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I bambini e le bambine a Roma

Alla nascita del bambino, il pater familias esponeva una ghirlanda di fiori e affidava il neonato alla protezione della dea Cunina (da cuna, che vuol dire culla), che doveva cullarlo e calmarlo.

I “crepundia” erano sonaglietti che producevano rumore e rallegravano i neonati.

Al collo dei bambini veniva messa la bulla, un portafortuna: in oro per i figli dei patrizi, in tessuto o cuoio per i plebei. La bulla era indossata dai maschi fino ai 17 anni, quando la toglievano per indossare la toga, il vestito dei “grandi”. Le femmine la toglievano nel giorno del matrimonio.

1

• La famiglia

• I bambini e le bambine

• La scuola

Ricavo informazioni

2 Sottolinea nel testo le informazioni principali riguardanti:

• il pater familias;

I figli dei plebei imparavano a svolgere il lavoro del padre e raramente a leggere, scrivere e contare.

I figli dei patrizi ricevano prima un’istruzione dal padre, poi dai pedagoghi, cioè maestri privati, che generalmente erano schiavi greci.

Quando furono istituite le scuole pubbliche furono comunque a pagamento. Vi erano tre ordini di scuola: la primaria con il maestro, la secondaria con il grammatico, la superiore con il rètore.

I “quaderni” dei bambini erano tavolette di legno spalmate di cera. La matita era lo stilo, una cannuccia di ferro appuntita. Nelle scuole superiori gli studenti scrivevano su fogli di papiro intingendo lo stilo nel calamaio che conteneva l’inchiostro. Per fare i calcoli usavano anche l’abaco.

• la mater familias;

• il matrimonio;

• i bambini e le bambine;

• la scuola.

Espongo

3 Immagina di essere una bambina o un bambino nell’antica Roma. Parla di te e della tua famiglia.

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