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19. Marjorie

Toronto, novembre 1921. Quindiinautunnoenelseguenteinverno,deciserodiriprendereillavoro sempreconicani,nellasperanzadiottenererisultatiancorapiù soddisfacenti,tenendoanchecontodegliappuntifattidaMacleod. Ma i primi due cani operati perirono prestissimo per ulcera duodenale causata dall’intervento chirurgico. Gli esperimenti continuavano ad andare male, e molte responsabilitàerano da attribuire alla scarsa tecnica chirurgica di Banting, per nulla migliorata in quei mesi! In una notte dei primi giorni di novembre Fred si lanciò in una serie di congetture che lo portarono a pensare che l’estratto pancreaticofetaledeivitelli avrebbepotutorisolvereiproblemisulla reperibilità dell’ estratto pancreatico da purificare ed utilizzare. Rimediò il giorno dopo l’occorrente dai vitelli e lo inoculò nel cane numero 27. I risultati furono ottimi, non c’era rigetto. Iniziava una nuova fase. Sempre a novembre pubblicarono il primo lavoro scientifico e l’interesse del mondo accademico mondiale crebbe. Ci fu subito chi chiese di poter usare sull’uomo l’estratto. In particolareGeorgeAlecClowesdell’industria farmaceuticafondatadalcolonnello Ely Lilly di Indianapolis, un veterano della guerra d’indipendenza, iniziò a seguire con attenzione l’evoluzione degli esperimenti,intuendonel’importanza.Ediede subitoladisponibilità adiniziarelaproduzioneindustriale.Bruciandoitempiper arrivarevelocementeallacommercializzazioneedisponibilitàsu larga scala. Intantoilcanenumero27dopoiprimibuonirisultatimorì.Eloro si impegnarono sul cane numero 33, poi conosciuto col nome di Marjorie. Era il giorno 6 di dicembre. Ma già qualche giorno prima James Bertram Collip, per gli amici Bert, si era aggiunto stabilmenteal gruppo, iniziando a lavorare alla ulteriore puri-

ficazione dell’estratto. Banting era d’accordo sulla necessità di questa nuovacollaborazione,Bestno,perchési sentiva in parte spodestato, il chimico della coppia era lui!

Bussarono alla porta dell’ufficio di Banting. «Chi è?» «SonoBertCollip,volevodirtichesonoappenaarrivato,estodi là a lavorare.» «Ok. Perfetto. Benvenuto. Scusami, ma ho un attimo da fare, ci salutiamo bene dopo.» Collip chiuse la porta. Quasi subito dopo bussarono di nuovo e la porta venne aperta. «Si, avanti.Ah, sei tu Charley. Ma dov’eri finito?» Best aveva gli occhi puntati a terra come per il solito senso di colpa che Bantingconoscevabene,tipicodiognivoltaincuiBest aveva la coscienza sporca. «TiseiincontratoconCollip?Èdilà,vedisehabisognodiqualcosa.»Best salutòconlafacciacupa,biascicandoqualcosadiincomprensibile,eappese ilcappottoinguardarobaaccompagnando la porta con delicatezza fino a chiuderla. MalaportasiriaprìdinuovoquasisubitomentreFredstavatentando ancora una volta di concentrarsi. «Ciao Fred.» «Ci sei anche tu Maynard? Come mai qui a quest’ora?» «Ho accompagnato Noble, da oggi anche lui entra a far parte del nostro gruppo. È qui con una sua amica. Può entrare a presentarsi?» «No, dopo. Fate in modo che per la prossima ora nessuno mi disturbi.» Maynard chiuse la porta ma presto sentì parlottare a più voci e con un volume non basso come avrebbero dovuto. Oggi stanno esagerando, pensò Banting. Dopo meno di cinque minuti bussarono di nuovo. «Che c’è?» domandò bruscamente Banting. Nessuna risposta solo la ripetizione del bussare alla porta. «Ora basta.»

