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Numeri per la Vita

Dal 2017 è attivo Archivio CAV 3 (https://www.mpv.org/archiviocav-3), ovvero il servizio informatizzato che raccoglie i dati dell’attività dei Centri di Aiuto alla Vita italiani per elaborarli a livello statistico. Naturalmente, raccomandiamo a tutti di utilizzare tale fondamentale servizio del MpV italiano.

Vale però la pena di “tenere a mente” chi ha creato le premesse di questo strumento, ideando e gestendo – per conto del Movimento nazionale – la statistica dell’attività dei CAV nei decenni precedenti il 2017.

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Il compito di censire l’attività dei Centri di Aiuto alla Vita era stato affidato alla Segreteria nazionale di collegamento di Padova in occasione del secondo convegno nazionale dei CAV, svoltosi a Bologna nel 1982.

Come ci informa Ubaldo Camilotti, storica anima di questo servizio, l’attività della Segreteria si limitava inizialmente al censimento dei CAV esistenti e alla pubblicazione di semplici annuari, ma subito si pensò alla necessità di raccogliere organicamente tutti i dati relativi all’opera dei CAV. Vennero perciò predisposte, con la collaborazione dell’Istituto di Statistica dell’Università di Padova, sia le schede relative alle utenti, sia l’utilissima scheda riepilogativa annuale (bambini nati, gestanti e altre donne assistite).

Le prime schede vennero distribuite ai Centri di tutta Italia nel 1987; mentre il primo Rapporto sui dati raccolti vide la luce nel 1990, trasformandosi a partire dal 1999 nel famoso dossier Vita CAV, usato da tutti noi per studi, conferenze, dibattiti.

Scorrendo i diversi dossier si coglie la rilevanza sociale e persino politica del lavoro svolto. Si dimostra infatti l’effetto preventivo dei CAV rispetto all’aborto, se è vero che, per esempio, dal dossier 2016 (l’ultimo pubblicato) risulta che ben il 75% delle gestanti seguite dai nostri centri hanno deciso di tenere il loro bambino. Si dimostra così che la prima prevenzione dell’aborto è l’amicizia e la condivisione che vengono offerte alla donna. Impressionanti poi i numeri relativi alle gestanti straniere: sempre nel 2016 se ne contavano ben 7846, provenienti da 90 Paesi. La troppa retorica, bipartisan, che i politici fanno sugli extracomunitari, nei nostri CAV è annientata dalla realtà stupenda e inconfutabile di tante vite salvate, comprese quelle delle madri, sottratte al buio interiore dell’aborto.

Infine, o magari in principio, va ricordato che l’attività della Segreteria di Padova, diretta dallo stesso Camilotti, fu coordinata da Giuliana Saggin. A queste due valorose figure si aggiunsero Luigino Corvetti e Giorgio Medici. Il loro lavoro rappresenta un’eminente forma di carità intellettuale, tanto più preziosa quanto più solitamente trascurata. Eppure è proprio con questo lavoro d’archivio, preciso e oscuro, che si vincono le battaglie culturali.

A tacere dell’utilità che esso può avere per gli studi scientifici, in grado di mettere in luce la nostra opera, c’è da dire che gli stessi media sono golosissimi di dati. In occasione di interviste o dibattiti, la prima cosa che ti chiedono sono i numeri, i dati appunto. E non averne è come presentarsi disarmati a un duello. E noi questo non ce lo possiamo proprio permettere, per l’amore che portiamo ai bambini concepiti e alle loro mamme.

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