SE EFFICIENZA FA RIMA CON DECENTRALIZZAZIONE Tanto più costa l’energia da combustibili fossili, tanto più conviene investire in rinnovabili. Ma per garantire la sicurezza della fornitura occorre distribuire la produzione. Parola di Davide Villa, chief customer officer di E.On di Riccardo Venturi
L’IMPORTANZA DI UNA DIFFUSIONE DECENTRALIZZATA DELLE RINNOVABILI, CON TANTI PICCOLI IMPIANTI RESIDENZIALI E INDUSTRIALI CHE PERMETTONO DI OTTIMIZZARE LA RETE ELETTRICA; E L’INTERESSE SEMPRE PIÙ ATTIVO DEI CONSUMATORI PER I TEMI DELLA SOSTENIBILITÀ, CHE LI SPINGE A SCEGLIERE SOLO AZIENDE CHE DIMOSTRANO DI PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI. In questa intervista Davide Villa, chief customer officer e board member di E.On, racconta la strategia di un gruppo che «non vende energia, ma efficienza energetica».
Quanto è importante per il vostro successo sul mercato il tema della transizione energetica? Fondamentale. Transizione energetica significa passare alle rinnovabili e decentralizzare la produzione. E.On è uscita dalla produzione di energia da fonti fossili nel 2015, concentrandosi quindi già da tempo sulle rinnovabili. Inoltre è un’azienda avanti nello studio e nella strategia sulla decentralizzazione, che significa non puntare su grandi impianti offshore o solari in zone limitate ma spingere tutti i consumatori, dai residenziali ai B2B agli industrial, ad avere ognuno la sua piccola produzione. Quali sono i vantaggi della decentralizzazione? Si ottimizza enormemente la rete, sia come perdite che come investimento, e così si evita la congestione energetica. I nostri sono quindi prodotti di efficienza energetica. A livello europeo siamo un grande player di rete, e spingere sulla decentralizzazione oltre che sulle rinnovabili è un modo di ottimizzare gli investimenti sulla rete, cosa importantissima. Con la nuova ondata di mobilità elettrica questi temi saranno ancora più rilevanti, perché
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spostandosi all’elettrico da gasolio e benzina la rete elettrica andrà potenziata enormemente. La California è a rischio di blackout per le prossime tre estati anche per il boom dei veicoli elettrici, oltre che per il clima estremo e la mancata parallela crescita della rete. E poi CON LA NUOVA REGOLAMENTAZIONE EUROPEA IN MATERIA DI MOBILITÀ LA RETE ANDRÀ POTENZIATA ENORMEMENTE
c’è un ultimo punto, che ci interessa in modo particolare. Quale? La security of supply, cioè la sicurezza di avere le forniture di energia. La transizione energetica è necessaria per assicurare energia per tutti, quindi dobbiamo accelerare ulteriormente con le rinnovabili. Fortunatamente andiamo di pari passo con le istituzioni Ue e italiane. Il piano RePowerEu in particolare sta aumentando ulteriormente l’ambizione di produzione delle rinnovabili. Andiamo tutti nella stessa direzio-
ne, ma allo stesso tempo siamo molto indietro: l’Ue nel 2021 ha installato 11 GW di nuova capacità eolica. Se si pensa tra il 2022 e il 2026 la previsione è in media di 18 GW annui, che non sarebbero ancora sufficienti all’UE per raggiungere il 40% di energia rinnovabile al 2030, si capisce che gli obiettivi sono lontani. Noi di E.On non ci occupiamo più di produzione di massa, quindi di grandi impianti eolici o solari, ma stiamo dando un contributo importante sulla parte decentralizzata. È possibile tenere insieme transizione energetica e convenienza economica, specie in una fase complicata come questa? Sì, perché tanto più costa l’energia da combustibili fossili tanto più conviene investire in rinnovabili. Il payback di un impianto fotovoltaico residenziale si è dimezzato, se prima era di 7-8 anni oggi in certi casi si scende anche a 4. Con 4 anni di payback e 20 anni di durata dell’impianto, il ritorno può arrivare a 4 volte l’investimento. Insomma in questo momento i cittadini hanno una grande convenienza a in-