
7 minute read
41. Foreveryoung: i ragazzi del ‘22
Montreal e St.John, febbraio 1941. NellastazioneRailwaydiSt.Johniltrenononerapieno,troppo presto per il rientro dei pendolari e troppo tardi per quelli che erano andati a passare l’intera giornata in città, a Montreal. Anche Fred Banting aveva passato la seraprecedenteaMontreal dove si era visto ed aveva cenato insieme a Bert Collip col quale negli anni era nata una sincera amicizia basata sulla stima reciproca.PoiavevapresolamotonaveS.S.CaribuperTerranovaed oraera sultrenochecollegavalevariezonedelleisoleNewfoundland. Arrivò alla stazione di St. John, la capitale, provenendo dalla Patrick Street, accolto dallo strillone dei giornali che gli chiese : «Paper mister ?» La stazione era piena dei colori delle divise dei soldati, uniformi khaki dell’esercito, navy blue della marina, lighter blue dell’aeronautica. Divise che attraversavano colorando la stazione… per poi disperdersi e scomparire a bordo dei treni. Bantingtrovòpostonellacarrozzasalotto,l’unicachenonavevasolo gliscomodi sediliinlegno,maancheunrivestimentoinpelle,sisedettenelpostopiùvicino alcorridoio,ementreiltrenosiallontanava lentamentedallastazionenascoseil visotralemani,cercandodicontrollareilrespiro.Eraunamanovracheaveva imparatoafareperridurrelatensione,quandoeramoltostancoomoltonervoso. Iltreno guadagnavavelocità.Lacarrozzanonerapiena,sulfondo,vicinoal finestrinounadonnaridevaconeccessivoentusiasmoallebattutedel suocompagno,einvecedifrontealui,sulsedilecentraleunsignore dai capellibiondi lisci e fini era intento nella lettura di una rivista. Dalvicinovagoneristorantearrivavanorumoredistoviglieel’odore di minestra. La porta era coperta da una tendadipizzoperoffrireun po’diintimitàallecoppietteoachivolevariposare. Uscì nel corridoio per fumare una sigaretta.
IlmaggioreBantingdovevafareunaltroviaggioaLondra,unamissioneincollaborazioneconiservizisegreti,dopoquelladell’anno precedente,semprea Londra. L’aereo che lo avrebbe portato in Inghilterra lo aspettava nell’aeroporto delle isole Newfoundland. Anche la sua divisa era khaki, ed il suo grado attuale era Maggiore, infatti nel tornare a prestare il servizio militare era stato promossodacapitanoamaggiore,esulladivisafacevabella mostralamedagliaalvalormilitareconquistatanellaGrandeGuerra. «Prossima stazione, Grand Falls.» Recitava una voce stentorea proveniente dall’altoparlante interno. Tornato nelloscompartimento,dovenelfrattempoeranoentratiuna mammacondue ragazzini,cheeranosalitiprobabilmenteallagrand falls station, tirò fuori una cartella. Fred pensò che con i nuovi arrivatierafinitalatranquillitànellacarrozza.Avevaritrovato,rimettendoapostocarteemateriali,lefotoelelettere che riguardavano i primi pazienti diabetici che aveva seguito, quelli che lui chiamava conaffettoiragazzidell’estatedel‘22,oppurethelostboys,ibimbi sperduti,comeiragazzidelfamosocapolavorodiJ.Barrie,ovviamentepensandoasestessoneipannidiPeterPan. Letornòaguardareconpiacere.Elisabetherasemprestatalasua preferita, tradiloroc’eraunfeelingspeciale, maognitantoaBanting capitava di ripensare a tutti quei ragazzi ai quali aveva somministratol’insulinacambiandoglilavita,inquell’estatespeciale, in quell’estate unica! Elirivedevaunoaduno,epoiinsieme,com’erano,immaginandoseli come in una sfocata foto di gruppo color seppia. Ovviamente il primo era Leonard Thompson. Lui era stato la prima persona trattata con l’insulina. Era di famiglianon benestante.Il diabetegli era stato diagnosticatonel1919. LaterapianutrizionalediAllen,difficiledaseguire nel suo stato sociale, era fallita completamente. Enelgennaiodel1922,nell’ultimodisperatotentativodisalvarlo, Bantinge Best provarono su di lui il primo estratto ma senza risultato. Invece il 23 sempre di gennaio dello stesso anno, esattamente alle ore undici l’amico e collega Campbell gli diede l’estratto modificato da Collip ed il ragazzo si riprese. Thompson quando morì aveva solo 27 anni. Peccato era scomparso troppo
