zione. A metà dicembre del 1918 il Ministero degli Esteri serbo aveva infatti chiesto l’arresto immediato di coloro che vennero ritenuti come i maggiori carnefici bulgari, tra i quali figuravano Protogerov e Aleksandrov:19 ma la richiesta si trasformò immediatamente in un nulla di fatto. Dei procedimenti citati nella risposta del ministro Teodorov a Chrétien alla fine di dicembre non si seppe più nulla. L’unica «consolazione» giunse alla fine febbraio, quando il governo bulgarò comunicò la condanna di due ufficiali colpevoli di crimini: il maggiore Kulčin, condannato a morte dal tribunale militare di Sofia il 17 febbraio per «abuso di potere e omicidio premeditato commesso a Ćuprija dove era comandante della città», e il capitano Samardžijev, il tristemente famoso comandante del campo di Gornje Paničarevo, condannato anch’egli a morte dal tribunale militare di Stara Zagora per «abuso di potere, appropriazione illegale di beni altrui e ferimenti di grave natura». Kulčin venne effettivamente giustiziato; nel caso di Samardžijev invece la pena fu commutata in 15 anni di carcere.20
A Parigi Una settimana dopo l’apertura dei lavori della Conferenza di Pace a Parigi, nel pieno della formazione e dell’organizzazione dei vari organi che avrebbero dovuto portare all’elaborazione finale dei trattati di pace, alla quantificazione delle riparazioni e al nuovo assetto internazionale, i rappresentanti delle grandi potenze presero la decisione di costituire una Commissione sulle Responsabilità della guerra e sull’Applicazione della sanzioni. Partendo dalle Convenzioni dell’Aia del 1899 e del 1907 e basandosi sui rapporti che nel corso del conflitto e nell’immediato dopoguerra erano stati elaborati dai vari paesi, la Commissione avrebbe dovuto elaborare delle nuove norme giuridiche che per la prima volta avrebbero significato la punizione dei responsabili dei crimini di guerra e dei crimini commessi durante la guerra, ovvero nuove forme di diritto internazionale che si erano dimostrate indispensabili in seguito agli avvenimenti accaduti tra il 1914 e il 1918.21 Una AS, MID-PO, 1918, III/764, br. 10965, da prefetto dipartimento Bregalnica a Ministero degli Interni, 4/17 dicembre 1918. 20 AJ, 336-23-1264, da Ministero degli Esteri serbo a delegazione a Parigi, 9/22 aprile 1919 (si invia in allegato la nota del Ministero degli Esteri bulgaro al generale Chrétien del 25 febbraio 1919). 21 Si veda: Bruna Bianchi I civili: vittime innocenti o bersagli legittimi?, in Bruna Bianchi (a cura di), La violenza contro la popolazione civile nella Grande Guerra, Unicopli, Milano, 2006, pp. 13-82. 19
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