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10. Notte di mezza estate
Toronto, luglio 1921. Fred e Charley avevano preso appuntamentoin una tipica,calda, afosa,notte di mezza estate, con Paul Reid, un noto delinquente, nonché ruffiano, al qualeavevanodatol’incaricodireperireicani. Eramezzanotte,i due entrarono nellocaledove dovevanoincontrarsi. Il tizio non era ancora arrivato. Nel locale c’era più gente di quellachecisipotevaimmaginarevistal’ora.Qualcuno giocavaa cartetenendodavantiasédellepileimpolveratedimonetedacinque ediecicentesimi.Unaltrogruppoerasedutoalbancone,conmozziconidisigarettetraledita,econibicchieriprotesiversounpaio di bottiglioni con ancora molti centimetri di liquido trasparente al loro interno. Infine ad un altro tavolino stavano due prostitute di mezzaetà.Laradioappoggiatasullamensoladietroilbanconeera sintonizzatasullefrequenzedellaCFCA,lastazione radiodi Toronto,etrasmettevaunamusicajazzmoltoritmata.Unuomobatteva iltempoconleditamasembraval’unicointeressatoaquellamusica stranache venivafuoriinmodomagicodallascatolaluminosa. Ilpavimentodellocaleerasepoltosottocumulidisegaturasporca. Gliuomini albanconelanciavanodisottecchisguardiallaragazza che serviva. Non era bellissima ma aveva delle tette notevoli che era impossibile non guardare. A lei i nostri due chiesero un boccale della birra migliore, quella di John Labatt. Poi la porta si aprì. «Salve dottori.» Il tono di voce di Paul Reid era untuoso e strascicato. Portava una mantella in panno nero, assolutamente inadeguata al periodo estivo, che lo faceva sembrare un pipistrello, e calzava degli scarponi chiodati ai piedi. Per completare questo quadro poco invitante aveva una mano fasciata da
una benda lercia dal colore indefinito. La barista dopo aver tolto la schiuma con la spatola servì la birra a Fred e Charley. «Buonasera. Quanti me ne avete trovati?» Esordì senza preamboli Fred, mentre Paul si stava preparando a sedersi accanto a loro. «Non mi offrite qualcosa da bere?Vorrei un whisky.» «No, sbrighiamoci ed andiamo fuori.» E si alzò andando velocemente verso l’uscita. Itreuscironodallocale.All’esterno sierafattobuiopesto,perché stranamente s’eraspentol’unicolampionecheilluminavalastrada. E Charley pensòche era stato un peccato lasciare quegli splendidi boccali di birra pieni sul tavolo. Bantingrispolveròilsuotonopiùautoritario,chiaroretaggiomilitare. «Allora quanti ne avete?» «Nove». Rispose Paul forzando uno sghembo sorriso, che attraversò per intero il suo viso butterato. Ma s’intuiva che aveva preso in antipatia quel medico occhialuto e spocchioso che non gli aveva voluto offrire da bere. Paul aveva una voce strana, quando parlava sembrava emettere una sorta di semi mormorio forzato e stridulo, come quando si è in cura per una bronchite cronica. «Ho la gola asciutta un goccetto mi avrebbe fatto proprio bene.» «D’accordo li prendiamo tutti i cani. Quanto vi devo?» «Tre dollari l’uno.» «Tre dollari.? È un furto, una cifra enorme.» Sibilò Fred mentre si puliva lentamente gli occhiali. AquestopuntosiinserìneldialogoancheCharley comprendendo che serviva urgentemente una mediazione. «Paul normalmente vengono un dollaro l’uno. La facoltà li paga uno» provò a dire in tono pacato. «Ed io ne voglio tre di dollari da te, Mister Jack!!!» «Chi è questo mister Jack?» rispose a brutto muso Fred. «Io ho deciso di chiamarti così,Amico!»
«Non sono un tuo amico e non mi chiamo Jack.» «Invecesi.Jack…comeloSquartatore…èunnomeperfettoper te, vero? Sei Jack, lo squartatore di cani! Anzi arrotondiamo in eccesso, dammi trenta dollari.» «Animale, io ti ammazzo.» Banting aveva già perso la pazienza, lo afferrò per il bavero, e lo sollevò. «Fred…» Charley si mise in mezzo, per dividere fisicamente i due. «Attentodottoreaquellochefai,credochel’Universitànondebba sapere che stai prendendo questi cani. Questo mi è sembrato di capire. Ed io non li ho trovati tutti per strada.» «Sono fatti tuoi dove li hai presi. Noi non ne vogliamo sapere niente.» Bestcominciòapensarecheavrebberopotutoseriamentemettersi nei guai. «E allora?».AFred stava andando il sangue alla testa. «Qualcuno potrebbe dirlo al Professore scozzese o alla lega protezione animali. Una segnalazione anonima.» «Mi ricatti?Adesso ti faccio vedere …» Best si guardava intorno per capire se qualcuno stava assistendo alla scena. Per fortuna, vista l’ora la strada era vuota. «Fermo Fred, ha ragione lui, teniamo la cosa nascosta.» Due ubriachi stavano uscendo dal locale in compagnia delle due prostitute. «Ci sta bene tre dollari, pago io.» Charleytiròfuoriisoldidallatascaabbassandolavoceeildiede a Reid. «Bravo misterAngelo, tu sì che ragioni.» «Eccoti i soldi.» Iniziòacadereunapioggerellafineeradacheinfastidivamanon riusciva a dare sollievo dall’afa. Reid contò velocemente il denaro. «Nonèchevoleteanchedelledonnine,perfinirenelmodogiusto laserata? PossorimediarvilemiglioriragazzediToronto.Lacifra è sempre la stessa, tre dollari.» «No, grazie.» «Eppure al tuo amico farebbe bene sfogare un po’.» Un fischio arrivò da lontano.
MARGARET MAHON
«Siamo medici.» «Medici?» «Sta per arrivare la ronda, squagliamocela. È stato un piacere, Mister Angelo.» Fece un mezzo inchino a prendere in giro. «Sempre a vostra disposizione.» Ripetette la stessa manfrina, chissà, pensando di essere un gentiluomo settecentesco, ed inchinandosi: «Mister Jack Dog Ripper, un saluto ed una riverenza! Bau bau!» «Prima o poi te la faccio pagare» sibilò Banting. «Tu sei un porco, un depravato, un maniaco, si vede lontano un miglio.» Paul fece una espressione di disgusto, e gli sputò addosso. E continuò a vomitare insulti contro Banting mentre si allontanava. «Andrò a bere da solo, alla tua salute, e con i tuoi soldi!» Il fischietto dei poliziotti trillò con insistenza e ostinazione. Due bobbies apparvero come dal nulla e fermarono Fred e Charley mentre il procacciatore riuscì a fuggire. «Generalità! Che ci fate qui a quest’ora di notte?» I due annuirono. I poliziotti dopo averli squadrati ammorbidirono il tono. «E in quel furgone che c’è?» «Cani, solo cani.» Poi Best abbassò il tono della voce come nella speranza di non far comprendere le parole finali del discorso. «Acquistatipercontodell’istitutouniversitariodelProfessorMacleod.» I poliziotti salutarono e se ne andarono. Per Charley si preparava un bel lavoro: sostituire la descrizione dei cani morti con dei cani nuovi, cancellandoil pregresso nei protocolli, ma mantenendo per i nuovi gli stessi numeri di riconoscimentodeicaniprecedenti. Insommaunamagiaconcaniche miracolosamentetornavanoarivivere,ed eranodinuovoabilialla sperimentazione.
