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Uteri artificiali

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Il cuore che batte

Il cuore che batte

Il 6 maggio, il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista dell’ottimo Aldo Cazzullo alla notissima scrittrice Michela Murgia, che ha raccontato di essere purtroppo gravemente ammalata. È un racconto coraggioso e toccante, dal quale estraggo una riflessione su un capitolo del suo ultimo libro “Tre ciotole”. «È la storia di una donna che mette al mondo un bambino e lo affida a una coppia che lo desiderava. Odio sentir parlare di “utero in affitto”, di “maternità surrogata”. Odio la retorica della maternità biologica; meno figli si fanno, più si misticizza la maternità. Forse un giorno nasceremo tutti da un utero artificiale. Quelli che parlano di maternità rubata sono gli stessi che hanno in casa badanti che hanno lasciato i loro figli in Paesi lontani per occuparsi dei nostri bambini e vecchi». Con tutto il profondo rispetto per la sua vicenda umana, mi sfugge la correlazione tra le badanti e l’utero in affitto, e definire “retorica” la maternità biologica, l’esempio del più grande e puro amore di tutta, tutta la storia umana, che abbraccia anche le mamme adottive, le donne, tantissime, che hanno “fatto da mamma” a chi, per vari motivi, una mamma non l’aveva.

Un “utero artificiale” era già previsto in un grande libro di fantascienza, mondo nuovo di Aldous Huxley (1932): «La produzione in serie viene applicata anche alla riproduzione umana, resa completamente extrauterina.

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Gli embrioni umani vengono prodotti e fatti sviluppare in apposite fabbriche secondo quote prestabilite e pianificate dai governatori mondiali - l’inizio del romanzo si svolge proprio in una di esse - e non esistono più vincoli familiari di alcun tipo (“ognuno appartiene a tutti gli altri”). Per impedire nascite naturali, e quindi non controllate, vengono usate apposite pratiche di contraccezione, insegnate ai giovani nelle scuole; neanche più il cognome indica l’appartenenza a una famiglia, dato che ogni individuo può scegliere il nome e il cognome che preferisce».

Ma questo “mondo nuovo” vi piacerebbe?

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