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Maria stella della nuova evangelizzazione
In occasione della mostra “Maternità, che capolavoro!”, parte del Progetto Mater. Donne e maternità tra cura e cultura, gli iconografi Paola e Davide La Fede hanno creato un nuovo ciclo pittorico per la mostra dedicato a concepimento, gravidanza e maternità. Un ciclo pittorico che parla di vita nascente e maternità in cinque tappe, con cinque icone: Maria stella della nuova evangelizzazione, Tu apristi la porta alla nostra luce: l’Annunciazione, L’incontro: La Visitazione, L’amore donato: Lo sposo e la sposa, La Vergine e il drago: attacco alla vita. In questa rubrica, saranno gli artisti stessi a presentare le cinque icone. Cominciamo dalla prima.
San Giovanni Paolo II, parlando all’apertura del terzo millennio della necessità di una nuova evangelizzazione, proclama Maria stella, punto di riferimento, aiuto sicuro, indicatrice della via. Questa icona risulta quindi del tutto nuova nella sua tipologia, pur conservando alcuni tratti canonici dell’iconografia antica.
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Lo sfondo
L’icona è totalmente immersa nel fondo rosato. Il corallo e le perle di fiume creano una vibrazione materica particolare. Il color rosa utilizzato liturgicamente nelle due domeniche Laetare e Gaudete (metà avvento e metà quaresima) è un segno escatologico: mostra l’alba dell’eternità, l’inizio dell’ottavo giorno, il giorno senza tramonto. Evangelizzare significa porre l’uomo in questa dimensione.
Nel rito battesimale, viene chiesto al catecumeno: «Cosa ti dà il battesimo?» e Lui risponde: «la fede, la vita eterna». Noi siamo stati creati da Dio per ricevere la natura di Figli cioè una natura eterna.
Il bordo esterno dell’icona è formato da un filetto rosso e da una fascetta arancione, i due colori rappresentano la divinità e la fedeltà di Dio che, nel Suo amore, desidera salvare ogni uomo.
Il monogramma (MP-OV) indica Maria madre di Dio. Nell’iconografia, l’iscrizione del nome è molto importante, il nome qualifica il personaggio, lo rende presente nella sua specificità e gli attribuisce la facoltà di intercedere.
Il nimbo di Maria
In genere, Il nimbo dorato in cui è immersa la testa del Santo o della Santa è l’espansione del nimbo cruciforme di Cristo, che attraverso la croce ha santificato l’uomo, dandogli l’accesso alla santità. I Santi pur vivendo sulla terra, non sono “del mondo”, la loro testa è “nel cielo”.
Nel nimbo dorato di Maria, immagine della chiesa evangelizzatrice, è inciso il carro di fuoco (la MERKABA dove MER significa luce, KA significa Spirito e BA significa corpo inteso come realtà esistenziale). Il carro di fuoco è un mezzo per “trasportare Dio”, una sorta di trono di Dio. Le figure descritte dal profeta riprendono i simboli dei quattro evangelisti (il bue, il leone, l’angelo e l’aquila), e quindi dei quattro vangeli che devono essere predicati in tutta la terra. (Ezechiele 1, 4-21).
Il manto di Maria
Il manto di Maria è di color porpora secondo la tradizione iconografica, Lei è stata rivestita della natura di Dio.
Al centro, la grande stella la indica come stella della evangelizzazione (la stella, riprende tutta la simbologia della “stella del mattino”, citata nel preconio Pasquale e nel libro dell’Apocalisse, ed esaltata come “stella di luce” negli elementi decorativi degli antichissimi tappeti cristiani Armeni). Le tre stelle più piccole dipinte sul manto appartengono alla tradizione iconografica e indicano la verginità di Maria prima, durante e dopo il parto.
Il manto di Maria sviluppa una colorazione diversa nei risvolti del tessuto, unendo al rosso il colore verde (segno dello Spirito Santo).
Il manto è strutturato, più che come un panneggio, come un’architettura dove le linee di demarcazione delle pieghe si collegano l’una all’altra come dei vasi comunicanti; il manto quindi, oltre ad essere un’espansione della vita del rappresentato, diviene come una struttura che lo sorregge. (Ebrei 11,10).
La veste di Maria
La veste di Maria di color blu azzurro indica la sua natura umana. La cuffietta intorno alla testa è dipinta come una rete per la pesca, il segno più chiaro della evangelizzazione, la “preoccupazione” principale della chiesa, l’occupazione fondamentale del cristiano, chiamato ad evangelizzare sempre in virtù del suo battesimo.
La veste mette in evidenzia la gravidanza di Maria, che, come immagine della chiesa, gesta continuamente figli per la vita eterna, dando a loro la possibilità in Cristo di sperimentare la vittoria sulla morte già in questa vita. La felicità per l’uomo e il senso della vita sono legati a questa esperienza che toglie il terrore della morte e della sofferenza. (Ebrei 2, 14-15). Per questo in seno alla Chiesa c’è questo utero con un‘acqua sempre viva (il fonte battesimale) sempre pronto ad accogliere i peccatori perché diventino figli di Dio. Nell’immagine viene evidenziato anche il seno materno della chiesa, sempre pronto a dare gratuitamente il suo latte per nutrire i suoi figli (Isaia 66, 11).
Ascolta l’intervento di Paola e Davide La Fede, iconografi, su Una donna vestita di sole. Concepimento, gravidanza e maternità nell’iconografia, e di don Carlo Tartari, Vicario Episcopale per la Pastorale e i Laici, Parole di Vita.
La postura e la gestualità
Il volto di Maria è rivolto alla sua sinistra, ai peccatori che hanno bisogno di salvezza; la sua mano benedicente raccoglie tre dita come segno trinitario e le altre due indicano le due nature di Cristo. La mano sinistra protegge il frutto del suo ventre ed indica il luogo prezioso della salvezza.
Tutto è pronto, l’amore di Dio manifestato in Gesù Cristo prepara una strada, attraverso lo Spirito Santo, di ritorno al Paradiso perduto (dal manto di Maria si sviluppa infatti, come una strada color verde che conduce i lontani nel suo seno materno).
Il volto di Maria
I tratti del volto di Maria evidenziano alcuni particolari tipici dell’iconografia cristiana: occhi grandi, come colui che riflettendo la gloria di Dio sa vedere la vita con gli occhi della fede; il terzo occhio in mezzo alla fronte come colui che ha sapienza e discernimento nella vita; bocca piccola, come colui, che più che parlare, ascolta la voce di Dio; l’orecchio è messo in evidenza… come colui che è sempre in ascolto; il Suo sguardo “in lontananza”, come colui che legge al di là dei fatti della vita. Il volto ha luce propria che emana la sua interiorità.