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La “svolta” di Heartbeat International

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Il cuore che batte

Il cuore che batte

di Myriam Romano

Dal 26 al 28 aprile 2023 si è svolta a Louisville, Kentucky (USA) la conferenza annuale di Heartbeat International a cui hanno preso parte oltre 1.800 operatori provenienti da tutto il mondo, impegnati nel sostegno alla maternità. Presente anche il Movimento per la Vita Italiano con Giuseppe Grande, Andrea Tosato, Myriam Romano, Eleonora Ottoni, Denise D’Amato, Soemia Sibillo. Numerosi i temi affrontati, sotto i diversi punti di vista: storico, scientifico, culturale, umano, bioetico, esperienziale. Si sono susseguite con altissima professionalità e sensibilità intense giornate di workshop e testimonianze. Myriam Romano, giovane volontaria, vincitrice del concorso europeo dedicato ad Alessio Solinas racconta come ha vissuto questa esperienza.

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Partire senza troppe aspettative ma con grandi speranze: è la regola implicita che mi sono data e secondo la quale vivo i viaggi da un po’ di anni. C’è una divisione netta fra questi due termini – aspettativa e speranza – che ha a che fare con l’apertura del cuore. Le aspettative nei confronti della prima volta negli Stati Uniti e di una conferenza del calibro di Heartbeat International potevano essere alte, eppure sentivo di non averne. Non ho avuto il tempo di crearmene, inoltre credo che canalizzare le energie nella speranza sia il miglior investimento che si possa fare. Niente immagini stereotipate, niente scene prefigurate o troppe pare – come diciamo in Veneto – su come sarebbe andata, solo tanta speranza, esattamente quello di cui il mio cuore aveva bisogno: una svolta. Breakthrough era infatti il titolo e tema principale della conferenza tenuta a Louisville. Mai scelta fu più azzeccata, per i temi trattati, ma anche per il nostro gruppo – uno dei più nutriti fra le tante nazioni presenti – che da diverse zone dell’Italia ha raggiunto gli USA. Vite e impegni diversi, che sono confluiti negli workshop dedicati alle tematiche più varie: dal fundraising alla leadership, dal volontariato nei pregnancy centres alle tematiche bioetiche. Un’offerta veramente ricca per la nostra crescita professionale e personale che mai mi era capitato di avere prima d’ora. La bellezza di ritrovarsi la sera, stanchi ma felici, a raccontarci quello che ci aveva colpiti è a tutti gli effetti l’unico souvenir che mi sono portata a casa, assieme a nuove amicizie sparse per il mondo, persone con storie molto diverse fra loro che ora camminano con me anche se a distanza. La svolta è stata personale ma a suo modo – io credo – anche del Movimento, che alla fine siamo noi: persone sparse per il mondo che fanno viaggi folli per la stessa causa, la Vita. Vita che è tale dal concepimento e da difendere sempre, « from the womb to the tomb », come mi ha ricordato una signora incontrata per i corridoi in uno dei tanti scambi spontanei di quei giorni. In mezzo, in questo viaggio, c’è un’infinità di svolte come queste che ti caricano di speranza, che al contrario delle aspettative non può mai venire delusa.

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