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Il bit è tutt'altro che etereo ma così diventa sostenibile

Il data center realizzato da Data4 a Cornaredo, nei pressi di Milano

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I data center sono il pilastro della digital transformation. Si tratta di strutture energivore, che però Data4 realizza mettendo al centro riduzione di emissioni e tecnologie green. Ecco come

di Riccardo Venturi

Nel 2020, complice la pandemia, il volume dei dati generati ed elaborati in tutto il mondo è quintuplicato, raggiungendo la vertiginosa cifra di 44 zettabyte, ovvero triliardi di byte. Perché il mondo sempre più digitale in cui viviamo funzioni, dalle email all’ecommerce, ma anche dagli ospedali alla PA, è essenziale che il nuovo petrolio, come sono stati argutamente definiti i dati, sia conservato in depositi sicuri e molto ben connessi: i data center. Come quelli di Data4, operatore europeo in crescita presente con un grande campus anche in Italia, a Cornaredo, nei pressi di Milano. «Finanziamo, progettiamo, costruiamo e gestiamo i nostri data center» dice Davide Suppia, country director Italia di Data4: «siamo nati in Francia nel 2006, e abbiamo strutture anche in Italia, Lussemburgo, recentemente abbiamo reso operativa la Spagna, stiamo costruendo in Polonia. Prossimo obiettivo la Germania, a dimostrazione della nostra vocazione europea». Una delle caratteristiche fondamentali dei data center di Data4 è la cosiddetta scalabilità: Suppia spiega in cosa consiste. «Abbiamo clienti molto grandi, che chiamiamo hyperscaler: i cloud computer operator, ma soprattutto gli e-commerce. Grandi utenti che hanno bisogno di spazi e potenze corrispondenti. Ma i nostri data center ci permettono di adeguare l’offerta in funzione delle esigenze dei clienti: possono andare benissimo anche per le Pmi, ed è quello che accade soprattutto in Italia. Anche le piccole e medie imprese hanno bisogno avere data center sicuri, affidabili e sostenibili. La scalabilità serve proprio a questo, poter servire grandi e piccoli clienti con uno stesso livello di servizio». Un’altra caratteristica essenziale per i data center è la connessione con la rete globale dei dati. «Un conto è avere una cassaforte con i dati, un altro è che i dati possano uscire dalla cassaforte in maniera sicura» osserva il country director Italia di Data 4, «per questo i data center devono essere connessi con il mondo, anzi iper connessi. Quello che si è fatto, in particolare in Italia, è stato creare un ecosistema di operatori Telco in modalità neutrale: nel campus infatti sono presenti una trentina di operatori utilizzabili dai nostri clienti, che sono liberi di scegliere con quali e quanti operatori vogliono essere collegati per garantire la connettività. Noi non entriamo nel merito di quello che gli stessi clienti decidono di fare: non siamo operatori di telecomunicazioni». Il ruolo di Data 4 si ferma dunque un passo prima, ed è un ruolo fondamentale. «Non entriamo nel merito del data banking: siamo fornitori di spazio fisico e di sicurezza fisica, con il raffreddamento e l’alimentazione; in tutto quello che il cliente mette nel server noi non entriamo, siamo dei puri provider di collocation» mette in evidenza Suppia. «Questa è la nostra mission per garantire al 100% la qualità del servizio. La nostra attenzione verso i server dei clienti è un po’ come quella dei medici specializzati verso i pazienti di un reparto di terapia intensiva: non deve mai mancargli nulla, alimentazione, telecomunicazione, sicurezza fisica. Se dovesse spegnersi una di queste sale, l’impatto sarebbe pesante. Basti pensare che

I DATA CENTER DI DATA4 SONO REALIZZATI IN MODO DA POTER ESSERE UTILIZZATI SIA DA GRANDI CLIENTI CHE DA PICCOLE IMPRESE

tra i nostri clienti figura, attraverso il nostro partner Retelit, il gruppo San Donato, uno dei più grandi gruppi ospedalieri del nord Italia. Credo che questo esempio aiuti a capire l’importanza che questi data center siano affidabili e sempre operativi. Abbiamo tecnici specializzati, che hanno competenze specifiche non facili da trovare, ogni giorno al lavoro per garantire che vada tutto per il meglio». La sfida di Data4 è quella di gestire i data center in modo ottimale e allo stesso tempo sostenibile, tramite un approccio olistico, basato sull’analisi del ciclo di vita delle strutture, come spiega Suppia «Le transazioni digitali devono essere il più possibile sostenibili, e il data center dev’essere ecocompatibile, sfruttare bene l’energia che riceve. Noi di Data4 abbiamo oggi 8 data center, a fine 2024 saranno 10 operativi, mediamente da 4 megawatt l’uno, massimo 10, per un totale di 67 megawatt di potenza elettrica totale. Se si considera che il contatore medio di una famiglia è da 3-4 kw, significa che in un campus c’è il fabbisogno di oltre 24mila famiglie. Tutta questa potenza è concentrata in un’area di 10 ettari, per gestirla al meglio ci vuole una corporate social responsibility molto forte». Data4 ha risposto alla sfida da un lato con un’attenta analisi del ciclo di vita dei suoi data center. «Nel 2021 Data4 ha sviluppato un approccio olistico che permette di misurare l’impatto ambientale di un data center grazie al metodo di analisi del ciclo di vita. Si tratta di una pratica che è stata semisconosciuta fino agli anni 90, per poi imporsi come il metodo di riferimento in materia di valutazione dell’impatto ambientale di un prodotto per tutta la durata della sua esistenza, utilizzando 14 criteri di monitoraggio che riguardano, tra le altre cose, le conseguenze sul clima e l’uso di acqua e di terre rare. Questo metodo ha consentito a Data4 d’individuare i principali elementi tecnici responsabili delle emissioni di CO2 e gas serra, cioè le batterie, il calcestruzzo e gruppi elettrogeni, e di iniziare così ad agire su di essi per data center sempre più sostenibili» Queste continue analisi hanno mostrato che meno di un quarto dell'impronta di carbonio di un data center deriva dall'edificio e dall’infrastruttura «La maggior parte delle emissioni deriva dalle attrezzature dei nostri

clienti. Per questo abbiamo deciso di agire sulle emissioni legate al consumo di energia e a quelle legate al ciclo di vita degli edifici e delle attrezzature, ma anche accompagnando i nostri clienti e partner nella loro propria traiettoria a basso tenore di carbonio, grazie a uno strumento che permette loro di valutare l'impronta ambientale dei loro storage e delle loro attrezzature». L’efficienza è della massima importanza, ma non tutti i costruttori di data center danno la giusta attenzione anche al modo in cui li si costruisce, come fa presente Suppia, «per questo abbiamo messo in piedi una politica di recylcling che è un altro dei nostri cardini fondamentali, che ci permette di costruire in una modalità green. Abbiamo firmato nel 2021 il Data center carbon neutral pact, che ci vincola ad essere entro il 2030 a impatto zero. Utilizziamo cemento green a basso impatto di carbonio, e lo trasportiamo al cantiere con camion alimentati a ecofuel. Oltre all’impianto, poi, pensiamo anche alle apparecchiature: l’obsolescenza informatica è importante, le apparecchiature diventano anziane e vanno sostituite. Abbiamo messo in piedi un programma in tal senso in regola con le procedure Iso 14001 e 14044, sul riciclaggio delle apparecchiature». Non basta: Data4 utilizza fonti di energia rinnovabili al 100% grazie ad un accordo con Edison. «L’attenzione a tutti questi aspetti è aumentata da quando il governo ha iniziato a parlare di Pnrr, e in particolare dell’esigenza di mettere su cloud i dati della PA» conclude il country director Italia di Data 4. «Ci sono tanti piccoli data center in giro per l’Italia, l’obiettivo del Pnrr è costruirne 4 o 5 per assorbire il cloud. Vorremmo essere attori di questo processo, riteniamo di averne le capacità e le competenze e di averlo dimostrato. Siamo partiti con 250 milioni di euro di investimento, a fine 2026 saranno 500-550: investimenti fatti in Italia per l’Italia, con un raddoppio della capacità di collocation: abbiamo 10 ettari e a fine 2026 ne avremo 21. Per i nostri prossimi data center stiamo guardando anche altre aree: a Roma, e anche in altre zone di Milano molto interessanti».

DATA4 UTILIZZA FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI AL 100% E HA CREATO UN INNOVATION GROUP PER VALUTARE EFFICIENZA E IMPATTO AMBIENTALE

DAVIDE SUPPIA, COUNTRY DIRECTOR ITALIA DI DATA4

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