Il valore sociale della maternità di Redazione
Intervista a Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, dalla sua visuale come ritiene che si dovrebbe guardare questo anno che stiamo vivendo? Con fiducia, e i dati dimostrano che questa fiducia c’è e soprattutto che è ben riposta. Non voglio banalizzare affatto le difficoltà e le incognite di un momento così complicato a livello internazionale, ma gli italiani nei momenti più duri sanno tirare fuori il meglio di sé. E il compito della politica è quello di creare
le condizioni perché le potenzialità delle persone e delle comunità possano esprimersi liberamente e spontaneamente. Vogliamo, per esempio, far sì che gli italiani abbiano la possibilità di mettere su famiglia, fare figli, senza essere penalizzati. Vale per le famiglie come per il lavoro, per le imprese: bisogna eliminare ostacoli, aprire la strada a chi ha voglia di fare, mettere in atto una reale sussidiarietà. Evitare che le famiglie, come troppo a lungo accaduto
in Italia, non solo non siano sostenute ma siano addirittura penalizzate. Dobbiamo tornare a riconoscere il valore sociale della maternità, ricordarci che chi mette al mondo un figlio non fa solo una scelta privata, ma contribuisce al bene dell’intera comunità. Certo, tutto questo non si impone per decreto, come per decreto non si abolisce la povertà: è un lavoro lungo, i cui risultati si potranno giudicare solo a fine legislatura. Ma abbiamo intrapreso questa direzione
Il governo alla prova della maternità Aumento dell’ASSEGNO UNICO per il primo figlio e dal terzo figlio in su nei primi anni di vita, e aumento strutturale – in questo caso senza limiti di reddito – per le famiglie numerose. È previsto l’aumento del 50% della maggiorazione forfettaria, per i nuclei con almeno 4 figli, che sale a 150 euro mensili a nucleo; è introdotto l’aumento del 50% dell’assegno per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli a carico, limitatamente ai figli di età compresa tra uno e tre anni per i quali l’importo spettante per ogni figlio aumenta del 50%, per livelli di ISEE fino a 40.000 euro; è stabilito l’aumento del 50% dell’assegno, da applicare agli importi spettanti secondo le fasce Isee di riferimento, per i nuclei familiari con figli di età inferiore a 1 anno. Sono confermati e diventano stabili gli aumenti riconosciuti nel corso del 2022 per i figli disabili maggiorenni. In alcuni casi, l’aumento supera addirittura i 200 euro al mese. Stabilizzazione dei contributi per i figli 8
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SÌ alla VITA
con disabilità - Incremento dei CONGEDI PARENTALI Per la durata massima di un mese di congedo e fino al sesto anno di vita del bambino, l’indennità di congedo parentale è aumentata dal 30% all’80% della retribuzione. Il beneficio spetta ai lavoratori madri e padri che terminano il congedo di maternità successivamente al 31 dicembre 2022. Tale mese di congedo parentale consente di fruire di un’indennità pari all’80% (in luogo di quella ordinaria del 30%), con commisurazione alla retribuzione media globale giornaliera. Attualmente il congedo parentale spetta ai genitori lavoratori, entro i primi 12 anni di vita del bambino, per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a dieci mesi, elevabili a undici se il padre si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi. I congedi possono essere fruiti dai genitori anche contemporaneamente. In caso di parto, adozione o affidamento
plurimi, il diritto spetta alle stesse condizioni per ogni bambino. La legge di bilancio per il 2023 ha introdotto un’importante novità che dispone, per massimo un mese e fino al sesto anno del bambino, l’elevazione dell’indennità dal 30 all’80 per cento della retribuzione. Tale incremento è peraltro coerente con la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, che prevede sia un aumento dell’indennità, sia l’aumento dei giorni di congedo parentale per i padri, in continuità con il già previsto aumento a 10 giorni. Riduzione dell’IVA SUI PRODOTTI DELLA PRIMA INFANZIA La disposizione introdotta assoggetta all’aliquota IVA ridotta al 5% i prodotti per la protezione dell’igiene intima femminile, i tamponi e gli assorbenti (precedentemente soggetti all’aliquota IVA al 10%), nonché alcuni prodotti per l’infanzia. In particolare, il comma 1, lettera a), n. 2) assoggetta all’IVA al 5% i seguenti prodotti per l’infanzia:



































