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I lati oscuri della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA)

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Il cuore che batte

Il cuore che batte

Una delle caratteristiche del nostro tempo è quella di dominare l'inizio e la fine della vita umana. In questo contesto rientra anche la c.d. PMA espressione edulcorata con cui si indicano una serie di tecniche di fecondazione artificiale (intra od extracorporea) che hanno la finalità di “consegnare un figlio” a quelle coppie che per motivi di sterilità o infertilità non riescono ad averlo. È importante ribadire che le tecniche di PMA non curano sterilità o infertilità, non sono terapie; infatti la persona o la coppia che ne è affetta rimane sterile o infertile. Le tecniche di PMA hanno numerosissimi “lati oscuri” da vari punti di vista (medico-scientifico, etico-morale, deontologico, giuridico, economico) per questo sono discusse e ritenute, alla luce di una prospettiva personalista, non accettabili sotto il profilo etico-morale. Sotto il profilo fondamentale del diritto alla vita dei figli concepiti con queste tecniche, i punti cruciali riguardano la lesione della dignità della procreazione, l’elevato tasso (oltre il 90%) di perdita embrionaria al quale questi figli sono esposti, i rischi per il figlio anche dopo la nascita, la produzione di embrioni c.d. sovrannumerari, l'uso degli embrioni a fini di sperimentazione, la loro selezione (eugenetica) e la contestuale eliminazione o il loro congelamento (che espone sicuramente a morte gli embrioni se non ne viene garantita la destinazione alla nascita), il successivo aborto quando il figlio presenti anomalie o quando vi siano gravidanze plurigemellari. Si tenga presente che queste tecniche applicate nella forma eterologa violano sia il diritto del bambino ad avere un solo padre e una sola madre certi e conosciuti, sia il significato della genitorialità; significato che viene completamente stravolto con la pratica dell’utero in affitto.

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