25. La produzione
Toronto, 9 marzo 1922. Collip ascoltava il suono della pioggia che si riversava dalle grondaie rotte sull’asfalto e che schizzava sulle fila di pattumiere nella strada sottostante. Il fragore di un tuono si dipanava nell’aria, portando con se un altro rovescio improvviso, un’ulteriore cascata d’acqua che rimbalzava sui gradini della scala antincendio e scorreva lungo i muri dell’edificio di fronte. Era mezzogiorno ma il cielo era grigio, l’aria gialla. E nell’aria aleggiava uno strano sapore metallico, di terra ma anche ultraterreno. Era un giorno qualunque, un mercoledì di marzo ed era venuto fuori un altro, inaspettato problema. Di colpo si stava per interrompere la produzione appena avviata dell’insulina canadese! I laboratori Connaugh avevano iniziato a supportare e finanziavano la produzione, e Bert Collip ricopriva il ruolo di direttore . Ma in realtà il lavoro non avveniva in una fabbrica adeguata. Era gestito completamente da Collip all’interno dell’Università il quale ricreava personalmente tutti i quantitativi di estratto. Quella mattina Collip tra la sorpresa generale aveva detto che non era più possibile fare l’insulina in quelle condizioni. Prima aveva comunicato che allo stato attuale non si poteva produrre in grande quantità. Poi affermava di non riuscire più a ripetere con successo e precisione le procedure di gennaio e febbraio. Non era pensabile di continuare con questa modalità troppo artigianale e farraginosa. Lentamente la tempesta era passata, dirigendosi verso sud, verso gli Stati Uniti. Bert aprì la finestra del Medical Building dove avveniva la produzione, che, come abbiamo detto, tutto era tranne che industriale, e puntellò il telaio con un mattone per far entrare un po’ di aria fresca. Sicuramente la situazione per Bert Collip era pesante: una vita ormai passata in laboratorio a produrre insulina, e la rottura violenta dei rapporti con quel pazzo di Banting… 123