero assoggettati dai Romani e divennero cittadini di Roma.
Quali tecnologie e conoscenze svilupparono?
Gli Etruschi conoscevano la scrittura. Erano abili architetti e perfezionarono l’arco a volta.
Lavoravano il ferro, l’oro, la ceramica.
In quali divinità credevano?
Gli Etruschi erano politeisti: praticavano la divinazione
Seppellivano i morti nelle necropoli.
• Completa la mappa per ricordare e organizzare le conoscenze.
si insediarono sulle alture perché le coste erano 1
e le zone pianeggianti scarse
le prime popolazioni nella pensiola italica furono: Camuni, Veneti, Villanoviani, Umbri, Sanniti, Campani, Sardi, Siculi…
erano organizzati in 2 di agricoltori, pastori e commercianti
FATTI
• si stanziarono nel territorio tra Arno e Tevere
• vivevano in città-stato, guidate dal
• erano spesso in guerra tra loro e non formarono mai un unico stato
• furono assoggettati dai Romani
ATTIVITÀ
• erano abili architetti e artigiani
• vengono ricordati anche per: arco a , lavorazione dei 3 dell’oro (4 e 4 ), della ceramica (il )
RELIGIONE
• credevano in 5 ;
• praticavano la divinazione
1 Le coste erano paludose e…
2 Ricorda come si chiamavano nel Neolitico i gruppi formati da clan.
3 Ricorda che nel territorio degli Etruschi vi erano molte miniere.
4 I nomi della lavorazione dell’oro “a fili” e “a pallini”.
5 Gli Etruschi adoravano un solo dio o molti dèi e dee?
La civiltà che nacque e si sviluppò a Roma si espanse in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo , in Asia e in Africa . Roma, nel corso dei secoli, diventò il centro del mondo allora conosciuto. Roma ha avuto momenti di gloria e momenti di crisi, ma, in ogni angolo della Terra, quando si dice Roma si pensa a una storia straordinaria che affascina e suscita ammirazione.
In Italia vi erano molte popolazioni. Tra queste, gli Etruschi diedero vita alla prima grande civiltà italica che entrò in contatto contatto con i Romani.
Queste due carte geostoriche ti mostrano come Roma, da un piccolo nucleo originario, divenne il centro di un grande Impero.
• Che cosa puoi dedurre da questa linea del tempo?
• A Roma la forma di governo rimase sempre la stessa?
Questa immagine rappresenta un acquedotto romano. Testimonia che i Romani erano “ingegneri idraulici” molto abili ed erano in grado di rifornire le loro città di .
Questo è l’anfiteatro Flavio, il Colosseo dove si svolgevano grandi spettacoli. Ti fa capire che per i Romani il era importante. Secondo te, questo tipo di costruzione era presente solo a Roma?
Questo bassorilievo mostra soldati romani. Secondo te l’esercito ebbe un ruolo importante nell’espansione del dominio romano?
• Il dominio romano si estese su un vasto territorio.
• La storia di Roma si suddivide in tre periodi.
• I Romani realizzavano opere grandiose utili per la vita quotidiana e per il divertimento.
• I Romani occuparono vasti territori grazie a un esercito ben organizzato.
Dopo aver studiato i diversi popoli italici, sicuramente i bambini e le bambine si chiederanno come mai non si è ancora parlato dell’antica Roma. Non sarà difficile aiutarli/e a esporre le loro conoscenze pregresse.
La storia di Roma abbraccia più di mille anni. Si divide in tre grandi periodi storici che indicano la diversa organizzazione politica: Monarchia, Repubblica, Impero.
Roma nacque come un piccolo villaggio. Da questo villaggio si sviluppò poi una grande città, che vide importanti cambiamenti nell’organizzazione del potere.
La civiltà che nacque e si sviluppò a Roma si espanse in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo, in Asia e in Africa
Roma era definita “Caput Mundi”, cioè capitale del mondo.
Tre periodi
La storia di Roma è divisa in tre grandi periodi:
• Monarchia: dalla fondazione della città secondo la tradizione (753 a.C.) alla cacciata dell’ultimo re, Tarquinio il Superbo (509 a.C.).
Roma era governata da un re e conquistò i territori vicini.
• Le origini di Roma
• I tre periodi
Punti chiave 1 Ricavo informazioni Completa a voce la sintesi.
2 Espongo
• Alle origini Roma era…
• I tre periodi in cui si divide la storia di Roma sono…
Arricchisci di informazioni
sintesi per esporre
• Repubblica: dalla cacciata di Tarquinio (509 a.C.) all’acclamazione di Augusto, primo imperatore (27 a.C.).
La città era governata da due consoli. Roma si affermò come potenza militare e occupò tutte le terre che si affacciano sul Mar Mediterraneo.
• Impero: dal regno di Augusto (27 a.C.) alla caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.).
Roma espanse ancora di più i suoi territori. Il governo era nelle mani di un imperatore. Pian piano però nacquero discordie interne e l’Impero fu diviso in due parti. Quando cadde l’Impero d’Occidente si concluse la grande storia di Roma.
Il nucleo originario di Roma era un piccolo villaggio sul colle Palatino, in prossimità del fiume Tevere, nel punto in cui vi era un’isola che ne facilitava l’attraversamento.
La storia delle prime civiltà è la storia di popoli che si sono insediati lungo le rive dei fiumi e poi sulle sponde del mare. Roma sorse in un territorio che riuniva i vantaggi di queste posizioni geografiche. Rumon, “posto del fiume”, è il nome che gli Etruschi diedero al piccolo villaggio originario che divenne poi una potenza: Roma
Alcuni pastori del popolo dei Latini lasciarono i Colli Albani, dove risiedevano, per cercare un luogo che si trovasse in una posizione migliore.
Lo trovarono sulla sponda sinistra del Tevere, precisamente sul Colle Palatino, e vi costruirono il loro villaggio.
Il colle si elevava al di sopra delle pianure paludose e malsane. Da lì si potevano controllare le greggi che si spostavano dai pascoli estivi a quelli invernali. Si controllava la via che collegava l’Etruria, terra degli Etruschi, alle colonie della Magna Grecia. Il fiume Tevere, che scorreva a valle, in quel punto aveva un’isola, l’Isola Tiberina, che facilitava l’attraversamento.
Il fiume era navigabile fino al mare e dunque era un’ottima via di comunicazione. Inoltre dal mare, attraverso la via che portava alle saline delle zone costiere, giungeva il sale, elemento indispensabile per l’alimentazione, la conservazione dei cibi e l’allevamento degli animali. 1
Punti chiave 2 3
Ricavo informazioni ed espongo
• Il nome
• I fondatori
• La posizione geografica
Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda. Poi utilizza ciò che hai sottolineato per esporre le tue conoscenze.
• Da dove deriva il nome “Roma”?
• Chi furono i fondatori di Roma?
• Dove fu fondata?
• Che importanza aveva l’Isola Tiberina?
• Che importanza aveva la vicinanza del mare?
Anche a Roma successe quello che era successo presso altri popoli: nel villaggio il gruppo di pastori eleggeva un capo che fosse la guida saggia e valorosa.
Il capovillaggio pian piano divenne sempre più importante: un re.
Quando Roma si ingrandì e non fu più un villaggio, divenne città-stato
Il modello era vicino a quello della polis: una città comandata da un re controllato dall’assemblea dei cittadini più importanti.
Il re aveva grandi poteri: stabiliva le leggi, guidava l’esercito, era la massima autorità religiosa e amministrava la giustizia. Non poteva però trasmettere il titolo ai figli, per cui alla sua morte veniva scelto il successore tra i membri delle famiglie più importanti della città, cioè quelle che possedevano grandi appezzamenti di terreno e greggi, che allora erano la maggiore fonte di ricchezza.
Senato
Queste famiglie stabilirono anche che il re dovesse governare con l’aiuto del Senato (il cui nome deriva da senior, “anziano”), l’assemblea dei capi delle grandi famiglie che, oltre a controllare il sovrano, aveva anche il compito di scegliere il nuovo re.
Solo sette re?
La tradizione ricorda solo sette re, anche se il periodo della monarchia durò più di 200 anni. È difficile che siano state solo sette le persone al comando di una città, se pensiamo anche al fatto che allora la vita era molto più breve rispetto a oggi. Secondo gli storici e le storiche, i regni dei re di cui sono stati tramandati i nomi corrispondono a momenti significativi o di particolare sviluppo di Roma.
Punti chiave
• Il potere del re
• Il Senato
Le informazioni che hai appreso possono essere ordinate con le seguenti parole chiave, che ti aiutano a organizzare una sintesi per esporre le tue conoscenze.
• Re (Quali poteri aveva? Come era scelto?)
• Senato (Da chi era formato? Quali compiti aveva?)
• Sette re (A che cosa corrispondono?)
Poteri del re Città-statoSi ricordano i nomi di sette re che provenivano sia dalla città di Roma sia dai territori confinanti.
Il nucleo originario degli abitanti di Roma era formato da perso ne che provenivano dai colli vicini, ma anche da Latini, Etruschi, Greci. E così anche i re appartenevano a popolazioni differenti.
Romolo: secondo il mito fu il primo re. Unificò le tribù del Pala tino, istituì il Senato.
Numa Pompilio: apparteneva al popolo dei Sabini. Rafforzò il suo potere religioso. Stabilì cerimonie per il culto degli dèi e riformò il calendario.
Tullio Ostilio: fu un re guerriero. Iniziò la conquista del Lazio e sconfisse i Sabini.
Anco Marzio: era un re sabino. Favorì il commercio. Fece costruire il primo ponte sul Tevere e il porto di Ostia alla foce del fiume.
Tarquinio Prisco: fu il primo re di origine etrusca. Realizzò importanti opere pubbliche, facendo applicare le tecniche degli architetti etruschi. Fece bonificare le paludi, ampliò il Foro (la piazza principale) e fece costruire una rete fognaria.
