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UNIPOLSAI
LA POLIZZA È IL CENTRO, MA ATTORNO C'È DI PIÙ
Dalle black box al telepedaggio (che dal 2023 funzionerà anche in altri Paesi), passando per il noleggio a lungo termine, la micromobilità elettrica e le flotte aziendali: ecco l'evoluzione dei servizi di Unipolsai
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di Sergio Luciano
PARTIRE DALLA VENDITA DI UN SERVIZIO ESSENZIALE E DIVERSIFICARE L’OFFERTA AGGIUNGENDO SERVIZI COLLATERALI CAPACI DI RAFFORZARE LA RELAZIONE COL CLIENTE: DICIAMO LA VERITÀ, QUESTO È IL SOGNO DI QUALSIASI MARKETING-MANAGER. Un sogno realizzato – al momento, unico esempio nazionale e tra i pochissimi in Europa – dal gruppo Unipolsai. Che, partendo dalla netta leadership che detiene in Italia nella RcAuto, oggi vende con profitto anche servizi di mobilità avanzata come noleggio a lungo termine, auto usate e garantite, telepedaggio e… «servizi di micromobilità elettrica, servizi di ricarica, flotte aziendali e tutto quello che serve per far evolvere il nostro modo di vivere la mobilità», spiega Giacomo Lovati, che nel gruppo è il responsabile di tutta l’area beyond insurance, appunto quel che c’è "oltre" la polizza: «e naturalmente – aggiunge – vendiamo con le polizze anche le nostre blackbox, il device per anni offerto solo da noi sul mercato, di cui ormai gestiamo ben 4 milioni di pezzi e che garantiscono sicurezza e prezzi migliori ai clienti». Insomma: altro che gadget, questi sono servizi a valore aggiunto per chi li compra e per chi li vende, sono un business consistente, e non un fronzolo con cui impreziosire la tradizionale e semplice vendita di polizze. Un po’ come se la Barilla oltre alla pasta riuscisse a vendere anche le pentole per cuocerla, i fornelli su cui metterle e magari il gas per farli funzionare. Guadagnandoci. Bravi, non c’è che dire.
Dottor Lovati, ma ci spieghi: riuscite a vendere più servizi agli stessi clienti che avevate già come assicuratori puri, o riuscite anche ad aggiungere clienti nuovi a quelli storici?
Grazie della domanda, perché il bello è proprio questo: il 25% dei contratti di Unipol Move, come abbiamo chiamato il nostro telepedaggio, lo abbiamo sottoscritto con clienti non assicurati Unipol! Che ormai sono entrati in famiglia e… chi vivrà vedrà! Il nuovo servizio in sé si vende bene e in più crea traffico in agenzia e aggiunge clientela prospect!
E come va il canale on-line?
Anche lì: grandi soddisfazioni. Sia dalla App che dal sito. Ci sono arrivati dal web il 16% dei contratti, che sono oltre 200 mila. In appena tre
QUELLI OFFERTI DA UNIPOLSAI SONO SERVIZI A VALORE AGGIUNTO CHE RAPPRESENTANO PER IL GRUPPO UN BUSINESS IN CONTINUA CRESCITA
mesi. Pensi che a fine piano puntavamo a 2 milioni di contratti! Siamo partiti veramente bene, e consideri che da luglio estenderemo l’offerta anche ad altre reti come quella di Coop Italia e come alcune banche amiche come Bper.
Ci saranno sinergie a livello di device? Una black box che attiva anche il telepedaggio?
No, il device di Unipol Move è diverso dalla blackbox perché ad oggi in Europa esiste un unico modello autorizzato, e funziona in modalità Rfid (Radio frequency identification, ndr). Però stiamo studiando anche altre modalità, con Unipoltech, ma questo implicherà un percorso autorizzativo europeo. Peraltro, Unipol Move dal 2023 funzionerà anche in vari altri Paesi. Le blackbox invece procedono sulla loro strada, vanno bene, anche se prepariamo novità anche su quel fronte: abbiamo allo studio integrazioni tra la blackbox e gli smartphone… ma non mi faccia parlare di futuro anteriore!
Funziona altrettanto bene anche il noleggio a lungo termine?
Assolutamente sì, sta andando davvero bene. Siamo partiti con la logica di seguire un cambiamento in atto nel costume degli automobilisti, dal comprare l’auto al noleggiarla, che si sta accentuando anche vista la fase economica e tecnologica di transizione come quella che stiamo vivendo, con costi mutevoli ed esigenze volatili. Il noleggio a lungo termine protegge dai rincari perché fissa un canone e preserva da sviste, dimenticanze e imprevisti. Fino a qualche anno fa in Italia nessuno avrebbe scommesso in un canale di vendita del noleggio a lungo termine diverso da quello delle auto aziendali, invece la nostra rete agenziale ha scoperto la sensibilità dei privati per questo servizio.
Qualche cifra?
Non le nascondo che abbiamo numeri… impressionanti. Nel 2021 abbiamo fatto 8300 contratti, quest’anno abbiamo raggiunto questa cifra in soli sei mesi, e questo nonostante un mercato di nuove immatricolazioni che in Italia è sceso del 24% e un immatricolato per noleggi a sua volta diminuito del 9%. Quindi siamo stati più bravi del mercato...
