a Dobrič, Varna, Đumurdžina, Edirne, Pazardžik, Gornja Džumaja e in tutti gli altri campi di internamento sparsi per la Bulgaria.
Un bilancio dell’internamento Nelle terribili condizioni descritte da tutti i testimoni si trovarono, tra il 1916 e il 1918, diverse decine di migliaia di civili serbi e macedoni. Alle già numerose migliaia di civili colpiti dagli internamenti dell’inverno 1915/16 e dalle deportazioni di massa soprattutto del novembre 1916 si aggiunsero dal marzo del 1917 moltissime altre persone. Mentre nel primo caso provenivano da tutti i territori del Regno, trattandosi dei notabili, degli intellettuali e in generale delle persone ritenute pericolose, e nel secondo si trattava invece soprattutto di serbi e filoserbi macedoni deportati da alcune zone precise (Poreče) e dai paesi lungo la linea del fronte, in questo caso si trattava quasi esclusivamente di serbi delle vecchie frontiere. Gli ordini di Protogerov e Tasev e la violenta repressione in Toplica e nel resto delle zone coinvolte avevano causato, secondo Reiss, l’internamento di oltre 80.000 persone solo dalla Morava.150 Lo stesso Reiss affermò un dato agghiacciante: circa 8.000 ragazze dai 10 ai 14 anni erano state vendute dai bulgari ai turchi per gli harem di Costantinopoli e di altre città.151 L’enorme afflusso di internati, cui si aggiunsero molti greci e rumeni che ricevettero lo stesso trattamento dei serbi, obbligò il Comando supremo e il governo bulgaro a riorganizzare tutto il sistema dei campi di concentramento, fino ad allora dedicati principalmente ai prigionieri di guerra. Sorsero campi ovunque, accomunati dalle pessime condizioni di ognuno. I civili, insieme ai maggior parte di loro sono stremati, senza vestiti e per la maggior parte scalzi. Le razioni ufficiali quotidiane consistevano in 600 grammi di pane, 100 di verza, 100 di frumento, 5 di grasso, 14 di sale e 4 di farina. Due volte alla settimana ricevevano 100-150 grammi di carne […]. Le persone sono alloggiate in delle baracche basse e improvvisate. Tra ogni baracca – sono a circ 2-3 metri l’una dall’altra, sono state scavate delle buche per i bisogni[…]». Nel vedere queste condizioni, il delegato serbo, in un impeto di rabbia, aggiunse: «Richiedo che questo sistema alimentare venga applicato anche ai loro prigionieri»: AS, MID-PO, 1918, III/660, da delegato Malenić a Ministero della Guerra, 13/26 ottobre 1918. 150 Rapport…., cit., tomo I, doc. 35, «Ville de Prokouplie et environs», pp. 117. Secondo un sopravvissuto, nel marzo del 1917 in Bulgaria si trovavano internati 55.000 serbi (e macedoni), tra prigionieri e civili. AJ, MIP-DU, 334-16, testimonianza di Todor Hristodulo, 7 dicembre 1918; anche in Rapport..., cit., tomo III, doc. 229, testimonianza Todor Kristodoulo, 7 dicembre 1918, pp. 68-69. 151 R. A. Reiss, Dopisi jednog..., cit., in Slađana Bojković-Miloje Pršić, O zločinima..., cit., p. 259.
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