Servio Tullio: il secondo re etrusco. Circondò la città con una cinta di mura. Riorganizzò l’esercito e obbligò i cittadini a prestare servizio militare.
Tarquinio il Superbo: l’ultimo re, violento e prepotente. Tolse potere al Senato, ma fu costretto a fuggire.
Con la fine della Monarchia, Roma non era più un villaggio, ma una città che aveva esteso il suo dominio sui colli vicini al Palatino: Campidoglio, Viminale, Quirinale, Esquilino, Celio, Aventino
Punti chiave
1 • I sette re di Roma
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Esponi le tue conoscenze rispondendo a queste domande.
• Quali furono i sette re?
• Per quali motivi ciascuno di essi è ricordato?
• Dove si estendeva Roma alla fine della Monarchia?
Quando Roma diventò la città più forte del suo tempo si ricorse a una leggenda per darle origini divine e gloriose. Il capostipite fu riconosciuto in Enea, l’eroe troiano.
Enea fuggì dall’incendio di Troia e giunse alle foci del Tevere. Suo figlio Iulo fondò la città di Alba Longa e ne affidò il comando a suo figlio Numitore.
L’altro figlio, Amulio, costrinse Rea Silvia, figlia di Numitore, a diventare sacerdotessa.
Però Marte, il dio della guerra, si innamorò di lei e dalla loro unione nacquero due gemelli, Romolo e Remo: Amulio ordinò che fossero affogati nel Tevere.
L’ordine non fu eseguito, i due gemelli vennero messi in una cesta e affidati alla corrente. Una lupa trovò i gemelli e si prese cura di loro finché non furono trovati da un pastore. In seguito Romolo fondò la città di Roma e si proclamò re: era il 21 aprile del 753 a.C.
Mosaici di Ostia antica, Aula dei Misuratori del grano.Dove sorse il primo nucleo di Roma?
Il primo nucleo di Roma sorse sul Colle Palatino.
Quali particolarità aveva quel territorio?
Il Colle Palatino era una zona collinare non paludosa, vicino al fiume Tevere, che poteva essere attraversato con facilità grazie alla presenza dell’Isola Tiberina. Era vicino al mare e alle saline e in un punto di passaggio per i commerci.
Da dove deriva il nome di Roma?
Il nome Roma deriva da Rumon, che significa “posto del fiume”.
In quali periodi è suddivisa la storia di Roma?
La storia di Roma è suddivisa in tre grandi periodi: la Monarchia, la Repubblica, l’Impero.
Quali furono i fatti principali della storia di Roma durante la Monarchia?
I fatti storici principali del periodo della Monarchia sono:
• un gruppo di pastori del popolo dei Latini si stabilisce sul colle Palatino;
• il territorio si espande sui sette colli;
• si afferma la figura di un re;
• la Monarchia dura più di 200 anni, ma si ricordano solo sette re;
• con la cacciata di Tarquinio il Superbo nasce la Repubblica.
Come era organizzato il governo durante il periodo della Monarchia?
Il re aveva grandi poteri, ma non poteva trasmettere il suo titolo ai figli.
Il Senato controllava il re e sceglieva il suo successore.
Quali re di Roma ricordiamo?
I sette re di Roma furono: Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquino il Superbo.
• Completa la mappa per ricordare e organizzare le conoscenze.
significa da Rumon
posto del fiume
sorse sul Colle Palatino
FATTI la sua storia è divisa in periodi
una zona salubre, vicino al fiume e vicino al mare
• 1
• Repubblica
• Impero
Monarchia: il periodo della storia di Roma
• Roma è governata da un eletto dal 2
• i re di Roma furono: Romolo, 3 , , , , ,
• estesero il dominio sui sette colli
1 Il nome del primo periodo della storia di Roma.
2 L’assemblea dei discendenti delle famiglie fondatrici di Roma.
3 Scrivi i nomi degli altri re di Roma.
Senato
Due consoli
Con la cacciata di Tarquinio il Superbo, i Romani passarono a una nuova forma di governo: la Repubblica. Il periodo della Repubblica durò cinque secoli.
Dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo, i senatori e il popolo romano non vollero più un re che avesse nelle sue mani il potere assoluto. Si ispirarono alla democrazia ateniese, grazie alla quale il popolo (anche se non tutto) eleggeva i suoi rappresentanti. I senatori si assicurarono un maggior potere nel governo della città. Mai più un uomo solo avrebbe preso tutte le decisioni: nasceva così una Repubblica di tipo aristocratico.
Il Senato concentrò nelle sue mani il potere. I senatori prendevano le decisioni importanti e sceglievano due consoli che rimanevano in carica solo un anno e dovevano mettere in pratica le loro linee guida.
Ai consoli era affidato il compito di far eseguire le leggi, di curare i rapporti con le altre popolazioni e soprattutto il compito delicatissimo di guidare l’esercito. I patrizi decisero che ciascun console aveva diritto di veto, cioè poteva bloccare le decisioni dell’altro se non le riteneva giuste. Questo impediva che uno dei due consoli diventasse troppo potente.
Dittatore
In caso di guerra, però, al posto dei due consoli veniva nominato un dittatore, che aveva pieni poteri, quindi poteva prendere decisioni rapide. Il dittatore restava in carica solo sei mesi.
Punti chiave
1
• La nascita della Repubblica
• Il governo della Repubblica
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda. Poi utilizza ciò che hai sottolineato e le parole chiave per esporre le tue conoscenze.
• Dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo, quale forma di governo si affermò?
• Chi deteneva il potere?
• Qual era il compito dei consoli?
• Chi era il dittatore?
Magistrati
A mano a mano che lo Stato si ingrandiva, i consoli furono affiancati nel governo della città dai magistrati, che duravano in carica circa un anno. I magistrati si occupavano di questioni specifiche.
I plebei, cioè tutti coloro che non erano patrizi, avevano molti doveri e nessun diritto.
Avevano partecipato alle guerre senza trarne benefici, perché ciò che veniva tolto al nemico era diviso solo tra i ricchi. Chiesero perciò di avere i propri rappresentanti in Senato. Dopo molte lotte fu istituita una nuova carica: quella dei tribuni della plebe. Questi potevano opporsi alle leggi ritenute troppo dannose per la plebe. Chiesero che le leggi venissero scritte ed esposte. Su dodici tavole di bronzo fu scritto il primo testo delle leggi romane: erano le Leggi delle XII
(dodici) Tavole
Tutti quanti così conoscevano le regole di comportamento e le punizioni in caso di trasgressione.
Il Senato e i Comizi Centuriati eleggevano i magistrati.
Punti chiave
1
• I magistrati
• I tribuni della plebe
Espongo 3
Due consoli: facevano eseguire le leggi e guidavano l’esercito.
Censori: stabilivano le tasse da pagare e decidevano i lavori pubblici.
Pretori amministravano la giustizia.
Edili: sorvegliavano la manutenzione delle opere pubbliche.
Questori: incassavano i tributi e pagavano gli stipendi ai soldati e ai funzionari.
Ricavo informazioni
2
Sottolinea in rosso il nome dei differenti magistrati e in blu i loro compiti. Poi sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda.
• Chi erano i tribuni della plebe?
• Che compiti avevano?
Utilizza le parti che hai sottolineato per spiegare come era organizzato il governo della Repubblica romana.
Tribuni della plebeLa società romana era divisa in classi: i patrizi, i plebei e gli schiavi.
La società romana era divisa in tre grandi classi sociali
I patrizi erano coloro che discendevano direttamente dai patres, i padri che avevano fondato Roma.
Proprietari di grandi appezzamenti di terreno, di bestiame e della maggior parte delle saline, godevano di tutti i diritti e potevano ricoprire cariche pubbliche.
I plebei erano il resto della popolazione libera e discendevano da coloro che erano giunti a Roma dai territori vicini. Erano proprietari di piccoli terreni, artigiani e commercianti; potevano possedere anche ricchezze, ma non partecipare alle decisioni pubbliche.
I clientes, cioè “coloro che ubbidiscono”, non erano una classe sociale ma i plebei che lavoravano per le famiglie patrizie in cambio di protezione e di aiuti economici. Quando si intensificarono le guerre, i patrizi ridussero in schiavitù i prigionieri, compresi le donne e i bambini. Diventava schiavo anche chi non riusciva a pagare i debiti. Agli schiavi più colti erano affidati compiti di responsabilità: erano insegnanti, architetti, contabili. Il padrone disponeva della vita dello schiavo: poteva venderlo, punirlo, ucciderlo, ma anche restituirgli la libertà in cambio di un riscatto o come premio per l’assoluta fedeltà.
In questo caso lo schiavo era chiamato liberto.
Donna patrizia.
Punti chiave
1 • Le tre classi sociali
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Per ogni classe sociale, sottolinea in rosso da chi era formata e in blu le attività che svolgeva. Poi utilizza le parole chiave per esporre le tue conoscenze.
Poseidone • , dio del mare.
Giunone, moglie di Giove.
Atena • Minerva dea della sapienza e della guerra.
Ares • Marte dio della guerra.
Afrodite • Venere, dea della bellezza.
Molte divinità
I Romani erano politeisti. Molte delle divinità che adoravano furono riprese da quelle greche, cambiandone i nomi. Anche a Roma avevano grande importanza gli àuguri, cioè i sacerdoti che interpretavano il volo degli uccelli, i tuoni e i fulmini per conoscere il volere degli dèi. I Romani erano superstiziosi e utilizzavano i portafortuna
Pontefice massimo
Il pontefice massimo era colui che metteva in contatto gli uomini e la divinità, officiava tutte le cerimonie ed era una delle cariche più importanti.
Hermes • Mercurio, messaggero degli dèi.
Punti chiave
1
• Le divinità
• Gli àuguri
• Il pontefice massimo
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Osservando le immagini, parla delle più importanti divinità romane.
Zeus • Giove, padre degli dèi.La famiglia era la base della società romana.
La società romana si basava soprattutto sulla famiglia. All’interno della classe dei patrizi essa comprendeva anche gli schiavi.
