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LA TORRE DI BABELE
Un giorno gli uomini guardarono il cielo. Videro le nuvole che passavano e gli uccellini che volavano: solo gli uomini non arrivavano fin là.
– Come facciamo ad arrivare al cielo? – si chiesero allora. Uno che la sapeva lunga disse: – Costruiamo una grande torre con la punta dentro il cielo, più alta che si può. E costruirono finché la torre non arrivò alle nuvole. Non si videro più gli uccelli e le nuvole erano ormai tutte sotto. In cielo, gli angeli videro la torre sempre più alta e sempre più vicina.
– Ohi, ohi! – disse un angelo. – Finisce che qualcuno di noi, la notte, in questa torre prima o poi ci inciampa.
– Il cielo non è mica un posto per gli uomini. Gli uomini debbono vivere sulla terra.
– Allora che si fa? – chiesero gli angeli a Dio.
Dio lanciò un’occhiata.
– Bisogna distruggere la torre – gridarono gli angeli.
– Bisogna uccidere tutti gli uomini.
– Non c’è bisogno né di distruggere né di uccidere –disse Dio. – Esistono modi più delicati.
Poi sorrise e proseguì: – Ci limiteremo a confonderli. Non si capiranno più l’uno con l’altro.
Dio alzò il braccio e la gente cominciò a parlare lingue diverse: alcuni si misero a parlare in ebraico, altri in ungherese, in arabo, in russo, in cinese… Fu così che gli uomini cominciarono ad arrabbiarsi, a litigare e a non capirsi più!
Meir Shalev, Un serpente, un diluvio e due arche, Frassinelli