Sottosopra 3 Lettura e scrittura

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3 Lettura e scrittura MIRA BIANCHI EMANUELA COLOMBO Supervisione scientifica di LORENZO CASTELLI LIBRO DIGITALE EDUCAZIONE CIVICA • Yoga • Arte e Musica • Lessico • Comprensione • Tipologie testuali • Consigli di lettura • Educazione civica Il piacere di apprendere Gruppo Editoriale ELi

ARK E LE Storie dall ’ARKeomondo

CIAO BAMBINE

CIAO BAMBINI IO SONO ARK.

VOLETE VIAGGIARE

NEL TEMPO INSIEME A ME?

SARÀ DIVERTENTE

C’È UN TEMPO PER… �l’�autunno

INDICE C ’È UN TEMPO PER… CRESCERE INSIEME, A SCUOLA! Ark, storie dall’Arkeomondo ..................................... 6 La maestra Margherita 8 La maestra Granger 9 La bambina che non voleva andare a scuola 10 Tutti al cinema: Vado a scuola 11 Al mattino 12 Il testo narrativo realistico 13 MAPPA del testo narrativo realistico 14 Inizia così... finisce così… e dentro c’è... 15 Leo il sognatore 16 Operazione bagno 18 Pat 20 Mi chiamo CarloRoberto 21 Le treccine di Malaika 22 La giornata di Ambra 24 ERIFICA Le case sotto la quercia 26 C ’
SCOPRIRE Alle origini del mondo 28 Nel Bosco di Larici 29 Quando sono nato 30 Il Big Bang 32 MA CHE I M C S U A ! Un Big Bang di suoni 34 La nascita della Luna 35 Dov’è nata la vita? 36 Consigli per imparare a studiare 38 ERIFICA Wow, che scoperta! 40 Come nacque il mare 42 Perché il Sole è in cielo 43 Il Sole e la Luna 44 MAPPA del testo narrativo fantastico: il mito 45 Come nacquero le stelle 46 Una strada di stelle 48 Pangu, il creatore 50 ERIFICA Il giorno e la notte 52 Il mio racconto mitico 54 E A T R Nel mondo di Henri Matisse 56 CONSIGLI DI LETTURA La grande tartaruga 57
È UN TEMPO PER…
Senza tempo 58 Autunno 59 Il domatore di foglie 60 E A T R Nel mondo di Henry Rousseau 62 CONSIGLI DI LETTURA Magici incontri 63 C ’È UN TEMPO
CRESCERE Quando sono nata 64 Quando sono nato 66 Che fatica diventare grandi! ............................................ 67 La mia compagna di banco 68 MAPPA del testo descrittivo 70 Zilla 72 Una famiglia sulla luna 73 A caccia di Lisy 74 Lorenzo e il nonno 75 Terzo problema: la nonna 76 Il cucciolo 78 L’ububò 80 ERIFICA Unik.............................................................82 IL TEMPO DEL CUORE Io sono qui 83 C ’È UN TEMPO
LE FIABE Ark nella foresta 84 È tempo di fiabe 86 La principessa nella torre 88 La pioggia di stelle 89 I tre sassolini 90 Una fiaba è... 91 MAPPA del testo narrativo fantastico: la fiaba 92 Fiabe in gioco 93 Il lupo e i sette capretti 94 La regina distratta 95 Il viaggio della regina 96 Biancaneve è partita 98 Biancaneve bella sveglia 99 Il lupo racconta 100 Sono il lupo 101
PER…
PER RACCONTARE…
ERIFICA Il cavallino e il fiume 102 La mia vita è una fiaba 104 IL TEMPO DEL CUORE La bambina che non si addormentava 106 CONSIGLI DI LETTURA Valentina 107
UN TEMPO
La prima neve 108 Filo e la neve 110 Il bambino di Cro-Magnon 111 Era lei, la neve 112 Neve neve, dove sei? 113 La bambina di neve 114 Il bambino di legno 115 Caro Pierre 116 Un giorno speciale 117 Tempo di pacchi e pacchetti tHinkering 118 I biscotti di Natale tHinkering 119 MAPPA del testo regolativo: istruzioni, ricette, regole 120 Sorridi... è Natale! 121 C ’È
CONOSCERE Io e il mammut 122 La terra dove c’era il mare 124 Nella mia città c’è un museo? 125 Napi e l’origine degli animali 126 La grande ombra • Un brontosauro per amico 127 I dinosauri 128 Teneri grandi erbivori 129 Feroci carnivori 130 Rettili nel mare 131 L’elefante 132 Mefisto 133 Maghi a caccia di draghi 134 Incontro con un drago 135 MAPPA del testo descrittivo 136 Il mio amico animale è... 138 Le lepri e le ranocchie .................................................... 139 La volpe e il cacciatore 140 La colomba e la formica 142 MAPPA del testo narrativo fantastico: la favola 144 Costruisci la tua favola 145 ERIFICA Quando Ba Lena era tanto piccola 146 IL TEMPO DEL CUORE Il Piccolo Principe e la volpe 148 CONSIGLI DI LETTURA Sogno premonitore 149 C ’È UN TEMPO PER… ASCOLTARE Sulle tracce dell’uomo 150 L’origine dell’essere umano 152 Le uova della tartaruga 153 ............................................................. 154 I colori degli uomini 156 La torre di Babele 157 Sei un mito! 158 Come è nata la neve e...? 159 Il mondo in una stanza 160 Benvenuta Petra! 161 Mappa del riassunto 162 Cara Daisy… 164 Caro Gabriele… 165 Caro amico, cara amica, ti scrivo… 166 Caro amico, cara amica, rispondo… 167 ERIFICA Lezione dallo spazio 168 IL TEMPO DEL CUORE Elliott e l’amico extraterrestre 170 E A T R Nel mondo di Keith Haring 171 C’È UN TEMPO DA VIVERE �la ²primavera Semi 172 La primavera sorrideva 174 La prima sorpresa 175 Perché a Pasqua si dona l’uovo? ................................. 176 E T R Nel mondo di Ferdinand Hodler 177
C’È
PER… �l’�inverno
UN TEMPO PER…
PERCORSO DI SCRITTURA

È UN TEMPO PER… INCONTRARE

C

PER…

UN TEMPO PER…

INDICE Perché il gallo canta all’alba 225 La gobba 226 Il cammello 227 Come i fiumi arrivarono al mare 228 MAPPA del testo narrativo fantastico: la leggenda 229 Il camaleonte 230 Perché le giraffe hanno il collo lungo 232 Scopri tu che testo è... La tartaruga Matilda 234 La tartaruga e la lepre 235 Il ghiro 236 Una notte, sull’albero 237 Il coccodrillo 238 MAPPA del testo informativo 239 ERIFICA La balena azzurra 240 IL TEMPO DEL CUORE Ricordi di viaggio 242 CONSIGLI DI LETTURA Incredibili notizie di animali 243 C’È UN TEMPO
VIVERE
Un salto all’indietro... Il ritorno 244 Il ballo dell’estate • Filastrocca del mare • Estate 246 I bambini sulle montagne 247 Un’avventura sull’isola 248 IL TEMPO DEL CUORE Molto Poco 249 Ark… una bambina con l’apparecchio 250 W la scuola! 252 Ark e… i compiti 253 Ark e… i giochi “da femmina” 254 Parole di pace 256 La solidarietà 258 Per comunicare 260 A casa mia 261 Io voglio bene alla natura 262 Se fossi grande… 264
Nuovi amici per Ark 178 Una grande scoperta 180 Lucy, l’australopiteco 182 Un giorno di pioggia 184 Le impronte di Laetoli 186 L’uomo di Neanderthal 187 Ötzi 188 Avventure preistoriche: una festa a sorpresa 190 Stelle cadenti 192 Maria Reiche 194 Roald Amundsen 195 La tua carta di identità 196 La tua biografia 197 IL TEMPO DEL CUORE Naso lungo 198 CONSIGLI DI LETTURA Alla ricerca degli antenati 199 C
SCOPRIRE Quante scoperte! 200 Quando sono nato... le scoperte 202 Grump e la scoperta del fuoco 204 Pokonaso e il fuoco 205 L’archetto per il fuoco 206 La grotta degli animali danzanti 208 La canoa 209 In acqua si nuota 210 La macchina del tempo 212 Un libro da toccare 214 La lingua dei segni (LIS) 215 Invenzioni 216 Un’invenzione fatta da me tHinkering 217 ERIFICA La musica 218 IL TEMPO DEL CUORE Le figurine di Pedro 220 MA CHE I M C S U A ! Sonagli e bastone della pioggia 221
LEGGERE Il grande libro del mondo 222 Perché i pesci sono muti 224
PERCORSO DI SCRITTURA
DA
�l’estate
’È UN TEMPO
C
È
EDUCAZIONE CIVICA

EDUCAZIONE CIVICA

A PICCOLI PASSI, per riflettere.

IL TESTO SOTTO LA LENTE per CAPIRE i testi.

IL TEMPO DEL CUORE È tempo DI crescere.

UN LIBRO PER AMICO consigli di lettura.

LE PAROLE SOTTO LA LENTE per tuffarti nel lessico.

APPRENDISTA lettore

lettrice Per leggere i personaggi,i luoghi, le emozioni.

TRA CIELO E TERRA il tempo dELLO yoga.

NELLA BOTTEGA DI ARK per dipingere il mondo.

APPRENDISTA scrittore scrittrice per scrivere TESTI.

APPRENDISTA poeta

poetessa Per scoprire il mondo dei versi.

APPRENDISTA studioso

studiosa Per studiare con occhiali speciali.

MA CHE MUSICA! in viaggio nel mondo della musica.

NELLA BOTTEGA DI ARK TH INKERING.

PROVE DI VERIFICA per capire se hai raggiunto le competenze.

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CRESCERE INSIEME, A SCUOLA!

ARK, STORIE

DALL’ARKEOMONDO

Mi chiamo Arkè, per gli amici Ark. Frequento la classe terza della Scuola Primaria in una grande città. A volte vado a scuola con il pedibus, altre volte mi accompagna mia mamma Tilde, che sistema me e i miei fratelli gemelli nei seggiolini sui sedili posteriori dell’automobile. Il viaggio mi cattura e cerco di cogliere le voci e le immagini della mia grande città.

Oggi è venerdì 26 settembre.

– Ark, hai preso il quaderno per gli appunti? Hai preso la borraccia con l’acqua? E l’ombrellino tascabile?

Ark, controlla! Non continuare a fantasticare.

Oggi, 26 settembre, la prima gita del nuovo anno scolastico: tutti insieme in autobus per raggiungere il Bosco dei Larici.

Obiettivo delle maestre: scoprire un nuovo ecosistema e lasciarci del tempo libero per riallacciare l’amicizia con i compagni e le compagne di scuola. Naturalmente ci sarà anche il tempo per il pranzo e la merenda.

6 C ’È UN TEMPO PER…
IL TEMPO DEL RACCONTO

IL MIO QUADERNO NUOVO

Con il mio quaderno nuovo posso ricominciare. Mi sento un foglio bianco.

È questo quel che provo scrivendo allegramente sul mio quaderno nuovo.

ApprendistA scrittore scrittrice

Scrivi un pensiero sul tuo quaderno nuovo.

È il primo giorno di scuola…

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LA MAESTRA MARGHERITA

È sera e il gatto aspetta fiducioso, seduto sul davanzale. L’istinto gli dice che la sua padrona sta per tornare dalle vacanze. Michele guarda là dove sa che si fermerà l’autobus. Arriva… si ferma… Margherita scende faticosamente, ancora pochi passi ed è a casa. Il gatto non sta più nella pelle dalla gioia; miagolando a squarciagola le va incontro e comincia a strusciarsi affettuosamente sulle sue gambe. Margherita si avvicina ai bagagli. Tira fuori una serie di oggetti che raccontano al gatto le avventure della sua padrona. C’è un barattolo tutto appiccicoso di marmellata di prugne: sicuramente è stata in montagna a trovare la zia Adele, che è grassa, rossa e lucida come una mela matura… Poi Margherita recupera dallo zaino la maschera e le pinne: vuol dire che è stata al mare.

Saltano fuori anche i regalini che ha portato per i bambini della sua classe: caramelle per i più golosi e cose speciali (francobolli, sassi…) per i collezionisti. Margherita prende in mano la sua agenda, la sfoglia per vedere che giorno è… e a un tratto sbarra gli occhi: domani comincia la scuola! La notte passa in un lampo. Presto, troppo presto, suona la sveglia: Drin, drin, drin… sono le SETTE! Non c’è tempo, bisogna correre, non è assolutamente il caso di arrivare in ritardo il primo giorno di scuola.

Evviva, ce l’ha fatta! È arrivata in classe un attimo prima del suono della campanella. I suoi bambini la stavano aspettando con ansia.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Quali sono gli oggetti che raccontano al gatto le vacanze di Margherita? Cancella gli intrusi.

la maschera

gli scarponi le pinne

l’ombrellone

la marmellata

le conchiglie la sveglia

Come immagini la maestra Margherita? Scegli e sottolinea gli aggettivi adatti.

distratta • precisa •

affettuosa • veloce •

ansiosa • ritardataria •

premurosa • pigra

STORIE DI MAESTRE UN PO’ COSÌ… C’È UN TEMPO PER… CRESCERE INSIEME, A SCUOLA 8

LA MAESTRA GRANGER

Era piccolina per essere un’insegnante. Ma la maestra Granger sembrava un gigante. Erano i suoi occhi a creare quell’effetto. Erano grigio scuro, e quando li accendeva al massimo riuscivano a farti sentire un granello di polvere. Sapevano scintillare e ridere, e i bambini dicevano che era brava a scherzare, a volte.

Tutti erano sicuri che la maestra Granger avesse la vista ai raggi X. Non era nemmeno il caso di masticare la cicca in un raggio di dieci metri da lei. Se lo facevi, la maestra Granger se ne accorgeva subito, ti beccava e ti faceva appiccicare la cicca su un foglietto giallo vivo. Poi ti fissava il foglietto alla maglietta con una spilla da balia, e dovevi tenerti quella roba lì per il resto della giornata. Poi dovevi portarla a casa e far firmare dalla mamma e dal papà e riportarla alla maestra Granger il giorno dopo.

Andrew Clements, Drilla, Bompiani

LE PAROLE SOTTO LA LENTE

In alcune zone d’Italia la cicca è:

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Come immagini la maestra Granger? Scegli e sottolinea gli aggettivi adatti.

ficcanaso • affettuosa • severa • comprensiva • attenta • noiosa

Sei d’accordo con il castigo della maestra Granger? Avresti un’idea diversa?

Qual è, invece, il comportamento corretto per evitare il castigo?

Confrontati con i compagni e le compagne.

STORIE DI MAESTRE UN PO’ COSÌ… 9 �della storia Il filo rosso
A PICCOLI PASSI EDUCAZIONE CIVICA
LESSICO

LA BAMBINA CHE NON VOLEVA ANDARE A SCUOLA

C’era una bambina che non voleva andare a scuola e allora una mattina la scuola andò dalla bambina. C’è un libro con una storia che comincia proprio così, conosco molto bene, anzi benissimo, la scrittrice che l’ha scritta… ma c’è anche una bambina in carne e ossa che fa così, anzi, non proprio così, perché lei a scuola non ci va, ma non perché non vuole. Si chiama Marta, è una bella bambina molto intelligente, vive in una bellissima città che comincia per P di una bellissima isola italiana che comincia per S… Il banco di Marta a scuola è quasi sempre vuoto. Marta vorrebbe tanto andare a scuola, ma… Questa è una storia triste, cari bambini, non tutte le storie possono essere allegre. Ma speriamo che i genitori di Marta si decidano a lasciarla andare più spesso a scuola, a lei piacerebbe molto, vorrebbe anche lei imparare tante cose. Invece sa leggere poco e sa scrivere poco, anche se è molto intelligente. Tutti i bambini ti fanno mille auguri, cara Marta!

Vivian Lamarque, La bambina bella e il bambino bullo, Einaudi Ragazzi

Lo sai che…? Andare a scuola a imparare

è un diritto dei bambini e delle bambine.

Secondo te, come mai Marta non va a scuola? Scrivi la tua idea sul foglietto qui a lato.

Secondo te, perché un bambino/una

bambina non vuole più andare a scuola?

Confronta il tuo pensiero con quello dei compagni e delle compagne.

STORIE DI MAESTRE UN PO’ COSÌ… C’È UN TEMPO PER… CRESCERE INSIEME, A SCUOLA 10 A PICCOLI PASSI EDUCAZIONE CIVICA

Tutti al cinema: vado a scuola

Ci sono bambini e bambine nel mondo che per andare a scuola percorrono tanti chilometri e utilizzano diversi mezzi di trasporto. Se vuoi approfondire questa tematica, guarda il film-documentario “Vado a scuola” diretto da Pascal Plisson.

Il film documenta le fatiche che devono vivere ogni giorno quattro bambini per raggiungere le loro scuole: Zahira in Marocco, Jackson in Kenya, Carlos in Patagonia e Samuel in India.

I bambini vogliono andare a scuola, desiderano imparare a leggere e a scrivere, per avere in futuro un lavoro e per realizzare i loro sogni.

Ti è piaciuto questo film?

Quale storia o quale bambino/a ti ha colpito di più? Per quali motivi?

STORIE DI MAESTRE UN PO’ COSÌ… 11 �della storia Il filo rosso A PICCOLI PASSI EDUCAZIONE CIVICA

AL MATTINO

Marco, a scuola, non vorrebbe mai andare: la mattina gli viene la nausea, quando sente in bocca il sapore del dentifricio. Suo papà è già andato al lavoro, la mamma è vestita e pronta per uscire e lo chiama dalla cucina: – Marcoooo! Vieni a fare colazione! Sbrigati! Sì, la colazione: una tazza di latte sempre troppo bollente e i biscotti.

A Marco piacciono i biscotti, ma preferisce mangiarli davanti alla TV, e non di corsa per poi uscire subito. Così rimette a posto lo spazzolino, beve un sorso d’acqua dal rubinetto e torna in camera sua per vestirsi. E lì sono dolori. Perché, non si sa come mai, la mattina tutte le camicie sono difficili da abbottonare, i pantaloni sono troppo stretti, tutti i maglioni pungono e le scarpe non riesce mai ad allacciarle.

– Sbrigati a bere il tuo latte! – gli dice la mamma.

E poi: – Dove è finita la sciarpa?

Dove sia finita la sciarpa Marco non lo sa: ieri l’aveva.

“Si sarà nascosta da qualche parte, come al solito”, pensa. In momenti come questi desidererebbe avere un paio di fratelli più piccoli, magari la mamma si preoccuperebbe di loro e lui potrebbe essere dimenticato a casa, al calduccio… Però, in fondo, gli dispiacerebbe se la mamma si dimenticasse di lui e, tutto sommato, forse è meglio che le cose stiano così come stanno.

Alberto Rebori, Il ritorno del piccolo re, Mondadori

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Nel racconto si alternano le diverse emozioni del protagonista, Marco. Sottolinea nel testo con i colori indicati.

Marco proverebbe dispiacere se la mamma si dimenticasse di lui.

Marco non vuole andare a scuola.

Marco fa tutto lentamente per non andare a scuola.

�della storia Il filo rosso C’È UN TEMPO PER… CRESCERE INSIEME, A SCUOLA 12
STORIE DI bambine e BAMBINI ANCORA ADDORMENTATI

IL TESTO NARRATIVO REALISTICO

Racconta una mattina a casa tua, prima di andare a scuola.

Driiin... Suona la sveglia. Sono le . Mi sveglio e . Voglio / Non voglio andare a scuola e allora

Mentre io inizio a vestirmi e, come al solito,

Finalmente e

scrittore scrittrice ApprendistA 13

MAPPA DEL TESTO NARRATIVO REALISTICO

Sei entrato/a nel mondo del testo NARRATIVO REALISTICO

I miei oggetti di viaggio ti aiuteranno a orientarti in questo tipo di testo.

È un testo narrativo perché narrare significa raccontare, scrivere di qualcuno o di qualcosa.

È un testo narrativo realistico perché racconta fatti che accadono o sono accaduti nella realtà

Le azioni si svolgono in un tempo definito e reale.

Il/La protagonista vive avvenimenti reali da solo/a o con altri personaggi

Il/La protagonista del testo

è chi racconta oppure

è un personaggio che viene raccontato da uno scrittore o da una scrittrice.

Il racconto si svolge in ambienti e luoghi reali, cioè che esistono davvero.

Il testo si articola in tre parti: inizio, sviluppo, conclusione.

lettore lettrice ApprendistA

INIZIA COSÌ… FINISCE COSÌ… E DENTRO C’È…

Leggi la parte centrale del testo (sviluppo), poi scrivi la parte iniziale (inizio) e la parte finale (conclusione).

ABBASSO I PISELLI… ABBASSO LE CAROTE

Un giorno questo bambino fu invitato a pranzo da un amico. La mamma dell’amico non gli mise nulla nel piatto, ma gli disse di servirsi da solo e di prendere ciò che gli piaceva. Non poteva prendere quello che gli piaceva perché non c’erano pane e marmellata. Non poteva non prendere nulla perché era stato invitato a pranzo. Non poteva neppure dire “No, grazie” perché doveva servirsi da solo.

scrittore scrittrice ApprendistA 15
Kathryn Jackson, A come amici, Emme Edizioni

LEO IL SOGNATORE

Leo è piccolo per la sua età e a nessuno viene in mente di chiamarlo Leonardo: un nome troppo lungo e importante per un bambino. Così minuto, con quel musetto da cucciolo tutt’occhi. Gli occhi sono grandi, quelli sì, esagerati. Anche a scuola lo chiamano Leo, ma, molto più spesso, tutti lo chiamano “lumachina” o “tartaruga”.

Eh sì. Leo è lento, lentissimo: è un sognatore e gli capita spesso di perdersi nelle sue fantasticherie.

– Dai, lumachina, a che cosa stai pensando adesso? –sospira la maestra.

– Su, tartaruga, è ora di uscire! Come al solito faremo tardi! –si spazientisce la mamma.

Ma Leo si allaccia una scarpa sola e si scorda dell’altra. Scrive un mezzo pensiero e lo lascia lì, incompleto, per seguire chissà quali più lievi pensieri.

Silvia Roncaglia, Cartaruga e Lumacarta, Giunti Junior

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Che scopo ha il testo? Indica con una x.

Descrivere un bambino, Leo.

Raccontare la vita di una lumachina.

Dare informazioni sulla tartaruga.

Individua e colora, nel testo, in rosso i dati che descrivono l’aspetto fisico, in verde il carattere e in giallo il comportamento di Leo.

C’È UN TEMPO PER… CRESCERE INSIEME, A SCUOLA 16 STORIE DI bambine e BAMBINI CHE SOGNANO

LE PAROLE SOTTO LA LENTE

LESSICO

E tu, come sei? Colora i riquadri con le caratteristiche che ti descrivono.

sognatore/sognatrice

pigro/a

sportivo/a

curioso/a

silenzioso/a

attento/a

vivace

timido/a

distratto/a

allegro/a

chiacchierone/a

serio/a

Conosci questi lavori? Sai che cosa fanno queste persone?

Confrontati con i compagni e le compagne.

timoroso/a

tranquillo/a

coccoloso/a

cuoco/a • scienziato/a • pittore/pittrice • scrittore/scrittrice • insegnante •

ecologista • giornalista • medico/a • matematico/a • archeologo/a • musicista • inventore/inventrice • pilota • equilibrista

ApprendistA scrittore scrittrice

Che bambino sei? Che bambina sei? Inizia il tuo racconto sul libro e poi continua sul quaderno.

17 �della storia Il filo rosso STORIE DI BAMBINE E BAMBINI CHE SOGNANO

OPERAZIONE BAGNO

– Leo, sveglia! Sono le sette e venti. Tesoro, è ora di alzarsi.

Apro un occhio. No, meglio tornare a dormire. Mi tiro le lenzuola fin sulla testa.

– Leo, se non ti sbrighi, tua sorella occuperà il bagno e, come al solito, finirà che non ti lavi… C’è una nota stizzita nella sua voce. A questo punto, se non schizzo fuori dal letto, comincerà a fare la predica.

Cerco le pantofole, non le vedo.

Di sicuro Fax ci sta parcheggiato sopra. – Spostati, vecchio mio! – dico alla montagna di peli che sonnecchia ai piedi del mio letto. Lui solleva le palpebre e fa uno sbadiglio rumoroso. Gli infilo una mano sotto la pancia. Con un colpo da maestro recupero le ciabatte e il cagnolone si mette ad abbaiare. Ho sentito aprirsi la porta della stanza di mia sorella Adriana.

È scattata

l’operazione bagno.

Mi precipito in corridoio con Fax che cerca di addentarmi i piedi per farsi restituire le ciabatte. Non è facile ragionare con uno come lui. E poi se ne approfitta, perché, se si alza in piedi sulle zampe posteriori, è più alto di me. Adriana… si è infilata in bagno un attimo prima di me e mi ha sbattuto la porta in faccia. Anche stavolta mi ha fregato.

C’è una nota stizzita nella sua voce significa…

avere un tono di voce arrabbiato.

avere la voce dolce. iniziare a innervosirsi.

Con un colpo da maestro significa…

con un gesto preciso. con un gesto veloce. con un gesto lento.

C’È UN TEMPO PER… CRESCERE INSIEME, A SCUOLA 18
Pina Varriale, Leo punto e a capo, Mondadori LESSICO
STORIE DI
e
LE PAROLE SOTTO LA LENTE
bambine
BAMBINI CHE SOGNANO

Leo e Fax sono personaggi: realistici. fantastici.

Il luogo è: reale. fantastico.

Il fatto accade: tutte le mattine. una volta ogni tanto.

• Colora nel testo la frase che ti ha aiutato a trovare la risposta.

Colora il riquadro adeguato.

Ogni mattina la sveglia in casa tua

è un momento: rilassante organizzato caotico rumoroso

sereno silenzioso frettoloso

ApprendistA scrittore scrittrice

Com’è “l’operazione bagno” in casa tua? Racconta in sequenze che cosa succede.

19 �della storia Il filo rosso
• • • • • • •
STORIE DI BAMBINE E BAMBINI CHE SOGNANO
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Pat stava sempre in pantaloni, i quali, estate o inverno che fosse, erano sempre i blue jeans, ed erano pantaloni sporchi e logori. Non le ho mai visto addosso una maglietta stirata, anzi, era sempre vestita in modo trasandato. Si toglieva sempre le scarpe, anche quando la maestra la interrogava, e il bello era che nei calzini venivano fuori certi buchi che pareva ci fosse passato un topo. Ma era tanto allegra e gentile che tutti le volevano molto bene e anch’io ne ero rimasto incantato. Aveva i capelli rossi e veniva dalla stessa scuola dove andavo io. Dal colore delle righe della sua maglietta l’avresti potuta riconoscere tra mille. Un giorno che pioveva cani e gatti, come dicono gli inglesi, ed era vacanza, la mamma e il babbo decisero di andare al ristorante. Poco dopo ecco Pat che arriva con i suoi genitori e un fratellino più piccolo. Gocciolavano acqua dagli impermeabili colorati di plastica. Noi avevamo l’ombrello e non ci eravamo inzuppati troppo. Certo i piedi erano un po’ in guazzo.

– Cia… – stavo per dire ciao, ma mi si smorzò in gola. Pat si sedette a un tavolo, si levò le scarpe e poi le calze e le consegnò alla mamma, che si alzò e le appese vicino al ventilatore, sopra una pila di piatti.

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Piove cani e gatti è un’espressione inglese: it’s raining cats and dogs.

Significa “sta piovendo molto forte”.

• In Italia, invece, quando piove tanto diciamo

In guazzo significa: bagnati. asciutti. sudati.

STORIE A COLORI DI
E
BAMBINE
BAMBINI PAT
C’È UN TEMPO PER… CRESCERE INSIEME, A SCUOLA 20
LESSICO LE PAROLE SOTTO LA LENTE

MI CHIAMO CARLOROBERTO

Mi chiamo CarloRoberto. Mi porto in giro due nomi da quando sono nato. “Doppia fatica?” penserai tu. Non so dirti, non mi sono mai sentito né particolarmente Carlo né solo Roberto. A scuola frequento la terza classe. Il mio papà continua a dire che vado alle elementari. Lui non ha ancora capito che non esiste più la scuola che c’era al suo tempo. In realtà io frequento il terzo anno della scuola primaria. La mia materia preferita è Educazione all’immagine: sono uno specialista nel disegnare gli animali e i paesaggi lunari. La mia maestra Roberta dice che non ha mai avuto un alunno così appassionato di astronomia come me. Effettivamente a me le stelle, i pianeti e le galassie piacciono un mondo. Il mio sogno, da grande, è fare l’astronauta e raggiungere la Luna e poi Marte.

Ma mio papà dice che, siccome in matematica sono proprio una frana, non potrò mai diventare un astronauta. Per andare sulla Luna bisogna studiare ingegneria aeronautica e non sbagliare nemmeno una operazione. Io, invece, non ne azzecco una con la maestra Tiziana.

Alberto Pellai, Non mi vedi, papà?, Erickson

ApprendistA scrittore scrittrice

Completa la descrizione di CarloRoberto utilizzando i dati che trovi nel testo.

Mi chiamo

Ho

Frequento la classe

La mia materia preferita è

Amo disegnare

Non sono bravo in

Il mio sogno è

Anche tu sogni come CarloRoberto? Sì NO

Che cosa vorresti fare da grande? Racconta con non più di 20 parole.

STORIE A COLORI DI BAMBINE E
BAMBINI
21 �della storia Il filo rosso

LE TRECCINE DI MALAIKA

Quando Malaika entrò in classe, tutti la fissarono. Era arrivata in Italia a giugno. Nel posto dove ora viveva c’erano bambini con la pelle color latte. Alcuni bambini avevano altre tinte, come il nocciola pallido dei nordafricani o l’avorio dei cinesi. Ma il nero fondo, suo e della sua famiglia, era una cosa rara.

– Malaika arriva dalla Tanzania! – disse la maestra.

– Cercate di essere gentili con lei, non sa ancora bene l’italiano!

Invitò Malaika a sedersi nel banco vuoto vicino a Chiara, una bambina con i capelli del colore delle pannocchie, legati in due grosse trecce. Quando suonò la campanella dell’intervallo, Malaika rimase seduta, prese una mela dallo zaino e la sgranocchiò. Si sentiva osservata. Chiara

la guardava con insistenza, soprattutto la testa… o, meglio, i capelli: – Quante belle treccine! – disse.

Le treccine dondolarono, poi tornarono al loro posto.

Erano tante, ciascuna fermata in fondo da un elastico.

LE PAROLE SOTTO LA LENTE

Completa.

LESSICO

• Pelle color latte significa una pelle di colore

• I capelli del colore delle pannocchie sono di colore

Trova altre similitudini per raccontare i colori. Completa.

• Occhi neri come

• Capelli rossi come

• Occhi turchesi come

• Capelli gialli come

• Capelli marroni come

• Pelle bianca come

• Bocca rosa come

• Pelle marrone come

• Occhi verdi come

• Pelle gialla come

STORIE DI bambine e BAMBINI VENUTI DA LONTANO
C’È UN TEMPO PER… CRESCERE INSIEME, A SCUOLA 22

– Sono venti e otto – precisò Malaika.

– Ventotto… – disse Chiara.

– Ventotto! – ripeté Malaika, assaporando la parola nuova. Chiara sorrise: – Sono bellissime! Mi piacerebbe averle, al posto di queste treccione!

Il giorno dopo, quando cominciò l’intervallo lungo, Malaika posò una mano sul braccio della compagna e tirò fuori da una tasca un piccolo sacchetto pieno di elastici. Finito l’intervallo, i compagni trovarono due bambine con le treccine: ventotto treccine per ciascuna!

STORIE DI
e
VENUTI
LONTANO
bambine
BAMBINI
DA
23 �della storia
Beatrice Masini, Amici per sempre, Einaudi Ragazzi
Il filo rosso

LA GIORNATA DI AMBRA

AMBRA E LA SVEGLIA

Osserva le immagini e completa.

È lunedì mattina e Driin Anche il gatto Entra Ambra La mamma

Ora raggruppa i pensieri e scrivi il testo realistico.

scrittore scrittrice 24 ApprendistA

AMBRA E I COMPITI

La storia continua. Disegna quattro momenti del pomeriggio di Ambra. La scuola è finita, Ambra torna a casa e…

Adesso, sulla base di quello che hai disegnato, scrivi il pomeriggio di Ambra.

scrittore scrittrice ApprendistA

ERIFICA

LE CASE SOTTO LA QUERCIA

26

LE PAROLE SOTTO LA LENTE

Un quartier generale è: il luogo in cui si svolge abitualmente l’attività di un gruppo di persone. una parte della città. una stanza della casa.

Un capanno è: un riparo, un nascondiglio in legno. una grande casa in mattoni. una tenda da sole.

Memorabile è: un gioco di memoria. qualcosa che deve essere ricordato. qualcosa che è stato dimenticato.

Secondo te, “una banda di bambini” è: un gruppo di bambini. un gruppo di scolari. un gruppo che suona.

ApprendistA

scrittore scrittrice

Racconta un’avventura che hai vissuto con gli amici o le amiche. Scrivi anche il titolo.

Quella volta con

Improvvisamente Ma

Infine,

Com’è andata? Circonda.

27
LESSICO

ALLE ORIGINI DEL MONDO

Mi chiamo Arkè, per gli amici Ark, e oggi, 26 settembre, sono finita alle origini del mondo. Beh, mica male! Non c’è traffico, non ci sono palazzi e nemmeno grattacieli. Raccoglierò tante informazioni per la maestra Dalia, la maestra di Storia. Iniziamo da qui. Gli alberi giganteschi, le pigne dai pinoli extralarge, sui cespugli bacche rosse invitanti, orme sconosciute di fantastici animali, uccelli dalle zampe come artigli, felci mosse dal vento e sabbia dai granelli sottili e, sullo sfondo, il MARE! E allora, eccomi qui alle origini del mondo. Immaginatevi un enorme silenzio quasi misterioso, a tratti squarciato dai tonfi di lava, pietre e sassi eruttati dalle fiammeggianti bocche dei vulcani. Osservo il nuovo mondo dall’alto di una collina

coperta da felci gigantesche, in lontananza l’azzurro profondo e caldo del mare. Un mare immobile, fermo, sembra quasi un fondale di cartone, come quelli che abbiamo costruito a scuola, in una scatola di scarpe che era diventata un acquario per pesci finti.

28 C
’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE
IL TEMPO DEL RACCONTO

NEL BOSCO DEI LARICI

Eccoci finalmente nel Bosco dei Larici, dove l’umidità ti penetra nei capelli e nelle ossa. Il sentiero si vede poco. Qualche foglia caduta lo riveste e grandi felci ostacolano i passi. Resto indietro. Mi avvicino alle foglie dentate di queste specie arboree. Le accarezzo e ho le dita bagnate…

Le foglie mi avvolgono, mi aspirano… mi catturano… AIUTOOO!!! Precipito in un tunnel lungo e scivoloso, un lungo toboga che alla fine mi sembra divertente! Chiudo gli occhi. Quando li riapro… DOVE SONO?

Sai che cos’è il toboga? Osserva l’immagine e descrivi a voce.

ApprendistA

Ark precipita in un tunnel lungo e scivoloso, un lungo toboga che alla fine sembra divertente...

Ti piacerebbe vivere la stessa avventura di Ark?

Dove vorresti sbucare alla fine del lungo tunnel? Perché?

29
LESSICO
lettore lettrice LE PAROLE SOTTO LA LENTE

QUANDO SONO NATO

Quando sono nato, non avevo ancora visto niente. Solo il buio.

Un grande buio nella pancia della mamma. Quando sono nato, non avevo ancora visto il sole o un fiore o un viso.

Non conoscevo nessuno, e nessuno conosceva me.

Quando sono nato, non sapevo ancora che cosa fosse il mare, e che c’erano le foreste, e che nel mondo esistono spiagge e montagne.

Quando sono nato, non avevo ancora visto un uccellino, e non sapevo che ci sono animali con le piume, animali con le squame e animali con il pelo, come il mio cane.

Quando sono nato, non avevo ancora giocato con i sassi, e non avevo mai toccato il fango, e non avevo mai scavato un tunnel nella sabbia.

Quando sono nato, non immaginavo che ci fosse un cielo, e che il cielo cambia colore, e che le nuvole sono così belle.

Quando sono nato, era tutto nuovo.

TUTTO STAVA PER COMINCIARE!

Madalena Matoso - Isabel Minhós Martins, Quando sono nato, Topipittori

NASCE UN BAMBINO o una bambina C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 30

ApprendistA

scrittore scrittrice

Adesso che sei più grande, hai conosciuto tante cose. Completa.

Uccellini che si chiamano…

Animali con le piume come…

Animali con le squame come…

Animali con il pelo come…

Animali a quattro zampe come…

Animali che strisciano come…

Animali che nuotato come…

Adesso che sei più grande, hai degli amici e delle amiche. Completa. I tuoi amici e le tue amiche si chiamano…

Con loro giochi a…

Adesso che sei più grande, ti piace imparare… Completa.

NASCE UN BAMBINO o una bambina 31 �della storia Il filo rosso

IL BIG BANG

Molti astronomi ritengono che l’universo abbia avuto inizio con il cosiddetto Big Bang (che significa “Grande Esplosione”) circa 14 miliardi di anni fa. Allora l’intero universo era compreso in una bolla migliaia di volte più piccola di una capocchia di spillo, ma più calda e più densa di qualsiasi cosa possiamo immaginare. Poi, improvvisamente, questa bolla esplose e nacque l’universo come noi lo conosciamo. Stelle, Sole e pianeti, compresa la Terra, hanno tutti avuto inizio con il Big Bang. In una frazione di secondo, l’universo crebbe fino a superare le dimensioni di un’intera galassia e continuò a crescere a un ritmo incredibile.

L’espansione continua ancora oggi.

Storia dell’universo, tratto da www.esa.int (European Space Agency)

Riordina le immagini numerando da 1 a 3, poi scrivi una breve didascalia.

C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 32
NASCE IL MONDO
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Read.

It was 14 billion years ago.

It started with a BIG BANG. In an instant, everything happens. The instantaneously BANG! Space, time and all molecular material explode. The universe was born! In the sky there were clouds of gas, comets, asteroids, planets, stars and the SUN, the Big Star. Match.

stars clouds comets

Big Bang

the big bang Sun universe planets THE BIG BANG
33 �della storia Il filo rosso NASCE IL MONDO
CLIL

UN BIG BANG DI SUONI

Immagina di essere all’origine del mondo. Quanti suoni! Bufere di vento, sibili, tempeste, rombi, scoppi di vulcani, fragore di onde…

Imita i suoni e scegli un ritmo. Ogni bambino e ogni bambina fa un ritmo e tutti insieme formate un’orchestra. Accompagna il ritmo con il movimento del corpo.

Sai che puoi creare una partitura musicale con i suoni che hai inventato? Trova e disegna un simbolo per il tuo suono, poi registralo sul rigo, come negli esempi.

Scegli un rigo da suonare e, quando non vuoi suonare, fai silenzio.

34 MA CHE I M C S U A i .
Splash!-Splash! Bum! SSSSSSSS

LA NASCITA DELLA LUNA

La Luna gira attorno alla Terra da più di quattro miliardi di anni. Ma da dove è venuta? Alcuni scienziati pensavano che fosse stata “catturata” dalla Terra dopo esserle passata troppo vicino; altri invece ipotizzavano che un tempo la Luna facesse parte della Terra. Oggi, molti scienziati credono che la Luna sia “figlia della Terra”, cioè che sia nata dallo scontro tra un pianeta vagante e la Terra: enormi quantità di materiali sarebbero stati scagliati nello spazio per poi raccogliersi insieme e formare la Luna. Questa teoria, chiamata “big splash”, spiegherebbe perché le rocce lunari siano così simili a quelle terrestri. A differenza della Terra, la Luna sembra non avere un nucleo attivo. Non ci sono eruzioni vulcaniche e si verificano pochi “lunamoti”. Al suo centro si trova un piccolo nucleo di ferro solido, ma la Luna non ha campo magnetico, perciò gli eventuali esploratori non potrebbero usare le bussole sulla sua superficie.

La nascita della Luna, tratto da www.esa.int (European Space Agency)

LE PAROLE SOTTO LA LENTE

2 3 riflessione linguistica

Rifletti: lunamoti, maremoti, terremoti sono nomi composti.

Secondo te, che cosa indicano?

• lunamoti:

• maremoti:

• terremoti:

35 �della storia Il filo rosso C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE
NASCE IL MONDO

DOV’È NATA LA VITA?

La storia della vita, sul nostro pianeta, è cominciata più di un miliardo di anni fa, nell’acqua: nell’acqua delle paludi, degli oceani, dei fiumi. L’acqua è stata sempre il laboratorio straordinario dove è nata la vita.

Una vita che in principio era microscopica, minuscola, invisibile.

Poi è diventata sempre più grande, complessa.

Gli animali si sono fatti giganteschi, forti: alcuni non si sono più nutriti solo di vegetali, di erbe e di frutti, ma sono diventati carnivori. Eppure nemmeno quando sono diventati forti e giganteschi i mostri della preistoria si sono allontanati dall’acqua. ...............................................................................

Sono scomparsi per sempre dal nostro pianeta, sembra, proprio quando sono iniziate delle terribili siccità: ha iniziato a piovere poco o niente, le lagune si sono seccate, i laghi e i fiumi si sono trasformati in deserti. ...............................................................................

Solo in una piccola isola sopravvive qualche feroce esemplare di quei mostri. Si tratta dei varani, che vivono nella piccola e selvaggia isola dell’Indonesia chiamata Komodo.

I varani si nascondono in grandi grotte, danno la caccia alle capre e sono pericolosi per la gente dell’isola, che li chiama dragoni, perché sembrano proprio dei draghi.

Folco Quilici, Il libro dell’acqua, Giunti

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NASCE LA VITA C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 36

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

ApprendistA studioso

Leggi il testo e completa.

La storia della vita, sul nostro pianeta, è cominciata nell’

L’acqua è stata sempre il laboratorio straordinario Una vita che in principio era . Gli animali si sono fatti : alcuni non si sono più nutriti solo di , ma sono diventati . In seguito sono iniziate delle terribili siccità: ha iniziato a piovere poco o niente, le lagune si sono seccate, i laghi e i fiumi si sono trasformati in Per imparare a studiare, devi conoscere anche alcuni termini propri del linguaggio informativo. Sottolinea nel testo quattro parole che non conosci e, con l’aiuto del vocabolario, trova il significato. 1 2 3 4

Il testo è stato suddiviso in quattro parti. Trova dei sottotitoli appropriati agli argomenti e scrivili sui puntini.

37 �della storia Il filo rosso NASCE LA VITA

CONSIGLI PER IMPARARE A STUDIARE

Oggi devo studiare Non ho nulla da pensare.

Studio Storia… ma a memoria?

Studio Geo… invito Leo?

Studio Scienze… ancora ambiente?

Dov’è il diario, dov’è nascosto? Sotto al divano o in un altro posto?

Il telefono squilla… sarà Camilla?

Il tempo passa, il tempo vola

E mi ritrovo di nuovo a scuola.

1 Prima di iniziare a studiare, fai merenda, rilassati

3 Che cosa c’è da studiare oggi? Apri il diario e organizza il tuo tempo al meglio.

5 Scegli un ambiente tranquillo dove studiare.

2 Gioca, guarda fuori dalla finestra, respira.

4 Quando sei pronto/pronta, punta la sveglia per dedicare un’ora allo studio.

6 Apri il libro alla pagina richiesta. Osserva la pagina e leggi il titolo

Guarda anche

le immagini e leggi

le didascalie

38 studioso studiosa ApprendistA

7 Leggi il testo come se avessi una lente d’ingrandimento. Trova le parolechiave. A volte sono già scritte in grassetto.

8 Utilizza colori diversi per sottolineare le parti dedicate ai seguenti indicatori.

• Chi • Dove

• Quando • Come

• Perché • Una notizia particolare

Utilizza il colore giallo per eliminare le parti non indispensabili: avrai costruito, così, un testo breve da studiare, cioè il riassunto del testo originale.

9 Sottolinea le parole difficili. Trova il significato sul vocabolario e scrivilo vicino.

10 Se sei in difficoltà o se vuoi ampliare le tue conoscenze, puoi chiedere aiuto ai tuoi familiari, al computer, a un compagno o a una compagna.

11 È bello anche studiare in gruppo Dopo aver studiato, puoi ripetere ai tuoi amici e alle tue amiche o ai tuoi familiari o davanti allo specchio. Piano piano prenderai più sicurezza nell’esporre i contenuti. Esponi con calma: se hai seguito tutti i consigli, non avrai lo stress dell’interrogazione. Ricordati di utilizzare le parole specifiche della disciplina.

39 studioso studiosa ApprendistA

ERIFICA

WOW, CHE SCOPERTA

Tutto è cominciato a scuola. Avevamo geografia e si parlava dei continenti. Mi interessava proprio poco. Avevo ritagliato dall’atlante i sei continenti e li avevo poi composti come un puzzle. Se in passato, come si legge in certi libri, i dinosauri avevano dominato il mondo intero, allora la superficie terrestre doveva essere stata tutta unita. Non potevano essere sempre esistiti questi sei continenti. Spostai qua e là tutte le sagome che avevo ritagliato.

E infatti: l’Africa si adattava al Sud America, il Nord America all’Europa, l’India, con qualche ritocco, si infilava tra il Madagascar e l’Africa. Fatto! Un’unica grande Terra. Un’isola gigantesca circondata dal mare. Stavo ammirando il mio lavoro quando il professor Strada cominciò a strillare, dicendo che l’atlante apparteneva alla scuola. Io avevo appena fatto una colossale scoperta geografica e potevo provarlo con un semplice puzzle. Ma quello continuava a strillare per quel misero atlante che avevo tagliuzzato. Mi guardai attorno nell’aula e annunciai con orgoglio: – Ho appena scoperto che i continenti possono essere uniti. Tanto tempo fa formavano un’unica estensione di terra. In qualche epoca deve essersi spaccata e i mari ci si sono infilati in mezzo. E così i continenti si sono separati. Ma una volta ce n’era solo uno.

– La tua grandiosa scoperta, Stefano, la conoscono tutti già da un pezzo. Se tu non fossi stato impegnato a sognare, magari l’avresti sentito!

Mi feci piccolo piccolo. E così ero arrivato in ritardo con la mia formidabile scoperta. Di un centinaio di anni, a sentire il professor Strada.

Klaus-Peter Wolf, Stefano e i dinosauri, Piemme

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico. ci vuole informare. è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

40

Per ciascuna affermazione, indica V (vero) o F (falso).

• Il protagonista del racconto si chiama Stefano. V F

• La sua materia preferita è geografia. V F

• Un tempo la Terra non era una grande isola.

• Un tempo i continenti erano tutti uniti.

• Un tempo c’era un unico, grande mare. V F

• I mari si infilarono tra i continenti. V F

• Un tempo le terre erano unite per far vivere i dinosauri. V F

• Secondo il professor Strada, Stefano ha fatto una grandiosa scoperta. V F

• Stefano si è nascosto dietro la lavagna. V F

Osserva i disegni del nostro pianeta 250 milioni di anni fa e del nostro pianeta oggi. Che cosa è successo?

PRIMA DOPO

Mi feci piccolo piccolo significa:

mi nascosi sotto il banco.

LESSICO

Com’è andata? Circonda.

41
V F
V F
mi sentii a disagio e avrei voluto sparire. diventai più basso di qualche centimetro. LE PAROLE SOTTO LA LENTE

COME NACQUE IL MARE

Al principio di tutto Mbarè prese la sua zucca con la polvere magica e creò il mondo. Ma un giorno uno stormo di uccelli giunse rapido in volo alla sua dimora.

– Potente Mbarè – dissero gli uccelli, – hai dimenticato il mare!

Mbarè prese la zucca e la rovesciò sul palmo della mano, ma la polvere magica era finita. Allora Mbarè si grattò la testa e, pensieroso, disse agli uccelli: – Radunate tutte le donne della terra e dite loro di pensare pensieri tristi. Rapidi, gli uccelli volarono via e ripeterono alle donne l’ordine di Mbarè. Le donne, orgogliose di essere state scelte da Mbarè per un’impresa così difficile, cominciarono a pensare pensieri tristi e a lacrimare.

Fiumi, fiumi di lacrime formarono in breve una vasta quantità d’acqua. Quando finirono i pensieri tristi, finirono anche le lacrime. Ma non c’era ancora abbastanza mare. Mbarè ordinò dunque alle donne di pensare pensieri allegri. Ben presto lacrime di gioia sgorgarono dai loro occhi e fiumi e fiumi di lacrime si unirono alle altre, formando una distesa d’acqua di cui non si vedeva nemmeno la fine.

Anna Lavatelli, Quando la luna scelse la notte, Editrice Piccoli

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Tanto tempo fa, gli uomini non sapevano come spiegarsi la nascita del mondo, degli elementi e dei fenomeni naturali, della nascita dell’uomo sulla Terra. Fu così che si tramandarono dei racconti di padre in figlio. Fu così che quei racconti, i MITI, sono arrivati fino a noi.

Quali sono gli elementi magici nel testo?

Cancella gli intrusi.

Storie al di là della scienza il mondo gli uccelli Mbarè le lacrime la polvera magica la zucca le donne il mare C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 42
TESTO
LA LENTE COMPRENSIONE
IL
SOTTO

PERCHÉ IL SOLE È IN CIELO

Un tempo il Sole era un cavallo di fuoco che galoppava nella foresta. Un giorno lo vide un cacciatore che inserì una freccia nell’arco per catturarlo, ma subito si fermò e pensò: “È meglio che non lo colpisca, sembra di fuoco!”. Poi si recò da un indovino e gli disse:

– Ho visto un bellissimo cavallo di fuoco. Che cosa sarà?

L’indovino rispose:

– Quello è Angiunu, il Sole!

Anche Angiunu aveva visto il cacciatore e aveva pensato: “Se continuo a vagare nella foresta, prima o poi un cacciatore mi colpirà. È meglio che me ne vada lontano, in alto, nel cielo”.

In certi giorni il Sole non c’è perché il cavallo di fuoco galoppa nella foresta, ma lontano dagli uomini, perché non possano colpirlo.

AA.VV., Il libro dello spazio, Garzanti

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Secondo te, qual è lo scopo di questo testo?

Con quale figura viene rappresentato il Sole?

Storie al di là della scienza 43 �della storia Il filo rosso

IL SOLE E LA LUNA

All’inizio dei tempi Sole e Luna erano della stessa grandezza e brillavano di identica luce. Quando uno dei due tramontava, l’altro sorgeva a illuminare di nuovo il mondo. La Luna non sopportava che il Sole fosse luminoso e immenso come lei, e chiese al Creatore: – Ti sembra possibile che in cielo ci siano due re di uguale bellezza, luce e potere? Non sarebbe meglio che uno obbedisse all’altro?

– Sono d’accordo – rispose il Creatore. – Hai ragione! Tu diventerai più piccola e rifletterai i raggi del Sole come uno specchio.

Così la Luna, che era tanto ambiziosa, venne punita, e si lamentò: – Possibile che io debba rimpicciolirmi perché ho detto una cosa giusta?

Il Creatore volle consolarla: – Ogni volta che apparirai in cielo, una schiera luminosa di stelle ti farà compagnia, come se tu fossi una regina con il suo seguito.

A. Rollero, Miti del sole e della luna, www.bibliotecainterculturale.it

Secondo te, qual è lo scopo di questo testo?

Quali caratteristiche ha la Luna nel testo?

Storie al di là della scienza C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE �della storia Il filo rosso 44
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

MAPPA DEL TESTO

NARRATIVO FANTASTICO: IL MITO

Sei entrato/a

nel mondo del testo

NARRATIVO FANTASTICO

Scopriremo il mondo dei MITI

I miei oggetti magici ti aiuteranno a orientarti in questo tipo di testo.

È un testo narrativo perché racconta di qualcuno o di qualcosa.

Il mito, attraverso le azioni compiute dai protagonisti o dalle protagoniste, spiega le origini dei fenomeni e degli elementi naturali. Il mito non dà la spiegazione scientifica o storica dei fenomeni di cui racconta.

Il racconto si svolge in ambienti naturali, fantastici, immaginari, tra il cielo e la Terra.

È un testo narrativo fantastico perché racconta fatti che non accadono nella realtà. Le azioni si svolgono in un tempo non definito, in un passato lontano, a volte anche alle origini del mondo, tanto, tanto tempo fa.

I protagonisti di un mito sono esseri umani, creature immaginarie o animali con poteri magici

Il testo si articola in tre parti: inizio, sviluppo, conclusione.

Inizio: viene presentata una situazione nella quale manca qualcosa.

Sviluppo: il/la protagonista risolve la situazione.

Conclusione: il/la protagonista ha creato quello che mancava.

45 lettore lettrice ApprendistA

COME NACQUERO LE STELLE

Quando la Terra era appena stata creata e il suolo era ancora tenero, non vi erano né colline né valli né montagne. Vi erano soltanto i giganti. Essi si muovevano a passi enormi e, siccome erano davvero molto pesanti, a ogni passo affondavano profondamente nel terreno. Fu così che nacquero le montagne, le valli e le colline. Nel cielo, che si stendeva alto sopra la Terra, non vi era alcuna stella, il Sole luminoso e la Luna argentata si davano il cambio. Quando brillava il Sole, la Terra era rischiarata perché era giorno, ma quando la Luna brillava, la Terra rimaneva buia perché era notte. Allora, per illuminare l’oscurità, i giganti…

Elisabeth Borchers, Apriti, Natale!, Emme Edizioni

• Quale è lo scopo di questo testo?

• Quando la Terra era appena stata creata, c’erano

• Quando la Terra era appena stata creata, non c’erano

Storie al di là della scienza C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 46
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

ApprendistA

scrittore scrittrice

Che cosa fecero i giganti? Osserva i disegni, leggi le tre opzioni e scrivi il numero dell’opzione che ti piace di più.

I giganti raccolsero le pietre, bucarono l’universo e apparve la luce.

I giganti tirarono i sassi contro la Luna e nascosero le stelle.

I giganti si misero uno sopra l’altro, fecero una catena e presero i raggi del Sole.

Adesso, in base all’opzione che hai scelto, continua tu il mito su come nacquero le stelle. Allora i giganti…

Fu così che i giganti crearono le stelle per illuminare la notte buia.

Storie al di là della scienza 47 �della storia Il filo rosso 1 2 3

Non è un mito ma è...

UNA STRADA DI STELLE

Quasi 100 milioni di anni dopo il Big Bang, il gas divenne caldo e denso ed ebbero origine le prime stelle.

Le nuove stelle si formavano a un ritmo veloce e i grandi ammassi di stelle divennero ben presto le prime galassie Noi viviamo in uno dei bracci di una grande galassia a spirale chiamata Via Lattea.

Il Sole e i suoi pianeti (inclusa la Terra) si trovano nella parte tranquilla della galassia, più o meno a metà strada dal centro.

La Via Lattea ha la forma di un grande mulinello che esegue una rotazione completa ogni 200 milioni di anni.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Qual è lo scopo di questo testo?

Secondo te, il titolo è appropriato? Sì NO

Trova un altro titolo appropriato e scrivilo sui puntini.

Quali informazioni hai potuto conoscere? Sottolinea quelle più importanti, poi ricopiale in ordine.

1 Noi viviamo chiamata

2 Il Sole e si trovano nella parte tranquilla della galassia, più o meno a metà strada dal centro.

3 La Via Lattea ha la forma di che esegue una rotazione completa ogni 200 milioni di anni.

4 Contiene

5 Il centro della galassia

Storie al di là della scienza
........................................................................................................
C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 48

LESSICO

Cerca sul dizionario il significato delle seguenti parole e scrivilo sul quaderno.

galassia • pianeta

La parola polvere può avere più significati.

Quali? Cerca sul dizionario e scrivi.

Contiene almeno 100 miliardi di stelle, oltre a grandi quantità di polveri e gas ed è così grande che la luce impiega 100 000 anni per attraversarla da un capo all’altro.

Il centro della galassia è molto difficile da vedere a causa delle nubi di gas e polveri che lo nascondono. Gli scienziati pensano che contenga un buco nero enorme, che ingoia qualsiasi cosa passi nelle sue vicinanze.

La Via Lattea, tratto da www.esa.int (European Space Agency)

Confronta il testo di pagina 46 con questo che hai appena letto.

1 Il testo di pagina 46 è un .

2 Questo che hai appena letto

è un .

Storie al di là della scienza
49 �della storia Il filo rosso
LE PAROLE SOTTO LA LENTE

PANGU, IL CREATORE

ANTICO MITO CINESE

All’inizio di tutto, Cielo e Terra non esistevano.

C’era solo un grande, immenso uovo, e dentro di esso cresceva Pangu, il creatore.

Cresceva e cresceva e, dopo circa diciottomila anni, Pangu era diventato un gigante. Un giorno ruppe il guscio e uscì fuori. L’albume dell’uovo diventò il Cielo; il tuorlo diventò la terra. Pangu rimase con i piedi piantati al suolo e la testa fra le nuvole, per evitare che il tuorlo e l’albume si mescolassero. Il Cielo cominciò ad alzarsi, la Terra ad abbassarsi e il suo corpo dovette allungarsi a dismisura. Dopo diciottomila anni, Cielo e Terra si fermarono: ormai erano molto lontani e il corpo di Pangu era lungo altrettanto. Lo sforzo terribile lo uccise.

Così il gigante cadde e cominciò a trasformarsi:

dal suo corpo nacquero le montagne, dai suoi muscoli i campi, dalle sue vene le strade, dalla barba e dai capelli le stelle e le comete.

Francesca Lazzarato-Vinicio Ongini, L’uomo che amava i draghi, Mondadori

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Che cosa vuole provare a spiegare questo mito?

La morte di Pangu.

La formazione del mondo.

La storia di un uovo. Completa.

• Il tuorlo dell’uovo è diventato mentre l’albume

è diventato

Storie al di là della scienza
IL TESTO
LA LENTE COMPRENSIONE C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 50
SOTTO

Completa con le informazioni corrette.

Il titolo del mito è .

Il mito si svolge

quando non esistevano ancora il Cielo e la Terra.

C’era solo un grande e immenso .

Le parti del corpo che danno origine agli elementi naturali sono:

Il protagonista è

Il testo si articola in tre parti: inizio, sviluppo, conclusione

Inizio: si presenta una situazione nella quale manca

Sviluppo: il protagonista risolve la situazione trasformando

Conclusione: ha creato quello che mancava.

Storie al di là della scienza
51 �della storia Il filo rosso

ERIFICA

IL GIORNO E LA NOTTE

Molto, molto tempo fa Viracocha, dio degli Incas, osservò con attenzione l’Universo che aveva appena finito di creare e scosse la testa, scontento. Era tutto buio. Ai piedi del monte Borosi, un’alta montagna nel cuore delle Ande, viveva il vecchio Taguapac. Non era facile per lui e per sua moglie trovare cibo nel buio profondo e i due erano costretti a spostarsi a tentoni, cercando di evitare mille pericoli. Viracocha provò compassione per loro e decise di regalare alla terra la luce. Per prima cosa Viracocha chiamò Inti, il coloratissimo uccello sacro, che si posò alla sua sinistra. Poi disse a Titi, il possente puma, di raggiungerli, così l’animale scese dal monte e si accucciò alla sua destra. Viracocha sapeva che i due animali, regnando su un mondo immerso nel buio, avevano dentro di loro una luce con cui potevano vedere senza essere visti e proprio di questa luce voleva servirsi per tenere a bada il buio.

Inti, aiutami, per piacere. Voglio che il buio e la luce vivano in armonia sulla Terra.

Gli occhi sbiaditi del grande uccello si riempirono di mille colori. I colori si mescolarono più e più volte e poi sparirono, lasciando il posto al giallo brillante e all’azzurro scuro. Il cielo si illuminò all’improvviso, inondato dalla luce del Sole, mentre la Luna, tonda e azzurra, prendeva posto accanto al grande astro luminoso. – Così va bene, ma non basta. Se il Sole rimarrà sempre lì, i suoi raggi bruceranno la Terra. Bisogna che ogni tanto se ne vada e voglio che qualcuno limiti il potere del buio. Nello sguardo del puma brillarono innumerevoli punti luminosissimi, che si sparpagliarono per il cielo. Anche le stelle erano state create. Con un gesto, Viracocha invitò il Sole a farsi in disparte e quando l’astro luminoso, obbediente, si nascose dietro la Terra, nel buio splendevano la sorridente Luna e le luccicanti stelle.

52

1. Chi era Viracocha?

Il padre degli Incas.

L’antenato degli Incas.

Il dio degli Incas.

Uno degli Incas.

2. Perché era scontento, dopo aver creato l’Universo?

Perché non c’era il buio.

Perché c’era troppo buio.

Perché era tutto deserto.

Perché c’erano solo due abitanti.

3. Che cosa decise, allora?

Di offrire cibo ai due vecchi.

Di rendere i vecchi più forti.

Di regalare la luce alla Terra.

Di creare gli animali.

4. Chi erano Inti e Titi?

Un puma e un uccello rosa.

Un uccello sacro e un possente puma.

Un uccello e un puma ciechi.

Gli animali protettori del buio.

5. Che cosa avevano dentro di loro?

Il buio dell’Universo.

Una luce che inghiottiva il buio.

Una luce dai mille colori.

Una luce con cui potevano vedere senza essere visti.

Com’è andata? Circonda.

6. Quali colori rimasero negli occhi di Inti?

Il giallo brillante.

Il giallo brillante e l’azzurro scuro.

Più di mille colori.

Nessun colore.

7. Che cosa originarono i due colori?

Il Sole. La Luna.

Le stelle. Il Sole e la Luna.

8. Perché Viracocha non voleva che il Sole rimanesse sempre in cielo?

Perché i suoi raggi avrebbero bruciato la Terra.

Perché i suoi raggi avrebbero bruciato la Luna.

Perché la sua luce sarebbe finita in fretta.

Perché il suo calore avrebbe scaldato troppo l’Universo.

9. Che cosa creò Titi dai suoi occhi?

La luce della Luna. Le stelle. Altri raggi luminosi. Il cielo.

10. Che cosa spiega questo mito?

L’origine delle stelle.

La nascita del Sole.

L’origine del giorno e della notte.

La nascita della Luna.

53

IL MIO RACCONTO MITICO

Leggi e scegli i vari elementi, poi utilizzali per scrivere il tuo racconto che spiega le origini .........................................................................................................

Puoi aggiungere altri elementi, se vuoi.

ORIGINI

origine della Terra

origine delle montagne dei continenti

origine

Protagonista

dio del cielo • dea del mare

dio degli alberi

dio

dea

Materiali da trasformare

acqua • conchiglie • argilla • foglie • arance • stelle marine • sassolini •

54 scrittore scrittrice ApprendistA

Una volta, tanti tanti anni fa, non c’era

Allora

Raccolse

E da quel giorno

Ho inventato il mito per spiegare

55 scrittore scrittrice ApprendistA
.........................................................................................................................................................
TITOLO

NEL MONDO DI HENRI MATISSE

CHI SEI?

Mi chiamo Henri Matisse e sono nato in Francia. Ho sempre amato i colori, la vita e la danza.

Ho iniziato a dipingere a vent’anni, quando ero ammalato. Uso colori forti e vivaci. Alcune opere sono realizzate con la tecnica del collage.

Le mie opere sono conservate nei musei più importanti del mondo.

Realizza l’universo come farebbe Matisse.

MATERIALE OCCORRENTE

Tempere di vari colori: giallo Sole, blu notte, giallo Luna, giallo stelle, azzurro mare, verde prato, verde bosco, grigio montagna…

1 Colora con i compagni e le compagne i fogli grandi. Ogni foglio con un colore intenso.

2 Ritaglia alcune forme per costruire il “mondo di Matisse”.

3 Prepara un foglio con un colore base.

4 Incolla le forme che hai ritagliato.

5 Insieme ai compagni e alle compagne, scegliete un nome per il vostro capolavoro.

56 E A T R APPRENDISTA PITTORE • PITTRICE
ISTRUZIONI Fogli grandi Pennelli Forbici 1 2 4 3 5
Henri Matisse, Icaro

LA GRANDE TARTARUGA

Il mondo racchiude in sé un grande mistero: quello delle sue origini. Ancor prima dell’avvento della scrittura, in epoche in cui la Storia veniva tramandata di generazione in generazione, gli uomini si interrogavano sulla natura delle divinità e sull’enigma della vita. Attraverso gli occhi dei più antichi popoli della Terra, Benoît Reiss ci narra le storie del “mondo prima del mondo”.

Il mondo prima del mondo

Benoît Reiss, Alexios Tjoyas

Immaginate l’Albero delle Luci: ognuna delle sue foglie formava una stella. Sotto si vedeva l’Oceano senza fine che, come indica il nome, era un’immensa distesa d’acqua dove si riflettevano centinaia di migliaia di foglie luminose dell’Albero delle Luci. Dobbiamo immaginarci tutto questo, per farci un’idea di come fosse l’universo prima che il mondo apparisse. Il guardiano dell’aria e sua moglie vivevano dentro l’Albero della Luce. Stavano sopra un ramo e tutto brillava oltre le loro teste e i loro sguardi spaziavano nell’acqua scura, dentro la quale si specchiavano le stelle.

Il primo avvenimento che condusse all’apparizione del mondo fu una tempesta: i venti si alzarono e scossero a lungo e violentemente l’Albero delle Luci, che venne sradicato. La moglie del guardiano dell’aria scivolò giù dal ramo e si nascose là dentro. In basso, l’oceano senza fine si avvicinava. Le sue acque erano nere e schiumose. La moglie del guardiano dell’aria stava per finirci dentro come una meteorite, quando un pesce volante la scorse e si diresse verso di lei, prendendola tra le sue ali. Ma era troppo pesante e caddero tutti e due. Allora la Grande Tartaruga, che aveva visto la scena, nuotò fino sotto i piedi della donna e risalì in superficie con quel carico sul guscio…

57 CONSIGLI DI LETTURA UN LIBRO PER AMICO

²l’�autunno

IL TEMPO DEL RACCONTO

SENZA TEMPO

Il cielo sopra di me è turchese, non c’è nemmeno una nuvola che mi aiuti a passare il tempo. Nella mia vita in città mi piaceva andare al parco, sdraiarmi e scoprire le forme delle nuvole che si rincorrevano e si trasformavano al vento. Il sole mi scalda e mi illumina… mi sento protetta e avvolta da quella luce. Cerco un luogo al coperto per trascorrere la notte.

Qui è tutto senza tempo. Non ci sono rintocchi di campane, campanelle, tic tac di orologi. Il tempo sembra non passare mai. Mi guardo intorno, esploro. Fiori meravigliosi mi abbracciano; mi sento piccola, piccola vicino a loro. Sento il profumo e ammiro i colori sgargianti dei petali. Ondeggiano al vento e lanciano i semi il più lontano possibile. Ne raccolgo alcuni e li poso su una grande foglia di magnolia.

“Sono un reperto”, direbbe la maestra di Storia. Sono stata catapultata alle origini del mondo… forse ho una missione da compiere insieme a voi.

58 C’è
UN TEMPO DA VIVERE…

AUTUNNO

Dove vanno le foglie rosse che il vento stacca dagli alberi?

Volano e passano: il brusìo del vento è tutto quello che rimane dell’autunno.

Giacomo Prampolini, Antiche liriche giapponesi, Nuova Editrice Spada

Riscrivi la poesia sostituendo le parole in colore con altre parole a piacere.

59

IL DOMATORE DI FOGLIE

Mancavano solo due giorni all’inizio dell’Autunno. Tutte le cose si vedevano come dietro un vetro

Le foglie sugli alberi erano gialle, pronte a gettarsi tra le braccia del vento per volar via come farfalle.

Dov’era finito il Domatore di foglie?

Dov’era la sua lunga sciarpa sventolante come una manica a vento?

Non era mai arrivato in ritardo prima! Lui che, con la bacchetta da domatore, insegna volteggi, le piroette, gli svolazzi, le salite, , i mulinelli, le danze, i prilli, le giravolte, , le virate e le cadute.

Eh sì, proprio le cadute!

Come farebbe l’autunno senza il Domatore di foglie?

E come potrebbero le foglie cadere senza di lui?

Chi insegnerebbe loro a lanciarsi a capofitto oppure a lasciarsi cullare dolcemente dal vento?

E se imparassero a cadere tutte assieme?

Al primo segnale il mondo sarebbe completamente sommerso.

Le foglie dell’Autunno erano preoccupatissime.

Tra le parole sottolineate, trova i sinonimi di…

• volteggi:

• discese:

60 ²l’autunno
Bum
LESSICO LE PAROLE SOTTO LA LENTE

ApprendistA

scrittore scrittrice

Formula la tua ipotesi: scrivi dove era finito il Domatore di foglie.

Ora immagina di essere una foglia appesa all’albero e inventa il finale della storia.

61

NEL MONDO DI HENRY ROUSSEAU

CHI SEI?

Mi chiamo Henry e sono nato a Laval, in Francia. Ho iniziato a dipingere a 49 anni. Ho scoperto che mi piaceva tenere il pennello in mano, con una tavolozza di colori naturali, come quelli della terra, degli alberi, dei fiumi e dei mari.

Amavo viaggiare e sono arrivato fino in Messico. Nei miei quadri ho ritratto persone, paesaggi, alberi e tanti fiori.

Mi piaceva osservare le cose minuscole e i miei ritratti sono ricchi di particolari. Ho sempre guardato il mondo con gli occhi e il cuore di un bambino.

Osserva il quadro e rispondi.

• Quali sono i colori dominanti?

• Che cosa osservi in primo piano?

• Che cosa osservi in secondo piano?

Scegli tre aggettivi per raccontare questa opera d’arte.

..........................................................................................................................................................................................................................

Nel giardino della scuola, al parco o in un bosco, raccogli un po’ di foglie di diverse dimensioni e colori. Cerca di avere due foglie dello stesso tipo. In classe, scegli le foglie uguali. Prendi un foglio colorato e incolla le foglie a coppie, come se fossero farfalle. Disegna il corpo e… falle volare!

62 APPRENDISTA PITTORE • PITTRICE E A T R
Henry Rousseau, Il frutteto

MAGICI INCONTRI

Nelle sere d’estate, si sa, avvengono spesso magici incontri, proprio come quello narrato qui: lei è una bambina, bella come il sole, ricca di parole, lui un vecchio albero con un fortissimo desiderio di volare.

C’era su una collina un albero antico pieno di nodi, di formiche e disegni.

L’albero era bellissimo e triste. Sognava da sempre di volare ma le radici lo tenevano stretto in un abbraccio perenne con la terra su cui tanti anni prima la cornacchia aveva lasciato cadere un seme secco. Che cosa avrebbe fatto per tornare indietro!

Sognava di convincere la cornacchia a trattenere nel becco il seme ancora e ancora fino a raggiungere il mare e lì sognava di farlo cadere per rendere infinita la libertà che anelava di possedere.

Sperava che un giorno quel vento freddo e poi caldo e poi ancora freddo, nel corso delle tante stagioni, potesse staccarlo dalla collina e trascinarlo via sopra una nuvola lieve come zucchero filato.

Era certo che da lassù il mondo gli sarebbe parso diverso, più bello e molto più vario. Una sera d’estate giunse ai suoi piedi una bambina.

Bella era, come il sole. I capelli sottili di grano avevano molte vie da prendere per formare i riccioli lievi e luccicanti mentre due grandissimi occhi nocciola brillavano di una luce furba e amorosa verso tutto.

63 CONSIGLI DI LETTURA UN LIBRO PER AMICO
L’albero e la bambina Arianna Papini

QUANDO SONO NATA

Il tempo muta improvvisamente e una pioggia sottile bagna la terra. Nascono funghi dai muschi e dall’erba. Cappelli marroni, rossi, punteggiati di bianco che sembrano ombrelloni. Salto da un fungo all’altro e mi riparo dalla pioggia. Una danza. Se mi vedesse la mamma!

Una pozzanghera, un’altra, un’altra ancora, un piccolo lago da attraversare. Ma come? Mi viene in aiuto una foglia di loto: mi siedo e galleggio fino all’altra parte di questo nuovo mondo.

Galleggiare sulla foglia di loto mi ricorda le belle sensazioni di quando galleggiavo nella pancia della mamma. Ritorno indietro nel tempo e sento delle voci…

Mi chiamo Arkè, per gli amici Ark. Quando ero ancora nella pancia della mamma, sentivo i miei genitori discutere: Aria, Asia, Alba, Aurora… erano tutti nomi legati alla Terra, al Cielo e al Sole. Spesso i miei genitori organizzavano dei picnic e invitavano le zie, i nonni, le amiche e gli amici e la questione era sempre la stessa: il mio nome!

Finalmente eccomi: sono venuta al mondo in un giorno qualsiasi, in una città come tante, con un tempo né bello né brutto. Ma non ero una bimba come tante, ero la prima figlia per mamma e papà. Ed ecco che nel trambusto della mia nascita riemergono gli studi di mamma: – Arkè, la chiameremo Arkè! Significa “origine”, un nome importante per una bimba speciale.

E così io mi chiamo Arkè, per gli amici Ark.

64 C ’È UN TEMPO PER…
CRESCERE
IL TEMPO DEL RACCONTO

Il fiore del loto nasce nel fango degli stagni e delle paludi, ma mantiene la sua bellezza e cattura, ogni giorno e ogni notte, la bellezza del mondo che lo circonda. Prova a metterti nella posizione yoga del LOTO e, in silenzio, pensa alla bellezza che è intorno a te.

TRA CIELO E TERRA... IL TEMPO DELLO YOGA
65

QUANDO SONO NATO

Quando sono nato, le mie mani hanno cominciato a fare domande: che cos’è? Chi sei?

Da allora non hanno mai smesso: sempre a scoprire, a imparare, ad aprire e a chiudere porte.

Con le mani, ho imparato… che ci sono cose morbide e cose dure.

Cose calde e cose fredde. Cose che si possono aprire… per trovarci dentro altre cose.

E poi le apri ancora e ancora e ancora. E dentro ci trovi sempre qualcosa di nuovo, all’infinito.

Con le mani posso arrivare dappertutto.

Quando sono nato, i miei piedi non sapevano camminare, ma hanno imparato in fretta e, da allora, mi portano dappertutto. Mi fanno correre, mi fanno ballare e fare salti sul letto. Quando sono nato, non sapevo quasi niente.

Ma adesso, qualcosa ho imparato.

C’è un intero mondo da scoprire, milioni e milioni di cose e di posti che le mie mani non hanno ancora toccato.

Milioni e milioni di colori che non ho mai visto.

E odori e rumori e sapori. Solo una cosa è certa: ogni giorno, scopro qualcosa di nuovo.

Madalena Matoso - Isabel Minhós Martins, Quando sono nato, Topipittori

ApprendistA

Completa.

scrittore scrittrice

Nel mondo delle cose nuove da scoprire metto .

Ma anche .

E soprattutto .

Ma c’è una cosa, la più importante: .

NASCERE E SCOPRIRE 66

CHE FATICA DIVENTARE GRANDI

Io ho otto anni e sono secoli che mi so vestire da solo, anche se mia madre brontola sempre (le madri pretendono la perfezione e la camicia fuori dai pantaloni e le scarpe slacciate, che invece sono il massimo della moda, non le ammettono proprio). E non credo più a tutto quello che mi dicono, come facevo prima… Adesso che sono grande mi accorgo che da piccolo ero proprio infelice, se stavo lontano da mamma e papà. Ma ora non è più così, posso resistere per giornate intere e dormire addirittura a casa dei nonni. A volte mi piacerebbe andare a dormire nel lettone con mamma e papà e faccio i capricci apposta. Sono storie che ti sfiniscono, queste, e i genitori non sempre abboccano. Quei furbacchioni dicono che sei un ometto appena ti tolgono il pannolino, e che sei ancora un pupo quando vai all’università. Sento la voce di mio padre inferocito con Roddy, il mio fratello grande. Evidentemente le cose vanno così, quando diventi grande sul serio: tu vuoi fare una cosa e i genitori non vogliono, tu la fai lo stesso e loro strepitano e strillano. All’improvviso mi è venuto in mente che, dopo Roddy, il momento degli strilli – non le sgridatine di adesso – un giorno arriverà anche per me. Perché diventare grande è una malattia contagiosa, e ho paura di essermela buscata sul nascere.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Dopo aver letto con attenzione il testo, indica con x le frasi intruse.

• Quando divento grande sul serio… mi vesto da solo. esco a cena da solo. ho la camicia fuori dai pantaloni. non mi lavo più. ho le scarpe slacciate.

credo a tutto quello che mi dicono. non credo a tutto quello che mi dicono.

dormo a casa dei nonni. sto sempre con mamma e papà.

�della storia Il filo rosso 67 NASCERE E CRESCERE
Stefania Fabbri, Adesso che sono grande, Giunti Junior

LA MIA COMPAGNA DI BANCO

La mia compagna di banco si chiama Marta e siamo insieme dalla prima. Solo in questi ultimi tempi è nel banco insieme a me. La corporatura della mia amica è normale e l’altezza è media. Sotto i capelli color biondo scuro spiccano due occhi color marrone chiaro molto astuti. Il naso è proporzionato al suo viso, è regolare e molto simpatico; la bocca è piccola, sempre pronta a frecciare risposte super-buone e a prendersi un bel voto. È allegra e talvolta mi ispira molta simpatia. Si arrabbia quando non riesce a svolgere un compito e diventa una mucca pazza. La cosa che mi piace di lei sono le sue descrizioni scorrevoli e le sue frasi comprensive, divertenti e comiche. Il quinto giorno d’inglese Michi aveva preso il primo discreto. Finita

l’ora d’inglese, ritornammo in classe e Michela stava piangendo. Quando Marta vide Michi che piangeva si precipitò subito da lei e la tirò su di morale dicendole: – Michela, se ti abbatti, prenderai per tutta la vita brutti voti.

Marta ha sempre delle parole di conforto.

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

è descrittivo

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Sottolinea nel testo, con i colori indicati:

la presentazione di Marta, la compagna di banco;

la descrizione dell’aspetto fisico di Marta: il corpo, il viso;

la descrizione del comportamento e del carattere di Marta;

il racconto di un breve fatto accaduto;

la conclusione del testo.

crescere con un amico o un’amica C’È UN TEMPO PER… CRESCERE 68
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

ApprendistA

scrittore scrittrice

Completa e descrivi il viso del tuo compagno o della tua compagna di banco in poche righe.

Il mio compagno/La mia compagna si chiama

Il suo viso è

Ora disegna il viso del tuo compagno o della tua compagna di banco, seguendo il testo che hai scritto.

crescere con un amico o un’amica 69 �della storia Il filo rosso

MAPPA DEL TESTO DESCRITTIVO

È un testo descrittivo perché lo scopo è descrivere, cioè raccontare, scrivere di qualcuno o di qualcosa, facendo un suo ritratto, utilizzando le parole al posto dei colori.

Il tempo del testo: puoi descrivere una persona com’è, com’era e come sarà.

Scegli le parole adatte a descrivere una persona

Scegli aggettivi e verbi adatti alla descrizione. Prova anche a costruire similitudini (“rosso come un peperone”) e metafore (“è un vulcano di idee”).

Sei entrato/a

nel mondo del TESTO DESCRITTIVO

I miei oggetti di viaggio ti aiuteranno a orientarti in questo tipo di testo.

Si svolge in ambienti e luoghi reali, cioè che esistono davvero.

I suoi occhi sono azzurri come il cielo!

I capelli sono ricci e arruffati!

Cammina in modo goffo e impacciato! Si muove lentamente come…

70

Il/La protagonista è la persona che vuoi descrivere. Per una descrizione accurata, puoi utilizzare i cinque sensi, in particolare…

• la vista per osservare il volto, la corporatura, i colori, i movimenti, le forme;

• l’udito per ascoltare la voce della persona e del luogo in cui abita.

Puoi rispondere anche ad alcune domande-guida, come queste:

Chi è? Com’è? Come si presenta? Dove vive?

LE DOMANDE GUIDA

Con il cuore puoi ascoltare le emozioni, il carattere, i sogni, i desideri della persona che vuoi descrivere.

Ecco altre domande-guida che puoi seguire per fare una descrizione accurata.

CHE COSA FA?

È un idraulico.

Lavora al circo.

COM’È IL SUO CARATTERE?

È un sognatore. È riflessiva.

Il testo si articola in tre parti: inizio, sviluppo, conclusione. Ecco alcuni inizi:

Vorrei raccontare di Tommaso, il mio compagno di banco…

Zia Matilde

è una signora di mezza età e…

CHE COSA VORREBBE FARE?

CHI VORREBBE DIVENTARE?

Vorrebbe fare l’astronauta.

QUALI SONO I SUOI PREGI?

QUALI I SUOI DIFETTI?

È gentile. È disordinata.

CHE COSA GLI/LE PIACE?

La bibliotecaria si chiama Ines. È cilena e si è trasferita in Italia…

CHE COSA NON GLI/LE PIACE?

71 lettore lettrice ApprendistA

ZILLA

Zilla era una ragazzetta con una gran massa di capelli ricci ricci e arruffati, scuri occhietti vispi, il naso a patatina e la bocca larga larga con i denti distanziati l’uno dall’altro.

Zilla si chiamava Zilla perché la sua nonna si chiamava Zilla e anche la bisnonna e anche la mamma della bisnonna e anche la nonna della bisnonna… Così anche a lei era toccato questo nome. Ma lo odiava! Per prima cosa perché non era capace di pronunciarlo bene, e poi perché faceva rima con arzilla e allora tutti dicevano

sempre: – Chissà com’è arzilla la Zilla! –e si aspettavano da lei chissà quali prodezze

Invece lei era pasticciona, tranquilla…

Proprio tutto il contrario di Zilla, il suo nome!

Letizia Cella, Sette per sette, Einaudi Scuola

Rispondi.

• Perché Zilla si chiamava così?

• E tu, sai perché ti chiami con il tuo nome?

Ha un significato particolare? .

Cerchia in viola i dati che descrivono l’aspetto fisico di Zilla e in arancione i dati che si riferiscono al suo carattere.

Quali dati sensoriali prevalgono

nella descrizione del volto di Zilla?

Tattili. Visivi. Uditivi.

• Arzilla significa: vivace e allegra. pigra e allegra. lenta e allegra.

• Le prodezze sono: azioni sbagliate. azioni coraggiose. azioni solidali.

LESSICO

C’È UN TEMPO PER… CRESCERE 72 NASCERE E AVERE UN NOME
SOTTO LA LENTE
IL TESTO SOTTO LA LENTE
LE PAROLE
COMPRENSIONE

UNA FAMIGLIA SULLA LUNA

La Terza Effe era una classe speciale fatta di bambini speciali. C’era Enrica Riccoboni, la bambina più ricca della scuola, che aveva quattro ville e un elicottero per portarla da una all’altra. C’era Augusto Robusto, il bambino atleta, che aveva vinto le Olimpiadi quando aveva solo tre anni. E c’era Eugenia Lagenia, la prima della classe, così intelligente che frequentava la scuola primaria al mattino e, al pomeriggio, l’università. Nella Terza Effe era speciale perfino il bullo, Gastone Sganassone: suo padre infatti era il famoso Gedeone, il Pugile Atomico. Il bambino più speciale di tutti però era Giulio Bianchi. All’inizio nessuno si era accorto che Giulio fosse speciale. Non era simpatico né antipatico né alto né basso, i suoi voti non erano buoni ma neanche cattivi, insomma era un bambino come gli altri, sempre contento tranne quando Gastone gli lanciava i suoi micidiali aeroplanini di carta con disegnati gli scheletri perché gli facevano paura. Era proprio un bambino come gli altri. Se non che, quando la Terza Effe era ancora la Seconda Effe, il banco di Giulio era rimasto vuoto per un anno intero. Giulio aveva smesso di andare a scuola perché era andato a vivere sulla Luna. Dovete sapere che i genitori di Giulio sono due astronauti, e la Società Spaziale li aveva scelti per un incredibile esperimento: abitare per un anno sulla Luna. Dato che Giulio non poteva restare solo con la babysitter per così tanto tempo, era andato con loro.

Davide Morosinotto, Storie per incominciare, Pearson

ApprendistA

scrittore scrittrice

In Terza Effe ci sono solo bambini speciali. Noi conosciamo Giulio, Gastone, Enrica, Augusto e Eugenia. Immagina un altro compagno o un’altra compagna di classe per loro, scrivi il suo nome e spiega perché è speciale.

73 �della storia Il filo rosso CRESCERE IN FAMIGLIA

A CACCIA DI LISY

Sull’aereo vengo costretto a viaggiare nel sedile in mezzo, per tenere separate le due gemelle, Stella e Lisy.

Lisy mi strappa l’album delle figurine dei calciatori e io le mollo un pizzicotto. Stella ha tra le mani le pagine della mia raccolta del cuore. Lisy riparte all’attacco e si butta su di me per agguantare la preda, ma Stella non molla. Con un elegantissimo movimento, sferro due poderosi sventoloni per legittima difesa. Il silenzio viene rotto dalle urla delle mie sorelle. Mia mamma mi sgrida mostruosamente. All’uscita dall’aereo, mamma sta aspettando la valigia, mentre Lisy si mette a correre verso l’uscita. Dove si è cacciata? La vedo entrare nell’ascensore. Mi butto appena in tempo dentro e mi avvolge un ammasso di gente. Al secondo piano escono tutti e Lisy prende la scala mobile. La vedo dirigersi verso i treni. Corro, mi butto sul treno, devo farla scendere. Eccola… ma non è lei, è una fotocopia di Lisy. Sto per raggiungere l’uscita, mentre il treno inizia a muoversi…

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Sottolinea gli aggettivi adatti a raccontare Filippo.

tranquillo

veloce

ubbidiente

ApprendistA

coraggioso

curioso

dispettoso

lento

scrittore scrittrice

timido

assonnato

impaurito affettuoso

arrabbiato

offeso

Sul quaderno continua tu a scrivere la storia di Filippo. Riuscirà a trovare sua sorella Lisy?

C’È UN TEMPO PER… CRESCERE 74 CRESCERE IN FAMIGLIA
Barbara Tamborini, Aiuto mi sono perso a Londra, San Paolo Edizioni

LORENZO E IL NONNO

– Se vieni su, Lorenzo, ti insegno a muovere le mani –disse il nonno affacciandosi al portone di casa.

Il nonno viveva al quinto piano, sopra quello di Lorenzo; aveva 73 anni ed era sempre allegro.

Lorenzo uscì e salì gli scalini a due a due, fantasticando.

Il nonno gli avrebbe insegnato una lotta micidiale, con mosse segrete potentissime, capaci di vincere qualsiasi campionato di pugilato.

Il nonno venne ad aprire. Era tutto infarinato.

– Che cosa stai facendo, nonno? – chiese Lorenzo.

– Pasta per la pizza. Vuoi farla con me?

Non si trattava di una lotta, allora, ma Lorenzo non era deluso. La pizza del nonno era molto buona. Sul tavolo c’erano due pani di pasta fresca, uno più grande dell’altro. Quello piccolo fu messo davanti a Lorenzo, quello grande davanti al nonno.

– Ora la pasta è dura, grezza, chiusa – disse il nonno, – ma la trasformeremo in pasta morbida. Lentamente, con la faccia piena di sorriso, abbassarono le mani, le appoggiarono, le sprofondarono nella pasta, che le accolse, fresca, piacevole, ospitale.

Roberto Piumini, Volare alto. La gioia delle piccole cose, Giunti

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Rispondi sul quaderno, poi confrontati con i compagni e le compagne.

1 Perché Lorenzo pensa che imparerà una nuova lotta?

2 Perché Lorenzo non è deluso quando scopre la proposta del nonno?

3 Com’è all’inizio la pasta della pizza?

4 Come diventa alla fine la pasta?

5 Secondo te, quali sono le PICCOLE COSE che possono portarti gioia?

CRESCERE IN FAMIGLIA
75 �della storia Il filo rosso

TERZO PROBLEMA: LA NONNA

Il problema con la nonna… è abbastanza strano: lei è un’aliena. Nessuno poteva sospettarlo… Finché il nostro maestro non ha pensato di organizzare una gita scolastica.

– Ma noi vogliamo andare ai Tropici: palme e spiagge dorate! –dice la nonna.

– Stia seduta e in silenzio! – la interrompe il maestro. Come arriviamo, il tempo è orribile. Ma la nonna comincia a divertirsi. Entriamo in un teatro dove si esibisce un vero cantante d’opera. Che però la nonna non trova di suo gusto! C’è anche una sfilata di “Miss nonna Fascinosa”. Naturalmente la nonna ne approfitta per fare qualcuno dei suoi trucchi! Poi decide di dare una mossa al parco dei divertimenti, finché ci chiedono di lasciare la sala giochi. Nel padiglione della luna, la nonna incontra dei vecchi amici. E per festeggiare li invita al caffè. Così perdiamo l’autobus. Il maestro rimprovera la nonna.

Secondo te, questo testo:

è descrittivo.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Che cosa significa aliena?

Persona che si comporta in modo diverso.

Animale che vive in Africa.

Che cosa significa dare una mossa al parco dei divertimenti?

Animare il parco.

Muovere i giochi del parco.

CRESCERE IN FAMIGLIA
C’È UN TEMPO PER…
76
CRESCERE
LESSICO LE PAROLE SOTTO LA LENTE

– Basta con questa lagna! – esclama la nonna. – Allacciare le cinture!

E via in volo verso il Pianeta delle nonne… Dove arriviamo proprio durante il carnevale. La nonna si lancia in balli scatenanti e si arrampica anche su per una palma tropicale. Tutti vorrebbero restare, ma la nonna deve tornare a casa per dar da mangiare al gatto. Atterriamo un po’ bruscamente nel cortile della scuola. Mamma e papà la portano presto a casa: – Non hai più l’età per queste cose.

– Questo lo dite voi! – borbotta la nonna. Qualche giorno dopo la nonna apre un’agenzia di viaggi tutta sua… nel garage di papà!

Babette Cole, Storie da pazzi, Einaudi Ragazzi

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Spiega perché la nonna è un’aliena.

ApprendistA

scrittore scrittrice

UNA PERSONA SPECIALE PER ME

Raccogli alcuni dati per descrivere una persona speciale per te, poi scrivi.

• Osserva com’è fisicamente, le sue caratteristiche.

• Racconta dove vive, che cosa fa, che cosa sa.

• Cerca di scoprire qual è il suo carattere.

• Racconta che cosa ama o non ama fare.

• Immagina i suoi sogni e i suoi desideri.

CRESCERE IN FAMIGLIA
77

IL CUCCIOLO

Il cucciolo era lì. Era “seduto alto”, cioè con le zampe anteriori stese e le zampe posteriori piegate, e allora mi accorsi di quanto era bello: due grandi macchie nere circondavano gli occhi color castagna, lucidi di pianto e ombrosi per le lunghissime ciglia. Piccole lentiggini nere circondavano il “tartufo”, naso umidissimo e grande, un po’ ansimante di emozione. Due interminabili orecchie nere calavano a mo’ di scialle spagnolo sulle piccole spalle che proseguivano in corte zampe e infine in piccoli piedi pelosi. Lo sguardo perduto del cucciolo incontrò il mio e immediatamente girò altrove, perso nel vuoto di una infinita tristezza. Mi chinai e dolcemente passai la mano sotto la pancia del cucciolo e lo presi in braccio. Lui si fece serio, mi guardò incredulo,

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

è descrittivo.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Sottolinea nel testo, con i colori indicati:

la presentazione del cucciolo;

la descrizione dell’aspetto fisico del cucciolo: il corpo, il muso;

la descrizione dello sguardo del cucciolo;

il racconto di un breve fatto accaduto;

la conclusione del testo.

Crescere con un amico animale
’È UN TEMPO PER CRESCERE 78
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

mi annusò il viso e schioccò una piccola leccata sul mio mento, rosso di freddo e di emozione.

– Orazio! – dissi.

– Ti chiamerò Orazio.

Arianna Papini, Orazio: un cane di quartiere, Fatatrac

ApprendistA

scrittore scrittrice

Descrivi il coniglietto che vedi nell’immagine.

Trovagli anche un nome.

UN CONIGLIETTO COME AMICO

Il coniglietto si chiama .

Il suo muso è .

Gli occhi sono .

Le orecchie .

Il suo corpo è .

Le zampe sono .

Ha un carattere .

Mi piace perché .

Crescere con un amico animale 79 �della storia Il filo rosso

L’UBUBÒ

La prima volta che l’ho visto, ho creduto che fosse un fantasma. Dite un po’ ragazzi, che cosa fareste se all’improvviso apparisse nell’oscurità una cosa verde e molliccia che vi venisse a svolazzare sopra il viso? Io ho gridato con quanto fiato avevo in gola. La faccia non era né buona né cattiva. Solo buffa, forse per via delle orecchie un po’ troppo grandi.

– Sei un angelo? – gli ho chiesto.

– Sono un ububò – ha risposto. E non ha dato altre spiegazioni, come se io dovessi sapere che cos’è un ububò. Poi mi ha spiegato di essere venuto dallo spazio, dal pianeta Ub e di saper leggere nel pensiero. Non è fantastico?

A me è venuto in mente che, sulla Terra, uno che legge il pensiero potrebbe vincere tutti i quiz in televisione, perché leggerebbe le risposte dal pensiero del presentatore quando legge il foglio. Lo stesso succederebbe quando LA MAESTRA INTERROGA. Poi, di colpo, mi è venuto in mente che non sarei solo io a leggere i pensieri degli altri, ma anche gli altri potrebbero leggere i miei.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

è descrittivo.

è narrativo fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Colora le informazioni sull’ububò che NON sono vere.

è bianco

è molliccio

sa volare parla a voce alta

è enorme

ha una faccia buffa ha due orecchie grandi ha il naso arricciato

sa leggere i pensieri viene dallo spazio ha una faccia buona è un angelo

Crescere con un amico fantastico
C’È UN TEMPO PER… CRESCERE 80

Vi sembrerebbe bello, per esempio, che uno leggesse dalla vostra testa frasi come questa: “Zia Beatrice, sei così cicciona che dovresti sedere su due sedie”? Così preferisco vivere sulla Terra invece che sul pianeta Ub.

Maria Loretta Giraldo, Meglio una mamma che cento ububò, Il Capitello

ApprendistA

scrittore scrittrice

Leggi i tre titoli, scegli quello più adatto alla tua esperienza e scrivi.

IL MIO AMICO FANTASTICO / LA MIA AMICA FANTASTICA È…

MI PIACEREBBE AVERE UN AMICO FANTASTICO / UN’AMICA FANTASTICA…

NON MI PIACEREBBE AVERE UN AMICO FANTASTICO / UN’AMICA FANTASTICA PERCHÉ…

Crescere con un amico fantastico
81 �della storia Il filo rosso
1 3 2

ERIFICA

UNIK

Dieci suoi amici avevano un fratellino. Sette sue amichette avevano una sorellina. Per non dire di quei beati che avevano sia l’uno sia l’altro. Lui invece era figlio unico. Unik, non conosciamo il suo nome, un po’ si lamentava e un po’ si rallegrava. Si lamentava quando i suoi amici tornavano nelle loro case e lui si ritrovava da solo nella cameretta vuota. Si rallegrava quando arrivavano i regali tutti per lui. Non era però così sicuro che non dividere niente con nessuno fosse così divertente. Un mattino il nostro Unik fu svegliato da insoliti rumori. Che cosa stava succedendo? Corse alla finestra. Una gru stava trasportando, al piano sopra di lui, tavoli, seggiole, divani, poltrone. Insomma era un trasloco. Una nuova famiglia veniva ad abitare sopra il suo appartamento. Osservò con attenzione tutto ciò che stava sfilando sopra la sua testa, sulla gru. Ecco un indizio: un calcetto! Unik fece un salto, di sicuro era in arrivo un bambino.

Vivian Lamarque, Unik, storia di un figlio unico, Bompiani

Quali idee si possono ricavare dal testo? Indica SÌ o NO.

• Unik si chiama così perché è solo.

• Unik desiderava avere un fratellino o una sorellina.

• A Unik piaceva stare da solo.

• Gli altri bambini lo invidiavano un po’.

• Unik stava bene con i suoi amici.

• Il suo passatempo preferito era guardare la gru.

• È bello tenere tutto per sé, senza condividere.

• Unik è strafelice perché arriva un bambino.

Com’è andata? Circonda.

Sì NO

Sì NO

Sì NO

Sì NO

Sì NO

Sì NO

Sì NO

Sì NO

82

una storia da ascoltare

IO SONO QUI

Tendra sentì il calore del sole, aprì gli occhi e si accorse di essere nata. – Sono qui! – gridò, felice di essere al mondo. Un’ombra scura le si parò davanti. – Ssssh! – le intimò.

– … Mamma? – balbettò Tendra, intimorita.

– Buona e zitta. Mettiti questo.

Un copricapo fitto di foglie calò sulla testolina di Tendra, che si accucciò tra i rami, tremando. L’ombra scura si allontanò e Tendra rimase sola, in silenzio, nascosta come le era stato ordinato. Ma Tendra non poteva fare a meno di sentire e di annusare il mondo intorno. La foresta era una meraviglia di vita in movimento e lei non ne faceva parte. Un pappagallo e una pappagallina si posarono su un ramo. – Sono qui! – gridò, felice di avere compagnia.

– Ti vedo! – esclamò la pappagallina.

– Sono una scimmietta! – esclamò Tendra.

Tendra afferrò un ramo e si penzolò nel vuoto. – È bellissimo, guardatemi! Sono qui!

Strillava. Il copricapo di foglie le scivolò dalla testa e scomparve nel sottobosco. Ramo dopo ramo, Tendra giunse fino alla savana e si fermò. Una giraffa passava di lì con la sua giraffina. – Sono qui!

Sapete se una scimmia può camminare? – Mamma giraffa la ignorò.

Perché nessuno si accorgeva di lei? Si toccò e sentì il pelo morbido e tiepido e il cuoricino che batteva forte.

C’era per sé, ma non per gli altri.

Sabina Colloredo, Io sono qui, Carthusia per Terre des hommes

Secondo te, perché l’autrice ha raccontato questa storia?

Qual è il suo significato?

IL TEMPO DEL CUORE
83

C ’È UN TEMPO PER RACCONTARE… LE FIABE

ARK NELLA FORESTA

La mia piccola barca mi deposita dall’altra parte del lago, in un bosco di alberi immensi e di alberi-bambini.

C’è un senso di pace, mentre il sole tramonta e appaiono le prime stelle. Il vento tace, mentre la notte si accende di luci, lontane e così vicine. Polvere di stelle, comete, galassie di cieli lontani mi avvolgono. La luce illumina il bosco. Cammino, cammino fino a quando, esausta, mi rannicchio tra le braccia di un grande albero. Ho paura! Per la prima volta sono sola di notte senza la mia mamma… Senza il libro delle storie della buonanotte. Ma voglio restare qui. Sto vivendo una magica avventura, non devo lavare i denti prima della buonanotte, non ho compiti da eseguire e non devo preparare lo zaino. Chiudo gli occhi: penso al Piccolo

Principe e al suo asteroide, al Mangiasogni, a Pisolina e a Pollicino che lascia le briciole per ritrovare la strada. Stringo i semi nella mia piccola mano come un tesoro e mi addormento così, tra le braccia della foresta. Questa notte saranno le storie, le fiabe e i sogni a venirmi a cercare.

84
IL TEMPO DEL RACCONTO

ApprendistA lettore lettrice

Come immagini un albero-bambino? Racconta.

Ark “si rannicchia”. Prova a spiegare a voce il significato di questo verbo.

E tu, ti rannicchi qualche volta? Dove?

85

È TEMPO DI FIABE

Conosci queste fiabe? Completa la tabella.

Cappuccetto

Rosso

Pollicino

I tre porcellini

Cenerentola

La bella addormentata

nel bosco

Biancaneve

Hänsel e Gretel

Molto POCo PER NIENTE

Ricordi un personaggio buono?

Ricordi un personaggio CATTIVO?

Tutte le fiabe iniziano con C’era una volta… e finiscono con…

I PERSONAGGI

Se vuoi scoprire i personaggi, ricomponi le parole.

I personaggi buoni, di solito, sono:

• Il Re e la GI NA RE

• La TI FA NA

• Gli MA A LI NI

• I NI BAM BI e le BAM NE BI

• Il CI PE PRIN

• Il LO SCA IO BO

• La CI PRIN SA PES

I personaggi buoni si chiamano protagonisti

86 lettore lettrice ApprendistA

I personaggi cattivi, invece, sono:

• Il GO DRA

• Il PO LU

• La GA STRE

• La TRI MA GNA

I personaggi cattivi si chiamano antagonisti Possono essere persone, animali o creature fantastiche.

GLI ELEMENTI MAGICI

Nelle fiabe esiste anche la magia che, grazie a elementi magici, come polverine d’oro, bacchette, cappelli, pozioni…, aiuta il/la protagonista a risolvere le situazioni di pericolo.

GLI AIUTANTI

Gli aiutanti sono persone o animali che, attraverso un dono, aiutano il/la protagonista.

Leggi e colora chi, di solito, aiuta nelle fiabe.

I LUOGHI E I MONDI DELLE FIABE

Le fiabe sono ambientate in luoghi inventati, fantastici, meravigliosi, ma anche in luoghi cupi e misteriosi. Le fiabe ci fanno entrare in mondi diversi: il mondo della felicità, dello zucchero e delle fate, ma anche il mondo della paura, degli orchi e dei draghi.

Colora in giallo i luoghi fatati e in blu i luoghi cupi e misteriosi.

87
orco fata gnomi strega folletti eroe nani cacciatore

LA PRINCIPESSA NELLA TORRE

C’era una volta una bella principessa che viveva in un magnifico castello insieme ai suoi genitori. Era felice e tutti la amavano per la sua bontà. Ma c’era chi la invidiava e avrebbe tanto voluto rubarle la sua bellezza. Era una strega brutta e cattiva che si aggirava per il regno. Un brutto giorno la strega rapì la principessa e la rinchiuse in una torre altissima, circondata da alberi e da rovi: nessuno avrebbe potuto liberarla da quel luogo.

La principessa era disperata. Passava i giorni e le notti in lacrime, sperando che qualcuno riuscisse a salvarla, ma non accadeva nulla.

Un giorno passò di lì una fata buona e potente che la sentì piangere. La fata raccolse il suo pianto e trasformò ogni lacrima nel gradino di una lunga scala.

– Scendi, ora! – disse alla principessa.

La principessa scese, la fata la fece salire sul suo cavallo fatato e la riportò al castello.

Veronica Pellegrini, Storie per bambine, Giunti Kids

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Dopo aver letto la fiaba, individua i suoi elementi colorandoli nello stesso modo.

il magnifico castello

la principessa

le lacrime, i gradini

la strega

il cavallo fatato

la torre altissima

la fata

l’antagonista

il luogo spaventoso

gli elementi magici

l’aiutante magico

il luogo fatato

l’aiutante magica

la protagonista

C’È UN TEMPO PER RACCONTARE… LE FIABE 88
C’era una volta… una principessa
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

LA PIOGGIA DI STELLE

C’era una volta una bambina che viveva da sola, era tanto povera e non aveva neanche una stanza dove abitare, né un lettino dove dormire; insomma, aveva solo i vestiti e in mano un pezzetto di pane.

Era buona e brava e, siccome era abbandonata da tutti, girovagava qua e là per i campi e per le città. Un giorno incontrò una persona povera e affamata che disse: – Ehi, dammi qualcosa da mangiare! Ho tanta fame!

La bambina le porse tutto il suo pezzetto di pane e continuò la sua strada. Successivamente incontrò una bambina, che si lamentava: – Ho tanto freddo alla testa! Regalami qualcosa per coprirla. La bimba si tolse il berretto e glielo diede. A poco a poco la bambina rimase con pochi abiti addosso, solo una leggera camicina consumata dall’uso.

Era notte fonda. Dal cielo cadde una pioggia di stelle e abiti nuovi e caldi. Le stelle si trasformarono in mille e mille monete d’oro e d’argento, il premio per la sua generosità. Da quella notte la bambina visse felice e ricca per tutta la vita.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

In questa fiaba ci sono gli elementi magici? Sì NO

• Se hai risposto sì, quali sono?

• Perché sono magici?

Sottolinea nel testo in arancione i verbi al passato, in verde i verbi al presente e in rosso quelli al futuro. Poi completa.

• Il tempo delle fiabe è il tempo del

Fratelli Grimm
89 �della storia Il filo rosso C’era una volta… una BAMBINA

I TRE SASSOLINI

C’era una volta un boscaiolo che abitava vicino a un fiume. Era disperato perché aveva figli da sfamare ma era povero. A un certo punto dalle acque del fiume uscì un grande luccio: tra i denti teneva tre sassolini lucenti come perle.

– Sono sassolini magici – disse, battendo la coda. – Questo ha il potere di procurare tutti i cibi che si desiderano; quest’altro di offrire armi e armature; quest’altro di dare vestiti e oggetti preziosi. Tu, però, hai la possibilità di sceglierne uno solo.

Ora portali a casa e domani riportami i due sassolini che non vuoi.

Appena giunto a casa, il boscaiolo raccontò l’accaduto.

– Voglio il primo – disse la moglie. – Così avremo sempre da sfamarci.

– Vogliamo il secondo! – urlarono i maschi.

– Così diventeremo forti guerrieri.

– Vogliamo il terzo! – gridarono le figlie. – Così saremo belle ed eleganti e troveremo marito. Il pover’uomo cercò di metterli d’accordo, ma inutilmente.

La mattina dopo, tornò sulla riva del fiume e disse al luccio: – Ti restituisco tutti i sassolini. Non li voglio perché hanno portato la discordia nella mia famiglia.

– Sei proprio onesto e saggio. Per premio te li regalo tutti e tre, così potrai risolvere tutti i tuoi problemi –disse il luccio, e scomparve nell’acqua prima che il boscaiolo potesse ringraziarlo.

Enciclopedia della fiaba

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

• Nella fiaba che hai letto l’aiutante è

• Ci sono anche alcuni elementi magici. Sono i

• Il boscaiolo restituisce i tre sassolini perché

C’È UN TEMPO PER RACCONTARE… LE FIABE 90 C’era una volta… un boscaiolo

UNA FIABA È…

Per fare una fiaba ci vuole un bosco, per fare una fiaba ci vuole una spada.

Nella fiaba c’è la strega, c’è lo gnomo, c’è la maga, c’è una casetta e c’è un castello c’è una mela e c’è un cappello. Nella fiaba c’è il ranocchio, c’è un principe che era un rospo.

C’è Pollicino e Mignolina, Pinocchio, Geppetto e la fatina. Ci sono principi, mostri e draghi, ci sono fate, folletti e maghi. Puoi fare una fiaba in un tempo lontano C’era una volta… Entriamo pian piano.

Mira Bianchi, Emanuela Colombo

ApprendistA

Hai letto o ascoltato fiabe in cui compaiono questi elementi? Scrivi i titoli.

Il bosco:

La spada:

La strega:

Lo gnomo:

La maga:

La casetta:

Il castello:

La mela:

Il cappello:

Il ranocchio:

91 �della storia Il filo rosso C’era una volta…
lettore lettrice

MAPPA DEL TESTO

NARRATIVO FANTASTICO: LA FIABA

del TESTO NARRATIVO FANTASTICO, in particolare nel MONDO della FIABA

I miei oggetti magici ti aiuteranno a orientarti in questo tipo di testo.

È un testo narrativo perché lo scopo è narrare, cioè raccontare, scrivere di qualcuno o di qualcosa.

Il racconto si svolge in ambienti e luoghi fantastici, boschi incantati, foreste cupe e misteriose.

Il testo si articola in tre parti: inizio, sviluppo, conclusione

Tutte le fiabe finiscono in modo

positivo: e vissero tutti felici e contenti.

È un testo narrativo fantastico perché racconta fatti che non accadono nella realtà ma nel mondo magico della fantasia. Le azioni si svolgono in un tempo non definito, in un passato molto lontano: C’era una volta…

Il/La protagonista della fiaba incontra pericoli o creature cattive, come mostri, streghe, lupi o draghi. Supera le disavventure grazie all’aiuto di persone magiche o di oggetti magici. Vive degli avvenimenti reali da solo/a o con altri personaggi.

Scegli le parole appropriate per raccontare la tua fiaba

92 lettore lettrice ApprendistA Sei entrato/a nel
mondo

FIABE IN GIOCO

Divertiti a mischiare i protagonisti e le protagoniste delle fiabe, gli oggetti magici, gli antagonisti e gli ambienti, poi inventa fiabe nuove. Segui le istruzioni.

1 Scrivi su alcuni bigliettini i seguenti elementi.

2 Pesca quattro bigliettini.

3 Inventa la tua fiaba.

Il

Cenerentola

lupo Un principe Una spada
Una mela Un cacciatore
carrozza Una scarpina Pollicino
Confronta la tua fiaba con quella dei compagni e delle compagne. cigni Una grotta Un cappello
Una
Tre
Un orco Una fata 93 scrittore scrittrice ApprendistA
Gretel La casetta di marzapane

IL LUPO E I SETTE CAPRETTI

In questa fiaba manca il finale: scrivilo tu. Inserisci anche la figura dell’aiutante e gli elementi magici.

C’era una volta una capra che aveva sette capretti. Un giorno andò nel bosco a cercare qualcosa da mangiare. Chiamò i sette capretti:

– Piccoli miei, la mamma deve andare nel bosco. Voi, però, state a casa e fate attenzione al lupo: potete riconoscerlo senza problemi perché ha delle enormi zampe nere e la voce rauca.

I capretti promisero che avrebbero fatto attenzione e la mamma uscì. Arrivò il lupo e bussò alla porta: – Aprite, piccoli cari;

è tornata la vostra mamma e vi ha portato dei bei regali.

Ma i capretti riconobbero la voce rauca del lupo. – Tu sei il lupo, e noi non ti apriamo.

Il lupo comprò un sacco di zucchero; lo mangiò e la sua voce divenne dolce. Tornò dai capretti: – Aprite, è tornata la vostra mamma. Anche se la voce era dolce, i capretti videro una delle enormi zampe nere del lupo e non gli aprirono. Il lupo andò da un panettiere e si fece coprire le zampe con pasta e farina. Poi tornò dai capretti:

– Aprite, è tornata la vostra mamma.

– Facci vedere la zampa – gli dissero i capretti. Il lupo appoggiò alla finestra la zampa coperta di pasta e di farina. I capretti gli aprirono la porta e il lupo li mangiò uno dopo l’altro.

Solo il più piccolo si salvò, nascosto dentro la cassa dell’orologio a pendolo. Quando tornò la vecchia capra, scoprì che i suoi piccoli non erano più in casa; solo il più piccolo uscì da…

Mamma capra gridò:

Passò di lì un con che

Fratelli Grimm, Il lupo e i sette capretti

C’era una volta… mamma capra 94 scrittore scrittrice ApprendistA

LA REGINA DISTRATTA

Una volta, tanti anni fa, viveva in un palazzo una regina molto distratta. Un giorno in cui era tornata a casa scalza, la regina disse: – Oggi ho perso il mio ultimo paio di scarpe.

– Così distratta, perderai anche la testa! – concluse il re. Il giorno dopo, la regina tornò a casa senza testa e disse:

– Una testa mi occorre e dovrò comprarne una nuova! Così regina, corte e re andarono al negozio in cui vendono teste nuove. Lì la regina provò e riprovò teste di tutti i tipi: di marzapane, di cioccolato e di caramello, di plastica, di gomma, d’oro e d’argento, gialle, rosse e blu.

Alla fine la regina colpì così forte lo scaffale che tutte le teste caddero a testa in giù.

– Rimarrò così, senza testa! – urlò infuriata.

Corte e re ammutolirono per mesi e mesi.

Un giorno la regina distratta disse: “Senza testa né testone si val meno di un bottone.

Se cocuzza io non ho, la cocuzza mi farò.”

La regina mandò a comprare rasi pregiati, velluti morbidissimi e iniziò a cucire una testa di stoffa.

Al viso diede il chiarore dell’alba; alle labbra i riflessi del tramonto; agli occhi l’azzurro del cielo; ai capelli la luce delle stelle; alle gote il profumo delle rose. Quando la testa fu terminata, la regina prese un barattolo di colla e con la colla sul collo la incollò.

– Ora che la testa mi son fatta, non sarò mai più distratta!

Emanuela Nava, La zucca dei re, Mondadori

Sottolinea e riscrivi tutte le parole del tempo presenti nella fiaba.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE C’era una volta… una fiaba senza capo né coda 95 �della storia Il filo rosso C’È UN TEMPO PER RACCONTARE… LE FIABE

IL VIAGGIO DELLA REGINA

Era la Regina migliore che si possa immaginare. Allegra, gentile, buona. Da ragazza, quando era solo una principessa come tante, era diversa: era stata capricciosa, vanitosa, altera. Così almeno raccontava la sua dama di compagnia. Poi a una festa aveva incontrato il Principe, si era innamorata e l’aveva corteggiato con poesie e canzoni, ostinata, insistente, finché lui le aveva detto sì.

Dopo le nozze erano arrivati i principini gemelli, Amaranto e Ginestra. Poi il Principe era diventato Re, e lei Regina. Non c’era la guerra, il regno era ricco, tutti lavoravano, i bambini andavano a scuola, i ragazzi imparavano i mestieri. Non si poteva volere di più.

Poi un giorno dal cielo arrivò un messaggio per la Regina. Lo portò negli artigli un grande falco nero.

Nel messaggio c’era scritto: Vieni da me

Beatrice Masini, Il viaggio della regina, Carthusia

C’È UN TEMPO PER RACCONTARE… LE FIABE 96 C’era una volta… una regina

ApprendistA

scrittore scrittrice

Nella fiaba che hai letto manca il finale. Scegli tu, tra i seguenti, il finale che vuoi scrivere.

La regina DECISE DI PARTIRE e I principini Amaranto e Ginestra

La regina, nel suo viaggio, incontrò

La regina tornò dopo tanto tempo e

La regina DECISE DI NON PARTIRE e I principini Amaranto e Ginestra

La regina, nel suo castello,

Un giorno, dalla regina arrivarono

97 �della storia Il filo rosso C’era una volta… una regina

BIANCANEVE È PARTITA

Dopo la partenza di Biancaneve, nella casa dei Sette Nani la vita riprese faticosamente. Nessuno aveva voglia di fare niente: il fuoco era spento, la minestra bruciava, di piatti puliti non ce n’era mai neanche uno, i letti erano sempre disfatti e pieni di bricioline. La casa sembrava proprio un pollaio! I nani tutte le mattine si alzavano all’alba e andavano a lavorare nella loro miniera di diamanti. Tornavano al tramonto stanchi e muti, e se qualche volta aprivano bocca era solo per parlare di Biancaneve.

– Non dovevamo lasciarla andare! – brontolava Brontolo.

– Qui con noi stava bene… Ma quello lì, tutto vestito di azzurro… Chissà!

– Lei sapeva delle belle canzoni! – si lamentava Pisolo.

– Questa minestra fa schifo! – urlava Gongolo, che era diventato più brontolone di Brontolo. Dotto cercava di tenerli tutti tranquilli.

– Tutto sta a riabituarsi! – diceva sicuro. Ma non era vero, e ormai nessuno ci credeva più! Finché un bel giorno a Cucciolo venne un’idea…

Letizia Cella, Sette per sette, Einaudi Scuola scrittore scrittrice

ApprendistA

Dove è andata Biancaneve? Prova a scrivere l’inizio della fiaba. Scegli alcune parole che ti potranno aiutare.

un giorno • forte temporale • lavare i piatti • stazione • lunedì • vestiti nuovi • parrucchiere • da sola • ghiro • aereo • Cenerentola • principe • lumaca • luna

Continua tu la fiaba e scrivi la conclusione.

C’era una volta… una fiaba dopo l’altra C’È UN TEMPO PER RACCONTARE… LE FIABE 98

BIANCANEVE BELLA SVEGLIA

È una bella giornata di . Una bambina gioca davanti a casa. La strada che da casa conduce al è molto breve. “Com’è incantato il bosco!” pensa la bambina guardando davanti a sé. “Segreto, misterioso, zeppo di ”. Cammina cammina, trova una scorciatoia e finisce dove le piante sono più fitte. All’improvviso ode un fruscio. – Aiuto! – grida la bambina.

– Il !

Ma lungo il sentiero compare un bellissimo azzurro.

– Chi sei? – chiede la bambina.

– Il di Biancaneve, gentile signorina! – risponde lui.

– Sto andando a baciare la mia amata.

– Posso venire con te da ? – chiede la bambina.

– Con molto piacere! – risponde il Insieme raggiungono la Casa dei Sette

– C’è nessuno in casa? – chiede il principe, bussando piano alla .

– Ci sono io! – risponde .

Il principe azzurro per poco non sviene. – Non eri ? –

domanda con un filo di voce. Biancaneve ride.

– Oh, scusa, caro, non lo sai, ma avevo sputato la avvelenata.

Ma in quel momento sopraggiunge di corsa un alto un dito.

– Sono Pollicino!

Così bambina, principe, Biancaneve, Pollicino partono. Nel bosco incontrano…

Emanuela Nava, Biancaneve bella sveglia e i principi di tutti i colori, Carthusia scrittore scrittrice

Leggi e completa. ApprendistA

Continua tu, sul quaderno, questa fiaba “scombinata”. Fai incontrare altri personaggi delle fiabe che conosci.

C’era una volta…Una fiaba scombinata 99 �della storia Il filo rosso

IL LUPO RACCONTA

Un giorno io correvo attraverso il bosco per acchiappare un capriolo. Quando, improvvisamente, vidi Cappuccetto Rosso.

– Cappuccetto Rosso – le chiesi, – che cosa fai qui?

– Vattene, bestiaccia rompiscatole! Raccolgo fiori per la mia nonna malata che la settimana scorsa ti ha rifatto il pelo –gridò Cappuccetto Rosso, furibonda.

– Ma Cappuccetto Rosso… Noi animali del bosco vogliamo essere in pace.

– Ah, che chiacchiere inutili! Chiamerò il cacciatore, che ti ridurrà a un colabrodo – gridò la bambina. Una bambina così prepotente deve avere una lezione. Così corsi dalla nonna e la mangiai. Poco dopo ero sotto le coperte travestito da nonna. La storia la conoscete tutti. E la divorai in un boccone. Quando venne il cacciatore e mi sentì russare, liberò la nonna e quella monella di Cappuccetto.

Hans Ritz, La storia di Cappuccetto Rosso, ECIG

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Chi narra questo racconto?

Cappuccetto Rosso. Il lupo. Il cacciatore.

Secondo te, qual è lo scopo di questo testo?

Come viene descritta Cappuccetto Rosso?

Allegra e gentile. Viziata e cattiva. Generosa e felice.

Perché il lupo ha voluto scrivere la sua versione della fiaba?

Hai scoperto che si possono avere dei punti di vista differenti. Discuti con i compagni e le compagne e immagina come avrebbero raccontato la storia la mamma, la nonna, il cacciatore. Poi recitate le diverse storie.

C’era una volta… una fiaba all’incontrario

C’È UN TEMPO PER RACCONTARE… LE FIABE 100

SONO IL LUPO

Il lupo grigio è presente nell’Eurasia e nel Nord America e vive in una grande varietà di ambienti, dalla tundra artica alla foresta, dalle montagne rocciose alle zone semi-desertiche. Anche il colore della pelliccia varia dal bianco candido delle popolazioni artiche al quasi nero di quelle del Nord America.

I lupi grigi vivono in branchi che variano da 2 a 36 individui. Il capobranco è il maschio, subito seguito dalla sua compagna, con cui forma una coppia.

È un carnivoro che caccia attivamente le sue prede oppure le ruba ad altri predatori.

La coppia dominante è quella che ha accesso per prima al cibo e, solitamente, dà alla luce ogni anno una media di 6-7 cuccioli. Per le prime 3 settimane di vita i cuccioli rimangono isolati con la madre, successivamente l’intero branco si occupa di nutrirli e proteggerli.

Poi, i giovani si disperdono in cerca di un nuovo branco.

I lupi per comunicare utilizzano il linguaggio del corpo oppure gli ululati.

Secondo te, questo testo:

è descrittivo.

ci vuole informare.

è una fiaba.

• Perché hai scelto questa risposta?

Quali informazioni hai imparato sul lupo, leggendo il testo? Sottolineale e poi scrivile.

C’era una volta… un lupo
101
�della storia Il filo rosso
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

ERIFICA

IL CAVALLINO E IL FIUME

Fiaba cinese

Un cavallino viveva nella stalla con la madre e non era mai uscito di casa, né si era ancora allontanato dal suo fianco protettivo. Un giorno la madre gli disse: – È ora che tu esca e che impari a fare piccole commissioni per me. Porta questo sacchetto di grano al mulino!

Il puledro si mise a galoppare verso il mulino. Ma, dopo un po’, incontrò sul suo cammino un fiume gonfio di acqua. “Che cosa devo fare?”.

Si fermò pensieroso sulla riva. Vide un vecchio bue che brucava lì accanto. Si avvicinò e gli chiese: – Zio, posso attraversare il fiume?

Certo, l’acqua non è profonda, vai tranquillo.

Il puledro si mise a galoppare verso il fiume, ma uno scoiattolo gli si avvicinò saltellando e gli disse, tutto agitato: – Non passare, non passare! È pericoloso! Rischi di annegare!

– Ma il fiume è così profondo? – chiese il cavallino confuso.

– Certo, un amico ieri è annegato! – raccontò lo scoiattolo.

Il cavallino non sapeva a chi credere e decise di tornare a casa.

– Sono tornato perché l’acqua è molto profonda – disse imbarazzato – e non posso attraversare il fiume.

– Sei sicuro? Io penso invece che l’acqua sia poco profonda –replicò la madre.

– È quello che mi ha detto il bue, ma lo scoiattolo dice che il fiume è pericoloso.

– Figlio mio, non devi ascoltare i consigli senza riflettere con la tua testa. Puoi capire da solo. Il bue è grande e grosso e pensa che il fiume sia poco profondo, mentre lo scoiattolo è così piccolo che può annegare anche in una pozzanghera e perciò pensa che sia molto profondo. Allora il cavallino si mise a galoppare verso il fiume, sicuro di sé.

Il cavallino scoprì così che l’acqua del fiume non era né poco profonda come aveva detto il bue né tanto profonda come aveva detto lo scoiattolo.

Graziella Favaro, Il cavallino e il fiume, Carthusia

102
Com’è andata? Circonda.

LA MIA VITA È UNA FIABA

Immagine di essere tu il/la protagonista di una fiaba. Rispondi alle domande. Le risposte ti aiuteranno a scrivere la tua fiaba.

Il/La protagonista sei tu. Chi sei? Come ti chiami?

Dove vivi? In un castello? In una casupola di legno? Ai margini di un bosco?

Un giorno ti succede qualcosa…

Conosci il tuo antagonista. Chi è?

Un personaggio magico ti aiuta. È

Il personaggio ha un oggetto magico. È

104 scrittore scrittrice ApprendistA

Adesso scrivi la tua fiaba in terza persona.

C’era una volta

Un giorno

Ma

Per fortuna Infine

105

LA BAMBINA CHE NON

SI ADDORMENTAVA

Era tutto il contrario della Bella Addormentata nel Bosco: non viveva in un bosco e non si addormentava mai. Quando era neonata i suoi genitori cascavano sempre di sonno, perché lei strillava tutta la notte. Poi crebbe, smise di strillare, loro poterono finalmente dormire, ma lei, pure senza strillare, continuò a non dormire mai. Chiudeva gli occhi per riposarli un po’ e perché a occhi chiusi vedeva film bellissimi, chiamati sogni. Sì, perché lei, pur non dormendo, sapeva sognare lo stesso. L’avevano portata da tutti i pediatri della città, ma non c’era stato nulla da fare. Per fortuna di giorno la bambina stava benissimo, era fresca e vispa come se avesse dormito tutta la notte, un caso raro che tutti i dottori si erano messi a studiare. Un dottore che amava tanto le fiabe un giorno suggerì ai genitori della bambina di provare a pungerla pianissimo con un fuso, proprio come nella fiaba della Bella Addormentata nel Bosco. Loro però non vollero provare, per paura di dover aspettare cento anni per il suo risveglio. E poi da quelle parti di principi non ne passavano mai. Così la bambina che non si addormentava non si addormentò.

La bambina bella e il bambino bullo, Einaudi Ragazzi

Quali sono i tuoi riti magici prima di addormentarti?

TRA CIELO E TERRA... il tempo dello yoga

Distenditi a terra su un tappetino o all’aperto su un prato e rilassa tutto il tuo corpo. Chiudi gli occhi, apri leggermente le braccia e le gambe, le mani e i piedi. Ascolta il tuo respiro e immagina qualcosa che ti faccia stare bene.

IL TEMPO DEL CUORE
106 una storia da ascoltare

VALENTINA

Valentina non è la classica principessa delle fiabe. È insopportabile, rabbiosa e possiede un’infinita collezione di cappelli, scarpe, cinture e, naturalmente, di uccelli. Ciò che ha non le basta mai e…

La voliera d’oro Anna Castagnoli, Carll Cneut

La figlia dell’Imperatore si chiamava Valentina ed era insopportabile. Aveva trecentonovanta paia di scarpe, ottocentododici cappelli, cinquanta cinture di coda di serpe. Però più di tutto le piacevano gli uccelli. Possedeva centouno voliere, ognuna così grande che ci si poteva abitare dentro. Dentro ciascuna voliera stavano uccelli dai colori così belli, dalle forme così rare, che ambasciatori venivano dall’altro capo del mondo per visitare quel giardino meraviglioso.

Valentina diceva:

– Voglio l’uccello dalle ali di vetro!

Valentina diceva:

– Voglio l’uccello col becco di corallo!

Valentina diceva:

– Voglio l’uccello che sputa acqua!

Un servo partiva a cercarlo nei coni dei vulcani più alti, dove il calore trasforma in sabbia e vetro ogni figura che si avvicina.

Un altro servo doveva attraversare mari in tempesta per raggiungere i nidi che gli uccelli incastrano tra i denti del corallo. E altri servi partivano a cercarlo tra le rocce nascoste dietro le cascate, tra canne di bambù piantate in mezzo a rapidi torrenti o nella Terra del Fuoco, dove piove sempre.

Poveri servi tremanti le portavano gli uccelli più belli del mondo: Malakohe dal becco verde, Upupe arboree del Nilo, uccelli Lira… Lei non era mai contenta…

107 CONSIGLI DI LETTURA UN LIBRO PER AMICO

IL TEMPO DEL RACCONTO

LA PRIMA NEVE

Ark stava ancora dormendo profondamente in quel luogo senza tempo e in uno spazio senza confini. Non percepiva i rumori della mattina in città. Abitava nel centro della città e aveva memorizzato i ritmi delle voci che l’accompagnavano al risveglio. Prima i camion della raccolta differenziata che, quando scaricavano i bidoni del vetro, sentivi tintinnare come una cascata di cristalli. Poi i tram e le auto, che strombazzavano sui clacson ai semafori. Tutti avevano fretta. Tutti correvano. Si alzavano le saracinesche dell’edicola e dal bar di fronte si sentiva il chiacchiericcio delle colazioni in piedi, frettolose. Il papà di Ark era già andato al lavoro e la bambina si svegliava pigramente con il gatto sul cuscino. La mamma era già in fibrillazione: – Lavati i denti, i vestiti, le calze pulite, fai colazione, il succo d’arancia, lo yogurt, la merenda, la sacca di ginnastica, il gatto deve uscire dal letto, hai il libro di scienze?, inglese… inglese… hai fatto i compiti??? Aaaaaah…

Ark apre gli occhi, crede di aver dormito per mesi e mesi…

Tocca la terra: è fredda, è gelata, è bianca, è NEVE!

108 C’è UN TEMPO
DA VIVERE… ²l’inverno

Racconta anche tu la prima volta che hai visto la neve, il mare, un bosco di alberi immensi, le vette delle montagne, una cascata, un fiume...

109
scrittore scrittrice ApprendistA

FILO E LA NEVE

Tutte le bambine e tutti i bambini e anche gli adulti collezionano qualcosa. Filo collezionava pupazzi di neve. Filo non faceva soltanto pupazzi di neve maschi, faceva anche tante pupazze femmine e pupazzini, pupazzi di neve bambini. E poi faceva animali di neve. Perciò Filo aveva cominciato a chiamarle sculture di neve. Glielo aveva consigliato il nonno. Quando una scultura era pronta, Filo si immaginava una vita per lei e le dava un nome. Filo aveva cominciato a costruire pupazzi di neve quando era molto piccola. Suo padre allora lavorava molto e non poteva mai andare al parco con lei. Perciò quelle poche volte che ci riuscivano, la mamma diceva sempre: – Georg, prendi la macchina fotografica. Per catturare quei momenti e non dimenticarli più. Quella volta aveva appena nevicato e Filo voleva fare il suo primo pupazzo di neve. E il papà voleva fare tante foto di Filo. Filo invece voleva tante foto del suo pupazzo di neve. Così il papà continuò a fare foto al pupazzo di neve da davanti e da dietro, di profilo e a figura intera. Scattò anche foto di Filo abbracciata al pupazzo. Filo aveva chiamato la sua prima scultura di neve Papà. E iniziò la sua collezione.

Barbara Pumhösel, La voce della neve, Rizzoli

Questi pupazzi fanno parte della collezione di Filo.

Osserva e segna le dieci differenze.

110
Storie di neve
²l’inverno

IL BAMBINO DI CRO-MAGNON

La mandria di renne si sposta e la tribù la segue. L’aria è fredda e il cielo è scuro. Si scatena la bufera. Cro-gnon si tiene ben stretto alla tunica di pelliccia della sua mamma, Mai-gnam, e cammina con la testa bassa e gli occhi socchiusi. Il bianco lo acceca. Distingue a malapena la sagoma scura di Mai-gnam che cammina davanti a lui.

– Non lasciarmi – gli ha detto la mamma – o ti perderai. Cro-gnon è piccolo, ma ha già imparato che quando c’è la bufera bisogna mettersi tutti in fila e non fermarsi mai.

Un’altra lunga fila avanza a fatica attraverso il muro di neve e vento. È una fila di mammut. L’ultimo è Muth, il cucciolo, aggrappato con la proboscide alla coda della sua mamma. Le due file per poco non si scontrano. Quando Cro-gnon si vede davanti quelle montagne scure, per lo spavento, lascia la tunica di Maignam e si ferma tutto tremante. Poi le montagne scure si allontanano, e anche la tribù. Cro-gnon corre per raggiungere la sua mamma. Però la pelliccia a cui si aggrappa non è quella di Mai-gnam: è quella di Muth. Cro-gnon la tiene stretta tra le mani e la segue con la testa bassa e gli occhi socchiusi. Cro-gnon e Muth, uno dietro l’altro, attraversano la bufera…

Maria Vago, Cro-gnon, I sassolini Mondadori

ApprendistA

scrittore scrittrice

Il cucciolo d’uomo e il cucciolo di mammut hanno lasciato le loro madri.

Si sono persi nella bufera. Immagina un finale per il racconto e scrivilo.

A un tratto

Era

Improvvisamente

Erano che

Allora

Che emozione!

Storie da inverni lontani 111

In questi versi il poeta descrive i bambini, che appena alzati, pieni di sonno

ERA LEI, LA NEVE

E un mattino appena alzati, pieni di sonno, ignari ancora, d’improvviso aperta la porta, meravigliati la calpestammo: posava, alta e pulita in tutta la sua tenera semplicità. Era

timidamente festosa era fittissimamente di sé sicura.

Giacque in terra sui tetti e stupì tutti con la sua bianchezza.

INVERNO

Cade la neve viene la pace l’inverno è freddo però mi piace.

Il cielo è muto la terra pure la neve è zucchero per le avventure.

Bianco è il silenzio della spianata è un fiore rosso la mia risata.

Eugenìj Aleksandrovič Evtušenko

In questi versi il poeta descrive la neve.

In questi versi il poeta racconta che la neve

Nella poesia “Inverno”, il poeta usa delle immagini per raccontare l’inverno, ad esempio:

La neve è zucchero.

Trova altre espressioni per raccontare la neve.

La neve è .

La neve è .

La neve è .

La neve è .

112 poeta poetessa ApprendistA
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE
È

NEVE NEVE, DOVE SEI?

Neve neve dove sei?

Vieni mese di Dicembre prendi un treno non tardare

è scoccata l’ora del nevicare

Secondo te, perché la fine della poesia è stata scritta così? Che cosa ti ricorda?

Che cos’è un calligramma?

Il calligramma è un disegno realizzato con le parole.

Osserva l’esempio: sulle onde, un bambino ha scritto dei versi dedicati al mare.

Prova anche tu a scrivere, sul quaderno, dei versi su un fiocco di neve, come nell’esempio. Puoi provare anche con forme diverse: una renna, un abete, una campanella, un fiocco rosso, un cuore.

113 poeta poetessa ApprendistA
del
ne vi ca re
nevicare

LA BAMBINA DI NEVE

Era una bambina pallida pallida. Era una bambina di neve. Però non si scioglieva mai, nemmeno vicino al calorifero.

Gli altri bambini, la prima volta che la vedevano, la guardavano con gli occhi spalancati: come era diversa da loro, le giravano alla larga, non si avvicinavano. Poi impararono dai genitori e dai maestri che il mondo è bello perché siamo tutti diversi, se fossimo tutti uguali, che noia, vi pare? Del resto anche i fiori sono tutti diversi tra loro e un prato con mille fiori diversi è meraviglioso! I vostri vestiti sono di tutti i colori, quelli della bambina di neve erano solo color della neve, e anche i suoi capelli erano bianchi, eppure aveva lo stesso una faccina da bambina.

Che gusti aveva la bambina di neve? Negli sport non le piaceva per niente il nuoto, potete immaginare perché, in compenso era molto brava in pattinaggio sul ghiaccio. Come cibo le piacevano tanto i surgelati, ma i surgelati non cucinati, se li mangiava così come uscivano dal freezer. Poi le piacevano molto i ghiaccioli all’anice, che erano bianchi come lei, il gelato al fior di latte e quello al limone. Anche la panna montata, le piaceva. Di notte sognava fiocchi di neve, brina, ghiaccio, ghiaccioli, cubetti, surgelati, frigoriferi, freezer, nevicate, igloo, pinguini, poli nord. Insomma era una bambina speciale. Quando nevicava, la bambina di neve ingrassava un po’.

Vivian Lamarque, La bambina bella e il bambino bullo, Einaudi Ragazzi

ApprendistA

scrittore scrittrice

Continua tu, sul quaderno, la storia della bambina di neve. Ma un giorno, la bambina di neve…

Storie di neve
114
²l’inverno

IL BAMBINO DI LEGNO

Dopo aver letto la storia della “bambina di neve”, prova a immaginare e a scrivere un testo che racconta di un “bambino di legno”.

Era un bambino . Era un bambino di legno.

Gli altri bambini, la prima volta che lo vedevano, lo guardavano con gli occhi spalancati: come era diverso da loro, gli giravano alla larga, non si avvicinavano perché

. Poi impararono dai genitori e dai maestri che il mondo è bello perché siamo tutti diversi, se fossimo tutti uguali, che noia, vi pare?

I suoi vestiti erano color e anche i suoi capelli erano eppure aveva . Che gusti aveva il bambino di legno? Negli sport

. Come cibo gli piacevano tanto

Non mangiava mai

Di notte sognava

Insomma era un bambino speciale. Quando

115 scrittore scrittrice ApprendistA

CARO PIERRE

Caro Pierre, ti rendi conto, sono già tre mesi che ci scriviamo con il ritmo di una lettera a settimana! Nella tua ultima lettera, mi dicevi che l’inverno è la tua stagione preferita. Ho già visto qualche foto di paesaggi sotto la neve, ma ho difficoltà a immaginare le sensazioni. Mi piacerebbe che mi spiegassi il vento d’inverno, i fiocchi, il gelo, il ghiaccio, le orme sulla neve, il bianco senza fine. Grazie per il libro (qui i libri sono rari come gli elefanti)

Rascal, Una lettera per…, Lineadaria

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

A chi è indirizzata la lettera?

A un caro amico.

A un bambino sconosciuto.

A un maestro/una maestra.

A un’amica.

ApprendistA

Ora prova tu a scrivere a un amico o a un’amica per raccontare il paesaggio delle tue vacanze d’inverno.

Per ringraziarlo.

Per raccontargli un fatto.

Per chiedergli qualcosa. Per spiegare qualcosa.

Adesso fai finta di essere Pierre e rispondi a Aida, raccontando le tue sensazioni in inverno.

scrittore scrittrice
116
²l’inverno

UN GIORNO SPECIALE

Leggi la pagina di diario di Valentina e continua a scrivere. Caro diario, oggi la giornata è iniziata in modo speciale… Appena ho aperto gli occhi, ho avvertito un odore insolito nell’aria. Mi sono alzata, ho attraversato la stanza in punta di piedi per non svegliare la mia sorellina che dormiva, sono andata alla finestra e ho sollevato piano la tapparella. I tetti delle case, i balconi, i marciapiedi, le strade erano coperti di un manto di neve morbido. C’era un grande silenzio. La neve aveva smesso di cadere, il cielo era grigio e l’aria pulita. Ho notato che i vetri della finestra erano appannati e, con la punta dell’indice, ho scritto: “Ciao, neve! Valentina ti saluta”. Poi…

117 scrittore scrittrice ApprendistA
Angelo Petrosino, Il diario segreto di Valentina, Edizioni Piemme

TEMPO DI PACCHI E PACCHETTI

Tempo di regali, tempo di pacchi e pacchetti. Hai già pensato a come incartare e decorare i tuoi pacchi regalo? Non acquistare carte da regalo, ma prova a realizzare una con… la fantasia!

MATERIALE OCCORRENTE

Carta da pacco

Patate

Colori a tempera Piattini

MANI

1 Metti colori diversi in alcuni piattini.

2 Fai tagliare da una persona adulta la patata a metà.

3 Schiaccia la formina sulla patata e togli i pezzetti che non servono.

4 Intingi la patata nel colore che hai scelto.

5 Timbra la patata sulla carta da pacco e lascia asciugare.

118 t inkering H ARK NELLA BOTTEGA DI 1 2 3 5 4

I BISCOTTI DI NATALE

La vigilia di Natale, in tante case si preparano i biscotti per Babbo Natale, per le renne o da mangiare in famiglia.

INGREDIENTI

Farina 00 (5 tazze)

Burro, 90 g (3 cucchiai)

Zucchero a velo (mezza tazza da colazione)

Lievito in polvere per dolci (un pizzico)

Uova, 1 intero più 1 tuorlo

Vaniglia (1 bacca)

MANI

1 Versa la farina, il lievito e lo zucchero a velo in una terrina; aggiungi il burro a pezzetti, i semini della bacca di vaniglia e un uovo intero più un tuorlo.

2 Lavora velocemente l’impasto e ottieni un panetto: appiattiscilo e avvolgilo nella pellicola trasparente; fallo riposare mezz’ora in frigorifero.

3 Stendi l’impasto con un matterello fino a ottenere lo spessore di un quaderno.

4 Ricava le sagome natalizie con le formine.

ATTREZZI

Una terrina

Un cucchiaio

Una tazza da colazione

5 Con l’aiuto di una persona adulta, inforna i biscotti di Natale nel forno a 180° per circa 15 minuti. I biscotti non devono prendere colore, ma rimanere chiari.

L’idea in più Vuoi appendere i biscotti come addobbo? Quando sono ancora caldi e morbidi, buca con uno stuzzicadenti la parte superiore. Quando saranno freddi e solidi, potrai far passare nel buchino un nastrino rosso e usarli per addobbare la casa, l’albero o i pacchetti regali.

119 ARK NELLA BOTTEGA DI t inkering H

MAPPA DEL TESTO

REGOLATIVO: ISTRUZIONI, RICETTE, REGOLE

Sei entrato/a nel mondo delle REGOLE e delle ISTRUZIONI. I miei oggetti magici ti aiuteranno a orientarti in questo tipo di testo.

È un testo regolativo perché lo scopo è fornire regole, istruzioni per giochi, ricette di cucina, lavoretti da costruire con le tue mani. Inoltre, sono testi regolativi le regole di comportamento da tenere in strada, in montagna, al parco, in palestra, in biblioteca…

Prepara lo schema del tuo lavoro, seguendo l’ordine corretto; utilizza un linguaggio semplice, alcuni simboli, delle illustrazioni.

Leggi quali materiali o quali ingredienti devi preparare.

A volte le ricette e le regole dei giochi prevedono un tempo da rispettare.

Quando leggi un testo regolativo, sei proprio tu che devi procedere secondo le indicazioni

Il testo si articola in due parti: elenco e svolgimento.

• Elenco: materiali e ingredienti oppure regole da rispettare. Di solito gli elenchi sono in ordine.

• Svolgimento: se devi realizzare una ricetta o un lavoretto seguendo delle istruzioni, in questa parte, troverai il procedimento per svolgere il lavoro in modo corretto.

120 lettore lettrice ApprendistA
Leggi la poesia e inserisci le parole al posto giusto. Fai attenzione agli intrusi. noia canzoni torrone slitta Sotto l’albero 121
testa poeta poetessa ApprendistA tetti doni

IO E IL MAMMUT

La neve aveva ricamato i grandi, immensi alberi, che ora, immobili e gelati, sembravano candelabri di ghiaccio. I fiori avevano le corolle chiuse, appesantite dai fiocchi, e i funghi si erano allargati in una poltiglia colorata. Il lago era ghiacciato e le foglie di loto rabbrividivano al gelo.

Camminai faticosamente in quel manto bianco. Anche i vulcani all’orizzonte avevano cessato di eruttare. Il mare e il cielo erano bianchi, uno di fronte all’altro, come in uno specchio. Rabbrividivo dal freddo. Ero sola. Una bambina sola in un mondo di neve.

Sicuramente i miei compagni e le mie compagne non crederanno alle mie avventure: dicono di me che sono una fifona, che ho paura della mia ombra, della maestra di inglese, del temporale e di nuotare sott’acqua. Beh… ho i lacrimoni gelati sulle guance. Non riesco nemmeno a piangere.

122 C ’È UN TEMPO PER…
CONOSCERE
IL TEMPO DEL RACCONTO

Provo con la telepatia. Penso intensamente che devo, dico DEVO, tornare a casa, nella mia cameretta, nella mia classe… Penso che vorrei essere sul divano con il gatto, con il RON RON della felicità. AIUTOOOOOOO! In questa pianura bianca di neve ci sono sculture altissime, lunghissime e stranissime. Ho paura. Tanta paura. Sembrano bocche spalancate, corpi enormi, code con uncini gelati. Sono immobili. Scappo correndo a più non posso e mi ritrovo tra grotte e caverne, ma… non sono più sola. Sento un lungo e debole muggito. Vedo un esserino peloso. Lunghe zanne bianche? Naso lungo lungooo… È… È… un piccolo mammut. Sì, un cucciolo! Ed ecco la sua mamma che lo attende sulla soglia della caverna. Ora si muovono lentamente, goffi, pesanti, verso di me. Io non sono una fifona, io sono coraggiosa, quindi raggiungo i due animali pelosi, caldi, che mi accolgono nel branco adagiato nel fondo della caverna.

Ark ha molta paura. Leggi e colora la parte del testo dove Ark racconta come potrebbe riuscire a superarla.

E tu? Hai mai provato tanta paura? Chi ti ha aiutato? Che cosa ti ha aiutato?

123
ApprendistA lettore lettrice

LA TERRA DOVE C’ERA IL MARE

Sembrava una giornata come tante: scuola, visita al Museo, casa. Ma, appena varcata la porta del Museo, aspirai quell’odore di mare. Forte. Insolito. – Lo senti anche tu? – chiesi a Sandro, che nelle gite mi stava sempre incollato. Il resto della classe seguiva la maestra senza curarsi di noi.

– Sento che cosa?

– Odore di mare.

– Beh, qui, prima di noi c’era il mare! – semplificò Sandro, liquidando così milioni di anni di evoluzione geologica che il Museo cercava di raccontare con un suo accurato percorso.

Quelle per esempio, vedi? Vivevano sott’acqua! – aggiunse Sandro, indicando le ammoniti incastonate in una pietra rossa. Eravamo soli nella sala. Ci avvicinammo per guardarle meglio. Erano bellissime e… si stavano muovendo?!?!?! Tesi una mano e una ammonite vi strisciò sopra. Una raffica di vento salmastro ci turbinò intorno e io e Sandro ci trovammo su un pianoro. L’ammonite ci aveva riportato a casa sua. Milioni di anni fa.

Il silenzio. La luce del sole che non era ancora il Sole. Un’altra raffica di vento ci riportò di nuovo nel Museo…

Sabina Colloredo, Viaggio nel Museo, Carthusia

ApprendistA

scrittore scrittrice

Continua tu l’avventura al museo della protagonista e del suo compagno di classe Sandro.

Nelle sale la protagonista e Sandro incontreranno altri reperti dall’antichità come…

C’È UN TEMPO PER… CONOSCERE 124 Un’avventura al Museo

NELLA MIA CITTÀ C’È UN MUSEO?

Parti alla ricerca dei musei nella tua città.

Ti piace cercare fossili di ammoniti? Hai la passione dei dinosauri? Hai trovato un dente di orso Spelaeus? Devi andare al MUSEO DI STORIA NATURALE per scoprire i reperti delle origini del mondo.

Ti piacciono gli animali e vuoi scoprire finalmente quante specie di farfalle esistono in Italia? Vuoi sapere tutto sulle rane? Vuoi scoprire come sono nate le montagne? Vuoi conoscere i nomi degli alberi?

Devi andare al MUSEO DI SCIENZE NATURALI

Vuoi seguire la rotta dei delfini o ascoltare il canto delle balene? Vuoi osservare uno squalo senza averne paura? Vuoi sapere il nome dei pesci del fiume che scorre vicino a te? Devi andare all’ACQUARIO

Ti appassionano le costruzioni, la fisica, le invenzioni, le scoperte dell’uomo?

Vai al MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA.

Vuoi scoprire le notizie e le curiosità, la cultura del mondo in cui vivi o degli altri mondi?

Puoi andare a visitare il MUSEO DELLE CULTURE oppure i piccoli musei dei paesi e delle civiltà, nei quali sono custoditi i reperti della storia dell’uomo, gli attrezzi, le pitture, i manufatti.

125 �della storia Il filo rosso

NAPI E L’ORIGINE DEGLI ANIMALI

Tanto tempo fa il Sole era un grande capotribù e aveva la sua tenda in cielo. Il Sole brillava tutto il giorno e riscaldava il mondo. Gli altri lavori erano fatti da Napi, l’aiutante del Sole. Napi un giorno finisce presto il suo lavoro e si sdraia vicino a una fontana. Ma Napi non era abituato a tenere le mani ferme, allora prende l’argilla e comincia a impastarla, per trarne fuori qualcosa. Era un bravo artigiano e riesce a realizzare la prima figura. Impasta una bestiolina, poi un’altra, poi ancora un’altra e fa tante bestioline quante sono le specie animali che oggi vivono sulla Terra. Napi prende in mano la prima bestiolina, le soffia addosso e dice: – Figlio mio, tu sei il bisonte.

Poi Napi prende una forma dopo l’altra, soffia addosso a tutte le forme e così nascono tutti gli animali della Terra. Napi mostra il posto dove devono vivere e gli animali iniziano a popolare la Terra.

Alla fine a Napi rimane solo un pezzo di argilla. Prende in mano il pezzo, ci soffia sopra e dice: – Ecco, figlio mio, tu sei l’uomo. Così gli animali compaiono sulla Terra e insieme agli animali anche l’uomo.

Mito degli indiani d’America sull’origine degli animali e dell’uomo

ApprendistA

scrittore scrittrice

Completa i fumetti scrivendo frasi appropriate.

IL MITO C’È UN TEMPO PER… CONOSCERE 126

LA GRANDE OMBRA

Una grande ombra balzò fuori alla luce della Luna. Ho detto “balzò” perché la bestia saltava come un canguro, tenendosi in posizione eretta sulle potenti zampe posteriori, mentre teneva sollevate quelle anteriori. Doveva essere un Tirannosauro carnivoro, la creatura più crudele mai apparsa sulla Terra. Saltellava sulle zampe posteriori e avvicinava il muso al terreno. Stava annusando l’odore che lasciavo.

Conan Doyle, Il mondo perduto: la valle dei dinosauri, Newton

UN BRONTOSAURO PER AMICO

All’improvviso mi trovavo a cento milioni di anni dalla mia epoca, davanti a un branco di dinosauri vivi, veri… enormi! Uno di loro allungò il collo e mi annusò i capelli. Mi feci coraggio e tirai fuori dalla tasca il resto del mio panino e glielo offrii. Pian piano aprì la bocca e con la lingua lunga e sottile afferrò il panino. Fece dondolare la testa, contento, e mi diede una spintarella. Capii subito che il panino gli era piaciuto e che ne voleva ancora.

– Non ne ho più, bronto, davvero!

Poi allungai una mano e gli accarezzai la testa. Ronfò come un gatto. Mi ero fatto un amico.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Due ragazzi hanno un incontro ravvicinato con i dinosauri ma… i due testi descrivono stati d’animo diversi. Leggi e sottolinea le parole che ti aiutano a capire le emozioni dei protagonisti dei due testi. Poi completa sul quaderno.

• Nel testo La grande ombra il protagonista…

• Nel testo Un brontosauro per amico il protagonista…

Animali preistorici 127 �della storia Il filo rosso
Klaus Peter Wolf, Stefano e i dinosauri, Piemme

Ark continua a insegnarti le strategie per studiare in modo efficace.

1 Leggi attentamente un testo per volta.

I DINOSAURI

Circa 230 milioni di anni fa sulla Terra vivevano i dinosauri.

Il loro nome deriva dal greco ed è composto da due parti: deinos che significa “terribile” e sauro che significa “lucertola”, perciò dinosauro vuol dire “terribile lucertola”. I dinosauri, infatti, erano rettili, come le lucertole e i coccodrilli, ma erano anche gli animali più grandi mai esistiti sulla Terra.

La maggior parte dei dinosauri era erbivora e di indole tranquilla.

Colora in rosso l’informazione importante che hai trovato nel testo, poi completa.

L’informazione è

128 studioso studiosa ApprendistA

2 Continua a leggere.

TENERI GRANDI ERBIVORI

I Sauropodi, i grandi erbivori del Giurassico, erano dei veri giganti. Il corpo e il collo erano smisurati e avevano stomaci e intestini enormi. Per sostenere un corpo così massiccio dovevano ingurgitare cibo in gran quantità. A seconda della specie, essi trovavano il cibo su “scaffali” ad altezze diverse, gli alberi, così tutti potevano nutrirsi senza entrare in competizione. I loro denti erano piatti, quindi non appuntiti. Si ritiene che fossero addirittura in grado di far scomparire alcune foreste.

Il più grande dinosauro erbivoro era il Brachiosauro: era lungo, dalla testa alla coda, più di 24 metri e, probabilmente, pesava come sedici elefanti. Aveva le narici a forma di cupola situate sopra la testa. Il Brachiosauro brucava la cima delle sequoie. Il Diplodoco, con il collo allungato in avanti, si nutriva da alberi più bassi, mentre lo Stegosauro cercava il cibo a livello del terreno.

AA.VV., Preistoria, l’adattamento della vita sulla terra, Giunti Junior

Ora completa la tabella. Leggi le richieste e cerca le risposte nel testo, colorale, poi ricopiale al posto giusto.

Nel Giurassico vissero i…

I Sauropodi mangiavano…

I denti erano…

Mangiavano così tanto che…

Il più grande dinosauro erbivoro era il…

Era lungo come…

Il Brachiosauro brucava la cima delle…

Il Diplodoco si nutriva da…

129 studioso studiosa ApprendistA

3 Leggi attentamente e fai un confronto tra dinosauri erbivori (pagina 129) e dinosauri carnivori.

FEROCI CARNIVORI

Alcuni dinosauri erano carnivori. Essi avevano gli artigli, i denti aguzzi e andavano a caccia di lucertole, insetti e altri dinosauri. Il più grande e il più feroce dinosauro carnivoro era il Tirannosauro Rex. Era alto sei metri ed era lungo quindici metri. Camminava sulle zampe posteriori, fornite di tre dita con artigli possenti e acuminati. Le zampe anteriori erano corte e avevano solo due dita ciascuna. I suoi denti aguzzi erano lunghi come una matita.

Denti

Cibo preferito

Il più grande

La sua misura

Caratteristiche particolari

130 studioso studiosa ApprendistA
ERBIVORI CARNIVORI

RETTILI NEL MARE

Gli Ittiosauri erano anch’essi rettili e dominarono gli oceani per circa 100 milioni di anni, durante il Giurassico e agli inizi del Cretaceo. Più o meno 95 milioni di anni fa ve ne erano ancora alcune specie in giro per gli oceani, ma si trattava solo dei pochi superstiti di un ordine un tempo numerosissimo. Per adattarsi a una vita completamente acquatica, questi rettili modificarono il loro aspetto fino a diventare molto simili ai pesci. Gli arti divennero identici alle pinne, mentre il corpo assunse una forma allungata, molto adatta a scivolare tra le correnti. La coda era generalmente lunga. Come quella degli squali, poteva essere un eccellente strumento di propulsione, e certe specie dovevano essere in grado di muoverla molto vigorosamente, schizzando in avanti con notevole velocità. Spesso gli Ittiosauri possedevano denti robusti e numerosi. Pur mantenendo molti tratti in comune, gli Ittiosauri si differenziarono in specie diversissime, con dimensioni che potevano variare da due a cinque metri fino a quindici metri.

Barbara Gallavotti, La vita sulla terra, Idea Libri

Cancella con il colore azzurro le informazioni che NON sono utili, poi ricopia le informazioni rimaste sui puntini.

Gli Ittiosauri

Se osservi, il testo scritto da te è più breve: è un riassunto, cioè contiene solo le informazioni più importanti. Il riassunto ti può aiutare a studiare.

131
4 Ark ti ha condotto all’ultimo testo. Leggi attentamente.

L’ELEFANTE

L’elefante è il più grande mammifero terrestre. È erbivoro e ci vuole una quantità enorme di vegetali per saziare il suo appetito. Ha anche un grande bisogno di acqua. L’elefante ha una dentatura originale. I denti più vistosi e a crescenza continua sono le zanne, lunghe fino a tre metri e più in alcuni elefanti africani. Le orecchie sono grandi e mobili. La caratteristica saliente dell’elefante è la proboscide. Questa singolare appendice è formata da naso e labbro superiore fusi assieme, non contiene ossa, ma è formata da 150 chili di tessuto connettivo, pelle, sangue, grasso, muscoli e nervi. Serve per molti usi: per mangiare, per bere, per farsi la doccia di acqua o di polvere e perfino per “parlare”. Ma se gli prude una parte non raggiungibile, l’elefante che cosa fa? Prolunga la proboscide usando come arnese un ramoscello. In questo modo riesce a grattarsi con evidente soddisfazione.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Colora in rosso le parole-chiave con le quali puoi costruire il “quadro” dell’animale, poi scrivile.

Nella parte finale del testo c’è una curiosità. Quale?

ANIMALI LONTANI C’È UN TEMPO PER CONOSCERE 132
Isabella Lattes Coiffmann, Questi strani animali, Fabbri

MEFISTO

Mefisto è il mio gatto ed è tutto nero. Ma proprio nerissimo! Nero come il carbone, molto più nero del fondo del più profondo cappello. Ha una coda lunga tutta attorcigliata ed è morbido e dolce. A volte sono triste e ho voglia di piangere. Allora Mefisto salta sulle mie ginocchia e poi sul tavolo. Passeggia sul tema che non mi viene o sulle divisioni che non mi riescono. Fa le fusa e mi accarezza la punta del naso con la coda. E io mi consolo. Credo che Mefisto, in realtà, sia un mago mascherato da gatto. Ha gli occhi scintillanti come due stelle e una voce che sale e scende come quella di un violino. Vagabonda sui tetti freddi e attraversa la notte silenziosamente. Annusa lo stufato di coniglio nella casseruola e il latte caldo nel bricco… e indovina sempre quello che sto pensando.

Completa.

Il pelo di Mefisto è come il Gli occhi di Mefisto sono come

La voce di Mefisto come

Prova a ricordare il testo che hai appena letto e colora i verbi adatti a Mefisto.

salta sul tavolo

miagola annusa vagabonda sui tetti

corre nei viali mi accarezza beve il latte attraversa la notte

fa le fusa legge il tema indossa un cappello indovina i miei pensieri

si lecca la coda passeggia sulle divisioni

ANIMALI VICINI 133
fa i dispetti

MAGHI A CACCIA DI DRAGHI

Il grugnocorto svedese è un bel drago blu argenteo; la sua pelle è ricercata per la produzione di guanti e di scudi protettivi. Dalle narici emana una fiamma lunga di colore azzurro acceso: può ridurre in cenere legno e ossa in pochissimi secondi. Vive tra monti selvaggi e disabitati.

L’ungaro spinato ha scaglie nere ed è simile a un lucertolone. Ha occhi gialli, color del bronzo, e punte di colore simile spuntano dalla lunga coda. Ha una gittata di fuoco fino a 150 metri.

L’ungaro spinato si nutre di capre, pecore e, quando possibile, di umani.

Il vipertooth peruviano è il più piccolo di tutti i draghi conosciuti, e il più rapido in volo. È lungo appena quattro metri e mezzo, ha scaglie lisce color rame con strisce nere sulle creste. Le corna sono corte e le zanne sono velenose. Si nutre di capre e mucche, ma anche di umani. La Confederazione dei maghi inviò i suoi sterminatori per ridurre il numero dei vipertooth, che era aumentato rapidamente. Vive in montagna.

Joanne Kathleen Rowling, Gli animali fantastici: dove trovarli, Salani

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Completa la tabella con le caratteristiche dei tre draghi.

Grugnocorto Ungaro spinato Vipertooth

Dimensioni

Abilità

Colore

Corna e zanne

Gittata di fuoco

Cibo preferito

Ambiente in cui vive

Animali fantastici �della storia Il filo rosso C’È UN TEMPO PER… CONOSCERE 134
scrittore scrittrice ApprendistA

MAPPA DEL TESTO DESCRITTIVO

Lo scopo del testo descrittivo è descrivere un animale reale o fantastico facendo un suo ritratto e utilizzando le parole al posto dei colori.

Sei entrato/a nel mondo del TESTO DESCRITTIVO.

Hai iniziato con il ritratto di un animale.

I miei oggetti di viaggio ti aiuteranno a orientarti in questo tipo di testo.

Puoi descrivere un animale come è adesso, come era o immaginare come sarà.

Il testo si svolge in ambienti e luoghi reali, cioè che esistono per davvero.

Scegli parole adatte a descrivere l’animale.

Vai nella foresta degli aggettivi e dei verbi e raccogli quello che ti serve ed è più adatto alla descrizione. Prova anche a costruire similitudini e metafore.

136 lettore lettrice ApprendistA

Il protagonista del testo è l’animale che vuoi descrivere. Per una descrizione accurata puoi utilizzare i cinque sensi, in particolare:

• la vista per osservare il muso, la corporatura, i colori, i movimenti, le forme;

• l’udito per ascoltare la voce dell’animale e del luogo in cui abita;

• il tatto per scoprire come sono il suo pelo, il guscio, il mantello.

Con il cuore puoi osservare il carattere dell’animale.

Segui le domande-guida.

• Com’è il suo carattere?

• Che cosa fa?

• Quali pregi e quali difetti ha?

• Che cosa gli piace?

• Che cosa non gli piace?

Il testo si articola in tre parti: inizio, sviluppo, conclusione

137 lettore lettrice ApprendistA

IL MIO AMICO ANIMALE È…

Il mio animale è un Scrivi un breve testo descrittivo. Raccogli le parole nella foresta degli aggettivi.

lungo scrittore scrittrice ApprendistA

corto fedele

arruffato adunco morbido maculato astuto

tozzo slanciato riccio luminoso ispido

folto robusto aggressivo giocherellone docile

lento agile 138

LE LEPRI E LE RANOCCHIE

In mezzo a un grande prato, le lepri si lamentavano di come erano costrette a vivere. – Gli uomini ci fanno paura: sono enormi e se riescono a prenderci ci mangiano. – Se non stiamo attente, le aquile ci afferrano con i loro artigli e non ci lasciano più andare.

– Siamo stanche di tremare di paura, di nasconderci, di scappare!

– Andiamo a buttarci nello stagno: lì uomini e aquile non potranno raggiungerci.

Le lepri lasciarono il prato e si diressero verso uno stagno vicino. Forse l’acqua calma e accogliente avrebbe sciolto tutte le loro paure, forse… Appena videro arrivare le lepri, le ranocchie si spaventarono e si tuffarono in acqua. Una lepre le notò, fermò le compagne e disse: – Avete visto? Le rane ci temono.

È inutile tuffarci nello stagno. Restiamo nel nostro prato: qualche volta dovremo scappare dagli altri, ma qualche altra volta saranno gli altri a scappare da noi!

Esopo, Favole a catena, Gaia Edizioni

Quali sono i protagonisti del racconto?

Quali sono i loro nemici?

Quali sono le caratteristiche dei protagonisti? Indica con x la definizione adeguata.

Si vestono. Si muovono. Si comportano come esseri umani.

Hanno emozioni.

Qual è lo stato d’animo delle lepri all’inizio del racconto?

Quale soluzione pensano per difendersi?

Come reagiscono gli abitanti dello stagno?

Una lepre saggia parla con le altre. Che cosa propone?

Qual è l’insegnamento del racconto?

139 �della storia Il filo rosso C’È UN TEMPO PER… CONOSCERE ANIMALI DA FAVOLA
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

LA VOLPE E IL CACCIATORE

Sui Monti Nevosi c’era un cacciatore che metteva le trappole per le volpi. Un mattino andò a vedere e ne trovò una grossa, dal pelo chiaro, con la zampa stretta nella morsa.

– Lasciami andare, cacciatore! – disse la volpe. – Ho tre cuccioli nella tana e devo nutrirli, ti prometto che, appena saranno capaci di cavarsela da soli, tornerò da te e potrai prendere la mia pelliccia.

– Come faccio a essere sicuro che tornerai? – disse il cacciatore.

– Perché hai la mia parola – rispose la volpe.

Il cacciatore la liberò e la volpe se ne andò, zoppicando.

Passarono i mesi: il cacciatore non pensava più alla volpe e, quando ci pensava, diceva: – È stata furba, quella! E sciocco io a crederle!

Venne l’inverno, freddo come la morte. Il cacciatore si mise a spaccare legna per accendere il fuoco, ma gli sfuggì la scure dalle mani gelate e lo ferì alla gamba. Cadde per terra, entrò nella capanna, non riusciva più a muoversi. Il freddo era tanto e non c’era cibo. “Morirò in due o tre giorni!” pensò.

Ma nel pomeriggio la porta si aprì piano e il muso della volpe si fece vedere.

C’È UN TEMPO PER… CONOSCERE 140

– Ecco, sono tornata – disse. – Prendi la mia pelliccia, adesso. – È troppo tardi, volpe – rispose il cacciatore. – Sono ferito, questa volta non posso fare niente e nemmeno la tua pelliccia mi potrebbe salvare.

La volpe lo guardò, se ne andò e ritornò subito dopo con i suoi cuccioli, grandi come lei. Si sdraiarono intorno al cacciatore, lo scaldarono mentre la madre andava per il bosco a cercare radici, bacche e noci.

Caldo e sfamato, il cacciatore guarì. Le tre giovani volpi andarono via di corsa e la volpe disse: – Ora puoi prendere la mia pelliccia, cacciatore. Ma lui la accarezzò e la lasciò correre nella foresta.

Roberto Piumini-Nicoletta

ApprendistA

scrittore scrittrice

Riscrivi il racconto che hai letto, utilizzando le parole che uniscono.

Sui Monti Nevosi, una volpe era stata catturata da un cacciatore.

La volpe chiese di essere lasciata libera perché .

Allora il cacciatore

La volpe, per ringraziarlo, promise che .

Mentre il cacciatore si ferì a una gamba.

Il cacciatore ferito entrò nella capanna ma .

Nel pomeriggio arrivò la volpe che ,

ma il cacciatore non perché .

La volpe se ne andò e tornò con i cuccioli che

Infine, il cacciatore .

141 �della storia Il filo rosso
Costa, C’era una volta… ascolta, Edizioni EL

LA COLOMBA E LA FORMICA

In un caldo giorno d’estate, una formica aveva deciso di raggiungere la riva del fiume per potersi dissetare. Mentre stava bevendo, un soffio di vento le fece perdere l’equilibrio. La formica cercò di aggrapparsi a un filo d’erba, ma non ci riuscì e così finì in acqua. Zampettando nella corrente, l’insetto si lamentava ad alta voce: – Oh, povera me, il fiume mi trascinerà via! Non riuscirò più a ritornare al mio formicaio. Mentre piagnucolava, veniva portata dall’acqua sempre più lontano. Poco più in là una colomba, che stava raccogliendo fili d’erba e rametti di legno per rendere il suo nido più forte e robusto, sentì la voce della formica: – Chi si sta lamentando? Che cosa

Alzando lo sguardo da terra, vide il piccolo animale e decise di aiutarlo. Volò sul fiume, afferrò la formica e la riportò a riva.

– Grazie, colomba! Spero, un giorno, di poterti ricambiare il favore. La formica si incamminò verso il suo formicaio e la colomba riprese il lavoro interrotto: il nido doveva essere accogliente e robusto per poter proteggere i suoi piccoli! Qualche tempo dopo la formica vide un uomo con una rete in mano che stava guardando la colomba perché voleva catturarla. La formica si avvicinò piano e, mentre l’uomo stava per lanciare la rete, gli morse una caviglia. L’uomo urlò per il dolore e la colomba, spaventata, volò via. In questo modo la formica contraccambiò l’aiuto che aveva ricevuto dalla colomba.

Esopo, Favole a catena, Gaia Edizioni

Animali da favola C’È UN TEMPO PER… CONOSCERE 142

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Qual è l’insegnamento di questa favola?

Secondo te, è un insegnamento importante? Perché?

Secondo te, questo testo:

è una fiaba.

ci vuole informare.

è una favola.

• Perché hai scelto questa risposta?

Animali da favola
143 �della storia Il filo rosso

MAPPA DEL TESTO

NARRATIVO FANTASTICO: LA FAVOLA

È un testo narrativo perché narrare significa raccontare, scrivere di qualcuno o di qualcosa.

Il racconto si svolge in ambienti naturali e reali.

I protagonisti della favola sono animali che si comportano come esseri umani. Vivono delle avventure e incontrano dei pericoli che riescono a superare grazie all’aiuto di altri animali o grazie alla saggezza dei loro comportamenti.

Sei entrato/a nel mondo del testo NARRATIVO FANTASTICO, in particolare nel mondo delle FAVOLE I miei oggetti magici ti aiuteranno a orientarti in questo tipo di testo.

È un testo narrativofantastico perché racconta fatti che non accadono nella realtà ma nel mondo magico di animali che si comportano come esseri umani. Le azioni si svolgono in un tempo non definito, in un passato lontano.

Il testo si articola in tre parti: inizio, sviluppo, conclusione

La conclusione è un consiglio, una riflessione e un insegnamento (la morale).

Scegli le parole appropriate a scrivere la tua favola.

lettore lettrice endistA

COSTRUISCI LA TUA FAVOLA

Scegli tra le carte-gioco il percorso che ti piace di più, poi scrivi una favola con gli animali protagonisti e l’insegnamento che hai scelto.

ANIMALI PROTAGONISTI

INSEGNAMENTO

145 scrittore scrittrice ApprendistA
Un tempo

ERIFICA

QUANDO BA LENA

ERA TANTO PICCOLA

Un miliardo di anni fa, una certa Ba Lena viveva sola soletta in un piccolissimo lago. Ba Lena era vivace, agile, scherzosa, infaticabile e il suo cruccio maggiore era la piccolezza. Spesso sospirava: “Tutti sono più grandi di me.” Su un albero Ci Cogna se ne stava tutto il tempo a spiare il lago. Appena un pesce affiorava, lo afferrava con il lungo becco e se lo mangiava in quattro e quattr’otto.

Un giorno Ba Lena si affacciò sul pelo dell’acqua: voleva afferrare una libellula. Ci Cogna afferrò con il becco Ba Lena e se la portò su fino al nido. – Mi chiamo Ba Lena e sono il pesce più piccolo del mondo!

– Mi sa che tu sei così piccola perché sei nata e cresciuta in questo lago piccolissimo, ma nei miei viaggi ho visto un lago immenso che chiamano mare. Tu diventeresti grandissima, smisurata, perché il lago chiamato mare è veramente grande.

– Quanto grande? Due volte il nostro lago?

Ci Cogna e Ba Lena partirono e giunsero fino all’oceano. Ci Cogna volò via, Ba Lena si gettò nel mare e dalla grande soddisfazione di trovarsi in un ambiente così grande, sentì che era già cresciuta ed era diventata il doppio. Il mare era davvero infinito; più Ba Lena nuotava felice, più cresceva. A farla breve, dopo appena un milione di anni, Ba Lena era diventata un pesce enorme. Ba Lena rimase nell’oceano, a dondolarsi sui flutti e a rimpinzarsi di milioni di pesci. Ogni tanto proietta nell’aria un getto d’acqua, che è la sua maniera di soffiarsi il naso mentre piange. Piange e mangia, mangia e piange per la grande nostalgia dei tempi felici in cui era piccola. Questo è il motivo per cui le balene oggi, ogni tanto, vengono ad arenarsi sulle spiagge e si lasciano morire all’asciutto, sulla sabbia.

146

In base a quanto hai letto, dove viveva Ba Lena?

In un lago piccolissimo.

Al mare.

In una pozzanghera.

Ba Lena voleva afferrare:

una mosca.

un moscerino.

una libellula.

Che cosa propone Ci Cogna a Ba Lena?

Di andare in un altro lago

più grande.

Di andare in un lago grande

chiamato mare.

Di farsi mangiare.

Ba Lena è diventata un animale enorme: dopo un miliardo di anni. dopo un milione di anni. dopo qualche mese.

Secondo il testo, perché le balene si arenano sulle spiagge e si lasciano morire?

Perché non hanno più da mangiare.

Perché hanno niostalgia di tempi felici.

Perché sono vecchie.

Il testo che hai letto è: una favola.

un testo scientifico. il diario di un’avventura.

Com’è andata? Circonda.

IL PICCOLO PRINCIPE E LA VOLPE

In quel momento apparve la volpe.

– Buongiorno – disse.

– Buongiorno – rispose il Piccolo Principe. – Sono qui –disse la voce – sotto al melo.

– Chi sei? – domandò il Piccolo Principe.

– Sono la volpe.

– Vieni a giocare con me – gli propose il Piccolo Principe. – Sono talmente triste.

– Non posso giocare con te, non sono addomesticata.

– Ah! – disse il Piccolo Principe. – Che cosa vuol dire addomesticare?

– Non sei di queste parti, tu – disse la volpe. –Che cosa cerchi?

– Cerco gli uomini. Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?

– È una cosa da molti dimenticata. Vuol dire creare dei legami.

– Creare dei legami?

– Certo. Tu, fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.

Discuti nel Cerchio d’Incontro, con i compagni e le compagne, del testo che hai appena ascoltato. Segui la traccia, che ti aiuta a riflettere.

• Un legame è come una corda che lega. Chi lega? Che cosa lega?

• Che cosa significa avere un legame?

• Perché addomesticare significa “creare un legame”?

• Hai mai addomesticato un animale?

• Che cosa significa addomesticare un animale?

148 una storia da ascoltare
Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, Newton Compton Editori

La collina dei conigli

IL TEMPO DEL RACCONTO

SULLE TRACCE DELL’UOMO

Sono nella caverna, circondata da questi buffi esseri pelosi. Là fuori continua a nevicare. Io sono al caldo e in penombra. Gironzolo un po’ qua e là. Capisco che i mammut non sono sorpresi dalla mia presenza. In fondo sono un essere umano, parlante, tipologia bambina, carattere curioso e sospettoso, capelli lunghi, felpa verde, apparecchio ai denti e un guscio pieno di semi. Un esserino buffo, forse, ai loro occhi.

Mi sdraio su una pietra a forma di foglia. Mi sembra comoda per schiacciare un pisolino. La cupola della caverna è un album tutto disegnato! Mammut, cervi, lepri, daini, cavalli e… uomini armati di arco e frecce. Che cosa significano quei disegni?

150 C ’È UN TEMPO PER… ASCOLTARE

Le immagini scorrono sulla parete rocciosa e mi incuriosiscono sempre di più. La vita nella caverna mi piace. Ho imparato a disegnare graffiando la parete con delle pietre dure che ho raccolto. Gioco a nascondino con i mammut, capisco quello che vogliono comunicare, ma non riesco a parlare la loro lingua. Sono animali pigri, che non trascorrono il tempo a grattare la crosta di neve in cerca di tenere erbette da mangiare. Pian piano il paesaggio sta cambiando, in questo mondo senza tempo e senza confini. Vaste zone di erba e di terra emergono dalle pozzanghere lasciate dalla neve. La luce dura di più e piano piano sta prendendo il posto delle tenebre.

Ark si racconta sulle pareti della caverna, graffiandole con le pietre dure. E tu, come ti racconti? Disegni? Scrivi? Tieni un diario? Hai un amico o un’amica del cuore?

Racconta e poi parlane con i compagni e le compagne.

151
ApprendistA lettore lettrice

L’ORIGINE DELL’ESSERE UMANO

In principio tutte le cose erano nella mente del Wakonda. Tutte le creature, compreso l’uomo, erano spiriti. Andavano in giro per lo spazio compreso tra Terra e Sole e cercavano un posto dove potessero incarnarsi in una esistenza corporea. Salirono fino al Sole, ma il Sole non era una dimora adatta a loro. Proseguirono fino alla Luna e scoprirono che neppure essa sarebbe stata una buona casa. Allora scesero sulla Terra e videro che era coperta di acqua. Fluttuarono nell’aria nelle quattro direzioni, a Nord, a Est, a Sud e a Ovest, e non trovarono terre asciutte. Il loro dolore era grande. Improvvisamente, proprio in mezzo all’acqua, sorse una grande roccia. Esplose con una fiammata e le acque svaporarono nell’aria in forma di nuvole. Apparve terra asciutta. Crebbero erbe e alberi. Gli spiriti allora discesero sulla Terra, si cibarono dei semi, delle erbe e dei frutti degli alberi, e diventarono uomini e animali. La terra vibrò delle loro espressioni di gioia e di gratitudine per Wakonda, creatore di ogni cosa.

AA.VV., Leggende e miti dei Pellerossa, Demetra

Colora la linea a lato del testo. Segui le indicazioni. Inizio. Sviluppo. Conclusione.

Riassumi in una breve frase ciascuno dei tre momenti del mito.

All’inizio

Benvenuto Uomo!
C’È UN TEMPO PER… ASCOLTARE 152
Poi Infine
TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE
IL

LE UOVA DELLA TARTARUGA

Ci fu un tempo in cui la Terra era coperta d’acqua. Sopra le acque c’era il cielo, con il Sole, la Luna e le stelle. Un giorno una tartaruga enorme arrivò nuotando maestosamente. L’animale era tanto grande che copriva parte delle acque con il suo guscio. Era bello nuotare sulla laguna silenziosa, ma la tartaruga era triste perché era sola. Allora pregò Nzame, il Dio Creatore del cielo, di aiutarla a popolare la Terra. Nzame ebbe pietà della tartaruga e disse: – Quando deporrai le tue uova non sarai più sola! Passarono molti anni, ma un giorno la tartaruga depose le sue uova e da queste uscirono gli animali della terra: rettili, uccelli e mammiferi.

Tutti si arrampicarono sul dorso della tartaruga, perché non c’era terra su cui strisciare, alberi su cui volare, prati su cui correre.

Il dio si mise a pensare a come sistemare tutti quegli animali. E, mentre pensava, gli animali attesero pazientemente sul dorso della tartaruga. Il dio fece ritirare le acque e apparve la terra con le sue montagne e le sue foreste. Tutti gli animali scesero dal dorso della tartaruga: nuotando, strisciando, volando, correndo. La tartaruga si ritirò nel Grande Fiume, ma non era più sola. Un giorno Nzame costruì una piroga e, dal cielo, la gettò nel Grande Fiume. La tartaruga la vide arrivare e vi depose le sue uova: da queste uova nacquero Gomu e Lehe, il primo uomo e la prima donna.

Mito africano, Nigeria

TRA CIELO E TERRA... IL tempo DELLO yoga

Siediti a terra con le gambe aperte. Curva la schiena come il guscio della TARTARUGA e afferra i polpacci con le mani.

Il guscio della tartaruga è la tua casa. Respira, tranquillo/a e protetto/a nella tua casa.

BENVENUTI
153

Questo racconto non ha un titolo. Leggi, pensa e scrivi tu un titolo appropriato.

Un giorno il dio della vita disse: – Devo creare della gente che viva sulla Terra.

Magbabaya prese un pugno di argilla e lo mescolò con dell’acqua. Modellò alcuni esseri umani, poi chiamò il sole perché li asciugasse. A sera si ricordò degli uomini lasciati asciugare al sole. Ritornò sulla Terra e scoprì che i pezzi di terra erano diventati neri come il carbone. Il dio della vita scosse la testa: – Devo provare un’altra volta, ma starò attento e non li lascerò troppo a lungo al sole.

Il mattino seguente il dio modellò altre statue di uomini e di donne, poi fece sorgere il sole. Fece attenzione e lo fece tramontare subito. Ma questa volta le statue erano rimaste troppo pallide, bianche come la farina.

– Domani modellerò altre statue e starò attento che arrivino al giusto punto di cottura.

Il giorno seguente modellò altri esseri umani e li espose al sole, girando le statue in modo che prendessero un bel colore cioccolato. Il sole era troppo caldo e allora fece venire una nuvola dal cielo che rinfrescò le statue con una leggera pioggia, poi la brezza le asciugò. Il dio raccolse tutte le statue modellate dalle sue mani. Le statue erano bianche, nere e marroni.

BENVENUTI C’È UN TEMPO PER… ASCOLTARE 154

Le osservò: – Sono tutte perfette –esclamò con orgoglio. – Sono tutte bellissime, ognuna con la sua diversità. Alla fine soffiò nelle statue la vita e le sparse nelle varie regioni della Terra. Ecco perché oggi nel mondo ci sono bianchi, neri e bruni.

Mito delle Filippine

Quando il dio della vita crea l’uomo, la Terra:

non esisteva ancora. esisteva.

era come una nuvola.

Magbabaya era:

il dio dell’universo.

il dio del sole.

il dio della vita.

Crea l’uomo con:

argilla e acqua.

argilla e semi.

argilla e calore.

Le statue diventarono:

• bianche come

• nere come

• marroni come

Il colore delle statue dipendeva:

dai raggi del sole.

dalla pioggia.

dal vento.

Magbabaya è orgoglioso del suo lavoro. Qual è la frase che lo fa capire? Sottolineala e poi copiala.

Le statue prendono vita: con un movimento. con un soffio del dio. con un soffio di vento.

Il dio della vita pensa che:

le statue sono perfette e uguali. le statue sono belle nella diversità. le statue sono tutte da rifare.

Il mito di Magbabaya spiega che:

dobbiamo vivere insieme, in armonia.

gli uomini sono belli per la loro diversità.

le razze sono nate per caso.

BENVENUTI 155
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

I COLORI DEGLI UOMINI

Molto, molto lontano nel tempo, c’era solo il dio Tzakol, solo e potente nel nulla. Non aveva corpo, non era né uomo né donna. Per i Maya, Tzakol era l’origine del mondo. Viveva immerso in un liquido e si annoiava molto. Allora pensò: “Che cosa vale essere un dio se nessuno ti adora?”. Si consultò con se stesso, perché, va detto, era uno ma allo stesso tempo era tanti. E decise che doveva inventare qualcosa che lo riconoscesse come divinità. Cominciò a creare i monti e le valli, i mari, i fiumi, gli alberi, i fiori e a ognuno dette le istruzioni: come scendere al mare o come fare i frutti. Dopo aver regolato tutto per benino, si accorse che ancora nessuno lo invocava.

Creò gli animali, ma quando chiese loro di invocarlo, si sentì solo un grande frastuono. Allora creò l’uomo: fece arrivare il mais dai quattro punti cardinali che erano il rosso, il nero, il giallo e il bianco. Impastò il mais e diede la vita all’uomo e alle sue razze.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Questo mito e quello delle pagine 154-155 vogliono spiegare:

Confronta i due testi. Completa la tabella.

Il mito di MAGBABAYA Il mito di TZAKOL

Nell’universo c’erano…

Il dio costruisce l’uomo con…

Prendono vita quando…

I colori della pelle nascono…

Alla fine…

Un mondo a colori C’È UN TEMPO PER… ASCOLTARE 156
Benedetta Vitali, Un libro buono come il mondo, Giunti Progetti Educativi

LA TORRE DI BABELE

Un giorno gli uomini guardarono il cielo. Videro le nuvole che passavano e gli uccellini che volavano: solo gli uomini non arrivavano fin là.

– Come facciamo ad arrivare al cielo? – si chiesero allora. Uno che la sapeva lunga disse: – Costruiamo una grande torre con la punta dentro il cielo, più alta che si può. E costruirono finché la torre non arrivò alle nuvole. Non si videro più gli uccelli e le nuvole erano ormai tutte sotto. In cielo, gli angeli videro la torre sempre più alta e sempre più vicina.

– Ohi, ohi! – disse un angelo. – Finisce che qualcuno di noi, la notte, in questa torre prima o poi ci inciampa.

– Il cielo non è mica un posto per gli uomini. Gli uomini debbono vivere sulla terra.

– Allora che si fa? – chiesero gli angeli a Dio.

Dio lanciò un’occhiata.

– Bisogna distruggere la torre – gridarono gli angeli.

– Bisogna uccidere tutti gli uomini.

– Non c’è bisogno né di distruggere né di uccidere –disse Dio. – Esistono modi più delicati.

Poi sorrise e proseguì: – Ci limiteremo a confonderli. Non si capiranno più l’uno con l’altro.

Dio alzò il braccio e la gente cominciò a parlare lingue diverse: alcuni si misero a parlare in ebraico, altri in ungherese, in arabo, in russo, in cinese… Fu così che gli uomini cominciarono ad arrabbiarsi, a litigare e a non capirsi più!

Meir Shalev, Un serpente, un diluvio e due arche, Frassinelli

Un mondo di suoni
Inizio Sviluppo Conclusione 157 �della storia Il filo rosso IL
LA
Colora la linea a lato del testo. Segui le indicazioni.
TESTO SOTTO
LENTE COMPRENSIONE

ApprendistA

Perché gli esseri umani hanno inventato i MITI? Prova a pensare e a individuare la risposta che secondo te è corretta, poi confrontati con i compagni e le compagne. Per divertirsi.

Per dare una spiegazione a fenomeni sconosciuti. Per fare addormentare i bambini e le bambine.

SEI UN MITO

Scegli tra le carte-mito tutti gli elementi per scrivere il tuo racconto sul quaderno. Puoi anche disegnare tu una carta a piacere.

LE ORIGINI DI…

PROTAGONISTA

158 scrittore scrittrice

MATERIALI DA TRASFORMARE

COME È NATA LA NEVE E…?

Prova a scrivere un mito. Scegli tra queste proposte.

• Come è nata la neve?

• Come sono nate le montagne?

• Come è nato l’arcobaleno?

TITOLO:

Una volta, tanti e tanti anni fa, Allora , il

Da quel giorno

Per scrivere il tuo racconto usa questa traccia.

• In principio non…

• Il dio/La dea…

• Alla fine…

• Come è nato il tuono?

• Come sono nati gli alberi?

• Come sono nati i laghi?

159 scrittore scrittrice ApprendistA
e

IL MONDO IN UNA STANZA

All’inizio dell’anno scorso la maestra si è accorta che a Edel non piace dirci le cose in tagalog. Il tagalog, che noi chiamiamo filippino, è la lingua dei genitori di Edel, e lui la conosce benissimo, visto che la parla con i suoi. Ma anche gli altri in classe parlano solo italiano. Soltanto Jutta, che ha la mamma tedesca, ci porta spesso delle filastrocche e degli scioglilingua in tedesco. La maestra non ha insistito, ma poi, per Natale, ci ha fatto un discorso. Siamo una classe in cui è presente un bambino di ogni continente, eccetto l’Australia. Dice che la nostra classe è come il mondo in una stanza.

Ci ha detto di chiedere ad amici, parenti e vicini come e quando si fanno gli auguri in altre lingue. Ne abbiamo trovati diciassette. Abbiamo fatto la stessa cosa alla fine dell’anno scorso per dire: “Buone vacanze”. Abbiamo tutti un quaderno dove scriviamo le parole strane, le parole che ci piacciono o anche quelle che fanno inciampare la lingua. I traduttori sono Dritan, Heleno, Rima, Edel e Jutta.

Barbara Pumhösel-Anna Sarfatti, Amore e pidocchi, EDT

Il mondo in una stanza, La torre di Babele e i miti che hai letto ci portano nel mondo della diversità: della pelle, della lingua, della cultura, della religione. Discutine con i compagni e le compagne, poi completa la mappa del mondo della diversità.

Così simili… così diversi C’È UN TEMPO PER… ASCOLTARE 160
sentirsi DIVERSI/E significa A PICCOLI PASSI EDUCAZIONE CIVICA

BENVENUTA PETRA

La mia maestra di terza elementare si chiamava Iride. Era una maestra eccezionale, perché sapeva capire i bambini, anche se a volte non esprimono le loro emozioni. Un giorno arrivò nella nostra scuola Petra, una bambina del circo, da pochi giorni in città. Una ventina di anni fa una bambina straniera era una rarità di cui noi ci vantavamo con i coetanei delle altre sezioni che di stranieri, invece, non ne avevano neanche mezzo. Infatti Petra era l’unica bambina straniera di tutta la scuola.

La ricordo con capelli biondi, lunghi e lisci, incapace di pronunciare una frase di senso compiuto in italiano. Era slava. La maestra sapeva che si sarebbe fermata solo un paio di mesi, ma come fare in modo che quel tempo diventasse un’esperienza utile sia per lei sia per noi? Così quella prima mattina ci fece disegnare il circo. Alla fine incollammo i disegni su un cartellone su cui scrivemmo:

“Benvenuta Petra!”.

Lei aggiunse alcune parole nella sua lingua.

Annalisa Borghese, Popotus

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Hai compagni o compagne provenienti da zone diverse del mondo?

Chiedi loro come si scrivono queste parole nella loro lingua. Scrivi anche il nome della lingua e il Paese.

Benvenuto/Benvenuta

Scuola

Storie di bambini e BAMBINE venuti da lontano
161 �della storia Il filo rosso
lingua paese
Traduzione
Ciao
LE PAROLE SOTTO LA LENTE
LESSICO

MAPPA DEL RIASSUNTO

Quando studio o scrivo il resoconto delle mie fantastiche avventure, cerco di sintetizzare i contenuti, lasciando spazio solo alle informazioni più importanti.

Riassumere significa raccontare o scrivere la stessa storia usando il minor numero di parole. Il riassunto è un testo breve e semplice.

Ecco alcuni passaggi importanti per fare un riassunto.

1 Leggi il titolo.

2 Osserva eventuali immagini o foto.

3 Leggi le didascalie che accompagnano immagini o foto.

4 Leggi attentamente il testo.

162 lettore lettrice ApprendistA

1 Leggi il testo una seconda volta, come se avessi una lente d’ingrandimento.

2 Sottolinea le parole difficili, trova il loro significato sul vocabolario e poi scrivilo vicino.

3 A questo punto puoi procedere in due modi differenti.

A. Utilizza il colore giallo per eliminare in ogni sequenza le informazioni superflue. Leggi le parti di testo che NON hai eliminato e avrai già costruito un riassunto.

B. Utilizza il colore rosso per sottolineare le informazioni principali. Leggi le parti che hai sottolineato e avrai già costruito un riassunto

Riscrivi le parti che hai mantenuto nel testo, collegandole tra loro. Rileggi il testo ridotto: verifica se il riassunto è coerente con il testo originale; puoi correggere o modificare.

163 lettore lettrice ApprendistA

Con una e-mail, un messaggio o una lettera possiamo comunicare con gli altri bambini e le altre bambine, anche se vivono in emisferi diversi, dall’altra parte del mondo. Avere un pen friend, cioè un amico/a di penna, è bello per scoprire modi di vivere diversi dai nostri. Ecco due esempi.

CARA DAISY…

Cara Daisy, mi chiamo Nadia. Apa Kabar? Che vuol dire “come stai?” in bahasa, la nostra lingua. Sono davvero felice di scriverti questa lettera. Vivo in una casa con i miei genitori, due fratelli e una sorellina, in una stradina della caotica città di Giacarta, in Indonesia. Mio padre fa il camionista, mia madre lavora in una fabbrica qui vicino e realizza dei bellissimi batik: è un’artista nel creare decorazioni sui tessuti. Sa fare anche un magnifico nasi, il mio piatto preferito, a base di riso fritto, pollo e gamberetti. Mi piace andare a scuola, ma non vedo l’ora di tornare a casa per giocare con i miei fratelli e i loro amici che fanno volare gli aquiloni. Scrivimi e raccontami qualcosa di te.

Ciao, ciao!

La tua amica Nadia

Thando McLaren, Lettere dal mondo, La nuova Frontiera

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Perché Nadia scrive questa lettera a Daisy? Qual è lo scopo?

Per raccontare un fatto accaduto.

Per chiedere informazioni.

Per dare informazioni su di sé e sulla propria famiglia.

E tu, a chi vorresti scrivere una lettera?

amiche/Amici vicini e amiche/amici lontani
C’È UN TEMPO PER… ASCOLTARE 164

CARO GABRIELE…

Caro Gabriele, grazie per la lettera. Sono contento della lettera e della cartina. Mi è piaciuto il tuo disegno di Paperino. Lo hai disegnato tu o lo hai ricalcato? A me piace disegnare sempre la mia bici BMX. Io ho un casco, parastinchi e guanti. Sabato io e papà andiamo a comperare dei nuovi parastinchi. Mio padre fa l’agente di polizia in Marina. Mia mamma lavora in casa. Hai un animale domestico? Io ho una gatta che si chiama Charlie. Charlie è nera, ma sul collo ha del pelo bianco.

Ciao da Paul

Perché Paul scrive questa lettera a Gabriele?

Qual è lo scopo?

Per raccontare un fatto accaduto.

Per chiedere informazioni.

Per dare informazioni su di sé e sulla propria famiglia.

ApprendistA

scrittore scrittrice

Fai finta di essere Gabriele e rispondi a Paul.

Caro Paul,

amiche/Amici vicini e amiche/amici lontani
Hazel Townson, Lettere da Montemorte, Piemme
165 �della storia Il filo rosso IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

CARO AMICO, CARA AMICA, TI SCRIVO…

Scrivi a un amico o a un’amica di penna. Se non li hai, indossa gli occhiali della fantasia e scrivi una lettera a chi vuoi tu, raccontando chi sei, che cosa fai e come vivi.

scrittore scrittrice ApprendistA

CARO AMICO, CARA AMICA, RISPONDO…

Adesso immagina che la persona alla quale hai scritto ti risponda.

scrittore scrittrice ApprendistA

A quel punto l’alimentazione del piccolo terrestre può cambiare. Spesso piangono e le loro urla si distinguono per una potenza fuori dal comune. Così, per porre fine a questo strazio, i padri lanciano i piccoli in aria e poi cercano di afferrarli al volo. Ecco tutto quello che posso dirvi di questi curiosi esseri. La lezione è terminata. E ora, se state buoni, possiamo metterci i travestimenti per andare sul pianeta Terra e osservare da vicino i suoi strani abitanti. La navicella spaziale ci attende. Mi raccomando, sistemate bene la maschera: i terrestri muoiono di paura quando vedono dei normalissimi omini verdi come noi!

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Per ciascuna affermazione, indica V (Vero) o F (falso).

• I terrestri amano conoscere gli abitanti di altri pianeti. V F

• L’aspetto dei terrestri è simile a quello degli extraterrestri. V F

• I terrestri hanno quattro tentacoli, due lunghi e due corti. V F

• Ogni tentacolo ha un’antenna, che serve per comunicare. V F

• Nella faccia i piccoli umani hanno un buco per assorbire il latte. V F

• Gli extraterrestri indossano travestimenti per spaventare i terrestri. V F

• Gli extraterrestri pensano che gli umani siano strane creature. V F

• I papà fanno volare in aria i piccoli umani per farli smettere di piangere. V F

Questo testo ha un significato molto profondo. Hai capito quale? Prova a scriverlo.

Com’è andata? Circonda.

169
Jeanne Willis, Il dottor Xorgol, Edizioni EL

ELLIOTT E L’AMICO EXTRATERRESTRE

Un ragazzino di dieci anni, Elliott, trova un extraterrestre abbandonato dai suoi simili e lo accoglie in casa, in camera sua. Elliott lo nasconde nell’armadio e finge di non stare bene per non andare a scuola.

– Non mi sento bene, mamma…

L’extraterrestre sbirciò e vide che il ragazzo si era rimesso a letto con un oggetto oblungo in bocca.

Il ragazzo, non appena la mamma l’aveva lasciato solo, mise l’oggetto a scaldare sotto la lampada, lo riscaldò ben bene e se lo rimise in bocca. L’extraterrestre sorrise: era un trucco noto in tutta la galassia. Elliott rimase a casa, sotto le coperte, e la mamma uscì per andare al lavoro.

– Puoi restare a casa, ma niente TV, capito?

Dopo aver sentito partire la madre, Elliott uscì dal letto e andò ad aprire l’armadio. L’extraterrestre s’appiattì contro il fondo.

– Ehi, vieni fuori di lì! – gli disse Elliott porgendogli la mano.

– Come ti devo chiamare?

Elliott guardò gli occhi lampeggianti.

– Sei un extraterrestre, vero? Ti chiamerò E.T.

Melissa Mathison, E.T. l’extraterrestre, Mondadori Ragazzi

TESTAMICI, cioè facciamo un test tra amici e amiche.

Nei confronti di chi NON conosci, sei… curioso/a sospettoso/a impaurito/a aggressivo/a accogliente timido/a chiuso/a generoso/a simpatico/a indifferente

170 una storia da ascoltare

NEL MONDO DI KEITH HARING

CHI SEI?

Mi chiamo Keith e sono americano. Sono un ragazzo simpatico, con i capelli ricci e gli occhialini tondi. Ho tanta energia e ho tanta voglia di muovermi e di giocare. Dipingo piccoli mostri buoni, strani personaggi pieni di vita. Ballano, urlano, saltano, si arrampicano, si abbracciano, si vogliono bene. Vivono nel mondo della fantasia, ma io li ho dipinti sui muri, sulle pareti delle case e nelle stazioni della metropolitana.

Dipingi come se fossi Keith Haring. Pensa alle azioni e ai movimenti che ti piace fare e dai spazio alla tua fantasia.

171 E A T R APPRENDISTA PITTORE • PITTRICE
Keith Haring, Silhouette

IL TEMPO DEL RACCONTO

SEMI

Il sole tiepido mi accarezzava le braccia mentre ero distesa nell’erba alta. Il branco dei mammut si era messo in marcia per cercare nuovi pascoli di erba fresca. Mi ero appena svegliata al canto degli uccelli. Erano giganteschi, con zampe piumate, creste colorate e becchi impressionanti. Non conoscevo i loro nomi e avevo dato loro dei soprannomi. Piumesgargianti si era posato a cantare il buongiorno vicino a me. Beccogiallo zampettava qua e là alla ricerca di lombrichi. Occhiolungo era invece appollaiato sul ramo più alto e scrutava l’orizzonte. Codabrillante non si vedeva ancora. Era arrivata la primavera.

Tempo di semina, avrebbe detto nonno Arturo. Il nonno aveva un piccolo orto fra i cortili della città. Seminava di tutto e pensava anche alla cicoria per gli uccelli. Ogni anno appariva con un piccolo tesoro di semi e a me affidava quelli dei legumi. Insieme, poi, andavamo nel bosco a raccogliere i rami per sostenere le giovani piante di fagioli, di lenticchie e di pomodori. Il mio compito era quello di cercare le lumache e le chiocciole che si nutrono di teneri germogli. Ero la guardiana dell’orto. I semi! Il mio guscio-cestino. Dov’è? Eccolo, ma… i semi sono quasi tutti spariti!

– Codabrillante, dove sei? Sicuramente il mio amico pennuto era stato attratto dal luccichio e dai colori dei semi.

Era rimasto solo qualche piccolo ricordo dei semi sgargianti.

172 C’è UN
TEMPO DA VIVERE… ²la �primavera

ApprendistA

scrittore scrittrice

Codabrillante prende i semi dal guscio-cestino di Ark. Per Ark i semi sono preziosi!

Ti è mai capitato di perdere qualcosa di prezioso per te? Racconta.

173

Osserva il quadro e cerchia gli elementi ai quali si riferiscono le seguenti parole.

foglie • fiori • sole • fiume • pioppi

TRA CIELO E TERRA... il tempo dello yoga

È primavera… vuoi essere anche tu un ALBERO? “Affonda le tue radici” nel terreno e, quando ti senti pronto/a, alza un piede e portalo al ginocchio. Unisci le mani al petto. Guarda un punto per mantenere l’equilibrio. Respira e rilassati.

174 poeta poetessa ApprendistA

LA PRIMA SORPRESA

La prima sorpresa fu un mandorlo che mi apparve lontano, fiorito in mezzo agli ulivi. Cominciò così la primavera. Vennero le piogge; e presero a scorrere, ai margini delle strade campestri, i ruscelletti.

Fiorivano intanto le siepi di biancospino, spuntavano gli anemoni in mezzo al grano. Dai muri secchi uscivano lucertole terrose.

Dopo aver letto la poesia del poeta Vincenzo Cardarelli, prova a riscriverla, completando con parole tue le parti che mancano.

LA PRIMA SORPRESA

La prima sorpresa fu che mi apparve , fiorito in mezzo

Cominciò così la primavera. Vennero le ; e presero a , ai margini delle strade , i ruscelletti.

Fiorivano intanto le siepi di , spuntavano in mezzo al grano. Dai muri secchi uscivano .

175 poeta poetessa ApprendistA
Vincenzo Cardarelli

PERCHÉ A PASQUA SI DONA L’UOVO?

Quando pensi “Pasqua”, subito immagini il suo simbolo più conosciuto: l’uovo. L’uovo rappresenta l’inizio di una nuova vita ed è il simbolo della fertilità. Originariamente, le uova di Pasqua erano dipinte con colori brillanti per rappresentare l’alba della primavera: venivano deposte nei cestini e venivano donate come regalo.

Successivamente furono decorate con vari disegni e scambiate tra fidanzati. Nel Medioevo le uova erano donate a Pasqua a domestici e a servitori. In Germania, invece, venivano regalate ai bambini e alle bambine insieme ad altri doni.

Le uova vengono decorate diversamente nei Paesi del mondo. Alcuni colorano le uova con oro e argento; in Grecia, invece, si scambiano uova rosse.

EASTER BINGO

Look at the pictures and write.

Cancel 3 pictures, listen and play Bingo!

CLIL 176 ²la �primavera

NEL MONDO DI FERDINAND HODLER

CHI SEI?

Sono nato a Berna, in Svizzera, dove sono anche cresciuto. Ho iniziato a dipingere a Ginevra. Mi piacciono gli Impressionisti. Amo rappresentare i paesaggi della Svizzera, in particolare i pascoli, le montagne e le scene di vita quotidiana in montagna. Mi piace anche fare il ritratto alle persone.

Osserva attentamente il quadro e dipingi un prato di primavera come farebbe Ferdinand Hodler.

177 E A T R APPRENDISTA PITTORE • PITTRICE
Ferdinand Hodler, Prato

NUOVI AMICI PER ARK

Insieme a Piumesgargianti e a Beccogiallo parto sulle tracce di Codabrillante. Se aveste visto il terreno… le mie orme sono minuscole a confronto delle dita contorte dei simpatici pennuti. Ci addentriamo guardinghi nella foresta. Gli alberi sono sempre più fitti e Occhiolungo si lancia da un ramo all’altro. Fango, terre molli… Affondiamo.

AIUTOOOOOOOOOO! La terra sprofonda sotto le nostre

zampe, cadiamo a testa in giù! Chiudiamo gli occhi, terrorizzati. Un cratere spento? Un lago sotterraneo?

Il tranello di un feroce animale preistorico? Apro gli occhi…

Siamo prigionieri in una rete di liane. Qualcuno ci sta facendo risalire. Mi sento in gabbia.

178 C ’È
TEMPO
UN
PER… INCONTRARE
IL TEMPO DEL RACCONTO

Torniamo alla luce buia della foresta e scopriamo chi ci ha catturato. Occhiolungo ci scruta e a gesti mi fa capire che quelle creature goffe simili alle scimmie mi assomigliano. Sono ragazzi e ragazze, bambini e bambine. Camminano ricurvi su se stessi e, a volte, camminano sulle mani. Qualcuno porta bacche e frutti, qualcun altro un cervo legato con le liane. Piumesgargianti e Beccogiallo mi lanciano occhiate preoccupate. Credo che i miei simili stiano organizzando un pranzo. Non parlano, emettono suoni cavernosi, quasi come i mammut. Capisco che loro hanno più paura di me. Io sono un essere strano e moooooolto diverso da loro. Tendo le mani in un gesto di pace. Una bimba spunta da dietro un cespuglio e allunga le sue mani verso le mie. È fatta! Non sono più sola…

Racconta.

• In quale situazione ti sei sentito/a piccolo/a?

• In quale situazione ti sei sentito/a grande?

• In quale situazione ti sei preoccupato/a?

179
ApprendistA lettore lettrice

UNA GRANDE SCOPERTA

Lucy, una ragazza di 4 milioni di anni fa Gray e io parcheggiammo la Land Rover sul pendio del canalone. Poi cominciammo a scrutare il suolo, camminando lenti, in cerca di fossili. Era quasi mezzogiorno e la temperatura si avvicinava ai quarantotto gradi.

– Quando si torna al campo? – domandò Tom.

– Subito, ma prima perlustriamo il fondo di quel piccolo canalone laggiù.

Il canalone era stato controllato almeno due volte da altri membri della spedizione, ma non avevano trovato niente. Mentre ci voltavamo per andarcene, notai qualcosa a terra.

– Quello è un braccio di ominide – dissi.

È troppo piccolo. Deve essere di una scimmia.

Ci inginocchiammo per esaminarlo. – Ominide – dissi.

– Perché ne sei così sicuro?

– Quel pezzo lì, proprio vicino alla tua mano, anche quello è di ominide.

C’È UN TEMPO PER… INCONTRARE 180

Gray lo prese. Era la parte posteriore di un piccolo cranio. Un metro più in là c’era l’osso della coscia. Ci alzammo in piedi e cominciammo a vedere altri frammenti di ossa sparpagliati, tutti di ominidi. E se tutti quei frammenti fossero stati parte di un singolo scheletro, estremamente primitivo? – Guarda – disse Gray. – Costole. – Non ci posso credere – dissi. In quel caldo da quarantacinque gradi ci mettemmo a saltare come matti. Le ossa ritrovate appartenevano a un solo individuo. Quella notte, il registratore suonava una canzone dei Beatles, Lucy in the sky with diamonds. A un certo punto di quella notte indimenticabile, il nuovo fossile si chiamò Lucy.

181 �della storia Il filo rosso
Donald Johanson-Maitland Edey, Lucy. Le origini dell’umanità, Mondadori

LUCY, L’AUSTRALOPITECO

Leggi le sequenze del testo storico e scrivi i titoli adatti a ogni paragrafo.

L’australopiteco Lucy è un nostro lontanissimo antenato: la scoperta dei suoi resti ha permesso di ricostruire l’evoluzione della nostra specie. I resti di quello che ormai è diventato l’ominide più famoso del mondo sono stati scoperti quasi 50 anni fa.

Questa straordinaria scoperta risale al 24 novembre 1974: il paleontologo Donald Johanson, nel corso di alcune ricerche sul campo in Etiopia, nella regione degli Afar, trovò il fossile di un osso e iniziò a scavare accuratamente. La squadra riuscì a portare alla luce ben 52 ossa antiche di oltre 3 milioni di anni: erano i resti di quello che sarebbe stato chiamato Australopiteco Lucy. Gli studiosi chiamarono quell’ominide Lucy, ispirandosi a una canzone dei Beatles.

Questo ominide, Lucy, aveva ancora caratteri scimmieschi: un naso molto schiacciato, la fronte alta e la mascella particolarmente pronunciata. I suoi arti inferiori erano molto lunghi, quindi era in grado di arrampicarsi sugli alberi, però la sua andatura era già eretta come la nostra Il suo cervello era più sviluppato rispetto a quello degli scimpanzé: si trattava quindi di un ominide. Lucy era alta circa 120 cm, pesava 25 kg, e mangiava soprattutto radici

182 studioso studiosa ApprendistA

Di recente gli studiosi sono riusciti a risalire alle cause della morte di questo ominide: in base all’analisi dettagliata delle sue ossa, che presentavano numerose fratture, si è capito che Lucy è morta cadendo da un albero. Questo dimostra ancora una volta che, benché si trattasse di un ominide e avesse già raggiunto la posizione eretta, era solita salire sugli alberi come le scimmie sue antenate.

Oggi una copia del fossile si trova ad Addis Abeba, nel Museo Nazionale dell’Etiopia, ma i resti originali di questo ominide sono custoditi in un’area protetta e vietata al pubblico. La ricostruzione che si trova in Etiopia è stata portata negli Stati Uniti e lì vi è rimasta dal 2007 al 2013, ma riuscire a vedere i resti originali di Lucy è praticamente impossibile.

Aiutandoti con i titoli che dividono il testo, cerca e sottolinea le informazioni principali e completa lo schema.

Chi è Lucy?

Dove è vissuta?

Quando è vissuta?

Come era il suo aspetto fisico?

Che cosa sapeva fare?

Che cosa mangiava?

183 studioso studiosa ApprendistA
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UN GIORNO DI PIOGGIA

Un gruppo di australopitechi aveva trovato riparo per la notte fra gli alberi. Si erano arrampicati sui rami per dormire sicuri ed evitare brutti incontri con i predatori notturni. D’improvviso cominciò a piovere. Era necessario ripararsi altrove. Un maschio adulto, tra i più decisi e robusti del gruppo, balzò giù da un albero e si avviò verso una grande caverna lì vicino. Gli altri lo imitarono subito, per passare il resto della notte all’asciutto. Dal gruppetto si staccarono due giovani che, rincorrendosi per gioco, arrivarono per primi all’ingresso della caverna, quando un ruggito emerse tra il rumore della pioggia.

Dal buio spuntarono due occhi e due zanne

tremende: una tigre dai denti a sciabola!

D’istinto, tutti fuggirono terrorizzati, scivolando sulle pietre bagnate.

Vita in tribù C’È UN TEMPO PER… INCONTRARE 184

Ma i due giovani erano troppo avanti e troppo isolati. Con uno scatto improvviso la tigre balzò su uno di loro. Il giorno dopo un bel sole splendeva di nuovo sulla savana. Il tempo era ideale per andare in cerca di cibo e il gruppo si mise in marcia. Dopo l’avventura della notte, tutti camminavano con prudenza: i maschi adulti si erano piazzati intorno al gruppo a protezione delle donne e dei piccoli. Lì intorno le mandrie di bufali, antilopi e zebre sembravano tranquille: buon segno, i predatori non erano in zona. Gli australopitechi camminarono tra le erbe ingiallite della savana finché non giunsero nei pressi di una macchia alberata

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Il racconto ci accompagna nel mondo lontano degli australopitechi. Un mondo pieno di pericoli che vanno affrontati. Rispondi.

• Quali sono i pericoli da affrontare?

• In che modo possono evitarli?

• Tutti camminavano con prudenza… Che cos’è la prudenza?

• In che modo i maschi adulti proteggevano i più deboli della tribù?

RIFLESSIONE LINGUISTICA LE PAROLE SOTTO LA LENTE

• Che cos’è una macchia alberata?

Un albero macchiato di giallo. Un gruppo di alberi vicini vicini. Una macchia a forma di albero. Un gruppo di alberi lontani tra loro.

Vita in tribù 185 �della storia Il filo rosso
Ferruccio Cucchiarini, La preda, la pietra, il fuoco, La Biblioteca

LE IMPRONTE DI LAETOLI

Due anni dopo la scoperta di Lucy, alcuni paleontologi, ricercatori che studiano l’evoluzione degli animali, esplorarono la zona di Laetoli, in Tanzania. Qui, come spesso accade in questa regione, i vulcani hanno aiutato i ricercatori. Durante un’eruzione le ceneri si sono depositate formando un sottile strato sul suolo. Alcuni animali che passavano di lì hanno sprofondato le zampe sulla cenere appena depositatasi, lasciando le loro orme. La pioggia ha bagnato queste impronte, che poi si sono seccate al sole. Più tardi il vulcano ha eruttato di nuovo, coprendo le impronte con uno strato protettore di cenere. Sono proprio queste tracce fossilizzate che i paleontologi hanno ritrovato per caso. Tutta la squadra si mise al lavoro con entusiasmo: i paleontologi identificarono ben presto tracce di elefante, di antilope, di giraffa, di rinoceronte e persino di millepiedi.

Tra le varie impronte scoprirono anche tre individui di taglia diversa, forse della stessa specie di Lucy.

Pascal Picq, Lucy e i primi ominidi, Per conoscere, Piccoli

Dopo aver letto il testo, completa.

In questo testo si spiega come si sono formate a in

Riordina le sequenze che spiegano come si sono formate le impronte di Laetoli.

Numera da 1 a 5.

Il vulcano ha eruttato di nuovo e ha coperto le impronte con uno strato protettore di cenere.

Durante un’eruzione le ceneri si sono depositate formando un sottile strato sul suolo.

Alcuni animali hanno sprofondato le zampe nella cenere.

Le impronte si sono seccate al sole.

La pioggia ha bagnato le impronte.

Sulle tracce dell’uomo 186 �della storia Il filo rosso C’È UN TEMPO PER… INCONTRARE
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

L’UOMO DI NEANDERTHAL

I Neanderthalensis furono formidabili dominatori, per migliaia di anni, delle foreste europee. Furono instancabili cacciatori, abili nel sopravvivere dove nessuno era mai riuscito prima. Sono stati l’unica specie umana capace di adattarsi a una glaciazione.

Per l’evoluzione, i Neanderthalensis sono una specie vincente. Non erano molto alti: circa 1,60 metri, forse arrivavano a 1,70; erano molto possenti: avevano gambe e avambracci corti per disperdere meno calore corporeo. Il loro volto era molto prominente, quasi senza fronte, con due grandi arcate sopra le orbite oculari, e zigomi sfuggenti.

Il naso era ampio e sporgente, forse come forma di adattamento a un clima gelido e secco come quello dell’Europa dei ghiacci: un naso capace di filtrare, scaldare e inumidire l’aria in entrata verso i polmoni.

Andrea Bachini, La preistoria, Giunti

Colora le linee a lato del testo nel colore del sottotitolo corretto.

L’adattamento al clima.

I Neanderthalensis, abili cacciatori.

Una specie vincente.

Colora in rosso le parole-chiave presenti nel testo e scrivi qui sotto le parole di cui non conosci il significato. Cercale sul vocabolario e scrivi la definizione.

187 studioso studiosa ApprendistA

ÖTZI

Prova tu a pensare e a scrivere i sottotitoli adatti alle sequenze.

Il 19 settembre 1991 due coniugi tedeschi che stavano compiendo un’escursione in Val Senales, sul ghiacciaio Similaun, a 3213 metri d’altezza, videro affiorare dal ghiaccio il corpo di un essere umano. Dapprima si pensò che fossero i resti di un alpinista morto di recente, ma in seguito gli studiosi si resero conto che l’uomo era vissuto in un’epoca remota, compresa tra il 3300 e il 3100 avanti Cristo. Era venuta alla luce la mummia di un corpo dell’età del Rame, vissuto cioè alla fine della Preistoria. Il freddo l’aveva conservato così bene che era possibile studiarlo.

.....................................................................................................................................

Ötzi aveva con sé un’ascia di rame. Nell’Età del Rame ascia e pugnale di questo metallo indicavano il rango dei capi e dei guerrieri. È probabile che l’uomo venuto dal ghiaccio e la sua famiglia avessero una posizione di rilievo all’interno della comunità. Forse Ötzi era un capo o una persona influente nel suo villaggio. Quasi sicuramente era un proprietario di greggi.

LE PAROLE SOTTO LA LENTE

LESSICO

Un’epoca remota significa…

Era venuta alla luce significa…

Una posizione di rilievo significa…

Avere un corredo significa…

Una faretra con frecce è:

C’È UN TEMPO PER… INCONTRARE 188
L’uomo venuto dal ghiaccio

Indossava un copricapo di pelliccia d’orso, una mantellina e due gambali di pelo di capra, un vestito di pelliccia cucita. Aveva scarpe realizzate con corda intrecciata e imbottita di fieno e con pelle di cervo, con stringhe di cuoio. Il suo corredo consisteva in un arco in legno di tasso non finito, un’ascia di rame, una faretra con due frecce, una perla in marmo, due recipienti, un piccolo pugnale e un’esca da fuoco.

Sara Ortenzi, Il grande cammino, Raffaello

IL RIASSUNTO

Riscrivi il testo utilizzando non più di 50 parole.

189 �della storia Il filo rosso .....................................................................................................................................................................................
ApprendistA scrittore scrittrice
L’uomo venuto dal ghiaccio

AVVENTURE PREISTORICHE:

UNA FESTA A SORPRESA

Una nuova avventura per Grump, il piccolo uomo dell’Età della Pietra che vive a distanza da Erman, un mammut bonaccione che mette paura ma che in realtà adora giocare, mangiare e ascoltare la musica con il suo amico cavernicolo.

Grump vuole invitare i suoi nuovi amici bambini.

Leggi, segui le indicazioni e scrivi sul quaderno e sui puntini.

AIUTA GRUMP A PREPARARE

I BIGLIETTI DI INVITO PER LA FESTA, LEGGENDO IL TESTO.

Grump raccolse dei tizzoni anneriti e iniziò a disegnare… omini che danzavano, omini che battevano il tamburo e che suonavano il corno. In alto a destra disegnò il sole

1 2 190 scrittore scrittrice ApprendistA

AIUTA GRUMP A PREPARARE ALTRE DECORAZIONI, SEGUENDO LE ISTRUZIONI

– Dovrebbe andar bene! – Grump si accostò alla roccia piatta che gli serviva da tavolino; aveva organizzato una festa, la sua prima festa, e voleva che tutto fosse a posto. Aveva persino decorato la caverna con foglie rampicanti e fiori, per renderla più allegra e accogliente.

Grump andò alla porta e guardò fuori con una certa ansia.

– Dovrebbero arrivare da un momento all’altro.

Spero che non facciano tardi.

I suoi ospiti erano i ragazzi a cui aveva insegnato ad andare sulla slitta. Grump sbirciò attraverso le rocce, verso le loro case: tutto era tranquillo. Scosse la testa un po’ preoccupato.

– Avevano promesso di venire. Erano così eccitati, specialmente quando ho detto che avrei suonato il tamburo.

Rientrò nella caverna, pensando a quali giochi avrebbe potuto organizzare dopo cena. Vediamo… la caccia alla tartaruga? Oppure nasconderella… o magari le pietre suonanti? Era bello avere dei bambini per amici: era una gran cosa avere qualcuno con cui parlare.

AIUTA GRUMP A SPIEGARE LE ISTRUZIONI

DEL GIOCO DELLA CACCIA ALLA TARTARUGA.

3 4 191 App

STELLE CADENTI

Era una bella notte di luna piena. Due mammut innamorati guardavano le stelle tenendo teneramente intrecciate le proboscidi. Gnuk era un giovane maschio di tre anni e Kuda era una mammutina di due. D’un tratto, una scia luminosa solcò il buio della notte.

– Guarda, una stella cadente!

– Dove, dove? – domandò Kuda girando la testa di qua e di là.

– Là. È passata di là – rispose Gnuk indicando un punto nel cielo, ormai di nuovo buio.

– Non l’ho vista… – disse Kuda delusa. – Però tu che l’hai vista puoi esprimere un desiderio.

– Hai ragione, adesso lo faccio. Gnuk stette un attimo in silenzio, a occhi chiusi, poi esclamò:

– Fatto!

– Che cosa hai chiesto? – domandò Kuda, curiosa.

– Non posso dirtelo, altrimenti ciò che ho chiesto non si avvererà. I due pachidermi innamorati si rimisero a fissare il cielo buio.

Stefano Bordiglioni, Storie prima della storia, Einaudi Ragazzi

Immagina di volare come un AQUILONE. In piedi, solleva le braccia sopra la testa e unisci i palmi delle mani. Chiudi gli occhi e, in silenzio, ondeggia di qua e di là, immaginando di prendere il volo come un aquilone.

Animali innamorati TRA CIELO E
C’È UN TEMPO PER… INCONTRARE 192
TERRA... il tempo dello yoga

ApprendistA

scrittore scrittrice

1 La stella cadente qui accanto è per te. Raccoglila, esprimi un desiderio e poi scrivilo. Le pagine del tuo libro sanno tenere i segreti!

2 Ora prova a scrivere in 10 parole il contenuto del testo che hai letto.

3 Ora inventa un altro titolo per il testo che hai letto.

Animali innamorati 193 �della storia Il filo rosso
................................................................................................................................................................................................

MARIA REICHE

(Matematica e archeologa, 15 maggio 1903, Dresda, Germania8 giugno 1998, Lima, Perù)

C’era una volta, in una piccola casa nel deserto peruviano, un’avventurosa matematica tedesca, Maria Reiche. Sulle rocce del deserto erano scolpite centinaia di linee. Queste linee misteriose, chiamate le “linee di Nazca”, divennero la passione di Maria. Sorvolava il deserto in aereo per poterle riprodurre su una mappa. Alcune erano coperte dalla polvere del deserto, perciò dovette pulirle con la scopa. Usò talmente tante scope che alcuni pensarono che fosse una strega! Studiando le linee, fece una scoperta incredibile: non erano scarabocchi casuali, ma enormi disegni: erano stati tracciati dai popoli che vivevano in quella terra migliaia di anni fa. Perché quei popoli antichi avevano creato dei disegni che si potevano vedere solo dal cielo? Era un mistero che Maria voleva risolvere a tutti i costi. Scoprì che le linee corrispondevano alle costellazioni del cielo notturno. “È come una gigantesca mappa del cielo” concluse. Alla fine divenne famosa come “la signora delle linee”.

Elena Favilli-Francesca Cavallo, Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Leggi il testo e completa la carta di identità di Maria Reiche.

Nome e Cognome

Nickname (soprannome)

Data di nascita

Nazionalità

Professione

Abilità

Likes (cose che piacciono)

Scoperta

�della storia Il filo rosso C’È UN TEMPO PER… INCONTRARE 194 Piccole storie di uomini e donne

ROALD AMUNDSEN

(Esploratore, 16 luglio 1872 - Giugno 1928, Borge, Norvegia)

Da ragazzo Roald sognava di essere un esploratore. Immaginava di diventare la prima persona al mondo a raggiungere il Polo Nord. Ma era un sogno impossibile. Sua madre gli fece promettere di diventare un medico.

Quando lei morì, Roald soffrì molto ma decise che poteva finalmente diventare un esploratore. Roald dedicò tutte le sue energie a preparare la spedizione per il Polo Nord. Un giorno, gli arrivò una notizia terribile: un uomo di nome Robert Peary lo aveva preceduto. Roald non voleva arrendersi e in segreto modificò il programma della spedizione per cercare di raggiungere per primo il Polo Sud. Sarebbe stato molto difficile. C’era già un famoso esploratore inglese, chiamato capitano Scott, che stava tentando l’impresa ed era partito con un certo vantaggio. Ma Roald fu più veloce. Con 4 uomini, 4 slitte, 52 cani diventò la prima persona a raggiungere il Polo Sud.

Ben Brooks, Storie per bambini che hanno il coraggio di essere unici, Salani Editore

Leggi il testo e completa la carta di identità di Roald Amundsen.

Nome e Cognome

Data di nascita

Nazionalità

Professione

Abilità

Sogni

Likes (cose che piacciono)

Piccole storie di uomini e donne 195 �della storia Il filo rosso C’È UN TEMPO PER… INCONTRARE
TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE
Scoperta IL

LA TUA CARTA DI IDENTITÀ

Completa la tua carta di identità, riferita al tuo presente.

Nome e Cognome

Nickname

Data di nascita

Nazionalità

Professione

Segni particolari

Abilità

Likes (cose che piacciono)

I miei sogni

Disegna il tuo volto o incolla una foto

Ora immagina un viaggio nel futuro, nel 2050, e completa la tua carta d’identità.

Nome e Cognome

Nickname

Data di nascita

Indirizzo

Professione

Segni particolari

Abilità

Likes (cose che piacciono)

I miei sogni si sono realizzati perché

I miei sogni non si sono realizzati perché

Immagina come sarà il tuo volto e disegnalo

196 scrittore scrittrice ApprendistA

LA TUA BIOGRAFIA

Racconta brevemente te stesso/a, la tua vita, i tuoi amici, le tue amiche, i tuoi sogni, ciò che ti piace o non ti piace. La tua carta di identità sarà lo schema-guida.

BIOGRAFIA è una parola che deriva dal greco e significa scrivere la vita, cioè è un testo che racconta la vita di una persona. Sai che diverse persone importanti hanno una biografia da far leggere agli altri? Anche tu sei importante, quindi…

Secondo te, vale la pena faticare o rischiare la vita per raggiungere un sogno? Se tu fossi un archeologo o un’archeologa, un esploratore o un’esploratrice, dove ti piacerebbe andare? Che cosa vorresti scoprire? Raccontalo ai compagni e alle compagne nel Cerchio d’Incontro.

197 scrittore scrittrice ApprendistA

NASO LUNGO

Il vecchio Eko dipingeva sulla parete della grotta. Aveva mescolato una terra rossa con il succo di certe piante che conosceva solo lui.

– Che animale stai disegnando? – chiese la piccola Aua, che assisteva al suo lavoro insieme a Satu, il suo inseparabile amico.

– Questo è un “naso lungo” – cominciò a dire il vecchio Eko, –un animale grosso e pericoloso che la tribù ha cacciato molto tempo fa, quando voi due non eravate ancora nati.

Mentre pronunciava queste parole, Eko completò il corpo di un quadrupede tozzo, dalle zampe corte e forti. Sulla punta del muso disegnò un lungo corno che saliva ad arco e un altro più corto subito dietro a quello.

– E quelle due punte sono il suo naso?! – si meravigliò Aua.

– No – rispose Eko, – quelli sono due corni micidiali.

Il primo è più alto di voi bambini!

Aua spalancò gli occhi, perplessa. – E come l’avete ucciso?

Abbiamo scavato una trappola e ce l’abbiamo fatto cadere dentro – rispose il vecchio, con un sorrisetto soddisfatto. Aua e Satu restarono a bocca aperta per la sorpresa.

Comunque sono molte primavere che non si vedono nasi lunghi. Credo che non ce ne siano più su questa terra.

Stefano Bordiglioni, La tribù dai capelli rossi, Emme Edizioni

APPRENDISTA PITTORE • PITTRICE E A T R

Anche tu puoi dipingere con i colori naturali, come Eko. Prepara, con l’aiuto di una persona adulta, dei succhi di frutta e di verdura o delle spezie per ottenere bellissimi colori, come quelli indicati. Poi fai un dipinto a piacere e coloralo con i colori preparati.

• Il verde con gli spinaci, le lattughe, i broccoli.

• L’arancione con le carote e le arance.

• Il rosso con la melagrana e le barbabietole.

• Il giallo con lo zafferano o il curry.

• Il marrone con il caffè e il cacao.

IL TEMPO DEL CUORE
198 una storia da ascoltare

ALLA RICERCA DEGLI ANTENATI

Al tempo dei primi uomini

Jean-Baptiste de Panafieu

Un libro che ti farà viaggiare nel tempo alla ricerca dei tuoi antenati! Scoprirai chi erano e come vivevano i primi uomini, le loro caratteristiche e abitudini. Seguirai la loro evoluzione e li vedrai spostarsi dall’Africa in Europa e Asia, fino a occupare i continenti.

Due milioni di anni fa, in Africa, nella foresta e nella savana, vivono parecchie specie di grandi primati bipedi, cioè che si muovono su due gambe, in posizione eretta.

Tra gli ominidi si distinguono gli australopitechi, i parantropi e gli Homo habilis, che sono considerati i primi rappresentanti del genere Homo, i nostri antenati.

Le due specie di ominidi si assomigliano, ma non vivono allo stesso modo. Gli australopitechi hanno una dieta varia, fatta di foglie, frutta e piccoli animali, mentre i parantropi hanno dei molari molto sviluppati per sminuzzare le dure radici di cui si nutrono.

Gli australopitechi si spostano in posizione eretta, ma si arrampicano anche sugli alberi grazie a braccia molto robuste. La loro dieta è poco più carnivora di quella dei parantropi, loro cugini. Entrambi i gruppi si estingueranno senza discendenza, lasciando il posto ai primi uomini.

Gli Homo habilis sono più grandi degli altri ominidi. Il loro cervello è più grosso e le mascelle meno potenti. La loro alimentazione è più ricca di carne, che fornisce l’energia di cui hanno bisogno per far funzionare il cervello. Vivono in piccoli gruppi e si spostano continuamente.

199 CONSIGLI DI LETTURA UN LIBRO PER AMICO

QUANTE SCOPERTE

La vita nel villaggio scorreva tranquilla, senza imprevisti. Tammi, la bambina che mi aveva dato la sua amicizia, mi guardava sempre incuriosita. Con Tammi andavamo di corsa fino al mare, a contemplare i pesci, a lanciare i sassi a rimpiattino e a raccogliere conchiglie. Tammi era abile a scovare i granchi tra gli scogli e a catturare i pesci con le mani. Non si capacitava che io sapessi parlare, che conoscessi tanti giochi, che non vivessi in una grotta o in una capanna, che avessi i libri e che il mio animale preferito fosse un piccolo gatto.

Le raccontavo che, quando era buio, accendevo la luce; le parlavo delle automobili, del tram e degli aerei, enormi uccelli di acciaio che sfrecciavano nei nostri cieli. Disegnavo le forme delle cose sulla sabbia e sulla terra e cercavo di farle capire che noi umani viviamo guardando il telefono o l’orologio, che per ogni cosa che devi fare c’è un tempo preciso.

Anche Tammi era una bambina senza storia e senza tempo.

200 C ’È
UN TEMPO PER… SCOPRIRE
IL TEMPO DEL RACCONTO

Non aveva un compleanno e non era mai stata in un centro commerciale. Però conosceva tante cose del cielo, degli alberi, dei fiumi e sapeva cogliere le bacche buone da mangiare.

Un giorno Gromm, suo fratello, era tornato di corsa con un ramoscello secco acceso. La tribù era sbalordita e tutti, intimoriti, si erano allontanati da Gromm. Allora io mi sono avvicinata e ho messo le mani intorno al fuoco. Ho chiamato Tammi e le ho chiesto di fare la stessa cosa. Il fuoco ci scaldava e faceva luce.

– F - U - O - C - O, si chiama FUOCO

Per la tribù è stata una grande scoperta. Io diventai amica anche di Gromm, che si dava arie da cacciatore e mi snobbava sempre.

Chi vorresti essere?

Ark, Tammi o Gromm? Racconta.

201
ApprendistA lettore lettrice

QUANDO SONO NATO… LE SCOPERTE

I miei occhi si sono incantati, quando hanno scoperto che ogni cosa ha un colore. Il rosso delle ciliegie. Il verde dei prati. Il blu che dipinge il fondo del mare. Il giallo del mio berretto. Il marrone di certi uccelli. Il bianco delle nuvole. Il nero di quando si spegne la luce.

Anche la mia bocca si è incantata, quando ha scoperto tutte le cose che poteva fare: gridare forte. Ridere da matti. Chiamare le cose con il loro nome. Dire parole buone e parole cattive. Baciare, mostrare la lingua. Assaggiare il latte, la zuppa, lo yogurt e la frutta. Provare tutti i sapori. Anche il mio naso si è incantato… Quando sono nato, ha cominciato a respirare: l’aria gli è piaciuta tanto che da allora non ha più smesso. E ogni ora, ogni minuto respira un’aria nuova, con tutti i suoi odori.

Ci sono odori che mi piacciono: l’odore della nonna quando mi tiene in braccio. L’odore del caffellatte, la mattina.

L’odore dei pastelli che uso a scuola. L’odore del sapone. L’odore delle vacanze, quando arriva l’estate.

Nascere e scoprire
C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 202

Là nella pancia della mamma, avevo già ascoltato delle voci e il suono di qualche strumento.

Ma non potevo immaginare… che le onde chiacchierano, andando avanti e indietro sulla spiaggia. Che gli alberi, quando il vento canta, cantano con lui. Che bello, quando qualcuno ti sussurra nell’orecchio. Quando qualcosa cade e fa un grande rumore.

Isabel Minhós Martins - Madalena Matoso, Quando sono nato, Topipittori

Leggi il testo due volte e sottolinea con colori diversi le scoperte del protagonista in riferimento a quello che vede, sente, dice, annusa, assaggia, ascolta.

ApprendistA

scrittore scrittrice

Completa con quello che piace a te…

• Quello che mi piace vedere

• Quello che mi piace sentire

• Quello che mi piace dire

• Quello che non mi piace dire

• Quello che mi piace annusare

• Quello che mi piace assaggiare

• Quello che mi piace fare

• Quello che non mi piace fare

Nascere e scoprire
203 �della storia Il filo rosso
TESTO SOTTO LA
IL
LENTE COMPRENSIONE

GRUMP E LA SCOPERTA

DEL FUOCO

– Che bellezza, ce l’ho fatta! Finalmente!

Gli occhi di Grump sprizzavano soddisfazione, mentre se ne stava accucciato al centro della sua caverna e una luce danzava ondeggiando davanti a lui. Si trattava di un bel fuoco che scoppiettava allegro.

– Dicevano che non ce l’avrei fatta, eh? Ridevano di me, vero? Grump il fuoco non l’aveva acceso da solo: a quel tempo nessuno era in grado di farlo. Ma c’era stata un’estate molto calda e asciutta, e un lampo aveva abbattuto un albero, incendiandolo. Solo Grump, di tutti i cavernicoli, aveva pensato a prendere un ramo bruciato. Gli altri lo avevano deriso, ma ora lui era l’unico a possedere un focherello tutto per sé.

– È proprio bello, è meraviglioso! – gongolava Grump.

– Come saranno invidiosi, tutti, quando verrà il freddo dell’inverno!

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Dopo aver letto la “scoperta” di Grump, prova a pensare: oggi…

• il fuoco è amico quando

• il fuoco non è amico quando

Gli incendi che ogni anno devastano le nostre foreste e i nostri boschi hanno cause differenti. Prova a informarti e, insieme ai compagni e alle compagne, realizza un cartellone con le cause e gli effetti degli incendi.

Derek Sampson, Storie con un mammut, Nuove Edizioni Romane
;
C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 204
A PICCOLI PASSI EDUCAZIONE CIVICA

POKONASO E IL FUOCO

Pokonaso era un bambino che visse migliaia di anni fa tra gli uomini di Neanderthal, quando su tutta la Terra faceva un gran freddo; ecco perché hanno chiamato quell’epoca “era glaciale”! Strana gente, questa di Neanderthal: erano tozzi e forti, con il collo corto e il naso lungo e largo. Di questo nasone andavano fierissimi e fu per questo che, appena nacque Pokonaso, gli misero quel buffo soprannome: il suo naso non era infatti più grosso di un lampone. Pokonaso non abitava in una casa come le nostre, ma in una caverna, con babbo e mamma. Di fronte alla caverna doveva esserci un gran fuoco acceso: serviva a riscaldare la famiglia e a tenere lontane le bestie feroci. Cosa, quest’ultima, importantissima, perché le caverne non avevano porta!

A volte Pokonaso non si comportava proprio come si deve e andava incontro a seri pericoli. Un bambino che si allontanava dalla caverna rischiava come minimo di venire divorato da una tigre dai denti a sciabola, se non schiacciato da qualche peloso mammut. Ma quel giorno Pokonaso l’aveva fatta davvero grossa!

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Colora in giallo la parte narrativa e in azzurro la parte informativa a carattere storico.

205 �della storia Il filo rosso
John Grant, Le avventure di Pokonaso, Editrice Piccoli

L’ARCHETTO PER IL FUOCO

Nella tribù lo stregone del villaggio insegnava ad accendere il fuoco a tutti i piccoli. Si metteva in mezzo ai bambini e cominciava a far ruotare un bastoncino di legno tra le mani. In pochi minuti il filo di fumo si alzava dall’incavo del legno. Quindi toccava ai piccoli provare e le cose diventavano subito un po’ più difficili. Gia-cih era la più sveglia del gruppo, però accendere il fuoco non le riusciva proprio. Umiliata e delusa, andò in cerca di qualcosa che potesse far ruotare il bastoncino al posto suo, ma non trovò nulla. Poi le tornò in mente un gioco che aveva fatto un giorno con le amiche. Una delle sue compagne si era avvolta una liana attorno alla vita e lei l’aveva tirata all’improvviso: la compagna avevo compiuto un paio di piroette e poi era caduta a terra. Una robusta cordicella di cuoio era quello che le serviva. La trovò nella sua capanna e provò subito a far ruotare il bastoncino. Non bastava. Allora legò la cordicella a un archetto e riuscì a far ruotare il bastoncino. Con quello strumento meraviglioso Gia-cih tornò dallo stregone e gli accese un fuoco in pochi secondi. L’uomo sbarrò gli occhi: lui, che aveva insegnato a tutti ad accendere il fuoco, aveva capito di avere invece qualcosa da imparare da quella bambina. Si sedette tranquillo davanti a Gia-cih e le chiese semplicemente: – Mi fai vedere di nuovo come hai fatto?

La bambina sorrise contenta, poi riprese in mano il bastoncino e l’archetto e ricominciò daccapo…

Stefano Bordiglioni, Storie prima della storia, Einaudi Ragazzi

Non arrenderti mai!
C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 206

ApprendistA

Gia-cih si è sentita umiliata e delusa per non essere stata capace di accendere il fuoco.

Ti è mai capitato di provare queste emozioni negative? Quando? Racconta.

Gia-cih non si arrende e riesce ad accendere il fuoco con una tecnica diversa, sorprendendo lo stregone, che sbarra gli occhi per la meraviglia.

Come giudichi l’atteggiamento di Gia-cih?

Secondo te, ha fatto bene a riprovare? Tu che cosa avresti fatto?

C’è qualcosa che sai fare bene e che ti fa sentire orgoglioso/a? Racconta.

Non arrenderti mai!
207 �della storia Il filo rosso
scrittore scrittrice

LA GROTTA DEGLI ANIMALI DANZANTI

Da qualche giorno, Tiz se ne va molto presto. Porta con sé una torcia di legno e sta via per tanto tempo.

Alla sera, quando la tribù si addormenta, lo stiamo ancora aspettando, Pà, Mà e io.

Al mattino presto Tiz esce silenziosamente dalla nostra capanna. Imbocca di nuovo il sentiero, con una fiaccola in mano. Senza fare rumore, scivolo dietro di lui.

Mio fratello entra dentro la montagna. Io lo seguo... Avanzo a piccoli passi verso la luce di mio fratello. Sollevo la testa. Sulla roccia appaiono... un leone e una leonessa! È un disegno di mio fratello...

Afferro la fiaccola e mi addentro nella caverna.

Ovunque gli animali danzano e raccontano le loro storie. Un gufo gira la testa e guarda con i suoi occhi tondi. Là, un branco di rinoceronti corre nella pianura. Leoni e leonesse sono a caccia, silenziosi. Qui, un piccolo mammut trema sulle sue zampe troppo lunghe!

– Vedi – sussurra mio fratello, – rimanevo immobile durante la caccia perché stavo guardando questo mondo che viveva dentro di me.

Cécile Alix-Barroux, La grotta degli animali danzanti, Jaca Book

ApprendistA

scrittore scrittrice

“Ovunque gli animali danzano e raccontano le loro storie…”.

Inventa tu le piccole storie degli animali.

Un gufo gira la testa e

Un branco di rinoceronti corre

I leoni e le leonesse

Un piccolo mammut

Guarda in su
C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 208

LA CANOA

Nel villaggio tutti stimavano molto Acuh per la sua abilità quasi magica di vedere cose nelle cose. Quando, però, disse che dentro al tronco di un albero abbattuto dalla tempesta c’era nascosta una grande ciotola che serviva a camminare sull’acqua, tutti pensarono che Acuh volesse scherzare.

Il ragazzo si armò di una grande ascia di pietra e cominciò a tagliare via i rami, ma capì che per far uscire la grande ciotola gli serviva una cosa più tagliente. Suo nonno gli aveva parlato di una tribù al di là delle montagne che usava asce magiche che luccicavano alla luce del sole come piccole stelle. Decise che sarebbe andato a cercare le asce per finire il suo lavoro.

Quando raggiunse la valle, gli apparve un villaggio di capanne di paglia vicino a un lago. Il ragazzo aveva quattro ami di madreperla da commerciare e ora poteva fare un baratto.

Acuh mostrò come si usavano e la tribù guardava interessatissima. Quando ripartì, in cambio dei suoi quattro ami, Acuh non aveva avuto l’ascia che brillava al sole, ma aveva imparato come poterla costruire, quali minerali scegliere, come fonderli in un forno speciale. Tornato al villaggio, costruì un’ascia di ferro che brillava, con cui scavò il tronco della grande pianta e costruì una grande ciotola di legno: una canoa. Forse per la canoa, forse per la sua abilità di vedere cose dentro le cose, Acuh fu scelto dagli altri come capo del villaggio.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Colora in giallo la parte narrativa e in azzurro la parte informativa a carattere storico, poi scrivi sul quaderno tutte le informazioni a carattere storico che il testo ti ha fornito.

Secondo te, questo testo:

.

Un buco nell’acqua 209 �della storia Il filo rosso
è ma
perché
anche
Stefano Bordiglioni, Storie prima della Storia, Einaudi Ragazzi

IN ACQUA SI NUOTA

Grump se ne stava appollaiato sulla riva del lago. Un terribile ronzio nelle orecchie lo stava assordando da ore.

Quel brusio sembrava venire da una specie di nuvoletta nera vicina alla testa di Erman, il mammut, che gironzolava tutto contento, canticchiando.

– Prendi questo, ammasso di peli! – e scaraventò con tutta la sua forza una pietra sulla testa del mammut. Poco dopo gli arrivò sulla schiena qualcosa di duro e pesante che il mammut gli aveva tirato.

Si accorse che le mani erano piene di una sostanza appiccicosa. Si leccò le dita: non aveva mai assaggiato niente di più dolce.

“Mmm, è deliziosa! Devo scoprire dove si trova!”.

Zzzzz! Il ronzio sulla testa di Erman diventò insopportabile e dal tronco di un albero iniziò a sgorgare un liquido giallastro.

Grump si arrampicò e mise una mano in un grande buco del tronco. – Aiuto! – Grump schizzò via dall’albero: una nuvola di api inferocite ce l’aveva con lui.

Stava ancora gridando, quando si trovò davanti al lago. Erman voleva metterlo in salvo immergendolo nel lago.

– No, per pietà, non mi buttare! – gridava Grump.

Erman lo tirava su e giù, ma Grump riuscì a liberarsi. Dopo qualche momento di panico, si accorse che stava a galla.

Avventure preistoriche
C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 210

Si guardò intorno meravigliato, mentre le gambe e le braccia lo portavano lontano da Erman. Grump non aveva più paura dell’acqua. Era così felice di potersi muovere liberamente! Poi diventò coraggioso e mise la testa sott’acqua, per guardare i pesci brillanti nel loro mondo argentato.

Derek Sampson, Storie con un mammut, Nuove Edizioni Romane

ApprendistA

scrittore scrittrice

Dopo aver letto il testo, completa i fumetti e scrivi le didascalie.

Avventure preistoriche
211
Il filo rosso
�della storia
SLURP
AAAH

LA MACCHINA DEL TEMPO

– Brando, questa macchina può spostarsi nel tempo! Il guaio è che io sono troppo ingombrante per sperimentarlo di persona. Tu sei giovane, magro e agile. Ascolta: farai solo una puntatina brevissima nella Preistoria. E ritornerai con qualche foto e un animale. Pensavo a un lemure. Immagina il successo che otterremo in campo scientifico. L’idea di viaggiare nel passato mi affascinava. Così accettai ed entrai nell’uovo. Rotella chiuse la porta. Misi in moto e sterzai verso il Passato, a sinistra. Lo schermo era un vortice di colori e luci e il contatore girava velocissimo. Arrivato a meno di 50 milioni di anni, mi fermai. Mi ero materializzato in una valle fantastica. Aprii la porta. L’aria mi sembrava calda, umida e profumata. In lontananza vidi uno struzzo gigante carnivoro con una testa enorme. Lo fotografai, poi mi avventurai nella boscaglia per cercare il lemure. Lo scorsi vicino al mio uovo. La bestiola si lasciò accarezzare e portare dentro la macchina del tempo. Ma il lemure staccò il volante e lo portò nella boscaglia. Cercai di aggiustare la mia macchina e girai un cacciavite nel perno del volante.

Secondo te, questo testo:

è narrativo fantastico.

ci vuole informare.

è descrittivo.

• Perché hai scelto questa risposta?

In viaggio
C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 212

L’uovo sprofondò nella palude. Faceva caldo ed ero circondato da felci gigantesche. Ripartii e il gelo invase l’abitacolo. Scorsi un paio di uomini preistorici radunati attorno al fuoco, in una caverna. Scattai una foto e girai il cacciavite verso destra. Mi trovai nel laboratorio di Rotella. Lo scienziato corse ad abbracciarmi.

– Ah, Rotella, che storia incredibile! Ora ti racconto…

ApprendistA

Quella che vedi nel disegno qui sopra è la tua macchina del tempo. Sali e… inizia il tuo viaggio! Racconta.

In viaggio
Christian Grenier, Il Pianeta terra, Mondadori scrittore scrittrice
213 �della storia Il filo rosso

UN LIBRO DA TOCCARE

Se osservi l’immagine qui a lato, noterai un insieme di puntini messi a caso. In realtà, se ti soffermi con più attenzione, scoprirai che quei puntini possono dire molto di più. Questa, infatti, è la pagina di un libro scritto con l’alfabeto braille, uno strumento che fa leggere le persone non vedenti. La disposizione dei puntini permette di distinguere una lettera dall’altra, per un totale di 64 combinazioni diverse, attraverso le quali è possibile raccontare storie, fare operazioni di matematica, comporre brani musicali e altro ancora. A inventare tutto questo è stato l’ingegno di un ragazzino, Louis Braille. Il piccolo Louis si distinse per la sua curiosità. La cosa che lo affascinava di più era il lavoro del papà, che nella sua bottega fabbricava finimenti per cavalli e selle. Purtroppo, un brutto giorno, ci fu un incidente nella bottega e Louis perse la vista da entrambi gli occhi. All’epoca, per le persone non vedenti l’unico destino possibile era quello di diventare mendicanti. La famiglia di Louis non si arrese e decise di iscriverlo comunque a scuola. Purtroppo Louis dovette ritirarsi, ma la famiglia lo iscrisse all’Istituto dei Ciechi di Parigi.

Lì Louis perfezionò l’invenzione di un militare che faceva leggere i soldati al buio toccando dei puntini in rilievo.

L’alfabeto Braille oggi è uno strumento utilizzato in tutti i Paesi del mondo, adattato a quasi ogni lingua conosciuta.

Ora prova tu. Traduci il tuo nome con i caratteri Braille.

Vedere con le mani C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE 214
Focus Junior a p b q c r d s e t f u g v h w i x j y k z l n ň o m

LA LINGUA DEI SEGNI (LIS)

Quando incontri un bambino o una bambina che non conosce nessuna parola della tua lingua, puoi comunicare con lui o con lei utilizzando il linguaggio del corpo: le espressioni del viso, le mani, i movimenti.

Prova a mimare queste frasi utilizzando il linguaggio del corpo.

Vuoi venire a giocare con me?

A che ora arrivi?

Hai già eseguito i compiti? Ti piace la mia felpa? Hai freddo? Sai nuotare?

Ti piace cantare?

Hai fame? Ti piace il gelato?

Ora che hai provato a comunicare con il corpo, ti accompagniamo nel mondo della LIS, la lingua dei segni italiana. Questa lingua viene utilizzata dalle persone che non possono sentire i suoni e le voci. Puoi imparare alcune facili parole. Osserva e prova a riprodurle.

COmunicare con le mani ti abbraccio sì no mi spiace per favore grazie 215 �della storia Il filo rosso

INVENZIONI

PARAORECCHIE CONTRO IL FREDDO

Vi sarà forse capitato di utilizzarlo durante una gita sulla neve o una giornata fredda: stiamo parlando del paraorecchie, un copricapo che protegge le orecchie dal freddo. Il primo paraorecchie fu inventato da Chester Greenwood quando aveva solo 15 anni, ideando un modo per proteggere le orecchie dal freddo durante le pattinate sul ghiaccio: il copricapo era costituito da velluto e pelliccia di castoro.

IL GHIACCIOLO NATO PER CASO

A inventare il ghiacciolo, il dolce freddo perfetto per rinfrescare le serate estive, fu Frank Epperson, nel 1905. A dirla tutta, fu un vero e proprio caso! Frank, che all’epoca aveva solo undici anni, in una notte gelata lasciò sul davanzale della finestra un bicchiere di acqua e soda con dentro il bastoncino che aveva usato per mescolarle. La mattina dopo… che sorpresa! Frank cominciò a mangiare il primo “ghiacciolo”, usando il bastoncino come manico

F-BIKE: ARRIVA LA BICI VOLANTE

Chi non ha mai sognato di possedere una bicicletta volante per fare una bella passeggiata nel cielo come faceva E.T. l’extratterrestre? Tra qualche tempo questo sogno potrebbe diventare realtà. A Praga, infatti, è stato presentato il primo prototipo di bici volante. Si chiama F-Bike e assomiglia a una mountain bike. Pesa 100 chili, ma riesce a volare!

Piccole e grandi invenzioni �della storia Il filo rosso 216 C’È UN TEMPO PER… SCOPRIRE

UN’INVENZIONE FATTA DA ME

Questa pagina è dedicata alle tue invenzioni. Hai mai pensato a qualcosa che potresti inventare per facilitare le tue giornate? Ad esempio un uncino per prendere le patatine senza sporcarsi le mani o una mano per battere il cinque o per chiedere scusa o una macchina che risolve i problemi…

Pensa e scrivi il materiale occorrente e gli strumenti, poi disegna la tua invenzione.

MATERIALE OCCORRENTE

STRUMENTI

217 ARK NELLA BOTTEGA DI t inkering H

ERIFICA

LA MUSICA

Elhon aveva appena finito di forare un osso di cervo con una pietra appuntita e ora lo stava pulendo dalle schegge rimaste.

– Perché sprechi il tuo tempo, figlio? Sei molto abile con le mani e potresti fare oggetti che ci sarebbero utili. Invece costruisci cose che non servono a niente! – disse Uzhur, suo padre. Elhon scosse la testa: – Ma padre, il mio è un oggetto utile! Senti che cosa posso fare con questo osso. Soffiò dentro l’osso e produsse un suono dolce, come una specie di cinguettio.

– Non ti sembra il verso che fanno gli uccelli, padre? – domandò il ragazzo.

– Senza dubbio, figliolo! – osservò il padre senza entusiasmo. –Attento, però, che qualcuno non ti trafigga con una freccia e ti arrostisca per cena! – Si girò e andò via.

A Elhon piacevano tutti i suoni della natura e cercava di ricrearli con gli strumenti che costruiva. Ma suo padre era arrabbiato: possibile che suo figlio non sapesse fare altro che costruire oggetti rumorosi e inutili? Si diresse verso la caverna, per prendere arco e frecce e andare a caccia. Fece però solo pochi passi e poi si fermò di colpo: una grossa tigre dai denti a sciabola gli si era parata davanti.

– Elhon… aiuto… – riuscì solo a sussurrare Uzhur.

218

Il ragazzo prese subito un tamburo realizzato con la pelle di capra tesa su un tronco cavo. Dal tamburo usciva un suono profondo e minaccioso, che metteva i brividi. Elhon procedeva lento ma deciso e, guardando l’animale, lo fissò negli occhi. A un tratto, la tigre dai denti a sciabola si infilò nella boscaglia e sparì. Uzhur non credeva ai suoi occhi: Elhon, con quello strano strumento, gli aveva salvato la vita. Abbracciò il figlio e lo ringraziò.

– Dimmi: che suono ti ricorda quello che ha fatto fuggire la tigre?

– Un tuono! Un tuono spaventoso! – rispose Uzhur.

– Proprio quello era il suono che volevo ricreare, padre, e speriamo che un fulmine non ci colpisca! – aggiunse ridendo.

1. Elhon fora un osso di cervo per costruire: un oggetto non utile. un oggetto in legno. un oggetto utile e che produce un suono.

2. Il padre è arrabbiato perché: Elhon costruisce strumenti musicali. Elhon costruisce oggetti rumorosi e inutili. Elhon non vuole andare a caccia.

3. Elhon scaccia la tigre: con il suono di un tamburo. con una sciabola. con occhi minacciosi.

4. La tigre dai denti a sciabola al suono del tamburo: danza. aggredisce Elhon. sparisce nella foresta.

5. “Proprio quello era il suono che volevo ricreare”. “Quello” si riferisce: al tamburo. al tuono. al cinguettio.

Com’è andata? Circonda.

219
Stefano Bordiglioni, Storie prima della Preistoria, Einaudi Ragazzi

LE FIGURINE DI PEDRO

Pedro vive a Bauru, un comune nello Stato di San Paolo, ma la sua famiglia non gode di buone condizioni economiche. Per questo, per la famiglia di Pedro l’album Panini del Mondiale di Russia 2018 non era una priorità. A scuola o per strada, Pedro era costretto a guardare le facce di Cristiano Ronaldo, Messi, Mbappé e Neymar riempire le mani e gli album dei suoi amici. Ma come i grandi campioni sul rettangolo verde si inventano soluzioni geniali per fare gol, così ha fatto il piccolo grande Pedro. Ha preso carta e colori e ha creato le sue figurine del Mondiale. Ne ha disegnate 126 sulle 682 che prevede l’album. Il piccolo ha reinterpretato e ridisegnato gli stemmi delle nazionali. Un gioco divertente e geniale che dimostra che cosa succede quando la creatività prende per mano la passione. Come nei grandi match, anche Pedro è stato ripreso all’opera e gli scatti che lo ritraevano con i colori in mano sono finiti su Internet. Le immagini sono giunte fino alla stessa Panini che, sempre su Internet, ha fatto una promessa al piccolo Pedro: “Contattaci, abbiamo una sorpresa per te”. Pedro ha fatto gol: ha incantato tutti e la Panini ha deciso di premiarlo regalandogli l’album dei Mondiali 2018.

È una bella storia quella di Pedro – ha dichiarato il direttore della Panini. – Ci ha però colpito di più l’aspetto creativo: questo ragazzino si è inventato un qualcosa per inseguire il suo sogno. Avrà tutte le figurine “vere” da collezionare.

A PICCOLI PASSI EDUCAZIONE CIVICA

L’articolo 31 della Dichiarazione dei Diritti dell’Infanzia riguarda il al gioco. Purtroppo in alcune parti del mondo, i bambini come Pedro non hanno giochi con cui giocare e allora… usano la fantasia!

Trasformano oggetti-rifiuto in divertenti giochi. Prova anche tu a costruire dei giochi usando per esempio carta o stoffa.

IL TEMPO DEL CUORE
220
Kevin Ben-Alì Zinati, Il Fatto Quotidiano

SONAGLI E BASTONE DELLA PIOGGIA

MATERIALE OCCORRENTE

Tappi di alluminio

Gusci di noci, nocciole

Semi, riso, lenticchie, sassolini

Bastoncini di legno

Colori a tempera

1 Prepara i sonagli. Chiedi a una persona adulta di aiutarti a forare ogni tappo metallico.

2 Prepara un pezzo di spago e infila sei o otto tappi.

3 Lega le estremità della collana di tappi a un bastoncino. La sonagliera è pronta.

4 Ora costruisci il bastone della pioggia: prendi il rotolo di cartone e coloralo con decorazioni a tuo piacimento.

5 Riempi il tubo con semi, riso, lenticchie… e chiudilo alle estremità con della carta colorata, che fermerai con il nastro adesivo.

Con il bastone della pioggia e i sonagli, dai allegria alla tua giornata!

Spago o cordoncino

Rotolo di cartone di carta assorbente

Fogli di carta colorata

Nastro adesivo colorato

Forbici

221 MA CHE I M C S U A i .
1 2 3 4 5
MANI

IL GRANDE LIBRO DEL MONDO

Avevo portato il fuoco nelle caverne dei miei nuovi amici. Il fuoco, per loro, era diventato un tesoro da custodire e da nutrire con i ramoscelli che i bambini raccoglievano nel bosco. Le pareti illuminate mostravano la bellezza dei disegni graffiati sulla pietra. Era il grande libro di questi esseri umani vissuti prima di noi. Raccontava scene di caccia, danze, riti, feste, momenti di vita della tribù. Alla sera, quando il sole si nascondeva dietro le punte degli alberi, ci si trovava seduti intorno al grande falò e il più vecchio, il nonno, iniziava a raccontare storie meravigliose di tanti e tanti anni fa.

“C’era una volta”, diceva il nonno con aria solenne. Parlava di mostri, di strani animali, di fantastici esseri che popolavano la fantasia dei bambini. E i bambini lo ascoltavano con gli occhioni spalancati e, a volte, qualcuno osava porre una domanda:

– Perché il brontosauro si chiamava così?

– Perché era un brontolone! – rispondeva il nonno, sapendo che i piccoli l’avrebbero incontrato nei loro sogni. Ma…

222 C ’È UN TEMPO PER… LEGGERE
IL TEMPO DEL RACCONTO

C’era una volta...

A te piace ascoltare storie?

In quali momenti della giornata?

Qual è la tua storia preferita? Racconta.

223
ApprendistA lettore lettrice

PERCHÉ I PESCI SONO MUTI

Una volta sulla Terra tutto era silenzio. Gli animali non facevano versi, le acque scorrevano e i venti soffiavano, ma senza far rumore. Nemmeno l’uomo parlava. Un giorno, il dio del canto cominciò a suonare l’arpa e, quando fece vibrare le corde, ogni creatura sulla Terra si mise in ascolto. Così fecero il vento, l’acqua e gli alberi. E il dio del cielo ordinò a ciascuno di scegliere il linguaggio che più gli conveniva. Tutte le creature scoprirono il modo adatto di comunicare, sibilando o ronzando, abbaiando o ruggendo. L’uomo imparò tutti i suoni prodotti dall’arpa del dio e imparò a cantare meglio degli stessi uccelli. Ma i pesci furono più sfortunati. Essi potevano vedere che tutte le creature aprivano e chiudevano la bocca ma, essendo sott’acqua, non potevano udire nessun suono. Comunque, decisero di comportarsi come gli altri. Perciò possiamo vedere che i pesci aprono e chiudono la bocca, ma senza produrre alcun suono.

Jacques Cousteau, Il mare delle leggende, Fabbri Editore

ApprendistA

scrittore scrittrice

Leggi e ricostruisci il racconto.

Una volta la Terra era

Un giorno il dio del canto

Tutte le creature e l’uomo

Ma i pesci .

Perciò i pesci

Una leggenda alle origini del mondo C’È UN TEMPO PER… LEGGERE 224

PERCHÉ IL GALLO

CANTA ALL’ALBA

Un tempo il gallo aveva una coda meravigliosa, la quale piaceva così tanto che i cavalieri scendevano da cavallo e i viandanti si fermavano per ammirarla. Un pavone si ingelosì ed escogitò un trucco per rubare la coda al gallo. – Oh, carissimo amico gallo! Mi presteresti la coda per questa sera? Te la renderò all’alba, prima che tu ti alzi – disse il pavone. Il gallo acconsentì. Dicono che, da quel giorno, il gallo si svegli sempre all’alba e chiami il pavone perché gli renda la sua coda.

Michela Taddei - Saltini, Fiabe della Mongolia, Mondadori

ApprendistA

scrittore scrittrice

Questo brano: racconta un episodio della vita di un gallo. racconta perché il gallo e il pavone sono nemici. spiega perché il pavone ha una coda meravigliosa.

Dopo aver letto il testo, scrivi la didascalia di ciascun disegno.

Una leggenda a fumetti 225 �della storia Il filo rosso
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

LA GOBBA

All’inizio del mondo gli animali avevano appena incominciato a lavorare per l’Uomo. In mezzo al deserto viveva un Cammello, che era un gran fannullone. Quando qualcuno gli parlava, rispondeva: – Bah!

Il Cavallo andò da lui e disse: – Cammello, vieni fuori a trottare come tutti noi.

– Bah! – fece il Cammello; e il Cavallo lo riferì all’Uomo. Andò da lui il Cane e disse: – Cammello, vieni a cacciare come tutti noi.

– Bah! – rispose; e il Cane lo riferì all’Uomo. Andò il Bue: – Cammello, vieni ad arare come tutti noi.

– Bah! – fece il Cammello; e il Bue lo riferì all’Uomo. L’Uomo chiamò gli animali: – Sono dispiaciuto, quel fannullone non vuol lavorare e voi dovrete lavorare il doppio.

I tre animali si arrabbiarono ma… arrivò il Genio.

– C’è un animale con lungo collo e lunghe gambe che non ha fatto ancora niente – dissero gli animali.

– Ma questo è il mio Cammello! E che scusa trova? –esclamò il Genio.

– Dice: “Bah!” – rispose il Cane.

Il Genio andò nel deserto e vide il Cammello che si specchiava in una pozza d’acqua.

– Amico mio, è vero che non vuoi lavorare?

– Bah! – rispose il Cammello.

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico. ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Il Cammello vide il suo dorso gonfiarsi finché si formò su di esso una immensa gobba.

– Ora devi andare a lavorare – disse il Genio.

E da quel giorno in poi il Cammello ebbe sempre la gobba.

Rudyard Kipling, Come al cammello spuntò la gobba, Nord-Sud Edizioni

Una leggenda dall’inizio del Mondo
C’È UN TEMPO PER… LEGGERE 226

IL CAMMELLO

Il cammello è diffuso come animale domestico in tutta l’Asia, fino alla catena dell’Himalaya. È minacciato di estinzione e sopravvive solo con piccole popolazioni nel deserto del Gobi. La principale caratteristica del cammello sono le due gobbe, che non contengono acqua bensì riserve di grasso da sfruttare quando il cibo scarseggia. I cammelli sono alti più di due metri e pesano fino a 500 kg. Vivono in ambienti aridi e inospitali, sopportano temperature che variano da –29 °C a 38°C e affrontano le tempeste di sabbia sigillando ermeticamente il naso e le labbra e proteggendo, con una fitta peluria, gli occhi e le orecchie. Sono animali erbivori, ma possono nutrirsi di ossa, pelle e carne e, in condizioni estreme, anche di corde, sandali in pelle e... tende. Possono resistere senza bere per molti giorni e, quando l’acqua è disponibile, ne ingeriscono fino a 114 litri in soli dieci minuti. Il cammello può bere anche acqua salata o salmastra e nella stagione secca si accontenta dei liquidi contenuti nelle piante. I cammelli possono vivere fino a 50 anni.

AA.VV., Enciclopedia degli animali, Focusjunior.it

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Confronta i due testi sul cammello.

Hanno lo stesso scopo. Quale?

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Che cosa cambia?

Testo 1

Testo 2

UN ANIMALE DEL DESERTO
227 �della storia Il filo rosso

COME I FIUMI ARRIVARONO AL MARE

Una volta i fiumi non arrivavano al mare, andavano dove volevano. Erano giovani, vivaci e disubbidienti, come serpentelli. Un giorno la Terra perse la pazienza e cercò aiuto. Il Sole e il Vento del Nord intervennero. Stavano per mettersi all’opera, quando si alzò una vocina un po’ tremante: – Potrei provare anch’io?

Era una talpa. Il Sole e il Vento scoppiarono in una risata. Il Sole allungò sulla Terra alcuni raggi per acchiappare i fiumi più vivaci e fu subito un disastro. Il calore dei raggi seccò i fiumi in un momento. Il Vento del Nord cominciò a soffiare sui fiumi per radunarli, ma soffiava troppo forte, così molti fiumi si gonfiarono, uscirono dai loro letti e riempirono le pianure.

– Posso provare io? – chiese la talpa. La Terra, che con la talpa era in buoni rapporti, disse subito di sì. La talpa andò vicino a un piccolo fiume e cominciò a scavare un solco e il piccolo fiume, curioso, si infilò dentro e la seguì. Scava, scava, la talpa fece un solco lungo tutta la pianura, finché arrivò al mare e il fiume

Quando fu arrivato al mare il fiume

I fiumi più grandi, quando videro

Fu così che la talpa

E da quel giorno

Angela Nanetti, Venti e una storia, Einaudi Ragazzi

ApprendistA

scrittore scrittrice

Completa la leggenda inventando le parti di testo che mancano.

IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

Secondo te, perché la Terra era in buoni rapporti con la talpa?

Rispondi a voce, poi parlane con i compagni e le compagne.

Una leggenda da finire
�della storia Il filo rosso 228 C’È UN TEMPO PER… LEGGERE

MAPPA DEL TESTO NARRATIVO

FANTASTICO: LA LEGGENDA

È un testo narrativo perché narrare significa raccontare, scrivere di qualcuno o di qualcosa. La leggenda, attraverso la narrazione tra il mondo reale e il mondo fantastico, spiega perché gli animali, le piante, gli oggetti, gli esseri umani hanno delle caratteristiche particolari che li fanno riconoscere. La leggenda non dà una spiegazione scientifica.

Sei entrato/a nel mondo del TESTO NARRATIVO FANTASTICO con la LEGGENDA. I miei oggetti ti aiuteranno a orientarti in questo tipo di testo testo.

È un testo narrativo fantastico perché racconta fatti che non accadono nella realtà. Le azioni si svolgono in un tempo non definito, in un passato lontano.

Scegli le parole adatte a una leggenda.

Il racconto si svolge in ambienti naturali, fantastici, immaginari.

I protagonisti della leggenda sono esseri umani, animali che si comportano come persone, piante…

Il testo si articola in tre parti: inizio, sviluppo, conclusione.

Inizio: si presenta una situazione nella quale al protagonista manca qualcosa.

Sviluppo: accadono alcuni fatti che modificano qualcosa.

Conclusione: il protagonista è diventato come lo vediamo oggi.

229 lettore lettrice ApprendistA

Completa la leggenda inventando le parti di testo che mancano.

IL CAMALEONTE

Si racconta che all’origine del Mondo, dopo aver creato

Il Creatore li popolò di ogni genere di animali.

Gli animali scelsero il luogo dove vivere. I pesci

alcuni i , altri

Certi uccelli , altri

Altri ancora

Ognuno scelse la sua casa.

Rimase solo il camaleonte.

– E tu? – chiese il Creatore.

– Io – rispose il camaleonte – ho lo spirito nomade. Quello che mi piace veramente, che vorrei davvero, è stare bene dappertutto!

Il Creatore lo ascoltò e da quel giorno il camaleonte assunse la tinta prevalente della sua dimora. È color sabbia nel deserto, verde quando si annida nel fogliame… Così è a casa in ogni luogo, con il privilegio di confondersi nell’ambiente che lo circonda.

Esra e Nacer Khemir, L’alfabeto del deserto, MC

230 scrittore scrittrice ApprendistA

LE PAROLE SOTTO LA LENTE

LESSICO

Colora la definizione corretta.

• nomade

• dimora

• annidarsi

• privilegio

che si sposta

amica

compiere gli anni

vantaggio

Annidarsi quale sostantivo contiene?

• Il sostantivo ti aiuta a capire il significato del verbo?

altruista

abitazione

collocarsi

privazione

Il camaleonte è un animale che si “mimetizza” nell’ambiente, cioè .........................................................

231 scrittore scrittrice ApprendistA

PERCHÉ LE GIRAFFE HANNO IL COLLO LUNGO

Riordina la leggenda scrivendo accanto a ogni sequenza il numero del disegno corrispondente.

… da quel giorno la giraffa è l’animale con il collo più lungo e, quando la siccità secca i prati e i cespugli, trova foglie fresche sugli alberi alti. … nel bel mezzo della savana, sentì una vocina provenire da una grande acacia ancora verde. Era uno scoiattolo che non riusciva a scendere dall’albero.

La giraffa si accorse che il collo era diventato lungo lungo e le sue zampe erano diventate lunghe e forti.

La giraffa decise di aiutarlo e si allungò, si allungò sempre più finché lo afferrò e lo mise in salvo e…

Molti anni fa la giraffa non aveva il collo lungo; era bassa e assomigliava a una gazzella dal manto pezzato. Brucava l’erba della savana ma aveva paura del leone.

Molti e molti anni dopo scoppiò una terribile siccità: l’erba bruciò e i cespugli seccarono. Tutti gli animali decisero di migrare Anche la giraffa partì, ma…

• Siccità significa: assenza di pioggia che rende la terra secca e l’erba bruciata. abbondanza di pioggia che rovina l’erba.

• Manto significa: pelo, pelle degli animali. abito del re.

• Migrare significa: nascondersi, non farsi trovare. lasciare la terra dove si vive, andare via.

Una leggenda piccola così
C’È UN TEMPO PER… LEGGERE 232
LESSICO LE PAROLE SOTTO LA LENTE
Una leggenda piccola così 233 �della storia Il filo rosso 1 3 5 2 4 6 3

SCOPRI TU CHE TESTO È…

LA TARTARUGA MATILDA

Matilda è la mia tartaruga. Capisce benissimo l’italiano perché quando le parlo e la chiamo lei arriva. È lunga ventisette centimetri e mezzo dalla testa alla punta della coda; è tutta verde scuro con delle macchie gialle e nere sulla corazza. Una di queste macchie gialle ha la forma di un cono gelato, e allora io ho pensato che a lei il gelato deve piacere. E infatti le piace! Tutte le volte che mangio un gelato, dopo due minuti sento il DIN DIN del suo campanellino ed eccola lì che arriva. Ha un musetto così simpatico che viene subito voglia di darle un bacetto, e due occhietti piccoli piccoli che sembrano sempre ridere. Si muove in modo buffo e ha i suoi ritmi.

Gira tranquilla per il giardino, un passo dopo l’altro; ogni tanto si ferma, si guarda intorno e, se il posto le piace, si fa un riposino, oppure mangia una foglia di lattuga o si sgranocchia una carota.

Alla fine, cammina ancora un po’ fino ad arrivare al cancello e guarda le automobili che passano sulla strada. Secondo me pensa: “Ma guarda come corrono questi qua!”.

Fabio Bosco, Super Giovanni, Giunti Editore

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Una
in casa
tartaruga
C’È UN TEMPO PER… LEGGERE 234

LA TARTARUGA E LA LEPRE

Una tartaruga e una lepre decisero di vedere chi delle due fosse la più veloce. La lepre propose di sfidare la tartaruga ad arrivare fino a una casetta in fondo al prato.

La tartaruga accettò la sfida. Il mattino dopo erano pronte per la gara. La tartaruga, lentamente, passo dopo passo, si diresse verso la casetta. La lepre, invece, si sdraiò all’ombra di un albero, convinta che la tartaruga non ce l’avrebbe mai fatta a vincere.

La lepre si addormentò e sognò e dormì a lungo ma, quando si svegliò, vide che la tartaruga era già arrivata alla casetta e aveva vinto la gara!

Esopo, Favole a catena, Gaia Edizioni

Secondo te, questo testo:

è narrativo realistico.

ci vuole informare.

è fantastico.

• Perché hai scelto questa risposta?

Qual è lo scopo di questo testo?

Una tartaruga e una lepre
235
Il
�della storia
filo rosso
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

IL GHIRO

Il ghiro somiglia a uno scoiattolo, ma è più piccolo, ha le orecchie meno sviluppate e prive dei ciuffetti di peli, la pelliccia è grigia e biancastra, gli occhi sono circondati da un contorno più scuro che ricorda una maschera. Il ghiro vive nei boschi di montagna, nei parchi e nei giardini.

Andrea Benpensante-Ira Rubini, Il mondo straordinario dei cuccioli in Europa, Dami

Completa lo schema con le informazioni del testo.

• Chi è:

• Dove vive:

• Come è il suo aspetto fisico:

Secondo te, questo testo:

è narrativo.

ci vuole informare.

è regolativo.

Durante il giorno resta quasi sempre nella tana, in genere collocata nella cavità di un albero e foderata di foglie secche e di erba, ma può vivere anche nei nidi artificiali destinati agli uccelli. Esce allo scoperto dopo il tramonto, quando va a procurarsi il cibo, costituito da frutti, bacche, ghiande, nocciole, ma anche uova, pulcini e insetti. Nelle notti di luna si possono scorrere i ghiri compiere i loro balzi acrobatici da un ramo all’altro e sentire i loro fruscii e squittii. In inverno cadono in letargo. Il nido invernale è diverso da quello estivo: in genere è scavato sotto un albero o anche nei sottotetti delle abitazioni. Il letargo può durare fino ad aprile e durante questo periodo il ghiro arriva a dimezzare il suo peso corporeo. Il ghiro è diffusissimo in tutta Europa, anche se non è facile avvistarlo.

• Perché hai scelto questa risposta?

• Com’è la sua tana:

• Quando va in letargo:

• Che cosa mangia:

Notizie dal bosco
C’È UN TEMPO PER… LEGGERE 236 :
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

UNA NOTTE, SULL’ALBERO

Una notte, sull’albero sopra la mia testa, comparvero due ghiri che presero a rincorrersi con sfrenata esuberanza per il bosco, saltando da un ramo all’altro come acrobati, scapicollandosi su e giù lungo i tronchi degli alberi, con le loro code folte che nel chiarore lunare sembravano sbuffi di fumo grigio. Rimasi così affascinato da quelle bestiole che decisi di prenderne una per osservarla da vicino.

Il momento migliore per andare in cerca di ghiri era durante il giorno, quando dormivano. Così mi dedicai a una laboriosa caccia in mezzo agli uliveti per scovare il loro nascondiglio, ma era un’impresa disperata perché tutti i tronchi nodosi e contorti erano cavi e, in ognuno, c’erano cinque o sei buchi. Ma la mia pazienza fu ricompensata, perché un giorno cacciai il braccio in un buco e le mie dita si strinsero intorno a qualcosa di piccolo e di morbido.

Gerald Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

• Sfrenata esuberanza significa: grande vivacità. grande velocità.

• Scapicollandosi significa: dondolandosi. correndo veloci.

Completa.

• Sbuffi di fumo significa: nuvole di fumo. soffi di fumo.

• Cavi significa: funi. vuoti.

• Le code dei ghiri sembravano sbuffi di fumo significa che

Animali del bosco
237
Il filo rosso
�della storia LESSICO LE PAROLE SOTTO LA LENTE

IL COCCODRILLO

Il coccodrillo vive in Africa. Il suo nome scientifico è Crocodylus. Il coccodrillo può vivere fino a cento anni. È un grande rettile carnivoro che sta molte ore sulle rive dei grandi fiumi e si scalda al sole, spalancando la sua enorme bocca: questo è il suo modo di sudare. Ha la testa grossa, il corpo tozzo e lungo, le zampe corte, una lunga e robusta coda che gli permette di nuotare velocemente. I fianchi e l’addome sono ricoperti di scaglie. È lungo circa sette metri e pesa una tonnellata e mezza. Ha una dentatura gigantesca: il coccodrillo non mastica ma inghiotte pesci, granchi, uccelli, rane tutti interi. La femmina usa i denti aguzzi delicatamente per aiutare i piccoli a rompere il guscio delle uova e arrivare, nascosti, fino al fiume.

Il cibo preferito del coccodrillo sono le antilopi, le zebre, i leoni, i giovani ippopotami.

Completa la carta d’identità del coccodrillo, individuando le informazioni nel testo.

Nome

Nome scientifico

Dove vive

Habitat

Età massima

Lunghezza

Peso

Erbivoro o carnivoro?

Cibo preferito

Caratteristiche del corpo

Rivestimento

Dentatura

Notizie dall’africa
�della storia Il filo rosso 238 C’È UN TEMPO PER… LEGGERE
IL TESTO SOTTO LA LENTE COMPRENSIONE

MAPPA DEL TESTO INFORMATIVO

Sei entrato/a nel mondo del TESTO INFORMATIVO, per conoscere e studiare gli animali. I miei oggetti ti aiuteranno a orientarti in questo tipo di testo.

Il testo informativo ha lo scopo di informare, cioè dare informazioni, di tipo scientifico, storico, geografico.

Nel testo informativo puoi trovare informazioni di un tempo passato, presente, futuro.

Il testo informativo si articola in sequenze. Nel testo troviamo l’inizio, lo sviluppo e la conclusione

Inizio: si presenta il protagonista con una breve descrizione. Sviluppo e conclusione: sono presenti brevi sequenze informative e, per ciascuna, a volte ci sono dei sottotitoli adeguati.

Il testo è ambientato in luoghi reali, conosciuti. Metti il protagonista (animale ma anche vegetale) sotto la lente, cerca informazioni scientifiche corrette.

Scegli parole appropriate alla scrittura.

Le parole devono essere specifiche della disciplina. Puoi corredare il testo con schemi, fotografie e didascalie

239 lettore lettrice ApprendistA

ERIFICA LA BALENA AZZURRA

La balena azzurra è l’animale più grande fra tutti quelli conosciuti e può vivere fino a 90 anni. Si trova in tutti gli oceani. La balena è un mammifero marino, ha i polmoni e sale in superficie per respirare, producendo il caratteristico soffio, che è acqua sotto forma di vapore, e ha una altezza di circa 10 metri. Il corpo della balena è lungo e slanciato. In estate le balene si spostano verso le zone polari, dove trovano tanto cibo: si nutrono di piccoli crostacei, il krill Successivamente, migrano verso acque più temperate, per passare l’inverno e per riprodursi.

La balena femmina è lunga da 21 a 32 metri; il maschio dai 20 ai 31 metri. Ha un peso di 60 tonnellate.

240

Alla nascita, il balenottero pesa 2,7 tonnellate. Ingerisce 380 litri di latte al giorno e vive con la madre fino a un anno. Le macchie più chiare presenti sulla pelle sono un segno distintivo di ciascun esemplare.

I nemici delle balene sono le reti da pesca e le navi. La caccia alla balena azzurra è vietata dal 1966, poiché si stava estinguendo.

La balena è il più grande animale conosciuto della Terra, escludendo le dimensioni di alcuni dinosauri vissuti circa 150 milioni di anni fa. Le balene azzurre cantano, emettendo dei suoni per avvisare il branco dei pericoli, della presenza di cibo, per il corteggiamento e per trovare i membri del proprio branco.

Qual è l’argomento generale di cui si parla nel testo?

Nel testo hai trovato notizie che riguardano la balena. Completa con le informazioni corrette.

• Ambiente dove è diffusa:

• Quanti anni può vivere:

• Caratteristiche fisiche:

• Peso e lunghezza:

• Colore:

• Di che cosa si nutre:

• Come respira:

• Dove vive in inverno:

• I suoi nemici:

• Come comunica:

Com’è andata? Circonda.

241
Corriere della Sera

RICORDI DI VIAGGIO

Se agita le zampe, nel sogno, se il cuore gli batte forte, è perché sta andando in città. Ricorda bene quel viaggio. La città era lontana ma non era difficile da trovare. Seguiva il tunnel degli odori che i camion dell’immondizia scavavano nell’aria. A ogni automobile che gli veniva incontro, il Cane faceva un salto di lato. Camminava a passettini da cucciolo. Non si fermava, non si riposava e non piangeva più. Pensava solo ad arrivare in città e a trovare una padrona, come gli aveva consigliato Muso Nero. Improvvisamente il tunnel degli odori si divise in due. Esitò un secondo, poi seguì quello di sinistra. Il tunnel si divise di nuovo. Decise di andare a destra. Ma si accorse che il tunnel era scomparso e che gli odori si erano sparpagliati intorno a lui. Era nel cuore di una città molto grande, piena di case e di automobili. Con tutta quella gente, non doveva essere difficile trovare una padrona. Annusò con calma. Gli odori erano più freschi. Lasciò da parte quelli di gomma, di benzina, di arancia, di fiori, di scarpe.

A PICCOLI PASSI EDUCAZIONE CIVICA

Il cane è in cerca di una padrona. È stato abbandonato dall’uomo e ora vaga in una grande città.

Hai mai sentito parlare degli animali abbandonati? Sei mai stato/a in un canile o in un gattile?

C’è nella tua città un centro per questi animali? Informati e discuti con i compagni, le compagne e l’insegnante di questo problema.

Sai che è possibile anche adottare un cucciolo?

Completa insieme ai compagni, alle compagne e all’insegnante. Il rapporto tra l’uomo e gli animali dura da millenni. Dagli animali l’uomo riceve non solo amicizia e compagnia, ma anche…

• aiuto alle persone diversamente abili, come

• aiuto in mare o nei laghi per

• aiuto in montagna per

IL TEMPO DEL CUORE
Daniel Pennac, Abbaiare stanca, Salani
242 una storia da ascoltare

INCREDIBILI NOTIZIE DI ANIMALI

Un ricco bestiario per scoprire incredibili notizie, storie e miti affascinanti sui propri animali preferiti e su altre sorprendenti creature.

Quokka

I quokka sono molto rari e il miglior modo di vederli è visitare un’isola chiamata Rottnest, nell’Australia occidentale.

Il quokka è un mammifero marsupiale come un canguro ma delle dimensioni di un topo e, a differenza del suo enorme cugino, si arrampica sugli alberi. Alcuni

aborigeni australiani lo chiamano “gwago” e solo in seguito è diventato quokka. Mangia perlopiù piante e, dopo averle ingoiate, le rigurgita per rimasticarle. Perché?

Forse per ricavare più sostanze nutritive dalle foglie dure.

Animali intriganti

Procione

I procioni amano pescare: sono bravissimi Se guardi in faccia un procione, ti sembrerà che porti una maschera. Questi mammiferi impertinenti sono molto abili con le zampe: sanno aprire le porte, togliere i coperchi dalle scatole e infilarsi nei cassonetti. Alcuni rubano il pranzo al sacco alla gente o entrano nelle case per sottrarre il cibo! Un procione mangia quasi qualsiasi cosa! Sono molto diffusi in Canada e negli Stati Uniti.

In passato vivevano perlopiù nei boschi e nelle zone erbose, ma oggi molti si sono trasferiti in città.

243 CONSIGLI DI LETTURA UN LIBRO PER AMICO

UN SALTO ALL’INDIETRO… IL RITORNO

– Ark… Ark… – qualcuno mi stava chiamando da lontano. O almeno così mi sembrava. A dire il vero, mi sembrava proprio la voce della maestra di Storia. Mi affacciai sulla soglia della caverna. Tammi era sempre con me. All’improvviso mi era venuta nostalgia di casa, della mia famiglia, perfino nostalgia dei compiti e della scuola. Mi guardai attorno e subito mi venne un’idea. Salii in groppa a Occhiolungo e lo incitai a partire, mentre piangevo. Le lacrime mi bagnavano il viso e non riuscivo a far finta di niente. Tammi stava diventando un puntino laggiù, nella radura. Non avevo avuto il coraggio di dirle addio. Avevo lasciato i semi e i miei bastoncini di fuoco per disegnare nella caverna. Volavo. Volavo sempre più in alto, sempre più lontana da quel mondo del passato. Mi tenevo aggrappata alle piume di Occhiolungo.

All’improvviso, mi voltai e vidi Piumesgargianti e Beccogiallo che ci stavano inseguendo. Tammi e Gromm avevano consegnato ai due pennuti un braccialetto di fiori rosa e una conchiglia per ascoltare, ancora una volta, il mare. Entrammo in un bosco fitto fitto, di abeti, larici, muschi e felci.

Occhiolungo mi posò delicatamente su una foglia e scomparve.

– Ark, Ark… ma dove sei finita?

– Eccomi, maestra, ho fatto un salto nella Storia!

Mi chiamo Arkè, per gli amici Ark.

244 C’è UN TEMPO DA VIVERE… ²l’estate
IL TEMPO DEL RACCONTO

Ricordi tutti i capitoli della storia di Ark?

Racconta che cosa ti ricordi, poi dai una tua valutazione.

mi ricordo questo capitolo Sì NO

È stato un testo... WOW

È stato un testo... NI

È stato un testo... NO

ARK, storie dAll’arkeomondo p. 6

alle origini del mondo p. 28

senza tempo p. 58

quando sono nata p. 64

ARK NELLA FORESTA p. 84

La prima neve p. 1o8

Io e il mammut p. 122

Sulle tracce dell’uomo p. 15o

Semi p. 172

Nuovi amici per ark p. 178

Quante scoperte! p. 2oo

Il grande libro p. 222 del mondo

Un salto all’indietro... p. 244

il ritorno

245

IL BALLO DELL’ESTATE

Al mattino presto ballano a volte, le stagioni. Autunno l’ho visto ballare canzoni di vento e colori. Su note di luce e ombre di carta sa ballare inverno da solo. Spartiti di odori e brevi risate ha scelto, per sé, Primavera. Ma l’Estate, l’estate ecco è già qui. Sulla pelle la sento ballare.

Giusi Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori

ESTATE

E viene il tempo degli alberi

alti nel cielo azzurro.

Viene il tempo dei fiori alti nell’erba verde.

E il cielo acchiappa le nuvole bianche come vele.

Elisabeth Borchers, Gira il tempo, gira il sole, Emme Edizioni

FILASTROCCA

DEL MARE

Mare di onde, mare di mare

se tu mi culli sto qui ad abitare.

Mare di cielo, mare di sabbia

se tu mi abbracci mi passa la rabbia.

Mare di sole, mare di fuoco

se tu mi scaldi sto qui ancora un poco.

Mare di aria, mare di vento

se tu mi parli sono contento.

246 poeta poetessa ApprendistA

il poeta o la poetessa. Trova alcune rime delle seguenti parole.

mare

sabbia vento fuoco

cielo

onda 247

²l’estate UN’AVVENTURA SULL’ISOLA

L’isola aveva pressappoco la forma di una barca. La parte dove si trovavano quando erano naufragati era come una gobba, dietro la quale le rocce scendevano confusamente alla spiaggia. Sui due fianchi, le pareti di roccia, le cime degli alberi e un pendio ripido; ma davanti un pendio più dolce, ricoperto di alberi, con chiazze rosa; e poi la pianura invasa dalla giungla, di un verde cupo che finiva in una coda rosea. Laggiù dove l’isola finiva nell’acqua c’era un’altra isola: una roccia, quasi staccata, dritta come un forte, che fronteggiava i ragazzi al di là del verde, come un minaccioso bastione rossiccio. I ragazzi esaminarono tutto ciò, poi guardarono il mare. Erano in alto, e nessun miraggio ingannava la vista.

– Quella è una scogliera. Una scogliera di corallo.

La scogliera circondava quasi tutta l’isola. Sembrava uno scarabocchio fatto nel mare da un gigante che avesse voluto ricalcare la forma dell’isola con un tratto continuo di gesso, ma si fosse stancato prima di finire. All’interno l’acqua era azzurro chiaro come la coda di un pavone, e vi si vedevano le rocce e le alghe come in un acquario; al di fuori il mare era di un blu scuro.

William Golding, Il signore delle mosche, Mondadori

ApprendistA

scrittore scrittrice

Su un foglio bianco, disegna la mappa dell’isola e inventa i nomi dei luoghi citati.

Il mare intorno all’isola era come un acquario… Sdraiati a terra, metti i palmi delle mani sotto i glutei, inarca la schiena e appoggia la nuca al centro. Il tuo sguardo è rivolto al cielo.

Estate è… immaginare
TRA CIELO E TERRA... IL tempo DELLO yoga
248

MOLTO POCO

Il nome dell’elefantino era Gulliver, ma tutti lo chiamavano

Molto. La mamma lo aveva chiamato così perché quando era nato si era messo a fissare il fiume come un esploratore. Ma non sembrava un esploratore, sembrava strano. Se correva, correva molto sghembo.

Se era felice, era molto felice, e cercava di abbracciare tutti. Se rideva, rideva molto forte e tutti ridevano. Se si arrabbiava, si arrabbiava molto.

– Non sa quel che fa – diceva la mamma. – Non ce la farebbe da solo, senza di noi.

– Lo sappiamo – rispose il capobranco, – ma molto spesso diventa troppo. E questo è un problema.

Da quel giorno l’elefantino si chiamò Molto, l’elefantino strano.

Una notte Molto si immerse nel fiume e la corrente lo portò via.

Molto rideva di gusto, andava veloce ed era felice, senza paura.

Il fiume lo depositò in un villaggio e una bambina gli andò incontro. Correva molto sghemba e finì a gambe all’aria.

Molto l’abbracciò ridendo. Tra molti ci si riconosce subito.

Molto diventò amico della bambina, che si chiamava Poco, perché gli abitanti del villaggio pensavano che, per la sua età, sapesse fare poco.

Molto e Poco facevano un sacco di cose insieme.

Molto insegnò a Poco cose che nessun elefante al mondo sapeva.

Poco insegnò a Molto cose che nessun bambino al mondo sapeva.

Il branco, intanto, si era messo in viaggio per cercare Molto

Il branco senza Molto si era scoperto poco.

Sabina Colloredo, Molto non è poco, Carthusia

Ognuno di noi ha il suo posto nel mondo, a casa, a scuola, nel gioco.

Secondo te, che cosa vuol dire “avere un posto nel mondo”?

Confrontati con i compagni e le compagne.

IL TEMPO DEL CUORE
249 una storia da ascoltare

ARK… UNA BAMBINA CON L’APPARECCHIO

Pensate che io sappia volare? Magari voli acrobatici? Ebbene no, ho l’apparecchio ai denti. Quando l’ho messo, non volevo più andare a scuola, mi sentivo diversa e brutta; temevo già le risatine e gli sguardi di Lucas e Andrea. Poi la maestra ha letto una storia e…

Le righe della zebra

C’era una zebra che si vergognava moltissimo delle sue righe nere: avrebbe preferito essere un cavallo. Un giorno vide passare un cavallo con il suo manto lucente e allora si mise a piangere per un giorno e una notte. La zebra era molto triste e così si mise a chiacchierare per la prima volta con i suoi vicini. Scoprì che la giraffa si vergognava per via del collo troppo lungo, che l’aquila invidiava la voce dell’usignolo, che il leopardo passava le giornate a leccarsi le macchie della pelliccia sperando di cancellarle, che i serpenti erano pieni di complessi perché non avevano le gambe, che l’elefante si vergognava di avere la coda al posto del naso. La zebra allora…

Secondo te, come continua questa storia? Prova a scrivere il finale.

250 EDUCAZIONE CIVICA
L. Malerba, Storiette e storiette tascabili adatt., Einaudi Ragazzi

ApprendistA cittadina

Leggi il tuo finale e ascolta quello che hanno scritto i compagni e le compagne.

Quali riflessioni puoi scrivere dopo la discussione?

Ark e i diritti

D come DIVERSITÀ

Ognuno/a di noi è differente dagli altri. Dobbiamo difendere e proteggere con cura tutto di noi stessi/e: le nostre caratteristiche fisiche, le nostre passioni, i nostri pensieri, le nostre emozioni…

Dobbiamo difendere il diritto di avere le nostre idee e di pensare con la nostra testa

Come ti senti nei tuoi panni? Cambieresti qualcosa di te? Che cosa?

U come UNICITÀ

Ognuno di noi è unico e speciale.

Ognuna di noi è unica e speciale. Che cosa ti rende unico/a e speciale? Racconta sul quaderno.

Filastrocca dei diversi da me

Tu non sei come me: tu sei diverso, ma non sentirti perso.

Anch’io sono diverso, siamo in due. Se metto le mie mani con le tue, certe cose so fare io, ed altre tu.

E messi insieme sappiamo far di più.

Tu non sei come me: son fortunato.

Davvero ti son grato.

Perché non siamo uguali: vuol dire che tutt’e due siamo speciali.

da Rima rimani, Salani

EDUCAZIONE CIVICA 251

EDUCAZIONE CIVICA

W LA SCUOLA | .

Come ogni mattina, Ark attende fuori dal cancello il suono della campanella; intanto chiacchiera con i compagni e le compagne. Ecco che la raggiungono anche Carlotta e Zara! Zara è arrivata dall’Iran con la sua famiglia l’anno scorso: ha imparato bene la lingua italiana e, a volte, ci insegna qualche parola in farsi. Nella nostra classe ci sono anche: Moustafa, egiziano; Fatima, tunisina; Ben, irlandese; Ludmilla detta Ludo, russa… Che bello!

Le cose che mi piacciono di Lee

Papà dice che per farmi passare la malinconia devo pensare alle cose che mi piacciono. La prima che mi viene in mente è Lee! È arrivata in classe con noi in terza. Ha imparato l’italiano in pochissimo tempo e conosce i nomi di tutti i fiori. Lista delle cose che mi piacciono di Lee:

• è un fenomeno in matematica;

• gioca senza litigare mai;

• corre fortissimo;

• non si offende mai;

• mangia benissimo con le bacchette.

P. Reggiani, Duccio e il mistero della musica telepatica adatt., Feltrinelli Kids

Da quale Paese potrebbe provenire Lee?

Da quale dato lo hai compreso? Sottolinealo nel testo.

ApprendistA cittadina

A come ACCOGLIENZA

Con quali parole possiamo dimostrare accoglienza? Scrivine almeno quattro.

Ti sei sentito/a accolto/a nella tua classe? Sì. No. Abbastanza.

252

ARK E… I COMPITI

A me piace fare i compiti e sono capace di organizzarmi: merenda, un giro al parchetto o un cartone animato, poi mi dedico allo studio…

Sibilla e i compiti

Io sono contro i compiti. Non mi va mai di farli, perché perdo tempo e non riesco a godermi i momenti dopo la scuola. Non li faccio. Il risultato è che a scuola prendo brutti voti, la mamma mi sgrida e il papà mi toglie il permesso di uscire a giocare. Però so dire quello che mi piace fare:

– disegnare e colorare, andare in bici, il mare, le canzoni allegre, i ricci nei capelli;

– il formaggio, il succo di fragola e la pizza-focaccia senza pomodoro.

Luisa Mattia, Sibilla nel cappello adatt., Biancoenero

Compiti sì… compiti no… Sei Ark o sei Sibilla? Perché? Racconta sul quaderno.

Ark e i diritti

I come ISTRUZIONE

L’obiettivo 4 dell’Agenda 2030

è garantire a tutti e a tutte il diritto alla scuola e all’istruzione.

L’educazione e l’istruzione sono diritti universali perché sono fondamentali per il genere umano.

Nel 2015 i Paesi della Terra hanno scritto un piano, chiamato Agenda 2030

In esso sono stati raccolti 17 Obiettivi ( goals ) da raggiungere entro il 2030 per salvaguardare il benessere del nostro Pianeta e di noi che lo abitiamo.

Si tratta di Obiettivi Globali, cioè riguardanti tutta l’umanità.

In classe, scoprite quali sono i 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

EDUCAZIONE CIVICA 253

EDUCAZIONE CIVICA

ARK E… I GIOCHI “DA FEMMINA”

Leggi i testi ed esprimi un tuo parere, confrontandoti con i compagni e le compagne.

Un gioco da femmine

La Barbie… Io ho detto che era un gioco da femmine e anche stupido. Lei mi ha detto che anche il calcio è un gioco stupido e da maschi, ma lei ci gioca lo stesso. Abbiamo litigato e, alla fine, ho preso Ken e l’ho gettato fuori dalla finestra: è finito in mezzo al parcheggio del condominio, dove è stato raccolto da Billo. Billo ha scambiato Ken per un osso, l’ha afferrato ed è andato a sotterrarlo da qualche parte. Stefania si è messa a urlare e poi mi è corsa dietro come una furia. Mi sono barricato in casa mia, ma poi ho capito di avere sbagliato e, per farmi perdonare, ho deciso di prendere a Stefania un Ken nuovo.

Stefania ha apprezzato il mio gesto…

E. Da Ros, Il giornalino Larry, Feltrinelli

Mamma giocava in porta

Ieri la mamma mi ha raccontato una storia che non conoscevo. Roba da matti! Lei da bambina giocava in porta, cioè veramente era un portiere, o una portiera? Ha detto che non è stato facile per lei diventarlo. Sua mamma (che è mia nonna) non voleva nemmeno che andasse al campetto. Secondo lei non era cosa da femmine.

Lei non si doveva sporcare i suoi vestiti belli e chiari, spesso rosa. E non si doveva rovinare le scarpe.

A. Sarfatti - B. Pumhosel, Palloni e pianeti, EDT Giralangolo

254

Ark e i diritti

P come PARITÀ

L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 riguarda il raggiungimento della parità di genere. Che cosa significa parità di genere?

Parità: avere lo stesso risultato quando partecipi a un gioco di squadra.

Parità di genere: dare le stesse possibilità e le stesse opportunità ai bambini e alle bambine, agli uomini e alle donne.

Ancora oggi, in diversi Paesi del Mondo, le bambine NON possono andare a scuola; le donne NON possono avere un lavoro dignitoso o pagato in modo equo, NON possono avere cure mediche, NON possono votare quando ci sono le elezioni…

ApprendistA cittadina

Anche a scuola si possono verificare situazioni che invitano a riflettere sulla parità di genere.

Osserva le situazioni disegnate ed esprimi un tuo parere, confrontandoti con i compagni e le compagne.

Possiamo giocare a calcio?

Che cosa farai da grande?

Il meccanico.

Possio giocare con voi?

Chiedo il permesso alla maestra e poi salgo sull’albero a prendere la palla.

EDUCAZIONE CIVICA 255
sei mica una femminuccia. Non sei capace. No!
Non

EDUCAZIONE CIVICA PAROLE DI PACE

Cara Marta, oggi a scuola abbiamo parlato di PACE. Abbiamo scoperto che tanti Paesi del Mondo sono in guerra e anche i bambini vengono addestrati all’uso delle armi. Invece in Italia siamo in pace dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. In questi giorni inviteremo il bisnonno di Irene a parlarci dei suoi ricordi di guerra. Ciao! Ark

P.S. Irene era il nome della dea della Pace presso i Greci.

Ark e i diritti

Ark e i diritti

P come PACE

L’obiettivo 16 dell’Agenda 2030 è quello di promuovere la pace nel Mondo, gli aiuti e l’eliminazione delle disparità tra il Nord e il Sud del Mondo.

Il 21 settembre di ogni anno si festeggia la Giornata Internazionale della Pace.

ApprendistA cittadina

Quali possono essere le parole e i gesti per fare pace quando si litiga?

Prova a riflettere con i compagni e le compagne su quali sono le situazioni nelle quali ci si può sentire in pace a scuola.

256

ApprendistA curiosa

Ricerca o chiedi aiuto ai compagni e alle compagne venuti da lontano come si dice PACE nelle altre lingue del mondo e scrivi sul quaderno. Sai quali sono i simboli della pace? Completa.

Il ramo di ulivo

Girotondo di pace

Girotondo per tutti i bambini, per quelli lontani e per quelli vicini, per quelli che sono nei Paesi di guerra e che voglion la pace in tutta la Terra.

Girotondo per noi bambini di questa scuola senza confini, dove tante mani di ogni colore si stringono con l’augurio di un mondo migliore.

dal web

EDUCAZIONE CIVICA 257
La c La b

LA SOLIDARIETÀ

Il ragazzo venuto da lontano

Il sabato pomeriggio era il giorno più brutto della settimana per il ragazzo venuto da lontano. Se ne stava fuori dal campo di calcio e seguiva il gioco con lo sguardo triste. Pensava al suo Paese, dove era il miglior portiere e i compagni lo chiamavano Ghazala, “Gazzella”. Perché lui era agile come una gazzella.

– Che ne pensi del mio gol? – gli chiese un giorno Condi, l’attaccante della quinta C.

– A me non l’avresti segnato – rispose Ghazala timidamente.

– Domani pomeriggio vieni al campo, ti farò vedere io come si segna!

Il giorno dopo, lo aspettava tutta la quinta C. Ghazala si mise in porta e si sentì felice: sapeva che Condi non avrebbe segnato. Non segnò e la partita finì zero a zero.

– Sei molto bravo e salti come un gatto.

E così, per i ragazzi della quinta C, Ghazala diventò “Gatto”.

– Gatto, giocherai in porta – decise Stefano, il capitano. – Abbiamo bisogno di un bravo portiere!

Il ragazzo venuto da lontano si sentì come si sentiva al suo Paese dopo una partita vinta con i compagni.

L. Macchiavelli, Partita con il ladro, Edizioni Sonda

Perché il ragazzo venuto da lontano si è sentito, alla fine, come al suo Paese?

Quale bambino dà una mano al ragazzo venuto da lontano? In che modo?

Il 21 gennaio è la Giornata dell’Abbraccio.

Regala un abbraccio a un bambino o a una bambina venuto/a da lontano come Ghazala.

258 EDUCAZIONE CIVICA

ApprendistA curiosa

Tanti Paesi nel Mondo sono ancora in situazione di assoluta povertà. Osserva il planisfero, cioè la carta del Mondo, e discuti in classe. L’arancione scuro indica i Paesi più ricchi; le successive gradazioni indicano via via i Paesi meno ricchi fino ai più poveri.

In un Paese povero ci potrebbero essere anche altre problematiche: i bambini e le bambine non vanno a scuola, ci sono malattie e guerre… Continua in classe insieme ai compagni e alle compagne.

Ark e i diritti

S come SOLIDARIETÀ

Essere solidali significa condividere ciò che abbiamo con chi è in difficoltà oppure capire chi sta vivendo un momento difficile e cercare di dare il nostro aiuto.

L’obiettivo 1 dell’Agenda 2030

vuole porre fine alla povertà

nel Mondo, attraverso l’aiuto e la solidarietà verso i Paesi ancora

in via di sviluppo, senza risorse o dove il clima non permette di avere cibo e acqua adeguati.

L’obiettivo 10

dell’Agenda 2030

vuole ridurre

le disuguaglianze

tra i Paesi ricchi e i Paesi molto poveri.

EDUCAZIONE CIVICA 259

PER COMUNICARE

Quando comunichiamo con gli altri dobbiamo utilizzare un linguaggio-ponte verso di loro.

Le parole ti raccontano

• Prendi tempo per pensare alle parole che vuoi dire o scrivere.

• Scegli parole per farti capire, per comprendere gli altri, per far capire agli altri che li hai compresi.

• Scegli parole gentili che abbracciano, che capiscono.

• Non offendere con le parole.

Le parole ti avvicinano agli altri

• Ascolta le idee, i pensieri e le parole degli altri.

• Se non la pensi come loro, non trasformarli in nemici.

• Una bella chiacchierata può avvicinare: confronta le tue idee con quelle degli altri e discutetene insieme.

Sei d’accordo con questi consigli? La pensi in modo diverso? Discutine in classe, poi trova e scrivi altre regole di comportamento.

260 EDUCAZIONE
CIVICA

A CASA MIA

In casa mia c’è sempre tanto rumore e tanta confusione. I gemelli catturano sempre l’attenzione di tutti. Anch’io collaboro a curare le due pesti, soprattutto quando è ora di cena e mamma e papà sono in cucina a preparare. La cena è il momento in cui ci si trova tutti insieme e ognuno racconta la sua giornata. Ma i gemelli strillano e allora… buonanotte!

Matilde

I genitori di Matilde possedevano una casetta graziosa. Il signor Dal Verme era un ometto con la faccia da topo e i denti che sporgevano sotto i baffi spelacchiati. Gli piaceva indossare giacche a quadri dai colori vistosi, e cravatte gialle o verdine. La signora Dal Verme era una donna grassa, con i capelli tinti in biondo platino, d’un castano grigiastro alle radici. Pesantemente truccata, aveva un fisico davvero infelice: sembrava che i suoi rotoli di grasso fossero stati legati con lo spago per non farli ruzzolare giù. Avevano un figlio di nome Michele che mangiava tutto il giorno burro di arachidi e patatine fritte e una figlia di nome Matilde che, a tre anni, aveva imparato a leggere da sola ed era appassionata di matematica; era golosa di fiocchi di mais.

Roald Dahl, Matilde, Salani

ApprendistA cittadina

La famiglia di Ark e la famiglia di Matilde sono due esempi diversi di persone che condividono la vita insieme. Infatti, la famiglia è stata la prima forma di aggregazione e di piccola comunità, dove i membri collaborano, seguono regole di comportamento e hanno degli obiettivi in comune.

Quali sono le regole principali nella tua famiglia? Racconta in classe.

EDUCAZIONE CIVICA 261

EDUCAZIONE CIVICA IO VOGLIO BENE ALLA NATURA

Mi piace passeggiare nei boschi, in montagna o nel parco della mia città. Nella natura posso osservare i cambiamenti delle stagioni, posso abbracciare gli alberi e fare lunghe corse. Anche tu?

Il bosco è dispiaciuto

Sulla strada del ritorno era tutto diverso dall’andata. C’era cattivo odore nell’aria.

Gli uccelli cantavano stonati, il ruscello scorreva più lentamente, l’erba sembrava meno fresca. Tutto il bosco era dispiaciuto, si vedeva anche se non diceva niente. Tornavo verso casa e pensavo alle cose che la maestra di scienze aveva spiegato e a tutte le cose che avevo imparato. Non posso far finta di niente, adesso queste cose le so. Allora mi fermavo, toccavo le cortecce ruvide dei tronchi, accarezzavo l’erba, mi bagnavo nel ruscello, ascoltavo gli uccelli. E gli uccelli lo sentivi che piangevano, si lamentavano e dicevano quello che gli uomini facevano alle piante, all’acqua e agli animali, quello che il bosco ogni giorno doveva sopportare. Io ascoltavo e capivo tutto e gli volevo bene, al bosco.

Antonio Ferrara, Sulla soglia del bosco adatt., Einaudi Ragazzi

Rispondi sul quaderno.

• Perché il bosco è dispiaciuto?

• Secondo te, quali sono “le cose” che gli uomini fanno alle piante?

• E all’acqua?

• E agli animali?

262

Ark e i diritti

P come PROTEZIONE

Proteggere significa prendersi cura, avere attenzione nei confronti di qualcosa o di qualcuno.

L’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 vuole proteggere gli ecosistemi del nostro Pianeta.

ApprendistA

curiosa cittadina

ApprendistA

Che cos’è un ecosistema?

La natura ha leggi precise e gli esseri viventi vivono in armonia. In un ambiente come il bosco convivono diversi animali e vegetali che sono in relazione tra loro. Questa fitta rete di relazioni si chiama ecosistema

Se vai in un bosco, in un parco, in montagna o in riva al mare, e vuoi tenere un atteggiamento responsabile, devi… Rifletti e completa con le seguenti parole.

merenda • zaino • meduse • rifiuti • borraccia • torrenti • funghi • scarpe • ombrello • abbigliamento • fiori • stelle • animali

1 Avere un comodo e adatte all’ambiente.

2 Avere lo con un per quando piove, una con acqua fresca e una per quando hai fame.

3 Non calpestare e non raccogliere i , i o erbe particolari; cammina rispettando l’ambiente.

4 Non entrare nei ruscelli o nei : può essere pericoloso!

5 Non disturbare gli al pascolo o gli animali selvatici. Al mare non catturare i granchi, le o le marine.

6 Se fai merenda, riponi i nello zaino o in un cestino o in un contenitore adatto.

EDUCAZIONE CIVICA 263
Il 21 novembre è la Giornata degli Alberi.

SE FOSSI GRANDE…

Che bello se fossi grande

I grandi fanno sempre quello che vogliono, i bambini invece devono fare quello che vogliono i grandi.

I grandi dicono sempre ai bambini: – Mettiti il golfino! Lavati le mani! Non mangiarti le unghie! Metti a posto i tuoi giocattoli! Alzati che è tardi! È ora di andare a scuola!

Se io fossi grande, non starei seduto sulla sedia, ma starei in ginocchio. Per strada camminerei all’indietro, accarezzerei tutti i gatti randagi, fischierei fortissimo. Terrei a casa mia una giraffa vera e la farei dormire nel mio letto. Che bellezza se fossi grande! Potrei fare tutto quello che voglio.

E. Janikovszky, Se io fossi grande, Bompiani

Se tu fossi grande, che cosa vorresti fare?

Che cosa NON ti piace di ciò che fanno di solito i grandi?

Che cosa NON ti piace di ciò che dicono di solito i grandi?

264
EDUCAZIONE CIVICA

Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio

Consulenza didattica: Luciana Ventriglia, formatrice AID, specialista in pedagogia clinica

Supervisione scientifica: Lorenzo Castelli, psicoterapeuta e psicologo scolastico

Coordinamento redazionale: Nicoletta Baldini

Redazione: Nicoletta Baldini, Camilla Di Majo

Responsabile di produzione: Francesco Capitano

Progetto grafico e impaginazione: A come Ape di Alessia Zucchi

Illustrazioni: Chiara Galletti, Mauro Sacco ed Elisa Vallarino, Alessia Zucchi

Copertina: Fabrizio Filipponi, Carmen Fragnelli

Ricerca iconografica: Nicoletta Baldini

Referenze iconografiche: Shutterstock

Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division

Loreto – Trevi 23.83.182.0

Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e non volute omissioni o errori di attribuzione.

È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questa pubblicazione, così come la trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo, senza l’autorizzazione della Casa Editrice.

Produrre un testo scolastico comporta diversi e ripetuti controlli a ogni livello, soprattutto relativamente alla correttezza dei contenuti. Ciononostante, a pubblicazione avvenuta, è possibile che errori, refusi, imprecisioni permangano. Ce ne scusiamo fin da ora e vi saremo grati se vorrete segnalarceli al seguente indirizzo: redazione@elionline.com

Tutti i diritti riservati

© 2023 La Spiga, Gruppo Editoriale ELi info@gruppoeli.it

EquiLibri • Progetto Parità è un percorso intrapreso dal Gruppo Editoriale ELi, in collaborazione con l’Università di Macerata, per promuovere una cultura delle pari opportunità rispettosa delle differenze di genere, della multiculturalità e dell’inclusione.

Si tratta di un progetto complesso e in continuo divenire, per questo ringraziamo anticipatamente il corpo docente e coloro che vorranno contribuire con i loro suggerimenti al fine di rendere i nostri testi liberi da pregiudizi e sempre più adeguati alla realtà.

2 Classe

• Lettura e scrittura

• Riflessione linguistica

• Matematica

• Scienze, Geografia, Storia, STEAM

ISBN per l’adozione:

978-88-468-4354-8

3 Classe

• Lettura e scrittura

• Riflessione linguistica

• Matematica

• Storia, Geografia, Scienze, STEAM

ISBN per l’adozione:

978-88-468-4355-5

#altuofianco

KIT DOCENTE comprensivo di guida alla programmazione, percorsi semplificati e tutto il necessario per il corso

LIBRO DIGITALE (scaricalo subito seguendo le istruzioni all’interno della copertina): volumi sfogliabili, esercizi interattivi, audiolibri, tracce audio, canzoni, libro liquido, video tutorial matematica e discipline, percorsi semplificati stampabili

Benvenute e benvenuti al , un allegro ambiente di apprendimento interattivo che offre tanti oggetti digitali didattici sotto forma di gioco o attività.

Bambine e bambini si divertiranno ad aiutare chef Alfredo: prepareranno insieme a lui tante “ricette” divertenti, organizzeranno feste a tema, allestiranno grandi eventi per tutte le discipline scolastiche, nelle sale o all’aperto! Potranno così rinforzare le abilità e verificare le competenze nelle varie materie attraverso le diverse prove proposte in cucina, facendo ogni volta attenzione al guastafeste Splat, sempre in agguato!

www.gruppoeli.it Allegato a SOTTOSOPRA 3 Non vendibile separatamente

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INVENZIONI

1min
page 218

LA LINGUA DEI SEGNI (LIS)

1min
page 217

UN LIBRO DA TOCCARE

1min
page 216

LA MACCHINA DEL TEMPO

1min
pages 214-215

IN ACQUA SI NUOTA

1min
pages 212-213

LA CANOA

1min
page 211

LA GROTTA DEGLI ANIMALI DANZANTI

1min
page 210

L’ARCHETTO PER IL FUOCO

1min
pages 208-209

POKONASO E IL FUOCO

1min
page 207

GRUMP E LA SCOPERTA

1min
page 206

QUANDO SONO NATO… LE SCOPERTE

1min
pages 204-205

QUANTE SCOPERTE

1min
pages 202-203

ALLA RICERCA DEGLI ANTENATI

1min
page 201

NASO LUNGO

1min
page 200

LA TUA BIOGRAFIA

1min
page 199

ROALD AMUNDSEN

1min
page 197

MARIA REICHE

1min
page 196

AVVENTURE PREISTORICHE: UNA FESTA A SORPRESA

2min
pages 192-195

ÖTZI

1min
pages 190-191

L’UOMO DI NEANDERTHAL

1min
page 189

LE IMPRONTE DI LAETOLI

1min
page 188

UN GIORNO DI PIOGGIA

1min
pages 186-187

LUCY, L’AUSTRALOPITECO

1min
pages 184-185

UNA GRANDE SCOPERTA

1min
pages 182-183

NEL MONDO DI FERDINAND HODLER

1min
pages 179-181

NEL MONDO DI KEITH HARING

2min
pages 173-178

ELLIOTT E L’AMICO EXTRATERRESTRE

1min
page 172

CARO AMICO, CARA AMICA, RISPONDO…

1min
pages 169, 171

CARO GABRIELE…

1min
page 167

MAPPA DEL RIASSUNTO

1min
pages 164-166

BENVENUTA PETRA

1min
page 163

IL MONDO IN UNA STANZA

1min
page 162

LA TORRE DI BABELE

1min
page 159

I COLORI DEGLI UOMINI

1min
page 158

LE UOVA DELLA TARTARUGA

2min
pages 155-157

L’ORIGINE DELL’ESSERE UMANO

1min
page 154

SULLE TRACCE DELL’UOMO

1min
pages 152-153

IL PICCOLO PRINCIPE E LA VOLPE

1min
pages 150-152

ERIFICA

1min
pages 148-149

MAPPA DEL TESTO

1min
page 146

LA COLOMBA E LA FORMICA

1min
pages 144-145

LA VOLPE E IL CACCIATORE

1min
pages 142-143

LE LEPRI E LE RANOCCHIE

1min
page 141

MAPPA DEL TESTO DESCRITTIVO

1min
pages 138-140

MAGHI A CACCIA DI DRAGHI

1min
page 136

L’ELEFANTE

1min
pages 134-135

UN BRONTOSAURO PER AMICO

3min
pages 129-133

NAPI E L’ORIGINE DEGLI ANIMALI

1min
page 128

NELLA MIA CITTÀ C’È UN MUSEO?

1min
page 127

LA TERRA DOVE C’ERA IL MARE

1min
page 126

MAPPA DEL TESTO

2min
pages 122-125

I BISCOTTI DI NATALE

1min
page 121

UN GIORNO SPECIALE

1min
page 119

CARO PIERRE

1min
page 118

IL BAMBINO DI LEGNO

1min
page 117

NEVE NEVE, DOVE SEI?

1min
pages 115-116

IL BAMBINO DI CRO-MAGNON

1min
pages 113-114

FILO E LA NEVE

1min
page 112

LA BAMBINA CHE NON

3min
pages 108-111

IL CAVALLINO E IL FIUME

1min
page 104

SONO IL LUPO

1min
page 103

IL LUPO RACCONTA

1min
page 102

BIANCANEVE BELLA SVEGLIA

1min
page 101

BIANCANEVE È PARTITA

1min
page 100

LA REGINA DISTRATTA

2min
pages 97-99

IL LUPO E I SETTE CAPRETTI

1min
page 96

MAPPA DEL TESTO

1min
page 94

LA PIOGGIA DI STELLE

2min
pages 91-92

LA PRINCIPESSA NELLA TORRE

1min
page 90

C ’È UN TEMPO PER RACCONTARE… LE FIABE ARK NELLA FORESTA

1min
pages 86-87

IO SONO QUI

1min
page 85

ERIFICA UNIK

1min
pages 84-85

L’UBUBÒ

1min
pages 82-83

IL CUCCIOLO

1min
pages 80-81

TERZO PROBLEMA: LA NONNA

1min
pages 78-79

LORENZO E IL NONNO

1min
page 77

A CACCIA DI LISY

1min
page 76

UNA FAMIGLIA SULLA LUNA

1min
page 75

MAPPA DEL TESTO DESCRITTIVO

2min
pages 72-74

LA MIA COMPAGNA DI BANCO

1min
pages 70-71

CHE FATICA DIVENTARE GRANDI

1min
page 69

QUANDO SONO NATO

1min
page 68

NEL MONDO DI HENRY ROUSSEAU

2min
pages 64-67

AUTUNNO

1min
pages 61-63

SENZA TEMPO

1min
page 60

NEL MONDO DI HENRI MATISSE

1min
pages 58-59

ERIFICA

2min
pages 54-55

PANGU, IL CREATORE

1min
pages 52-53

UNA STRADA DI STELLE

1min
pages 50-51

COME NACQUERO LE STELLE

1min
pages 48-50

MAPPA DEL TESTO

1min
page 47

IL SOLE E LA LUNA

1min
page 46

PERCHÉ IL SOLE È IN CIELO

1min
page 45

COME NACQUE IL MARE

1min
page 44

ERIFICA WOW, CHE SCOPERTA

1min
pages 42-43

CONSIGLI PER IMPARARE A STUDIARE

1min
pages 40-41

DOV’È NATA LA VITA?

1min
pages 38-39

LA NASCITA DELLA LUNA

1min
page 37

IL BIG BANG

1min
pages 34-35

NEL BOSCO DEI LARICI

1min
pages 31-33

ALLE ORIGINI DEL MONDO

1min
page 30

LE CASE SOTTO LA QUERCIA

1min
page 29

LE TRECCINE DI MALAIKA

1min
pages 24-25

MI CHIAMO CARLOROBERTO

1min
page 23

OPERAZIONE BAGNO

2min
pages 20-22

LEO IL SOGNATORE

1min
pages 18-19

INIZIA COSÌ… FINISCE COSÌ… E DENTRO C’È…

1min
page 17

MAPPA DEL TESTO NARRATIVO REALISTICO

1min
page 16

Tutti al cinema: vado a scuola

1min
pages 13-14

LA BAMBINA CHE NON VOLEVA ANDARE A SCUOLA

1min
page 12

LA MAESTRA GRANGER

1min
page 11

LA MAESTRA MARGHERITA

1min
page 10

CRESCERE INSIEME, A SCUOLA!

1min
pages 8-9
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