provano i brividi solo nel pronunciare la parola “bulgaro”».43 Le stime approssimative sostennero che in Macedonia furono sostanzialmente queste zone tra Veles, Prilep e Brod (regione del Poreče) a patire di più l’arrivo dei bulgari e la violenza dei comitadji.44 Nel periodo compreso tra l’inizio dell’avanzata bulgaro e il 7/20 gennaio 1916, data in cui venne registrato l’ultimo massacro nella zona, circa 2.000 civili in maggioranza donne e bambini vennero uccisi nelle maniere più disparate. Le indagini confermarono che ovunque le donne e le ragazze, e spesso anche le bambine dai 10 anni in su, venivano generalmente stuprate prima di essere uccise.45
Nelle città macedoni Il metodo utilizzato nell’eliminazione dei notabili fu un sistema impiegato non solo nei paesi serbi o filoserbi ma soprattutto nelle città, dove il connubio tra comitadji ed esercito bulgaro divenne forse ancora più evidente. L’eliminazione mirata di singoli cittadini messa in atto dalle nuove autorità mise in evidenza un elemento importante: nei paesi si acquartierarono varie bande che rappresentavano l’autorità assoluta e sembrò quasi che i bulgari lasciarono volontariamente l’organizzazione del nuovo sistema amministrativo e di polizia nelle mani dei comitadji. Tale supposizione trovò conferma nel ruolo che i comitadji ebbero nelle città. Questi infatti riservarono per sé anche nelle città i posti dell’autorità civile e soprattutto le funzioni di polizia. A Bitola essi si riservarono anche il pieno possesso del commercio dei beni alimentari, mentre a Debar, Prilep e in altre città gli stessi sottoprefetti dei distretti erano comitadji.46 E anche a Skopje, scelta come sede del sistema d’occupazione in Macedonia e Kosovo, diversi 43 Rapport…, cit., tomo II, doc. 108, pp. 43-54, relazione sui crimini bulgari nella contrada di Azot (Veles). 44 Rapport…, cit., p. 8; Slađana Bojković-Miloje Pršić, Stradanje..., cit., doc. 140, o. br. 21245, da colonnello Pešić a Ministero della Guerra, 11 giugno 1918 (originale in AS, Arhiva institucija pod bugarskog okupacijom 1915-18, k. 1), p. 286. 45 R. A. Reiss, Austro-bugaro-nemačke povrede ratnih zakona i pravila: dopisi jednog praktičara-kriminaliste sa srpskog maćedonskog fronta, pubblicato in Slađana Bojković-Miloje Pršić, O zločinima Austrougara-Bugara-Nemaca u Srbiji 1914-1918: izabrani radovi, Istorijski muzej Srbije, Beograd, 1997, p. 217; e testimonianza Vasilije Trbić, in relazione del colonnello Petar Pešić a Ministero della Guerra, o. br. 21245, pubblicato in Slađana Bojković-Miloje Pršić, Stradanje.., cit., p. 140 (originale in AS, Fond Arhiva Institucija pod bugarskom okupacijom 1915-1918). 46 R. A. Reiss, Les infractions…, cit., pp. 172-173.
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