presto! Fino ad allora però aveva vissuto una vita più o meno normale. Lavorando come assistente in una piccola industriadifarmaci,drugseprodotti chimici.Facendounamedia di85unitàd’insulinaalgiorno.Ilsuononera maistatoundiabete controllatomoltobene,esieratrovatoinparticolaredifficoltà durante i festeggiamenti per il decimo anniversario della scoperta dell’insulina.Apparentemente a causa degli troppi bagordi ed eccessi alimentari legati alle celebrazioni. Ed era finito di nuovo in ospedaleinquel 1932conungravecomaipoglicemico,dalquale si era salvato per un pelo. Lasuamorteavvenneperunapolmonitedopounincidenteinmotocicletta. Sericordavabene,Leonarderamortoillunedì20aprile 1935alGeneralHospitaldi Toronto.Lui,Fred,eracorsosubito inospedale, appena aveva avuto la notizia dal dottor Walter dinamite Campbell. Poi aveva voluto essere presente all’autopsia di quel mascalzone incosciente di ragazzo. Durante l’autopsia Banting al giovane medico che si chiamava Burns Plewes, quello che aveva seguito Leo costantemente nell’ultimoperiodo, fece l’unica domanda alla quale teneva, che gli ronzava nella testa da quando aveva saputo della scomparsa di Leonard e che lo aveva assillato per tutto il tempo che gli ci era voluto per arrivare lì. «Ilpoveroragazzohaseguitounadietaabassocontenutodicarboidrati per tutti questi anni?» «Si» gli rispose Plewes. «Ma ha fatto qualche sgarro?» «Si, ne ha fatti. Beveva pesantemente ogni weekend». Banting tirò un sospiro di sollievo. «Bene, sono davvero felice che abbia goduto un po’.» IlpancreasdiThompsonèconservatoalmuseoanatomicodiToronto.
Le altre persone che si trovavano nello scompartimentoavevano iniziato a parlare tra di loro. Il signore con i capelli biondi lisci, conleditadellemani grassocce e con lo sguardo sfuggente, aveva chiesto alla giovane mamma come si chiamasse. «IlmionomeèIngrid,edimieifiglisichiamanoTorsteineKnut, siamo norvegesi, però viviamo ad Ottawa.» «E suo marito?»
«IlnomedimiomaritoinveceèKurt.Èluichesièdovutospostare per lavoro e noi lo stiamo raggiungendo.» Banting tornò a sfogliare le sue istantanee. Guardava delle foto con Elisabeth, quanto era bella; con lei c’era sempre statounfeelingspeciale. Videtuttelefotocheavevano scattato in quei mesi estivi che lei aveva trascorso aToronto. Poi eccone un altro dei ragazzi, lui si chiamava Jim, Jim Havens. Jimerastatoilprimoamericanoariceverel’insulina,diluiaveva saputo che nella vita era diventato un artista. Si ricordava che Havens era stato vittima di una importante reazioneanafilattica.Eraunodelpiccologruppodidiabeticiallergico all’insulinadiporco. Vistalareazioneeraritornatoall’insulinadi vitello di Connaugh, prodotta inpiccolequantitàsoloperlui,poi perfortunaeraarrivataunaspecialeinsulina di beef dalla Lilly, e da allora non aveva più avuto problemi di approvvigionamento. Si era specializzato in intaglio del legno, le sue opere erano state piùvolteesibiteinmostre,ederastatonominatomembrodell’accademia nazionale del design. Ricordava che si era sposato nel 1927, aveva avuto due bambini, ed aveva collaborato con Joslin a degli esperimenti con l’insulina, e comunque aveva da subito bengestito la sua malattia.Aveva sempre controllato bene la sua dieta ed il dosaggio dell’insulinae Bantingsapevachestavavivendo una vita serena e normale.
