SUL FRONTE BALCANICO

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Premessa La storia dei Balcani nel XIX secolo è un lungo tragitto di lotte per l’indipendenza e l’autoaffermazione nazionale, ma al contempo una continua contesa politica tra le potenze dominanti nell’Europa di allora. Alla lenta agonia dell’Impero ottomano, che a poco a poco si ritirava dai suoi territori europei, si sostituivano gli appetiti della Russia e dell’Impero austro-ungarico, entrambi fortemente interessati ad espandere la propria influenza verso il mar Egeo. In mezzo, stavano i bulgari, i romeni, i serbi, i montenegrini, gli albanesi, i greci e tutta quella variegata costellazione di popoli che cominciavano, sull’onda degli avvenimenti europei, a formulare e a realizzare le proprie aspirazioni nazionali. L’affrancamento dal giogo turco fu un processo graduale, segnato da tappe fondamentali. Le insurrezioni del 1804 e del 1815 portarono alla formazione di un Principato serbo che, seppur non indipendente dall’Impero ottomano, godeva di importanti autonomie, rappresentate in particolar modo dall’istituzione di un parlamento e dalla promulgazione di una costituzione. Eppure, il periodo successivo fu segnato dalle lotte intestine tra le due dinastie, gli Obrenović e i Karađorđević, che si risolse definitivamente solo nel 1903 con la vittoria dei Karađorđević. L’indipendenza venne sancita nel 1878 durante il Congresso di Berlino e fu tenuta a battesimo dalle grandi potenze europee che ormai apertamente si stavano contendendo l’influenza su tutti i Balcani. Più cruenti furono i fatti che portarono all’indipendenza greca. Le lotte contro le forze ottomane durarono, a più riprese, dal 1822 al 1829. L’anno successivo, sotto la supervisione di Francia, Gran Bretagna e Russia, fu sancita l’indipendenza. L’ordinamento repubblicano, turbato dall’assassinio del presidente Giovanni Capodistria, fu sostituto nel 1831 dall’imposizione di un monarca da parte delle potenze protettrici: la scelta cadde sul bavarese Ottone di Wittelsbach. Anche in Romania fu una dinastia tedesca ad essere posta alla guida del paese. Il principe di Moldavia e Valacchia Alessandro Giovanni Cuza, sotto il quale nel 1862 venne proclamanta la nascita dello stato romeno, anche se tributario dell’Impero ottomano, fu costretto nel 1866 ad abdicare a favore di Carlo di Hohenzollern. L’indipendenza fu raggiunta nel 1877 grazie all’alleanza con la Russia nel conflitto russo-turco, e ratificata l’anno succes11


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Bibliografia

10min
pages 357-366

Conclusioni

6min
pages 349-352

Abbreviazioni

1min
pages 353-354

La Commisisone interalleate d’inchiesta

15min
pages 323-329

In Serbia

19min
pages 340-348

Il rientro degli internati

16min
pages 315-322

A Parigi

20min
pages 330-339

I crimini dopo l’armistizio

12min
pages 309-314

maggio 1918

22min
pages 298-308

La violenza dopo la repressione dell’insurrezione in Toplica

12min
pages 281-286

La fame

24min
pages 287-297

l’internamento di massa dei civili della Morava

43min
pages 254-272

La situazione in Morava e Macedonia

10min
pages 276-280

Un bilancio dell’internamento

6min
pages 273-275

La repressione

19min
pages 245-253

L’insurrezione del febbraio/marzo 1917 in Toplica

12min
pages 239-244

La fine del 1916: un bilancio della bulgarizzazione

6min
pages 235-238

Le critiche al governo Radoslavov

14min
pages 228-234

Gli stupri di massa

8min
pages 224-227

Il sistema delle requisizioni

12min
pages 215-220

Lo «Stato nello Stato»: le violenze dell’apparato d’occupazione

6min
pages 221-223

Sul fronte macedone: i civili tra lavori forzati e deportazioni

15min
pages 208-214

La costruzione dell’identità bulgara

6min
pages 205-207

La distruzione della cultura serba

12min
pages 199-204

Nelle città macedoni

19min
pages 171-179

La Serbia orientale e meridionale

35min
pages 180-195

i casi di Dolgovac-Kostinci e Bogumili

10min
pages 166-170

La bulgarizzazione

4min
pages 196-198

i primi crimini in Macedonia

9min
pages 162-165

L’arrivo delle truppe bulgare

10min
pages 157-161

Il «Calvario» serbo

10min
pages 152-156

e «grande fuga» dei civili

24min
pages 141-151

Lo stato tra la popolazione civile nelle «Nove Oblasti» L’invasione dell’autunno 1915. Tra «evacuazione dello Stato»

11min
pages 136-140

I comitadji in azione: l’attacco di Strumica-Valandovo

8min
pages 132-135

La ripresa della politica espansionistica bulgara

13min
pages 126-131

Alla vigilia dell’invasione

3min
pages 124-125

Dopo il tifo: il nuovo abbandono

9min
pages 119-123

Le vittime del tifo

4min
pages 117-118

La cura dei civili

22min
pages 107-116

La lotta per la sopravvivenza

13min
pages 101-106

Alle porte del 1915: i profughi interni

20min
pages 87-95

I crimini austro-ungarici

15min
pages 80-86

L’epidemia di tifo

11min
pages 96-100

Una fine apparente

5min
pages 77-79

L’amministrazione della Macedonia: il caso serbo

16min
pages 69-76

Le vittime civili

4min
pages 67-68

La questione dei profughi e lo spostamento di popolazioni

4min
pages 65-66

La rivolta albanese

8min
pages 61-64

La seconda guerra balcanica

6min
pages 56-58

I crimini in Serbia orientale

4min
pages 59-60

La violenza contro i civili

6min
pages 53-55

Nota dettagliata sulle fonti

23min
pages 30-40

La Macedonia

12min
pages 44-49

La guerra

5min
pages 50-52

Premesse

6min
pages 41-43

Premessa

9min
pages 11-16

Prefazione

1min
pages 9-10

L’ordine n. 13 dell’Aera d’ispezione militare Morava del

2min
page 29

Introduzione

28min
pages 17-28
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