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REGIMENTAL

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Previdenza complementare antidoto per la pandemia

Secondo la Relazione annuale Covip nel 2021 i contributi versati ai fondi pensione, 17,6 miliardi (+6%), sono tornati a crescere su livelli precedenti la crisi dovuta al Covid 19

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di Luisa Leone

La previdenza complementare supera lo shock della pandemia e ritorna a crescere a livelli precedenti alla crisi del 2020. Lo si legge nella Relazione annuale della Covip del 2022, che fotografa il 2021 del settore. L’Autorità di vigilanza sui fondi pensione e le casse di previdenziali, infatti, ha certificato che lo scorso anno ai fondi pensione sono stati versati contributi per 17,6 miliardi, in crescita del 6% sull’anno precedente. Ma ad essere preceduti da un segno più sono anche il numero degli iscritti e i rendimenti delle varie forme pensionistiche complementari. Più nel dettaglio, dalla Relazione tenuta lo scorso 10 giugno dal presidente Covip Mario Padula, emerge che gli iscritti sono cresciuti di quasi il 4% a 8,8 milioni, per una copertura complessiva di quasi il 35% della forza lavoro anche se, di questi 8,8 milioni, circa 2,4 milioni non hanno versato neanche un euro alla previdenza complementare lo scorso anno. Più in generale le risorse complessive del sistema nel 2021 hanno raggiunto quota 213,3 miliardi di euro (+7,8%), una cifra pari al 12% del Prodotto interno lordo (Pil) italiano. Notizie positive si sono registrate poi sul fronte delle performance dei fondi pensione: i fondi negoziali hanno registrato in media un rendimento del 4,9%, gli aperti del 6,4%, i Pip ‘nuovi’ di ramo III l’11% e le gestioni separate di ramo I, l’1,3%; tutto al netto dei costi di gestione e della fiscalità. In generale, dunque, numeri migliori del trattamento di fine rapporto (Tfr) lasciato in azienda, sebbene questo nel 2021 abbia chiuso al 3,6%, per via della fiammata dell’inflazione. Ampliando l’orizzonte temporale a dieci anni, il rendimento medio annuo è stato del 4,1% per i negoziali, del 4,6% per gli aperti, del 5% per i Pip ‘nuovi’ di ramo III e il 2,2% per quelli di ramo I; contro un Tfr che in azienda nello stesso periodo ha reso solo l’1,9% in media l’anno, ha sottolineato ancora la Covip. Quanto a Previndai, che è un fondo pensione pre-esistente, perché nato prima della riforma che ha normato la previdenza complementare in Italia nel 1993, i risultati sono stati decisamente positivi, con gli iscritti passati da 83 mila a oltre 85 mila, il patrimonio che ha superato i 14 miliardi, i contributi versati nell’anno a 933 milioni di euro e rendimenti tutti positivi. Nello specifico i comparti finanziari hanno

fatto meglio dei riferimenti di mercato (benchmark) con, rispettivamente, un +11,4% per il comparto Sviluppo e un 6,5% per il Bilanciato e le gestioni assicurative (Assicurativo 1990 e 2014), che possono contare su una garanzia sul 100% del capitale e un rendimento minimo assicurato, che hanno registrato rendimenti attorno al 2%, in linea con gli anni precedenti. A cinque anni i risultati sono stati del 7,2% per Sviluppo, del 5% per Bilanciato, del 2,5% per Assicurativo 1990 e del 2,2% per Assicurativo 2014; rispetto a un trattamento di fine rapporto in azienda che nello stesso arco temporale ha registrato un 2% medio annuo. Tornando al quadro complessivo della previdenza complementare, le dolenti note arrivano quando ci si focalizza sulla diffusione della previdenza complementare per genere, età e località geografica di residenza. Il rapporto Covip disegna uno scenario preoccupante, con gli iscritti donne ad appena il 38% del totale, solo PREVINDAI È PASSATO DA 83 MILA in lievissima crescita (+0,5%) sul 2020; e i gioA 95 MILA ISCRITTI E IL PATRIMONIO vani (meno di 35 anni) al 17,8%. Infine, quanto HA SUPERATO I 14 MILIARDI DI EURO CON RENDIMENTI TUTTI POSITIVI alla diffusione sul territorio, emerge che la stragrande maggioranza degli iscritti è concentrata al Nord, con il 57% del totale, mentre al Sud e nelle isole il 23% e meno del 20% al Centro. È dunque sotto gli occhi di tutti che c’è ancora molto da fare sul fronte della conoscenza della previdenza complementare e delle ragioni alla base dell’importanza della sua diffusione, per poter immaginare un futuro più sereno, per tutti.

Forme pensionistiche complementari: iscritti per classe di età

(dati di fine anno, valori percentuali)

10.0 2017 7.5 2021 5.0 2.5 0.0 <14 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 >65

FONTE: COVIP - RELAZIONE PER L’ANNO 2021

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