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OBIETTIVO SVILUPPO
UNA BUSSOLA NEL GINEPRAIO DEI BANDI PUBBLICI
Per le imprese le agevolazioni pubbliche, che pure ci sono, si trasformano spesso in un autentico rompicapo. Ecco le dritte di due esperti della materia, Francesca Paleari ed Emanuele Fedeli, cofondatori di Obiettivo Sviluppo
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di Vincenzo Petraglia
UNA DELLE MAGGIORI DIFFICOLTÀ CHE HANNO LE IMPRESE ITALIANE È DISTRICARSI TRA I BANDI PUBBLICI E ACCEDERE, QUINDI, AD AGEVOLAZIONI E FONDI AD ESSE DESTINATI, CHE PURE CI SONO, MA CHE SPESSO DIVENTA COMPLICATO OTTENERE IN QUELLO CHE, COMPLICE BUROCRAZIA E BUROCRATESE, SI TRASFORMA NON DI RADO IN UN AUTENTICO GINEPRAIO. Eppure, mai come in questo periodo di Pnrr e forti difficoltà per le imprese, accedervi potrebbe rappresentare un punto di svolta. Economy ha interpellato due esperti in materia per avere qualche dritta al riguardo: Francesca Paleari ed Emanuele Fedeli, cofondatori di Obiettivo Sviluppo, di cui sono rispettivamente anche consulente di finanza agevolata e Ceo, società di consulenza che aiuta le aziende a districarsi nel complesso mondo delle agevolazioni pubbliche.

Con Obiettivo Sviluppo aiutate le imprese a sfruttare meglio i fondi pubblici. Perchè si fa così tanta fatica a utilizzarli?
Francesca Paleari: La fatica più grande è la difficoltà di orientamento tra le molteplici informazioni e, più nello specifico, anche la fatica nell’interpretare bandi e normative spesso complesse; c’è inoltre la sensazione, sbagliata, che il traguardo rispetto all’ottenimento di un contributo sia di difficile raggiungimento.
Come entrate in gioco voi in questo senso?
Francesca Paleari: In primis, lavorando molto sullo studio preliminare dei bandi e dei progetti e, soprattutto, lavorando fianco a fianco del cliente per semplificare al massimo la comunicazione e l’iter procedurale interrogando, in caso di dubbi, le istituzioni, cosicché il cliente si senta sempre seguito e sicuro.
Il Pnrr per molti appare come un ginepraio, come orientarsi?
Emanuele Fedeli: Il clima politico sicuramente
FRANCESCA PALEARI
non facilità l’identificazione, l’implementazione direi, dei traguardi da raggiungere. Per questo tutto sembra difficile. Il Pnrr è un programma complesso, di cui molto si è parlato, citato in ogni contesto anche fuori luogo. Una quantità inflazionata di informazioni, talvolta contrastanti, può dare l’impressione di un ginepraio,
sì. Concretamente, sul piano informativo, il Governo italiano ha predisposto un sito internet ad hoc (www.italiadomani.it): questo è lo strumento ufficiale al quale bisognerebbe attenersi per ottenere tutte le informazioni rispetto al piano, alle opportunità e agli interventi realizzati ed in fase di realizzazione. Noi consulenti dobbiamo essere sempre informati ed aggiornati per essere i primi a fare chiarezza di fronte all’incertezza dilagante.
LE AZIENDE OGGI HANNO BISOGNO DI CONSULENTI CHE SEMPLIFICHINO LA LETTURA E LA COMPRENSIONE DEI BANDI, SPESSO MOLTO COMPLESSI
EMANUELE FEDELI
Cos’è il Progetto Up?
Francesca Paleari: Obiettivo Sviluppo nasce nel 2017 per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche senza riuscire a fare il next step, dall’idea all’execution. Offre servizi di consulenza ed assistenza in materia di finanza agevolata, e di ricerca di un contributo disponibile, concentrandosi fin dalla fase preliminare sulla sua effettiva fattibilità. Con il “Progetto Up” il nostro team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. Seguiamo passo dopo passo tutto l’iter di verifica, analisi e gestione delle azioni necessarie allo sviluppo delle attività, la presentazione della domanda e l’attività di rendicontazione.
Nello specifico quali servizi offrite?
Francesca Paleari: Analisi dell’attività e della società, redazione report con inclusi tutti i bandi e
contributi ai quali l’azienda può accedere, realizzazione business plan e piani di impresa, stesura progetti, redazione domande di contributo, compilazione modulistiche e rendicontazione spese.
Cosa vi connota e differenzia dagli altri?
Francesca Paleari: Il nostro modello di business, nonchè marchio di fabbrica, è sicuramente quello di aver impostato un servizio di consulenza taylor made e customizzato rispetto alle esigenze del cliente; il tratto che meglio ci contraddistingue è il nostro significativo, importante ed incidente lavoro preliminare; in altri termini il nostro valore aggiunto è investire tanto tempo prima per evitare di perderlo dopo: studiamo dettagliatamente ogni singolo bando e poniamo interpellanze dirette agli enti erogatori dei fondi e gestori dei contributi. Con enorme piacere, i clienti ci riconoscono questo nostro valore, comparandolo con loro passate esperienze nelle quali spesso si sentivano dire dal consulente “quando ci sarà il bando, lo guarderemo”. Emanuele Fedeli: Noi investiamo davvero molto tempo, risorse, impegno in questa fase, ad un costo particolarmente competitivo. In termini di tempo è un lavoro importantissimo, per il quale noi ci assumiamo gran parte del rischio, sgravando il cliente di un costo iniziale. Non analizziamo nel dettaglio solo il bando, ma anche il progetto del cliente e soprattutto i “numbers”, cercando di identificare sin da subito le correlazioni ed inerenze tra, appunto, il progetto e le indicazioni del bando stesso.
