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INNEXTA
Dal sistema camerale finanza alternativa per Pmi
Dal private equity al crowdfunding con campagne in sharing: ecco come Innexta si conferma un riferimento nell’ambito dei servizi finanziari e creditizi per le piccole e medie imprese
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di Sergio Luciano
Quanti di noi sapevano, cinque anni fa, cosa fosse il crowdfunding? Diciamo la verità: ben pochi. E quanti di questi pochi conoscevano qualcuno – amico, parente, collega – che l’avesse addirittura utilizzato? Ancor meno. Ebbene, in via Meravigli a Milano, in un palazzone storico della Camera di Commercio - più o meno nelle stesse sale dove cinquant’anni fa erano state concepite innovazioni tecnologiche cruciali per il Paese come il registro elettronico delle imprese o il Ced Borsa (il cervellone che faceva funzionare la Borsa valori italiana) c’era un gruppo di lavoro che il crowdfunding lo conosceva e lo studiava. Come conosceva e studiava tutti gli altri strumenti delle “finanza alternativa”, ossia le numerose modalità che un’impresa può trovare per finanziarsi in un mercato evoluto al di là del credito bancario: il private debt, l’invoice trading, i minibond. Insomma: l’Alt-Finance, la finanza alternativa, ben descritta nella sintesi di questo logo azzeccato. Con queste premesse (e appunto con questo logo) Innexta, presieduta da Giovanni Da Pozzo strinse un accordo con la School of Management del Politecnico di Milano per studiare a fondo il ricorso ai canali di finanziamento alternativo delle imprese, all’epoca davvero pionieristici, e porre le basi per promuoverli. Ne nacque una giornata annuale di lavori congressuali, appunto l’Alt-Finance Day di Milano, e un appuntamento ricorrente con il Report sulla Finanza Alternativa per le Pmi, l’analisi di primissima qualità del Politecnico sull’evoluzione di strumenti cresciuti moltissimo, negli ultimi anni, anche attraverso la sfida della pandemia e della crisi economica che ne è conseguita. «Come sistema camerale intendiamo – dice-
va già in occasione della prima edizione della Alt Finance il direttore di Innexta Danilo Maiocchi - portare un contributo diretto a sostegno della crescita di questi prodotti di finanza alternativa, che come abbiamo visto anno dopo anno dai dati possono rispondere concretamente ai bisogni delle piccole e medie imprese italiane. Non solo: intendiamo anche mettere a disposizione degli operatori alcuni servizi reali che li aiutino a consolidarsi, così che i numeri che il Politecnico, con la regia del professor Giancarlo Giudici, ci presenta annualmente all’Alt-Finance possano vedere una continua crescita a doppia cifra». Per il bene del sistema Paese, tradizionalmente troppo “banco-centrico”. Così è stato: la crescita è stata forte. Da luglio del 2018 al giugno del 2019, le risorse mobilitate dalla finanza alternativa per le Pmi italiane sono state di circa 2,67 miliardi di euro, contro i 2,56 miliardi del periodo precedente, con una crescita anno su anno pari al 4%. Un progresso timido ma rilevante in un anno infame per l’economia nazionale (nel 2019, non dimentichiamolo, il Pil crebbe soltanto dello 0,2%, ossia diminuì in termini reali). Il vero boom della finanza alternativa al credito bancario per le Pmi c’è stato nel periodo tra il luglio del 2020 e il giugno del 2021, quando le risorse raccolte sul mercato italiano sono state di circa 4,23 miliardi di euro con una crescita del 58% rispetto all’anno precedente, come ha documentato nel novembre scorso il quarto rapporto del Politecnico per Innexta (il quinto arriverà nel prossimo autunno). E quali settori hanno prodotto un simile progresso, per di più in una fase così delicata per tutta l’economia e particolarmente critica per alcuni comparti? Il private equity, il venture capital e l’invoice
TRA LUGLIO 2020 E GIUGNO 2021 SONO STATE RACCOLTE SUL MERCATO RISORSE PER 4,23 MILIARDI DI EURO A FAVORE DELLE PMI ITALIANE

