Smart Building Italia n. 11 Maggio 2023

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Speciale scuola 4.0

I Progettisti di fronte alle sfide del futuro

I MIGLIORI EDIFICI SMART

N°11 | 2023

Punto di riferimento del settore, l’evento ICT Solutions Day di Allnet.Italia rappresenta un momento chiave dove poter incontrare i partner, fare networking e rimanere aggiornati su tutte le nuove tendenze ICT.

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SMART BUILDING ITALIA MAGAZINE

N° 11 Maggio 2023

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05

Il valore educativo di una scuola 4.0

06

Digitalizzazione, sostenibilità e case green, come cambierà il settore delle costruzioni?

08

I progettisti di fronte alle sfide del futuro

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Il nuovo schema di codice dei contratti

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Da ANIE CSI e CEI due guide aggiornate alle novità normative dei BACS

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Smartbuilding.edu: buona la prima!

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Scuola e tecnologia: la parola alle aziende

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La smart school 4.0 secondo Electronic's Time

27

Culligan: tecnologia e risparmio dell'acqua

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TCK-LAN - Il cablaggio a regola d'arte per le scuole

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Linee guida della scuola del futuro

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Connettività e infrastruttura digitale d'edifico: una tecnologia abilitante per la scuola 4.0

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Sicurezza e cybersecurity: è un problema di metodo

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Aule immersive e nuova didattica

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E quindi, la "nuova didattica" come sarà?

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La qualità dell'aria non è un optional

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L'importanza della luce tra risparmio energetico e ritmo circadiano

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La scuola green ed efficiente

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Scuola: ecco cosa prevede il PNRR

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Efficienza energetica e sostenibilità l'esempio della scuola di Grugliasco

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SOMMARIO p. 6 p. 16 p. 55 p. 66
SMART BUILDING ITALIA MAGAZINE 11 MAGGIO 2023 info@smartbuildingexpo.it www.smartbuildingexpo.it N°11 | 2023 Speciale scuola 4.0 I Progettisti di fronte alle sfide del futuro I MIGLIORI EDIFICI SMART 4.0 Polo scolastico”Dino Compagni”
- Firenze Progetto ATI Project

47

Sostituzione edilizia della scuola di Grugliasco

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Polo scolastico "Dino Compagni"

50

Quando la scuola è smart in provincia

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Università: quanto vale una piattaforma di gestione e controllo?

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Il superbonus resiste al suo depotenziamento nell'attesa di un ennesimo cambio di rotta

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Troppe critiche al superbonus, ha avuto un impatto enorme su edilizia e economia

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Direttiva UE sul rendimento energetico degli edifici. Dialogare è sempre meglio che contestare

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Le diagnosi energetiche negli edifici, nei processi produttivi e nei trasporti, aggiornamenti normativi

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Il conto termico per l'edilizia pubblica. Una misura che può incentivare fino al 100% delle spese sostenute

64

Quando l'edificio è intelligente

66

Bari città intelligente: nuovo progetto smart di Stefano Boeri

68

Villa Nes.: premio miglior progetto KNX Nazionale 2022

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Santuario della Madonna del Sasso

72

Fabbrica Fendi anche i tritoni sono Smart

76

Il caso di Intencity

78

Smart Building Expo 2023 accende i riflettori sul futuro green di edifici e città smart

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MIBA Milan International Building Alliance: l'edificio al centro della rivoluzione sostenibile

83

Smart Installer: una community ad alto tasso di innovazione

84

Formazione e certificazione per i professionisti. Un progetto al servizio di installatori e progettisti

86

San Domenico Ski:

4G in alta quota con Cellnex Italia

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Eelectron - La building automation incentrata sulla persona

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Leviton - I vantaggi dei cavi a diametro ridotto

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AirQM - Focus sulla qualità dell'aria

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Targata Loytec la piattaforma BMS LWEB-900

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StoreLink Inventa ALIS

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2N - A volte i migliori nuovi progetti per il controllo degli accessi trovano spazio in edifici antichi

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Milano Smart City Conference 2023

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N° 11 MAGGIO 2023
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Da 2016 lo Smart Building Roadshow esprime la volontà di trasferire competenze dal settore delle nuove tecnologie a quello dell’edilizia, coinvolgendo migliaia di professionisti. Per il 2023 è stato programmato un percorso formativo inedito che trova fondamento nell’esigenza di approfondire le conoscenze di partenza sulle nuove tecnologie che rendono un edificio “smart” da parte dei Progettisti. Per questa ragione il Roadshow 2023 sarà a numero chiuso, con massimo 30 Progettisti partecipanti ad ognuna delle 5 masterclass che verranno organizzate in 5 grandi città italiane presso le sedi ANCE.

PRINCIPI PER LA PROGETTAZIONE, REALIZZAZIONE E GESTIONE DI EDIFICI INTELLIGENTI ASSOCIAZIONE COMPONENTI E SISTEMI PER IMPIANT 11 Maggio Palermo | 25 Maggio Bari | 15 Giugno Milano 22 Giugno Roma | 29 Giugno Rovereto (TN) 2023 • Info: Pentastudio +39 0444 543133 info@smartbuildingitalia.it www.smartbuildingitalia.it/roadshow *
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Il valore educativo di una scuola 4.0

Questo numero di Smart Building Italia l’abbiamo arricchito di uno speciale scuola. Una scelta apparentemente eccentrica e viceversa fortemente motivata, non da ultimo dalla nostra partecipazione a Didacta, la fiera di riferimento del mondo della scuola, che si è tenuta a Firenze dall’ 8 al 10 marzo scorso.

Sia la partecipazione fiorentina che questo speciale, infatti, vogliono testimoniare la nostra convinzione di come il mondo delle nuove tecnologie, se vuole davvero incidere sul futuro, debba aprirsi ad un dialogo con i cosiddetti end users, col mondo dei non esperti. In tal senso, aprirsi al mondo della scuola ha un doppio significato, dal momento che non solo costituisce in questo momento un “mercato” estremamente interessante per le aziende della nostra filiera, e lo spiegheremo tra poco, ma è il soggetto a cui tutti si stanno rivolgendo per colmare un gap drammatico in termini di competenze tecniche che rischia di pregiudicare persino gli sforzi continentali in termini di decarbonizzazione.

La scuola italiana ha numerosi problemi, lo sappiamo tutti, non da ultimo la scarsa considerazione in cui viene tenuta a tutti i livelli, salvo lamentarsene quando non raggiunge determinati obiettivi; tra questi vi è senza dubbio anche la qualità dei luoghi della formazione I nostri giovani e i docenti che li formano vivono gran parte della loro giornata in edifici scadenti, o semplicemente obsoleti e non di rado poco salubri, come abbiamo scoperto durante la pandemia. E tutto ciò da padri e madri, non può lasciarci indifferenti. Va da sé che uno sforzo di rinnovamento del sistema scolastico deve comprendere anche gli edifici in cui si fa scuola che, tra l’altro, con la loro “qualità” o con la mancanza di “qualità” non sono indifferenti al risultato della formazione.

L’occasione che si sta ponendo - e la ragione per cui riteniamo che il nostro mondo debba guardare con attenzione alla scuola - è di quelle che non si ripetono facilmente, dal momento che i diversi strumenti messi a disposizione direttamente e indirettamente dal PNRR stanno facendo arrivare al sistema scolastico e a quello della formazione una mole di finanziamenti mai vista prima, con l’obiettivo di costruire ex novo ben 216 nuovi edifici scolastici sul territorio nazionale

a sostituire realtà obsolete e non recuperabili (per un totale di 1.19 miliardi di euro di investimento), ma anche con moltissimi interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione che tra risorse del PNRR e altri finanziamenti europei metteranno a disposizione del sistema scolastico italiano oltre 4.9 miliardi di euro da spendere in un lasso di tempo di pochi anni.

Gli interventi finanziati dal PNRR riguarderanno l’introduzione di strumenti innovativi per la mediazione didattica e la formazione (come i laboratori, le aule immersive e la realtà aumentata), ma interesseranno anche l’efficientamento energetico degli edifici (o la costruzione ex novo di edifici a zero emissioni), la loro dotazione tecnologica di base, a partire dalla connettività a banda ultra larga, per poi coinvolgere i sistemi di climatizzazione e ricircolo dell’aria, ma anche l’illuminotecnica, la sicurezza e le piattaforme di controllo e gestione degli immobili, fino alla possibilità di produrre l’energia necessaria al loro funzionamento, ma anche di condividerla in una logica di comunità energetica

Tutti temi finora lontani da chi si occupa di scuola e di edilizia scolastica e divenuti improvvisamente di grande attualità. Ma il fatto che siano divenuti attuali e economicamente realizzabili non comporta il fatto che la filiera decisionale sia pronta a farli propri, dal momento che le competenze non si formano in pochi mesi. Ecco perché in questa fase il dialogo tra mondo tecnico e mondo dei decisori diventa estremamente importante. È indispensabile tentare di condividere un linguaggio, di far conoscere soluzioni già pronte, di supportare chi dovrà decidere, far progettare e progettare, per fare in modo che l’innovazione introdotta contribuisca ad un reale miglioramento degli standard di vita e di lavoro all’interno delle scuole italiane e al loro risultato che è la qualità delle nuove generazioni.

Infine, ma non da ultimo, se i nostri giovani vedranno edifici con dotazioni tecnologiche all’avanguardia sarà possibile che nel pensare al loro futuro prendano in considerazione tra le diverse opzioni anche quella di diventare a loro volta dei tecnici, facendo uscire dal cono d’ombra professioni ingiustamente penalizzate e di cui abbiamo enormemente bisogno. ■

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Luca Baldin
EDITORIALE

Digitalizzazione, sostenibilità e case green, come cambierà il settore delle costruzioni?

Digitalizzazione, sostenibilità e case green, come cambierà il settore delle costruzioni?

Il settore ha affrontato una vera e propria rivoluzione in questi anni che ha coinvolto il prodotto e i processi produttivi, ha profondamente inciso sull’organizzazione complessiva della filiera che rimane ancora molto frammentata: l’edilizia sta correndo e recuperando il gap nei confronti degli altri settori.

Il futuro è sempre più legato all’applicazione di strumenti digitali nella progettazione ed esecuzione dei manufatti e questo alza la produttività complessiva, riduce il costo di costruzione/gestione e i tempi di realizzazione dell’opera. L’uso del BIM, della sensoristica e robotica, per fare solo un

cenno, permette di misurare e monitorare il cantiere, di comunicare tra le componenti della filiera, con un innalzamento della qualità del manufatto, a partire dai tempi di esecuzione per finire alle prestazioni energetico/ambientali.

Altra questione chiave è la conversione della filiera alla sostenibilità, una transizione difficile per l’elevato numero di soggetti coinvolti e la frammentata capacità di ricerca. Diventa, quindi, strategico aggregare interessi per efficientare la risposta ai bisogni.

Ma ancora non basta per tracciare una rotta di crescita, che risponda a nuove logiche di sviluppo delle imprese ed è per questo che Assimpredil Ance ha promosso un codice di condotta di cantiere conforme alle logiche ESG.

Così è nato “Cantiere Impatto sostenibile”, il codice di condotta volontario a cui aderiscono i soci che volontariamente sottoscrivono l’impegno ad assumere in maniera consapevole e responsabile gli otto valori alla base del manifesto: impegni alla decarbonizzazione, alla tutela dell’ambiente, alla legalità, alla regolarità del lavoro, alla sicurezza, al sociale e alla filiera di fornitura nell’ambito più generale della “responsabilità sociale d’impresa”.

Ogni cantiere è un insieme di imprese, di fornitori, di professionisti: un mix di arte e di mestieri. L’edilizia ha, dunque, un potenziale elevatissimo di trascinamento dell’innovazione interconnettendosi con l’80 % di tutti i settori produttivi, è una componente imprescindibile per il Paese, per ogni economia che voglia svilupparsi e voglia farlo in modo sostenibile. Ha, conseguentemente, una grande responsabilità nel mettere a terra una sostenibilità vera e non sulla carta.

E proprio con riferimento all’obiettivo di uno sviluppo sostenibile, non si può non fare riferimento a uno dei temi più rilevanti del momento: la direttiva Case Green, approvata dal Parlamento Europeo lo scorso 14 marzo e che a breve terminerà l’iter legislativo con la fase di negoziazione per concordarne la forma definitiva, per diventare poi la base della futura legge italiana in materia.

Sui principi non si può che concordare perché il patrimonio costruito è certamente responsabile di parte importante dei consumi energetici e della produzione di Co2, questioni cruciali per il futuro.

La sfida che arriva dall’Europa, soprattutto considerando le peculiarità del patrimonio immobiliare italiano, è la sfida della transizione ecologica che già il Paese ha avviato

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Intervista con l'Ing. Regina De Albertis, Presidente Assimpredil Ance Luca Baldin Regina De Albertis

e che tutti sappiamo non potrà essere a costo zero. Si tratta, dunque, di costruire un percorso che faccia tesoro degli errori e disegni modi e tempi fattibili, socialmente ed economicamente sostenibili.

Il caos legato alla cessione del credito e allo sconto in fattura lascerà per anni un impatto negativo sulle persone che hanno subito gli effetti dei cambi di rotta improvvisi, la mole dei lavori da realizzare a ricaduta della Direttiva UE richiede regole chiare e stabili, sin dalla partenza, e un adeguato sostegno economico.

È, comunque, una grande occasione per migliorare e riqualificare le nostre città dato che l’Italia possiede un patrimonio immobiliare particolarmente vetusto.

Ben il 74% dei nostri immobili è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica.

Il sistema delle costruzioni ha chiesto al Governo e all’UE un Piano di medio – lungo periodo per la rigenerazione green delle case, adeguatamente sostenuto da politiche comunitarie in grado di garantire risorse per gli investimenti richiesti ai cittadini italiani, su cui ricadranno gli obblighi più pesanti di riqualificazione energetica.

Fiera Milano ha lanciato un nuovo progetto fieristico “MIBA”, qual è il suo parere su questa iniziativa?

Ritengo molto interessate la proposta di Fiera Milano. MIBA – Milan International Building Alliance riunirà in un unico momento espositivo più fiere che si occupano di questioni centrali nella produzione edilizia. È, dunque, un importante segnale di come stia cambiando il modello organizzativo del settore sempre più orientato alla condivisione e connessione.

La fase di grande incertezza del mercato ha accelerato il cambio di rotta nei modelli di relazione di filiera, i modelli collaborativi proposti da Assimpredil Ance sono da tempo un punto di riferimento nelle relazioni contrattuali tra committenti pubblici e privati, progettisti, imprese esecutrici. Le parole d’ordine, dunque, sono: condividere per crescere, per gestire meglio i rischi e per beneficiare tutti dei migliori risultati. MIBA sarà una grande occasione per confrontarsi sul futuro del building, per capire come le innovazioni dei singoli componenti possono trascinare una innovazione diffusa, ma sarà anche una opportunità per chi poi deve scegliere quale tecnologia e con quale fornitore mettere in opera le realizzazioni, per condividere i percorsi verso la sostenibilità. ■

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Torre Gioia 22 situato nel cuore di Porta Nuova Milano Bosco verticale a Milano

I Progettisti di fronte alle sfide del futuro

Colloquio con Angelo Domenico Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri

pari ancora al 110%, mentre a novembre 2022 si è optato per il 90% creando grande disorientamento in chi stava progettando interventi per il nuovo anno. Gran parte delle forze politiche hanno poi iniziato a mettere profondamente in discussione il meccanismo della cessione del credito finalizzato a finanziare gli interventi realizzati con i vari bonus per l’edilizia.

Uno squilibrio nei conti pubblici si è certamente creato, ma abbiamo comunque cercato di fare presente a chi ci ha dato ascolto che solo il meccanismo della cessione del credito rende fattibili interventi di ristrutturazione estensiva.

miliardi di metri cubi standard di gas, pari a circa il 45% del gas che il Governo intende risparmiare in ambito residenziale nella stagione invernale 2022-2023 per far fronte alla crisi energetica in atto.

Tutti abbiamo, negli ultimi mesi, focalizzato l’attenzione sui disavanzi di bilancio, su frodi ancora in gran parte da accertare e su possibili default derivanti da questa misura: certamente ha delle criticità, ma le analisi condotte a vari livelli sono state finora molto poco approfondite. Una valutazione dell’impatto di questo incentivo non può basarsi solo sui dati macroeconomici senza tenere conto di una molteplicità di aspetti di contorno.

Caro Presidente, anzitutto congratulazioni per la recente nomina. Devo dire che si è trovato subito ad affrontare il caso spinoso del Superbonus e delle sue modifiche. Come si pone CNI rispetto a questo argomento molto delicato? E cosa suggerireste di fare al Governo in carica?

In una recente audizione presso la Commissione Finanze del Senato abbiamo cercato di definire la nostra posizione. Siamo dell’idea che un bonus per le ristrutturazioni non possa coprire, nel medio e lungo periodo, più della spesa effettiva sostenuta dai privati. I cosiddetti “Superbonus 110%” sono stati una efficace misura di contrasto alla crisi innescata dalla fase pandemica più acuta ma non potevano durare all’infinito così come pensati all’inizio.

L’attuale Governo a nostro avviso però ha sbagliato i tempi della comunicazione ed ha adottato, ancora una volta, un metodo che ha reso, in questi due anni e mezzo, la vita impossibile ai professionisti, cioè ha cambiato le norme e le scadenze in corso d’opera. Nel 2023 i superbonus avrebbero dovuto avere una aliquota di detrazione

Ciò significa che, quando a breve la Direttiva UE EPB per l’efficientamento energetico degli edifici entrerà in vigore, il nostro Paese dovrà trovare un meccanismo finanziario che sostenga in qualche modo l’intervento dei privati, altrimenti gli obiettivi di risparmio energetico che ci stiamo impegnando a realizzare non potranno essere raggiunti. Un ulteriore aspetto che da due anni, attraverso il Centro Studi CNI, abbiamo cercato di mettere in evidenza è che se è vero che per il Super ecobonus sono stati spesi oltre 70 miliardi di euro occorre guardare anche al gettito fiscale derivante da tale spesa e occorre quantificare il risparmio energetico realizzato. Il disavanzo legato al Super ecobonus non è pari a 70 miliardi ma a parecchio meno; noi stimiamo che il disavanzo effettivo sia intorno ai 50 miliardi; una cifra consistente ma ridimensionata rispetto alle cifre allarmanti comunicate da più parti. Occorre poi considerare gli effetti moltiplicativi, cioè espansivi, generati da tale spesa sull’economia nazionale e infine occorre tenere presente che il risparmio energetico generato dalla spesa per Super ecobonus ha portato, fino ad oggi, a realizzare 1,1

A dicembre e poi a gennaio abbiamo cercato di sollevare il problema legato al fatto che il Governo stava rivedendo in modo radicale il meccanismo dei Superbonus ma quello che si stava smontando avrebbe dovuto poco dopo essere “rimontato” per fare fronte alla nuova Direttiva europea sulle case green.

E, come prevedibile, la Direttiva a cui vi riferivate è stata approvata dalla Commissione plenaria del Parlamento europeo a marzo, ponendo obiettivi stringenti e scadenze precise, che ora saranno oggetto di trattativa col Consiglio.

Il Governo italiano si è subito posto tra i critici di tale provvedimento, ma le cifre sono spesso discordanti su quanto effettivamente si dovrà fare. Qual è la vostra posizione come tecnici in prima linea?

Più che una posizione noi abbiamo un’opinione al riguardo, che abbiamo espresso in audizione al Senato e poi in altre comunicazioni, credo inascoltate. I dati sui livelli di dispersione energetica degli edifici in Italia pur essendo indispensabili in partenza rischiano di essere fuorvianti se non opportunamente analizzati.

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Angelo Domenico Perrini

Quel dato che indica ad esempio che il 35% degli immobili residenziali è in classe energetica G e che il 24% è in classe energetica F, e così via, è tratto da un campione di poco più di 2 milioni di immobili residenziali, cioè si tratta degli immobili per i quali sono state elaborate delle Attestazioni di prestazione energetica. Non sappiamo quanto sia rappresentativo questo campione.

Ragioniamo con dati grossolani e questo non può darci certezze perchè la posta in gioco con la Direttiva EPB è molto alta. E se dovessimo poi scoprire che gli immobili su cui intervenire sono di più rispetto alle stime? O se fossero di meno? Non è più tempo per approssimazioni.

Occorrerebbero maggiori certezze per capire se il Paese è veramente in grado di raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico nel 2030 e nel 2033. Sarebbe necessario effettuare una rilevazione speditiva sullo stato delle dispersioni energetiche degli edifici e poi elaborare un piano appropriato alle caratteristiche del nostro Paese.

Abbiamo le competenze e la preparazione per farlo. Abbiamo anche detto che il Governo non può giocare in sede UE questa partita senza coinvolgere almeno le strutture di rappresentanza dei profes-

sionisti dell’area tecnica più direttamente competenti su questo argomento.

Il patrimonio edilizio è responsabile del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di CO2 in atmosfera. Qual è secondo lei e secondo il CNI la strategia corretta da adottare per ovviare ad un problema che non può essere né ignorato né ulteriormente dilazionato nel tempo?

Se si prevede di affrontare veramente questo problema non abbiamo a disposizione molte alternative. Occorre o abbattere una grande quantità di edifici, cosa ovviamente irreale, oppure effettuare ristrutturazioni profonde attraverso la coibentazione delle superfici disperdenti e l’utilizzo delle tecnologie che consentono un uso ottimale dei materiali e delle apparecchiature. Possiamo intervenire per gradi, agendo sugli edifici più vecchi e trovando le soluzioni più adatte allo stato del singolo manufatto avvicinandoci al massimo del risparmio ottenibile. Il punto però è che tutto questo richiede tre elementi essenziali: il primo è la conoscenza con esattezza dello stato attuale degli edifici; il secondo è la predisposizione di un piano estensivo di ristrutturazione profonda delle abitazioni che necessariamente richiede tempi non

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rapidissimi e per fare una buona progettazione e per non creare tensioni sui prezzi dei prodotti per l’edilizia; il terzo fattore è la disponibilità di risorse pubbliche prontamente accessibili, magari attingendo ad un apposito fondo europeo, che sostenga una buona parte della spesa dei privati. Molte famiglie, infatti, non sono in grado di finanziare i lavori di ristrutturazione.

C’è poi un quarto fattore essenziale, la stabilità normativa da cui deve scaturire un piano di azione che, una volta varato, non cambi in continuazione, come avvenuto per i Superbonus. Il nostro Paese è pronto ad affrontare questa sfida senza che si inneschino dubbi, idee e interpretazioni contrapposte su ciò che si è fatto e che vi è da fare?

Mi permetto di esprimere qualche dubbio. Vorrei infine porre l’attenzione sul fatto che una vera ristrutturazione profonda dell’edificio dovrebbe comportare non solo interventi per il risparmio energetico ma anche per la prevenzione del rischio sismico. Nessuno parla di sisma bonus e nessuno di noi oggi conosce ad esempio quanto si è speso per il Super sisma bonus, sempre per il fatto che in questi anni sono circolate informazioni parziali, difficili da ricondurre ad un quadro unitario. Elaborare un piano complesso di interventi in queste condizioni evidentemente è complicato.

La building automation non è certamente una novità, eppure viene costantemente ignorata, anche in fase di progettazione, come strumento utile a ridurre i consumi del patrimonio edilizio. Questo malgrado esista dal 2017 la norma UNI 15232 (ora modificata nella ISO 52120). La prima domanda è perché secondo lei si manifesta questo disinteresse e la seconda è cosa si debba fare per condividere con i progettisti una cultura dell’innovazione davvero efficace e pervasiva?

C’è una questione che potremmo definire “culturale” consolidatasi negli anni in materia di ricorso ai bonus per il risparmio energetico. Prima del Super ecobonus 110% vi erano - e vi sono ancora - gli ecobonus ordinari che consentono detrazioni tra il 50% ed il 65% della spesa.

La grande maggioranza delle spese si è concentrata sul cambio degli infissi e sulla installazione di una nuova centrale termica oltre qualche caso di coibentazione dell’edificio. Si tratta degli interventi che tutti

percepiscono come capaci di fare ottenere un risparmio più immediato. Forse è anche mancata una giusta azione di indirizzo del tecnico verso la building automation.

Per il cambio degli infissi però ci si rivolge direttamente all’installatore, mentre per un piano di building automation occorrerebbe rivolgersi a professionisti esperti, far elaborare un progetto, effettuare poi l’installazione; un processo che rischia di essere purtroppo percepito come troppo complicato. Il CNI da sempre sostiene la qualificazione dei professionisti, attraverso la formazione e l’aggiornamento, in servizio; in questa prospettiva mette a disposizione la propria fondazione per organizzare direttamente e/o attraverso gli ordini, specifici eventi formativi finalizzati a far conoscere le tecnologie disponibili e gli strumenti informatici utilizzabili. Il confronto continuo tra professionisti e tra professionisti ed aziende del settore è determinante.

Il nostro sistema ordinistico incentiva questo percorso ma, anche per esperienza diretta, sentiamo di dover fare di più. Tra i nostri professionisti c’è un’incredibile richiesta di aggiornamento, perché materiali, impianti e tecnologie sono in costante evoluzione. La formazione continua di qualità è la chiave per affrontare questa questione cruciale.

Dal 2014 esiste una norma in Italia che rende obbligatoria l’infrastrutturazione digitale degli edifici nuovi e profondamente ristrutturati con un impianto in fibra ottica. Si tratta di una delle norme più disattese degli ultimi decenni, eppure gli stessi progettisti rischiano pesanti sanzioni nel caso asseverino situazioni non corrispondenti alla realtà. Cosa ha fatto e cosa può fare il CNI per informare e sensibilizzare gli Ingegneri in merito ad un provvedimento importante per la modernizzazione del Paese?

In qualità di Presidente di una organizzazione che riunisce e rappresenta oltre 240.000 professionisti, vorrei premettere che oggi i progettisti sono costretti a conoscere una mole incredibile di norme. Gli ingegneri non devono solo conoscere la tecnica della progettazione, già di per sé complessa, ma conoscere una quantità di norme, circolari e prassi operative connesse con la progettazione stessa.

Viviamo in un Paese in cui la stratificazione delle norme ha raggiunto livelli incredibili; si

tratta di norme a volte contraddittorie tese ad assicurare una assoluta regolazione, ottenendo spesso l’effetto contrario ovvero una automatica deregulation e comunque risultati scadenti; i dettami delle norme in materia di infrastrutturazione digitale degli edifici a me sembra che spesso ricadano in questa casistica. Ciò detto è evidente che la maggiore sensibilizzazione degli ingegneri su tali tematiche può avvenire, ancora una volta, solo in un modo, ovvero attraverso occasioni formative di cui il CNI e gli Ordini professionali si fanno carico.

Nell’ambito delle nuove tecnologie, con la rivoluzione digitale, stiamo assistendo ad una progressiva integrazione tra campi disciplinari un tempo nettamente distinti. Questo comporta profondi mutamenti anche sotto il profilo delle competenze e delle professioni. Come CNI state affrontando questo tema cruciale per il futuro?

E come lo vivete?

Da tempo il CNI ha affrontato in varie sedi e con vari mezzi il tema della multidisciplinarietà. Gli studi professionali, non solo di ingegneria, vivono il grande problema della piccola dimensione, il che significa, soprattutto oggi, non crescere nel mercato ma accontentarsi di poco.

Le STP ovvero le società tra professionisti non hanno ancora registrato in Italia un vero exploit sia perché vige una certa confusione normativa sia perché per molti professionisti è difficile immaginare che domani l’aggregazione formalizzata porterà buoni frutti. Nel campo dell’Ingegneria è prevalente ancora una rete informale di professionisti, ovvero piccoli gruppi anche poco interdisciplinari, che si ritrovano a collaborare su un progetto e poi tutto finisce lì. Forse proprio i Superbonus hanno dato una scossa in quanto molti professionisti, di fronte a progetti molto impegnativi e di grandi dimensioni, hanno capito di non poter fare da soli.

La strada da percorrere è tuttavia ancora lunga. Forse lo stesso CNI non ha promosso questo tema a sufficienza: a parte alcune pubblicazioni ed occasioni spot per parlare del problema non vi è stato molto altro. Servirebbe una sorta di campagna a tappeto sui territori per presentare i modelli possibili di aggregazione, indicandone opportunità e limiti, per poi lasciare decidere ai professionisti. ■

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INTERVISTA

UNLOCK THE FUTURE

Come gestire in modo efficace il controllo accessi in un edificio smart

Il controllo accessi è ormai esigenza fondamentale per qualsiasi edificio, di nuova costruzione e anche già esistente. Il moltiplicarsi delle consegne a domicilio e la necessità di regolare l’afflusso da parte di figure diverse, garantendo la sicurezza, è una domanda in forte crescita che oggi conosce soluzioni moderne basate sulle più recenti tecnologie digitali.

APPUNTAMENTI 2023:

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Il nuovo schema di codice dei contratti

Sul nuovo codice dei contratti pubblici sono stati espressi considerazioni e commenti da parte di tutte le categorie coinvolte, in larga parte sulle disposizioni che andavano ad interessare i propri interessi, per lo piu’ economici. È stata trascurata la grande innovazione relativa all’introduzione di criteri di responsabilità della PA e dei progettisti verso l’efficienza energetica, l’economia circolare, la sostenibilità declinata nei tre ambiti, la riduzione del consumo di suolo, la rigenerazione urbana.