Pater familias
Il capo indiscusso della famiglia, anche plebea, era il marito, il pater familias. Possedeva tutti i beni di casa, compresi quelli portati dalla moglie con il matrimonio. Una donna poteva sposarsi solo se portava una “ dote”, che poteva essere in denaro, in oggetti, in animali.
Il pater familias era l’unico che aveva l’autorità per celebrare i riti religiosi in onore dei Lari, gli antenati e dei Penati, gli spiriti protettori.
Mater familias
La donna, mater familias, viveva in condizione di assoluta inferiorità rispetto all’uomo. Esercitava la sua autorità con i figli e i servi.
Quando era giovane era sottoposta all’autorità del padre; quando si sposava passava sotto l’autorità del marito.
Solo in epoca repubblicana acquisì il diritto di ereditare una parte del patrimonio della sua famiglia di origine.
Il padre sceglieva il coniuge per i figli. Spesso i matrimoni, che avvenivano quando gli sposi erano ancora in giovane età, erano combinati tenendo conto della posizione sociale delle famiglie.
Il “fidanzato” donava alla “fidanzata” un anello da portare all’anulare sinistro, perché era credenza che da quel dito partisse un nervo che arriva al cuore.
Alla nascita del bambino, il pater familias esponeva una ghirlanda di fiori e affidava il neonato alla protezione della dea Cunina (da cuna, che vuol dire culla), che doveva cullarlo e calmarlo.
I “crepundia” erano sonaglietti che producevano rumore e rallegravano i neonati.
Al collo dei bambini veniva messa la bulla, un portafortuna: in oro per i figli dei patrizi, in tessuto o cuoio per i plebei. La bulla era indossata dai maschi fino ai 17 anni, quando la toglievano per indossare la toga, il vestito dei “grandi”. Le femmine la toglievano nel giorno del matrimonio.
1
• La famiglia
• I bambini e le bambine
• La scuola
Ricavo informazioni
2 Sottolinea nel testo le informazioni principali riguardanti:
• il pater familias;
I figli dei plebei imparavano a svolgere il lavoro del padre e raramente a leggere, scrivere e contare.
I figli dei patrizi ricevano prima un’istruzione dal padre, poi dai pedagoghi, cioè maestri privati, che generalmente erano schiavi greci.
Quando furono istituite le scuole pubbliche furono comunque a pagamento. Vi erano tre ordini di scuola: la primaria con il maestro, la secondaria con il grammatico, la superiore con il rètore.
I “quaderni” dei bambini erano tavolette di legno spalmate di cera. La matita era lo stilo, una cannuccia di ferro appuntita. Nelle scuole superiori gli studenti scrivevano su fogli di papiro intingendo lo stilo nel calamaio che conteneva l’inchiostro. Per fare i calcoli usavano anche l’abaco.
• la mater familias;
• il matrimonio;
• i bambini e le bambine;
• la scuola.
3 Immagina di essere una bambina o un bambino nell’antica Roma. Parla di te e della tua famiglia.
Anche nell’abbigliamento vi era molta differenza tra patrizi e plebei.
La tunica, una camicia lunga fino al ginocchio e stretta in vita con una cintura, era l’indumento comune a tutti.
Gli uomini patrizi sopra la tunica indossavano la toga. Era una pezza di stoffa lunga e ampia, che veniva drappeggiata sui fianchi e posata sulla spalla. Generalmente era bianca; quella dei magistrati aveva un bordo color porpora. Quando il clima era freddo si indossava un mantello di lana con cappuccio. Le donne patrizie, quando uscivano, sopra alla tunica indossavano una veste lunga e ampia, la stola. Completava l’abbigliamento la palla, un mantello che copriva il capo.
Gli indumenti erano di lana o di lino. Le persone molto ricche, in epoca imperiale, utilizzavano anche tessuti di seta e cotone che venivano importati dalla Cina e dall’India.
Le calzature più comuni erano i sandali che avevano la suola di cuoio o di sughero e venivano legate al polpaccio con strisce di pelle. I patrizi utilizzavano anche i calcei, stivaletti di cuoio. Le persone povere calzavano delle ciabatte di legno oppure si coprivano i piedi con pezzi di pelle, legati con una corda.
Già durante il periodo della Monarchia le condizioni di vita dei patrizi e dei plebei erano molto differenti. Con la Repubblica e l’arricchimento delle classi più agiate queste differenze divennero sempre più evidenti, soprattutto nell’alimentazione e nell’abbigliamento.
Pasti dei plebei
“Gastronomie”
I Romani consumavano tre pasti al giorno: lo jentaculum era la colazione del mattino, il prandium era quello del mezzogiorno. Entrambi erano consumati in piedi.
Il pasto principale era la cena e si consumava verso le cinque del pomeriggio.
Nelle case dei patrizi spesso la cena era un banchetto con gli ospiti.
Gli invitati consumavano il pasto nel triclinium, la sala da pranzo, arredata con un tavolo basso attorno al quale vi erano i triclini, grandi divani sui quali gli ospiti cenavano semi-sdraiati.
Non si usavano posate, ma si mangiava usando le dita, lavandosele in ciotole di acqua fresca e oli profumati, distribuite dagli schiavi.
I cibi più diffusi erano polenta di frumento, legumi, ortaggi e pesce.
I Romani consumavano molta carne di maiale, cervo, cinghiale e ghiro. Si cucinava anche la selvaggina.
Durante i banchetti era molto apprezzato il vino, spesso allungato con acqua e aromatizzato con miele e spezie.
I pasti dei plebei erano invece molto poveri. Raramente si consumava carne, ma solo di pollo.
Passeggiando per i vicoli stretti di Roma vi erano le “gastronomie”, chiamate termopolio. Si potevano acquistare e mangiare cibi già cotti, conservati in vasi di terracotta esposti sui banconi di pietra.
1
• Come si vestivano
• Come si nutrivano
Ricavo informazioni ed espongo
2 3
Utilizzando i disegni e le parole chiave, racconta come erano
l’abbigliamento e l’alimentazione nell’antica Roma.
Le case degli antichi Romani erano di tre tipi: la domus (la casa dei patrizi), la , (la residenza di campagna) e l’insula (il caseggiato di più piani con gli appartamenti dei plebei).
L’insula era il “condominio” dove viveva la maggior parte della popolazione. Le insulae spesso erano costruite in legno ed erano soggette a crolli e incendi. Gli appartamenti non avevano acqua corrente né servizi igienici. Al centro dell’insula vi era il cavedio, un cortile interno, e su di esso si affacciavano gli alloggi. Al primo piano c’era l’appartamento del padrone dell’insula; negli altri piani gli alloggi dei plebei. Al pianterreno, affacciate sulla strada, si aprivano le tabernae, le botteghe. La domus, la casa dei patrizi, era grande, a uno o due piani. Si accedeva alla casa attraverso il vestibolo e si entrava nell’atrio, dove c’era l’impluvium, una grande vasca per raccogliere l’acqua piovana. In un angolo dell’atrio c’era il larario, l’altare domestico. In questa zona della casa vi era il tablino, lo studio dove il pater familias riceveva i clientes, e il triclinio, la sala da pranzo. Alle spalle dell’atrio vi era il giardino, il peristilio. In molte domus vi era un impianto di acqua corrente, di riscaldamento e un sistema fognario. Le camere da letto erano dette cubicola Nelle campagne si trovavano le villae, erano le aziende agricole dei patrizi.
• Osserva quello che è rimasto di un’insula romana e la ricostruzione che è stata fatta.
Con l’avvento della Repubblica, i Romani intrapresero lunghe guerre con i popoli confinanti. In pochi anni i territori delle popolazioni dell’Italia passarono sotto il dominio romano
I Romani poco alla volta sottomisero i Latini, gli Equi, i Volsci. La sconfitta della città etrusca di Veio portò Roma ad avere il sopravvento sugli
Etruschi
Ma i Romani ebbero anche delle disfatte. La più clamorosa fu quella che avvenne a opera dei Galli, le tribù che provenivano da oltre le Alpi e si erano stanziate nella Pianura Padana. I Galli arrivarono fino a Roma e la saccheggiarono. Roma riprese la sua espansione verso sud.
I Sanniti, dopo un lungo periodo di guerre, furono sconfitti. Per completare la conquista del sud rimanevano le colonie greche.
L’esercito romano sembrava imbattibile e per questo la colonia greca di Taranto si alleò con Pirro, il re dell’Epiro, che corrisponde all’attuale Albania. Pirro sconfisse i Romani in alcune battaglie, ma perse quella decisiva e dovette lasciare la colonia al dominio di Roma. Con la conquista delle altre popolazioni e delle colonie della Magna Grecia in Calabria, Roma ebbe il controllo di tutta la parte centro-meridionale della penisola.
Per occupare i territori a nord dell’Etruria, Roma dovette combattere e sconfiggere i Galli
Punti chiave
1
• Le guerre contro i popoli italici
• Le guerre contro le colonie greche
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Utilizza le parole chiave e la linea del tempo per raccontare come Roma occupò la penisola italica.
Equipaggiamento
Con l’avvento della Repubblica, Roma iniziò la sua imponente espansione. Ciò fu possibile perché seppe organizzare un esercito di soldati addestrati e disciplinati, alla guida del quale c’erano consoli e generali che avevano una grande capacità strategica
Tutti gli uomini in salute, patrizi e plebei, avevano e sentivano il dovere di far parte dell’esercito. Per combattere era necessario un equipaggiamento che non era offerto dal governo della città, ma doveva essere acquistato da ciascun cittadino
I soldati romani erano armati di tutto punto: avevano aste, giavellotti, spade lunghe e corte, pugnali… Per proteggere il corpo indossavano l’elmo, lo scudo e la corazza. L’equipaggiamento comprendeva ciò che serviva per costruire strade e costruire l’accampamento: pala, corda, piccone. Ciascun soldato portava con sé il cibo per tre giorni. Quando ai soldati fu data una paga, questa ammontava a un soldus, da cui deriva la parola soldato.