Di cosa oggi più che mai hanno bisogno le aziende secondo voi?
Francesca Paleari: Di “semplificazione”. Le aziende oggi hanno bisogno di consulenti che semplifichino la lettura e la comprensione dei bandi, spesso complessi. Svolgiamo un lavoro di cui non si possono occupare, lasciando loro il tempo di dedicarsi al cento per cento ai progetti aziendali. Oggi c’è una sovrabbondanza di informazioni disponibili su diversi canali, ma serve qualcuno che queste informazioni le legga, le studi, le comprenda e le sintetizzi in uno schema leggibile, comprensibile, che si possa tramutare in un piano di azione operativo. Oggi i nostri clienti ci chiedono di supportarli nella fase di orientamento rispetto a questo importante bacino di informazioni. Esiha certamente subito (e subirà) gli effetti pandemici e non solo: crisi geopolitica europea, alta inflazione e recessione in corso.
Capitolo transizione green. Non tutti sono pronti a fare questo importante quanto ormai inevitabile salto di qualità...
Francesca Paleari: Le aziende devono sposare queste cause. Se a una persona, o a una azienda in questo caso, non interessano questi problemi, se non li sente suoi, non sarà mai in grado di sviluppare progetti sostenibili nel tempo, di implementare politiche di economie circolari, di attuare cambiamenti strutturali e funzionali in ottica di una transizione green. Prima delle aziende e dei manager, prima dei progetti, ci sono le persone, come diceva Emanuele. È fondamentale una consapevolezza comune della necessità di fare davvero qualcosa di concreto in questi ambiti. Anche le politiche di creazione e finanziamento dei bandi vanno in questa direzione: i contributi e le opportunità disponibili per sostenibilità, economia circolare e transizione green sono sempre maggiori.
gono concretezza e risposte chiare ed affidabili. Un’ulteriore richiesta è quella di supportarli nella definizione e scrittura dei loro progetti. Capita peraltro che alcuni clienti scambino la finanza agevolata con un classico e tradizionale metodo di finanziamento, o addirittura una sovvenzione. La finanza agevolata deve supportare ed incentivare i progetti che, come diciamo noi, già devono essere solidi e realizzabili, nonché economicamente e finanziariamente sostenibili; l’ottenimento del
contributo non deve essere la discriminante di scelta. Il progetto deve essere ed è, sempre, il cuore pulsante dell’attività in questione.
I CONTRIBUTI E LE OPPORTUNITÀ DISPONIBILI PER SOSTENIBILITÀ, ECONOMIA CIRCOLARE E TRANSIZIONE GREEN SONO SEMPRE MAGGIORI
Nella vostra mission si parla della necessità di una rivoluzione culturale. In che modo attuarla e come contribuite a perseguirla?
Emanuele Fedeli: La mission di Obiettivo Sviluppo è diventare il partner più affidabile di qualsiasi cliente che condivida la nostra vision: non c’è rivoluzione economica, industriale, commerciale se prima non c’è una rivoluzione culturale, e quindi sociale, che parta dall’uomo stesso, e non dall’azienda. Le aziende non esistono. Esistono solo le persone. E sulle persone dobbiamo agire. Ecco, noi pensiamo di poter contribuire a questa rivoluzione culturale, nel nostro piccolo, perseguendola tramite un lavoro di conoscenza, capacità, dedizione al lavoro, serietà, affidabilità. Con un rapporto umano prima che professionale.
La pandemia ha cambiato in meglio o in peggio il mondo in generale e le aziende in particolare?
Francesca Paleari: Non si può fare una netta distinzione; le aziende che sono state in grado di rinnovarsi hanno ottenuto da questa pandemia un vantaggio: sono cambiate in meglio.
Ha messo alla prova le loro capacità di rinnovamento ed adattamento...
Emanuele Fedeli: C’è chi ne ha fatto anche un business, o è cresciuto in termini di sviluppo, fatturato e marginalità, riuscendo, in taluni casi, anche a riconvertire intere attività. Viceversa, chi non è stato in grado, velocemente, di riadattarsi,
Quali obiettivi vi ponete nel medio e lungo termine e cosa di nuovo bolle in pentola?
Emanuele Fedeli: Strutturare una crescita programmata che ci porti ad ampliare in primis le nostre conoscenze e capacità, nonché esperienze, tramite un incremento delle collaborazioni con i nostri clienti, gestendo sempre più progetti sia in termini numerici che di complessità. In questa fase siamo concentrati soprattutto su due nuovi progetti: stiamo strutturando una collaborazione con un’importante associazione di categoria e parteciperemo in autunno a un importante evento a Milano (Go International - La fiera dei servizi per l’export, il 4 e 5 ottobre prossimi) organizzato da Italian Fair Service e Aice (Associazione Italiana Commercio Estero). Questo evento è l’evento espositivo di riferimento per i servizi export; ha l’obiettivo di mettere in contatto la domanda e l’offerta di servizi per il supporto all’export e all’internazionalizzazione. E noi cercheremo di dire la nostra in ambito di contributi (tutto il mondo Simest per esempio) appunto rivolti all’internazionalizzazione delle imprese italiane.