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8. Il lancio della moneta
Toronto, maggio 1921. Best e Noble uscirono dalla stanza del Professore, e Best chiuse con deferenza la porta alle sue spalle. IlprofessorMacleodgliavevaappenacomunicatoilprogetto.Ed avevapresentato loro quel tipo occhialuto, dalla faccia affilata e la bocca sottile, un po’trasandato, e diciamolo, un po’sporco, con i capelli schiacciati dalla troppa brillantina, quel Banting. Quasi di corsa i due ragazzi percorsero il lungo corridoio, poi entrarono nella prima aula aperta, quella di chimica. Dovevanoparlare. «Se ci tieni posso farmi da parte. Per te questo ed altro» esordì Best chiudendo la porta. «Figurati, non lo farei mai di toglierti un lavoro. Dai, fallo tu» rilanciò Noble. «Ed io ti dovrei escludere da un’evenienza così interessante?» Evenienza di che? pensò Noble, che era un ragazzone con degli occhiintensi,unelegantenasoaquilino, capellicastani,unabocca carnosaepiccolidentibianchi,l’unicodifettosuquelvoltoerala pelle. Le guance, la fronte ed il mento erano disseminate di cicatrici lasciate dalla varicella. «Primabase,tilanciolapalla,vedidicorrereveloce.Afferral’occasione.» «Ehi, è inutile che fingi Clark. Non stiamo giocando a baseball nella nostra squadra a Georgetown.» Best ritenne fosse meglio a questo punto, parlare chiaro. «Senti. Qui uno di noi due va in vacanza. E l’altro passerà un’estate da incubo.» «IononnehovogliaCharley.Hoaltriprogettiperl’estate.Evoglio anche lavorare e guadagnare qualcosa.» «Figurati io. Voglio stare con Margaret.Tu invece non sei fidanzato…» «Quindi a maggior ragione… me la devo trovare la fidanzata.»
«Senti Clark, non possiamo litigare tra di noi. Facciamo così. Lanciamo in aria un dollaro. Chi vince va in vacanza, chi perde si sorbisce, il caldo, il puzzo dei cani operati e la compagnia di quello strano tipo.» «Ok, io voglio l’aquila. Lancia.» La monetina dopo un paio di giravolte ed equilibrismi andò giù e si fermò proprio dalla parte dell’aquila. «Uauhhh!!» urlò Noble. «Hai vinto Clark.Tocca a me ciucciarmi il killer dei cani!» Best assorbì il brutto colpo, recuperò l’aria da primo della classe chegliera ben congegnale, e riattraversò molto più lentamente di prima il corridoio, bussò timidamente, e comunicò a Macleod la loro decisione. «Professore, visto che tutti e due ci tenevamo moltissimo a fare questa esperienza abbiamo lanciatoun dollaro per deciderea chi toccava, e sono stato davvero fortunato. Ho vinto io.» ENoble,conunafacciadaschiaffi,facendocapolino,senzavergogna, aggiunse: «Professore, Best è sempre il più fortunato!» «L’ho già detto anche io.» Lo interruppe un po’innervosito Charley. «Su non te la prendere Clark, è la vita!» sentenziò dall’alto della suaesperienzaesaggezzailprofessore,alzandosieprendendosottobraccioil‘perdente’,cheafaticariuscivaatrattenerelerisate. Erafatta.Sarebbestato CharlesBestadaiutareBantingnellasua ricerca. E tra l’altro anche lui aveva combattutoin Europa durante la prima guerra mondiale, inviato in Inghilterra nel 1918, col grado di sergente di artiglieria.