Legione
L’esercito romano era diviso in legioni, cioè gruppi organizzati formati da legionari, soldati che marciavano a piedi, al comando dei centurioni
I cavalieri, soldati a cavallo, appartenevano alle classi più ricche.
Vi erano poi i soldati specializzati in alcune tecniche, come i frombolieri, che combattevano con la fionda, e gli arcieri, che usavano archi e frecce. Un ruolo importante avevano i genieri, che costruivano strade per il passaggio delle legioni, ponti, accampamenti e le macchine da guerra.
Gli esploratori procedevano davanti alle legioni per individuare i passaggi migliori e segnalare la presenza di nemici.
Punti chiave
1
• Come erano equipaggiati i soldati
• Come era organizzato l’esercito
2 3 Utilizzando le parole chiave, spiega com’era organizzato l’esercito romano.
I soldati romani costruivano accampamenti organizzati che spesso furono i primi nuclei delle città
Le legioni romane si spostavano a piedi compiendo estenuanti marce per raggiungere i luoghi di combattimento. Quando sostavano per periodi più o meno lunghi, per presidiare un territorio allestivano un accampamento di tende e, nelle zone di confine, anche in muratura. Molti accampamenti restavano abitati per anni perché le campagne militari duravano a lungo e occorreva controllare le zone conquistate. Quando il grosso dell’esercito si ritirava, alcuni soldati rimanevano sul posto e nascevano città che conservavano la struttura dell’accampamento. L’accampamento, chiamato castrum, aveva forma rettangolare.
Era attraversato da due strade principali: il cardo e il decumano, che partivano dalle quattro porte d’accesso e si intersecavano ad angolo retto.
C’erano magazzini per le scorte alimentari, scuderie e un’infermeria. Il cardo, da nord a sud.
Per conquistare le terre che si affacciavano sul Mar Mediterraneo i Romani organizzarono una potente flotta di navi da guerra. Fu il console Caio Dullio a voler combattere per mare con forti soldati. Fece preparare una flotta di 120 navi, modificate con il corvo.
Il signum era l’insegna della nave.
Il corvo era un ponte mobile, che si agganciava alle navi nemiche quando si avvicinavano. Ciò consentiva ai soldati di combattere come a terra.
I vari ordini di remi aumentavano la velocità durante le manovre.
Il corvo girava su un perno per manovrarlo più facilmente.
Il rostro era uno sperone in metallo. Aveva più punte per squarciare le fiancate delle navi nemiche.
Punti chiave Ricavo informazioni ed espongo
• L’accampamento
• La flotta
2 Aiutandoti con le parole chiave e i disegni, spiega com’erano l’accampamento romano e le navi da guerra.
Per dominare i commerci sul Mediterraneo, Roma entrò in guerra con Cartagine, la più importante colonia fenicia.
Ci vollero tre guerre per sottomettere Cartagine. Il principale condottiero cartaginese fu Annibale. I generali romani furono Scipione “l’Africano” e Scipione Emiliano.
Controllo del commercio
Cartagine
Con la conquista della penisola italica, Roma divenne una potenza. Mancava il controllo del commercio in tutto il Mediterraneo: questo fu il nuovo obiettivo del Senato e dei patrizi.
Il desiderio di conquistare delle coste africane rese inevitabile lo scontro con i Puni, nome che i Romani davano ai Cartaginesi. Cartagine, colonia fenicia, nel corso dei secoli aveva occupato, oltre che un lungo tratto della costa occidentale del nord Africa anche territori in Spagna, Corsica, Sardegna e Sicilia. I commerci marittimi l’avevano resa una città ricca e potente.
Lo scontro con Roma durò più di cento anni, il tempo di tre guerre
Prima guerra punica
La guerra contro Cartagine doveva essere combattuta sul mare e perciò i Romani avevano costruito una potente flotta
Il primo scontro avvenne con la battaglia delle Isole Egadi, che vide le navi romane vittoriose. Sicilia, Sardegna e Corsica passarono sotto il controllo di Roma.
Seconda guerra punica
I Cartaginesi, sconfitti, decisero di cambiare tattica e di combattere via terra sorprendendo Roma.
Guidati da Annibale, attraversarono le Alpi con l’esercito e gli elefanti.
Sconfissero più volte l’esercito romano, fino ad arrivare in Puglia, dove a Canne annientarono le legioni. Non ebbero il coraggio di attaccare direttamente la città e proseguirono verso sud fermandosi a Capua per riposare.
I Romani agirono di astuzia. Sbarcarono in Africa comandati da Publio Cornelio Scipione.
I Cartaginesi richiamarono subito Annibale.
I due condottieri si scontrarono a Zama, sulle coste africane. Vinse Scipione, che ricevette il soprannome di Africano
Le condizioni di pace furono durissime per i Cartaginesi: dovettero consegnare la loro flotta e rinunciare ai possedimenti in Spagna e in Africa. La condizione più dura fu l’impegno a non fare alcuna guerra senza il consenso di Roma.
Patto tradito Terza guerra punica Dominio nel Mediterraneo
Cartagine, per lungo tempo regina del Mediterraneo, non poteva rinunciare ai suoi traffici marittimi e li riprese con grande successo.
Roma vedeva con timore questa rinascita dell’avversaria. Quando i Puni non rispettarono il patto e dichiararono guerra a un popolo vicino, i Romani decisero che era giunto il momento di intervenire.
In Senato fu pronunciata la famosa frase “Cartagine deve essere distrutta”.
L’esercito romano tornò in Africa con una spedizione guidata da Scipione Emiliano, figlio adottivo di Scipione l’Africano. Cartagine fu messa sotto assedio e rasa al suolo. Al termine delle guerre Roma uscì vittoriosa e poté chiamare il Mediterraneo “Mare Nostrum” cioè “Mare Nostro”.
Per conquistare il dominio di tutte le terre che si affacciavano sul Mar Mediterraneo, Roma si scontrò poi con i Greci e i popoli dell’Asia Minore e con gli Iberici, che abitavano l’attuale Spagna.
Punti chiave
1
• Le tre guerre puniche
• Il completo dominio del Mar Mediterraneo
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Ricerca le informazioni necessarie per completare a voce la sintesi. Poi utilizzala per esporre.
• Roma voleva il controllo del commercio sul Mar...
• Perciò entrò in guerra con...
• Le guerre puniche furono...
• La prima fu combattuta sul...
• Nella seconda i Cartaginesi, guidati da..., sconfissero...
• Publio Cornelio Scipione sbarcò in... e sconfisse i...
• Con la Terza... i Romani guidati da... distrussero...
• I Romani poi combatterono contro...
• Il Mar Mediterraneo fu chiamato...
Per governare il territorio che diventava sempre più vasto, il governo di Roma istituì le città federate, ai cui cittadini era riconosciuta la cittadinanza romana, e le province. Tutte dipendevano dal governo centrale, ma con obblighi diversi.
Le vittoriose guerre avevano portato Roma a dominare su un vasto territorio. Fu necessario trovare un modo per controllare e governare questi territori. Le città della penisola diventarono città federate (cioè legate da un patto): erano indipendenti, ma avevano l’obbligo di riconoscere la superiorità di Roma. In caso di guerra, dovevano combattere al suo fianco. Gli abitanti, però, non erano cittadini romani. Le terre al di fuori della penisola italica divennero province.
La situazione degli abitanti delle province era pesante, in quanto dovevano pagare ingenti tributi. Potevano mantenere le loro abitudini e le loro credenze religiose, ma l’importante era che avessero ben chiaro che dipendevano da Roma e che ne erano sudditi. Ciascuna provincia era sottoposta all’autorità di un proconsole romano, che non era retribuito per il suo incarico, ma poteva sfruttare le risorse locali. L’incarico di proconsole era dunque molto ambito: offriva l’opportunità di arricchirsi moltissimo riscuotendo tasse.
1
• Le città federate e le province
2 3 Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda. Poi collega ciò che hai sottolineato per esporre le tue conoscenze.
• In quali territori sorgevano le città federate? In quali le province?
• Chi comandava nelle province?
• Qual era l’obbligo più gravoso che avevano gli abitanti delle province?
Latifondo
Le nuove conquiste ebbero forti conseguenze sui rapporti tra le varie classi sociali. Diventava sempre più forte la distinzione tra ricchi e poveri e nacquero forti contrasti tra patrizi e plebei.
Le terre tolte alle popolazioni vinte non venivano divise equamente. I terreni erano assegnati solo ai grandi proprietari terrieri, così come il denaro andava ai governatori delle città. Si crearono i latifondi, vasti appezzamenti appartenenti a una sola persona.
I piccoli proprietari e i plebei, al contrario, si impoverivano. Per prestare servizio nell’esercito abbandonavano attività e campi e, al ritorno dalla guerra, si ritrovavano senza denaro e senza il necessario per vivere.
Altri cittadini si erano arricchiti con il commercio dei nuovi prodotti provenienti dalle terre più lontane e volevano partecipare alla vita pubblica.
La plebe non era più disposta a sopportare le disuguaglianze. Due fratelli romani di famiglia patrizia vollero intervenire in aiuto dei plebei. Tiberio Gracco, eletto tribuno della plebe, riuscì a far votare una legge per distribuire in modo più equo le terre conquistate. Ciascun latifondista non poteva possedere più di una certa estensione di terreno; il resto doveva essere distribuito in piccoli appezzamenti ai cittadini più poveri.
I latifondisti non accettarono la riforma e fecero uccidere Tiberio. Dieci anni dopo, Caio Gracco, eletto a sua volta tribuno della plebe, ripropose la legge del fratello Tiberio, ma fu minacciato di morte. Per non cadere nelle mani dei nemici, si fece uccidere da uno schiavo.
Punti chiave
1
• I latifondi
• L’impoverimento dei plebei
• Tiberio e Caio Gracco
2 Rispondi a voce.
• A chi venivano assegnate le terre vinte in guerra?
• Perché i plebei si impoverirono ancora di più?
