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6. L’Isola che non c’è
London, Ontario, 31 ottobre 1920. Una sirena antinebbia suonava e gemeva non lontano, e Banting si svegliò di soprassalto. Era sudato, quellasirena gli sembrava quella della contraerea che gli dava tanta inquietudine quando stava al fronte. Si era svegliato di soprassalto, tutto sudato dopo esserestatosballottatodauninquietosogno che aveva seguito le lunghe ore di insonnia di una notte oscillante tra una realtà grottescaedegliincubifolliepaurosi.Ilricordodiquellanotteglirimarrà vivido nella memoria per moltissimi anni. Guardò l’orologio fluorescente: erano le due. Non sapeva come, ma in sogno gli era venuta un’idea. Probabilmente perchéprimadicrollareinqueisogniinquietistava leggendosudiunarivistamedicaunarticolosull’ormone‘Misterioso’, a Mysterious Something, del pancreas che regolava la secrezione del glucosio. Accese la luce e prese un appunto frettoloso: Legare i dotti pancreatici di un cane. Aspettare sei – otto settimane per la degenerazione. Prendere il residuo e farne un estratto, contro la glicosuria. Poispenselaluce,tornònelbuioeripreseadormire,ancoraagitato dai suoi fantasmi.
Anche il risveglio non era stato dei migliori. Da quando era rientrato in Canada, dal marzo del 1919, dopo la lungaconvalescenzainInghilterra,lecosenoneranoandatebene. Avevaripresol’attività di medico, avrebbe voluto fare il chirurgo, ed era desideroso di cominciare a guadagnare per potersi sposare con la fidanzata, Edith. Ma era rientrato in ritardo in patria, quando ormai i festeggiamenti per gli eroi di guerra erano finiti. Troppotardiperavernedeivantaggi,perchél’ondata diisteriasi eraplacata,nessunovolevapiùparlarediguerra,oaiutareireduci ad inserirsi nel lavoro.
Stava facendo la fame, aveva aperto un ambulatorioa London, unacittadina nellaprovinciadell’Ontario,unacittadinacolnome importante, ma solo il nome.Perilrestoc’eradifficoltàperfinoa trovare pazienti. Riempì una caraffa d’acqua, e bevve, aveva esagerato col whisky la sera prima. Un uccello, appollaiato da qualche parte sulla magnolia di fronte a casa, aveva iniziato a cantare. «Chediavolohaidacantare?»disseadaltavocecomesecifosse stato qualcuno ad ascoltarlo o se l’uccello potesse capirlo. Stava per alzarsi, con la testa che continuava a girare quando vide in terra quell’appunto che aveva preso durante la notte. Lo raccolse e lo rilesse. Legare i dotti pancreatici di un cane… Perché no, in fondo è una ottima idea, quell’estratto potrebbe diventare la cura per il diabete… «Achipossochiederedifarmifareunasperimentazione?»conclusesempre adaltavocefacendoladomandaalsuointerlocutore immaginario.