Il nuovo schema di codice dei contratti pubblici va nella direzione della semplificazione delle procedure, di un ampio utilizzo delle tecnologie digitali nelle stazioni appaltanti, di migliori competenze del personale, anche digitali, ma soprattutto di assunzione di criteri di responsabilità della PA e dei progettisti per la sostenibilità e efficienza energetica. La P.A., dunque, ai tradizionali ruoli di Stazione Appaltante, di soggetto che provvede alla pianificazione e programmazione dei lavori pubblici, al ruolo

tecnico relativo alla progettazione, direzione dei lavori e collaudo delle opere, svolto dai professionisti Tecnici dipendenti della PA, che non dimentichiamo sono attività proprie dell’Ingegnere anche dipendente, al ruolo di controllo dei procedimenti, assomma un nuovo ruolo: la promozione della Sostenibilità.

Il Nordic Council of Ministers ha redatto un rapporto, “Sustainable Public Procurement and the Sustainable Development Goals”, pubblicato nel maggio 2021, per evidenziare il valore aggiunto che gli appalti pubblici sostenibili possono avere nel raggiungimento dei 17 obiettivi di sostenibilità ambientale fissati dall’ONU e da raggiungere entro il 2030.

Già il Green Public Procurement e i conseguenti decreti sui criteri ambientali minimi avevano introdotto nel corpus legislativo nazionale il tema della sostenibilità dei contratti pubblici, anche sulla base della comunicazione della Commissione Europea “Appalti pubblici per un ambiente migliore” (COM n. 400/2008).

In questo quadro anche le imprese, secondo i tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento: Environmental, Social and corporate Governance, contribuiscono al raggiungimento di un modello innovativo di sviluppo. La rivoluzione della Green Economy, “green & social”, deve essere trainata dai contratti pubblici, volano dell’economica del Paese. Gli appalti pubblici sostenibili contribuiscono in modo significativo al benessere, alla competitività e alla protezione dell’ambiente, in termini di economicità delle risorse pubbliche, di promozione dell’innovazione, di stabilità sociale per la creazione di nuovi posti di lavoro green, di riduzione dell’impatto ambientale.

La legge (delega n. 78 del 21 giugno 2022 all’art. 1 c.2 lettera f) impone il conseguimento dei seguenti obiettivi ispiratori del codice ossia la semplificazione delle procedure finalizzate alla realizzazione di investimenti in tecnologie verdi e digitali, in innovazione e ricerca nonché in innovazione sociale, anche al fine di conseguire gli

SMART BUILDING ITALIA 12 CONTRIBUTO
I contratti pubblici come strumento di “sostenibilità” e di innovazione tecnologica
Illustration by Andrea Manzati Ing. Pasquale Capezzuto Presidente Commissione Tecnica UNI 058 “Citta’, comunita’ e infrastrutture sostenibili”

obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e di incrementare il grado di ecosostenibilità degli investimenti pubblici e delle attività economiche. Il rispetto dei criteri di responsabilità energetica e ambientale sarà una condizione dell’affidamento degli appalti pubblici e delle concessioni, che avverrà mediante la definizione dei criteri ambientali minimi – da rispettare obbligatoriamente – differenziati per tipologie ed importi di appalto e valorizzati economicamente nelle procedure di affidamento con l’introduzione di sistemi di rendicontazione degli obiettivi energetico-ambientali.

L’articolo 83, comma 2, prevede, infatti, che i bandi di gara debbano indicare i criteri ambientali minimi per ogni categoria di prodotto o servizio tra quelli disciplinati con apposito D.M..

Ricordiamo che la sostenibilità ambientale è oggetto di specifiche prescrizioni nei contratti pubblici finanziati con risorse del PNRR, per i quali la Ragioneria Generale dello Stato ha emanato, con la Circolare del 13 ottobre 2022, n. 33 rubricata “Aggiornamento Guida operativa per il rispetto del principio di non arrecare danno significativo all’ambiente (cd. DNSH).”

Tra i principi cardine della progettazione l’art. 41 del codice introduce l’efficienza energetica, l’economia circolare, la sostenibilità declinata nei tre ambiti, la riduzione del consumo di suolo, la rigenerazione urbana. La progettazione degli interventi deve, infatti, assicurare “l’efficientamento energetico e la minimizzazione dell’impiego di risorse materiali non rinnovabili nell’intero ciclo di vita delle opere, il rispetto dei principi della sostenibilità economica, territoriale, ambientale e sociale dell’intervento, anche per contrastare il consumo del suolo, incentivando il recupero, il riuso e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e dei tessuti urbani”.

Dal punto di vista operativo se il progettista deve assicurare il rispetto dell’efficientamento energetico non deve solo rispettare le disposizioni di legge in materia (decreto requisiti minimi del 26-6-2015 e norme correlate) ma individuare le migliori soluzioni tecnologiche e i parametri relativi all’involucro e agli impianti più performanti rispetto alla norma di legge.

Si pone in evidenza l’esigenza di valutare l’apporto positivo del progetto sui tre

aspetti della sostenibilità, apporto che non si puo’ limitare all’applicazione dei protocolli di sostenibilita’ energetico-ambientale. In tal senso va l’introduzione tra gli elaborati del progetto di fattibilità tecnico-economica della “relazione di sostenibilità dell’opera”.

Tale relazione, declinata nei contenuti in ragione della specifica tipologia di intervento infrastrutturale, deve contenere, in linea generale e salva diversa motivata determinazione del RUP:

• la descrizione degli obiettivi primari dell’opera in termini di risultati per le comunità e i territori interessati, attraverso la definizione dei benefici a lungo termine, come crescita, sviluppo e produttività, ne possono realmente scaturire, minimizzando, al contempo, gli impatti negativi

• la verifica degli eventuali contributi significativi ad almeno uno o più dei seguenti obiettivi ambientali, reg. UE 18-6-2020, nel ciclo di vita dell’opera:

a) mitigazione dei cambiamenti climatici;

b) adattamento ai cambiamenti climatici;

c) uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine;

d) transizione verso un’economia circolare;

e) prevenzione e riduzione dell’inquinamento;

f) protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi;

• una stima della valutazione del ciclo di vita dell’opera in ottica di economia circolare, seguendo le metodologie e standard internazionali (L.C.A.), con particolare riferimento alla definizione e all’utilizzo dei materiali da costruzione ovvero dell’identificazione dei processi che favoriscono il riutilizzo di materia prima e secondo riducendo gli impatti in termini di rifiuti generati;

• l’analisi del consumo complessivo di energia con l’indicazione delle fonti per il soddisfacimento del bisogno energetico, anche con riferimento a criteri di progettazione bioclimatica;

• la definizione delle misure per ridurre le quantità degli approvvigionamenti esterni (riutilizzo interno all’opera) e delle opzioni di modalità di trasporto più sostenibili dei materiali verso/dal sito di produzione al cantiere;

• una stima degli impatti socio-economici dell’opera, con specifico riferimento alla promozione dell’inclusione sociale, la riduzione delle disuguaglianze e dei divari territoriali nonché il miglioramento della

qualità della vita dei cittadini;

• l’utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative, ivi incluse applicazioni di sensoristica per l’uso di sistemi predittivi (struttura, geotecnica, idraulica, parametri ambientali)

Tra gli elaborati del progetto esecutivo ritroviamo la relazione tecnica ed elaborati di applicazione dei criteri minimi ambientali (CAM) di riferimento, di cui al codice, ove applicabili.

Tra le relazioni specialistiche, non esplicitamente indicata, dovrebbe essere compresa la relazione tecnica di progetto di cui all’art. del D.Lgs 48/2020 e all’art. 2.2. del decreto 26 giugno 2015 «Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici».

Tra gli elaborati grafici del progetto esecutivo sono previsti :

• elaborati finalizzati ad evitare effetti negativi sull’ambiente, sul paesaggio e sul patrimonio culturale in relazione alle attività di cantiere, tra cui uno studio della viabilità di accesso ai cantieri ed eventualmente la progettazione di quella provvisoria, in modo che siano contenuti l’interferenza con il traffico locale ed il pericolo per le persone e per l’ambiente, nonché l’indicazione degli accorgimenti atti ad evitare inquinamenti del suolo, acustici, idrici ed atmosferici; • elaborati atti a definire le misure e gli interventi di mitigazione ambientale e di compensazione ambientale, nei relativi limiti di spesa ove stabiliti;

Non si puo’ non rilevare, dunque, una particolare attenzione posta dal legislatore ai temi in linea con gli obiettivi europei del Green Deal, al fine di assicurarne l’attuazione nella realizzazioni delle prossime opere pubbliche. Una strumentazione procedimentale nei contratti pubblici che costituisce un volano per tale svolta e’ la digitalizzazione dei processi delle stazioni appaltanti, contenuta in particolare nella disposizione che prevede come “le attività e i procedimenti amministrativi connessi all’intero ciclo di vita dei contratti pubblici sono svolti digitalmente mediante le piattaforme e i servizi digitali; i dati e le informazioni a essi relativi sono gestiti e resi fruibili in formato aperto, secondo le previsioni di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.

Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti, nonché gli operatori economici che

SMART BUILDING ITALIA 13

partecipano alle attività e ai procedimenti di cui al comma 3, adottano misure tecniche e organizzative a presidio della sicurezza informatica e della protezione dei dati personali”.

Ciò avverrà mediante l’approvvigionamento di piattaforme e servizi interoperabili e soluzioni tecnologiche particolarmente innovative, ivi inclusa l’intelligenza artificiale (!) .

Anche nel campo della progettazione degli interventi l’art. 43 “Metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni” il codice spinge sull’utilizzo delle tecnologie BIM negli appalti, secondo quanto gia’ previsto il decreto 2 agosto 2021, n. 312, tecnologie che ricordiamo non consentono solo efficienze e innovazione nel momento della progettazione ma anche nella gestione degli edifici. I digital twin sono la naturale evoluzione dell’’impatto della digitalizzazione degli edifici e delle infrastrutture. Tali disposizioni mostrano l’attenzione posta nell’innovazione tecnologica degli appalti.

Nel nuovo codice si apprezza la particolare rilevanza che assume una fattispecie contrattuale introdotta dalla direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, recepita nel nostro ordinamento con il D.Lgs. 4 luglio 2014, n. 102, al fine di promuovere l’efficienza energetica, il

contratto di rendimento energetico e di prestazione energetica.

In particolare, il contratto di rendimento energetico, secondo la definizione riportata all’art. 2, comma 1, lett.n) del D.Lgs. n. 102/2014 è : un “accordo contrattuale tra il beneficiario o chi per esso esercita il potere negoziale e il fornitore di una misura di miglioramento dell’efficienza energetica, verificata e monitorata durante l’intera durata del contratto, dove gli investimenti (lavori, forniture o servizi) realizzati sono pagati in funzione del livello di miglioramento dell’efficienza energetica stabilito contrattualmente o di altri criteri di prestazione energetica concordati, quali i risparmi finanziari”.

Oggetto del contratto, pertanto, è il conseguimento di una “misura di miglioramento dell’efficienza energetica”.

La misura di miglioramento dell’efficienza energetica, calcolata secondo le norme in materia di attestazione della prestazione energetica degli immobili e delle altre infrastrutture energivore, è resa disponibile all’ente concedente a cura dell’operatore economico e deve essere verificata e monitorata durante l’intera durata del contratto, anche avvalendosi di apposite piattaforme informatiche adibite per la raccolta, l’organizzazione, la gestione, l’elaborazione, la valutazione e il monitoraggio dei consumi

energetici. Tale fattispecie di contratto, meglio definita e introdotta nell’ambito dei contratti di partenariato pubblico privato, consente alle PP.AA. di progettare appalti per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica del proprio patrimonio edilizio-impiantistico con garanzia di risultato, anche con la partecipazione dei fondi di soggetti privati (finanza di progetto).

Infine si cita il Rapporto “Investire in Infrastrutture: Strumenti Finanziari e Sostenibilità Rapporto Commissione Finanza per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibile (FIMS) 04 Febbraio 2022, del MIMS che contiene proposte per il coinvolgimento dei capitali privati nella realizzazione, manutenzione e gestione di opere pubbliche e in interventi che mirino alla sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica, individuando nel Partenariato Pubblico-Privato (PPP) un importante modello di finanziamento.

Nel Rapporto si raccomanda anche di adottare un sistema di misurazione dell’impatto sociale e ambientale delle opere pubbliche, a partire da quelle del P.N.R.R., la ‘struttura di misurazione’ dei progetti d’investimento dovrebbe poi assicurare la partecipazione delle comunità locali al monitoraggio delle infrastrutture e l’individuazione ex-ante di particolari esigenze verso le quali indirizzare gli interventi. ■

SMART BUILDING ITALIA 14
CONTRIBUTO

Da ANIE CSI e CEI due Guide aggiornate alle novità normative dei BACS

L’evoluzione normativa sulla building automation è in grande fermento soprattutto in questi ultimi due anni. Proprio durante la pandemia è emerso in maniera ancora più evidente che l’automazione, unita alla telegestione degli impianti, che consente di essere virtualmente presenti nell’edificio e operare sul suo sistema tecnologico in maniera quasi completa, è una delle componenti essenziali al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione in Europa. Come è noto, il 40% dei consumi energetici è dovuto agli edifici ed il 60% di questi alla climatizzazione invernale. Automatizzare serve a rendere gli edifici autoadattanti alle esigenze degli occupanti.

La telegestione, oltre a consentire la manutenzione da remoto, abilita a servizi che saranno sempre più necessari, come l’intelligenza artificiale che, grazie all’infinita capacità computazionale del cloud, potrebbe prevedere:

• il tasso di occupazione ora per ora

• la risposta dell’edificio a una situazione metereologica futura

• la prevenzione di eventuali malfunzionamenti del sistema tecnologico dell’edificio

Il CEN ha sposato questi concetti e il concetto EU di Zero Emission Building (ZEB) unito al principio Green e Digital, coniando lo ZESB (Zero Emission Smart Building), fig.1

Il TC 247 è il comitato CEN che ha prodotto la norma tecnica EN 15232 sotto mandato EU M/480, lo stesso della nota EPBD, di cui si è molto parlato come “direttiva case green”. Quest’ultima revisione (siamo alla quarta) non solo impone un certo livello di prestazione (su cui gli stati membri stanno ragionando in questo momento), ma impone anche una valutazione del grado di intelligenza degli edifici, quindi il loro livello di automazione, cioè dei BACS, fig.2. Prima di arrivare allo SRI (Smart Readiness Indicator), anticipato dalla terza revisione della EPBD (la 2018/844/EU), si è reso necessario aggiornare la vecchia norma EN 15232 (che nel 2017 era diventata 15232-1) e quindi, sia il CEN in Europa sia l’UNI in Italia, hanno recepito la norma ISO. Così il 4 novembre 2022 è stata pubblicata la UNI EN ISO 52120-1 che ha reso obsoleta la UNI EN 15232-1. Questo passaggio ha reso obbligatoria una revisione anche dei documenti del CEI e di ANIE che facevano riferimento alla EN 15232 ritirata.

Il TC 205 del CEI ha rivisto in maniera piuttosto profonda la Guida CEI 205-18 “Guida per l’utilizzo della UNI EN ISO 52120-1. Classificazione dei sistemi di automazione degli impianti tecnici negli edifici, identificazione degli schemi funzionali, stima dei contributi di detti sistemi alla riduzione dei consumi energetici”. La Guida è uno strumento fondamentale per un corretto approccio alla ISO 52120, che affianca i corsi già in essere al CTI e presso AiCARR Formazione, oltre ai corsi di aggiornamento offerti dagli ordini professionali del CNI e del CNPI. Non solo CEI, CTI, AiCARR e gli ordini professionali, ma anche ANIE CSI si è resa protagonista nel 2021 scrivendo una guida sulla EN 15232 e soprattutto sull’applicazione di questa norma citata anche nel DM del 6 agosto 2020 chiamato “requisiti ecobonus”.

ANIE CSI, per venire incontro alle richieste degli operatori del settore edilizio, in termini di automazione e controllo applicati in ambito ECOBONUS, ha pubblicato in data 28 marzo 2023 la revisione della Guida alla ISO 52120. Il titolo del documento è: “Nuova guida pratica alle agevolazioni per Domotica e Building Automation”. La nuova guida è stata aggiornata anche in base alla recentissima UNI TS 11651, la norma che descrive la procedura di asseverazione della classe di automazione ai sensi della già citata ISO 52120-1.

È quindi in linea con le richieste del portale ENEA per le detrazioni fiscali. Di queste novità e di molto altro, si parlerà anche al prossimo Smart Building Roadshow, un tour in Italia con ben 5 tappe: Palermo, Bari, Roma, Milano e Rovereto. ■

Per informazioni ed iscrizioni: www.smartbuildingitalia.it/roadshow-2023

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ANIE - CSI
Fig. 1 – Schema di ZESB da parte del CEN/TC 247 Fig. 2: evoluzione della norma dei BACS Fig. 3: Copertina della nuova guida ANIE CSI sui BACS, conforme alla ISO 52120-1
4.0 www.smartbuildingitalia.it/smartbuilding.edu

buona la prima!

Circa 300 partecipanti per la prima edizione dell’area di Didacta Firenze dedicata all’adeguamento tecnologico e impiantistico degli edifici scolastici italiani.

Protagoniste le aziende innovative del settore

Soluzioni via cavo e wireless per la scuola 4.0, tecnologie per Security e Safety, per la qualità dell’aria e per la conformità della luce nelle aule. E ancora tecnologie e soluzioni per una scuola green e per Building Automation e Facility Management degli edifici scolastici. Di questo e molto altro si è parlato nella tre giorni di Smartbuilding.edu a Didacta (Firenze): un’iniziativa realizzata da Pentastudio e Smart Building Italia all’interno dell’ultima edizione della fiera Didacta, che ha registrato un picco di visitatori rispetto alla precedente. Smartbuilding.edu è stato il primo grande incontro tra il mondo della scuola e quello dell’innovazione tecnologica applicata agli edifici scolastici.

Circa 300 partecipanti hanno aderito all’iniziativa focalizzata sui 6 macro argomenti tecnologici, tra docenti, dirigenti scolastici e progettisti che hanno partecipato ai numerosi workshop di approfondimento che si sono alternati nelle sale dell’area dedicata a Smartbuilding.edu, tra interessanti case studies e novità tecnologiche raccontati dalle aziende e da docenti esperti del settore.

Si ringraziano i relatori intervenuti e tutte le aziende partner presenti nell’area espositiva e nell’arena dei dibattiti: A2A Smartcity, ABS Group, Aerpura, Ajax Systems, Beg Italia, Comm-tec, Culligan, DB Energy, D-Link, Inim, Honeywell, Loytec Electronics, Stim Tech Group

Appuntamento alla prossima edizione e nell’ambito di SMART BUILDING EXPO (Fiera Milano, 15-17 novembre 2023), dove sarà possibile approfondire queste tematiche tra convegni e area espositiva. ■

SPECIALE SCUOLA 4.0

17 Smartbuilding.edu: buona la prima

18 Scuola e tecnologia: la parola alle aziende

24 La smart school 4.0 secondo

Electronic' Time

27 Culligan: tecnologia e risparmio dell'acqua

28 Il cablaggio a regola d'arte per le scuole - TCK-LAN

30 Linee guida della scuola del futuro

32 Connettività e infrastruttura digitale

d'edifico: una tecnologia abilitante per la scuola 4.0

34 Sicurezza e cybersecurity:

è un problema di metodo

36 Aule immersive e nuova didattica

37 E quindi, la "nuova didattica" come sarà?

38 La qualità dell'aria non è un optional

40 L'importanza della luce tra risparmio energetico e ritmo circadiano

41 La scuola green ed efficiente

43 Scuola: ecco cosa prevede il PNRR

44 Efficienza energetica e sostenibilità

47 Sostituzione edilizia della scuola di Grugliasco

49 Polo scolastico "Dino Compagni"

50 Quando la scuola è smart in provincia

52 Università: quanto vale una piattaforma di gestione e controllo?

SMART BUILDING ITALIA 17 Smartbuilding.edu:
Ilaria Rebecchi

Sicurezza e monitoraggio anche negli ambienti scolastici

jax Systems è il più grande produttore di sistemi di sicurezza in Europa e sviluppa soluzioni hardware e software per la sicurezza e il comfort. La linea di prodotti comprende oltre 70 dispositivi cablati e wireless per la massima sicurezza interna ed esterna e per semplificare i processi di vita quotidiani. Il sistema di sicurezza Ajax si adatta a qualunque design e locale, include dispositivi in grado di proteggere qualsiasi proprietà da intrusioni, perdite d’acqua, incendi e livelli pericolosi di Co2

Ajax Systems a Smartbuilding.edu a Firenze

Durante l’intervento nell’ambito della fiera è stato presentato LifeQuality, il rilevatore intelligente della qualità dell’aria integrabile con

scenari di automazione nel caso vengano superate le soglie di temperatura, umidità e concentrazione di CO2 impostate. Una buona qualità dell’aria è la chiave per lavorare in modo produttivo, godere di una buona salute e avere un sano riposo. LifeQuality fornisce informazioni complete tramite le app Ajax e notifica quando gli indicatori superano i limiti prefissati. Questo permette di capire se il microclima nella stanza è ottimale e, in caso contrario, cosa esattamente si dovrebbe migliorare. Gli utenti potranno godere di aria di alta qualità usando LifeQuality congiuntamente a dispositivi di automazione Ajax, umidificatori e aria condizionata. Grazie all’affidabilità di queste tecnologie, LifeQuality è immune a vapori, aerosol o profumi, a differenza dei dispositivi di altri vendor. Il rilevatore LifeQuality è adatto a qualsiasi stanza e rappresenta la soluzione ideale per uffici, locali industriali, uso domestico e ambienti scolastici. I sistemi Ajax sono compatibili con quanto specificato nel Decreto-legge del 3 agosto 2022 - numero 180, che prevede che i Dirigenti Scolastici possano richiedere dei fondi per l’installazione di dispositivi di rilevazione ed eventuale purificazione dell’aria indoor negli edifici scolastici. ■

Per migliorare l’acustica degli ambienti scolastici

Tra i protagonisti a Smartbuilding.edu anche ABS Group: “è stata un’occasione importante per incontrare i professionisti che si occupano di progettazione e riqualificazione delle architetture scolastiche e porre l’attenzione sul tema del riverbero acustico degli ambienti. Con i nostri prodotti in tessuto fonoassorbenti miriamo proprio a rendere più confortevoli e accoglienti aule, mense e spazi comuni”

L’azienda è specializzata negli allestimenti in tessuto per correggere il riverbero acustico degli ambienti: un efficace sistema per migliorare il comfort in spazi affollati come uffici, mense, ospedali, scuole, ristoranti, per isolare acusticamente gli ambienti e rivestire pareti e soffitti con una grafica personalizzata.

ABS Group propone i quadri a parete e soffitto: soluzioni allestitive personalizzabili, leggere, versatili e flessibili e che possono essere rinnovate velocemente. 100% Made in Italy, i pannelli sono sicuri e certificati ignifughi classe B1 e gli inchiostri usati per la stampa sono ecologici, senza solventi e inodori

Scuola e tecnologia: la parola alle

La Scuola dell’Infanzia Andrea Pazienza

Per migliorare il comfort acustico all’interno di aule e mensa della Scuola di Vittorio Veneto sono stati realizzati pannelli in tessuto fonoassorbenti progettati su misura e applicati alle pareti.

Combinando materiali fonoassorbenti e tessuti di rivestimento personalizzati, questi pannelli assolvono una triplice funzione: migliorano il comfort ambientale, possono essere utilizzati come supporti didattici e decorano gli spazi come elementi d’arredo. Sono sicuri ed ecologici, non rilasciano odori o sostanze tossiche perché i tessuti sono stampati in sublimazione con inchiostri a base acqua e senza solventi. ■

SMART BUILDING ITALIA 18
Manutenzione semplificata per gli edifici scolastici e università di Loytec
AProtagoniste le aziende innovative AJAX SYSTEMS LOYTEC Erciyes Università in Kayseri, Turchia, 2020
Quasi 300 partecipanti tra docenti, e progettisti: case studies e novità eccellenze degli edifici scolastici
ABS GROUP
SPECIALE SCUOLA 4.0

tecnologia: alle aziende

ment semplice, conveniente e facilmente scalabile, in grado di garantire una facile gestione centralizzata dell’infrastruttura di rete, completamente da remoto, senza comprometterne la sicurezza e la privacy. Le soluzioni D-Link sono già state implementate con successo in diverse realtà del settore education, tra cui il progetto di fornitura di una rete Wi-Fi integrata e performante per gestire diverse sedi dislocate di La Giocomotiva, complesso di asili nido e scuole d’infanzia bilingue con sede a Milano e Roma.

innovative del settore

NUCLIAS

Nuclias per le scuole di oggi e domani

Didattica a distanza, registro elettronico, lavagne interattive e servizi digitali sono solo alcune delle richieste IT che le scuole moderne hanno dovuto fronteggiare in questi ultimi anni. Proprio per aiutare il settore Education a rispondere in maniera semplice e immediata a questa nuova gestione dell’infrastruttura scolastica, D-Link ha deciso di partecipare all’edizione 2023 di Didacta nella nuova area di Smartbuilding.edu e proporre Nuclias, la sua soluzione di remote network manage-

creduto” - afferma Paolo Laganà, Sales Manager Italy di Loytec electronics, azienda leader internazionale nel mondo dell’edificio intelligente come protagonista globale nell’automazione dei buildings – “che questa potesse essere la manifestazione adeguata a cominciare a proporre ai diretti interessati le tecnologie e le soluzioni per ammodernare i nostri edifici scolastici e per indirizzare la progettazione dei nuovi. In questo senso il PNRR offre delle risorse difficilmente immaginabili prima ed è occasione da non perdere. Lo sviluppo della tecnologia pone problemi di valutazione e di scelta che i responsabili devono poter affrontare avendo tutte le informazioni utili per accompagnare le varie fasi di vita dell’edificio”.

Le soluzioni presentate a Firenze

L’azienda ha presentato una soluzione realizzata in provincia di Pisa e che ha fatto riferimento a una tecnologia che, pur mantenendo le prerogative di alto livello di automazione e connettività, consentisse di accompagnarle con una immediatezza di confi-

La Giocomotiva è una realtà del mondo della pedagogia e dell’educazione con attualmente 16 sedi tra nidi e scuola dell’infanzia in tutta Italia. Grazie a una semplice gestione da remoto della rete, per tutte le sedi sparse sul territorio, il complesso garantisce ora un servizio efficiente e di alta qualità, sia per la gestione interna delle attività formative e dei dipendenti, che per i rapporti e la comunicazione con i genitori.

Il complesso può ora vantare una rete più efficiente e con una maggior velocità di connessione, garantita da un controllo centrale di tutta l’infrastruttura di rete tramite Nuclias Cloud.

La Giocomotiva ha attivato anche un servizio di monitoring e di segnalazione dei malfunzionamenti attraverso l’invio di e-mail automatiche. Inoltre, l’utilizzo dello stesso SSID e della stessa password su tutta la rete aziendale ha consentito un’operatività completa, senza dover richiedere gli accessi alla rete per le varie sedi scolastiche. ■

gurazione e flessibilità di approccio del progetto e di gestione delle fasi successive di vita dell’edificio.

La piattaforma utilizzata, LROC, consente l’utilizzo di sensoristica e altri dispositivi di campo dei produttori ritenuti più adeguati, purché appunto connessi su protocollo standard, creando una struttura di progetto modulare, facilmente replicabile per tutte le aule che, di fatto, si riconoscono in uguali esigenze di automazione e controllo.

Questa modularità si esprime in librerie funzionali (segmenti) che definiscano le specifiche esigenze di controllo e che possono esser riportate tramite rete IP a tutti i dispostivi di controllo locali (LROC), avendone preconfigurato le caratteristiche primarie in fase di progetto.