• Che cosa fecero prima Tiberio e poi Caio Gracco?
Espongo
3
Parla delle lotte sociali mettendo in relazione le cause (le conseguenze della guerra e l’impoverimento) con le conseguenze (le proteste).
Le tensioni scoppiate con le lotte sociali portarono a una grande divisione tra patrizi e plebei, che si divisero in due partiti. Iniziarono così vere e proprie guerre tra i cittadini della Repubblica.
Due
La morte dei fratelli Gracco segnò l’inizio di una serie di guerre civili, cioè combattute tra i cittadini. Si formarono due partiti: i popolari, che volevano migliorare le condizioni dei plebei; gli ottimati, che difendevano i privilegi dei patrizi.
Anche fuori Roma cresceva il malcontento. I socii, cioè i cittadini dei territori italici, avevano combattuto al fianco dei Romani nelle guerre. Si erano impoveriti e non avevano ricevuto nessuna ricompensa.
Gli scontri tra popolari e ottimati videro protagonisti due generali romani e i loro sostenitori: Caio Mario, di origine plebea, e Lucio Silla, di origine patrizia.
Caio Mario fece un’importante riforma dell’esercito: i soldati avrebbero ricevuto le armi e una paga giornaliera. In caso di vittoria sarebbe stato assegnato loro un appezzamento di terreno: fare il soldato diventava così una professione. Molti plebei lo seguirono per avere una fonte di reddito.
I due generali, alla testa dei loro eserciti, si scontrarono. Silla ebbe la meglio, restituì il potere ai patrizi e cancellò ogni potere dei tribuni della plebe. Si fece nominare dittatore, non per sei mesi, come prevedeva la legge, ma a vita.
Punti chiave 1
• Le lotte tra patrizi e plebei
• Mario e Silla
Ricavo informazioni
2
Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda.
• Che cos’è una guerra civile?
• Quali furono le due fazioni che si formarono dopo la morte dei fratelli Gracco?
• Perché fuori Roma c’era malcontento?
• Chi era Caio Mario e che cosa fece?
• Chi era Lucio Silla e che cosa fece?
Dopo le guerre civili, gli Italici ottennero la cittadinanza romana. Anche gli schiavi, guidati da Spartaco, si ribellarono, ma senza successo. Le continue sommosse portarono alla formazione di un triumvirato, un governo di tre uomini: Pompeo, Crasso e Giulio Cesare
I popolo italici diventano romani
Alla morte di Silla, a Roma ricominciarono le lotte tra popolari e ottimati, gli aristocratici. Ne approfittarono alcune città federate per rivendicare la cittadinanza romana. Questo per loro significava poter partecipare alle decisioni politiche, economiche e militari, avere ruoli di comando nell’esercito e partecipare alla spartizione dei bottini di guerra. Questo significava che i più poveri avrebbero potuto ricevere gratuitamente il pane in tempo di carestia. Era una grossa richiesta e ottenerla sarebbe stata una grande conquista! Dopo tre anni di lotte, gli Italici ottennero la cittadinanza. In un clima di insicurezza, gli schiavi videro una buona occasione per ribellarsi e ottenere la libertà.
Spartaco Potere dei generali
Triumvirato
A dare il via alla rivolta fu Spartaco, un guerriero ridotto in schiavitù e costretto a fare il gladiatore. Sotto la sua guida, circa 70 000 schiavi per due anni riuscirono a tener testa alle truppe inviate da Roma. Alla fine, però, furono sopraffatti.
A combattere nelle province che si erano ribellate furono mandati due generali di Silla: Gneo Pompeo e Marco Crasso. Riuscirono vincitori e quando tornarono a Roma furono nominati consoli.
I due però volevano indebolire il Senato e così strinsero un patto di reciproco aiuto con un altro forte generale: Giulio Cesare, appoggiato sia dai soldati che lo avevano seguito nelle sue vittoriose campagne militari, sia dai plebei che aveva sempre difeso. Il loro governo prese il nome di triumvirato, dalle parole latine tres (tre) e viri (uomini).
Giulio Cesare è uno dei più famosi personaggi della storia. A capo delle sue legioni, combatté contro i Galli e sconfisse i suoi avversari in una guerra civile.
Giulio Cesare, pur essendo un patrizio, si era sempre schierato a favore dei plebei. Comandò le truppe che controllavano la Gallia, la regione oltre le Alpi corrispondente all’attuale Francia.
In anni di guerre Cesare sottomise i Galli che si erano ribellati a Roma, sconfiggendo Vercingetorige, il loro famoso comandante. Occupò anche i territori dei Germani e attraversò il mare per occupare la Britannia
Le vittorie in Gallia procurarono grande fama a Cesare, ma preoccuparono Pompeo, che non si fidava dell’alleato.
Quando morì il triumviro Crasso, Pompeo, approfittando del fatto che Cesare fosse in Gallia con i suoi soldati, si fece eleggere console unico.
Cesare decise di tornare a Roma.
Marciò con le sue truppe per fermare Pompeo e scoppiò una nuova guerra civile. Pompeo, sconfitto, si rifugiò in Egitto.
Cesare fu nominato dittatore a vita e attuò molte riforme:
• distribuì molte terre ai plebei e ai suoi soldati;
• raddoppiò la paga dei soldati;
• ordinò la costruzione di nuove opere pubbliche a Roma, dando lavoro a molti plebei;
• diminuì gli affitti nelle insulae per migliorare le condizioni di vita dei meno abbienti;
• ridusse i poteri del Senato.
Morte di Cesare
L’atteggiamento di Cesare nei confronti del Senato e dei patrizi attirò l’ostilità di molti aristocratici. Alcuni di loro, capeggiati da Bruto, il figlio adottivo di Cesare, e da Cassio, organizzarono una congiura. Il 15 marzo del 44 a.C. (Idi di Marzo) Cesare morì, pugnalato, all’interno del Senato.
Secondo triumvirato
Dopo la morte di Cesare si prospettò il pericolo di una nuova guerra civile.
Per scagionarla si costituì il secondo triumvirato formato da Marco Antonio, Marco Lepido e Ottaviano (figlio adottivo di Cesare).
L’uccisione di Cesare, dipinto di Vincenzo Camuccini.
Punti chiave
1
• Le conquiste
• Le lotte contro Pompeo
• Cesare dittatore
• Il secondo triumvirato
ed espongo
2 3
Sottolinea le informazioni principali che riguardano i paragrafi in cui
è stato diviso il testo, poi ripeti ciò che hai appreso.
Ricavo informazioniSe osservi con calma e tranquillità le immagini di questa pagina, non solo ti torneranno alla mente le informazioni studiate, ma sicuramente esse riusciranno a trasportarti nell’antica Roma.
1 Osserva le immagini, mettiti nei panni di un plebeo o di una plebea oppure in quelli di un patrizio o di una patrizia, immagina e racconta la loro vita, rispondendo alle domande.
In questo affresco vedi una famiglia patrizia romana. Chi erano i patrizi? Come si chiamava il capo famiglia?
Di che si occupava?
Come si vestivano gli uomini e le donne a Roma?
I mosaici rappresentano alcuni servitori al lavoro in una villa romana. Che cos’erano le villae? Quali erano gli altri tipi di case?
Questa immagine rappresenta un senatore romano.
Com’era organizzato il governo della Repubblica?
Chi erano i senatori? Qual era il loro ruolo? Chi erano i magistrati?
In questo quadro vedi rappresentata la congiura contro Giulio Cesare.
Perché Cesare venne ucciso?
Che cosa fece d’importante?
L’esercito fu importante nella storia di Roma?
Come era organizzato l’esercito? Com’era equipaggiato ogni soldato? I soldati romani sono stati sempre pagati per la loro attività?
Osserva di nuovo le immagini e leggi i punti chiave che ricordano.
• Dove e come vivevano i patrizi e i plebei.
• Il governo della Repubblica.
• L’importanza dell’esercito.
• La figura di Giulio Cesare.
Sono riuscito/a a stare tranquillo/a…
molto abbastanza poco
Quali furono i fatti principali della storia di Roma durante la Repubblica?
I fatti storici principali del periodo della Repubblica furono:
• conquista dei territori della penisola italica;
• guerre puniche contro Cartagine;
• lotte sociali: i fratelli Gracco;
• guerre civili: Mario e Silla;
• primo triumvirato: Pompeo, Crasso, Cesare;
• conquiste di Giulio Cesare;
• secondo triumvirato: Marco Antonio, Lepido, Ottaviano.
Come era organizzato il governo durante il periodo della Repubblica?
Durante il periodo della Repubblica il potere era nelle mani del Senato.
Il Senato nominava due consoli che mettevano in pratica le leggi decise dal Senato.
I consoli erano aiutati dai magistrati: edili, censori, pretori, questori, tribuni della plebe.
L’esercito era importante?
I Romani riuscirono a espandere il proprio dominio proprio grazie al loro esercito forte e ben organizzato.
L’esercito era diviso in legioni.
Come era organizzata la società?
La società romana era fondata sulla famiglia
La società era divisa in classi: patrizi, plebei, schiavi.
I patrizi discendevano dai “patres” che fondarono Roma. Erano ricchi, possedevano i latifondi, vivevano nelle domus e nelle villae.
I plebei erano il resto della popolazione libera.
Erano artigiani, commercianti, agricoltori. Spesso erano poveri, vivevano nelle insulae.
In quali divinità credevano i Romani?
I Romani erano politeisti. Molte divinità erano riprese da quelle greche.
• Completa la mappa per ricordare e organizzare le conoscenze.
la Repubblica è il periodo della storia di Roma
estendono il loro dominio sull’Italia, su parte dell’Europa, sul Mar
il potere è nelle mani del 1 due 2 dai 3
FATTI
che nomina aiutati
guerre 4
guerre contro Greci e Iberici
conquista della penisola italica dominio sul Mar Mediterraneo lotte sociali tra plebei e 5
guerre civili: Mario e
primo triumvirato: Pompeo, Crasso, Giulio Cesare viene nominato dittatore a vita
secondo triumvirato: Marco Antonio, Lepido, Ottaviano
1 L’assemblea dei capi delle grandi famiglie.
2 Coloro che dovevano far eseguire le leggi.
3 Lo erano pretori, censori, edili…
4 Le guerre contro i Cartaginesi.
5 I discendenti dei “patres” che fondarono Roma.
Quando i Romani estesero i loro domini, si ispirarono ai grandi imperi del passato.
