8 minute read

Il valore sociale della maternità

Next Article
Il cuore che batte

Il cuore che batte

di Redazione

Intervista a Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità

Advertisement

Eugenia Roccella, dalla sua visuale come ritiene che si dovrebbe guardare questo anno che stiamo vivendo?

Con fiducia, e i dati dimostrano che questa fiducia c’è e soprattutto che è ben riposta. Non voglio banalizzare affatto le difficoltà e le incognite di un momento così complicato a livello internazionale, ma gli italiani nei momenti più duri sanno tirare fuori il meglio di sé. E il compito della politica è quello di creare le condizioni perché le potenzialità delle persone e delle comunità possano esprimersi liberamente e spontaneamente. Vogliamo, per esempio, far sì che gli italiani abbiano la possibilità di mettere su famiglia, fare figli, senza essere penalizzati. Vale per le famiglie come per il lavoro, per le imprese: bisogna eliminare ostacoli, aprire la strada a chi ha voglia di fare, mettere in atto una reale sussidiarietà. Evitare che le famiglie, come troppo a lungo accaduto in Italia, non solo non siano sostenute ma siano addirittura penalizzate. Dobbiamo tornare a riconoscere il valore sociale della maternità, ricordarci che chi mette al mondo un figlio non fa solo una scelta privata, ma contribuisce al bene dell’intera comunità. Certo, tutto questo non si impone per decreto, come per decreto non si abolisce la povertà: è un lavoro lungo, i cui risultati si potranno giudicare solo a fine legislatura. Ma abbiamo intrapreso questa direzione

Aumento dell’ASSEGNO UNICO per il primo figlio e dal terzo figlio in su nei primi anni di vita, e aumento strutturale – in questo caso senza limiti di reddito – per le famiglie numerose.

È previsto l’aumento del 50% della maggiorazione forfettaria, per i nuclei con almeno 4 figli, che sale a 150 euro mensili a nucleo; è introdotto l’aumento del 50% dell’assegno per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli a carico, limitatamente ai figli di età compresa tra uno e tre anni per i quali l’importo spettante per ogni figlio aumenta del 50%, per livelli di ISEE fino a 40.000 euro; è stabilito l’aumento del 50% dell’assegno, da applicare agli importi spettanti secondo le fasce Isee di riferimento, per i nuclei familiari con figli di età inferiore a 1 anno. Sono confermati e diventano stabili gli aumenti riconosciuti nel corso del 2022 per i figli disabili maggiorenni. In alcuni casi, l’aumento supera addirittura i 200 euro al mese. Stabilizzazione dei contributi per i figli

con disabilità - Incremento dei CONGEDI PARENTALI

Per la durata massima di un mese di congedo e fino al sesto anno di vita del bambino, l’indennità di congedo parentale è aumentata dal 30% all’80% della retribuzione. Il beneficio spetta ai lavoratori madri e padri che terminano il congedo di maternità successivamente al 31 dicembre 2022. Tale mese di congedo parentale consente di fruire di un’indennità pari all’80% (in luogo di quella ordinaria del 30%), con commisurazione alla retribuzione media globale giornaliera. Attualmente il congedo parentale spetta ai genitori lavoratori, entro i primi 12 anni di vita del bambino, per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a dieci mesi, elevabili a undici se il padre si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi. I congedi possono essere fruiti dai genitori anche contemporaneamente. In caso di parto, adozione o affidamento plurimi, il diritto spetta alle stesse condizioni per ogni bambino.

La legge di bilancio per il 2023 ha introdotto un’importante novità che dispone, per massimo un mese e fino al sesto anno del bambino, l’elevazione dell’indennità dal 30 all’80 per cento della retribuzione.

Tale incremento è peraltro coerente con la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, che prevede sia un aumento dell’indennità, sia l’aumento dei giorni di congedo parentale per i padri, in continuità con il già previsto aumento a 10 giorni.

Riduzione dell’IVA SUI PRODOTTI DELLA PRIMA INFANZIA

La disposizione introdotta assoggetta all’aliquota IVA ridotta al 5% i prodotti per la protezione dell’igiene intima femminile, i tamponi e gli assorbenti (precedentemente soggetti all’aliquota IVA al 10%), nonché alcuni prodotti per l’infanzia.

In particolare, il comma 1, lettera a), n. 2) assoggetta all’IVA al 5% i seguenti prodotti per l’infanzia: fin dal primo giorno, con grande determinazione, e continuiamo a portarla avanti.

