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NEOAPOTEK

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REGIMENTAL

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Ecco il nuovo (e grande) business delle farmacie

In trenta mesi NeoApotek ne ha messe insieme 180 e alla fine dell'anno fatturerà 300 milioni di euro con un ebitda del 18%. Grazie al rispetto della professione e a un approccio soft con le nuove acquisizioni

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di Franco Oppedisano

Èbastato un piccolo comma sui 194 di una legge omnibus. È bastato approvare nel 2017 un testo di tre righe per cambiare per sempre il mondo delle farmacie in Italia. È bastato mettere nero su bianco che i titolari dell’esercizio potevano essere anche società di capitali e cooperative. Ed è stato subito boom, la rivoluzione è partita e quello che era uno dei settori più sonnolenti del mercato ha cominciato a cambiare faccia. Dopo soltanto tre anni, la metà delle poco meno di 20 mila farmacie italiane risultava gestita sotto forma di ditta individuale (cioè il proprietario è un singolo farmacista), mentre l’altra metà apparteneva già a società di farmacisti. Non solo: oggi, poi, il 3% delle farmacie sono riunite sotto dei marchi o dei gruppi, ma questa percentuale è destinata a moltiplicarsi almeno per dieci nei prossimi anni. Una situazione in piena evoluzione. «Quello del 2017» conferma Andrea Riva, amministratore delegato meno che quarantenne di NeoApotek, «è stato il primo vero cambiamento nel mercato farmaceutico italiano. Noi, come famiglia e farmacisti da sempre, l’avevamo pianificata da tempo, ma l’inizio non è stato semplice perché bisognava convincere le persone, andando quasi porta a porta. La credibilità della famiglia è stata fondamentale per cominciare a far passare l’idea di industrializzare un mondo che è sempre stato artigianale. Ma a dir la verità neanche noi ci aspettavamo una esplosione di queste dimensioni. Stiamo scrivendo pagine di storia e, soprattutto, ci siamo ritagliati un posizionamento da protagonisti nel settore, distinguendoci in maniera netta». I fatti confermano queste parole che ogni leader d’impresa vorrebbe poter pronunciare. NeoApotek è oggi il secondo gruppo di farmacie private in Italia e aggrega quasi dieci farmacie al mese. Ma tre anni fa non esisteva neppure. Nel novembre del 2019, infatti, la famiglia di farmacisti Riva-Cocchi-Passoni aveva solo cinque strutture presenti in Lombardia. Nel 2020 ha consolidato la propria presenza nella regione e ha cominciato ad espandersi in Veneto e Piemonte fino ad arrivare a 40 farmacie. Nel 2021 ha varato un aumento di capitale (dai 35 milioni di euro pensati per un’azienda con 30 farmacie ai 134 milioni di euro attuali) e ha chiuso d’anno con ricavi per oltre 150 milioni, con circa 500 dipendenti in un network di più di cento farmacie. Oggi ne conta oltre 180, distribuite in maggioranza al Nord (85%), e ha un obiettivo di fatturato nel 2022 di 300 milioni di euro con un ebitda di 55 milioni. E in programma, entro la fine dell’anno, c’è l’acquisto di altre 50 farmacie in tutta Italia per poi arrivare a quota

Andrea Riva, amministratore delegato di NeoApotek

500 alla fine del 2026. NeoApotek è una holding costituita da due anime complementari: una industriale, espressa dalla famiglia Riva–Cocchi–Passoni, e una finanziaria, rappresentata da un pool di investitori di Banca Profilo e dal veicolo di private equity Route Capital Partners. «Mediamente», sottolinea Riva, «una farmacia ha un valore compreso tra 1,8 e 2,5 milioni di euro. Quindi l’impegno di capitali per acquisirle è notevole. All’inizio era importante avere una struttura come Banca Profilo, di cui eravamo e siamo clienti, che ci potesse aiutare. Non c’è una banca in Italia con cui non stiamo lavorando. E poi c’è il private equity: abbiamo appena chiuso un accordo per 100 milioni di euro con il fondo francese Tikehau Capital». La rivoluzione di NeoApotek non è, comunque, solo economico-finanziaria. In ballo c’è anche il ruolo delle farmacie che una sentenza del Consiglio di Stato ha definito “un centro sociosanitario polifunzionale a servizio della comunità e punto di raccordo tra ospedale e territorio”, ribadendo il valore del progetto di “farmacia dei servizi”, varato dal parlamento nel 2009 e confermato nella Legge di Bilancio 2020. L’obiettivo è ampliare i servizi territoriali espletati dalle farmacie, sia per favorire la deospedalizzazione della sanità, sia per ampliare il ruolo che le farmacie devono svolgere nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, ma il progetto è stato frenato dalla frammentazione del mercato e deve ancora consolidarsi, nonostante la pandemia abbia imposto un’estensione dei servizi di prevenzione e di profilassi come i test sierologici, i tamponi rapidi e le vaccinazioni. Il percorso, però, è stato già intrapreso da NeoApotek. Nelle farmacie del network vengono programmate giornate di prevenzione e screening durante le quali effettuare test come la Moc (che misura la densità minerale ossea dello scheletro), il controllo della glicemia, l’emocromo, il test del colesterolo, esami dermatologici e consulti nutrizionali. Inoltre, in ambito cardiologico viene offerto un servizio completo di refertazione per Ecg, holter pressorio e holter cardiaco, mentre sono reperibili in 24 ore prodotti per l’assistenza come carrozzine, stampelle, presidi per disabili e anziani. «Questa è la nostra vera mission», spiega ancora Riva, «e gli aspetti economico finanziari sono solo propedeutici al raggiungimento di questo obiettivo. Noi lavoriamo per costruire un nuovo modello di farmacia: un luogo di riferimento per professionalità e competenza, dove il cittadino può trovare risposte efficaci e tempestive alla domanda di salute, con particolare attenzione alla prevenzione e al supporto nella gestione delle patologie croniche. L’obiettivo dell’azienda è quello di rendere le proprie farmacie non solo rivenditori o dispensatori di farmaci, ma hub di servizi sanitari - dalla diagnostica al supporto nella gestione delle terapie - radicati sul territorio in modo da offrire al cittadino un’assistenza altamente professionale e mirata, riducendo la pressione sulle strutture ospedaliere. Vogliamo generare valore grazie alla professionalità dei nostri farmacisti». Per questo la società pensa all’acquisizione di una società di servizi di telemedicina, punta sulla formazione avviando l’Academy NeoApotek, un progetto che mette al centro la professionalità del farmacista, e ha un approccio soft nella gestione delle nuove acquisizioni. «È fondamentale entrare in punta di piedi», chiarisce Riva, «perché spesso le farmacie in Italia sono degli esempi di cura e buona performance sul territorio. Chi vende a noi spesso vuole creare continuità, lavorando ancora nella farmacia o assecondando un passaggio generazionale. Cerchiamo di intervenire il meno possibile: il nostro pay off è “Una storia che si rinnova”. A giugno abbiamo inaugurato il nostro primo flagship store nello stadio di Bergamo che rappresenta quello che per noi è il modello della farmacia dei servizi, ma i cambiamenti nelle farmacie, se e dove avverranno, saranno molto graduali». Il rispetto della tradizione, l’essere parte da sempre del mondo delle farmacie e un atteggiamento più professionale e meno commerciale ha permesso a NeoApotek di essere percepito come un partner e di creare due joint venture con realtà importanti del settore. La prima nel 2021 con Apoteca Natura del Gruppo Aboca con la quale ha creato una società benefit certificata BCorp che ha l’obiettivo di consolidare la presenza sul territorio della rete già esistente di farmacie e progettare un percorso di internazionalizzazione. La seconda quest’anno con Unifarco, società fondata e formata da farmacisti che fornisce prodotti cosmetici, nutraceutici, dermatologici, di make-up e dispositivi medici a oltre 5.600 farmacisti in Europa.

«Ci hanno definito un porto sicuro per i farmacisti che vogliono vendere la propria attività», conclude Riva,«e questo ci dà uno stimolo ulteriore a lavorare in perfetta sintonia con queste nuove grandi realtà».

LA RIVOLUZIONE DI NEOAPOTEK RIGUARDA ANCHE IL RUOLO DELLE FARMACIE COME CENTRI SOCIOSANITARI POLIFUNZIONALI

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