Roma era diventata la nuova superpotenza.
Il Senato perdeva la sua influenza e in questo momento di debolezza vi fu un nuovo cambiamento: la Repubblica fu trasformata in Impero con Ottaviano.
Durante l’Impero Roma raggiunse la sua massima espansione.
Il suo dominio si estendeva sull’Europa centro-occidentale, orientale e meridionale, sull’Asia Minore (Turchia), sulla Mesopotamia e sull’Africa settentrionale: abbracciava dunque tre continenti. Erano terre che avevano paesaggi e climi molto diversi. Le risorse naturali di questi luoghi erano fonte di ricchezza e Roma dominava tutte le rotte commerciali non avendo rivali né sul mare né sulla terraferma. Controllava i porti del Mediterraneo, del Mar Nero e anche quelli dell’Oceano Atlantico. I Romani, abili costruttori di strade e ponti, resero raggiungibili anche i punti più lontani e con loro iniziò una vera modifica del territorio per l’intervento antropico.
L’Impero romano durò cinquecento anni. A un certo punto della sua storia venne diviso in due parti: Impero romano d’Oriente e Impero romano d’Occidente.
Periodo di massima espansione dell’Impero romano.
1
• La nascita dell’Impero romano
• L’espansione dell’Impero
• La divisione dell’Impero
Ricavo informazioni ed espongo
Punti chiave 2 3
Utilizza le parole chiave e la linea del tempo per esporre le grandi tappe della storia dell’Impero.
OTTAVIANO AUGUSTO
Primo imperatore
Cesare Ottaviano Augusto, il primo imperatore, concentrò nelle sue mani il potere. Durante il suo governo, Roma visse un lungo periodo di pace.
Punti chiave
1
Con Ottaviano Augusto, figlio adottivo di Cesare, ricordato anche come Cesare Augusto, termina il periodo della Repubblica e inizia il periodo dell’Impero. Il desiderio più grande di Augusto era riportare la pace e dare un’organizzazione all’Impero.
Esercito
Per prima cosa riorganizzò l’esercito, che non venne più sciolto alla fine delle guerre, ma si trasformò in esercito di soldati professionisti ben retribuiti. A Roma istituì la figura dei soldati pretoriani, che dovevano difendere l’imperatore e la città.
Augusto governò con saggezza, suddivise più equamente le tasse e questo diminuì le tensioni interne. L’Impero poté godere di un lungo periodo di pace ( pax romana), prosperità e benessere, durante il quale fiorirono le attività commerciali.
Roma diventò il modello di un nuovo stile di vita. Acquisirono sempre più importanza i momenti di ritrovo, scambio di idee, vita agiata per i patrizi, che godevano dei benefici delle conquiste. Roma fu abbellita con monumenti ed edifici di pubblica utilità, come le terme e gli acquedotti.
• I poteri dell’imperatore
• L’organizzazione dell’esercito
Ricavo informazioni ed espongo
2
• Il periodo di pace Rispondi oralmente alle domande, poi organizza le risposte in un breve riassunto.
• Chi era Gaio Giulio Cesare Ottaviano?
• Quali titoli e poteri gli attribuì il Senato?
• Come riorganizzò l’esercito?
• Che cos’è la pax romana?
103
Con l’espansione dei territori a Roma convissero per lungo tempo molte religioni. Il Cristianesimo, una religione nata in Palestina, dapprima fu osteggiata, ma dopo alcuni secoli divenne la religione ufficiale dell’Impero.
Palestina
Gli abitanti di molte province mal tolleravano il dominio di Roma. In modo particolare in Palestina, la terra abitata dagli Ebrei, spesso scoppiavano tumulti e rivolte.
Qui, durante il regno di Augusto, nacque Gesù Cristo, che iniziò a predicare l’aiuto reciproco, sostenendo che tutti gli esseri umani erano uguali davanti a Dio. Le sue parole erano in contrasto con i principi del governo di Roma, che fondava infatti il suo potere sulla schiavitù e sulla forza militare.
Messia
Molti Ebrei pensarono che Gesù fosse il Messia inviato da Dio per liberarli. I sacerdoti ebrei temevano che egli minacciasse il loro potere. Divenne ben presto sgradito sia al potere di Roma sia a quello dei sacerdoti ebrei e fu condannato a morte e crocifisso.
A Roma il culto di divinità diverse non costituiva un problema. I problemi nacquero perché i seguaci di Gesù osteggiavano la guerra e la schiavitù, che erano così importanti per Roma. Inoltre i Cristiani si rifiutavano di venerare l’imperatore e ritenevano che tutti gli esseri umani fossero fratelli. Queste idee furono ritenute molto pericolose e i seguaci di Cristo vennero perseguitati. Quando gli imperatori si resero conto che i Cristiani erano un numero considerevole ed era necessario assicurarsi il loro appoggio per governare senza tumulti, furono sospese le persecuzioni. Le cose cambiarono radicalmente quando l’imperatore Costantino, con un editto, concesse ai Cristiani la libertà di culto, e quando Teodosio proclamò il Cristianesimo religione ufficiale a Roma
Punti chiave
1
• Gesù Cristo
• Il Cristianesimo
• Religione ufficiale di Roma
Ricavo informazioni ed espongo 2 3
Rispondi a voce e organizza le tue risposte in una breve sintesi.
• Dove nacque il Cristianesimo?
• Che cosa predicava Gesù Cristo?
• Perché fu condannato a morte?
• Perché il Cristianesimo fu osteggiato a Roma?
• Che cosa fecero Costantino e Teodosio?
Dinastie
Con il tempo il potere degli imperatori crebbe sempre di più, diminuì l’importanza del Senato e andò perduto lo spirito democratico della Repubblica.
Dopo la morte di Augusto si succedettero alcune dinastie di imperatori, cioè di monarchi appartenenti alla stessa famiglia. L’imperatore non era più eletto dal Senato, ma il potere era trasmesso per via ereditaria. Chi riceveva la carica in eredità non sempre, però, si dimostrava capace di governare.
Principio dell’adozione
Quando le cose divennero quasi insostenibili, il Senato nominò imperatore un uomo saggio: Nerva. Egli introdusse il principio dell’adozione: l’imperatore in vita doveva indicare il suo successore. Questi era scelto in base alle sue doti morali e politiche, veniva adottato e dunque aveva diritto alla successione.
Potere dei generali
Con l’imperatore Traiano l’Impero raggiunse la sua massima espansione, ma ormai era troppo vasto e difficile da governare. Ovunque aumentavano lotte, sommosse e complotti. I capi militari cercavano di imporre gli imperatori che preferivano con l’appoggio dei soldati, che erano loro fedeli perché potevano saccheggiare le terre conquistate.
Punti chiave
1
• Le dinastie
• L’imperatore Nerva
• L’imperatore Traiano
Ricavo informazioni
2
Rispondi alle domande per organizzare le tue conoscenze.
• Che cos’è una dinastia?
• Che cos’è il principio di adozione?
• Come venivano scelti gli imperatori?
Espongo
Esponi ciò che sai completando la sintesi.
• Dopo la morte di Augusto gli imperatori non furono più...
• L’imperatore Nerva introdusse...
• Dopo l’imperatore Traiano i capi militari...
Roma, durante l’Impero, era una città “moderna” ma caotica. Vi giungevano merci e persone da tutte le parti dell’Impero.
Roma era cresciuta nei secoli e durante l’epoca degli imperatori nella città si costruirono nuovi grandiosi edifici.
A chi giungeva da fuori la città appariva splendida, ma caotica e sovraffollata. Infatti raggiungeva il milione di abitanti Nelle zone più densamente popolate si propagavano facilmente gli incendi e spesso le inondazioni del Tevere allagavano i quartieri cresciuti presso la riva.
Le attività iniziavano all’alba per sfruttare al massimo la luce naturale. In genere la giornata lavorativa terminava verso mezzogiorno, per permettere a ricchi e poveri di recarsi alle terme, all’anfiteatro, al foro...
A Roma si svolgevano molti commerci e attività artigianali e non mancavano botteghe e taverne. I ricchi non lavoravano, ma realizzavano grandi guadagni grazie alle loro proprietà terriere lavorate dagli schiavi.
La circolazione per le vie, benché avvenisse perlopiù a piedi, era difficile. Il numero dei carretti trainati a mano per il trasporto delle merci era elevatissimo.
Vi erano poi le lettighe e le portantine dei ricchi, trasportate da schiavi. Il traffico e il rumore non cessavano neppure di notte. Durante il giorno era vietata la circolazione di carri trainati da animali, che circolavano solo con il buio.
A Roma il foro era il luogo di incontro: l’equivalente dell’agorà nelle poleis greche.
Il foro era la piazza pubblica: il centro commerciale, religioso e politico della città Ogni mattina gran parte dei patrizi aveva solo un pensiero: andare al foro per vedere persone e per farsi vedere. Qui si discuteva di politica e si scambiavano opinioni. Si ascoltavano i comizi dei senatori e dei magistrati. Si assisteva alle grandiosi celebrazioni delle vittorie.
Accesso al foro Luoghi della politica
Si accedeva al foro attraverso la Via Sacra che passava sotto l’arco di trionfo, chiamato così perché sotto di esso transitavano anche l’esercito e i generali di ritorno da una guerra vittoriosa.
La basilica era il luogo dove si tenevano le riunioni pubbliche e si amministrava la giustizia. Il Senato si riuniva invece nella curia
Gli oratori parlavano al popolo da una tribuna chiamata suggestum, che era ornata con i rostri delle navi nemiche.