Aveva perso la pazienza, scattò in piedi e spalancò la porta. «Non vi avevo detto chiaro e tondo che non volevo…» Un botto improvviso. Un tappo da spumante sbatté contro la pareteconun suonometallicoefinìdaqualchepartetrailcestinoe la scrivania. Lo spumante traboccava, Best cercava di riempire con lacascatadiversicalici.Di fianco c’era una raggiante Maynard,edietrounpo’confusiNobleelasua amicaMarionedilato Collip.Attaccarono tutti a cantare happy birthday to you, un po’ stonati ma con molta partecipazione. In realtà Banting odiava questi siparietti, soprattutto per il compleanno,ma questavoltasicommosse.Isuoicolleghisieranoricordati cheil14novembre erailsuocompleanno.Edavevanoanchetrovato iltempodifargliunafesticciola,allafacciadiMacleod. Terminata la canzone Best si fece avanti con due calici pieni in mano. «Tanti auguri di buon compleanno» disse, porgendone uno a Fred. Banting lo prese e brindò con tutti e cinque, già muniti di calici. «Tanti auguri» cinguettava, facendo un inchino, Maynard. «Tanti auguri anche da noi» disse Noble sollevando il calice in contemporanea con Marion. Best fece in modo di non brindare con Collip. Proprio non sopportava il nuovo arrivato. «E tu Marion che ci fai qui?» FrederapiacevolmentecolpitodallasorpresadirivedereMarion, la ragazza della panchina sotto la pioggia. «SonoamicadiClarkeNoble,mitrovavoinzonael’hoaccompagnato per farti gli auguri.» MarioneFredfecerocincinguardandosiintensamentenegliocchi. Bevettero tutti,eraunabrodagliaappiccicosaedolcissima,dipessimaqualità,maFred non batté ciglio, non era il caso di lamentarsi, era l’intenzione quella che contava. «Sono ancora stupito. Ma come lo avete scoperto?» «Semplice… facendo delle ricerche.» «Abbiamo delle conoscenze all’ufficio del personale.» «Abbiamo pensato che avevi deciso di non dire niente per non offrirci da bere.»

«Ma con noi non la fai franca.» «Non ti salverai.» «Avrei dovuto immaginarlo» replicò con sguardo mortificato. «Nel frattempo però riceverai qualcosa da noi.» Maynard tirò fuori un pacchettino rosso ben infiocchettato e lo passò a Fred. «Da parte di tutti noi. Buon compleanno.»* Loscartòetrovòunaccendinodimetalloedunastuccioportasigarette. «Grazie, vedo che la voce che ho ripreso a fumare si è sparsa in fretta.» «Veramente noi neanche avevamo capito che avevi smesso.» «Comunque ti appoggiamo in tutto e per tutto.» «Quando fumi sei meno irascibile.» «Allora devi fumare ancora di più.» «Che ci fate ancora tutti qui?» «Ecco che riconosciamo il vecchio burbero Fred.» «Adesso andate! Ed un benvenuto ufficiale ai nuovi.» FredeMarionsilanciaronounosguardomentreleisiallontanava. Pocodoposiritrovòdinuovosedutoallascrivaniaallepresecon la progettualità. Si progrediva a fatica. Ma gli venne un’idea. Per la prima volta decise di usare l’alcool nella preparazione del loro estratto fetale di vitello. AvevalettocheeragiàstatousatodalberlineseZuelzer,edovevaesseresincero, glieloavevagiàconsigliatoinvanoneimesiprecedenti ancheMacleod.Eforse perunavoltanonavevatuttiitorti.

Comunque Banting e Best di fatto non amalgamarono alla loro equipe il nuovo arrivato e decisero di tentare autonomamente la sperimentazione sull’uomo.MentreColliplavoravapraticamente dasolo,iduediederoilloro estrattoaJoeGilchristchesieraauto soprannominatocon ironia, rabbit man. Gilchrist era un collega medico,excompagnodiclassediBanting,esuoex commilitone, che era diventato diabetico, ed aveva deciso di fare l’uomo

* Il 14 novembre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale del diabete, ed è stata scelta questa data proprio perché corrisponde alla data di nascita di Frederick Banting.

cavia. InrealtàanchelostessoBanting provòl’estratto ungiornosudise. Ma noncifunessunrisultatoincoraggianteedalloraentrambisospesero il tentativo. Invecesitrovavabenenell’equipel’altramatricola,ClarkNoble, quelloche avevalanciatola monetinaconBest,vincendo,ocon gli occhi del poi perdendo, il quale iniziò a lavorare in parallelo suiconiglicomealternativaad altrecavieperprocurarsil’estratto, ma anche per sviluppare un nuovo ramo dellaricercasul metabolismo del glicogeno.

PAUL LANGHERANS

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