Una tecnologia che preserva i parametri caratterizzanti del progetto, consentendo manutenzione semplificata

Più difficile descriverla che adottarla, questa tecnologia: “sarebbe veramente utile poter avere l’opportunità per entrare nei dettagli con gli addetti ai lavori”, conclude Laganà. ■

SMART BUILDING ITALIA 19
docenti, dirigenti scolastici novità tecnologiche delle scolastici italiani.
“Abbiamo

Scuole sicure, confortevoli e sostenibili

“Abbiamo deciso di partecipare a Smartbuilding.edu per diverse ragioni. Innanzitutto, perchè il settore “Education”, ovvero istruzione è uno dei Vertical che Honeywell Building Technologies promuove, in quanto le nostre soluzioni di Building Automation sono adatte anche agli Edifici Scolastici. Per Honeywell è molto importante che le scuole siano sicure, confortevoli e sostenibili. Il comfort, l’illuminazione e la qualità dell’aria nelle strutture scolastiche rivestono una grande importanza. Le nostre soluzioni, inoltre, favoriscono il risparmio energetico ed aiutano anche a migliorare l’esperienza degli occupanti, rendendo disponibili strutture più appropriate, in modo economico ed efficiente. Un altro motivo che ci ha spinto a partecipare è il fatto che finalmente l’Italia ha capito quanto sia importante valorizzare, migliorare ed efficientare gli edifici scolastici e ha messo a disposizioni dei fondi nel PNRR. Il fatto che Pentastudio abbia promosso questa iniziativa è stato un altro fattore motivante. Ultimo ma non ultimo, il fatto che ci siano stati dei seminari/workshop ad alto contenuto formativo ai quali abbiamo chiesto al nostro partner di zona di partecipare attivamente esponendo un nostro Case Study riferito alla scuola”. Durante Smartbuilding.edu a Firenze, Honeywell ha presentato REMOTE BUILDING MANAGER – una soluzione Honeywell che permette la gestione semplificata degli edifici , particolarmente adatta anche per le scuole sia esistenti che di prossima costruzione. Il sistema è di facile utilizzo e accesso, con servizio (SaaS) sicuro, basato sul cloud., accesso al sistema 24/7 da qualsiasi ubicazione, con un’ampia gamma di dispositivi e navigazione guidata da dashboard intuitiva. È anche veloce da implementare e installare, scalabile, economico e sicuro, in abbonamento e non richiede hardware, licenze software, né infrastrutture IT locali per il funzionamento e la manutenzione ma assicura sicurezza dei dati e cyber security ■

Da Personal conference a Human Conference

“La partecipazione di Stim Tech Group a SmartBuilding.edu è stata decisa sull’onda emozionale, perché il mondo della scuola riguarda tutti noi, riguarda il nostro futuro. Dagli albori di Internet, il mondo dell’istruzione ha subìto una profonda trasformazione. Le nuove tecnologie fanno ormai parte delle scuole di ogni grado e tipo e stanno contribuendo a migliorare i processi di apprendimento e insegnamento in diversi modi. La pandemia ha accelerato un processo di trasformazione iniziato molto tempo fa.

Nella didattica quello che ci viene chiesto come system integrator è di implementare nelle sale riunioni, di formazione e nelle aule, soluzioni di condivisione collaborativa e documentale con setup semplici, accoglienti e immediati. L’obiettivo dell’azienda è quello di integrare soluzioni complesse rendendole user friendly sia per il docente che per l’alunno, permettendo una comunicazione efficace e indipendente dall’hardware e dal software che l’utente utilizza. La trasformazione digitale degli spazi condivisi deve tenere in considerazione anche le nuove regole imposte dal covid. Stim Tech Group progetta aule e sale architetturalmente pulite, sicure e ready to use”.

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STIM
SPECIALE SCUOLA 4.0
HONEYWELL

Durante Smartbuilding.edu a Didacta Firenze lo scorso marzo Stim Tech Group ha parlato di evoluzione dei sistemi da Personal conference a Human conference.

La tecnologia, così come la scuola, deve essere inclusiva. I sistemi audio video devono mettere tutti sullo stesso piano comunicativo: utenti locali e utenti remoti devono avere le stesse opportunità di interagire.

La tecnologia è un facilitatore per l’apprendimento, offre ambienti virtuali e dà la possibilità di utilizzare contenuti digitali quando e come si vuole, adattandosi alle esigenze dell’utente. Per questo Stim cerca di svincolare le piattaforme dai sistemi di comunicazione rendendo il nostro cliente libero di scegliere quale piattaforma usare, se una specifica o tutte insieme, a prescindere dall’hardware o addirittura utilizzando solo un web browser.

Una tecnologia, dunque, più semplice da utilizzare sotto tutti i punti di vista: con un click sono all’interno della sessione di videoconferenza e posso condividere i miei contenuti. Perché da sistemi da Personal conference a Human conference? “Perché

è la sintesi di ciò che la tecnologia può fare per migliorare l’insegnamento rendendolo una forma di comunicazione - verbale e non verbale – non solo personale ma umana. Questo è quello che facciamo quotidianamente in azienda”. ■

Acqua sicura ed educazione al consumo

“L’acqua è il nostro mondo e le nostre soluzioni sostenibili aiutano a migliorare la vostra vita e il pianeta”: così parlano in Culligan, azienda presente in 90 Paesi del mondo e leader nell’assicurare salute e benessere delle persone grazie all’offerta di prodotti di qualità ed ecologici e a un eccellente servizio clienti. “Abbiamo scelto di partecipare a Smartbuilding.edu a Firenze perché crediamo profondamente nell’importanza di educare e sensibilizzare le nuove generazioni all’utilizzo consapevole dell’acqua Nonostante una maggior consapevolezza dell’inquinamento provocato dalla plastica monouso, ancora il 59% degli italiani consuma acqua in bottiglia a casa e il 66% fuori casa. Tra questi ci sono anche i bambini”. La nuova direttiva europea 2020/2184 prevede ulteriori restrizioni ai parametri dell’acqua di acquedotto rendendola ancora più sicura. Oltre a questo, sottolinea l’intento di “migliorare l’accesso all’acqua” a tutti i cittadini: “Se sommia-

mo quindi la nuova normativa con i fondi erogati dal PNRR, le scuole e le PA hanno un’occasione importante per contribuire all’eliminazione della plastica mettendo a disposizione in forma gratuita l’acqua destinata al consumo umano. Culligan, oltre a fornire il servizio ed erogatori di ultima tecnologia è in grado di accompagnare le PA anche nella comunicazione mettendo a disposizione un kit di materiali volti a sensibilizzare gli utenti sulla necessità di cambiare le proprie abitudini ed eliminare definitivamente le bottiglie in PET con un approccio educational.” ■

AIRQM

Salute e produttività grazie alla tecnologia

AirQM

è un’azienda specializzata nel supporto ai clienti per ciò che concerne la gestione della qualità dell’aria negli ambienti di lavoro: alti standard di qualità, risparmio energetico e riduzione della manutenzione.

Della partecipazione a Smartbuilding.edu a Firenze parla l’Amministratore, Gianni Busso: “Riteniamo che le strutture scolastiche debbano essere fra i primi ambienti ad impiegare tecnologie innovative che consentano salubrità e produttività ai nostri ragazzi, con efficacia, silenziosità, semplice installazione ed a costi contenuti”. A Smartbuilding.edu AirQM ha presentato un caso studio realizzato in uno storico Istituto di riabilitazione ragazzi disabili della Liguria: “Sono stati installati sistemi di depurazione, sensori e piattaforma software di controllo. Queste soluzioni hanno potuto dimostrare da un lato la bassa qualità ambientale e, in seguito alla depurazione dell’aria, gli ottimi risultati raggiunti”. ■

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Con DALI tra risparmio energetico e benessere

Partecipareall’esperienza Smartbuilding.edu è stata per noi di B.E.G ITALIA un’occasione straordinaria, che non potevamo assolutamente perdere. L’innovativa proposta di Didacta di questa edizione, ci ha permesso di presentare le nostre soluzioni tecnologiche dedicate agli ambienti scolastici, con l’obiettivo di dare un contributo come chiave di crescita e sviluppo. Durante questa esperienza abbiamo deciso di esporre la nostra gamma di prodotti dedicati al controllo dell’illuminazione, mirati al risparmio energetico e al benessere degli studenti e dei lavoratori. L’efficientamento energetico degli edifici, soprattutto scolastici, è da sempre l’obiettivo primario di B.E.G. Italia. Le nostre soluzioni, particolarmente indicate per la salvaguardia dell’ambiente ed il confort visivo, rivestono un ruolo importante per l’innovazione, grazie alla tecnologia Human Centric Lighting e al sistema Occulog che permette anche di monitorare la qualità dell’aria in ogni ambiente. Presentare i nostri sistemi per l’illuminazione è stata, per noi di B.E.G., un’opportunità per creare un filo conduttore tra apprendimento, comfort e efficientamento energetico degli edifici.

Il sistema DALI

Come specialista del controllo dell’illuminazione in funzione della presenza, B.E.G. ITALIA ha deciso di presentare alcune soluzioni che garantiscono risparmio energetico e benessere. Nelle scuole come negli uffici, è necessario garantire una qualità di luce idonea all’attività svolta per ogni ambiente.

Il sistema di controllo dell’illuminazione DALI (Digital Addressable Lighting Interface) è una tecnologia che ci consente di controllare singolarmente le lampade in modo preciso e flessibile, permettendo di regolare l’intensità luminosa, la temperatura del colore e il tempo di accensione in base alla presenza delle persone nella stanza. Il sistema DALI di B.E.G. consente di monitorare lo stato di funzionamento dell’impianto, identificando le anomalie, dando la possibilità di intervenire tempestivamente senza sprechi di tempo. In sintesi, con l’utilizzo del sistema della tecnologia DALI di B.E.G., è possibile ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza energetica degli edifici.

HUMAN CENTRIC LIGHTING (HCL)

Un sistema di illuminazione deve saper creare l’atmosfera ideale per l’apprendimento e per le attività lavorative. La soluzione ideale è HUMAN CENTRIC LIGHTING (HCL), il quale è in grado di riprodurre la luce del giorno all’interno degli ambienti, facendo conciliare il bioritmo dell’uomo con il ciclo circadiano naturale della giornata. Migliorando, in questo modo, la sensazione di benessere e la produttività delle persone. È indicato soprattutto in ambienti quali scuole, ospedali, uffici, industrie e case di riposo. ■

La centrale di rilevazione incendio ed evacuazione integrata

Inim ha deciso di partecipare a Smartbuilding.edu 2023 per intercettare tutti i committenti nell’ambito scolastico ai quali presentare la vasta e completa gamma di protezione dell’edificio. Inim è un “Total Solution Provider” tutto italiano e ideale per ogni tipo di struttura. All’avanguardia per edifici che necessitano di impianti a norma e con un’alta affidabilità.

Parlare direttamente con i referenti dell’ambito scuola, vista la necessità dell’adeguamento delle strutture scolastiche, è sembrata un’ottima occasione all’azienda che ha presentato la prima centrale rilevazione incendio ed evacuazione totalmente integrata.

L’impiego dei sistemi di evacuazione vocale EVAC in combinazione con gli impianti di rivelazione incendio ha visto una forte crescita negli ultimi anni. Con Previdia UltraVox, la prima centrale certificata EN54-2, EN544 ed EN54-16, finalmente i due sistemi sono perfettamente e completamente integrati. Previdia Ultra-Vox combina le funzioni rivelazione ed allarme incendio, controllo estinzione, rivelazione Gas, Illuminazione di emergenza con le funzioni PA (Public addressing - audio entertainment) e VA (Voice Alarm o EVAC).

L’integrazione profonda tra rivelazione incendio ed EVAC, con l’impiego di matrici di evacuazione basate su scenari con messaggi diversi su ciascuna zona attivati in base al tipo di allarme rilevato permette di effettuare evacuazioni, di edifici scolastici,

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INIM
Esempio applicativo del nostro Sistema Dali in un’aula scolastica CONI, Scuola dello Sport Roma
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Rilevatori HCL: risparmio energetico e benessere

ordinate e veloci, rendendole quindi efficaci ed efficienti anche in siti con geometrie particolarmente complesse.

Il coordinamento tra dispositivi di allarme ottico-acustici a toni - come le sirene - e i messaggi di emergenza preregistrati o trasmessi dai microfoni risulta essere davvero semplice e veloce da impostare o modificare in base alle variate esigenze di sicurezza. Inoltre l’adozione di un unico sistema apporta vantaggi in termini economici, di facilità di manutenzione, di installazione e messa in servizio.

Il sistema non è limitato al solo uso in situazioni di emergenza. Può essere infatti utilizzato anche per il public address e l’audio entertainment, grazie alla possibilità di gestire efficacemente molteplici sorgenti audio e messaggi preregistrati.

Il Server Audio integrato, inoltre, consente di salvare le proprie playlist e prelevare sorgenti web, come le webradio, che possono essere inviate alla centrale Previdia UltraVox. Ogni funzione può essere controllata attraverso una pratica app per smartphone, che consente a ciascun utente di selezionare le sorgenti audio, regolare i volumi e le equalizzazioni, inviare messaggi vocali e molto altro, sulle sole zone audio di propria competenza. ■

PerA2A, Life Company che si occupa di energia, acqua e ambiente, con un uso circolare delle risorse naturali, la decisione di partecipare a Smarbuilding.edu durante la manifestazione Didacta è stata motivata dal forte interesse a collaborare con il mondo scolastico in un’ottica sostenibile e tecnologica.

“Come azienda tech, crediamo fermamente nell’importanza della trasformazione digitale in ogni settore. La partecipazione al Forum ci ha dato l’opportunità di presentare i nostri casi di successo, con l’obiettivo principale di interagire e avviare un confronto con i professionisti del settore, come dirigenti e personale scolastico, responsabili degli uffici tecnici, progettisti e facility manager. Grazie a questa collaborazione, abbiamo potuto dimostrare il nostro impegno per un futuro sostenibile e tecnologico, attraverso l’innovazione e l’efficienza energetica nelle scuole”.

A2A ha avuto la preziosa opportunità di parlare di temi importanti e attuali che riguardano i consumi energetici e la qualità dell’aria Soluzioni semplici per migliorare il funzionamento dei sistemi che regolano l’ambiente scolastico: “miglioriamo l’ambiente diminuendo i consumi con un approccio semplice, veloce, misurabile e non invasivo (non sono richiesti cambiamenti infrastrutturali)”. Soluzioni che impattano sul raffrescamento e il riscaldamento degli ambienti (chiller, caldaie, impianti termici, radiatori) e sul miglioramento della qualità dell’aria (purificatori interni, sensori per favorire la ventilazione naturale, ventilazione meccanica, UTA), portando risparmi energetici significativi. ■

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A2A
Energia e qualità dell’aria nelle scuole

La smart school 4.0 secondo Electronic’s Time

traverso i sistemi di controllo accessi e di videosorveglianza videoanalitica BOSCH, riservando l’accesso solo agli utenti abilitati tramite impronte digitali, smart-card o codice numerico. Inoltre, i sistemi audio affidabili di rivelazione dei fumi abbinati ai sistemi di diffusione sonora BOSCH garantiscono una rapida evacuazione dall’edificio in caso di emergenza, salvando vite umane e minimizzando i danni materiali. Tali sistemi audio possono anche essere utilizzati per l’invio di comunicazioni di servizio, brani musicali o per simulare il suono della campanella alla fine di ogni ora di lezione.

La digitalizzazione è ormai pervasiva in molte istituzioni, come anche nelle scuole, che sono impegnate in un rapido processo di innovazione.

La tecnologia digitale smart sta rivoluzionando il modo in cui gli studenti apprendono e i docenti insegnano.

In questo contesto, Electronic’s Time srl dedica importanti risorse alla progettazione e fornitura di soluzioni innovative per le scuole da digitalizzare, con una vasta gamma di prodotti e servizi per soddisfare ogni esigenza.

Una delle principali preoccupazioni di insegnanti e genitori è la sicurezza degli studenti. Electronic’s Time ha la soluzione perfetta per garantire il monitoraggio dei siti scolastici at-

Electronic’s Time propone anche le lavagne interattive, un’importante innovazione nel mondo della didattica. Le lavagne digitali consentono ai docenti di creare lezioni coinvolgenti e interattive, durante le quali gli studenti possono interagire anche da casa, migliorando così la loro capacità di apprendimento. Inoltre, grazie all’accesso a Internet in banda ultralarga, è possibile organizzare lezioni a distanza con apparecchiature tlc affidabili. Per garantire la copertura WiFi-6 di tutti gli ambienti scolastici, Electronic’s Time propone il marchio GRANDSTREAM. Mediante la tecnologia Over-IP, studenti e docenti possono navigare velocemente su Internet, accedere alle videoconferenze, condividere documenti digitali e comunicare in tempo reale, indipendentemente dal luogo, migliorando così l’efficienza didattica.

Non esitate a contattare Electronic’s Time per ulteriori informazioni su come rendere più intelligenti le scuole. ■

www.electronicstime.it

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Presenti in 90 Paesi – in sei milioni di case e oltre due milioni di uffici – così che le persone, ovunque siano,

Con un’esperienza nel settore quasi centennale e un modello di business diversificato, Culligan si distingue a livello internazionale per il suo approccio integrato verso tutte le esigenze di qualificazione dell’acqua a copertura dell’intera filiera: dalla progettazione alla produzione, dalla vendita alla manutenzione di ogni genere di impianto. La conoscenza approfondita di tutto il “mondo acqua” e lo storico know-how tecnico sono quindi sicuramente un punto a nostro vantaggio all’interno di un mercato, oggi, sempre più competitivo. Anche la nostra offerta così ampia di prodotti e soluzioni personalizzate, ci permette di essere fornitori di riferimento per più settori: dal canale domestico al mondo del fuoricasa, che abbraccia sia il settore HoReCa che il mondo degli uffici e dell’industria, senza dimenticare l’ambito medicale

Un ulteriore elemento di forza è il presidio a livello nazionale: per Culligan infatti l’Italia, e in particolare lo stabilimento produttivo di Cadriano di Granarolo dell’Emilia, rappresenta ancora il maggior centro di produzione dell’intero Gruppo in Europa, nonché il cruciale hub distributivo dei prodotti rivolti al mercato acquedottistico e industriale dell’intera area EMEA - Europa, Medio Oriente, Africa – oltre ad alcune aree Asia/Pacific.

La sostenibilità

Francesca Biagini, Marketing Manager Culligan, afferma che “sensibilizzare le nuove generazioni e i bambini sull’educazione alla sostenibilità è importante per promuovere comportamenti virtuosi nell’uso responsabile dell’acqua che, oltre ad essere un bene prezioso e limitato, è anche la risorsa naturale che di più soffre di problemi di cattiva gestione, uso eccessivo e inquinamento. Da qui il percorso divulgativo intrapreso dall’azienda che a più livelli invita a prendere consapevolezza del problema per apportare un cambiamento significativo a partire dalle abitudini famigliari”.

Non da ultimo i bambini, a cui l’azienda ha dedicato “La Caccia al Tesoro Blu con Emma e Luis” un progetto ludico e stimolante realizzato in collaborazione con l’illustratrice Ilaria Urbinati, per aiutare i più piccoli, nel segno del divertimento, ad adottare buone pratiche di risparmio e riciclo dell’acqua

Disponibile sul sito Culligan sono incluse nel progetto simpatiche illustrazioni da scari-

Culligan: tecnologia e risparmio dell’acqua

care e colorare così da coniugare il gioco all’apprendimento”.

L’impegno nelle Scuole

Come la scuola può promuovere e divulgare le buone pratiche nell’uso dell’acqua e nella riduzione agli sprechi e nell’ottica di un mondo plastic-free?

“Abbiamo scelto di partecipare a Smartbuilding.Edu perché crediamo profondamente nell’ importanza di educare e sensibilizzare le nuove generazioni all’utilizzo consapevole dell’acqua. Nonostante una maggior consapevolezza dell’inquinamento provocato dalla plastica monouso, ancora il 59% degli italiani consuma acqua in bottiglia a casa e il 66% fuori casa. Tra questi ci sono anche i bambini. La nuova direttiva europea 2020/2184 prevede proprio ulteriori restrizioni ai parametri dell’acqua di acquedotto rendendola ancora più sicura. Oltre a questo, sottolinea l’intento di migliorare l’accesso all’acqua a tutti i cittadini. Se sommiamo quindi la nuova normativa con i fondi erogati dal PNRR, le scuole e le PA hanno un’occasione importante per contribuire all’eliminazione della plastica mettendo a disposizione in forma gratuita l’acqua destinata al consumo umano. Culligan, oltre a fornire il servizio ed erogatori di ultima tecnologia è in grado di accompagnare le PA anche nella comunicazione mettendo a disposizione un kit di materiali volti a sensibilizzare gli utenti sulla necessità di cambiare le proprie abitudini

ed eliminare definitivamente le bottiglie in PET con un approccio educational”.

La direttiva europea 2020/2184 e i fondi del PNRR per scuole e PA “Anche la pubblica amministrazione può oggi adottare diverse misure per risparmiare acqua e ridurre il consumo idrico contribuendo a quella che oggi è di fatto una missione sociale a 360°, la nuova direttiva europea 2020/2184 e i fondi erogati dal PNRR vanno proprio in questa direzione. Le soluzioni a supporto già esistono ma ancora pochi ne usufruiscono, Culligan ne è un esempio. Nello scenario attuale l’azienda, leader nel trattamento acqua in Italia, è in grado di offrire un supporto tangibile per un cambio di rotta verso degli stili di vita più sostenibili e all’insegna del plastic free. Presso le scuole, ad esempio, l’azienda punta a disincentivare l’uso di bottiglie di plastica grazie ai dispenser d’acqua microfiltrata, offrendo agli studenti acqua a km zero più buona e più sicura”. ■

acqua.culligan.it

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ricevano l’acqua migliore che meritano
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TCK-LAN Il cablaggio a regola d’arte per le scuole

CERTIFICATO DI GARANZIA 25 ANNI

Centinaia di istituti e plessi sono stati cablati con materiale certificato

TCK-LAN leader di settore

La sfida italiana nel cablaggio che dura da 30 anni Da precursore nei sistemi precablati in fibra ottica a maindistributor dell’innovativo sistema di cablaggio strutturato TCK-LAN È il ritratto di Tecnofiber , produttore e distributore a valore aggiunto. L’azienda nasce nel 1991 come una società di servizi specializzata nel cablaggio in fibra ottica, per fornire agli installatori assistenza nelle allora difficili e impegnative operazioni di intestazione delle fibre ottiche in campo e prosegue sempre con maggiore successo negli anni.

A completamento dell’attività, si è poi creato un laboratorio interno che tuttora assicura la produzione di bretelle ottiche e cavi ottici precablati

Circa 20 anni fa è nata l’esigenza di produrre e distribuire accessori e apparati legati all’ambiente del cablaggio strutturato in rame e fibra creando il marchio TCK-LAN.

Nell’ambito delle soluzioni in fibra ottica per gli impianti multiservizio negli edifici (F.T.T.H.), Tecnofiber vanta una importante esperienza nel contesto degli edifici scolastici, come racconta il titolare, Roberto Cattaneo:

“Negli ultimi anni abbiamo lavorato per oltre 500 istituti scolastici partendo da Torino per poi coprire il Piemonte, la Liguria e la Lombardia, nonché per altre importanti scuole, di grandi o contenute dimensioni, di tutto il Centro-Nord Italia

Nel dettaglio, abbiamo fornito materiali di alta qualità per il cablaggio degli istituti: il nostro apporto è stato finalizzato a realizzare le dorsali di collegamento tra i vari rack, con collegamenti in fibra ottica”

L’azienda, in particolare, ha fornito tutto il cablaggio utile alla rete di switch poe insieme agli access point da essi gestiti, per i punti presa e per mettere in rete le LIM delle scuole:

“Il tutto fornendo materiali ad altissima prestazione e totalmente a norma CPR”, conclude Cattaneo.

Tecnofiber, infine, ha dotato le scuole del rilascio della garanzia di 25 anni, caratteristica di TCK LAN® ■ www.tck-lan.it

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ROSSI
VIA ROMA N.
24020 GORLE (BG)
TECNOFIBER
CERTIFICATO DI GARANZIA 25 ANNI SULLE PERFORMANCE DEL SISTEMA SUI COMPONENTI OMOLOGATI TCK-LAN DEL CABLAGGIO STRUTTURATO LE VERIFICHE ESEGUITE IN CAMPO ECCEDONO GLI STANDARDS ANSI/EIA/TIA 568A – ISO/IEC11801 PER LA CAT. 5e Cat. 6 IEC 61156-5 ed. 2/EN 50288-5-1 EN 50288-6-1 ISO 11801 2ended./ EN 50173-1/TIA 568-C2 EN 50174 Cat. 6A IEC 61156-5 ed.2/Draft EN 50288-10 ISO 11801 2end ed./EN 50173-1/TIA-568-C.2 EN 50174 IEC/EN 60793 – IEC/EN 60794-1 – EN 50173 – ISO 11801 PER IL SISTEMA CABLAGGIO IN FIBRA OTTICA DATA: 15/01/2023 NR. REGISTRAZIONE:02152023-01 FIRMA:
IMPIANTO
CARLO SRL
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INSTALLATORE AUTORIZZATO
SRL
Foto a carattere esplicativo
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Le linee guida della scuola del futuro

Una nuova scuola non solo dal punto di vista della didattica, ma anche delle architetture, degli spazi e degli arredi È quella delineata grazie alle azioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, delineata grazie anche alle Linee guida orientative per gli ambienti di apprendimento e per la didattica presentate nel 2022 dal Ministero dell’Istruzione. Queste oggi sono alla base del concorso di progettazione delle nuove scuole previste dal PNRR: “ Progettare, costruire e abitare la scuola” , è il titolo del documento pensato per fornire un nuovo orizzonte culturale sulla scuola e dare indicazioni utili ai progettisti che si occuperanno della realizzazione degli istituti scolastici del futuro, a partire proprio dalle nuove scuole finanziate grazie alle risorse del PNRR.

Le Linee guida sono il frutto del lavoro di alcuni grandi architetti messi a confronto con pedagogisti ed esperti della scuola .

Un nuovo modo di concepire gli edifici scolastici e di fare scuola

Il documento delinea principi che orientano la progettazione e la costruzione di nuovi istituti scolastici, ma anche i comportamenti di chi li abita, studentesse, studenti, personale scolastico, famiglie e comunità. “Le scuole sono la più estesa infrastruttura sociale del Paese, uno spazio sostenibile perché autosufficiente dal punto di vista energetico e insieme verde, a contatto con la natura – ha

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Ilaria Rebecchi
Come progettare, costruire e abitare le nostre scuole
Image Forgemin ArchiMedia
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Image Architect Even Bakken

affermato l’Arch. Stefano Boeri in occasione della presentazione ufficiale delle Linee guida – Abbiamo immaginato per le nuove scuole un’architettura attrattiva e aperta tutte le ore del giorno, tutti i giorni dell’anno e per tutte le età. Un luogo di formazione e di incontro. Il cuore civico dell’Italia del futuro”.

“ Quando si costruiscono nuove scuole – ha detto Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli – ma anche quando si interviene su quelle già esistenti per rinnovarle e riqualificarle, l’obiettivo di offrire agli studenti spazi e ambienti di apprendimento favorevoli all’innovazione didattica deve essere al centro dei nostri pensieri, non meno delle preoccupazioni per la sicurezza e la sostenibilità. Le scuole sono destinate a durare a lungo, talvolta decenni. Perciò vanno pensate per accompagnare e adattarsi nel tempo all’evoluzione di come si insegna e di come si impara”.

Si legge nelle Linee guida relativamente al contesto degli edifici adibiti a scuole

Quando si interviene su un edificio scolastico è fondamentale tenere in considerazione, oltre alla qualità architettonica, l’impatto che i nuovi spazi potranno avere sull’apprendimento di studentesse e studenti dei prossimi 30-40 anni, sulle modalità di insegnamento, sui genitori e sulla comunità scolastica nel suo complesso, oltre al ruolo che potrà avere nel contesto territoriale in cui è inserito. Centrali sono, inoltre, gli aspetti della sicurezza e della sostenibilità ambientale, che sono infine entrati in questi anni a fare parte della consapevolezza pubblica e ai quali ora tocca dare concretezza in ogni intervento, di nuova costruzione come pure di ristrutturazione. Inoltre, è molto importante considerare, fin dalle prime fasi della progettazione, gli aspetti legati alla manutenzione per assicurare la sostenibilità della gestione degli edifici e la loro qualità anche nel tempo”.

Scuole: le 10 caratteristiche per essere luogo di formazione, socialità e presidio per il territorio

• Una scuola di qualità, con un’architettura che consenta a tutti di riconoscere il suo ruolo civico nel territorio.

• Una scuola a basso consumo , concepita con il più basso impatto ambientale possibile e con contenute necessità di manutenzione.

• Una scuola sostenibile, costruita con materiali eco-compatibili, di provenienza locale o riciclati.

• Una scuola aperta, un luogo permeabile con spazi accoglienti per la comunità anche oltre l’orario scolastico.

• Una scuola fra dentro e fuori, in cui gli spazi esterni, come cortili, terrazze, giardini pensili, siano anch’essi ambienti di formazione.

• Una scuola per apprendere meglio, in cui l’aula sia il fulcro di un sistema flessibile in grado di ospitare diverse configurazioni e allargarsi agli spazi limitrofi, a seconda dell’esigenze della didattica.

• Una scuola per chi ci lavora, in cui gli ambienti per il personale siano ripensati come risorse dell’azione educativa e favoriscano la co-progettazione.

• Una scuola per i cinque sensi, per favorire un apprendimento che coinvolga intenzionalmente corporeità e movimento, efficace e inclusivo.

• Una scuola attrezzata, in cui gli arredi possano essere resi funzionali in base alle esigenze di volta in volta diverse.

• Una scuola connessa, con nuove tecnologie in tutti gli ambienti, stabili, veloci, sicure, protette e capillari. ■

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Image ©_Shengliang_Su
Per le nuove scuole un’architettura attrattiva e aperta tutte le ore del giorno, tutti i giorni dell’anno e per tutte le età

Connettività e infrastruttura digitale d’edificio: una tecnologia abilitante per la scuola 4.0

Aluglio del 2020 Esri Italia, in collaborazione con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), aveva pubblicato la mappa “Scuole Connesse” con l’intento di fotografare lo stato dell’arte della connettività delle scuole italiane in un momento particolarmente delicato, quale quello immediatamente successivo alla fase più acuta della Pandemia. Ovvero quando tutti avevano dovuto fare i conti con l’insegnamento a distanza e i ritardi tecnologici delle scuole erano emersi in tutta la loro drammaticità.

I dati raccolti riguardavano oltre 73.000 istituti di ogni ordine e grado ubicati in modo omogeneo sul territorio nazionale e organizzati in una dashboard di semplice consultazione che consentiva di visualizzare lo stato dell’arte con distinzione per aree geografiche e dimensioni degli istituti, evidenziando notevoli divari da regione a

regione e in relazione alla tipologia. Fatte salve queste differenze, ciò che colpiva era tuttavia il dato nazionale che registrava uno sconfortante 17% di Istituti che utilizzavano una connessione FTTH (fiber to the home, ovvero con la fibra che arriva direttamente all’Istituto), con un 42% che utilizzava viceversa la meno performante tecnologia FTTC (fiber to the cabinet, ovvero con la fibra che arriva al cabinet più vicino e di lì la distribuzione del segnale avviene ancora in rame).

Il tutto per un totale inferiore al 60%, il che lasciava intendere che oltre il 40% di Istituti scolastici italiani utilizzava ancora solo ed esclusivamente obsolete connessioni ADSL in rame , mentre un 3%, ubicato prevalentemente nel sud del Paese, risultava ancora incredibilmente privo di qualsiasi connessione. Quanto questo dato sia migliorato in questi ultimi due anni non è dato sapere, anche se è

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Luca Baldin

probabile che grazie ai fondi del PNRR qualche progresso ci sia stato. Certamente possiamo affermare, senza il rischio di essere smentiti, che la dotazione di connettività e di impianti performanti per le telecomunicazioni all’interno degli istituti scolastici italiani sia ancora ben lontano dalla sufficienza.

Eppure, è chiaro a tutti che la connettività a banda ultra-larga non costituisce più un lusso per le scuole, ma una necessità, dal momento che un numero crescente di nuovi servizi hanno assoluto bisogno di connettività di qualità, anche in termini di distribuzione interna diffusa e wifi, dal momento che sarà sempre più frequente lavorare in aule interattive con numerosi device collegati contemporaneamente. Chi gestisce gli istituti scolastici deve pertanto guardare all’infrastruttura digitale

• Un’attività di manutenzione e di aggiornamento per monitorare l’effetto dell’invecchiamento tecnologico e garantire soprattutto la cybersecurity.

dell’edificio scolastico come ad un servizio primario, al pari della luce e dell’acqua, una autentica infrastruttura abilitante per una nuova didattica, e per questo motivo fondamentale.

Al fine di creare uno sviluppo di una scuola digitale andranno perciò considerate almeno tre questioni principali:

• L’esistenza di una connessione a internet a banda ultra-larga

• La creazione di una rete telematica d’istituto efficiente e proprietaria con un adeguato sistema di distribuzione interna dei segnali, anche in modalità wifi (considerando tra le opzioni la tecnologia DAS, per assicurare un segnale robusto a tutti i potenziali utenti)

Per quanto riguarda la dotazione di impianti proprietari in fibra ottica, il riferimento a cui si può utilmente guardare è la guida CEI 306-2, che affronta con chiarezza il tema della realizzazione di un impianto cosiddetto “multiservizio” in un edificio tipo e che si adatta perfettamente anche alla realizzazione di un impianto ad uso scolastico. Si tratta di impianti non particolarmente onerosi e di semplice realizzazione, ma che vanno affidati sia per la progettazione che per la realizzazione a tecnici specializzati con competenza specifica nella posa di impianti in fibra ottica, la cui principale caratteristica è quella di garantire una grande capacità di trasmissione dati e una altrettanto spinta flessibilità nell’utilizzo.

Il consiglio, quindi, è che nel metter mano ad una riqualificazione di un edificio scolastico, non si dimentichi assolutamente interventi di questa natura, evitando di affidarsi semplicemente ad un operatore di telecomunicazioni, ma affidandosi a tecnici qualificati, in grado di progettare l’impianto basandosi sulle esigenze reali dell’Istituto scolastico trovando le soluzioni tecnologiche più idonee e consentendo di avere, finalmente, scuole a prova di futuro. ■

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L'infrastruttura digitale di un edificio scolastico è un servizio primario al pari della luce e dell'acqua
La connettività a banda ultra larga non costituisce un lusso per le scuole ma una necessità

Sicurezza e cybersecurity: è un problema di metodo

La premessa Gestire e saper trattare ad hoc i dati personali è ad oggi un’attività fondamentale del lavoro delle pubbliche amministrazioni, un’attività quotidiana che gli istituti scolastici devono avere come priorità del loro operato.

L’art. 32 del GDPR determina, infatti, che la scuola, come titolare del trattamento, “tenendo conto dello stato dell’arte e dei costi di attuazione, nonché della natura, dell’oggetto, del contesto e delle finalità del trattamento, come anche del rischio di varia probabilità e gravità per i diritti e le libertà delle persone fisiche”, debba saper implementare e mettere in atto misure tecniche e organizzative consone a garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio. Le informazioni, dunque, di studenti e personale devono essere garantite nella loro riservatezza e le misure di sicurezza da adottare per un istituto scolastico dovranno quindi essere finalizzate a ridurre al minimo i rischi quali distruzione o perdita dei dati ma anche di accesso non autorizzato, trattamento non consentito e modifica dei dati stessi.

La sicurezza informatica della scuola

La cybersecurity di una scuola prevede

che questa possa, anzi debba controllare quelli che gli accessi logici e le autenticazioni degli applicativi in uso, trattandosi di realtà che quotidianamente utilizzano diversi software, in primis il registro elettronico, taluni imposti dal Ministero e altri scelti in autonomia.

Pertanto, ogni utente che accede a queste piattaforme per lo svolgimento dei propri compiti di lavoro dovrebbe avere un profilo autorizzato, tra user ID e password. Parliamo quindi di password complesse, diverse per ogni servizio, e anonime.

Quali sono le misure di sicurezza e le modalità di scambio dei dati personali tra amministrazioni pubbliche?

Nella gestione delle password, ad esempio, si definisce che venga comunicata direttamente al singolo incaricato separatamente rispetto al codice per l’identificazione (user ID), modificata dallo stesso al primo utilizzo e, successivamente, almeno ogni tre mesi, e le ultime tre password non possano essere riutilizzate.

Il GDPR prevede anche che le password debbano rispondere a specifici requisiti di complessità e che, quando l’utente si allontana dal terminale, la sessione deve essere bloccata anche attraverso even-

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Le scuole devono saper implementare e mettere in atto misure tecniche ed organizzative consone a garantire un livello adeguato al rischio
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Ilaria

tuali meccanismi di time-out. Infine, le credenziali devono essere bloccate a fronte di reiterati tentativi falliti di autenticazione.

L’infrastruttura di rete e la sua evoluzione

L’infrastruttura di rete moderna deve essere concepita e progettata per supportare la continua espansione ed integrazione dei prodotti, compresi quelli per la sicurezza. La complessità della rete stessa è aumentata esponenzialmente con l’introduzione di tutta una serie di prodotti IoT che ne hanno aumentato la fragilità, la complessità e la dimensione.

Ad affermarlo è stato nel suo intervento proprio Luca Giroldo - Responsabile Divisione CCTV e Cybersecurity per Securindex, che nell’ambito di Smartbuilding. edu a Didacta Firenze è intervenuto sul tema della sicurezza delle reti informatiche nelle scuole aggiungendo che “da questa aumentata complessità sono conseguiti i problemi di sicurezza dell’infrastruttura poiché oggi sono inseriti all’interno dei prodotti di tipologie anche molto distanti tra loro...e continueranno ad esserne inseriti di nuovi”.

Oggi in una rete oltre ai classici computer troviamo access point, strumenti per il

controllo accessi, telecamere di videosorveglianza, videocitofoni, telefonia e via discorrendo.

Da dove partire?

“ Prendiamo la norma ISO 27001: non unicamente uno standard di sicurezza informatica in quanto, oltre alla sicurezza logica include la sicurezza fisica ambientale e la sicurezza organizzativa

Obiettivo della ISO 27001 è proprio quello di proteggere i dati e le informazioni da minacce di ogni tipo al fine di assicurarne integrità, riservatezza e disponibilità”.

Un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni deve quindi prevedere la pianificazione e progettazione, l’implementazione, il monitoraggio, il mantenimento e miglioramento della stessa e l’ individuazione di perimetro e limiti di applicabilità nell’identificazione delle «figure professionali».

“L’infrastruttura deve essere di facile utilizzo e a prova di attacco hacker. Lo sviluppo dell’infrastruttura deve far accrescere la consapevolezza (awareness) per dirigenti scolastici, insegnanti e alunni”. ■

I 4 punti salienti per la sicurezza informatica nelle scuole

• Identificazione dei diversi livelli di responsabilità

• Identificazione di nuove figure professionali

• Formazione dedicata su ogni livello

• Consapevolezza di ogni tipologia di utente

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L’infrastruttura deve essere di facile utilizzo e a prova di attacco hacker

Aule immersive e nuova didattica.

La tecnologia è sinonimo di nuova conoscenza?

Più del 50% degli adolescenti tra i 5 e i 15 anni possiede un tablet o uno smarphone: ovvio che la multimedialità sia una abitudine e le tecnologie un prolungamento di noi stessi, tanto che la sovrapposizione tra “realtà reale” e “realtà digitale” è ormai assodata.

La pandemia ha solo imposto una accelerazione nell’uso di tecnologie che, di fatto, erano già esistenti, e che già ci davano la possibilità di comunicare a distanza, di condividere documenti, di collaborare sullo stesso documento digitale anche da remoto, evolvendo dal primo momento di confusione in situazioni oggi più ordinate e strutturate. Se infatti nella scuola ancora qualche LIM sopravvive, nelle Università le lezioni “blended” sono diventate la regola, anche se oggi, con il ritorno dei corsi in presenza non più come opzione ma come unica modalità (almeno in molti casi) ci si chiede come impiegare al meglio i grandissimi investimenti in progettazione e tecnologia che sono stati fatti solo due anni fa.

La speranza è infatti non dimenticarsi dell’esperienza maturata, e farne un patrimonio al quale attingere: se è chiaro che il dato tecnico non è sufficiente a rinnovare la didattica, come non basta fare un video per proporre una lezione “moderna”, è altrettanto indispensabile che anche i docenti convertano il proprio modo di insegnare. Ma come? Uno spunto ci può venire dalla realtà virtuale: le tecnologie

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Chiara Benedettini La Realtà Virtuale potenzia l’esperienza e la tecnologia Aule universitarie

possono infatti ricreare una realtà artificiale, per esempio attraverso spazi immersivi e simulatori, o sovrapporsi alla realtà stessa, con gli strumenti della realtà aumentata. La tecnica della simulazione di eventi e situazioni è pratica assodata nell’insegnamento, ma con le tecnologie si può fare di più, e meglio, grazie alla simulazione virtuale. Infatti, la simulazione e l’immersività con le tecnologie rendono più semplice fare esperienza diretta di tutto ciò che è troppo lontano per essere raggiunto, o pericoloso (per sé e per gli altri) o anche troppo costoso. La scuola aerea con i simulatori di volo è un esempio chiaro e conosciuto ai più.

L’esperienza della Realtà Virtuale si può ritenere vera quanto quella nel mondo “reale” (e le virgolette sono d’obbligo). Infatti, se le tecnologie permettono una esperienza reale di un ambiente ricreato, anche quella esperienza può essere considerata una realtà, maturata tramite la percezione fisica. E sappiamo che imparare vivendo, tramite una esperienza diretta, è il metodo più efficace in assoluto: è dimostrato che l’apprendimento percettivomotorio, caratterizzato dalla percezione della realtà o dell’azione su di essa, è molto più efficace di quello simbolico-costruttivo, che avviene per lo più con un libro; dopo due settimane tendiamo a ricordare solo il 10% di ciò che leggiamo, e il 90% di ciò che diciamo o facciamo*

La Realtà Virtuale, possiamo concludere, potenzia l’esperienza e la tecnologia diventa sinonimo di nuova conoscenza, una conoscenza acquisita in un nuovo modo e grazie a una nuova dimensione. Di conseguenza, cambierà anche il ruolo del docente, che diviene un designer che assembla i vari elementi ed elabora la trasposizione didattica, costruendo un un processo di mediazione tra differenti rappresentazioni e tra differenti mondi. Insomma, la sfida digitale è aperta. ■

*Edgar Dale, pedagogista americano, constatò che la nostra memoria è profondamente influenzata dalle esperienze: più queste sono nuove, particolari e cariche di emozioni e più le ricorderemo con facilità. Non solo, Dale studiò anche la durata dei ricordi sulla base delle esperienze fatte. Il segreto, quindi, per rendere efficace ogni attività di studio, è coinvolgere tutti i nostri sensi nel processo di apprendimento

E, quindi, la “nuova didattica” come sarà?

informazioni agli studenti è stato accettato in nome dell’emergenza, successivamente l’insegnamento si è strutturato e uniformato sia dal lato delle modalità, cioè con quali strumenti, che dal lato del metodo e della didattica, avviando così una riflessione su come migliorare la didattica online o blended, incentivando interazione e collaborazione, e secondo nuove strategie di valutazione, fino ad arrivare alle lauree online”.

Quale lezione abbiamo appreso dalla didattica in pandemia?

Oggi si ritiene che non vi sia più un unico metodo utile, ma nuove metodologie da applicare, caso per caso, per formazione online, blended o in presenza, a partire dalla didattica “asincrona” fino a quella in ambienti immersivi.

Quindi ci sarà spazio per una vera e propria didattica immersiva che non emuli semplicemente gli spazi del reale?

Questa è la domanda, un po’ retorica e un po’ no, che abbiamo posto a Marius Bogdan Spinu, Dirigente dell’Area per l’Innovazione e Gestione dei Sistemi Informativi ed Informatici e referente per la transizione digitale dell’Ateneo fiorentino durante Smartbuilding.edu a Didacta di Firenze, nella mattina dedicata alla connettività e alla multimedialità. Perché, alla fine, ogni dato tecnico deve essere funzionale all’uso.

La mattina di lavori alla quale ha preso parte Spinu si intitolava: Siamo tutti connessi, con focus appunto sulla connettività e multimedialità, che sono state tuttavia solo il punto di partenza per un più ampio ragionamento. Infatti, quando abbiamo contattato Spinu per proporgli di tenere un intervento sulla connettività, ci ha subito ribadito che il punto non è quanta e quale connettività si ha dentro e fuori le aule, per quanto sia dato fondamentale, ma piuttosto a cosa serva e per quali obiettivi.

“La pandemia – ci ha detto Spinu- ci ha colto preparati dal lato tecnico, perché le tecnologie che abbiamo utilizzato per la didattica a distanza esistevano già, e l’esperienza pandemica ci ha obbligato a utilizzarle in maniera massiva e sistematica. Dopo un primo momento nel quale ogni soluzione per insegnare e passare

Credo sia presto per dare risposte univoche, ma già sono evidenti alcuni elementi: l’uso delle tecnologie, passata l’emergenza, va valutato attentamente, sperimentato e pianificato, considerando le necessità non tanto di oggi ma di domani.

E, proprio guardando al domani, si può già intuire che le nuove forme di insegnamento (a distanza, in video, in ambiente immersivo ecc.) costituiscono prima di tutto una sfida ai modelli didattici tradizionalmente in presenza delle Università pubbliche (tanto che anche le università telematiche stanno cambiando ruolo), richiedendo competenze diverse da parte degli stessi docenti. Su questo l’Italia risulta molto indietro: le competenze digitali dei docenti risultano le terzultime in Europa*

Un’ultima domanda ha riguardato infine i modelli di fruizione degli ambienti della formazione, e le dinamiche e i contesti nei quali gli studenti vivono il loro percorso universitario: se cambiare città per studiare sarà meno necessario, e ci saranno motivazioni differenti per farlo, se andare a lezione in Ateneo e frequenta re dipartimenti e biblioteche sarà meno richiesto e meno utile, avremo quindi meno bisogno di Università, aule, mense e residenze universitarie, e cambierà l’idea stessa di “città universitaria”?. ■

*Fonte DESI 2021, European Commission

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Marius Bogdan Spinu

La qualità dell’aria non è un optional

Cosa si può fare per migliorare il confort e la sicurezza

di una scuola?

Distinguiamo quattro principali fattori che determinano la qualità dell’aria indoor Il primo, più noto a tutti, è il confort termico. La gestione di questo indicatore avviene mediante la regolazione degli impianti HVAC, impostando temperature e umidità come da direttive ministeriali e linee guida (19°C inverno, 27°C estate, 40-60% umidità relativa).

Quando ci viene chiesto di pensare alla qualità dell’aria all’interno delle scuole, a molti verranno in mente ricordi del periodo adolescenziale quando il docente della nuova ora entrava in classe e chiedeva di aprire porte e finestre per “far cambiare l’aria”. Purtroppo, è una situazione che gran parte degli attuali studenti ancora subiscono.

È difficile trovare dati accurati su quanti istituti in Italia hanno sistemi di gestione dell’aria, sicuramente, basandoci sugli articoli usciti sulla stampa nazionale e considerando che oltre il 40% delle scuole italiane è stato costruito prima degli anni ’60 (rapporto RAEE 2017), non si fa difficoltà a credere che parliamo di poche centinaia di edifici.

La pandemia da COVID-19 sicuramente ha aumentato l’importanza di investimenti strutturali sull’impiantistica degli istituti scolastici. Con il decreto del 23/06/2022 il Governo ha definito delle prime linee guida per una corretta gestione della qualità dell’aria indoor e stanziato le prime dotazioni per investimenti in questa direzione. Ma andiamo per passi.

Quali sono gli inquinanti in una scuola?

Conosciamo abbastanza le cause di inquinamento ambientale outdoor, come l’alta

concentrazione di veicoli a combustione, i siti produttivi, la combustione e gli allevamenti intensivi, mentre conosciamo un po’ meno le sorgenti indoor. Mediamente, come riporta l’EPA, la qualità dell’aria indoor è 5-7 volte peggiore di uno spazio aperto e sono spazi dove noi viviamo per più del 90% della nostra vita.

La scuola è uno di questi. Le principali cause di inquinamento in una scuola sono i materiali costruttivi (molti ricorderanno il periodo della costruzione con l’amianto), l’arredo scolastico, stampanti, prodotti di pulizie, profumatori e materiale didattico (come colle, pennarelli e gessetti) e, non per ultimo, noi esseri umani Già, infatti, se i primi rilasciano continuamente in ambiente agenti chimici e fisici come formaldeide, composti organici volatili e particolato, gli alunni e i docenti sono anche i principali responsabili dell’alta concentrazione sia di anidride carbonica sia della diffusione di agenti biologici, come virus, batteri e funghi. Tutto ciò avviene in via completamente involontaria.

Come in tutti gli altri ambienti indoor come le nostre case, palestre e uffici, solo perché respiriamo o perché proveniamo da un ambiente esterno produciamo e portiamo con noi anche altre componenti che influiscono negativamente sulla qualità dell’aria.

Il secondo parametro è la diluizione, ovvero la capacità dell’immobile e impianto di scambiare aria con l’esterno. Durante la pandemia ci è stato chiesto di mantenere sempre accesi gli impianti di ventilazione ma, come riportato da molti studi, questo potrebbe essere deleterio trasportando dall’esterno sia temperature più avverse che inquinanti. Parallelamente al decreto scuole, l’ISS ha rilasciato anche un altro documento tecnico sul monitoraggio della Anidrite Carbonica (CO2) per ridurre i contagi da COVID-19. La CO2, di per sé, non è una componente particolarmente dannosa per l’uomo, ma allo stesso tempo è un indice di quanta l’aria in un ambiente indoor è salubre o, in altre parole, un indice di probabilità che agenti biologici possono circolare ed essere trasmessi tra una persona ed un’altra. Una corretta areazione oltre alla riduzione della contaminazione da virus e batteri, può impattare positivamente anche sulle performance del personale scolastico e degli studenti come dimostra lo studio di Berkeley, 2011. Terzo fattore è la filtrazione. Questa capacità è data essenzialmente dai sistemi di ventilazione o altri sistemi di depurazione in grado di filtrare o eliminare componenti di inquinamento come particolato e composti organici volatili.

Infine, l’ultimo, è la sanificazione. Ovvero la capacità degli impianti di sanificare l’aria da agenti biologici. Sebbene tutti i precedenti indicatori possano essere monitorati con sistemi digitali di rilevazione digitale, la conta di colonie batteriche, virulente e fungine richiede sempre campionamenti e analisi di laboratorio.

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– Board Member di Smart Buildings Alliance for Smart Cities

Cosa c’è realmente nelle nostre scuole?

Vi riportiamo i dati di uno studio condotto e messo a disposizione per l’articolo da un associato di Smart Buildings Alliance. Lo studio è stato condotto su alcuni istituti formativi in cui sono stati monitorati gli agenti fisici, chimici e biologici durante l’utilizzo degli spazi educativi. Nello studio condotto, sono stati registrati mediamente i seguenti dati.

Questo studio pilota ha dimostrato come sistemi di monitoraggio e purificazione dell’aria siano necessari per garantire un ambiente salutare soprattutto per i bambini, che sono quelli maggiormente impattati dall’inquinamento sia per quanto riguarda lo sviluppo del corpo che per l’apprendimento e rendimento. I dati così come presentati possono apparire come molto preoccupanti. La buona notizia è che, oggigiorno, disponiamo della tecnologia per il monitoraggio e il miglioramento della qualità dell’aria anche su edifici esistenti.

Smart Building e sostenibilità

I contributi definiti dal governo per investimenti strutturali possono permettere alle

scuole di fare il passaggio a veri e propri Smart Building più sicuri ed energeticamente efficienti. Una scuola pensata o aggiornata in quest’ottica, è in grado di regolare ad esempio le VMC in maniera intelligente sulla base dei parametri di IAQ registrati; cosa che permetterebbe di avere, allo stesso tempo, una migliore salubrità ad un costo energetico minore. Perché scambiare aria con l’esterno quando la qualità dell’aria indoor è buona, è un orario di punta del traffico e il delta termico con l’esterno è elevato? Il mercato offre continuamente nuove tecnologie per il monitoraggio della qualità dell’aria e sistemi di purificatori/ ventilazione decentralizzata che possono essere un’ottima soluzione anche per quegli edifici di costruzione più lontana e con vincoli architetturali importanti. Il decreto richiama anche l’attenzione sulla sostenibilità ambientale.

Se da una parte le tecnologie distribuite permettono di adeguare gli edifici senza dover sostenere trasformazioni invasive della struttura, d’altra parte vediamo emergere nuovi sistemi di filtrazione e sanificazione che vanno oltre i tradizionali filtri meccanici e che, quindi, non sono più causa di generazione di rifiuti non riciclabili. Ma tutte queste soluzioni possono essere efficaci se connesse ad un unico sistema di gestione e con una maggiore consapevolezza dell’importanza della qualità dell’aria indoor. ■

Tabella 1. Risultato medio di analisi su diversi luoghi scolastici dopo due ore di raccolta dati in presenza di alunni e do centi. Elaborazione riservata OVER S.p.A.

Tabella 2. Risultato medio di analisi su diversi luoghi scolastici con campionatura dell’aria su piastre di Petri con Agar. Elaborazione riservata OVER S.p.A.

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Tabella 3. Classificazione tassonomica dei batteri ottenuta tramite sequenziamento di nuova generazione del gene 16S. Elaborazione riservata OVER S.p.A.

L’importanza della luce Tra risparmio energetico e ritmo circadiano

Nella Gazzetta Ufficiale del 6 agosto 2022 sono stati pubblicati i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’affidamento dei servizi di progettazione e dei lavori per gli interventi edilizi. All’interno di questo corposo documento troviamo anche i criteri a cui devono sottostare gli impianti di illuminazione per interni, con un preciso riferimento anche agli edifici scolastici

Un primo elemento da cui partire è il principio generale che progettare una scuola significa progettare un luogo che, più di altri, sia in grado di assicurare il massimo comfort per le persone che lo frequentano per molte ore al giorno (gli studenti) o vi svolgono il loro mestiere di educatori.

Guardare con grande attenzione all’illuminazione di questi spazi non significa, quindi, affrontare un tema secondario, ma assolutamente centrale, anche rispetto alla qualità dell’apprendimento.

Dalla G.U., traiamo anzitutto l’informazione tecnica che tutti gli impianti devono essere conformi alla norma UNI EN 12464-1,

ovvero devono essere dotati di sistemi di gestione degli apparecchi illuminanti in grado di effettuare l’accensione, lo spegnimento ma anche la dimerizzazione automatica sulla base degli apporti di luce naturale (particolarmente importante in ambienti che operano prevalentemente di giorno). La regolazione, inoltre, deve tenere conto dello stato di occupazione dei locali, mentre obbligatorio è l’utilizzo di corpi illuminati a LED che devono avere una durata minima di 50.000 ore di funzionamento.

Gli obiettivi che si intendono raggiungere, si diceva, sono di due tipi: il risparmio energetico e il comfort

Per quanto riguarda il risparmio energetico l’uso di apparecchi con protocollo DALI (dimerabili) associati a sensori che rilevino la luminosità naturale e la presenza di persone, rappresentano la soluzione ottimale per una scuola, permettendo di abbatterne sensibilmente i consumi energetici. La tecnologia DALI

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Progettare accuratamente il sistema di illuminazione artificiale di un edificio scolastico è estremamente importante e dovrebbe rispondere al principo dello “Human Centric Lighting”
Luca Baldin Trumpington Community College

(Digital Addressable Lighting Interface ) consente infatti di controllare ogni singolo corpo illuminante, regolandone l’intensità, la temperatura del colore e la durata di accensione, permettendo anche di monitorarne il consumo energetico e di rilevare eventuali inefficienze. I risparmi che si possono ottenere in un’aula scolastica sono molto importanti, nell’ordine del 40-45% di energia risparmiata rispetto a sistemi più obsoleti.

Il fatto che una scuola, inoltre, sia costituita da spazi tra loro molto differenti, come uffici amministrativi, aule e laboratori, palestre e biblioteche, rende necessario adattare la qualità della luce alle loro specifiche caratteristiche, cosa che consiglia ancor più l’utilizzo di un sistema flessibile come il DALI.

Ma non si tratta solo di risparmi, come si diceva. In realtà in ambito scolastico non meno importante è la qualità ambientale che incide in modo molto più rilevante di quanto si creda sulla qualità dell’apprendimento. Luce, temperatura ambientale e rumore, interferiscono infatti in modo importante sulla capacità di concentrazione, sulla produttività e sul benessere degli utenti.

Progettare accuratamente il sistema di illuminazione artificiale di un edificio scolastico è quindi estremamente importante e dovrebbe rispondere al principio dello “Human Centric Lighting” (HLC) che consente di portare negli ambienti la stessa qualità della luce del giorno , facendo conciliare il bioritmo col ciclo naturale della giornata (ciclo circadiano) e migliorando benessere e produttività.

Il concetto di Human Centric Lighting non riguarda solo l’intensità della luce, ma anche il colore, dal momento, come noto, che la luce fredda rende tendenzialmente attivi, mentre quella calda ha un effetto rilassante. In tal senso si parla di luce biodinamica, che si ottiene attraverso l’utilizzo di apposite apparecchiature in grado di regolare dinamicamente tutti i parametri dell’illuminazione di un’aula o di una palestra, adattandoli alle reali esigenze degli utilizzatori, contribuendo in modo importante al miglioramento delle performance. La “luce” di una scuola va quindi considerata molto attentamente in fase di progettazione, ma non di meno in occasione di eventuali interventi migliorativi, potendo incidere in modo determinante sulla qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. ■

Milioni di studenti

La scuola

Il caso studio di Terento

Il BIM (Building Information Modeling) è ideale per molte realtà, anche per la gestione di infrastrutture pubbliche come le scuole, rendendole più che mai innovative ed efficienti dal punto di vista dei consumi.

Le scuole sono il luogo prima del mondo della formazione della nostra società moderna, e in Italia rappresentano (dati ISTAT 2021) un dato importante in termini numerici relativamente agli studenti: oltre un milione e 300mila dell’infanzia, due milioni e mezzo e più per la primaria, mentre le scuole secondarie, tra 1° e 2° grado, accompagnano oltre 4 milioni di ragazzi. Cifre impressionanti se si pensa a quanti edifici possano significare e pesare a livello energetico.

Risulta quindi importante che la formazione dei nostri giovani e giovanissimi avvenga in edifici confortevoli, luminosi e sostenibili. Secondo il rapporto dell’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica, «la maggior parte dei nostri edifici scolastici ha pareti e finestre che disperdono verso l’esterno l’energia volta a riscaldare aule, uffici e ambienti annessi.

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più
vivibili, sicure e sostenibili nei consumi
ogni giorno frequentano le scuole italiane:
che mai prioritario renderle
green ed efficiente
Educational Ensemble. Ph. credit Hertha Humaus

E gli impianti termici?

Se hanno più di 12 anni sono poco efficienti, e lo stesso discorso vale anche per i sistemi di illuminazione, tanto che, si stima che oltre il 50 per cento dell’energia usata per riscaldare gli edifici scolastici può essere risparmiata . L’efficientamento energetico delle scuole italiane non rappresenta solo una delle modalità mirate per educare al risparmio e alla sostenibilità le nuove generazioni, ma ha anche impatti importanti sugli aspetti ambientali ed economici. Inoltre, secondo un colosso del settore energetico come Edison, “ogni nuovo progetto di edifici scolastici dovrebbe potenzialmente concepire contenitori adeguati alle esigenze della nuova didattica e della smart city: dovrebbe perciò essere immaginato un polo educativo aperto quasi 24/7, al servizio di tutte le fasce d’età della comunità in orari diversi”

La scuola del futuro va intesa anche come una sorta di piccola centrale energetica forte in efficienza e sostenibilità, nell’uso di energie rinnovabili e in grado di produrre più energia di quanta ne consuma: esattamente come parte di una Smart City.

In Alto Adige un caso studio

tra efficienza e territorio

Il polo scolastico della cittadina di Terento, in provincia di Bolzano è un progetto ideato dallo studio austriaco feld72 che ha voluto creare uno spazio didattico ma anche location di ritrovo per la comunità locale, tanto da ospitare nei suoi nuovi spazi, non solo asilo e scuola elementare, ma anche la Biblioteca comunale “L’insieme educativo si apre al villaggio e viceversa, diventando parte della vita quotidiana” hanno spiegato i progettisti. Nel 2010 è stato realizzato l’asilo nido, costituito da tre blocchi e da un giardino, mentre nel 2017 è stata ultimata la scuola, sorta sulle ceneri di un progetto di riqualificazione del precedente

fabbricato risalente agli anni ’70. Al primo piano della struttura si trovano la mensa, un angolo per i giochi dei più piccoli e la biblioteca, composta da zona lettura e area media.

Al piano superiore troviamo le aree didattiche, grandi aule e corridoi dotati di arredi flessibili realizzati volti ad una tipologia di apprendimento continuo, non esclusivamente all’interno delle classi. Nel progetto vengono favorite la scoperta, la sperimentazione e la ricerca, con aree esperienziali e la connessione diretta con la palestra e un padiglione dedicato alla musica, con piazza per il mercato locale.

Il tutto, in perfetto stile altoatesino, nel rispetto cromatico, di volumi e consumi, del territorio circostante e del paesaggio. ■

Quante scuole ci sono nel territorio italiano

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Infanzia Primaria Sec. 1° Grado Sec. 2° Grado 7.5K 15K 1.4K 15K 0.6K 7.4K 1.5K 5.3K Fonte:Istat Privata Pubblica
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Edificio scolastico e aule dell’edificio scolastico di Terento in Alto Adige. Ph. credit Hertha Humaus

Scuola: ecco cosa prevede il PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è senza dubbio un’occasione da cogliere anche per la scuola: prevede investimenti in tecnologia e infrastrutture digitali, ma anche formazione digitale e sistemi di apprendimento a distanza che renderanno le scuole più accessibili ed efficienti.

Le risorse stanziate consentiranno alle scuole di adottare soluzioni innovative, tra le quali software didattici o strumenti cloud-based, il tutto nell’ottica di migliorare l’accessibilità delle informazioni e della conoscenza. Inoltre, verranno finanziate le attività necessarie in tema di ricerca educativa, creazione di curricula innovativi e per l’ampliamento dell’educazione specialistica

Il PNRR Istruzione è il programma di interventi del Ministero dell’Istruzione parte di Italia Domani, il PNRR: si sviluppa nella

cornice di “Futura – La scuola per l’Italia di domani”- e prevede un programma di interventi che include 6 Riforme e 11 linee di investimento per l’istruzione italiana per un totale di 17,59 miliardi di euro a cui si sommano 697 milioni di budget aggiuntivo.

Le Riforme

Le 6 riforme contribuiscono a mettere il sistema scolastico al centro della crescita del Paese, e riguardano:

• Istituti tecnici e professionali

• ITS

• Orientamento

• Reclutamento docenti

• Riorganizzazione del sistema scolastico

• Scuola di alta formazione per docenti e personale

Le linee di investimento

Le 11 linee di investimento vengono suddi-

In Piemonte 69 milioni del PNRR per la riqualificazione scolastica

L’ambizioso intervento di sostituzione edilizia nell’istituto di Grugliasco non rappresenta un’eccezione in Piemonte, ed anzi la Regione appare in prima fila nella colossale opera di ristrutturazione in ottica green che si rende necessaria per gli edifici scolastici italiani. Una riprova la si è avuta di recente con il varo di un importante finanziamento per la riqualificazione del patrimonio immobiliare adibito all’istruzione. L’assessorato all’Istruzione e al merito della Regione Piemonte ha infatti individuato i progetti di edilizia scolastica a cui destinare risorse per quasi 69 milioni di euro provenienti dai fondi del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

“La sicurezza delle scuole è una priorità assoluta per questa Giunta, soprattutto in tema di edilizia scolastica”, ha affermato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Nello stesso tempo l’assessore all’Istruzione, Elena Chiorino ha sottolineato che “sono in arrivo risorse importanti dal PNRR che consentiranno di implementare quelle già messe in campo dalla Regione. Abbiamo ben chiare le difficoltà di chi amministra ogni giorno: per questo motivo, ad inizio legislatura, abbiamo istituito un capitolo regionale dedicato alle emergenze di edilizia scolastica. Uno strumento concreto in supporto alle amministrazioni comunali che entra in funzione per evitare ai sindaci di impegnare quote di bilancio sottraendole a servizi fondamentali. I nostri ragazzi devono poter fruire di spazi sicuri in cui crescere e formarsi”.

vise in due macroaree: 6 per le infrastrutture e 5 per le competenze

Quelle per le infrastrutture riguardano:

• l’edilizia scolastica (nuove scuole, asili nido e scuole dell’infanzia, mense e strutture per lo sport e messa in sicurezza degli edifici);

• gli ambienti innovativi e gli strumenti per la didattica digitale per tutte le scuole (Scuola 4.0)

Le linee di investimento competenze riguardano:

• Riduzione divari

• ITS

• Didattica digitale

• Nuove competenze

• Estensione del tempo pieno ■

Nel dettaglio, i 16 progetti individuati dalla Regione Piemonte consentiranno di riqualificare e mettere in sicurezza 20 edifici scolastici. I Comuni coinvolti - che hanno competenza sugli edifici che ospitano le scuole dell’infanzia, le primarie e le secondarie di primo grado - sono 10. Si tratta di Asti (scuola primaria “Rio Crosio”), Baldichieri d’Asti (primaria “Don Felice Borgnino” e secondaria di primo grado), Beinette (secondaria di primo grado “Dante Alighieri”), Cortemilia (scuola dell’infanzia e primaria), Margarita (scuola primaria), Mazzè (scuola primaria), Torino (scuole primarie “Pestalozzi” e “C. Boncompagni”), Viù (scuola primaria e secondaria di primo grado), Santa Maria Maggiore (scuola dell’infanzia) e Desana (scuola dell’infanzia e primaria).

Inoltre figurano le Province, competenti per gli edifici di istruzione secondaria di secondo grado. Si tratta di Cuneo (liceo scientifico “Ancina” di Fossano), Novara (liceo classico e linguistico “Carlo Alberto” di Novara); Vercelli (istituto tecnico “C. Cavour” di Vercelli) e della Città Metropolitana di Torino (istituto superiore “Porro” di Pinerolo).

A completare il quadro, un intervento straordinario nel torinese, presso il Comune di Cumiana (ricostruzione della scuola secondaria di primo grado “D. Carutti”). ■

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Marco Ventimiglia

Efficienza energetica e sostenibilità.

L’esempio della scuola di Grugliasco

Nel torinese è iniziato un grande intervento di sostituzione edilizia presso l’istituto secondario “66 Martiri” progettato dall’architetto Luca Moretto

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Luca Moretto
SPECIALE SCUOLA 4.0
Marco Ventimiglia

In Italia l’edilizia scolastica rappresenta un grande problema, e l’aspetto riguardante l’efficienza energetica è uno di quelli che assume la maggiore rilevanza. Molti degli edifici sono stati costruiti fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, un periodo nel quale non si faceva attenzione a tante cose, ad esempio i materiali isolanti. Ma anche alcune soluzioni per le scuole che allora erano in auge, come la creazione di spazi interni con grandi volumi, si sono poi rivelate di improba gestione sotto l’aspetto del contenimento dei consumi energetici”.

A parlare è l’ architetto torinese Luca Moretto, e si tratta senz’altro di una persona informata dei fatti, considerata la sua lunga esperienza progettuale nell’ambito degli edifici destinati alla didattica in quella che lui stesso definisce come “architettura

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Scuola verticale - fianco est | MAT & Partners Scuola verticale - Sezioni Scuola | MAT & Partners

della formazione”. Conoscenze, quelle di Moretto, che si sono rivelate fondamentali per trasformare uno dei molto interventi di ristrutturazione che si effettuano nel nostro Paese in un autentico, definizione quanto mai opportuna, caso che fa scuola… Il suo è un progetto di sostituzione edilizia che riguarda la scuola media “66 Martiri” di Grugliasco, un comune in provincia di Torino. Verrà attuato per fasi fino al 2026, in modo da consentire la prosecuzione dell’insegnamento durante l’effettuazione dei lavori di demolizione e ricostruzione suddivisi per blocchi del grande edificio.

Soluzioni tecniche all’avanguardia

Un intervento complesso e ambizioso che non solo cambierà completamente l’estetica e gli spazi interni della scuola, ma la renderà capace di produrre e consumare energia in modo “intelligente” grazie all’adozione delle soluzioni tecniche più all’avanguardia.

In particolare, per quanto riguarda l’efficientamento energetico, Moretto racconta che per il progetto di Grugliasco in pratica “sono state messe in atto tutte le soluzioni attualmente disponibili.

Parlo dell’impianto fotovoltaico, compresi i pannelli solari dedicati al riscaldamento dell’acqua, ma anche di un impianto di geotermia che sarà realizzato impiegando le sonde. Ed ancora, illuminazione a LED, sensori di presenza per l’attivazione/ disattivazione delle luci, rubinetti con limitazione di mandata, utilizzo delle acque piovane per le cassette di risciacquo nei servizi igienici”.

Insomma, quello per la scuola di Grugliasco si prospetta come un intervento esemplare all’insegna della modernità e della compatibilità, del quale parliamo in modo più approfondito nell’articolo seguente.

Peccato, però, che una tale dimostrazione

Città: Grugliasco (Torino)

Stato: Italia

Superfice lorda complessiva: 6.725 mq

Superficie areee esterne: circa 9.250 mq

Architetti: Luca Moretto

Design Team: MAT & Partners - Mediapolis Engineering

di efficienza progettuale si presta anche a misurare l’inefficienza che invece la fa da padrone nella stragrande maggioranza degli edifici scolastici del Paese.

Tante, tantissime scuole pensate e costruite male. Ma non solo… “A rendere ancora più complicato l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio scolastico - spiega Moretto - c’è anche la sua diversità.

È vero, come ho detto, che si tratta per lo più di edifici mal realizzati, dove anche concetti basilari come quello del ponte termico non sono stati rispettati. Ma il fatto che si tratti di strutture poco o per nulla efficienti non significa che siano tutte uguali. Anzi, ogni edificio scolastico fa praticamente storia a sé e per intervenire bisogna agire come dei sarti”.

Leggi e regole troppo vecchie

A monte di tutto, poi, c’è l’aspetto regolatorio e legislativo, che per quanto riguarda la costruzione e la manutenzione degli edifici adibiti all’insegnamento non cambia da tempo immemore…

“Nel nostro Paese gli standard per l’edilizia scolastica risalgono ancora a una legge del 1975, tanto che anche i recenti bandi legati al PNRR fanno riferimento a queste indicazioni risalenti a quasi mezzo secolo fa. Il mondo - conclude l’architetto - è cambiato dal punto di vista tecnologico ma anche antropologico, dai comportamenti dei ragazzi alle modalità con cui viene effettuato l’insegnamento. Occorre quindi una nuova normativa adeguata ai tempi”. ■

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SPECIALE SCUOLA 4.0

Sostituzione edilizia della scuola di Grugliasco. Le caratteristiche innovative del progetto

Diciannove milioni di euro per trasformare una delle tantissime scuole italiane obsolete in un autentico punto di riferimento in quanto a tecnologia e sostenibilità. È il biglietto da visita, naturalmente color green, dell’intervento di sostituzione edilizia nella “Scuola Media Statale 66 Martiri” situata a Grugliasco, comune del torinese. La proposta progettuale di intervento prevede una ricollocazione del corpo di fabbrica principale

all’interno del lotto esistente con una disposizione e un orientamento del fabbricato diversi da quelli esistenti.

Una volta ultimati i lavori per la realizzazione del progetto dell’architetto Luca Moretto (non oltre il 2026, con l’istituto che rimarrà comunque operativo), i 450 studenti prenderanno posto in 18 aule didattiche - dimensionate per rispettare gli standard di capienza in vigore - ed avranno a dispo-

sizione laboratori, palestra, auditorium e altri spazi. La superficie lorda complessiva sarà di circa 6.725 mq, mentre le superfici relative alle aree esterne avranno un’estensione complessiva di circa 9.250 mq

I miglioramenti dell’efficienza energetica

A caratterizzare il progetto c’è l’attenzione estrema a tutto ciò che riguarda l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale

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In particolare, l’intervento di sostituzione edilizia consente di raggiungere migliori prestazioni in termini di efficienza energetica, grazie anche alla possibilità di adottare tecnologie maggiormente compatibili con sistemi di involucro e impianti di tipo innovativo quali ad esempio: strategie di climatizzazione passiva, pompe di calore geotermiche per la produzione di fluidi caldi e freddi, sistemi fotovoltaici integrati (facciata, coperture, ecc.).

La riduzione stimata dell’emissione di gas a effetto serra (imputabile ai servizi quali: riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, ventilazione del fabbricato e delle aree esterne) è intorno all’80-90%

Grande riciclabilità ed elevata durabilità

Nell’introduzione al progetto viene sottolineato come “l’intervento di sostituzione edilizia consente di impiegare per tutte le parti che compongono l’edificio elementi ad alto potenziale di riciclabilità ed elevata durabilità. Inoltre, la realizzazione ex-novo del fabbricato permette l’esecuzione di impianti tecnologici di servizio caratterizzati da una maggiore facilità di dismissione. Nel complesso, l’intervento di sostituzione edilizia anticipa “il costo ambientale” di demolizione a fronte di un minore impatto ambientale in termini di produzione di gas ad effetto serra durante la fase futura di dismissione dell’opera”.

Nella prospettiva della massima sostenibilità, vengono elencati ed illustrati cinque componenti di particolare rilevanza del progetto:

1. Adattamento ai cambiamenti climatici “L’intervento di sostituzione edilizia produce una maggiore attenuazione degli effetti negativi del clima attuale e del clima futuro, soprattutto in fase di utilizzo e gestione dell’edificio; il minore consumo energetico del nuovo fabbricato rispetto ad un fabbricato ristrutturato, permette di ridurre drasticamente l’impatto sull’ambiente e sul clima. Le tecnologie di recupero e riuso delle acque meteoriche e grigie, introdotte nel nuovo fabbricato consentono di ridurre in modo consistente il consumo della risorsa idrica”.

2. Uso sostenibile e protezione delle acque

“L’intervento è localizzato in un’area totalmente urbanizzata, e non comporta una ripercussione rilevante sulla protezione delle acque e risorse marine. L’intervento di sostituzione edilizia è caratterizzato dalla presenza di una maggiore superficie a verde permeabile rispetto alla situazione esistente, quantificabile in un incremento pari a 2.500/3.000 mq rispetto alla superficie totale del lotto di circa 14.000 mq; ciò è reso possibile sfruttando il riposizionamento del corpo di fabbrica principale insieme all’impiego di tecnologie quali le “coperture verdi”. Inoltre, sarà possibile introdurre le tecnologie di recupero e riuso delle acque meteoriche e soprattutto delle acque grigie, quest’ultime difficilmente integrabili nella soluzione di ristrutturazione del fabbricato esistente”.

3. Economia circolare, compresi la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti “Lo stimolo del mercato di prodotti da C&D (costruzione e demolizione) e la propulsione dell’economia circolare sono nettamente maggiori nella soluzione di intervento di sostituzione edilizia, poiché nel progetto del nuovo fabbricato, per ogni tipologia specifica di materiali, è prescritto il contenuto minimo di riciclato che gli stessi devono possedere ed è stato valutato il potenziale di riciclabilità confrontando più soluzioni di materiali/componenti”.

4. Prevenzione

e riduzione dell’inquinamento

“L’obiettivo di evitare un aumento significativo delle emissioni di sostanze inquinanti, per l’intervento di sostituzione edilizia, si declina attraverso gli stessi principi e peculiarità che permettono alla proposta di intervento di essere conforme all’obiettivo di mitigazione dei cambiamenti climatici”.

5. Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi

“L’intervento è localizzato in un’area totalmente urbanizzata, e non comporta una ripercussione rilevante sulla biodiversità, gli habitat e le specie locali; inoltre vi è un consistente incremento delle superfici a verde, della dotazione di alberature e arbusti di specie locali, ad impollinazione entomofila. Queste peculiarità del progetto di sostituzione edilizia portano un miglioramento all’ecosistema locale rispetto allo stato di fatto”. ■

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SPECIALE SCUOLA 4.0

Polo scolastico “Dino Compagni”

L’impianto generale del complesso si articola secondo un’impostazione a padiglioni. Il loro rapporto reciproco definisce gli spazi esterni come connettivo funzionale, viatico di didattica e apertura verso la comunità locale. È attraverso la ridefinizione del concetto rigido di aula e di lezione frontale che questa configurazione planivolumetrica acquisisce il tipico connotato di ambiente flessibile, adattabile, sviluppato secondo modularità che permettono l’adeguamento dello spazio alla didattica e non viceversa. Ne trae di conseguenza beneficio tutto il panorama di standard qualitativi degli ambienti indoor: massimizzazione dell’uso di luce naturale di ciascun padiglione, incidendo in maniera

significativa sul mantenimento del livello di concentrazione, minor affaticamento visivo, riduzione dell’impatto dell’inquinamento acustico dell’area urbana circostante, oltre a tutti gli aspetti che non sono direttamente riconducibili a parametri monitorabili ma che trovano in letteratura ampio risalto. Tra gli altri si possono sicuramente citare i benefici legati alla permeabilità visiva, la smaterializzazione del limite percepibile tra interno ed esterno, la connessione distributiva e visiva tra i padiglioni e gli ambienti con funzioni complementari.

L’architettura riflette molte di queste sensibilità: il dettaglio della tessitura del sistema di schermatura passivo è elemento espressivo plasmato secondo una morfologia che risponde, in primis, a esigenze prettamente funzionali. Sfuma così la distinzione netta tra apparati tecnologici ed elementi ornamentali, con il risultato che l’espressività è parte di una valutazione complessiva che

si riflette su efficienza energetica, sulla schermatura della radiazione solare nei momenti di maggior carico termico, sulla qualità dell’uniformità d’illuminazione naturale, sulla riduzione dei fenomeni di glare e tutti i fattori annessi a questi parametri ingegneristici valutabili e monitorabili. Sette padiglioni, che contano in tutto ventiquattro classi, sono l’asse di sviluppo di un progetto di oltre 6700 mq che si pone nel dialogo con il contesto come nuovo Civic Center. Le funzioni complementari e trasversali sia alla didattica che al ruolo di apertura alla cittadinanza sono l’auditorium, la palestra, l’agorà, la sala polivalente e la biblioteca. Le scelte tecnologiche, oltre seguire i protocolli di sostenibilità, si integrano con le direttive MIUR e Scuola Digitale, come lo Spaced learning e la Technology Enhanced Active Learning, secondo il criterio generale che governa tutta la realizzazione, la centralità della didattica e dell’apprendimento in tutte le sue forme. ■

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Il Polo Scolastico “Dino Compagni” di Firenze è il risultato di sintesi del processo progettuale di ATI Project che interpreta la didattica contemporanea, il ruolo sociale dell’architettura pubblica e i più avanzati standard di sostenibilità.
Chiara Benedettini

Quando la scuola è smart in provincia

Il caso studio dell’Istituto Ugo Foscolo di Arcugnano, in provincia di Vicenza: eccellenza tra efficientamento energetico, rispetto del contesto e creatività

Presentata come la prima scuola anti-Covid della provincia, grazie all’installazione di sofisticati impianti di aspirazione e riciclo dell’aria e lampade germicide che rilevano e abbattono il potenziale infetto, ma non solo.

La nuova scuola media è stata realizzata con alte tecnologie: “In queste aule è stato utilizzato il massimo in tema di tecnologie volte al risparmio energetico, e ogni singola applicazione vuole di fatto rappresentare

una scuola nella quale si guarda al futuro, ad un domani eco-sostenibile attraverso l’efficientamento energetico, donando spazio anche ad arte e creatività. Il tutto tra banchi e lavagne di ultima generazione, per 4 milioni di euro per larga parte finanziati dallo Stato”, ha commentato il Sindaco di Arcugnano, Paolo Pellizzari.

“Un’inaugurazione con visite guidate per alunni e genitori e un open day per i cittadini, per poi aprire le porte con l’anno

scolastico 2022/2023: la scuola del futuro si fonda sulla tutela dell’ambiente”, ha aggiunto.

Alla genesi del progetto

Un polo d’avanguardia che, vista la necessità di dotare la frazione Torri di Arcugnano di un nuovo complesso scolastico, ha visto la demolizione della precedente scuola e la realizzazione di un nuovo complesso scolastico. Il progetto originale prevedeva cinque piani fuori terra, di cui tre estesi

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Ilaria Rebecchi
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per tutta la lunghezza dell’edificio, verso l’intersezione tra via Torri e via Monte lungo, a fungere da scenografica testata della scuola e governare le proporzioni architettoniche dell’edificio, fronteggiando la torre di Piazza Rumor, in una sorta di relazione visiva.

I profili volumetrici della nuova scuola sono definiti dalla rotazione dei primi tre piani a creare uno sporto che punta a proteggere da agenti atmosferici e dall’irraggiamento solare creando delle zone di ombra limitrofe all’edificio.

Internamente si trova un piano terra con ingresso indipendente per l’accesso ad uno spazio di distribuzione a tutt’altezza che ospita una scala tondeggiante che va a troneggiare nello spazio come fosse un grande complemento d’arredo.

Struttura e materiali

La struttura è interamente in legno , e vanta impianti moderni a risparmio energetico. Internamente si trovano pareti colorate impreziosite da disegni di artisti di fama internazionale, a seguire il filo conduttore del comune negli ultimi anni, con il coinvolgimento di tanti writers e street artist a decorare le pareti degli edifici scolastici cittadini.

Ampie stanze luminose e grandi vetrate con panoramica vista sui colli: la scuola media Ugo Foscolo di Arcugnano, dopo due anni di lavori, rappresenta un progetto unico nel suo genere, si stima su scala quantomeno regionale.

I numeri

Un’area di 2.600 metri quadrati, con 10 aule dotate di moderne lavagne lim , spazi per laboratori, ampia mensa e un auditorium polifunzionale. Una struttura portante realizzata in legno, con cappotto termico in lana di roccia, 2 pareti esterne su 4 rivestite in Tecu, e un impianto fotovoltaico sul tetto. L’edificio raggiunge elevati standard energetici e consumi prossimi allo zero: i lavori sono iniziati a maggio 2020 e tra pandemia, carenza dei materiali e aumento dei prezzi i lavori non sono stati semplici, ma hanno portato la scuola ad accogliere i 200 studenti iscritti con l’inizio dell’ultimo anno scolastico, a settembre 2022. 4 milioni di euro, di cui 3 coperti da contributo statale e 800 mila da un contributo del GSE (Gestore dei servizi energetici) e i restanti 200 mila dal Comune.

Il contesto artistico

Una scuola che vede protagonista l’innovazione tecnologica legata anche all’aspetto estetico e alle arti. Tre gli street artists coinvolti nella decorazione delle pareti interne ed esterne: Bart Smeets, artista belga, che con i suoi due murales sulle facciate ha raffigurato un caloroso abbraccio e un bambino accompagnato da un cane, Jason Naylor, writer newyorchese, che ha dipinto l’atrio della scuola con messaggi di pace, amore, arte. Infine, Dasic Fernàndez, street artist cileno che ha realizzato una gigantesca opera onirica variopinta, che abbellisce le pareti della sala polifunzionale. ■

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Un polo scolastico innovativo e di avanguardia
Alcune immagini del progetto e delle aule della Scuola Foscolo di Arcugnano

Università: quanto vale

una piattaforma di gestione e controllo?

Come progettare, costruire e abitare le nostre scuole

Fonte: Smart Building Report 2022 Politecnico di Milano

Un business case che descrive lo status di un Campus Universitario italiano caratterizzato da alta maturità tecnologica. Questo campus rappresenta un ecosistema dotato di una piattaforma digitale modulare e centralizzata che potenzia i servizi preesistenti all’interno del campus e abilita nuove funzionalità che favoriscono produttività, efficienza, sostenibilità, brand awareness e user experience all’interno del building.

Le caratteristiche e i servizi

• L’edificio è caratterizzato da 5 aule, di cui 4 divisibili in due, per un totale di 9 aule utilizzabili contemporaneamente, a cui corrispondono circa 350 posti a sedere.

• La superficie del campus si estende inoltre per circa 1.500 mq .

Mappatura dei servizi

I principali servizi presenti all’interno del campus , abilitati dalla piattaforma, possono essere mappati nelle categorie di building devices and solutions precedentemente elencate:

Gli impianti HVAC del campus sono dotati di sensori che permettono di scambiare informazioni con la piattaforma di monitoraggio e controllo in modo tale da ottenere dati real-time sul consumo energetico dell’edificio utili per eventuali ottimizzazioni e riduzioni dei costi.

Il sistema di illuminazione è gestito in maniera tale da regolare automaticamente l’intensità della luce a seconda dell’orario, delle condizioni atmosferiche, e dello stato di occupazione della stanza, al fine di efficientare i consumi e garantire il comfort degli occupanti.

Aule dotate di display HQ (HighQuality) e di lavagne digitali interattive che promuovono la creazione di contenuti e la collaborazione tra gli studenti sia da remoto che in presenza.

Aule flessibili che supportano diversi layout grazie alla possibilità di spostare facilmente gli asset fisici

COMFORT & HEALTH

Disposizione di microfoni e altoparlanti tale da garantire la massima copertura dell’aula in modo che tutti i partecipanti(da remoto e inpresenza) possano essere sentiti chiaramente

Aule dotate di copertura video e campovisivo adeguati alfine di permettere a coloro che si uniscono da remoto di visualizzare efficacemente i partecipanti in presenza. Videocamere che abilitano un’inquadratura «intelligente» (es:telecamera mostra solo le persone in aula e non le sedie vuote)

Monitoraggio delle condizioni ambientali all’interno dell’edificio (qualità dell’aria, temperatura, uso degli spazi)

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SPECIALE SCUOLA 4.0
Luiss Guido Carli

SAFETY& SECURITY

Rilevatori di presenza e di people counting che segnalano quando l’edificio o una singola area eccede la capacità massima consentita

Real Time Locating System di asset con tecnologia BLE per la prevenzione e gestione dei rischi di furto e smarrimento di oggetti.

Real Time Locating System degli occupanti, per soccorso in caso di emergenza, garantendo allo stesso tempo tutti i requisiti di privacy e sicurezza.

Sistemi di videosorveglianza e di controllo agli accessi avanzati, basati su funzionalità di Artificie lIntelligence, per una prevenzione attiva dei furti e una protezione dei beni di valore, in un concetto di controllo degli accessi senza barriere 24x7.

Verifica della presenza in aula degli studenti registrati alla lezione tramite device localization (BLE-Bluetooth Low Energy, Wi-Fi)che porta a una rendicontazione più accurata delle presenze

GENERAL SERVICES

Esposizione di informazioni sulle pareti LED e monitor LCD all’’ingresso degli edifici e nei display a pavimento per visualizzare in modo vivido le informazioni pubbliche, trasmettere comunicazioni interne o condividere informazioni sui prodotti per migliorare il servizio clienti, le promozioni e il riconoscimento del brand Possibilità di prenotare e gestire le prenotazioni degli spazi condivisi attraverso display interattivi, specificando un vasto set di parametri (es.durata della prenotazione, ricorrenza settimanale, condizioni speciali)

Possibilità di «esplorare» virtualmente i singoli spazi dell’edificio utilizzando sistemi di map visualization e navigation

BENEFICI DERIVANTI DALL’UTILIZZO DI PIATTAFORMA DI GESTIONE E CONTROLLO PROPRIETA’

Brand, sostenibilità e adattabilità

• L’integrazione di esperienza fisica e digitale abilitata dalla piattaforma consente al campus universitario di mettersi in mostra come esempio di innovazione e leadership, diffondendo e incrementando la brand awareness.

• La piattaforma consente di applicare pratiche di gestione sostenibile dell’edificio (es. consumo energetico, gestione dei rifiuti, della mobilità, degli spazi), incrementando l’immagine green del campus.

• La modularità della piattaforma e l’utilizzo di tecnologie avanzate consentono al campus di adattarsi flessibilmente a nuovi possibili scenari di business.

FACILITY MANAGER / BUILDING OPERATOR

Produttività ed efficienza

• La piattaforma consente di configurare un patrimonio di dati, pilastro fondamentale in un’organizzazione data-driven

• Fornire insights per una migliore pianificazione dello spazio dell’edificio e un uso efficace delle sue aree

• Ridurre i costi operativi dell’edificio, grazie alle informazioni sul suo utilizzo reale

• Promuovere pratiche di gestione sostenibile dell’edificio, basate

sui dati: consumo di energia, gestione dei rifiuti, occupazione, calendari degli eventi, informazioni meteorologiche, orari dei trasporti, e altri dataset

USER

Comfort e user experience

• La soluzione consente una modalità d’apprendimento ibrido e con soluzioni BYOD (Bring Your Own Device), in modo da garantire a educatori e studenti una sempre maggior flessibilità

• Le applicazioni digitali incrementano l’engagement e la user experience degli occupanti, incorporando ad esempio funzionalità di prenotazione degli spazi all’interno di canali digitali. ■

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Il Superbonus resiste al suo depotenziamento nell’attesa di un ennesimo cambio di rotta

Nei primi due mesi del 2023 è cresciuto di ulteriori 6,5 miliardi il totale delle detrazioni ammesse ma è ancora presto per vedere gli effetti della riduzione al 90% del recupero fiscale e dello stop alla cessione del credito

Ormai scrivere di Superbonus su qualcosa che non è un quotidiano o un sito Web, quindi anche su questo magazine di Smart Building Italia, è divenuto un esercizio ad alto rischio. Infatti, occorre non soltanto mettere in conto continue novità in materia, fra polemiche e correzioni di legge, ma persino degli autentici ribaltoni che capovolgono la situazione precedente, come accaduto con la cessione del credito, prima introdotta, poi limitata ed ora clamorosamente bloccata con migliaia di imprese del comparto edile che rischiano di vedere compromessi in modo irreparabile i loro bilanci, non avendo quindi possibilità di sopravvivenza. Il tutto mentre il diminuito recupero fiscale, ridotto dal 110 al 90% a partire dal mese

di gennaio, ha già di suo creato dubbi profondi sul futuro di un’agevolazione che, al netto delle critiche reali o pretestuose, ha comunque l’enorme merito di aver tenuto a galla il settore dell’edilizia negli anni della pandemia.

Stop anche allo sconto in fattura

Il decreto legge che prevede lo stop di tutte le cessioni del credito maturate con l’applicazione dei bonus fiscali oltre che dello sconto in fattura, porta la data del 16 febbraio. Ad essere colpito non è quindi soltanto il Superbonus, anche se non c’è dubbio che proprio quest’ultimo rappresenti il “bersaglio grosso” essendo di gran lunga l’incentivo con la ricaduta economi-

ca più rilevante. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato che si tratta di “una misura d’impatto per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2mila euro a testa”. Non proprio parole destinate a rasserenare gli animi, ed infatti si sono subito registrate le reazioni avverse alla decisione da parte di molteplici rappresentanti del mondo dell’edilizia.

Nelle settimane successive queste reazioni si sono sommate a quelle dello stesso tenore provenienti da diversi schieramenti politici, tanto che l’esecutivo sembra si stia convincendo della necessità di ennesimi

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SUPERBONUS & INCENTIVI & DIRETTIVE
Marco Ventimiglia image credit: Pentastudio

cambiamenti per cercare di evitare il tracollo finanziario di tante imprese edili con la conseguente perdita di posti di lavoro. Si pensa dunque a “resuscitare” in qualche modo la cessione del credito con meccanismi finora ipotetici, dei quali preferiamo non darvi conto perché troppo spesso le chiacchiere intorno all’agevolazione sono svanite dall’oggi al domani, figuriamoci quindi nel periodo che intercorre fra la scrittura e la lettura di questo articolo.

Nessuna brusca frenata dell’agevolazione

Dunque, se quel che conta sono i fatti, nell’attesa di un ulteriore e auspicabile cambio di rotta del governo è importante capire quel che sta succedendo al Superbonus nella sua versione doppiamente depotenziata, con recupero fiscale ridotto e scomparsa della cessione del credito e

dello sconto in fattura. In realtà, considerato che sono fin qui disponibili i dati relativi ai primi due mesi del 2023, è ancora troppo presto per trarre delle conclusioni. Di sicuro non si è verificata una frenata brusca. Infatti, alla fine di febbraio si sono aggiunti altri 6,5 miliardi di detrazioni a fine lavori - l’onere reale a carico dello Stato - ai quasi 69 miliardi maturati al 31 dicembre. Si tratta però di un dato di difficile lettura, perché non è chiaro se a “gonfiare” i numeri del Superbonus nell’avvio d’anno ci siano ancora lavori autorizzati al 110% o comincino a entrare nella statistica quelli compiuti con il minor recupero fiscale.

Di certo ci aspettano ulteriori capitoli di questa autentica saga del Superbonus, tanto più dopo che la recente Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici ha ribadito che indietro non si torna.

E poco importa se nei prossimi anni gli inevitabili interventi legislativi a sostegno della riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare prenderanno un altro nome. Del resto, i primi ad essere convinti dell’irreversibilità del cambiamento sono proprio i comuni cittadini.

Da un’indagine, commissionata da Confindustria Assoimmobiliare a SWG, emerge che gli italiani considerano già l’efficienza energetica come un criterio fondamentale per orientare le proprie scelte. La maggior parte di coloro che hanno intenzione di acquistare una casa (il 56%) dichiara di volere abitazioni di classe A, quelle con la miglior classificazione energetica.

E sempre la maggioranza del campione interpellato (il 55%) esclude di acquistare le case con valori energetici più bassiquelli da E a G - anche se tali abitazioni costassero di meno. ■

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“Troppo spesso è emersa una narrazione a senso unico, legata esclusivamente al costo del Superbonus per l’erario. Quello che invece noi abbiamo sempre cercato di sottolineare è l’enorme apporto che l’incentivo ha dato alla crescita dell’economia italiana, contribuendo per circa un terzo agli ottimi risultati del Pil nel 2021 e 2022”. Federica Brancaccio, presidente dell’ANCE, non dissimula il suo stupore, comune del resto a tanti addetti ai lavori del mondo dell’edilizia, per il tiro al bersaglio politico e mediatico contro la maxi agevolazione fiscale varata nell’ormai lontano mese di maggio del 2020. Ed è quindi il caso di mettere i puntini sulle i: “Il Superbonus ha avuto un impatto rilevante sulle entrate dello Stato, rendendo possibile aiutare le famiglie nella crisi energetica, e indiscutibili effetti positivi anche in termini di occupazione. Negli ultimi due anni sono stati creati, infatti, circa 250mila posti di lavoro nelle costruzioni, di cui ben 170mila grazie ai bonus fiscali. Si tratta di numeri importanti di cui non si può non tenere

conto”. Numeri importanti, da tenere bene in conto anche adesso, con il Superbonus apparentemente depotenziato a causa della riduzione al 90% della percentuale di recupero fiscale. “Nessuno ha mai pensato che il 110% potesse essere una misura a vita - spiega Brancaccio -.

Ci dobbiamo ricordare come il Superbonus è nato: nel 2020, in piena pandemia, con il settore dell’edilizia allo stremo dal 2008. Siamo tutti ben consapevoli che è stata una misura straordinaria in un momento straordinario. Oggi la sfida è riscrivere il sistema degli incentivi, ragionando prima di tutto su ciò che ha funzionato: qualificazione delle imprese, prezzari, rispetto del contratto collettivo dell’edilizia. E proprio per rendere sostenibile la misura noi suggeriamo di modulare la percentuale in funzione dell’obiettivo che si raggiunge, sia per la classe energetica che per quella antisismica, e ragionare su agevolazioni variabili in base al reddito dei beneficiari”. Cambia il recupero fiscale ma resta purtroppo intatto il problema che più degli

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“Troppe critiche al Superbonus, ha avuto un impatto enorme su edilizia e economia”
Il Presidente ANCE, Federica Brancaccio, respinge la narrazione negativa sull’agevolazione e chiede interventi immediati per lo sblocco dei crediti pregressi
image credit: Pentastudio Marco Ventimiglia

altri ha complicato la vita del Superbonus, ovvero la cessione del credito. Il parere della prima rappresentante dell’ANCE è netto: “A oggi resta la prima emergenza da risolvere. Senza soluzioni a questo problema parlare di futuro è impossibile. Ci sono, infatti, oltre 19 miliardi di euro di crediti, già maturati, che se non pagati mettono a rischio 115.000 cantieri in corso in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se consideriamo l’indotto.

Una vera e propria bomba a orologeria con effetti a catena sulle imprese, che sono le stesse chiamate a realizzare i lavori del PNRR, sulle famiglie beneficiarie degli interventi, che rischiano decine di migliaia di contenziosi, ma anche su tutti i settori collegati, i fornitori, i professionisti”. Insomma, un’autentica emergenza per affrontare la quale non mancano le proposte dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili: “Servono soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi - afferma Brancaccio -. Come Ance abbiamo proposto da tempo, insieme ad Abi, di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati, una misura resa ora possibile anche dal-

le recenti indicazioni di Eurostat. In una situazione di mercato così complessa e ingessata, riteniamo inoltre che sarebbe utile il coinvolgimento immediato di grandi aziende, anche statali, come soggetti acquirenti dei crediti”.

Problematiche del Superbonus che non spostano di una virgola la determinazione assoluta dell’Unione Europea nel perseguire la transizione energetica anche attraverso la riqualificazione del patrimonio immobiliare, come ribadito con la recente Direttiva sul rendimento energetico degli edifici. Una normativa su cui l’ANCE esprime approvazione ma anche cautela: “Condividiamo la direzione e gli obiettivi indicati dalla Direttiva europea per un grande piano di riqualificazione energetica degli edifici, quanto mai indispensabile soprattutto nel nostro Paese. Ma per farlo è necessario individuare strumenti e risorse che consentano di adattare le previsioni alla realtà italiana. Obiettivi, risorse e obblighi devono viaggiare di pari passo per non ripetere gli errori del passato. È chiaro infatti che la transizione ecologica non potrà essere attuata senza risorse e strumenti fiscali adeguati”. ■

Direttiva UE sul rendimento energetico degli edifici. Dialogare è sempre meglio che contestare…

C’è chi la definisce un’opportunità unica e irrinunciabile per mettere al passo il comparto immobiliare con la transizione energetica europea che dovrà portare il continente al traguardo delle zero emissioni per la metà del secolo. C’è chi invece la considera, ed il governo italiano appare in prima linea, una minaccia per i conti pubblici e il portafoglio dei cittadini, costretti a dissanguarsi per finanziare ed effettuare costose ristrutturazioni degli edifici. Di che cosa stiamo parlando? Della recente Direttiva della Commissione Europea sul rendimento energetico degli edifici (Energy Performance of Building Directive) che accelera non poco sulla strada che dovrà portare entro il 2050 a una colossale riqualificazione energetica degli immobili del continente. Un testo che non fa sconti a nessuno pur prevedendo delle deroghe in considerazione delle enormi diversità edilizie presenti in Europa. Deroghe che però non soddisfano il governo italiano, che protesta soprattutto

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L’ambiziosa normativa sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare europeo viaggia verso la definitiva approvazione nonostante l’aperto dissenso di alcuni Stati, Italia compresa.
Marco Ventimiglia image credit: Pentastudio

per la maggiore complessità della riqualificazione energetica degli immobili in un Paese dove abbondano i centri storici di antica costruzione.

Primo sì dell’Europarlamento

Lungo la complessa strada che porta all’approvazione delle principali normative UE si è poi conclusa un’ulteriore tappa, ovvero il primo via libera dell’Europarlamento alla Direttiva con una maggioranza abbastanza ampia (343 sì, 216 no e 78 astenuti). Il tutto, però, dopo un’accesa discussione che ha evidenziato divisioni trasversali sia a livello geografico che politico. Emblematico il comportamento della delegazione italiana: contrari gli esponenti dell’attuale maggioranza di governo, ovvero Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, mentre si sono dichiarati favorevoli Pd, Verdi e Cinque Stelle (astenuta Azione-Italia Viva).

Il cammino della Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici è però tutt’altro che concluso.

È infatti iniziata la trattativa nel trilogo, vale a dire la fase di negoziati fra le tre principali istituzioni dell’Unione - Commissione europea, Parlamento Europeo e Consiglio Euro-

peo - la cui positiva conclusione è indispensabile al varo dei provvedimenti comunitari.

Le indicazioni della Direttiva

Ma quali sono i contenuti della direttiva? In relazione agli edifici residenziali esistenti, che poi è l’argomento che più preoccupa il governo italiano, si prevede il raggiungimento almeno della classe di prestazione energetica E entro il 2030 per poi raggiungere obbligatoriamente la D entro il 2033. Da qui il motivo delle preoccupazioni nostrane, considerato che ben più della metà del patrimonio immobiliare nazionale, il 60,4%, appartiene alle classi energetiche peggiori, G ed F, percentuale che arriva quasi al 75% includendo la classe E.

Insomma, più di dieci milioni di immobili da riqualificare nell’arco di dieci anni anche se, sempre in ambito europeo, si sta pensando ad una revisione dei criteri con cui vengono stabilite le classi energetiche. Un ripensamento che porterebbe ad un “ammorbidirsi” delle stesse (ad esempio, gli immobili attualmente in classe E finirebbero in classe D).

Più veloce il cammino di riqualificazione energetica previsto per gli edifici non re -

sidenziali e pubblici, che dovrebbero raggiungere le stesse classi, prima E e poi D, rispettivamente entro il 2027 e il 2030. In relazione agli immobili di nuova costruzione, dovrebbero essere tutti a emissioni zero dal 2028, con l’anticipo al 2026 per i nuovi edifici pubblici. Per tutti gli immobili di nuova costruzione è fra l’altro prevista la dotazione obbligatoria di impianti solari a partire dal 2028, termine che diventa il 2032 per gli edifici residenziali da riqualificare.

Stop alle caldaie a gas

Un capitolo a parte meritano le caldaie, impianto praticamente imprescindibile per qualsiasi abitazione, che sarà a breve oggetto di una fondamentale limitazione per quanto riguarda la sua versione “più gettonata”. Viene infatti stabilito che dal momento del recepimento definitivo della Direttiva scatterà il divieto, sia per i nuovi edifici che per quelli esistenti in fase di ristrutturazione, di utilizzare sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, quindi le caldaie alimentate con gas.

Per quest’ultime è anche introdotto il divieto, al più tardi dall’inizio del 2024, di agevolazioni economiche o fiscali per la loro installazione. Ci sono però due eccezioni per i cosiddetti sistemi ibridi (composti ad esempio da una caldaia a condensazione abbinata a una pompa di calore) e per le caldaie certificate per funzionare con fonti rinnovabili, come l’idrogeno e il biometano.

Le deroghe introdotte

Come detto in apertura, nel testo della Direttiva sono indicate una serie di deroghe concesse agli Stati membri dell’Unione Europea all’atto del suo recepimento e applicazione. Si va dall’esclusione dei monumenti, nonché gli edifici di interesse storico e religioso, all’esenzione delle seconde case e di quelle con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati.

Ai singoli governi nazionali è poi concessa la facoltà di introdurre delle esenzioni per l’edilizia sociale pubblica, nel caso in cui la riqualificazione energetica porterebbe ad aumenti del canone d’affitto che non verrebbero compensati dal risparmio in bolletta. Nel complesso, ciascun Paese potrà prevedere deroghe fino a un massimo del 22% del totale del patrimonio immobiliare, che in Italia significa arrivare a “coprire” circa 2,6 milioni di edifici. ■

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image credit: Pentastudio

L’Ing. Pasquale Capezzuto, Presidente Associazione Energy Managers e Presidente della Commissione Tecnica

UNI 058 “Citta’, comunità e infrastrutture sostenibili”, interviene in tema di normativa tecnica

circa la corretta diagnosi energetica nel contesto degli interventi di miglioramento energetico degli edifici

L’importanza di una corretta diagnosi energetica negli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica è dimostrata dal panorama legislativo e dal corpus di norme tecniche applicabili che i professionisti del settore energetico si trovano ad interpretare.

L’attività tecnica di diagnosi energetica veniva introdotta nel panorama legislativo dal D.Lgs n. 115/2008, disposizione che disciplinava il mercato dei servizi di efficienza energetica, e definita come “una procedura sistematica mirata a ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di un’attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico” e confermata dal D.Lgs. 102/2014 di recepimento della direttiva 2012/27/UE. La conoscenza del profilo energetico di un processo o di un edificio e’ la base dell’individuazione di ogni intervento di miglioramento dell’efficienza energetica o di una proposta di politica energetica da parte di un energy manager o di un esperto in sistemi di gestione dell’energia.

La relativa analisi costi-benefici consente di valutare dal punto di vista economico la convenienza dei possibili interventi.

A supporto del professionista per lo svolgimento della procedura di diagnosi energetica negli edifici, nei processi produttivi e nei trasporti sono state emanate nel tempo norme tecniche specifiche : le norme UNI CEI EN 16247-1 “Diagnosi energetiche- Parte1:requisiti generali “, le UNI CEI EN 16247-2“Diagnosi energetiche - Parte 2:edifici “, le UNI CEI EN 16247-3 “Diagnosi energetiche - Parte 3:processi “, le UNI CEI EN 1647-4 “Diagnosi energetiche- Parte 4:trasporto“, le UNI CEI EN 16247-5:2015 “Diagnosi energetiche - Parte 5:competenze dell’auditor energetico”, unitamente alla UNI/TR 11775:2020 “Diagnosi Energetiche - Linee guida per le diagnosi energetiche degli edifici”.

Nell’introduzione della nuova edizione della UNI CEI EN 16247-1 si conferma e precisa che “un audit energetico è un passo importante per un’organizzazione, indipendentemente dalle sue dimensioni o tipologia, che desidera migliorare le proprie prestazioni energetiche, ridurre il consumo di energia e apportare benefici ambientali e di altro tipo”. L’UNI e il CEI nel mesi di novembre, alla luce delle modifiche introdotte dalle norme europee EN relative, hanno pubblicato l’aggiornamento del pacchetto di norme tecniche UNI CEI EN 16247 parte-1, par-

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Le diagnosi energetiche negli edifici, nei processi produttivi e nei trasporti, aggiornamenti normativi
LA NORMA
Pasquale Capezzuto

te-2, parte-3, parte-4. La parte 5, norma UNI CEI EN 16247-5:2015 “Diagnosi energetiche - Parte 5: competenze dell’auditor energetico” è rimasta invariata. Nel mese di gennaio 2023 il CTI ha posto in consultazione il documento di aggiornamento della norma UNI 11339:2009, schema di certificazione per l’Esperto in gestione dell’energia. Ricordiamo che in taluni ambiti, precisamente in quelli definiti dal D.Lgs n. 102/2014, aggiornato dal D.Lgs n. 73/2022, e dal decreto CAM 23-6-2022, e’ stato introdotto l’obbligo di redazione di diagnosi energetica per le “grandi imprese” e le “imprese a forte consumo di energia”.

Le diagnosi energetiche devono essere redatte unicamente da parte di un Esperto in gestione dell’energia (E.G.E.) certificato da un organismo di valutazione della conformità ai sensi della norma UNI CEI 11339 oppure da parte di una società che fornisce servizi energetici, (E.S.Co.), certificata da un organismo di valutazione della conformità ai sensi della norma UNI CEI 11352, così come previsto dall’art.12 del decreto legislativo 4 luglio 2014 n. 102.

L’obbligo di diagnosi energetica per le grandi imprese e’ partito nel 2015 e il 5 dicembre

2023 scade quello per l’attuale quadriennio . A seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs n. 73/2020 non sono soggette all’obbligo le grandi imprese che presentino consumi energetici complessivi annui inferiori a 50 tep. A tal fine, con decreto del Ministero dello sviluppo economico, è definita la tipologia di documentazione che le grandi imprese devono trasmettere qualora le stesse presentino consumi annui inferiori a 50 tep.

Le imprese a forte consumo di energia sono tenute ad eseguire le diagnosi obbligatorie, con le medesime scadenze, indipendentemente dalla loro dimensione e a dare attuazione ad almeno uno degli interventi di efficienza individuati dalle diagnosi stesse o, in alternativa, ad adottare sistemi di gestione conformi alle norme ISO 50001, nell’intervallo di tempo che intercorre tra una diagnosi e la successiva, dandone opportuna comunicazione nella diagnosi successiva l’attuazione dell’intervento stesso.

Modificata anche la disciplina delle sanzioni previste nel caso di violazione degli obblighi di diagnosi energetiche da parte delle due succitate categorie di imprese, prevedendosi che il Ministero dello sviluppo economico (soggetto competente ad irrogare la sanzione), eroghi una sanzione amministrativa

A supporto del professionista per lo svolgimento della procedura di diagnosi energetica negli edifici, nei processi produttivi e nei trasporti sono state emanate nel tempo norme tecniche specifiche

pecuniaria da 4.000 a 40.000 euro. Quando la diagnosi non è effettuata in conformità alle prescrizioni di cui all’articolo 8 si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.000 ad euro 20.000.

Dal rapporto ENEA 2021 sugli obblighi di diagnosi si ricava che sono state caricate sul portale ENEA complessivamente 629 diagnosi energetiche, da parte di 469 imprese. Le diagnosi energetiche inviate ad ENEA e caricate sul portale Audit 102 a dicembre 2020 riportano 317 interventi effettuati da soggetti obbligati, da parte di 130 imprese. Ricordiamo che nel settore civile le diagnosi energetiche possono essere svolte dai professionisti abilitati senza specifica certificazione.

Avremmo auspicato che anche nel caso della piu’ importante e rilevante iniziativa di incentivazione pubblica di interventi di riqualificazione energetica, il Superbonus 110%, si fosse stabilito che l’individuazione degli interventi da finanziare scaturisse da una diagnosi energetica dell’edificio o dell’unita’ immobiliare.

Cio’ avrebbe garantito la convenienza tecnica ed economica degli interventi da realizzare con fondi pubblici, invece di prestabilirli a provvedimento legislativo. ■

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Da oltre 10 anni è operativo il meccanismo incentivante chiamato nel settore “conto termico”, tale attribuzione

Il conto termico per l’edilizia pubblica. Una misura che può incentivare fino al 100% delle spese sostenute

Con il DL rilancio del 2020 l’attenzione della quasi totalità degli operatori è stata attratta dal Superbonus, che con l’altisonante aliquota al 110% ha oscurato la scena ad altre misure contenute in questo disposto legislativo.

In particolare, i riferimenti di dettaglio sono l’art. 48ter del Decreto Legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito con modificazione dalla Legge 13 ottobre 2020, con cui è stata introdotta la maggiorazione del contributo per gli interventi in ambito di edilizia pubblica ad uso scolastico e strutture per interventi di incremento dell’efficienza energetica. Per questi interventi l’incentivo è potenziato nella misura massima del 100% delle spese ammissibili delle opere eseguite.

Dal 2020 c’è quindi la possibilità di coprire la totalità della spesa sostenuta di una serie di interventi che possono rendere le scuole più sostenibili e virtuose, ma va tenuto presente che il conto termico prevede, per gli interventi di incremento dell’efficienza energetica, dei massimali unitari e complessivi che limitano il contributo.

I massimali sono stati rivisti nel 2016, quindi ad oggi hanno ben 7 anni, sono per questo penalizzanti e non rispecchiano in molti casi valori di mercato verosimili rispetto allo stato odierno per la quasi totalità degli interventi incentivabili.

Questo fatto è sempre più palese e significativo con il passare del tempo, soprattutto negli ultimi anni, dato che nell’ultimo biennio sono stati registrati aumenti vertiginosi del costo dei materiali e componenti. Operativamente basta confrontare ad esempio uno dei massimali unitari previsti dall’ecobonus per i soggetti privati e le società, si prenda ad esempio quello delle caldaie, che essendo

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SPECIALE SCUOLA 4.0
Dario Ridolfi
può però essere in parte fuorviante in quanto il meccanismo, oltre all’incentivazione degli interventi di ricorso alle rinnovabili termiche, prevede anche la promozione di una serie di misure di incremento dell’efficienza energetica, interventi questi ultimi riservati esclusivamente alle pubbliche amministrazioni.

stato rivisto recentemente, esattamente nel 2022, prevede per caldaie di potenza superiore ai 35 kW un massimale di spesa unitario di 218 €/kW.

Mentre per interventi effettuati da soggetti di natura pubblica il conto termico prevede, come detto dal 2016, per le caldaie al di sopra di 35 kW un massimale 130 €/kW, molto di meno (circa il 40% in meno) ma soprattutto, quest’ultimo massimale rispetto al precedente, comprende anche la monodopera, le spese complementari e la progettazione.

Quindi operativamente si parla di una differenza di massimali che verosimilmente in molti casi è dell’ordine di grandezza della metà di quello previsto dall’ecobonus per il privato rispetto al conto termico per il pubblico. Ad esempio una caldaia da 100 kW in ambito scolastico può prendere al massimo 13.000 €, se la spesa fosse effettivamente 13.000 € o meno prenderebbe il 100%, mentre se la spesa fosse superiore comunque non prenderebbe più di 13.000 €.

Nonostante quest’ultimo aspetto, che va appurato e verificato in fase di valutazione preliminare dell’intervento, si presentano ancora casistiche che riescono ad arrivare in prossimità, o che riescono anche ad ottenere, l’aliquota del 100% di copertura della spesa necessaria a realizzare le opere.

Infine, tenuto conto anche del fatto che ci sono una serie di potenziatori di accompagnamento della misura riservata alle scuole, che vanno dalla possibilità di cumulare il conto termico con eventuali bandi locali ed altre linee di finanziamento dell’edilizia scolastica, oltre a un supporto operativo più concreto da parte del GSE, ente che gestisce il meccanismo. Possiamo concludere assumendo che questa importante opportunità ad oggi non è stata pienamente sfruttata e che dovrebbe essere tenuta in considerazione in ogni intervento di riqualificazione per patrimonio di edilizia scolastica.

Requisiti di accesso

Le condizioni da rispettare sono le seguenti:

1) l’intervento sia realizzato su di un edificio per il quale l’amministrazione pubblica svolga il ruolo di soggetto ammesso (proprietari dell’immobile o titolari di diretto reale di godimento sull’immobile)

2) l’edificio sia registrato al catasto edilizio nelle seguenti categorie catastali del settore B (patrimonio edilizio urbano):

• B/2 Case di cura ed ospedali (senza fine di lucro);

• B/5 Scuole e laboratori scientifici.

3) l’intervento sia stato concluso in data successiva al 13 ottobre 2020.

4) Il rispetto dei requisiti richiesti dallo specifico intervento dal conto termico.

In fase di trasmissione della istanza, insieme alla documentazione obbligatoria prevista per ogni specifico intervento oggetto della richiesta d’incentivo, dovrà essere allegata la visura catastale.

Nel caso in cui l’edificio oggetto dell’intervento abbia una destinazione d’uso scolastica ma non risulti registrato al catasto edilizio nella categoria B/5 “Scuole e laboratori scientifici”, è necessario inviare evidenza documentale atta a dimostrare che l’edificio sia, agli effetti, un edificio scolastico con la relativa funzione/destinazione ad uso scolastico.

In particolare, dovrà essere trasmessa: - la documentazione attestante l’inserimento nell’Anagrafica

Regionale di Edilizia Scolastica; - la relazione tecnica, le planimetrie e il dossier fotografico dell’edificio scolastico

ALCUNI CASI PARTICOLARI:

Università

Si mette in evidenza che le Università non sono riconducibili ad un edificio pubblico adibito a uso scolastico, secondo quanto previsto dall’art. 48 ter del DL 14 agosto 2020, n. 140 e dalla normativa di settore dell’edilizia scolastica di cui alla legge 11 gennaio 1996 n. 23.

Palestre delle scuole

Per edifici ad uso sportivo (ad esempio palestra), è possibile beneficiare dell’aliquota fino al 100% solo se viene dimostrato che si tratta di un unico complesso scolastico “scuola-palestra”:

- l’effettiva contiguità dell’edificio palestra con l’edificio scuola/ complesso scolastico;

- che la palestra si trovi nello stesso sedime della scuola/ complesso scolastico;

- che gli edifici scuola e palestra siano collegati.

Edifici misti

Un altro caso particolare interessa gli edifici misti, cioè quando oltre alle categorie catastali B/2 o B/5, ad esempio il caso di scuole + uffici, risulta in questi casi ammissibile:

- solo la porzione di edificio che ricada nelle suddette categorie catastali per interventi di isolamento delle superfici opache, sostituzione di chiusure trasparenti, installazione di schermature e ombreggianti e sostituzione dei sistemi di illuminazione con sistemi più efficienti

- non è ammissibile per gli interventi che riguardano la sostituzione di impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione generatori alimentati da rinnovabili termiche, building automation e trasformazione in edifici a energia quasi zero (NZEB.) ■

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Quando l’edificio è intelligente

Fonte: Smart Building Report 2022 Politecnico di Milano

Con il termine Smart Building si fa riferimento ad un edificio in cui gli impianti in esso presenti sono gestiti in maniera intelligente ed automatizzata, attraverso l’adozione di una infrastruttura di supervisione e controllo, al fine di minimizzare il consumo energetico e garantire il comfort, la sicurezza e la salute degli occupanti, assicurandone, inoltre, l’integrazione con il sistema elettrico di cui il building fa parte.

L’architettura fisica di uno Smart Building

• «Building devices and solutions»: comprendono i diversi impianti e tecnologie presenti all’interno del building intelligente, tra cui tecnologie di generazione di energia, di efficienza energetica, di safety & security ed impianti che garantiscono il comfort e la salute degli occupanti.

• «Automation technologies»: comprendono la sensoristica connessa agli impianti di cui al punto precedente e finalizzata alla raccolta dati, oltre agli attuatori che eseguono sugli impianti i comandi elaborati dalle «Piattaforme di controllo e gestione».

• «Automation technologies»: comprendono la sensoristica connessa agli impianti di cui al punto precedente e finalizzata alla raccolta dati, oltre agli attuatori che eseguono sugli impianti i comandi elaborati dalle «Piattaforme di controllo e gestione».

• «Infrastruttura di rete»: comprende i mezzi di comunicazione, wireless o cablati, che permettono la comunicazione tra sensori, attuatori e la piattaforma di controllo e gestione

I servizi che qualificano uno Smart Building possono essere classificati nelle seguenti categorie:

Fotovoltaico

Sistemi di accumulo

Cogenerazione

Caldaie a condensazione

Pompe di calore

Solare termico

Sistemi per la climatizzazione

ENERGY

Servizi rivolti alla gestione e all’efficientamento dell’energia all’interno del building

Illuminazione di emergenza

Sistemi antincendio

Servizi per la prevenzione e gestione dei rischi che possono compromettere l’incolumità degli occupanti presenti nel building

Videosorveglianza

Controllo accessi

Impianti antintrusione

Serrature

Servizi per la prevenzione e gestione dei rischi che possono compromettere la sicurezza e la protezione degli asset che costituiscono il building stesso o che in esso sono ospitati

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SAFETY SECURITY
AUTOMATION TECHNOLOGIES BUILDING DEVICES AND SOLUTIONS PIATTAFORME DI CONTROLLO E GESTIONE Infrastrutture di rete e connettività I MIGLIORI EDIFICI SMART

L’architettura logica di uno Smart Building

• Data collection and actuation - Livello logico in cui, sulla base delle richieste dei layer superiori, è possibile convertire i dati digitali in corrispondenti segnali (data collection), o viceversa convertire i comandi in dati digitali (data actuation)

• Data transformation - Livello logico in cui avviene la trasformazione dei dati acquisiti dai layer sottostanti. Esso ha il compito di uniformare le diverse interfacce, gestire e tradurre diversi protocolli di comunicazione; fornire un canale di comunicazione tra la rete internet ed il campo.

• Data computing - Livello in cui si realizzano l’elaborazione e l’archiviazione delle informazioni. Ciò consente di analizzare e trasformare elevati volumi di dati, tra loro eterogenei, ottenendo migliori prestazioni e risposte in tempo reale.

• Data accumulation - I dati movimentati attraverso la rete sono trasformati in dati statici ed organizzati per essere utilizzati anche non simultaneamente.

L’architettura digitale degli Smart Building

La struttura logica

COMFORT

Servizi che intendono migliorare il comfort e le condizioni di utilizzo del building

Punti di ricarica Illuminazione

Chiusure vetrate Superfici opache

HEALTH

Servizi che mirano a preservare e migliorare la salute degli occupanti all’interno del building

Sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria (IAQ)

• Data abstraction - I dati provenienti da diverse fonti sono combinati, resi omogenei ed aggregati. Si verifica la completezza dell’informazione ad essi associata e si generano schemi per rendere accessibili grandi quantità di dati a livello applicativo.

• Application - Livello in cui si realizza l’interpretazione dei dati raccolti e archiviati nei layer sottostanti. Questo layer si pone come interfaccia verso gli utilizzatori e consente, da un lato, di agire sugli strati fisici sottostanti dell’architettura e, dall’altro, di fornire analisi e risultati.

• Connectivity - È il livello responsabile della comunicazione all’interno della struttura logica e consente l’efficiente indirizzamento di dati. ■

GENERAL SERVICES

Servizi per la gestione infrastrutturale delle utenze del building che non rientrano direttamente nelle categorie energy, safety, security, comfort ed heath sopracitate

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BUILDING DEVICES AND SOLUTIONS APPLICAZIONI DATA ABSTRACTION DATA ACCUMULATION DATA COMPUTING DATA TRANSFORMATION DATA ACTUATION DATA COLLECTION Connectivity
BUILDING DEVICES AND SOLUTIONS APPLICAZIONI DATA ABSTRACTION DATA ACCUMULATION DATA COMPUTING DATA TRANSFORMATION DATA ACTUATION DATA COLLECTION Connectivity
I MIGLIORI EDIFICI SMART
Credits Stefano Boeri Architetti

Bari città intelligente: il nuovo progetto smart di Stefano Boeri

Sul lungomare Vittorio Veneto di Bari, il nuovo progetto di Stefano Boeri Architetti

Otto piani di altezza , circa 130 appartamenti di differenti tagli, da 50 a 150 mq, adibiti a utenze diverse per composizione sociale e familiare. È il nuovissimo progetto residenziale che sorgerà sul lungomare Vittorio Veneto nel capoluogo pugliese, città ormai tra le prime in tema di edilizia smart e green. L’archistar Boeri e il suo team, rispetto alle due torri del Bosco Verticale di Milano, hanno in serbo un edificio che per Bari sarà l’occasione di rielaborare in chiave di ridotta densità abitativa il prototipo di integrazione tra natura vivente e architettura. E così, dopo i progetti Ca’ delle Alzaie a Treviso, Palazzo Verde ad Anversa in Belgio e il cantiere milanese Bosconavigli, tutti con marcata declinazione “a corte” del concetto di Bosco Verticale, a Bari si prevede un progetto unico di architettura per la Puglia e il Sud Italia

Nel rispetto del contesto ambientale e climatico

Il valore aggiunto sarà la massiccia presenza di piante e alberi lungo le terrazze e le logge e nel nuovo parco: 100 alberi e 20 mila arbusti e erbacee, tutte a tenere conto delle specifiche esigenze del contesto climatico e ambientale, tra cui le alte temperature estive e la vicinanza al mare. Inserendosi nel contesto ecologico locale e ispirato alle “lame”, elemento naturale tipico e diffuso nel paesaggio pugliese, il parco accoglierà arbusti e piante tipiche della macchia mediterranea

Quanto all’ottimizzazione del risparmio idrico, poi, è previsto un sistema di raccolta delle acque piovane

“Il nostro progetto completa un isolato del lungomare di Bari introducendovi un sistema articolato di spazi verdi - una sequenza di piante sul prospetto esterno, il coronamento alberato della cortina e una grande corte verde all’interno - che mi auguro aiuterà a migliorare la qualità

degli spazi di vita, sia per i residenti che per i cittadini e i visitatori. Sviluppare la forestazione urbana, con parchi, giardini, filari di alberi è infatti una scelta verso cui tutte le città contemporanee si stanno indirizzando; un obiettivo importante anche per una città con una forte e storica impronta minerale come Bari” commenta l’architetto Stefano Boeri

La presentazione di Boeri al PoliBa

Una affollatissima aula ha accolto la lectio magistralis di Stefano Boeri, sbarcato nella città levantina per completare il fronte sul lungomare Vittorio Veneto. Un’iniziativa promossa dal Politecnico di Bari, dal Comune di Bari e dagli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti locali che ha assunto come titolo quello del recente libro del celebre architetto e pianificatore milanese, ovvero “Green Obsession”, col sottotitolo “visioni di forestazione urbana”.

Il Prof. Boeri ha disegnato la sua personale visione dell’architettura contemporanea, sottolineando l’ esigenza del passaggio da una visione “minerale” ad una “naturale”, dominata dalle priorità del sole, dell’acqua e dell’ombra, fattori chiave del futuro delle città. Il punto di partenza del ragionamento di Boeri è l’abbattimento della dualità tra uomo e natura, sposando invece un approccio olistico, dove uomo e natura sono parti di un tutto. Ed è a partire da tale concetto che nasce il “Bosco verticale” di Milano, edificio emblematico dell’architettura di Boeri, ma anche laboratorio per verificare la correttezza dell’approccio progettuale e le sue ricadute in un tempo lungo sulla vita di chi abita l’edificio e di chi lo vive come presenza urbana qualificante. Una verifica quotidiana e ormai quasi decennale, che ha consentito a Boeri e ai suoi collaboratori di mettere a punto

un innovativo metodo di progettazione e realizzazione di edifici che oggi trova applicazione ai quattro angoli del mondo, con declinazioni sempre diverse e via via perfezionate, legate ai microclimi locali e all’esigenza di “industrializzare” i processi, abbattendo i costi di costruzione; fattore chiave per rendere il modello replicabile su scala ampia.

Rigenerazione urbana e sostenibilità

Si tratta di temi centrali nei prossimi decenni: la superfice terrestre occupata da sistemi urbani ammonta infatti a circa il 3% del totale, ma in essa risiede circa il 55% dell’intera popolazione mondiale, con una tendenza alla crescita; non di meno quel 3% di superficie occupata consuma circa il 70% dell’energia prodotta e emette in atmosfera circa il 75% di CO2.

Dati che dimostrano oltre ogni dubbio quale sia l’ambito in cui è necessario intervenire per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione identificati dalla Comunità Europea e prioritari per l’intera umanità.

Sistemi architettonici semplici e complessi e gestione dell’edificio Boeri ha evidenziato inoltre che si sta facendo molto in termini di sviluppo tecnologico per abbattere le nuove emissioni, ma poco per catturare la CO2 già prodotta e in atmosfera e che l’unica “tecnologia” veramente efficiente che conosciamo al riguardo si chiama ancora fotosintesi clorofilliana, sia legata all’azione delle piante di superficie che a quella degli Oceani. Da questo semplice ragionamento nasce l’architettura di Boeri, dove artefatto e natura si compenetrano virtuosamente abbattendo l’impatto della prima e esaltando la funzione rigenerante della seconda. ■

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PREMIO MIGLIOR PROGETTO KNX NAZIONALE 2022

Villa NEST

Design, comfort abitativo, salubrità e risparmio energetico in un progetto animato al 100% dal concetto di sostenibilità

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I MIGLIORI EDIFICI SMART
Pompeiana

Una villa di 700 mq a Oderzo, in Provincia di Treviso, con un parco di 1.500 mq corredato da una elegante piscina.

Villa NEST è un elegante edificio moderno e su due livelli, protetto da tetti piani verdi

È caratterizzata da volumi architettonici articolati lungo l’asse Nord-Sud, caratteristica che costituisce l’elemento forte della composizione architettonica, e opera dell’architetto Wally Tomé

Le aperture verso il lato Nord sono minimizzate, mentre sul lato Sud, al contrario, si sviluppano grandi vetrate dotate di frangisole automatizzati per seguire la luce solare, ottimizzando le prestazioni dell’involucro. Ad oggi, nei progetti abitativi ma non solo, è necessario saper sfruttare il contesto naturale e le caratteristiche del luogo, in una logica di adattamento dell’Uomo all’ambiente e per un’architettura che sempre più si presta a integrarsi con la Natura, invece che a cercare di domarla.

E così, integrazione e adattamento diventano il fulcro di questo progetto, premiato come migliore sul piano nazionale ai KNX awards 2022. Villa Nest è certificata CasaClima Gold Nature, ed è il risultato della perfetta fusione tra ricerca di design, comfort abitativo e risparmio energetico, senza rinunciare a salubrità e, soprattutto e sostenibilità.

Responsabile del progetto è il system integrator 3P Technologies, che ha pensato a gestire le grandi vetrate sul lato Sud della villa con oscuranti a veneziane in grado di regolarsi automaticamente in base alla stagione, con l’obiettivo di incrementare il risparmio energetico sfruttando al massimo l’irraggiamento solare.

Le caratteristiche

L’impianto è completato da una stazione meteo che rileva il livello di irraggiamento e le condizioni meteo complessive sui punti cardinali, garantendo livelli di regolazione ottimali. Infatti, il sistema gestisce anche oscuranti e tapparelle, che si abbassano in caso di pioggia persistente o vento.

Per garantire il comfort termico interno e la qualità dell’aria è stato installato un sistema di ventilazione meccanica controllata, con impianto radiante a soffitto che interviene nei giorni più caldi o freddi dell’anno.

Per quanto riguarda l’illuminazione, si è optato per la tecnologia LED internamente e all’esterno, e l’impianto è stato progettato per consentire agli utenti sia la regolazione dell’intensità che della temperatura-colore della luce, secondo i criteri dell’illuminazione circadiana. Un sistema di automazione gestisce l’energia dell’abitazione e i diversi scenari d’uso.

Perché KNX?

L’impianto è stato realizzato dall’installatore Elettricità Pilon con gateway KNX/Dali tipo 8 e pulsanti locali serie Vimar Eikon KNX. Tramite il sistema di supervisione è possibile avere lo storico degli eventi e la gestione di tutti gli alert tecnici.

“Vista la molteplicità di impianti da gestire e le esigenze del committente – ha dichiarato il responsabile del progetto Davide Viaro di 3P Technologies – abbiamo scelto KNX per la flessibilità dei suoi prodotti, specifici per le esigenze della location. Scegliere diversi prodotti KNX e farli interagire tra loro rispettando le prestazioni richieste è stato sicuramente un vantaggio competitivo sia dal punto di vista economico che tecnico.”

KNX ha permesso al cliente di scegliere finiture e soluzioni estetiche (dai pulsanti ai sensori, ad esempio) tra i numerosi prodotti presenti sul mercato, e ha trovato nella flessibilità tecnica/estetica il valore aggiunto che ha portato i progettisti ad affidarsi al marchio per questa installazione. ■

Fonte: KNX Journal

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Pareti di argilla Sala cinema Cucina

Una nuova luce per il complesso devozionale, a cura di Luminum: un progetto che punta all’illuminazione e al controllo da remoto

Santuario della Madonna del Sasso

Menzione speciale al KNX DAY 2022, il Santuario della Madonna del Sasso, in Provincia di Verbania, spicca tra i progetti esaminati e premiati perché rappresenta un complesso edilizio di particolare rilevanza storica e religiosa.

Il santuario della Madonna del Sasso sorge su uno sperone granitico aggettante sul lago d’Aorta a 638 m s.l.m.

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Ilaria Rebecchi
I MIGLIORI EDIFICI SMART

Il contesto tra arte e natura

Un complesso devozionale stile Barocco affacciato sul Lago d’Orta che sorge su uno sperone granitico aggettante sul lago d’Orta a 638 m s.l.m. di altitudine in frazione Boleto, in provincia del Verbano-Cusio-Ossola e sotto alla diocesi di Novara.

Dal piazzale antistante la chiesa, “il balcone del Cusio ”, si può godere di una spettacolare vista panoramica sul lago, il Mottarone, sulle Alpi e sulla pianura verso Novara. A costituire il complesso è la chiesa, la torre campanaria e la casa parrocchiale: per secoli la bianca roccia su cui sorge il santuario venne utilizzata come pietra da taglio e qui, in origine, sorgeva una cappella dedicata alla Madonna Addolorata, risalente al XVI secolo.

Nel “prato della tela”, durante giornate calde e soleggiate, le donne del paese si recavano a candeggiare la tela fatta in casa e, in seguito alle molte grazie avvenute, la fama del luogo crebbe fino a che, al posto della cappella fu edificata una chiesa che custodiva una statuetta della Madonna del Rosario ritenuta miracolosa L’attuale complesso fu voluto nel 1706 da Pietro Paolo Minola, in sostituzione del precedente: i lavori iniziarono intorno al 1725, grazie al contributo degli abitanti di Boleto e nel 1748 fu completata la chiesa, mentre il campanile e la casa a lato furono terminati nel ‘60. Il santuario fu consacrato ufficialmente nel 1771 dal vescovo di Novara. La chiesa è a croce greca in stile barocco con due altari laterali, mentre le architetture e gli affreschi sono opera del pittore-architetto valsesiano Lorenzo Peracino. La pala d’altare, appartenente al vecchio santuario, è una tavola del pittore cinquecentesco Fermo Stella da Caravaggio, rappresentante la Pietà.

Nel 1998, in occasione dei 250 anni dalla costruzione, l’intero complesso è stato completamente restaurato.

Una nuova luce per

il Santuario

L’edificio però, pur avendo un grande valore artistico e devozionale, era sprovvisto di un impianto elettrico, e di impianti accessori volti all’uso e alla valorizzazione dei beni artistici interni. L’edificio, inoltre, oltre ad essere oggetto di visite turistiche, era da sempre utilizzato anche come location ideale per importanti celebrazioni e

Info tecniche

Tipo di edificio: Luogo di culto

matrimoni, e rappresenta il punto centrale di un’area densa di monumenti. Lo scopo del nuovo sistema progettato da Luminum, brand di Project Crea, era puntare al miglioramento proprio della fruizione del luogo da parte dei fedeli e dei turisti, permettendone lo sviluppo di iniziative e visite guidate dedicate. Focus al lavoro di miglioramento dell’accessibilità, in particolar riferimento alle necessità di anziani e persone con particolari esigenze di mobilità. Una soluzione è stata individuata in scenari dedicati che sfruttano il miglioramento dell’illuminazione degli accessi e dei gradini e altri elementi di ostacolo alla deambulazione negli spazi interni.

Inoltre, per gli accessi si è studiato l’utilizzo di illuminazione con luce regolata per generare minore contrasto nel passaggio dall’esterno agli ambienti interni soprattutto di sera, ed è stata privilegiata un’illuminazione mirata per la lettura sui banchi.

Gestione e monitoraggio

Il sistema di controllo e monitoraggio è basato sull’impiego combinato di sistemi KNX e DALI, che ha coinvolto l’aspetto impiantistico, luci, allarmi e videosor-

Committente: Diocesi di Novara - Parrocchia di San Giacomo Maggiore (VB)

Responsabile e architetto: Andrea Carson

System integrator: M@pe di Diego Pastore & C. sas

Installatore: Project Crea S.r.l.

veglianza, nonché audio e rete internet. Il ruolo centrale nel sistema è svolto proprio dall’illuminazione, e prevede 20 scenari a coprire esigenze di culto, di valorizzazione turistica e manutenzione con un progetto su misura per la gestione di ogni punto luce e la possibilità di modifica da remoto delle configurazioni

Il Santuario si trova distante dal primo centro abitato e senza abitazioni in prossimità. Pertanto, è stato predisposto il controllo dell’intero impianto tramite una rete dati dedicata per la manutenzione e per la verifica degli allarmi e di sistemi di gestione. KNX è stato scelto per la sua scalabilità, per la realizzazione di tutte le specifiche dell’impianto: si tratta a tutti gli effetti del primo step di un concept che includerà in futuro più edifici e monumenti sotto un’unica centrale di controllo e monitoraggio. Punti di forza sono la possibilità di costruire un sistema aperto e interoperabile, la semplicità di manutenzione nel tempo, l’illuminazione dell’edificio da remoto tramite gateway DALI. ■

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Una nuova luce per il santuario, è un sistema progettato da Luminum lighting, brand di Project Crea

OCCHIO AI TRITONI “SMART”, IN QUESTA STORIA

Che cosa, infatti, comporta avere cura di loro, mettendoli al centro di un progetto di autentica rinascita, più che di semplice riqualificazione, di un territorio? Significa capire che il fattore umano ricopre un ruolo determinante all’interno della Natura intesa come ecosistema. È quanto scaturisce conversando con Antonio Perazzi, e si profila quando il cinquantaquattrenne botanico e paesaggista, “iniziato” alla propria arte dalla bellezza delle natie colline del Chianti, spiega cosa lo ha mosso a dare vita, in sinergia con lo studio milanese di architettura Piuarch, alla nuova, “verdissima” e ammaliante Fabbrica Fendi realizzata appena fuori Firenze, a Bagni a Ripoli, nel sito di 13mila metri quadrati un tempo occupato dalla fornace Brunelleschi. Che significa non solo alta moda al posto di piastrelle in cotto, ma anche lusso ispirato a principi di sostenibilità, e non più a un’ottica di forte impatto sull’habitat naturale. Qualcosa di già annunciato nel gesto compiuto due anni fa dal presidente di Fendi, Serge Brunschwig, che piantava personalmente al centro del cantiere un cerro, albero la cui simbologia evoca coraggio e spirito etico.

Uno stabilimento da 700 posti di lavoro al centro di un ecosistema di parchi e giardini finalizzato alla sostenibilità

e alla valorizzazione della Natura autoctona

energetica

Fabbrica Fendi anche i tritoni sono Smart

Nei pressi di Firenze la casa di moda affida

al paesaggista

Perazzi e allo studio Piuarch la rinascita di un’ex fornace

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I MIGLIORI EDIFICI SMART

I numeri e la bellezza Ecco dunque la trama in cui fa la sua comparsa il piccolo tritone, anfibio dalle mitologiche ascendenze, figlio del dio Nettuno tirato in ballo da Antonio Perazzi, autore di venerate rubriche su Gardenia, piuttosto che su Il Sole 24 Ore. “Avessimo applicato una tradizionale idea di ristabilimento dell’ecosistema originario, quello scomparso a causa dell’azione esercitata per così lungo tempo dalla fornace – spiega Perazzi con la sua morbida gentilezza – avremmo impiegato trent’anni per conseguire un risultato, ammesso e non concesso di raggiungerlo a fronte dei mutamenti climatici in corso. C’era invece un’altra possibilità, che consisteva nell’interagire con la terra sbancata dalla cava, e con le specie vegetali e animali insediatesi durante questo lungo processo di sfruttamento intensivo, fra cui spiccavano popolose colonie di tritoni”.

Il succitato fattore umano si manifesta così nell’intreccio virtuoso fra l’approccio adottato dal paesaggista e le necessità del committente, mirate alla creazione di un diverso ecosistema, alimentato dalle risorse del territorio, ma anche dalla sostenibilità di un nuovo manufatto. Che il committente non sia “qualsiasi”

è il dato di fatto a cui rimandano i numeri della Fendi Factory creata in località Capannuccia: non solo 30mila metri quadrati di area complessiva, di cui 13mila destinati a fabbrica per 700 dipendenti, sviluppata su un solo piano con copertura “verde” comprensiva di giardino pensile, ma anche 3mila500 metri quadrati occupati da pannelli solari e 700 piante di un uliveto in grado di produrre 900 litri annui di olio, oltre a 9 cortili vetrati interni, concepiti come una riserva dedicata alle specie arboree della macchia mediterranea.

Lusso

ed efficienza

Siamo al cospetto di un’imponenza tale, di concept e di manufatto, con relativo budget di 50 milioni di euro, da intuire che il brand Fendi, da solo, fatichi a giustificarla, pur con tutto l’ossequio dovuto a un marchio così iconico nella grande famiglia del Made in Italy. Bisogna infatti inquadrarlo nella casa madre di cui fa parte, la multinazionale francese LVMH fondata dal magnate Bernard

Arnault, classificato da Forbes come l’uomo più ricco del mondo, con buona pace di “mister Tesla” Elon Musk. È palese che un gruppo del genere, in grado di controllare i due terzi del “luxury” globale, espone una sua ammiraglia quale è Fendi, solo a patto di puntare ai massimi livelli di certificazione previsti, ovvero i 110 punti di “Leed Platinum”, assegnati a progetti esemplari secondo otto parametri: ubicazione, sostenibilità, efficienza idrica, efficienza energetica, materiali impiegati, qualità degli ambienti interni, innovazione, ottimizzazione di uno specifico territorio.

Bellezza e Virtuosità energetica

Così si comprende come lo “Smart” rifulga ovunque si giri l’occhio all’interno di un’area dove la fabbrica concorre al benessere dell’ecosistema esattamente come l’argilla residuale. “La chiave fondamentale è rappresentata dall’acqua – chiarisce Antonio Perazzi. - A differenza di una volta, quando esistevano stagioni delle piogge, oggi, in presenza di una siccità sempre più dominante, gran parte delle precipitazioni piovane di un anno possono cadere nell’arco di pochissimi giorni. Da qui la doppia

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I MIGLIORI EDIFICI SMART

funzione del tetto-giardino – continua il paesaggista, nipote della celebre giornalista Oriana Fallaci – progettato per emanare un’idea di bellezza intrecciata a un obiettivo di virtuosità energetica, conseguito facendo del giardino stesso un collettore in grado di redistribuire nell’habitat circostante ogni singola goccia di acqua piovana”. Di fronte ai frutti di questa rinascita che non lascia fuori nulla del territorio preso in cura, compreso il corso del fiume Ema, tornato dopo decenni in relazione con l’ambiente della fabbrica tramite il parco circostante, la chiave interpretativa è quella di un “realismo immaginifico” ispirato dai dati di fatto per prendere il volo nel modo più concreto possibile.

Da qui discende anche la scelta del giardino arido, posto nel cuore della struttura pensile.

“È la soluzione migliore per dare asilo a quella flora pioniera spontanea che meglio si adatta a una situazione climatica caratterizzata da non calcolabili periodi di secco” commenta Perazzi. È la stessa filosofia con cui i nove patii interni sono stati realizzati lavorando sul paesaggio tipico di terreni argillosi, con la loro flora specifica costituita da salici, canne, giunchi, ninfee, menta, e perfino muschi.

In sintonia con il paesaggista, lo studio milanese Piuarch ha collaborato con la Maison Fendi ideando un’architettura in dialogo aperto con la natura circostante. La funzionalità degli spazi realizzati da Piuarch diventa quindi il principio compositivo della pianta che combina diverse funzioni, fondendole in percorsi fluidi che lo attraversano orizzontalmente.

Una “spina dorsale” di collegamento fra gli spazi, dalle pareti trasparenti, mette visivamente in connessione le diverse funzioni e promuove la circolazione e la socializzazione delle persone.

“L’idea è stata quella di ricostruire un paesaggio naturale attraverso un’architettura che scompare all’interno del paesaggio stesso. Quando un progetto di architettura è anche un progetto di paesaggio, la simbiosi con l’ambiente si sviluppa in modo naturale” afferma Gino Garbellini, socio dello studio Piuarch.

Su tutto ciò vegliano i tritoni, dotati nelle raffigurazioni classiche di un corno di conchiglia, il cui suono risulta di aiuto all’uomo, placando le tempeste e le comuni difficoltà a cui si espone la sua vita. ■

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Esterni ed interni della fabbrica Fendi

Il caso di Intencity

L’innovativo headquarter di Schneider Electric

L’edificio, inaugurato nel 2021, si estende per una superficie di 26.000 mq che comprende tre laboratori ed un ufficio con 1.500 dipendenti

Si stima che a pieno regime l’edificio avrà un consumo annuale (37 kWh/mq) notevolmente inferiore rispetto alla media europea degli edifici ad uso uffici.

L’edificio sarà completamente autonomo dal punto di vista energetico, grazie all’energia prodotta in loco dai 4.000 mq di pannelli fotovoltaici e dalle due turbine eoliche verticali che produrranno 970 MWh l’anno.

Inoltre, l’energia immagazzinata entrerà a far parte della Smart Grid del quartiere, condividendola in caso di necessità con gli edifici circostanti.

La piattaforma digitale di gestione e controllo dell’edificio, che fa parte della nuova generazione di BMS (building management systems), è in grado di monitorare e analizzare dati da oltre 60.000 data point che raccolgono informazioni ogni 2 minuti , gestendo al meglio i consumi energetici e migliorando le prestazioni dell’edificio.

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Esterni ed interni dell’headquarter di Schneider Electric Intencity di Grenoble
Situato nel Poligono Scientifico (Presq’ile) di Grenoble, Intencity rappresenta ad oggi uno degli edifici più efficienti al mondo dal punto di vista dei consumi energetici grazie all’adozione di impianti e tecnologie digitali innovative.

4,000 mq di pannnelli fotovoltaici e due turbine eoliche verticali che produrranno

970 MWh l’anno

Allo stesso modo, attraverso un’unica interfaccia, è possibile gestire i costi di manutenzione e gli impianti attraverso un sistema predittivo, che sfrutta i dati raccolti in real time su temperatura, luminosità, livelli di CO2, occupazione, ed altre variabili.

Inoltre, ogni utente ha la possibilità di gestire la propria postazione lavorativa scegliendo il comfort ottimale ed intervenendo puntualmente nella gestione dei problemi dettati ad esempio dal malfunzionamento di un dispositivo o dalla pulizia di un impianto.

Infine, l’integrazione tra la piattaforma software del BMS e il modello BIM (Building Information Modeling) consentono di ottenere, attraverso la raccolta dinamica dei dati ed un sistema predittivo, un modello di visualizzazione 3D per il monitoraggio in tempo reale dell’edificio ■

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Fonte: Smart Building Report 2022 Politecnico di Milano

SMART BUILDING EXPO 2023 accende i riflettori sul futuro green di edifici e città smart

15 - 16 - 17 novembre alla Fiera di Milano

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 ENTRANCE
Ilaria Rebecchi

Efficienti, green, connessi: gli smart building - cellula primaria della smart city - possono oggi offrire un contributo importante alla evoluzione dei nostri centri abitati, ma anche alla svolta sostenibile, essendo ad oggi gli edifici responsabili del consumo del 40% dell’energia.

Il 2030 e il 2050 sono le tappe che la Comunità Europea ha indicato ai Paesi membri per decarbonizzare l’economia: un cambio di paradigma fondamentale che sta già investendo il mondo del costruito e che in Italia riguarda non solo i nuovi edifici, ma ancor più quelli esistenti, che, riqualificati e connessi, possono diventare parte attiva di un processo rigenerativo delle città, come richiede anche la nuova Direttiva sulla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.

