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LE GUERRE PUNICHE

Per dominare i commerci sul Mediterraneo, Roma entrò in guerra con Cartagine, la più importante colonia fenicia.

Ci vollero tre guerre per sottomettere Cartagine. Il principale condottiero cartaginese fu Annibale. I generali romani furono Scipione “l’Africano” e Scipione Emiliano.

Controllo del commercio

Cartagine

Con la conquista della penisola italica, Roma divenne una potenza. Mancava il controllo del commercio in tutto il Mediterraneo: questo fu il nuovo obiettivo del Senato e dei patrizi.

Il desiderio di conquistare delle coste africane rese inevitabile lo scontro con i Puni, nome che i Romani davano ai Cartaginesi. Cartagine, colonia fenicia, nel corso dei secoli aveva occupato, oltre che un lungo tratto della costa occidentale del nord Africa anche territori in Spagna, Corsica, Sardegna e Sicilia. I commerci marittimi l’avevano resa una città ricca e potente.

Lo scontro con Roma durò più di cento anni, il tempo di tre guerre

Prima guerra punica

La guerra contro Cartagine doveva essere combattuta sul mare e perciò i Romani avevano costruito una potente flotta

Il primo scontro avvenne con la battaglia delle Isole Egadi, che vide le navi romane vittoriose. Sicilia, Sardegna e Corsica passarono sotto il controllo di Roma.

Seconda guerra punica

I Cartaginesi, sconfitti, decisero di cambiare tattica e di combattere via terra sorprendendo Roma.

Guidati da Annibale, attraversarono le Alpi con l’esercito e gli elefanti.

Sconfissero più volte l’esercito romano, fino ad arrivare in Puglia, dove a Canne annientarono le legioni. Non ebbero il coraggio di attaccare direttamente la città e proseguirono verso sud fermandosi a Capua per riposare.

I Romani agirono di astuzia. Sbarcarono in Africa comandati da Publio Cornelio Scipione.

I Cartaginesi richiamarono subito Annibale.

I due condottieri si scontrarono a Zama, sulle coste africane. Vinse Scipione, che ricevette il soprannome di Africano

Le condizioni di pace furono durissime per i Cartaginesi: dovettero consegnare la loro flotta e rinunciare ai possedimenti in Spagna e in Africa. La condizione più dura fu l’impegno a non fare alcuna guerra senza il consenso di Roma.

Patto tradito Terza guerra punica Dominio nel Mediterraneo

Cartagine, per lungo tempo regina del Mediterraneo, non poteva rinunciare ai suoi traffici marittimi e li riprese con grande successo.

Roma vedeva con timore questa rinascita dell’avversaria. Quando i Puni non rispettarono il patto e dichiararono guerra a un popolo vicino, i Romani decisero che era giunto il momento di intervenire.

In Senato fu pronunciata la famosa frase “Cartagine deve essere distrutta”.

L’esercito romano tornò in Africa con una spedizione guidata da Scipione Emiliano, figlio adottivo di Scipione l’Africano. Cartagine fu messa sotto assedio e rasa al suolo. Al termine delle guerre Roma uscì vittoriosa e poté chiamare il Mediterraneo “Mare Nostrum” cioè “Mare Nostro”.

Per conquistare il dominio di tutte le terre che si affacciavano sul Mar Mediterraneo, Roma si scontrò poi con i Greci e i popoli dell’Asia Minore e con gli Iberici, che abitavano l’attuale Spagna.

Punti chiave

1

• Le tre guerre puniche

• Il completo dominio del Mar Mediterraneo

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