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38. L’epilogo, ancora un treno

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36. La prima notte

36. La prima notte

Toronto, novembre 1928 Macleod lasciò l’Università diTorontonel1928etornòacasacol titolodi regioprofessoredell’UniversitàdiAbeerdeen.Moltipen saronocheilritorno inScoziafossedacollegarsiaicontinuiconflitticon Banting ed alla tensione che si era creatanell’ambiente di lavoro, anche se poteva essere semplicemente una normale, anzi naturale, evoluzione di una carriera.

Entrato in stazione Macleod, alzò lo sguardo verso il tabellone che segnalava l’arrivo dei treni. «Maledizione !» Macleod appoggiò in terra le sue elegantissime valigie di cuoio. Ma non solo le valigie erano eleganti. Lui indossava un abito grigio a righe sottili verdepallido,unacravattadimagliaverdeoliva conunapiccolaspillad’oro, fazzolettinodataschinointinta,calzinidilanasempreverdeolivaescarpe oxford rosso scuro. Il soprabito invernale, per concludere, era marrone scuro. Anche i capellichesieranoingrigitiinpocomenodiunanno erano perfettamente intonati all’insieme. Impeccabile! «È in ritardo?» chiese l’amico Collip. «Più di un’ora, che noia.» «Già. Preferisci tornare a casa ad aspettare?» «No, non mi piacciono le partenze abortite.» «I biglietti intanto li vado a prendere.» «Ci penso io professore.» Il solerteassistenteClarkNobleandòdicorsaversolabiglietteria. «Facciamoquattropassi.Pensichesarannoalsicurolàlemievaligie?» «Certo.» «Quantosonodiverselestazionidiquirispettoaquelleeuropee.In Europanonresterebberolìneanchecinqueminuti.Leruberebbero

subito. Fumiamoci una sigaretta». «Torni a casa dopo aver realizzato un sogno.» «Sto diventando vecchio ed ho tanti rimpianti.» «Ed il sogno?» «Iproprisognièbeneviverligiornopergiorno,senzapensaredi averli realizzati.Altrimenti viene la sazietà. O il dolore che è peggio». «Secondo te, qual è il sogno di Banting?» «Un sogno con il sapore dell’incubo, spero.» Tornò Noble portando trionfante i biglietti del treno. «Professore, ecco i biglietti per lei e la sua signora.» «Grazie, Clark.» Collip lo vide scrollarsi i vestiti prima di salire in carrozza. «Cosa stai facendo?» Lui rispose: «Mi sto togliendo di dosso lo sporco di questa città.» Il treno sbuffante iniziava a muoversi. Macleod guardò fuori dal finestrino, ma il suo pensiero era altrove.

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