L'IMPEGNO DI OPEN FIBER: DIVENTARE «IL» SISTEMA Lazienda che sta realizzando un in rastruttura in fibra ottica spinge la risalita dell Italia nelle classifiche europee del digitale a tutte le nuo e applicazioni tecnologiche nelle nostre citt hanno bisogno di connetti it ultra eloce di Angelo Curiosi
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el 2012, il Consiglio per i diritti umani dell’Onu dichiarava l’accesso a internet come “diritto fondamentale della persona e condizione per il suo pieno sviluppo individuale e sociale”, aggiungendo che ogni persona “ha eguale diritto di accedere a Internet in condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”. In quegli anni l’Italia, che all’alba del 2000 era un’eccellenza mondiale nel settore delle Tlc, era precipitata in fondo alle classifiche europee. elle grandi città iniziava a consolidarsi la tecnologia ttc una rete mista fibra ottica – rame, in grado di raggiungere 100-200 megabit al secondo di velocità, che iniziava a sostituire le classiche reti in rame Adsl (tecnologia lanciata 15 anni prima e che era ancora di gran lunga quella pi in uso . ei piccoli comuni la connessione era fragile nella migliore delle ipotesi, e completamente assente in migliaia di altri casi. In questo scenario nasce a inizio 2016 Open Fiber, azienda compartecipata da Enel e Cassa depositi e prestiti, per realizzare una rete in grado di garantire connettività ultraveloce e stabile, con una tecnologia e un modello di business innovativi per l’Italia e con pochi precedenti in Europa. L’infrastruttura di Open Fiber è interamente in fibra ottica, senza tratti in rame, e arriva direttamente all’interno di abitazioni e uffici tth iber o he ome, fibra fino a casa), l’unica tecnologia che al momento può raggiungere e superare la velocità di 1 Gigabit al secondo (ossia 10 volte più rapida, in media, rispetto a una connessione Fttc). Open Fiber sceglie poi di essere un operatore infrastrutturale puro, wholesale only (all’ingrosso): non vende servizi di connetti-
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MARI ROSSETTI, A.D. DI OPEN FIBER
vità ai clienti finali, ma mette a disposizione la sua rete a tutti gli operatori interessati a parità di condizioni. Una scelta che consente di aprire il mercato anche a player di settoL'AZIENDA È PARTITA DALL'ACQUISTO DELLA RETE DI METROWEB A MILANO, TORINO E BOLOGNA E SI È POI DIFFUSA SU OLTRE 220 CITTÀ IN TUTTA ITALIA
ri diversi e che sta riscuotendo un crescente successo in Europa, al punto che l’UE ha disciplinato questo modello di business nel Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche. La prima città cablata da Open Fiber - che aveva acquisito la rete realizzata da etro eb a ilano, orino e ologna – Perugia. eguono ari, Cagliari, Catania, apoli, Padova, Palermo, Venezia e altre città di medie dimensioni (a oggi 220). In seguito, Open Fiber si aggiudica tutti e tre i bandi indetti da nfratel – società del ise – per
la costruzione e gestione ventennale di una rete a banda ultra larga in circa 7000 piccoli comuni italiani, le cosiddette aree bianche. Mentre nelle città grandi e medie (aree nere) Open Fiber realizza la sua infrastruttura con investimento privato, nelle aree bianche, ossia quelle zone in cui nessun operatore aveva dichiarato interesse a intervenire, Open Fiber agisce da concessionario pubblico, realizzando e gestendo per 20 anni un’infrastruttura che resta di proprietà statale. E il caso ha voluto che i piccoli borghi, le zone storicamente più svantaggiate dal punto di vista della copertura Internet, tornassero a giocare un ruolo di primo piano durante la pandemia. Il Covid 19 ha drammaticamente segnato un punto di svolta, sconvolgendo la quotidianità di miliardi di persone in tutto il mondo e infliggendo un colpo durissimo a molti segmenti di business. Il lockdown ha reso chiaro ed evidente a tutti è la necessità di un’enorme quantità di banda: dallo smart working alla didattica a distanza, con le videocall, fino al tempo libero, che ha visto un notevole aumento di streaming e gaming. Attività che richiedono bassissima latenza, grande capacità di trasmissione dati (sia in download che in upload) e contemporaneità di utilizzo. La necessità di rimanere isolati, al tempo stesso, ha reso chiaro che lavorare in un altrove rispetto all ufficio possibile. Per migliaia di italiani, questo altrove ha coinciso con il ritorno ai luoghi d’origine, e la presenza di una rete in fibra ottica sta rendendo possibile il ripopolamento dei borghi, annullando il divario dal punto di vista digitale tra i cittadini di serie A delle grandi città e quelli di serie B dei piccoli comuni. Resta ancora molto da fare, ma l’impatto che Open Fiber ha avuto sul settore del digitale in Italia