I lati oscuri della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) Una delle caratteristiche del nostro tempo è quella di dominare l'inizio e la fine della vita umana. In questo contesto rientra anche la c.d. PMA espressione edulcorata con cui si indicano una serie di tecniche di fecondazione artificiale (intra od extracorporea) che hanno la finalità di “consegnare un figlio” a quelle coppie che per motivi di sterilità o infertilità non riescono ad averlo. È importante ribadire che le tecniche di PMA non curano sterilità o infertilità, non sono terapie; infatti la persona o la coppia che ne è affetta rimane sterile o infertile. Le tecniche di PMA hanno numerosissimi “lati oscuri” da vari punti di vista (medico-scientifico, etico-morale, deontologico, giuridico, economico) per questo sono discusse e ritenute, alla luce di una prospettiva personalista, non accettabili sotto il profilo etico-morale. Sotto il profilo fondamentale del diritto alla vita dei figli concepiti con queste tecniche, i punti cruciali riguardano la lesione della dignità della procreazione, l’elevato tasso (oltre il 90%) di perdita embrionaria al quale questi figli sono esposti, i rischi per il figlio anche dopo la nascita, la produzione di embrioni c.d. sovrannumerari, l'uso degli embrioni a fini di sperimentazione, la loro selezione (eugenetica) e la contestuale eliminazione o il loro congelamento (che espone sicuramente a morte gli embrioni se non ne viene garantita la destinazione alla nascita), il successivo aborto quando il figlio presenti anomalie o quando vi siano gravidanze plurigemellari. Si tenga presente che queste tecniche applicate nella forma eterologa violano sia il diritto del bambino ad avere un solo padre e una sola madre certi e conosciuti, sia il significato della genitorialità; significato che viene completamente stravolto con la pratica dell’utero in affitto.
PMA: efficienza, rischi e costi I lati oscuri della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA)
di Maurizio Guida Abbiamo affrontato alcuni temi scottanti della PMA con la Dott.ssa Clementina Peris, una delle massime esperte italiane di sterilità, che ha diretto per anni la Struttura Dipartimentale di Sterilità del Sant’Anna di Torino. La Peris non è mai stata un personaggio semplice, ed è nota per la nettezza dei suoi giudizi e per la estrema competenza, dimostrata da decine di pubblicazioni scientifiche e libri diffusi in tutto il mondo. La sterilità è davvero in aumento? Si: infatti lo stile di vita attuale, l’alimentazione, l’attività fisica, il fumo e l’inquinamento condizionano pesantemente la natalità e conducono ad aumento delle condizioni facilitanti l’insorgenza di sterilità, come ad esempio la ricerca di prole in età più avanzata. La PMA è presentata erroneamente come soluzione per una gravidanza che tarda ad arrivare… Anche se ogni soluzione tecnologica
ha sempre il fascino del progresso, in moltissimi casi la causa “funzionale” di una sterilità potrebbe essere superata con bassi costi economici, fisici e psicologici. Continuo a vedere coppie sterili che hanno già avuto esperienze fisicamente ed emotivamente negative dalla PMA, e che intendono cercare di esplorare tutti i mezzi ancora nelle loro mani. Cosa si intende per causa “funzionale”? La sterilità ha diverse cause, e spesso si può intervenire correggendole, anche in parte, in modo da ristabilire la fertilità, mentre oggi anziché risolvere il problema alla base, con una diagnosi corretta e una impostazione terapeutica personalizzata, si ricorre alla PMA. Andrebbe sempre precisato che la PMA non è la soluzione e non è la più efficiente. La PMA quindi non è un trattamento particolarmente efficiente? No: a riprova di ciò, in letteratura
scientifica si calcola che solo il 5% degli oociti prelevati e utilizzati in PMA è in grado di portare alla nascita di un bambino, contro il 25% degli oociti ovulati e fecondati normalmente. Quali sono i rischi poco noti della PMA? Ci sono rischi per le mamme e rischi per bambini: in particolare, si dovrebbe sapere che alcuni trattamenti usati nella PMA (definiti add-ons) sono generalmente privi di alcuna chiarezza di reale utilità: adottarli vuol dire semplicemente pagare di più per sperare di avere più possibilità di avere un figlio, senza sapere se ne deriva un figlio in buona salute. Un chiaro esempio di add-on nocivo è il test pre-impianto per le aneuploidie (PGT-A), cioè il test per identificare un cromosoma in più (come nella sindrome di Down) e procedere ad eliminarlo. Questo test è ampiamente criticato in quanto è responsabile di diminuzione di probabilità di gravidanza, anche in caso di trasferimento di embrione sano!



