Nel tempio di Saturno era conservato il tesoro dello Stato.
Luogo di commercio
Un punto importante del foro era la mensa ponderaria. Si trattava di un bancone di marmo sul quale erano scavati i campioni delle misure per controllare quelle usate da commercianti.
2 3 Utilizzando le immagini e le parole chiave, racconta una passeggiata al foro.
Ancora oggi è possibile percorrere la via Salaria, la via Aurelia, la via Emilia..., strade che seguono il tracciato costruito dai Romani. Le strade, per Roma, erano fondamentali per raggiungere i punti più lontani dell’Impero.
Tutte le strade arrivavano a Roma perché tutte partivano da Roma. Precisamente dal Milio Aureo, una colonna di marmo rivestita di bronzo situata nel foro. Su di essa erano incise le distanze delle principali città da Roma. I Romani impararono dagli Etruschi la tecnologia per la costruzione delle strade e la migliorarono.
Costruirono una fitta rete stradale, non solo per raggiungere e controllare le province più lontane dalle quali provenivano i prodotti agricoli, le materie prime e i diversi manufatti, ma anche per far marciare rapidamente le legioni. Lungo le strade, a intervalli di un miglio (1 480 metri), era posta una pietra miliare, che riportava la distanza dal foro.
La parola “strada” deriva proprio dal modo romano di costruire le vie: a strati. Per costruire una strada si effettuava uno scavo profondo.
Nella parte inferiore venivano poste grosse pietre per far scorrere l’acqua in profondità e dare stabilità alla strada. Si riempiva lo scavo con ghiaia e piccole pietre e poi con sabbia per far filtrare l’acqua ed evitare gli allagamenti. Si pavimentava la strada con lastre di pietra disposte a dorso di mulo per far scorrere l’acqua verso l’esterno. La superficie era così leggermente ricurva e l’acqua non ristagnava al centro del tracciato.
Dagli Etruschi i Romani
impararono a essere abilissimi ingegneri e architetti e a utilizzare l’arco a volta
Durante gli anni dell’Impero i Romani realizzarono imponenti opere che oggi chiamiamo pubbliche perché erano a beneficio di tutti.
Quando la popolazione crebbe, a Roma aumentò il bisogno di acqua. Individuata una sorgente, occorreva far giungere l’acqua in città: per questo sorse la necessità di costruire acquedotti.
Il tracciato della “strada per l’acqua” si sviluppava in altezza per dare sempre una giusta pendenza e far scorrere l’acqua. Se il percorso presentava difficoltà come dislivelli o un fondovalle da superare, si procedeva alla costruzione di ponti sorretti da archi. Nella parte superiore di questi ponti si creava un canale nel quale l’acqua continuava a scorrere. Il canale veniva coperto per mantenere pulita l’acqua ed evitare furti del prezioso liquido.
Nelle vicinanze della città o in luoghi stabiliti all’interno di essa si costruivano grandi cisterne dalle quali partivano tubature in rame o terracotta che distribuivano acqua alle fontane, alle terme e persino all’interno delle case.
La tecnica della costruzione di ponti ad arco fu utilizzata anche per facilitare l’attraversamento dei fiumi e nella costruzione delle strade.
Punti chiave
• Le strade
1
Acquedotti 2 3
• I ponti e gli acquedotti
Ricavo informazioni ed espongo
Utilizzando l’immagine e le parole chiave, spiega come si costruivano le strade, i ponti, gli acquedotti e la loro funzione.
Bagni pubblici
Le terme erano i bagni pubblici dove ogni giorno i Romani si dedicavano alla cura del corpo e della mente.
I cittadini andavano alle terme nel pomeriggio dopo aver dedicato il mattino agli impegni di lavoro.
Erano aperte a tutti: uomini, donne e anche schiavi. L’ingresso costava poco.
All’ingresso delle terme vi erano gli spogliatoi, grandi sale dove ciascuno aveva a disposizione una nicchia dove riporre i vestiti.
Ambienti Luoghi di ritrovo
Chi andava alle terme si intratteneva in camere più o meno calde.
Il calidarium era l’ambiente più caldo. Era una specie di sauna dove si sudava, si faceva il bagno in acqua molto calda.
Usciti dal calidarium si passava nel tepidarium dove si sostava in un ambiente tiepido. Si evitavano così sbalzi di temperatura troppo forti. Infine, si entrava nel frigidarium, l’ambiente più freddo.
L’unctorium era una sala dove si trovavano tavole di marmo per i massaggi effettuati con oli ed unguenti profumati.
Nei sotterranei delle terme vi erano le grandi fornaci che scaldavano l’acqua e l’aria. L’aria calda, attraverso condutture, riscaldava i pavimenti dei locali per i bagni. Vi erano anche corridoi sotterranei che servivano per rifornire di legna le fornaci e gli spogliatoi di biancheria pulita.
In un apposito ambiente lussuoso gli ospiti delle terme chiacchieravano, ricevevano informazioni, concludevano affari.
Non mancavano il gymnasium, cioè la palestra, una biblioteca, le botteghe e le taverne per consumare i pasti.
Terme di Diocleziano, Roma.
I Romani dedicavano molto tempo al divertimento e nelle città c’erano edifici pubblici con la funzione di divertire la popolazione.
A Roma le feste erano numerose, vi erano quelle religiose e quelle che festeggiavano le ricorrenze pubbliche. Nei circhi i Romani assistevano alle corse, negli anfiteatri alle lotte tra gladiatori.
Il circo era il luogo dove si svolgevano le corse con le bighe (cocchi trainati da due cavalli) e le quadrighe (a quattro cavalli). Erano guidati da un auriga che doveva compiere sette giri del circo.
Nel circo si combattevano anche battaglie navali: l’arena veniva allagata con l’acqua del Tevere e si simulavano combattimenti con le navi. A Roma il Circo Massimo poteva ospitare 250 000 spettatori.
Mosaico ritrovato a Kourion, Cipro.
Anfiteatro
Nell’anfiteatro gli spettacoli più graditi erano i combattimenti tra gladiatori e bestie feroci. Il nome “gladiatore” deriva da gladio, una corta spada utilizzata anche dai soldati.
I gladiatori potevano essere sia schiavi sia uomini liberi che avevano commesso dei reati e venivano addestrati in apposite scuole. Anche negli anfiteatri si svolgevano battaglie navali. In questi casi l’arena veniva allagata.
Il più famoso anfiteatro romano è il Colosseo. In origine il suo nome era “anfiteatro Flavio”, dal nome della famiglia di imperatori che l’aveva fatto costruire. I Romani cominciarono a chiamarlo Colosseo dopo che l’imperatore Nerone fece collocare una sua colossale statua accanto all’ingresso.
Punto chiave
• Il circo e l’anfiteatro
Ricavo informazioni ed espongo
2 3 Utilizzando le parole chiave, descrivi una corsa nel circo e un combattimento nell’anfiteatro.
Debolezza degli imperatori
Esercito Tasse
La fine del grande Impero non avvenne perché i Romani furono sconfitti in una guerra, ma fu un lento declino dovuto a cause complesse.
La forza dell’Impero romano fu minata dalla vastità del territorio, troppo difficile da amministrare, dalla mancanza di difese ai confini e dalla debolezza degli imperatori Nel tempo il potere degli imperatori diminuì e diventò sempre più difficile tenere sotto controllo territori tanto vasti e così lontani da Roma, centro del governo.
Le legioni non erano più formate da cittadini di Roma che combattevano per la grandezza e la difesa della loro città. I soldati erano mercenari sia romani sia barbari, cioè arruolati solo per fare il mestiere della guerra.
Le guerre di conquista erano terminate e a Roma arrivavano sempre meno beni sottratti alle popolazioni sconfitte. Occorreva però mantenere l’esercito che pattugliava i vasti confini, bisognava mantenere anche i funzionari che amministravano lo Stato e la vita sfarzosa degli imperatori. Per queste ragioni furono aumentate le tasse, creando malcontento.
Carestie
Popolazioni ai confini dell’Impero
I soldati, nei loro passaggi, devastavano i campi e rubavano i raccolti. I contadini, per paura, abbandonavano le terre. Si verificarono grandi carestie, perché sempre meno persone si occupavano dell’agricoltura.
Lungo i confini dell’Impero altre popolazioni, forti e combattive, premevano per impossessarsi delle terre dei Romani.
Questa situazione avvantaggiò le popolazioni dei Barbari (popolazioni migrate dal Nord Europa), che varcarono i confini e misero fine all’Impero.
Punto chiave
1
• Le cause della crisi dell’Impero
Ricavo informazioni Espongo
2
Sottolinea per ogni paragrafo l’idea principale.
3 Collega le differenti idee principali per spiegare le cause della crisi dell’Impero.
Due imperatori Tetrarchia Ancora un solo imperatore
Per governare un territorio così vasto gli imperatori Diocleziano e Costantino modificarono l’organizzazione. L’Impero romano d’Occidente terminò con la deposizione di Romolo Augustolo.
Dopo un lungo periodo di guerre ai confini, salì al trono l’imperatore Diocleziano Egli divise l’Impero in due parti: una occidentale e l’altra orientale. Diocleziano trattenne per sé la parte orientale, che era la più ricca, affidando a Massimiano la parte occidentale.
Ciascun imperatore era aiutato da una persona di sua fiducia, che avrebbe ereditato il titolo di imperatore alla morte di Diocleziano e Massimiano. Questa forma di governo viene chiamata tetrarchia, cioè “governo di quattro persone”.
Quando salì al trono, Costantino riunì di nuovo nelle sue mani l’Impero e si proclamò unico imperatore. Spostò la nuova capitale a Bisanzio e le diede il nome di Costantinopoli, la città di Costantino.
Teodosio divise definitivamente il suo territorio in due Imperi: l’Impero romano d’Occidente con capitale Ravenna e l’Impero romano d’Oriente con capitale Costantinopoli. Quando il re barbaro Odoacre, re degli Eruli, giunse a Roma, depose l’imperatore Romolo Augustolo. Ironia della sorte l’ultimo imperatore aveva il nome del primo re e del primo imperatore!
