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QUANTE SCOPERTE
La vita nel villaggio scorreva tranquilla, senza imprevisti. Tammi, la bambina che mi aveva dato la sua amicizia, mi guardava sempre incuriosita. Con Tammi andavamo di corsa fino al mare, a contemplare i pesci, a lanciare i sassi a rimpiattino e a raccogliere conchiglie. Tammi era abile a scovare i granchi tra gli scogli e a catturare i pesci con le mani. Non si capacitava che io sapessi parlare, che conoscessi tanti giochi, che non vivessi in una grotta o in una capanna, che avessi i libri e che il mio animale preferito fosse un piccolo gatto.
Le raccontavo che, quando era buio, accendevo la luce; le parlavo delle automobili, del tram e degli aerei, enormi uccelli di acciaio che sfrecciavano nei nostri cieli. Disegnavo le forme delle cose sulla sabbia e sulla terra e cercavo di farle capire che noi umani viviamo guardando il telefono o l’orologio, che per ogni cosa che devi fare c’è un tempo preciso.
Anche Tammi era una bambina senza storia e senza tempo.
Non aveva un compleanno e non era mai stata in un centro commerciale. Però conosceva tante cose del cielo, degli alberi, dei fiumi e sapeva cogliere le bacche buone da mangiare.
Un giorno Gromm, suo fratello, era tornato di corsa con un ramoscello secco acceso. La tribù era sbalordita e tutti, intimoriti, si erano allontanati da Gromm. Allora io mi sono avvicinata e ho messo le mani intorno al fuoco. Ho chiamato Tammi e le ho chiesto di fare la stessa cosa. Il fuoco ci scaldava e faceva luce.
– F - U - O - C - O, si chiama FUOCO
Per la tribù è stata una grande scoperta. Io diventai amica anche di Gromm, che si dava arie da cacciatore e mi snobbava sempre.
Chi vorresti essere?
Ark, Tammi o Gromm? Racconta.