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Un«think-tank» sulla nuova mobilità
Case automobilistiche, decisori istituzionali, automobilisti: "The urban mobility council" chiamerà tutti gli stakeholder ad esprimersi per ridisegnare la seconda motorizzazione di massa, quella sostenibile
di Angelo Curiosi

«FINO A QUALCHE TEMPO FA IL MONDO DELLA MOBILITÀ AVEVA POCHI PROTAGONISTI COINVOLTI NEL DIBATTITO: I PRODUTTORI AUTOMOBILISTICI, LE LORO RETI DI VENDITA, E GLI AUTOMOBILISTI STESSI, PIÙ MENO ORGANIZZATI. Ora c’è stato un big-bang, e la mobilità coinvolge molte più voci nella ridefinizione di assetti, regole e servizi. Per questo abbiamo deciso di creare un think-tank che le includesse tutte»: Stefano Genovese, direttore delle relazioni istituzionali del gruppo Unipolsai, è molto impegnato nel lancio del progetto battezzato “The urban mobility council”. Un secondo passo dopo quello – il primo, nel genere – compiuto 12 anni fa e con successo dal gruppo creando “Welfare Italia”, per discutere del futuro del welfare.
Questa dei think-tank è dunque una filosofia di approccio costruttivo alla realtà socioeconomica e al sistema-Paese?
In entrambi i casi, la finalità è quella di dar voce ai contributi di tutti gli stakeholder delle due filiere, nel presupposto che, vivendo noi tutti dentro uno stesso ecosistema, è importante che i punti di vista di ciascuno vengano considerati. Sono entrambi temi di alta rilevanza sociale, stiamo parlando di cose che hanno interrelazioni molto profonde, settori che generano occupazione, reddito, Pil… Quindi, oltre al soddisfacimento di un bisogno, alla tutela di un diritto, intendiamo anche dare spazio alla grandissima quantità di investimenti - sia di tempo che di capitali, finanziari e umani – che c’è dentro questi settori.
Come funzionerà The urban mobility council?
Avrà un comitato di indirizzo composto da un gruppo di esperti che includerà anche numerosi decisori istituzionali. Il settore lo richiede, perché ha subìto un impatto di trasformazione molto più forte del previsto per la nuova sensibilità ambientale che lo ha investito. Siamo alle soglie di una nuova trasformazione epocale che fa pensare alla prima, alle grande motorizzazione di massa, ma che cambierà profondamente regole e costumi.
Cioè?
Con la prima motorizzazione, le nuove tecnologie industriali hanno consentito la produzione di massa dei veicoli, a costi accessibili anche per la massa delle persone e non solo per pochi ricchi. Potersi comprare un’utilitaria o uno sco-
OGGI LA TRANSIZIONE ECOLOGICA È DIFFICILMENTE COMPATIBILE CON LA CLASSE MEDIA PER VIA DEGLI ALTI COSTI DELL'AUTO ELETTRICA
oter ha rappresentato un’enorme iniezione di libertà individuale. Le persone hanno imparato il gusto di muoversi, turismo e vacanze non sarebbero esplose, senza auto, come sono esplose. Oggi siamo alla seconda motorizzazione di massa che tende all’elettrico e non più al termico ma dal punto di vista dell’impatto sociale ne avrà forse altrettanto. Il driver del cambiamento è il rischio climatico, a soccorrere ci sono i big-data, come utilizzarli ai fini della mobilità sostenibile è tutto da capire. Comunque, mentre negli Anni Sessanta il lusso era comprarsi un’auto nuova oggi il vero lusso è potersela non comprare… E paradossalmente, mentre la pandemia ha in generale risospinto tante persone attorno allo Stato, a cercare soccorso nello Stato, nel settore della mobilità tutto è tornato al privato. E anche le nuove forme di mobilità vincenti sono individuali.
Davvero pensate che l’auto di proprietà sia al tramonto?
Il giorno in cui i servizi di noleggio miglioreranno al punto da permettere davvero di usare l’auto quando si desidera, ci sarà senza dubbio un travaso di utilizzo dall’possesso dell’auto al noleggio. Sarà una conquista di libertà, con formule diverse. Noi come Unipol vogliamo contribuire ad essere dentro questo dialogo perché siamo operatori dell’ecosistema della mobilità e vogliamo capirne le evoluzioni.
Ma cosa può dare un think tank come questo ad un’assicurazione tradizionale com’è Unipolsai?
Il punto è che non siamo più un’assicurazione tradizionale. Unipol ha un’origine marcatamente sociale che non viene dimenticata mai, neanche quando ci regala le analisi più moderne sul flusso dei dati della mobilità, con 4 milioni di scatole nere installate sugli autoveicoli dei propri assicurati sugli 8 in totale presenti sul mercato italiano sono tutto dire. Pensiamo che oggi la transizione ecologico-energetica sarà compatibile faticosamente con la classe media o medio-bassa di persone, perché gli early adopter di auto elettrica sono persone benestanti...