6 minute read

EDISON

Next Article
REGIMENTAL

REGIMENTAL

SE EFFICIENZA FA RIMA CON DECENTRALIZZAZIONE

Tanto più costa l’energia da combustibili fossili, tanto più conviene investire in rinnovabili. Ma per garantire la sicurezza della fornitura occorre distribuire la produzione. Parola di Davide Villa, chief customer officer di E.On

Advertisement

di Riccardo Venturi

L’IMPORTANZA DI UNA DIFFUSIONE DECENTRALIZZATA DELLE RINNOVABILI, CON TANTI PICCOLI IMPIANTI RESIDENZIALI E INDUSTRIALI CHE PERMETTONO DI OTTIMIZZARE LA RETE ELETTRICA; E L’INTERESSE SEMPRE PIÙ ATTIVO DEI CONSUMATORI PER I TEMI DELLA SOSTENIBILITÀ, CHE LI SPINGE A SCEGLIERE SOLO AZIENDE CHE DIMOSTRANO DI PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI. In questa intervista Davide Villa, chief customer officer e board member di E.On, racconta la strategia di un gruppo che «non vende energia, ma efficienza energetica».

Quanto è importante per il vostro successo sul mercato il tema della transizione energetica?

Fondamentale. Transizione energetica significa passare alle rinnovabili e decentralizzare la produzione. E.On è uscita dalla produzione di energia da fonti fossili nel 2015, concentrandosi quindi già da tempo sulle rinnovabili. Inoltre è un’azienda avanti nello studio e nella strategia sulla decentralizzazione, che significa non puntare su grandi impianti offshore o solari in zone limitate ma spingere tutti i consumatori, dai residenziali ai B2B agli industrial, ad avere ognuno la sua piccola produzione.

Quali sono i vantaggi della decentralizzazione?

Si ottimizza enormemente la rete, sia come perdite che come investimento, e così si evita la congestione energetica. I nostri sono quindi prodotti di efficienza energetica. A livello europeo siamo un grande player di rete, e spingere sulla decentralizzazione oltre che sulle rinnovabili è un modo di ottimizzare gli investimenti sulla rete, cosa importantissima. Con la nuova ondata di mobilità elettrica questi temi saranno ancora più rilevanti, perché spostandosi all’elettrico da gasolio e benzina la rete elettrica andrà potenziata enormemente. La California è a rischio di blackout per le prossime tre estati anche per il boom dei veicoli elettrici, oltre che per il clima estremo e la mancata parallela crescita della rete. E poi

CON LA NUOVA REGOLAMENTAZIONE EUROPEA IN MATERIA DI MOBILITÀ LA RETE ANDRÀ POTENZIATA ENORMEMENTE

c’è un ultimo punto, che ci interessa in modo particolare.

Quale?

La security of supply, cioè la sicurezza di avere le forniture di energia. La transizione energetica è necessaria per assicurare energia per tutti, quindi dobbiamo accelerare ulteriormente con le rinnovabili. Fortunatamente andiamo di pari passo con le istituzioni Ue e italiane. Il piano RePowerEu in particolare sta aumentando ulteriormente l’ambizione di produzione delle rinnovabili. Andiamo tutti nella stessa direzione, ma allo stesso tempo siamo molto indietro: l’Ue nel 2021 ha installato 11 GW di nuova capacità eolica. Se si pensa tra il 2022 e il 2026 la previsione è in media di 18 GW annui, che non sarebbero ancora sufficienti all’UE per raggiungere il 40% di energia rinnovabile al 2030, si capisce che gli obiettivi sono lontani. Noi di E.On non ci occupiamo più di produzione di massa, quindi di grandi impianti eolici o solari, ma stiamo dando un contributo importante sulla parte decentralizzata.

È possibile tenere insieme transizione energetica e convenienza economica, specie in una fase complicata come questa?

Sì, perché tanto più costa l’energia da combustibili fossili tanto più conviene investire in rinnovabili. Il payback di un impianto fotovoltaico residenziale si è dimezzato, se prima era di 7-8 anni oggi in certi casi si scende anche a 4. Con 4 anni di payback e 20 anni di durata dell’impianto, il ritorno può arrivare a 4 volte l’investimento. Insomma in questo momento i cittadini hanno una grande convenienza a in-

TRANSIZIONE ENERGETICA

vestire nel fotovoltaico. A questo si aggiunge l’impatto ambientale: essere produttore green ha un impatto duplice, rinnovabile e a km zero. Inoltre i prezzi dell’energia sono molto alti per tematiche politiche e anche speculative. Mi piace molto l’idea di Draghi di introdurre un price cap, ma il problema è come metterla in pratica. Rendere regolato un mercato libero è un po’ fare un passo indietro.