Il governo è in carica da un tempo relativamente breve e, come lei ha detto, ha iniziato il suo mandato in una situazione generale che non è delle migliori. A giudicare da ciò che l’esecutivo ha fatto finora, ritiene ci siano le condizioni per realizzare i propositi che la denominazione del suo ministero racchiude?

La fiducia non è cecità e nemmeno velleitarismo. Sappiamo bene che abbiamo iniziato il nostro lavoro nel pieno della crisi peggiore degli ultimi decenni. Ma proprio i vincoli di bilancio imposti dalla situazione, e dunque la scarsità di risorse, hanno costretto il governo a fare delle scelte e a darsi delle priorità, e hanno consentito agli italiani di valutarle. Il sostegno alle famiglie, la creazione di un clima favorevole alla natalità, l’aiuto ai più fragili e allo stesso tempo – in ottica sussidiaria - la liberazione delle energie di chi vuole intraprendere e di chi può lavorare, in sostanza un Paese più vitale e più solidale senza essere assistenzialista, sono state per noi priorità assolute. Lo abbiamo dimostrato fin dalla legge di bilancio, e siamo andati avanti nella stessa direzione. I segnali che abbiamo dato sono stati davvero importanti e significativi.

Lei ha parlato di segnali. Quale messaggio avete voluto dare all’Italia?

Con la manovra finanziaria, varata in poche settimane nel pieno dell’emergenza energetica, con la necessità di investire gran parte delle risorse per fronteggiare il caro bollette, abbiamo stanziato un miliardo e mezzo per le famiglie italiane. Abbiamo aggiunto risorse, senza tagliare nulla, sull’assegno unico (per il primo figlio nel primo anno di vita, dal terzo figlio in su e in maniera strutturale per le famiglie numerose); abbiamo ridotto l’Iva per i beni per la prima infanzia, e siamo intervenuti su molti altri fronti, come la decontribuzione per le assunzioni di giovani e donne, i mutui agevolati, il potenziamento dei congedi parentali. Poi abbiamo tagliato le tasse sul lavoro, promosso iniziative per la conciliazione tra lavoro e famiglia per evitare soprattutto la penalizzazione della maternità, aumentato i fondi per i centri estivi; abbiamo riformato il reddito di cittadinanza sostituendolo con una misura di sostegno alla povertà che al contrario del RdC pone una grande attenzione alle famiglie e alle situazioni di fragilità, e che è cumulabile con l’assegno unico contribuendo così a dare un aiuto concreto a chi ne ha bisogno… e potrei andare avanti. A me sembra una indicazione di rotta forte e chiara.

Basterà a tirare fuori l’Italia dall’inverno demografico? La denatalità dovrebbe essere considerata la prima delle emergenze, eppure non sembra essere al centro del dibattito pubblico…

La natalità è stata a lungo assente dalla scena pubblica, una specie di convitato di pietra. Noi l’abbiamo messa al centro del dibattito, cominciando con l’intitolazione per la prima volta di un ministero, e facendo dei figli e della natalità un criterio basilare per i provvedimenti in ogni ambito. Del resto, tutti gli esperti concordano nel dire che siamo all’ultima chiamata. Manca davvero poco al punto di non ritorno, oltrepassato il quale il declino demografico sarà irreversibile.

• latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, condizionato per la vendita al minuto;

• preparazioni alimentari di farine, semole, semolini, amidi, fecole o estratti di malto per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini, condizionate per la vendita al minuto (codice NC1901 10 00);

• pannolini per bambini;

• seggiolini per bambini da installare negli autoveicoli.

MUTUI AGEVOLATI per l’acquisto della prima casa

La disposizione, al comma 74 dell’articolo

1 della legge di bilancio proroga al 2023 le misure previste per agevolare l’acquisto della prima casa di abitazione a favore dei giovani che non abbiano compiuto 36 anni di età con riguardo all’operatività del Fondo di solidarietà per la sospensione dei mutui relativi all’acquisto della prima casa, al Fondo di garanzia per la prima casa e alle speciali agevolazioni in materia di imposte indirette. Il comma 75 dispone il rifinanziamento del Fondo di garanzia per la prima casa per l’anno 2023 con l’assegnazione di ulteriori 430 milioni di euro.