Siaffacciònelloscompartimentoilcontrollorepropriomentreil treno stava entrando in una piccola stazione. «Biglietti, tenete pronti i biglietti.» «C’è qualcuno nella toilet, un signore, ecco ora viene.» Il signore biondo riapparve uscendo dal bagno. «Non avete visto il segnale?» «Quale?» Il tizio per un attimo guardò il controllore con un’aria stupita. «Non si può usare il bagno quando il treno è fermo in stazione.» Quello superò il breve momento di imbarazzo. «Mi scusi non me ne ero reso conto.» «Mi faccia vedere il suo biglietto.»
«Ecco.» «Il suo nome è Friedmann?» «Esattamente.» Il controllore lo guardò un attimo, poi gli restituì il tagliando.
Banting nel frattempo stava vedendo le foto di una festa in maschera in onore di Teddy. Degli scheletri viventi del luglio 1922 (cosìliavevachiamatiMaynard)ilpiùreattivo,volitivoesano,a distanza di tempo, fu sicuramenteTeddy Ryder . Teddynel1922aveva5anni,figliodiuningegneredelNewJersey, avevaricevuto l’insulina da Banting a Toronto nel mese di luglio. Allorapesavasolo 26chili.FredsapevacheoravivevaadHartford nel Connecticut,facendo sempre la sua insulina, non avendo problemi particolari col diabete. Sua madre Mildred Ryder che Fred avevasentitorecentemente,avevaancoradellevivide memoriedelloro viaggio a Toronto nell’estate del 22 e gli aveva raccontato di alcunicommentiche le avevano fatto maleascoltareallastazione diNew YorkquandoeranoinpartenzaperandareaToronto. «Sono così dispiaciuto per Mildred, noi sappiamo che lei non tor nerà con quel bambino vivo.» Le foto con Teddy che Banting stava guardando riguardavano proprio una festainmascheracheFredavevaorganizzatoperfesteggiareilcompleanno di Teddy.Gliscattimostravano Tedvestito da capo indiano, gli altri invitati, ragazzi, pazienti e personale dell’ospedale,tuttiincostume.Poialtriscatti con un ospite a sorpresa, l’ultima persona ad arrivare, che era una donna misteriosa conunlargocappellobianco,edunavelettaacoprireilvolto.Le foto la mostravano con dei lunghi bianchi guanti fino al gomito ed un vestito rosa molto appariscente. Nessuno sapeva chi fosse, quando arrivò a fare gli auguri di compleanno al bambino. Poisirivelòessereproprio ildottorBantingtravestitodadonna! Allascopertadeltravestimentolastanzasierariempitadiuntorrente di risate ed applausi! Terry Ryder non l’aveva mai dimenticato. EneancheFred,cheancorasorridevanelricordarequell’episodio! LadomenicaincuiTeddydovevapartirepertornareacasa,Banting andò a
prendere lui e la mamma e li portò a fare un giro in auto. E prima di salutarlo anche a lui come ad Elisabeth aveva fatto un bel discorso di arrivederci. «Tedioseguiròsemprelatuacarrieraedituoisuccessiconinteresse.» «Grazie dottore, speriamo bene per il mio futuro.» «Etumiperdoneraiseioaggiungounapiccolapreghiera.Perché ricorderò semprecomesonostatidifficiliimomenticheabbiamo passato, ricordo bene i primi giorni dell’insulina.» «È un ricordo che non penso si possa dimenticare, dottore.» Parlava come un piccolo ometto saggio. «Ma lacosaeccezionalecheiorammento,evogliocontinuarea ricordareè latuaforzaetenacianell’osservareladietaelaserenità con in cui hai accettatostando sempre immobile,la punizione delle iniezioni ipodermiche.» Al bambino vennero le lacrime agli occhi per la commozione. «Iosonosicurochetuavraisuccessonellavitasetumanterrailo stessospirito nell’affrontare le difficoltà del mondo, come hai affrontato quelle della malattia.»
