pieni di feriti e moribondi.82
La cura dei civili Alla fine dell’inverno, quando ormai erano già passati due mesi dallo scoppio dell’epidemia e le vittime si contavano già a decine di migliaia, la situazione cominciò ad allarmare seriamente anche il pubblico europeo e americano. I quotidiani dei paesi alleati e neutrali riportarono i resoconti di chi aveva visto la drammaticità della situazione: «Se non si fa qualcosa per prevenire la diffusione della malattia, il paese perderà più della metà dei suoi abitanti», affermò il dottor Ryan, capo delle unità della Croce Rossa americana in Serbia.83 Una tale pestilenza non si era vista da moltissimo tempo, e anche in quei paesi che si ritenevano distanti dal pericolo cominciò ad aleggiare la paura che il tifo potesse propagarsi anche nel resto d’Europa. Ancora infatti non aveva varcato i confini della Serbia, ma qualora fosse accaduto difficilmente si sarebbe evitata una catastrofe generale: Con buona parte dell’Europa continentale in uno stato altamente instabile; con campi e trincee imbevuti di sangue; con tombe poco profonde colme di migliaia di morti sparse in tutte le zone di guerra; con parassiti e sporcizia sulle mani di tutti; con centinaia di migliaia di feriti, molti dei quali con ferite infette, che vengono curati in una maniera pietosamente inadeguata; e con l’arrivo del clima caldo e l’attesa di mosche e zanzare, l’Europa può ben sentirsi in uno stato di grave apprensione – nella paura che una piaga senza precedenti si abbatterà sul Vecchio Continente.84
Lo stato di apprensione tuttavia non riguardava solo il Vecchio Continente, poiché già da tempo gli Stati Uniti avevano messo in atto della misure molto rigorose per evitare che chiunque fosse venuto in contatto con il tifo potesse veicolarne il germe anche oltre oceano.85 Fu questa paura uno dei motivi che probabilmente spinsero i paesi alleati e neutrali, e in particolare gli Stati Uniti, a impegnare serie energie per evitare 82
Earl Bishop Downer, op. cit., pp. 35-36.
Typhus threatens Serbia, says Lipton, The New York Times, 15 marzo 1915. 50.000 die of typhus, The New York Times, 26 marzo 1915; si riporta il testo dell’articolo The Scourge of War and Some American Heroism, The American Red Cross Magazine, aprile 1915. 85 Serbia’s plague of typhus, The New York Times, 28 marzo 1915. 83 84
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