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PIRATINVIAGGIO

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L’ALTRA RIFORMA DEL GOVERNO DRAGHI IL “GENERONE” DAI LUSTRINI ALLA SOBRIETÀ

Gli anni fiammeggianti della politica che metteva a cena cantanti, starlette e divi della tv in modo roboante e iper mediatico sono alle spalle. Draghi è riuscito nel miracolo laico di ridisegnare i salotti romani

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a cura di Monica Setta

SE SOLO AVESSE IMMAGINATO QUALI SAREBBERO STATE LE INSIDIE DEI PARTITI, FORSE MARIO DRAGHI NON AVREBBE ACCETTATO PER PURO SPIRITO DI SERVIZIO DI VENIRE A SALVARE L’ITALIA NEL MOMENTO PIÙ CRITICO DELLA PANDEMIA. O magari, anche sapendo tutto, avrebbe detto sì perché il premier è un gentiluomo che quando promette, mantiene. Certo è che in un anno e mezzo il sistema-Paese ha modificato i suoi riti. Anche nella business community a cui Draghi, ex leader della Bce, appartiene di diritto. E cominciamo dai salotti romani, storicamente fulcro di manovre e manovrine della politica e di quel sottobosco che annovera peones del Parlamento, anonimi portaborse o sottosegretari in cerca del classico quarto d’ora di celebrità. Ormai a tenere alta la bandiera della mondanità di classe ci pensa quasi unicamente Marisela Federici, signora di una magnifica magione chiamata La Furibonda dove riceve ancora ma, come ammette lei stessa, per il solo gusto di avere amici a pranzo o a cena. I centri della vita social al tempo di Draghi sono sostanzialmente due: il teatro dell’opera magistralmente governato fino a ieri dall’attuale amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes e l’Auditorium della musica by Renzo Piano. Perfino gli imprenditori non hanno più casa “social” e solo alcuni (i più ricchi) organizzano, come si faceva un tempo, cene sedute. La fotografia della nuova mondanità romana contemporanea è stata scattata al Premio Agnes allestito al Campidoglio un sabato di fine giugno con un magnifico dinner nella Sala della Protomoteca affacciata sulla notte capitolina. Ecco, allora, con i vertici della Rai rappresentati da Fuortes e dalla presidente Marinella Soldi, i consiglieri di amministrazione di viale Mazzini Igor de Biasio e la brava Simona Agnes, i direttori Simona Sala, Antonio Di Bella, Monica Maggioni, Lucia Annunziata, Stefano Coletta insieme al sempre potente Gianni Letta, a Mara Venier, Alberto Matano, Renato Brunetta, Teresa De Santis e Bruno Vespa accompagnato dalla moglie Augusta Iannini. Ma lo stile della kermesse era davvero in mood draghiano. Cena perfetta ma apparecchiatura sobria, discorsi di politica in generale senza nemmeno un filo di gossip. Tutto molto low profile, essere vistosi non solo non va di moda ma paga anche pochissimo. Facciamo un altro esempio restando in casa Rai. Alla presentazione dei palinsesti

DA SINISTRA: MARISELA FEDERICI, CARLO FUORTES, AUGUSTA IANNINI E ALBERTO MATANO a Milano pochi lazzi e frizzi e, per citare Nanni Moretti, mi si nota di più se vado e mi metto all’ultima fila o se resto a casa? La seconda, ovviamente. Anche l’estate sarà all’insegna di una neo moderazione dei costumi. Nino De Donno, uno degli imprenditori più ricchi d’Italia, passa la stagione in cantiere perché nel Salento sta finendo di costruire la Masseria Ogliastra, un autentico borgo sul modello di Egnazia nel fasanese, che sarà presto un hotel a sei stelle con privacy garantita. A tenere su la vita mediatica estiva ci hanno pensato i matrimoni arcobaleno: quello tra Alberto Matano e l’avvocato Riccardo Mannino è stato al resort di Antonello Colonna (solo per gli amici) e l’altro di Paola Turci e Francesca Pascale - festeggiato in Toscana - addirittura più ridotto, 30 non uno in più. È lo stile Draghi, bellezza. E almeno quello - al netto di pandemia e guerra - ci ha cambiati in meglio.

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