Davvero il consumatore è così tanto interessato alla sostenibilità?

Assolutamente sì. Due ricerche lo dimostrano. Una è dei nostri partner e amici di Lifegate: dal 2015 al 2021 il numero di chi si dichiara molto interessato ai temi della sostenibilità è raddoppiato dal 35 al 70%. La seconda è di Sap: il 40% dei clienti vuole sapere che livello di sostenibilità ambientale e sociale hanno i brand. I consumatori cercano sempre più di capire come si comportano le aziende, e pretendono trasparenza. Infatti stiamo facendo un percorso accelerato e di dettaglio sul nostro piano di riduzione delle emissioni, compliant rispetto agli obiettivi europei e anche più avanti, in una maniera molto più strutturata rispetto al passato. Siamo certificati e conosciamo esattamente tutte le nostre emissioni - abbiamo report puntuali -, così come i piani per ridurle del 75% nel 2030. Probabilmente saremo anche più veloci. Sta quindi cambiando il nostro modo di lavorare e di raccontarlo ai clienti. Siamo sempre comunque un mercato di commodity, su luce e gas il prezzo è sempre la leva più importante e, soprattutto in questo momento storico, sebbene il cliente sia molto sensibile alla sostenibilità fa fatica a sostenere il costo più alto dell'energia green.

Come si fa in concreto a conquistare l’attenzione e la scelta del consumatore?

Ci sono tre step di marketing da seguire per coinvolgere un cliente. Si parte dal prezzo: come detto siamo

GIÀ SEI ANNI FA E.ON HA AVVIATO commodity, vendiamo UN PROGETTO DIDATTICO luce e gas. A ciò si è PER EDUCARE LE NUOVE GENERAZIONI A EVITARE GLI SPRECHI aggiunta l’esperienza di acquisto, servizio e assistenza. Oggi siamo in un’epoca di grande sensibilità da parte del consumatore sempre più consapevole, attento ai propri consumi per ragioni ambientali ed economiche, in cui ciò che si chiede ai brand non è soltanto di migliorare il servizio e l'esperienza di consumo, bensì di condividere un purpose. La partita si sta spostando sempre più, quindi, sui valori del brand. Sono tanti anni che abbiamo una

DAVIDE VILLA

NELLA NUOV FASE I CUI SIAMO, I CLIENTI CERCANO BRAND CHE CONDIVIDANO GLI STESSI VALORI E CON UN CHIARO PURPOSE

direzione chiara: da sei anni, cioè da tempi non sospetti, abbiamo un nostro progetto didattico che si chiama Odiamo gli sprechi, con il quale abbiamo puntato sula lotta agli sprechi in generale e in particolare nell’energia. Abbiamo detto ai consumatori: vogliamo che consumiate poca energia. Quest’anno abbiamo lanciato una nuova attività di coinvolgimento dei nostri clienti che per noi ormai sono membri della nostra comunità green, per capire qual è la carbon footprint e insieme lavorare per ridurla. Abbiamo una serie di missioni, engagement, giochi per diventare tutti cittadini più diligenti e quindi ridurre gli sprechi di energia, i consumi e le emissioni. Per raccontare queste cose bisogna essere chiari, semplici, consistenti: fare quel che gli anglosassoni definiscono walk the talk, cioè oltre a dire le cose, farle. Inoltre noi di E.On ci mettiamo letteralmente la faccia: noi stessi dipendenti siamo i primi brand ambassador. Mi sono prestato personalmente a essere il volto di E.On negli spot in televisione, altri colleghi condividono storie e esperienze, e quindi vita e obiettivi, sui social.

In che modo differenziate la vostra offerta rispetto alla concorrenza?

Non vendiamo energia, ma risparmio energetico. Metà del nostro business in Italia è legato all’efficienza energetica. Abbiamo fatto una grande accelerazione, il che non significa non vendere luce e gas ma aggiungere alla pura commodity tutto ciò che può aiutare l’efficienza energetica. Siamo lanciatissimi sul fotovoltaico, e anche sul mondo delle pompe di calore, e quindi dell’efficienza energetica sia dell’heating che del cooling, residenziale ma anche industriale. Abbiamo firmato un grande accordo con la società Lendlease per la realizzazione di Mind - Milano innovation district, un distretto dell'innovazione verso la città del futuro nell'ex area Expo: siamo partner energetici, stiamo lavorando insieme per costruire una zona di grande efficienza energetica. Insomma non ci occupiamo solo di residenziale, ma arriviamo all’industriale fino alle città, in questo caso un intero quartiere gestito con la nostra tecnologia per ottimizza-

This article is from: