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34. Il party

Toronto, 26 novembre 1923 . Il 26 novembre, un mese dopo, ebbe luogo il party di festeggiamentodel Nobelper400personeallaGreatHartHall,unasplendida festa allietata da una eccezionale Orchestra Jazz. Un’esplosionedimusica,eviaalledanze, inunaseratafinalmente gioiosa. Etantevoci,constoriebanaliefrasisenzasenso,traunadanzae l’altra. Ad illuminare l’enorme conca della pista da ballo c’era la luce emessadalle candele e da una ventina di lampade a vapori di mercurio. Per l’occasione avevano rivestito le pareti con una nuova tappezzeria blunotte.Gliinvitati tutti elegantissimi stavano arrivando mentre l’orchestra si preparava ed era tuttounodoredicera e rum giamaicano, profumi costosi, e fumo di sigaro. C’erano giàpiùditrecentopersoneintornoaitavolipiùimoltissimiballerini chesieranoimmediatamentelanciatiinpistaetutti volevano festeggiare. «Stiamoinvecchiando,sefossimogiovanicialzeremmoperballare.» «Ma che dice Professor Macleod. Lei è giovane dentro.» «È novembre, ma fa caldo come fosse estate.» «Voglio del whisky e metterci dentro della menta.» Cinguettava una deliziosa ragazza a fianco di Fred. «Menta? Mi sembra disgustoso. Il whisky va bevuto liscio.» I due si guardarono, e non era la prima volta, diritti negli occhi. «Dici?» commentò sorridendo Marion. «Certo,l’alcoolpiùèlisciomeglioè»confermòdaverointenditore Banting, rispondendo al sorriso della ragazza. «Che bella coppia Best e la fidanzata.» «Eh sì, davvero una bella gioventù.» «Che cosa fai?» chiese il dottor Graham a Macleod. «Me ne sto qui Duncan, vecchio mio a far da tappezzeria.»

«Non è da te.» «I miei dolori artrosici stanno aumentando.» «HaivistocomesievitanoBantingeMacleod?»notòGreenway. «Bastachelascinoinpaceme,cimancasolocheprendounaltro pugnoda Banting,ancheoggi» affermò sorridendo Collipmentre prendeva la mano di Maynard. «C’èquelpoverofotografochevorrebbefareunafotoatuttivoi insieme e non credo ci riuscirà.»

LaJazzBanderadirettadauncornettistanegrosudatogiàprima di iniziare, che a un certo punto diede un temporaneo stop al suo gruppo, lasciando ancor più spazio alle chiacchiere. Persone di entrambi i sessi oscillavano sottobraccio in attesa della ripresa della musica. «Con chi sta parlando Banting?» «Una bella ragazza, che lavora in ospedale.» «Invitata da chi?» «È venuta alla festa con Clark Noble.» «Mi concedi il prossimo?» NoblesieraavvicinatoaMarion,chenonsistaccavadaBanting, e non lo degnò neanche di una risposta.» «George hai già conosciuto il signor Best?» «No, non ho avuto il piacere.» «Allora vi presento. Il signor Best, il signor George Clowes.» «Signor Best ho sentito tante volte parlare di lei. Molto lieto di conoscerla.» «Edioaltrettantohosentitoparlaredilei,edellacompagniaEliLilly cherappresenta,maleisièsempreincontratosoloconMacleodocon Banting.IlPiacereè tuttomio»risposeBestconuntonounpo’acido. «Il dottor Joslin è un famoso medico di New York, un luminare, in visita qui alla città.» «Visita solo di piacere?» «Stiamo tutti qui per celebrare il trionfo di Macleod.» CampbelleGooheramsiguardaronocomeadirecheeraunafrase pericolosa