Innalzamento del tetto ISEE da 20.000 a 30.000 per l’accesso al beneficio del BONUS BOLLETTE per le FAMIGLIE CON

4 E PIÙ FIGLI

Si eleva dal secondo trimestre 2023 e fino al 31 dicembre 2023, in favore delle famiglie numerose con più di quattro figli, la soglia ISEE che permette l’’accesso alla tariffa agevolata per la fornitura di energia elettrica e il diritto alla compensazione per la fornitura di gas naturale previsti dall’articolo 9 del decreto -legge 185 del 2008, portandola dagli attuali 20.000 euro a 30.000 euro.

DELEGA FISCALE, criteri familiari

• Natalità e sostegno alle famiglie sono previsti come princìpi cardine ai quali la riforma dovrà ispirarsi;

• La composizione del nucleo familiare e i costi sostenuti per la crescita dei figli sono indicati come criteri per la revisione del sistema di tassazione.

Rifinanziamento e incremento fondi per i CENTRI ESTIVI

Sono stati rifinanziati i centri estivi e il relativo fondo è stato incrementato da 58 a 60 milioni di euro

Misura sostitutiva del REDDITO DI CITTADINANZA

Il pacchetto di misure sul lavoro varate il primo maggio presenta una grande attenzione alla famiglia e alla natalità. In particolare:

• La misura che sostituisce il reddito di cittadinanza pone molta attenzione ai carichi familiari e al lavoro di cura, e in combinato disposto con l’assegno unico presenta significativi benefici

• Fringe Benefit

È stata elevata a 3.000 euro la soglia esentasse per i fringe benefit per i lavoratori con figli

Per troppo tempo il calo delle nascite è st ato ignorato, e nel migliore dei casi si sono messi a fuoco solo i problemi di precarietà economica e occupazionale dei giovani, accantonando l’enorme mutamento culturale che stiamo vivendo, e che investe tutto il mondo sviluppato: basta ricordare che nessun paese europeo è ormai al di sopra di 2.1 figli per donna, la soglia che assicura l’equilibrio demografico. Il governo non sottovaluta affatto le questioni economiche che ostacolano la formazione di nuove famiglie, e come si è visto le considera una priorità nell’assegnazione delle risorse. Ma gli impedimenti alla natalità sono anche, e forse soprattutto, culturali. Dalla ripresa delle nascite passa il futuro, la sostenibilità del sistema pensionistico e sanitario, la crescita economica, ma passa soprattutto la vitalità di una società, la solidarietà tra le generazioni, la speranza, la capacità di coltivare nuove idee e non incartarsi su noi stessi. Eppure ci sono interi settori dell’arco politico che sembrano aver rimosso questo tema, e accusano chi vuole occuparsene di nostalgie reazionarie, e di voler ricacciare le donne nel ruolo di casalinghe.”

È sufficiente un ministero senza portafoglio per scalare questa montagna?

Il ministero che mi è stato affidato è senza portafoglio ma esiste una grande risorsa che si chiama iniziativa politica.

Il mio ruolo non è quello di rosicchiare briciole di bilancio per piantare qualche bandierina da sventolare, ma di cercare di irradiare il ‘fattore famiglia’ nei vari ambiti dell’attività di governo. Fare in modo, cioè, che ogni provvedimento, in qualsiasi materia, venga valutato e pensato anche alla luce delle sue ricadute sulle famiglie. Un impegno importante, ma la presidente Meloni e il governo sono su questa lunghezza d’onda e lo dimostrano ogni giorno.

Il suo ministero si chiama ‘per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità’. Il binomio tra famiglia e natalità appare naturale. Che ci dice delle pari opportunità?

Il nome del mio ministero è un programma politico. All’abbinamento tra famiglia e pari opportunità noi abbiamo aggiunto la natalità. E le pari opportunità sono in qualche modo il cuore di tutto.

Le rilevazioni ci dicono infatti che nelle donne il desiderio di fare figli è intatto rispetto al passato, ma poi il desiderio resta tale, non si realizza. Ecco, noi vogliamo che le donne che vogliono essere madri siano libere di farlo senza dover rinunciare al lavoro, alla carriera, alle proprie vocazioni e aspirazioni. E vogliamo rendere la maternità un fatto socialmente premiante . Oggi vantare un titolo professionale è un elemento prestigioso, essere madri non lo è. Lavoreremo perché la società torni a riconoscere valore alla maternità. Per fare questo c’è bisogno di uno sforzo di tutti, non solo della politica. È necessario coinvolgere le amministrazioni locali, le aziende, i sindacati, il terzo settore, facendo leva anche sulla sussidiarietà. Credo sia l’unico modo per uscire dall’inverno demografico che rischia di raggelare la nostra convivenza.

This article is from: