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NEL MONDO DI HENRY ROUSSEAU

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INVENZIONI

INVENZIONI

CHI SEI?

Mi chiamo Henry e sono nato a Laval, in Francia. Ho iniziato a dipingere a 49 anni. Ho scoperto che mi piaceva tenere il pennello in mano, con una tavolozza di colori naturali, come quelli della terra, degli alberi, dei fiumi e dei mari.

Amavo viaggiare e sono arrivato fino in Messico. Nei miei quadri ho ritratto persone, paesaggi, alberi e tanti fiori.

Mi piaceva osservare le cose minuscole e i miei ritratti sono ricchi di particolari. Ho sempre guardato il mondo con gli occhi e il cuore di un bambino.

Osserva il quadro e rispondi.

• Quali sono i colori dominanti?

• Che cosa osservi in primo piano?

• Che cosa osservi in secondo piano?

Scegli tre aggettivi per raccontare questa opera d’arte.

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Nel giardino della scuola, al parco o in un bosco, raccogli un po’ di foglie di diverse dimensioni e colori. Cerca di avere due foglie dello stesso tipo. In classe, scegli le foglie uguali. Prendi un foglio colorato e incolla le foglie a coppie, come se fossero farfalle. Disegna il corpo e… falle volare!

Magici Incontri

Nelle sere d’estate, si sa, avvengono spesso magici incontri, proprio come quello narrato qui: lei è una bambina, bella come il sole, ricca di parole, lui un vecchio albero con un fortissimo desiderio di volare.

C’era su una collina un albero antico pieno di nodi, di formiche e disegni.

L’albero era bellissimo e triste. Sognava da sempre di volare ma le radici lo tenevano stretto in un abbraccio perenne con la terra su cui tanti anni prima la cornacchia aveva lasciato cadere un seme secco. Che cosa avrebbe fatto per tornare indietro!

Sognava di convincere la cornacchia a trattenere nel becco il seme ancora e ancora fino a raggiungere il mare e lì sognava di farlo cadere per rendere infinita la libertà che anelava di possedere.

Sperava che un giorno quel vento freddo e poi caldo e poi ancora freddo, nel corso delle tante stagioni, potesse staccarlo dalla collina e trascinarlo via sopra una nuvola lieve come zucchero filato.

Era certo che da lassù il mondo gli sarebbe parso diverso, più bello e molto più vario. Una sera d’estate giunse ai suoi piedi una bambina.

Bella era, come il sole. I capelli sottili di grano avevano molte vie da prendere per formare i riccioli lievi e luccicanti mentre due grandissimi occhi nocciola brillavano di una luce furba e amorosa verso tutto.

Quando Sono Nata

Il tempo muta improvvisamente e una pioggia sottile bagna la terra. Nascono funghi dai muschi e dall’erba. Cappelli marroni, rossi, punteggiati di bianco che sembrano ombrelloni. Salto da un fungo all’altro e mi riparo dalla pioggia. Una danza. Se mi vedesse la mamma!

Una pozzanghera, un’altra, un’altra ancora, un piccolo lago da attraversare. Ma come? Mi viene in aiuto una foglia di loto: mi siedo e galleggio fino all’altra parte di questo nuovo mondo.

Galleggiare sulla foglia di loto mi ricorda le belle sensazioni di quando galleggiavo nella pancia della mamma. Ritorno indietro nel tempo e sento delle voci…

Mi chiamo Arkè, per gli amici Ark. Quando ero ancora nella pancia della mamma, sentivo i miei genitori discutere: Aria, Asia, Alba, Aurora… erano tutti nomi legati alla Terra, al Cielo e al Sole. Spesso i miei genitori organizzavano dei picnic e invitavano le zie, i nonni, le amiche e gli amici e la questione era sempre la stessa: il mio nome!

Finalmente eccomi: sono venuta al mondo in un giorno qualsiasi, in una città come tante, con un tempo né bello né brutto. Ma non ero una bimba come tante, ero la prima figlia per mamma e papà. Ed ecco che nel trambusto della mia nascita riemergono gli studi di mamma: – Arkè, la chiameremo Arkè! Significa “origine”, un nome importante per una bimba speciale.

E così io mi chiamo Arkè, per gli amici Ark.

Il fiore del loto nasce nel fango degli stagni e delle paludi, ma mantiene la sua bellezza e cattura, ogni giorno e ogni notte, la bellezza del mondo che lo circonda. Prova a metterti nella posizione yoga del LOTO e, in silenzio, pensa alla bellezza che è intorno a te.

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