modernità e nazione
44
Contraddizioni dell’ideologia Per quanto ambiguamente espressa, l’indole anarchica e libertaria di Carrà appariva salda nei propositi; presto però si dovette misurare con l’attitudine, ben altrimenti orchestrata, di Marinetti. Prima ancora del lancio del futurismo, Gian Pietro Lucini aveva riconosciuto Marinetti tra gli «anarchici di pensiero e di forma», elogiandolo per essere fuoriuscito dalle consuetudini della borghesia e «di venire tra noi, tra gli artisti e i sovversivi»51. L’anarchismo che si poteva riconoscere in Marinetti era, per prima cosa, la forma di un individualismo estetico, l’antipedagogia d’una pratica creativa diretta, capace di scatenare libere forze espressive, al di là delle gabbie degli stili. Già nel manifesto di fondazione, lo sappiamo tutti, Marinetti aveva però disinvoltamente allineato i valori del militarismo e del patriottismo con quelli, ben diversamente eversivi, del «gesto distruttore dei libertarî». Marinetti provò a risolvere questa esplicita contraddizione ammettendo che lo sviluppo della collettività era un prodotto degli sforzi e delle iniziative individuali. Rispondendo alle obiezioni di un giornalista francese, il poeta si chiedeva, retoricamente: «Le geste destructeur de l’anarchiste n’est-il pas un rappel absurde et beau vers l’idéal d’impossible justice, une barrière à l’outrecuidance envahissante des classes dominatrices et victorieuses?»52. Ma è chiaro che questa «anarchia» era da intendersi in senso lato e metaforico, come attitudine al rovesciamento clamoroso di consuetudini, aspettative, conformismi. Nei pensieri e nelle parole di giovani non meno esasperati che frustrati, un linguaggio rorido e aggressivo era il minimo che ci si potesse attendere. «Io piglio 51 G. Lucini, Filippo Tommaso Marinetti, «La Ragione», 27 agosto 1908, cit. in Id., Marinetti Futurismo futurismi. Saggi e interventi, a cura di M. Artioli, Bologna, Boni Editore, 1975, pp. 72-79: G. Lista, Marinetti et les anarcho-syndacalistes, in Présence de Marinetti, a cura di J.C. Carcadé, Lausanne, L’Age d’homme, 1982, pp. 67-85; per una panoramica sul pensiero politico di Marinetti dal 1898 alla morte cfr. E. Gentile, La politica di Marinetti, in Id., Il mito dello Stato nuovo dall’antigiolittismo al fascismo, Roma-Bari, Laterza, 1982, pp. 139-170 e cfr. G. Berghaus, Violence, War, Revolution: Marinetti’s Concept of a Futurist Cleanser for the World, «Annali d’Italianistica», 27, 2009, pp. 23-71. 52 F.T. Marinetti, intervista concessa a «Comedia», 26 mars 1909, e pubblicata poi su Poupées électriques, Paris, Sansot, 1909, p. 29.