trading (cioè lo smobilizzo di fatture commerciali attraverso il web) sono stati i grandi protagonisti della crescita, seguiti proprio dal crowdfunding, mentre è lievemente calata la raccolta per i minibond. Importante l’espansione del private equity e della sua declinazione più focalizzata sul sostegno all’innovazione, il venture capital, nell’insieme portatori di finanza per ben 894 milioni di euro. Le operazioni che i venture capitalist definiscono di early stage ed expansion, dove tipicamente l’investimento viene effettuato con un aumento di capitale e con l’apporto quindi di nuove risorse alle imprese che vogliono crescere, nel primo semestre del 2021 ammontarono a ben 593 milioni, cioè quasi sei volte quello dello stesso periodo del 20. L’altro canale premiatissimo dal mercato è stato l’invoice trading, che è poi il vecchio factoring convertito a nuova vita dall’aggiunta della potenza diffusiva delle piattaforme elettroniche che raccolgono sul mercato i fondi con cui scontare le fatture delle imprese clienti. Ebbene, la raccolta di quest’unico canale, nei 12 mesi conclusisi a giugno 2021, è stata di 1,187 miliardi di euro, contro i 939 milioni dell’anno prima. In questo quadro, quale ruolo ha saputo darsi Innexta? Innanzitutto, è molto cresciuta nella considerazione del sistema e del mercato, il che avrebbe già potuto coronare di per sé gli sforzi; e ha deciso invece di aggiungere all’attività di monitoraggio e promozione della finanza alternativa un ruolo diretto accanto alle piccole e medie imprese: ha creato quindi una sua piattaforma di crowdfunding, che ha chiamato Finnexta. Di che si tratta? «Questa piattaforma, che ha ottenuto l’autorizzazione della Consob – spiega il direttore generale Maiocchi - nasce con l’obiettivo di fungere da catalizzatore per la crescita dell’intero sistema dell’equity crowdfunding italiano. Il nostro scopo – coerente con la nostra natura di impresa camerale – è infatti quello di metterci a disposizione delle associazioni, dei Confidi e soprattutto delle altre piattaforme per creare sinergie importanti ed una netta amplificazione di un sistema che in Italia ha ancora forti potenzialità inespresse. Puntiamo, ad esempio, a lanciare delle campagne di imprese innovative che possano poi essere ulteriormente promosse in secondi round da altre piattaforme, piuttosto che lanciare direttamente campagne in sharing con altre piattaforme. Un ulteriore punto di valore vuole essere la messa a disposizione di tutte le piattaforme interessate di un punto di visibilità delle loro “bacheche” di scambio delle quote, al fine di facilitare la conoscenza di queste opportunità offerte già da alcune piattaforme italiane. Ovvio che tutto questo sarà in primis valutato sotto il profilo della nuova regolamentazione europea, e con le autorità nazionali, con le quali il dialogo è naturalmente la nostra priorità». Innexta si è dunque confermata in questi anni come la struttura di riferimento del sistema delle Camere di commercio italiane nell’ambito dei servizi finanziari e creditizi per le piccole e medie imprese, focalizzandosi su tutti gli strumenti e i modelli della finanza complementare. In questa sua qualità di aggregatore e facilitatore dell’ecosistema Fintech, offre alle imprese sul suo portale www.innexta.it numerosi servizi concreti, quali il Fintech Digital Index e il Crowdinvesting Hub. E sta lavorando alla creazione di un servizio di valutazione delle performance Esg delle imprese e ad uno strumento di autovalutazione dell’equilibrio finanziario delle piccole imprese.
Il presidente di Innexta, Giovanni Da Pozzo. Nella pagina a lato, il direttore generale Danilo Maiocchi
IL NOSTRO SCOPO È DI METTERCI A DISPOSIZIONE PER CREARE SINERGIE IMPORTANTI
LA PIATTAFORMA FINNEXTA NASCE CON L'OBIETTIVO DI FUNGERE DA CATALIZZATORE PER L'INTERO SISTEMA DI EQUITY CROWDFUNDING