da pronunciare. «Trionfo… di tutti, diciamo, dottore.» «Allora, balli il prossimo?» ClarkeNobleinsistetteconMarionRobertson,nonerainteressato ad altro. Era da settimane che aspettava questo momento. L’avevaportataluilàedoraleineancheglirivolgevaunosguardo. «Mi dispiace, il dottor Banting non balla, e allora non ballo neanche io.» «Ma come, su! Non te ne resterai tutta la sera seduta qui.» «Esatto.» «Allora che ci sei venuta a fare ad una festa?» «No, grazie Clarke. Magari più tardi. Voglio parlare col dottor Banting. Non t’è passato per la testa?» «Ah, allora scusa.» Si allontanò. Bantingimpegnatoinun’altraconversazionesigiròversoMarion. «Oh, ma non deve stare qui ferma a causa mia. Se vuole ballare Marion…» «Questi qui li vedo sempre. Sono ragazzi! È un tale sollievo incontrare qualcuno maturo che sa qualcosa di più, e non solo ballare, ballare e… ballare.» «Aproposito dottor Joslin cosa ne pensa diToronto?» «Mi piace molto, è una città piena di vita, dinamica e moderna.» «Questo sì, ma certo non è New York.» «Sono l’unico che porta sulla giacca le mostrine militari» notò con fastidio Glichrist. «Accidenti, voi ex soldati pensate che tutto il mondo sia vostro, eh? Ma la guerra è finita da un pezzo.» «Questa è la riconoscenza.» Coppie entravano ed uscivano dall’ampio balcone, finchè il cornettistanegro umettòlesuelabbracarnose,ediniziòaguidarela sua orchestra ad un nuovo assalto all’arma bianca. «Come va?» «Piuttosto annoiato.» GreenwayeCollipsipreseroabraccettoeduscironosullaampia terrazza. Nuove coppie si formavano. Si abbracciavano e ballavano. Macleod vide Margaret seduta in un angolo, vestita con un delicato abito

d’argento. «Professore, venga qui vicino a me.» «Mi fa piacere che finalmente mi hai rivolto la parola.» «Certo noi ragazze canadesi non possiamo competere con le europee.» «Tupuoicompetereconchiunque.QuandovisposateconCharley?» «Tra pochi mesi professore.» «Auguri cara!» «ChenedicidifareunballoMarion?Traunpo’permesaràora di andare.» Fred decise di lanciarsi. Marion non se lo fece ripetere due volte ed un attimo dopo era già pronta, e buttò le braccia intorno a lui. «Eccomi pronta.» «Ci aspettate?» Si alzò anche Best. «All’inferno, andiamo.» Allacciati scivolavano al ritmo della musica.

Pettegolezzi tra Greenaway e Collip. «Mica entri, vero? Qui fuori si sta molto meglio.» «Facciamoci un’altra bevuta.» «Guarda quei due. Guarda dove lui tiene la mano.» «E il professor Macleod?Ti rendi conto come fa il pavone?» «Ma lo senti, prima …non so se ballo…e poi…» «Questo è quello che chiamano danzare con eleganza.» «Hai capito, il vecchio marpione!» «Chi è quello tutto impomato col BlackTuxedo?» «Unodastarciallalarga,sichiamaRoccoPerri,èdellamafiacalabrese ed ha fatto i soldi col proibizionismo.»

La veranda illuminata era come un palcoscenico. I danzatori si muovevano allacciati,adueadue,entrandoeuscendodallaluce. «Sei un ballerino adorabile.» «Su serio?» «Non noti nulla nei miei occhi?» «Sono gli occhi più belli del mondo.» «Si ma hanno qualcosa di speciale!» «Uno è verde e l’altro marrone.»

«Oh te ne sei accorto.» «I ragazzi che andavano alla guerra, tanto carini, tanto tonti. E siccome andavano alla guerra, le ragazze erano carine con loro. Ma ora non hanno nessuna guerra dove andare, e guarda come li trattano le ragazze.» «Senti,Girlchist,aduncertopunto,bisognacancellarloilricordo, anzi l’ossessione, della guerra, ed andare avanti.» «Bella la musica vero?» «Bella, sì.» «Si chiama Charleston, è nuova.» «Hai qui un compagno?» «Non sono venuta con qualcuno, sono libera.» IlprofessorMacleodpassòballando,liscio,competente,moltodignitoso. La sua compagna era giovane, bella, e portava la gonna corta.Sicapivalontano unmigliocheballavaconluiperchédanzarecolprofessorMacleoderauna cosadafare.Losguardodella bellaragazzaaldisopradellaspalladelprofessoreseguivaun’altra coppia, ignorando ovviamente la donna, e pensando: «Se in cielo c’ègiustizia il prossimo ballo è mio con quel Charlie.» Poi ad alta voce: «Ballare conleiProfessoreècomeascoltareunapoesia.» La ragazza, una brunetta di nome Martha aveva chiaramente mentito. Mentre lui faceva ancora di più il pavone. La musica infine terminò. Le coppie di danzatori, rimasero fermi in attesa che riprendesse. Ma il cornettista negro aveva deciso di fare un’altra pausa prima di sciogliersi definitivamente in un lago ai suoi piedi. «Ha un fiammifero?» Joslin accese e si mise a girellare lentamente, percorrendo la grande sala da un angolo all’altro. Gli ottoni ripartirono a tutto ritmo. Best si impegnava a giocherellare con la scatola dei fiammiferi. Poisisporse versoMargaret,avvicinandosiall’orecchiodellaragazza. «Nonmetterticontrolucetisivedeattraverso.Ilvestitoètrasparente.» «Quanto sei esagerato non si vede niente.» «Lei non balla più?» «Nonaquellamaniera,nosignorinaMartha.Dallemiepartibisogna avere

la patente per ballare così.» «Davvero spiritoso!» La veranda era di nuovo tutta piena di coppie abbracciate. Il ritmo era tornato sincopato, infaticabile. E le coppie si staccarono lasciandosi andare a quel ritmo tribale, giusta conclusione della serata. «Se dovessi bere anche solo un’altra coppa di ponce…» «È arrivato il momento di andare via.» «Apresto spero, arrivederci.» «Sono stanca Bert, andiamo.» Maynard prese sotto braccio Collip. «Buonanotte.» «È stato come ai bei tempi.» ErailcommentosoddisfattodiMacleodmentrestavarecuperando la moglie Mary,che era rimasta tutto il tempo seduta sudiundivano. «Il vestito era trasparente.» Best continuava la polemica con Margaret. «La fai finita! Non si vede niente di niente.» Gli ottoni vennero meno. «Charley quella brunetta ti ha fatto l’occhiolino tutta la sera.» «Adesso non cambiare discorso.» «Come ti chiami di cognome Marion?» «Robertson.» «Mi ha fatto molto piacere passare la serata insieme.» Marion decise di fare la sfacciata. «Ci vediamo domani?» «Anche per tutta la vita». Rispose Fred. «È una proposta di matrimonio?» «Esattamente.» Lei scivolò nella camera accanto e prese cappotto e cappello. Si fermò sorridente davanti allo specchio ad incipriarsi il naso. Greenaway si avvicinò a Noble. «Che ne dici di farci altre due belle sorsate?» «Lasciami in pace.» Noble era furibondo. «Che ti prenda un accidente mica ti ho fatto nulla.» «Mi dispiace, sono uno scemo. Mi dispiace di essermela presa con te. Che non hai nessuna colpa. Ma tu capisci era venuta qui con me.»

«Queste sono le donne!» «Mi sa che vado a casa.» «Facciamo un po’di strada assieme, tanto devo andare al giornale?» «No grazie. Non mi sento tanto bene, ci vediamo domattina.» «Certo ci vediamo domani.» Noblesiallontanòdasoloapiedi.Elacittàrimasetuttaperluie perilsuo dolore.Aluipiacevadavveroquellaragazzachel’aveva trattato così male. Cosa pensava di trovare in quel pazzo di Banting? Era uscita con lui, e lui voleva quella sera regalarle l’anello di fidanzamento… l’aveva in tasca… La verità era che la fortuna bussa una sola volta. Eluinonl’avevaafferrataedoratuttoglistavaandandonelladirezione sbagliata. La musica giungeva ormai solo come un’eco inquietante ma indolore.

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