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La maternità secondo Chiara Francini...
Scrivo quest’articolo nel pomeriggio della Festa della Mamma, domenica
14 maggio 2023. Anche domenica 14 maggio 2017 era la Festa della Mamma, l’ultima trascorsa con la Mamma dei miei, dei nostri figli, Maria Dolores, che lasciò questo mondo, del tutto improvvisamente, quella notte stessa. Ricordo come un privilegio, che valeva un’intera vita, quando, accarezzandole la pancia durante la prima gravidanza, quella del 2003, avevo distintamente avvertito le nocche delle dita del nostro bambino pronto a nascere.
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Maria Dolores era un’attivista del Movimento per la Vita, in cui io entrai grazie a Lei.
Perché scrivo queste note personali?
Intanto per ricordare Lei e il puro amore che aveva, e che ora ha dal Cielo, per i figli, per noi e per tutti. E poi per rivivere il coinvolgimento di cui parla Pablo
Neruda nella sua poesia Il figlio : «Come una gran tempesta noi scuotemmo l’albero della vita fino alle più occulte fibre delle radici ed ora appari cantando nel fogliame, sul più alto ramo che con te raggiungemmo».
Lo so che con mia moglie avemmo un dono, non ci giudicavamo migliori o più meritevoli di chi desidera dei figli ma non riesce ad averli, di chi non ha avuto la nostra stessa gioia.
È di ques to che ha parlato, in modo insieme ironico e dolente, la brava attrice Chiara Francini durante il suo monologo recitato sul palco del Festival di Sanremo, trasmesso a notte fonda (lo trovate cercando “Sanremo 2023 - Il monologo di Chiara Francini sulla maternità mancata” su YouTube, e come testo, “Sanremo 2023, il monologo di Chiara Francini: il testo integrale”.
Non voglio fare sintesi arbitrarie, ma ne riporto alcuni pezzi: «La parte più difficile di fare un figlio è immaginarlo. Immaginarsi come sarà. E se non mi sta simpatico? E se poi non condivido niente di quello che fa nella sua vita? E se viene troppo diverso da me? Nel mio caso certo che verrà diverso da me! Ma come faccio con te, bambino? Ancora non ti conosco, ancora non so nemmeno se nasci, se ci riesco a farti nascere, che già non ci capiamo...Per favore vienimi su brillante, con la battuta pronta. Odia, odia, odia ciò che si deve odiare, il male, l’ingiustizia, perché è con quell’odio che si fa tutto. Non è vero che si fa con l’amore. Sì, con l’amore si fanno delle cose, ma il grosso si fa con quell’odio lì. Profondo, viscerale, instancabile. Non essere, ti prego, una di quelle creature indifese, troppo buone. Perché poi dovrei cercare di difenderti tutto il tempo… Ma lo vedi come parlo? –continua la Francini – sembra che tutto dipenda da me, come se tu non esistessi già da prima di esistere. Io da qualche parte penso di essere una donna di merda perché non so cucinare, perché non mi sono sposata e perché non ho avuto figli. Razionalmente so che va bene così, ma da qualche parte, dentro di me, c’è questa voce, esiste, e io, alla fine, penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata… O, forse, sei proprio tu che non vuoi venire da me, perché credi che io mi sia dimenticata di te, che io mi sia dimenticata della vita. Ma io volevo solo essere brava, io volevo solo essere preparata, io volevo che tu fossi fiero di me. Anche se ancora non ci sei. Forse, perché ci sei sempre stato». Come si fa a tentare di commentare? Come non abbracciare con il cuore e con il pensiero Chiara Francini come se fosse una nostra amica? La Vita è un miracolo quotidiano.