Questa disfatta riguardò solo l’Impero romano d’Occidente perché quello d’Oriente non fu minacciato dalle invasioni.
La sua storia continuò per circa un millennio. Cadde nel 1453 d.C. a opera dei Turchi.
Punti chiave 1
• La divisione dell’Impero
• La tetrarchia
• I due Imperi
• La caduta dell’Impero romano d’Occidente
Espongo
Collega ciò che hai sottolineato per esporre le tue conoscenze. 3
Ricavo informazioni
2
Sottolinea nel testo la risposta a ogni domanda.
• Che cosa fece l’imperatore Diocleziano?
• Che cos’era la tetrarchia?
• Che cosa fece l’imperatore Costantino?
• Che cosa fece l’imperatore Teodosio?
• Chi era e che cosa fece Odoacre?
I Romani, come i Greci, chiamavano
Barbari i popoli che non parlavano la loro lingua. I Romani ritenevano questi popoli inferiori dal punto di vista della cultura, ma i Barbari erano forti guerrieri e l’esercito romano non seppe tenere loro testa.
Lungo i confini dell’Impero, da lungo tempo si erano trasferite popolazioni nomadi che erano migrate dal nord Europa: i Germani.
I Germani erano divisi in differenti tribù: Galli, Visigoti, Vandali, Unni...
I Germani erano seminomadi. Quando si stanziavano in un territorio, costruivano un villaggio di capanne e legno. Praticavano soprattutto la caccia, ma coltivavano anche piccoli appezzamenti di terreno.
Spesso si dedicavano al saccheggio di villaggi vicini. Non conoscevano la scrittura e praticavano il baratto. Gli uomini indossavano pantaloni e tuniche o casacche in pelle.
I guerrieri e i nobili erano uomini liberi ed eleggevano il re I contadini erano semiliberi. Non avevano armi e non potevano partecipare alle razzie. I servi erano i prigionieri di guerra o persone catturate durante le razzie.
I capi non amministravano la giustizia. I torti si riparavano con la faida, cioè il diritto di vendicarsi anche uccidendo chi aveva fatto un torto.
Il guidrigildo era il risarcimento in denaro versato all’offeso o alla sua famiglia. L’ordalia era una prova a cui veniva sottoposto il sospettato: camminare sulle braci e tenere in mano una barra rovente. Chi non superava la prova era colpevole. Frequenti erano anche i duelli
I popoli germanici adoravano Wotan, chiamato anche Odino, dio della guerra, e altre divinità legate alla natura e alla guerra.
I popoli germanici spesso avevano oltrepassato i confini dell’Impero.
I Barbari per Roma non rappresentavano soltanto un pericolo. Nell’esercito romano erano arruolati soldati di origine germanica. Molte tribù si erano alleate con i Romani, ma altre, particolarmente bellicose, avevano invaso l’Impero.
I Regni romano-barbarici.Invasioni
Quando gli Unni, una popolazione proveniente dalla Mongolia, occuparono le terre dei Germani, questi cercarono riparo nelle terre dell’Impero. L’esercito romano, sempre più debole, non riusciva a contrastare le continue irruzioni di popoli. Le varie tribù pian piano proseguirono sempre più a sud finché Alarico, re dei Visigoti, giunse a Roma e la saccheggiò. Poi arrivarono gli Unni guidati dal terribile Attila, che fu fermato dal papa nella Pianura Padana. Anche i Vandali giunsero a Roma e effettuarono il più terribile saccheggio che la città avesse mai subito. Ancora adesso per indicare una persona che distrugge tutto si dice che è un vandalo!
Regni romano-barbarici
Dopo la caduta dell’ultimo imperatore, l’Impero romano d’Occidente fu diviso in tanti Regni che furono detti romano-barbarici. La popolazione era in prevalenza formata dalle tribù locali e germaniche, ma i re, sapientemente, mantennero la cultura, le leggi e parte dell’organizzazione romana.
Gli Unni fermati nella valle del Po.
Avete terminato il percorso. Provate a ripetere autonomamente quanto avete imparato a riguardo dei Germani.
Mindfulness
Alla fine del tuo percorso nella Scuola Primaria hai acquisito maggiore sicurezza nel comunicare in modo efficace ciò che hai imparato, ciò che hai studiato, ciò che pensi...
1 Osserva le immagini e riporta alla mente ciò che sai. Completa ed esponi a
Negli anfiteatri romani si svolgevano
Nei circhi si tenevano .
Terme di Caracalla.
In questa statua sono rappresentati i quattro tetrarchi. Ricordano un particolare momento dell’Impero romano. Quale? Che cosa segnò la fine dell’Impero Romano?
La Colonna Traiana ricorda le imprese dell’imperatore Traiano. Sotto il suo dominio, l’Impero romano raggiunse la massima espansione.
L’Impero romano iniziò dopo la morte di . Il primo imperatore fu .
L’ultimo imperatore dell’Impero romano d’Occidente fu
Osserva di nuovo le immagini e leggi i punti chiave che ricordano.
• Circo e anfiteatro erano grandi edifici dedicati al divertimento. Venivano costruiti in tutte le città romane.
• Nelle terme c’erano spazi dedicati alla cura del corpo, ma anche biblioteche, botteghe e taverne.
• Gli imperatori romani.
• L’Impero si indebolì e si divise. L’Impero romano d’Occidente terminò per opera del popolo degli Eruli.
Sono riuscito/a a stare tranquillo/a… molto abbastanza poco
Quali sono i fatti principali della storia di Roma durante l’Impero?
• Gaio Giulio Cesare Ottaviano viene nominato imperatore e Augusto dal Senato. Riunisce nelle sue mani tutte le cariche importanti.
• Il territorio dell’Impero raggiunge la massima espansione con l’imperatore Traiano.
• L’Impero romano si indebolisce.
• Diocleziano crea la tetrarchia.
• Costantino trasferisce la capitale a Bisanzio.
• Teodosio divide l’impero: Impero romano d’Occidente, Impero romano d’Oriente.
• Le popolazioni germaniche premono e oltrepassano i confini dell’Impero d’Occidente.
• Odoacre, re degli Eruli, depone l’ultimo imperatore dell’Impero d’Occidente, Romolo Augustolo.
• Finisce l’Impero romano d’Occidente e si formano i regni romano-barbarici.
Come era organizzato il governo durante il periodo dell’Impero?
Durante il periodo dell’impero il potere era nelle mani dell’imperatore, che trasmetteva il potere per via ereditaria.
Quali grandi edifici furono costruiti?
I Romani realizzarono imponenti opere: terme, anfiteatri e circhi, edifici ai quali avevano accesso tutti i Romani, e una fitta rete di strade.
Quali religione si affermò?
Si diffuse il Cristianesimo, osteggiato perché predicava l’uguaglianza tra gli esseri umani e la pace.
• Completa la mappa per ricordare e organizzare le conoscenze.
termina la 1 e nasce l’
Ottaviano diventa imperatore
l’Impero è il periodo della storia di Roma
FATTI con 2 : massima espansione dell’Impero
crisi dell’Impero
divisione dell’Impero
Odoacre depone 4
Impero romano 3 , Impero romano 3
fine dell’Impero romano d’Occidente
GRANDI OPERE
terme 5 circhi strade
1 Il periodo che precede l’Impero.
2 L’imperatore sotto cui l’Impero raggiunge la massima espansione.
3 I nomi delle due parti in cui Teodosio divise l’Impero romano.
4 Il nome dell’ultimo imperatore d’Occidente.
5 Il nome degli edifici come il Colosseo.
Qual era la missione di questo testo? Darti informazioni su antiche civiltà. Un’altra missione importante era aiutarti ad acquisire un METODO DI STUDIO. Sarà una competenza che ti servirà in differenti situazioni.
Le diverse tappe ti saranno utili anche alla Scuola Secondaria. Ricordale!
Metacognizione
Riporta sempre alla mente ciò che già sai sull’argomento che dovrai studiare.
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Mappa
Vedo e
imparo Intelligenza visiva 1
Punti chiave
Leggi con attenzione il titolo della pagina e i titoli dei paragrafi. Questa lettura selettiva ti consentirà di focalizzare i punti chiave e avere un’idea generale dell’argomento trattato.
Ricavo informazioni
Dopo un’attenta lettura devi ricavare dal testo le informazioni principali. Sottolineale o evidenziale. Se non avrai le domande guida, leggi due volte il paragrafo e poi sottolinea o evidenzia solo l’informazione principale.
Espongo
Impara a esporre in autonomia ciò che hai imparato utilizzando tutte le tue intelligenze.
Nel testo hai imparato a utilizzare le mappe mentali e le mappe concettuali. Ora potrai realizzarle autonomamente per ricordare i punti principali di quanto studierai.
Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio
Coordinamento redazionale: Chiara Tricella
Redazione: Maria Chiara Basile, Chiara Tricella
Responsabile di produzione: Francesco Capitano
Progetto grafico e impaginazione: Ilaria Raboni
Copertina: Ilaria Raboni
Illustrazioni: Mauro Sacco ed Elisa Vallarino
Cartografia: Studio Balbo-Gozzelino
Ricerca iconografica: Chiara Tricella
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Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division
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Si tratta di un progetto complesso e in continuo divenire, per questo ringraziamo anticipatamente il corpo docente e coloro che vorranno contribuire con i loro suggerimenti al fine di rendere i nostri testi liberi da pregiudizi e sempre più adeguati alla realtà.
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• Quaderno operativo e Atlante attivo Storia 5
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ISBN per l’adozione: 978-88-468-4338-8
Ambito scientifico
• Sussidiario Scienze e Tecnologia 5
• Quaderno operativo e Atlante attivo Scienze e Tecnologia 5
• Sussidiario Matematica 5
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#altuofianco Alla classe il FLIP POSTER di Storia Geografia Scienze e Tecnologia anche interattivo
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