La Croce rossa internazionale inviò una missione a Gornje Paničarevo nel marzo del 1917,157 dove peraltro era già presente la Y.M.C.A. che poté distribuire agli internati della carne, del grasso, dei fagioli e altro che permisero a molti di non morire di fame; nel marzo del 1918 riuscì anche ad ottenere il rilascio graduale degli internati.158 E tuttavia tutto ciò fu ben poco di fronte alle drammatiche dimensioni del fenomeno.
La situazione in Morava e Macedonia L’insurrezione in Toplica e la sua repressione, così come le nuove dimensioni di massa dell’internamento, non modificarono sostanzialmente l’insieme degli elementi che nel periodo precedente avevano caratterizzato l’occupazione bulgara: semmai, ne amplificarono la portata. Nel corso delle spedizioni punitive e delle distruzioni dei villaggi il saccheggio fu onnipresente. Molti venivano percossi e spogliati dei loro averi, le case derubate di ogni bene, il bestiame requisito senza alcuna formalità. Nel corso dei massacri, molti omicidi venivano commessi anche solo per rubare il denaro. Capitava anche che ufficiali si travestissero da soldati per non farsi riconoscere durante le loro azioni di saccheggio, e che con la scusa di cercare armi nascoste venissero in realtà portati via dalle case tutti gli oggetti di valore.159 La popolazione rimasta, soprattutto nelle zone più colpite dalla repressione, fu ancora oggetto del comportamento autoritario e corrotto dei funzionari. E proprio il problema della corruzione dei funzionari, per i quali le principali fonti di guadagno erano appunto l’estorsione e il saccheggio, continuò a sussistere diffusamente. Nel momento in cui venivano ordinate le violenze più estreme, l’interesse dei vertici bulgari sembrò rivolgersi proprio a questo. Il Ministero degli Interni bulgaro, a cui giungevano diverse lamentele della gente della Morava e della Macedonia per la condotta «brutale e scorretta» dei funzionari nei loro confronti, richiamò il 2/15 luglio l’attenzione delle principali autorità civili nei territori occupati – i prefetti dei dipartimenti - sul personale che sceglievano, in quanto che «hanno il compito di far sentire alla Slađana Bojković-Miloje Pršić, O zločinima…, cit., p. 183. 157 AJ, MIP-DU, 334-11, testimonianza del parroco Petar Lazić, 17 dicembre 1918; anche in Rapport…, cit., tomo III, doc. 243, testimonianza di Pierre Lazitch, 17 dicembre 1918, pp. 80-82. 158 AJ, MIP-PO, 334-8-18, rapporto delegato serbo a Sofia col. Tucaković n. 131, 31 ottobre 1918. Pubblicato parzialmente in Isidor Đuković, Izveštavanje delegata srpske Vrhovne komande iz Bugarske (oktobar – decembar 1918), in Vojno-istorijski glasnik, 1-2/2002, pp. 69-89. 159 R. A. Reiss, Izveštaj o bugarskim…, cit., in Slađana Bojković-Miloje Pršić, O zlocinima…, cit., p. 133 e p. 201.
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