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SCENARIO
QUEGLI ATENEI IN MISSIONE SPECIALE
Il nuovo ruolo dell'università, al di là della didattica, è quello di catena di trasmissione della ricerca e di motore dell'innovazione. Un impegno sociale di cui parliamo con il presidente di Anvur, Antonio Uricchio
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«QUELLA DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA È LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE PIÙ VALUTATA DEL SISTEMA. Si viene valutati sempre, sia come istituzioni, sia attraverso i prodotti dell’attività scientifica, in avvio come in itinere ed ex post. E questa valorizzazione del metodo della valutazione ha evidentemente prodotto degli esiti importanti in termini di efficienza»: Antonio Uricchio, economista e docente di diritto tributario e finanziario, già rettore dell’Università statale Aldo Moro di Bari per sei anni di grande crescita dell’Ateneo, è dal 2020 presidente dell’Anvur, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca: e sa quel che dice, sia per essere stato rettore sia per essere oggi al vertice dell’organismo che valuta la qualità didattica delle università: «In base alla mia esperienza, che nasce anche dal confronto tra la nostra realtà con quella di altre pubbliche amministrazioni che sono state più restie o comunque estranee alla valutazione, tale modello oggi per noi è acquisito e consente di migliorare costantemente la qualità. Questa è la funzione sostanziale che deve avere la valutazione, valutare per dare valore».
Presidente Uricchio, insomma gli esami non devono finire mai?
Così come non deve finire mai la ricerca dell’efficienza e della qualità.
Non ci dica però che il fenomeno delle baronie sia cessato!
La perfezione non esiste, è inevitabile che qualche opacità possa ancora verificarsi, ma se c’è un modello di responsabilità diffusa in un sistema, i risultati si vedono soprattutto quando sono valutate le politiche di reclutamento e le risorse sono distribuite secondo
di Sergio Luciano
ANTONIO URICCHIO
gli esiti della valutazione. A ciò va aggiunto che le università italiane, nell’ultimo decennio, hanno profondamente mutato il loro approccio rispetto alla società civile e al mondo esterno, applicando la filosofia della terza missione e percependo la loro forte responsabilità di carattere sociale. Questo ha determinato un’accentuazione della trasmissione dalla ricerca al mondo esterno, e anche della fruizione delle capacità degli atenei in termini di promozione del bene comune. Le Università mostrano oggi una crescente sensibilità e un impegno sociale forte in tutte le loro attività.
Ci spiega meglio il senso della “terza missione”?
“Terza missione” è stata storicamente tutto ciò che non era ricerca e didattica. Poi si è evoluta. Oggi definisce come l’insieme delle attività e delle relazioni tra l’università e il mondo esterno e riguarda tutte le discipli-
NEL TERZO MILLENNIO L'UNIVERSITÀ È SEMPRE PIÙ PROIETTATA VERSO L'ESTERNO
ne, come ad esempio quelle di trasferimento tecnologico e di public engagement. Ora è sempre più impegno sociale delle università, sia nella valorizzazione dei risultati della ricerca sia nella proiezione esterna della didattica, e sono certo che assumerà sempre maggiore rilevanza, coniugandosi in modo inscindibile con ricerca e didattica. Nel Terzo Millennio, l‘Università avverte pienamente la responsabilità sociale, è sempre più proiettata all’esterno, dialoga con gli stakeholder del territorio, progetta insieme ed offre prodotti e servizi, mette a disposizione le energie che è in grado di raccogliere sia da parte degli studenti che dei docenti per promuovere una crescita ispirata da valori fondamentali, come l’inclusione e la sostenibilità.