I sedili del vagone erano davvero scomodi, lo sferragliare del trenoerainfernale, e per di più anche all’interno delle carrozze faceva troppo freddo. Banting guardò il tizio davanti a lui, aveva proprio una faccia che non gli piaceva. ParlavaconlasignoraIngridmaognitantologuardavaconinsistenzaolanciavaunosguardofuoridalfinestrinoonelcorridoio. Non era certo uno rilassato. «Mi scusi Mister se le faccio una domanda» gli fece la signora norvegese. «Mi dica Miss.» «Pensasiapericolosoprenderelamotonaveperilcontinente?Ho sentito dire che ci sono dei sommergibili tedeschi nella zona.» «Può stare più che tranquilla, prenda serenamente la motonave S.S. Caribou.» «Grazie, lei è molto gentile. Capisce, non è per me ma per i miei figli.» L’uomo annuì e rispose con un sorriso forzato. E intanto Fred girando pagina dell’album fotografico si ricordò con tanta tenerezza di Elsie Needham.
La bambina riportata in settembre in vita da Banting dopo molte orediprofondaincoscienza,echenelgennaioseguenteeratornata a scuola, una bambina normale, con tanti anni di vita davanti a lei. Il treno intanto entrava in stazione. Bantingsoddisfattorimiseaposto lefotoelelettereinunascatola,tirògiù ledueborse cheeranotuttoilsuo bagaglio,ridotto all’essenziale come sua abitudine, e si preparò ad uscire. Sempredopoaverfattopassareprimalasignora,edaverlaaiutata con i suoi ben più voluminosi bagagli. IlsignorebiondodeltrenoilcuiveronomeeraStroesserentròin unacabina telefonicaefecepiùvolteunnumerosenzasuccesso. Innervosito accese un fiammifero e lo avvicinò alla sigaretta che gli pendeva ancora all’angolo della bocca.Aspiròunpo’difumo lo soffiò fuori poi girò il capo e scorse una ragazza piantata davanti alla porta della cabina. Sembrava ne avesse fin sopra i capellidiaspettareeavevapresol’assettoclassico,pugnisuifianchi testa inclinata di lato, labbra strette ironicamente a significare ‘non disturbarti continua pure a stare in quella cabina per tutta la giornata’. Stroesser rivolse alla ragazzaun sorriso ebete e questa gli lanciò uno sguardo furioso. «Ancora solo un attimo.» «Ancora?» Eramagra,graziosa,conicapellitiratiinsu. «Sono desolato.» «Non siete il solo.» «Forse un’altra cabina…» «No tesoro, sono tutte occupate.» «Cercherò di far presto.» «Sivenepregodevodisdireunappuntamentoprimacheluiarrivi.» Finalmentequalcunorispose. «Sono Karl Otto Stroesser. Gli ordini di eliminare sir Frederick Banting sono confermati. È arrivato proprio adesso, volerà dall’aeroporto di Gander su di un bombardiere Hudson, il numero 9449, destinazioneLondra.Devi mettereoggistessozuccheroeacquanel carburante e un abrasivo nell’olio dell’aereo. Poi vanno date all’U Boot T-69 le coordinate del traghetto passeggeri S.S. Caribou.A scopo dimostrativo deve essere affondato. Sono or-
dini diretti del nostro Fuhrer. Ci vediamo domani pomeriggio, Johanne, perché c’è una terza azione che dobbiamo attivare. Ti spiegherò a voce.» Stroesserattaccòlacornetta,uscìdallacabinasubitooccupatadalla biondina, ementresichiudevaaccuratamenteilcappottodipelle colcollodipelliccia, siguardòintornoesiavviòrapidamenteverso ilpiccolocentroabitato.