In un contesto così ricco di opportunità, torna SMART BUILDING EXPO, la manifestazione sulla home and building automation e sull’integrazione tecnologica organizzata da Fiera Milano e Pentastudio, a Fiera Milano dal 15 al 17 novembre 2023. SBE costituirà un’occasione unica per comprendere come i mondi digital ed energy stiano integrandosi potentemente, sviluppando soluzioni sempre più raffinate e alimentando un mercato in costante crescita che nel 2021, con 6,5 miliardi di Euro, ha registrato un incremento del 44% (fonte: Smart Building Report 2022 del Politecnico di Milano).

L’obiettivo della manifestazione è rappresentare le città che cambiano attraverso i cambiamenti degli edifici che la compongono, con un’attenzione particolare alle tecnologie per l’efficienza energetica e la smart mobility, le energie rinnovabili, le piattaforme di controllo e gestione, le infrastrutture di rete e per la connettività, la home and building automation e i nuovi servizi digitali per il cittadino.

Dall’edificio alla Città: torna la Milano Smart City Conference

Occasione di aggiornamento e formazione, oltre che di business, SBE si prepara a proporre un ricco palinsesto di eventi che arricchiranno le tre giornate di mostra.

In particolare, è già confermata la terza edizione della Milano Smart City Conference

Milano, la città più smart d’Italia, considerata un benchmark a livello europeo, torna ad ospitare una occasione di riflessione e approfondimento sui temi cruciali dell’innovazione delle città italiane in chiave intelligente, con la partecipazione di relatori di alto profilo e di rappresentanti delle istituzioni.

L’appuntamento si terrà in Fiera Milano il 15 novembre 2023 e inaugurerà formalmente la manifestazione.

I TRE FOCUS DI SMART BUILDING EXPO 2023

• Area Rinnovabili ovvero le tecnologie e le soluzioni per rendere un edificio autosufficiente dal punto di vista energetico in città popolate da comunità energetiche e da veicoli ad emissioni zero.

• Area Startup dedicata al mondo delle startup e delle PMI Innovative, vero cuore pulsante di un settore in rapidissima evoluzione tecnologica.

• AV playground

la “piazza” italiana dedicata al mondo dell’audio video professionale e dell’integrazione, con un focus speciale sulle tecnologie a led.

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Esterni della Fiera di Milano

Quattro manifestazioni per un unico appuntamento in programma

a novembre 2023 a Fiera Milano

MIBA – Milan International Building Alliance: L’edificio al centro della rivoluzione sostenibile

MIBA, Milan International Building Alliance sarà l’evento che dal 15 al 18 novembre 2023 riunirà quattro manifestazioni: GEE – Global Elevator Exhibition, ME-MADE Expo, SMART BUILDING EXPO e SICUREZZA. Cuore della proposta espositiva, la sinergia tra comparti fondamentali per la progettazione, la costruzione e la riqualificazione dell’edificio.

Il contesto

In Europa si sta ponendo particolare attenzione alla riduzione dell’impatto degli immobili sull’ambiente, con specifici obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030, al fine di raggiungere il target comunitario di diminuzione delle emissioni del 55%. Nel vecchio continente, infatti, secondo i dati di Energy&Strategy-Politecnico di Milano, l’85% degli immobili ha oltre 20 anni e al momento, solo lo 0,2% degli edifici ogni anno è sottoposto a ristrutturazioni profonde che ne riducano il consumo di energia di almeno il 60%.

In Italia, poi, su un parco edilizio di circa 13,5 milioni di edifici, il 50% ha più di 50 anni. Trainato dagli incentivi fiscali, il settore

delle costruzioni, secondo Istat, registra – da oltre un anno - una crescita continua, che si riflette anche sull’occupazione (+1,4% nei primi tre mesi del 2022).

In questo contesto si aprono enormi opportunità per tutti i mercati coinvolti – progettazione, materiali, impianti, tecnologie Tali interventi consentirebbero, infatti, di adeguare gli edifici alle nuove normative e traguardare gli obiettivi europei diminuendo l’impatto sul pianeta e riducendo i consumi energetici a favore di un maggiore comfort abitativo.

Se in uno scenario a lungo termine il building è destinato a trasformarsi completamente, divenendo un vero e proprio “gestore di servizi” (energia, salute, sicurezza, comfort), già nei prossimi anni il giro d’affari si prospetta importante: secondo le ultime stime di Energy&Strategy-Politecnico di Milano, nel 2026 gli investimenti messi in campo – analizzati in tre scenari (base, moderato e accelerato) – andranno da un minimo di 10,7 a un massimo di 21 miliardi di Euro e interesseranno dai 110.000 ai 230.000 immobili.

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Smart Building Expo 2021

Il valore aggiunto dell’alleanza

Grazie alle manifestazioni di MIBA, Fiera Milano propone un’occasione per riflettere su questa rivoluzione in atto e per far crescere i mercati intorno a questo mondo.

Un’iniziativa importante proprio quando si guarda con rinnovata attenzione al ruolo del building quale vettore di sviluppo a livello nazionale e si realizzano iniziative concrete per incentivare l’evoluzione dell’edificio e la sua trasformazione green e sostenibile.

MIBA accoglie la risposta messa in campo dalle aziende del settore, rappresentata da un continuo processo di innovazione delle soluzioni – dai materiali all’impiantistica. Obiettivo del settore è infatti quello di offrire standard elevati con il fine di portare il building ad affermarsi come la cellula centrale della città, sempre più smart e sostenibile.

La sinergia tra quattro eventi, espressione di mercati chiamati a interagire e a lavorare insieme per la creazione dell’edificio efficiente, rappresenta il format attraverso il quale gli operatori del settore potranno scoprire le proposte delle aziende più qualificate: obiettivo di MIBA è quello di portare complessivamente 1000 aziende a contatto con gli addetti ai lavori.

I quattro appuntamenti internazionali racconteranno il meglio dell’evoluzione e dell’innovazione che sta interessando il building nella sua dimensione più ampia per raccontare gli edifici del futuro come la torre Gioia 22, nuova sede del gruppo Intesa SanPaolo realizzata in partnership con COIMA SGR, che ha sviluppato l’edificio e gestisce il fondo di investimento Porta Nuova Gioia partecipato dallo stesso gruppo bancario. Gioia 22, situata nel cuore di Porta Nuova a Milano – primo quartiere al mondo a ottenere le certificazioni di sostenibilità LEED e WELL for Community – e progettata dallo studio Pelli Clarke & Partners, è la prima torre in Italia a rispondere agli standard Nearly Zero Energy Consumption Building (nZEB) e ha già raggiunto gli obiettivi europei al 2050 per la decarbonizzazione 2°C. ■ www.smartbuildingexpo.it

I PROTAGONISTI DI MIBA

Le manifestazioni di MIBA - Milan International Building Alliance sono appuntamenti di riferimento per i rispettivi settori di appartenenza.

SMART BUILDING EXPO 15-17 novembre 2023, è la manifestazione della home and building automation e dell’integrazione tecnologica organizzata da Fiera Milano e Pentastudio. Con sullo sfondo un mercato in grande sviluppo, in cui gli edifici sono sempre più automatizzati, connessi e multitasking, racconterà l’innovazione con un focus su soluzioni sostenibili e smart, che vedono sempre più ogni building come la cellula base della smart city.

GEE, Global Elevator Exhibition, evento interamente dedicato alla mobilità orizzontale e verticale debutterà dal 15 al 17 novembre. La manifestazione si propone come un hub europeo di incontro per l’industria di ascensori, scale mobili, tappeti mobili e componenti.

ME-MADE expo 15-18 novembre, è la manifestazione leader in Italia per il mondo delle costruzioni: una piattaforma fortemente specializzata e integrata, articolata in due saloni: Costruzioni e Involucro.

SICUREZZA 15-17 novembre, è la manifestazione di riferimento in Italia e tra le prime in Europa dedicata a security & fire.

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Leviton.com/millennium Sistemi Cat6A MILLENNIUM™ Un nuovo cavo ad alte prestazioni Cat6A SST-U/UTP quale piattaforma globale

Smart Installer: una community ad alto tasso di innovazione

Sono ormai quasi 500 le imprese di installazione in Italia che hanno aderito al progetto Smart Installer. Un programma avviato ormai molti anni fa, a Bologna, per valorizzare le competenze dei tecnici e dei professionisti nel campo della home and building automation, per farle conoscere agli utilizzatori finali e alle aziende, con un obiettivo di crescita comune e continua.

“Rimanere agganciati all’innovazione”, potrebbe essere il suo motto, farne parte integrante.

Tra Bergamo e Bari, al Forum Nazionale Smart Installer di quest’anno, quando, come di consueto, li abbiamo chiamati a raccolta e si sono presentati davvero in moltissimi, abbiamo ripreso un dialogo in presenza quanto mai importante e proficuo che si era interrotto, anche se mai del tutto, a causa della incredibile sequenza di eventi straordinari che hanno caratterizzato questi ultimi anni. L’obiettivo è stato, ancora una volta, quello di cercare di comprendere prima e di gestire poi un cambiamento in atto che ha assunto dimensioni epocali.

“Nulla sarà come prima!” …Sembra una brutta battuta di un copione scadente, ma è semplicemente la realtà che stiamo vivendo, in cui ci siamo, volenti o nolenti, trovati immersi. Nel cercare di descrivere quanto sta accadendo, noi che di mestiere osserviamo e cerchiamo di capire, abbiamo coniato un neologismo: “green installer”; quasi a voler sottolineare il fatto che l’intelligenza (la smartness) oggi si coniuga inevitabilmente con la transizione verde (green, appunto). Ragion per cui chi si occupava verticalmente di alcuni aspetti del funzionamento di un edificio, oggi si trova proiettato in una dimensione inedita, ad elevato tasso di integrazione e di futuro, che ha quasi un solo obiettivo: la sostenibilità degli edifici in cui viviamo e lavoriamo.

Di fronte a questa nuova sfida, tutti hanno rapidamente compreso che i tecnici erano fondamentali per mettere a terra le politiche di decarbonizzazione e di transizione energetica, così come il fatto che fossero maledettamente pochi. A fronte di questa disarmante considerazione, noi abbiamo capito che quell’idea di quasi dieci anni prima non solo era giusta, ma andava ripresa e potenziata. Era un patrimonio che noi per primi avevamo sottovalutato. Trasformare un elenco di bravi professionisti in una rete, in una community è ora uno dei nostri focus principali, un impegno attorno al quale stiamo lavorando alacremente, cercando di mettere assieme lo sviluppo e l’aggiornamento delle competenze con la loro valorizzazione.

In queste pagine, per esempio, presentiamo la Smart Building Academy, che è uno dei pilastri di questo progetto, perché oggi bisogna fare formazione tecnica, ma anche di prodotto. Ma questa stessa rivista e la sua versione settimanale on line è uno

strumento di aggiornamento a disposizione di tutti ma, in primis, di coloro che fanno parte, o vorranno far parte, della community degli Smart Installer, così come tutte le numerose attività che andremo a proporre nell’arco dell’anno.

A breve riprenderemo in mano anche il portale web dedicato alla community, come punto di incontro tra domanda e offerta e non mancheranno molte novità, sempre con il preciso intento di rimanere in contatto, di crescere insieme e di proporci al mercato ognuno per le proprie competenze.

Far parte della nostra Community significa entrare a far parte del principale network italiano nel campo della home and building automation, con i suoi organi di informazione, la sua formazione, i suoi eventi. Significa sentirsi parte del futuro. ■

SMART BUILDING ITALIA 83 FORUM SMART INSTALLER 2023
Luca Baldin

Formazione e certificazione per i professionisti.

Un progetto al servizio di installatori e progettisti

La domanda più pressante nel campo dell’impiantistica e delle nuove tecnologie nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica è quella di poter disporre di tecnici e progettisti preparati e qualificati. In un mercato fatto soprattutto di microimprese di installazione (in Italia sono oltre 160 mila) e di studi di progettazione di piccole dimensioni (tra ingegneri, architetti, periti e geometri parliamo di circa mezzo milione di operatori), il tema dell’adeguamento delle competenze al progresso rapidissimo delle tecnologie è avvertito non solo come necessario, ma come drammaticamente urgente.

Da questa considerazione nasce il progetto Smart Building Academy, che non costituisce semplicemente l’apertura di un nuovo centro di formazione professionale, ma per

molti versi il punto naturale d’incontro tra domanda e offerta, partendo dal principio che Smart Building Italia costituisce già ora, con le sue molteplici attività, il “luogo” in cui si incontrano naturalmente aziende del settore e operatori.

Smart Building Academy nasce dalla collaborazione fra Pentastudio , titolare del marchio Smart Building Italia, e l’Ente di formazione professionale SMmart Faber di Bari.

Una mission che nasce dal mercato La mission è quella tipica di un ente di formazione, ma ha la particolarità di nascere in seno ad una realtà solidamente ancorata al mercato e impegnata a rappresentarne le istanze a tutti i livelli, consentendo un aggiornamento in presa diretta e in tempo reale col preciso obiettivo di dare valore

SMART BUILDING ITALIA 84 SMART BUILDING ACADEMY
Luca Baldin Illustrazioni Francesco Poroli

alle risorse umane e di offrire alle aziende personale altamente qualificato.

A garanzia della qualità della proposta, il responsabile scientifico è stato identificato nel Prof. Giuseppe Cafaro , Ingegnere, già docente presso il Politecnico di Bari ed uno dei massimi esperti di impianti e di sicurezza elettrica in Italia.

Tipologia delle attività formative

Le attività formative proposte dalla Smart Building Academy sono di tre tipologie e rispondono alle precise esigenze del mercato. Nello specifico:

- Formazioni obbligatorie: ovvero quelle formazioni che portano al conseguimento di patentini e qualifiche obbligatorie per legge per operare in determinati campi

- Formazioni volontarie con certificazione finale delle competenze acquisite per tecnici senior e per tecnici junior

- Formazioni di prodotto: realizzate in collaborazione con i principali brand del settore

I Corsi saranno attivabili sulla base delle adesioni in quattro sedi a livello nazionale: Milano, Vicenza, Roma, Bari

La prima proposta formativa: un orizzonte green per gli smart installer

In perfetta coerenza con la tesi proposta nel corso dei due Forum Smart Installer realizzati a Bergamo e a Bari quest’anno, la prima offerta formativa riguarda il conseguimento di quelle abilitazioni indispensabili per operare nel campo delle rinnovabili e dell’efficientamento energetico, nonché per operare su quegli impianti in fibra ottica che costituiscono l’infrastruttura abilitante per qualsiasi edificio “smart”.

Sarà quindi possibile fin da subito aderire per la frequenza dei seguenti corsi:

• Conseguimento e rinnovo del patentino F-GAS, necessario non solo per il montaggio e la manutenzione di impianti di climatizzazione, ma anche per le pompe di calore

• Abilitazione FER – Fonti Energie Rinnovabili, necessario per operare su impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile

• Corso di formazione sui nuovi libretti di impianti per la climatizzazione

• Corso Banca Dati F-GAS per la conoscenza degli obblighi e delle metodologie per la comunicazione degli interventi alla Banca dati gas fluorati

• Corso Conto Termico 2.0 per una perfetta conoscenza degli incentivi alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili

• Corso sugli impianti multiservizio in fibra ottica per la progettazione e realizzazione di impianti di distribuzione dei segnali digitali a norma CEI 306-2 (obbligatori per edifici nuovi e ristrutturati)

Sul portale www.smartbuildingitalia.it è già possibile accedere all’area Smart Building Academy, segnalare il proprio interesse ai corsi proposti ed avere tutte le informazioni su modalità di partecipazione, programmi, docenti e costi.

Per le imprese di installazione, la frequenza dei corsi della Smart Building Academy comporterà automaticamente entrare a far parte della Community degli Smart Installer e poter utilizzare i numerosi benefit previsti. ■

SMART BUILDING ITALIA 85

TUTTI I VISITATORI AVRANNO CONNESSIONE 4G STABILE E SICURA, ANCHE IN ALTA QUOTA, PER COMUNICAZIONI E SERVIZI

San Domenico

Ski: 4G in alta quota con Cellnex Italia

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SMART BUILDING REPORT TECNOLOGIA E MERCATO

Finalmente a San Domenico arriva la connessione dove non c’era. Cellnex Italia, società leader nello sviluppo di soluzioni digitali per il potenziamento delle reti cellulari pubbliche, ha infatti comunicato di aver installato con successo i propri sistemi DAS (Distributed Antenna System) nel comprensorio montano di San Domenico di Varzo, situato tra Italia e Svizzera. Questo ha permesso di fornire una connessione mobile multi-operatore 4G stabile, sicura e performante agli escursionisti, agli sciatori e ai visitatori della zona, garantendo comunicazioni e servizi di emergenza anche in alta quota.

San Domenico di Varzo è una popolare località sciistica che offre 36 km di piste tra i 1420 m dell’abitato di San Domenico e i 2550 m del Dosso, mentre in estate la zona si presta ad attività all’aperto come l’escursionismo e la mountain bike, grazie alla sua bellezza naturale e alla vicinanza con il Parco Naturale dell’Alpe Veglia.

“Si tratta di un impianto strategico” ha commentato Giovanni Curione, Operators Sales Director di Cellnex Italia, aggiungendo che l’azienda è molto soddisfatta dell’accordo con San Domenico Ski perché ha consentito di “superare una nuova fron-

tiera portando soluzioni DAS per la prima volta in alta quota”.

Infatti, i sistemi DAS di Cellnex, che sono stati installati in condizioni climatiche e ambientali difficili, hanno permesso di ampliare la copertura della rete cellulare pubblica a zone fino ad oggi non servite, assicurando anche la presenza di segnale cellulare nel paese di San Domenico di Varzo e in gran parte della vallata.

Andrea Malagoni di San Domenico Ski, spiega che questo è “un risultato di notevole importanza per il comprensorio” in quanto garantirà anche “una maggiore sicurezza nelle situazioni di emergenza” dal momento che le comunicazioni in montagna, per la conformazione del territorio e delle valli non sempre sono scontate. Gli impianti di risalita presenti nella zona, spiega ancora Giovanni Curione, hanno costituito l’infrastruttura di base per la realizzazione del progetto costituito da mini-antenne cablate in fibra e a impatto visivo ed elettromagnetico ridotto.

La cablatura in fibra ottica, continua Giovanni Curione, era per fortuna già esistente lungo questi impianti e ciò ha permesso il collegamento tra la stazione dello shelter, a cui è collegato l’impianto DAS outdoor, e il ponte radio installato da Cellnex in cima alla montagna. ■ www.cellnex.com

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Gestione dell’illuminazione HCL (Human centric lighting), IAQ (indoor air quality) e Controllo del clima

Eelectron La building automation incentrata sulla persona

ISistemi di Building Automation contribuiscono al benessere delle persone negli edifici, siano questi open space, scuole, uffici e meeting room, hotel; è necessario quindi progettare soluzioni che prevedono un’attenzione rivolta agli occupanti degli spazi. L’evoluzione del portfolio eelectron include un’accresciuta capacità di soddisfare esigenze di comfort degli occupanti, e le esigenze di efficienza energetica sia in abitazioni che in ogni tipologia di edificio attraverso famiglie di prodotti dedicati.

È possibile, ad esempio, progettare una soluzione di controllo di illuminazione e comfort secondo la logica di “Ritmo Circadiano“, con cui si regolano luminosità e temperatura di colore in base alla reale posizione del sole durante il giorno. Tutto ciò, insieme ad una attenzione funzionale all’efficientamento energetico ed al risparmio negli edifici.

Multi.Sensor KNX è una famiglia di sensori, intelligenti ed affidabili, con una gamma modulabile di sensori di presenza corredati con sensori di luminosità, umidità, temperatura e suono per gestire efficacemente riscaldamento, raffreddamento, illuminazione, controllo dell’ombreggiatura e ottimizzazione delle aree/spazi con un design compatto e minimale di soli 8 cm di diametro (già premiato con il riconoscimento Design Plus Award).

Per rispondere alle moderne applicazioni di “Human Centric Lighting (HCL) è integrata nei dispositivi la logica denominata “Ritmo Circadiano“, funzione che permette di attuare un comfort di illuminazione il più vicino possibile alla luce naturale.

Eelectron ha inoltre integrato in questa gamma, due sensori plug-in, ideati per mantenere il controllo sulla qualità dell’aria e ottimizzare il controllo del clima degli ambienti interni. Questi accessori (sensore CO2 e VOC/eCO2) estendono le caratteristiche della gamma Multi. Sensor KNX per monitorare la qualità dell’aria all’interno degli edifici.

Anche la gamma di pulsanti capacitivi KNX 9025 offre una soluzione per il monitoraggio della qualità dell’aria, con montaggio a parete anziché a soffitto che gode inoltre del look iconico 9025, elegante, affermato e confermato anche dai premi di design.

Una caratteristica peculiare di tutti i dispositivi della gamma 9025 è inoltre la barra di segnalazione LED RGB in grado di mostrare colori, configurabili a scelta, per la visualizzazione di stati o allarmi. Questo regala un’esperienza d’utilizzo, a chi ne beneficia, intuitiva ed efficacie permettendo di ridurre il monitoraggio di uno spazio ad un colpo d’occhio. ■

www.eelectron.com/it/

SMART BUILDING ITALIA 88 SMART BUILDING REPORT TECNOLOGIA E MERCATO

Leviton I vantaggi dei cavi

vantaggi, consentendo a gestori dell’infrastruttura e direttori ICT di gestire meglio le loro reti, senza sacrificare le prestazioni o le esigenze di larghezza di banda.

Punti chiave

Il cavo a diametro ridotto presenta tre vantaggi principali:

• Il cavo a diametro ridotto migliora la gestione del cablaggio Ne consegue una maggiore densità dei cavi all’interno dei vassoi o dei canali per la gestione dei cavi. Una maggiore densità dei cavi nel relativo contenimento consente di utilizzare meno canalizzazioni e/o di dimensioni inferiori. Questa riduzione del contenimento riduce i costi, migliorando il ritorno sugli investimenti infrastrutturali.

• Il cavo a diametro ridotto contribuisce a migliorare il flusso d’aria. Il flusso d’aria è fondamentale per mantenere fresche le apparecchiature attive in applicazioni ad alta densità come i data center. Il cavo a diametro ridotto garantisce maggiore flusso d’aria nei data center, consentendo condizioni più fredde e una maggiore efficienza energetica.

• Il diametro ridotto consente un migliore utilizzo dello spazio Il cavo a diametro ridotto è utile ai responsabili informatici aziendali che devono bilanciare l’aumento dei requisiti di larghezza di banda con le esigenze quotidiane, come la riduzione dei disturbi e l’organizzazione di spazi più ristretti.

Realizzato per eccellere

Per produrre cavi in rame con doppini twistati a diametro ridotto a prestazioni elevate, Leviton ha sviluppato una nuova tecnologia di ‘ twisting’ di qualità superiore. Questo processo controlla con precisione la torsione del cavo, consentendo prestazioni elevate in un fattore di forma molto più piccolo. Leviton ha creato varie soluzioni a diametro ridotto, come la gamma di cavi di ‘Zone cable’ U/FTP con classificazione CPR (Construction Products Regulation) la più sottile del settore, appositamente progettata per consentire applicazioni ad alta densità che prevedonocanali più corti, per

Cavi e sistemi ad alte prestazioni

I sistemi in rame che hanno come piattaforma il nostro cavo ad alte prestazioni SST Cat. 6A U/UTP ottimizzano la progettazione e l’implementazione della rete con prodotti che soddisfano e superano gli standard internazionali. I nostri nuovi sistemi MILLENNIUM™ consentono ai clienti di ottenere prestazioni garantite da un leader di mercato, in progetti di livello globale multisito e multi regione:

• ATLAS-X1™ SST

Il sistema di cablaggio strutturato PREMIER di Categoria 6A UTP comprende connettori ATLAS-X1™ ad alte prestazioni e cavo SST, ideali per applicazioni mission critical in settori come sicurezza pubblica, automotive, sanità, data center, difesa e finanza, tutti contesti in cui si esigono prestazioni elevate e affidabili, dove i tempi di inattività non sono lontanamente contemplati.

• EXTREME™ SST

Il sistema di cablaggio strutturato ENHANCED di Categoria 6A UTP comprende connettori EXTREME™ e cavo SST, ideali per applicazioni in ambito aziendale, governativo o degli edifici intelligenti in cui la connettività e il cablaggio testati garantiscono nel tempo le prestazioni attese da Manager di rete che hanno investito in tecnologie e innovazioni emergenti. ■

www.levitonemea.com

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Focus sulla Qualità dell’Aria

il momento di dare spazio alla tecnologia

C’è qualcosa nell’aria dei nostri ambienti.

Da diversi anni autorevoli centri di ricerca internazionali indicano che trascorriamo in media oltre l’80% del nostro tempo in ambienti chiusi e che la cattiva qualità dell’aria ha conseguenze negative sulla salute delle persone.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la qualità dell’aria il principale fattore di rischio per la salute dell’uomo. Per esempio, nell’Unione europea, il solo particolato fine (PM2,5) causa una perdita di aspettativa di vita di circa 8,6 mesi.

L’esposizione all’inquinamento atmosferico indoor porta allo sviluppo di malattie non trasmissibili tra cui ictus, cardiopatie, patologie polmonari e respiratorie.

In Svezia la riduzione della capacità lavorativa e le assenze per malattia costano più di 800 euro per soggetto allergico ai pollini. E, in totale, le allergie ai pollini costano alla società svedese 1,2 miliardi di euro (Karolinska Institutet di Solna).

Una recente ricerca del World Green Building Council ha evidenziato un incremento nella produttività dell’11% dei dipendenti, grazie ad un maggior apporto di aria fresca ed alla riduzione delle sostanze inquinanti alla postazione di lavoro.

La soluzione AirQM Health+

Crediamo sia necessario sviluppare soluzioni con tecnologie innovative, efficaci e di semplice installazione, per poter rimuovere le particelle più fini e nocive dai nostri ambienti.

Gli Inibitori IonFlow ed i Depuratori CellFlow sono dispositivi stand alone che utilizzano due tecnologie che funzionano in modo differente dalla maggior parte dei purificatori d’aria tradizionali esistenti sul mercato.

L’impiego di sensoristica e piattaforma di monitoraggio e controllo consente di conoscere l’effettiva qualità dell’aria degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo e contemporaneamente di verificare l’efficacia dei dispositivi di depurazione in funzione

Tecnologia IonFlow

• Rimuove le particelle più piccole e dannose, fino a PM0,007

• Questa tecnologia di purificazione dell’aria ha dimostrato di neutralizzare e rimuovere il 97% di tutti i virus e batteri presenti nell’aria ed anche sulle superfici

• Completamente silenzioso per lavorare e dormire indisturbati.

• Senza filtri e con un consumo energetico minimo

Tecnologia CellFlow

• Rimuove velocemente le particelle più piccole e dannose.

• Filtro pulibile ed a lunga durata (ciclo di vita di 18 mesi).

• Silenzioso per poter lavorare indisturbati.

SMART BUILDING ITALIA 90
AirQM
È
SMART BUILDING REPORT TECNOLOGIA E MERCATO

Alta Qualità dell’Aria con il minimo rumore

• Efficienza di pulizia del 99,9% Mantiene l’aria priva di particelle nocive. Neutralizza le particelle ultrafini fino a PM0,007

• Funzionamento silenzioso

Leadership del settore con livelli di rumorosità senza precedenti nel settore.

• Facile manutenzione

Senza problemi con un uso minimo di materiali di consumo.

• Ecologico

Imbattibile basso consumo energetico.

Per gli ambienti di dimensioni maggiori sono disponibili modelli adatti per superfici di oltre 2.000 m2, molto efficienti e con il miglior LCC (Life Cycle Cost) del mercato.

Monitoraggio Qualità dell’Aria

AirQM propone un’innovativa soluzione di monitoraggio IoT di raccolta ed analisi dei dati misurati in tempo reale. Impiega una tecnologia radio avanzata, perciò senza fili, che offre un collegamento stabile ed un’ampia copertura territoriale, con consumi di energia molto contenuti.

Il sistema ARANET è composto da una centralina (Base Station), che è in grado di raccogliere dati da decine (centinaia) di sensori senza fili, che misurano parametri come temperatura, umidità relativa dell’aria, livello di CO2, PM, Radon e tanti altri.

I sensori, alimentati con pile commerciali (durata stimata fino a 10 anni), trasmettono i dati via radio alla centralina a intervalli regolari (per es. ogni minuto, oppure ogni 2, 5, 10 minuti).

Per maggiori informazioni: www.airqm.it/stand-alone/ www.airqm.it/monitoraggio/

La centralina raccoglie i dati trasmessi dai sensori, nel raggio di 3km (o anche più) e li immagazzina localmente oppure sul Cloud Aranet, che garantisce un accesso remoto ai dati sicuro, protetto e ininterrotto. ■

SMART BUILDING ITALIA 91

Targata Loytec la piattaforma BMS LWEB-900

Loytec continua ad adeguare i propri prodotti alle esigenze crescenti in materia di connettività e sicurezza, perfettamente integrabili nella piattaforma BMS LWEB-900

LWEB-900 è una piattaforma software semplice e versatile per la gestione dell‘automazione degli edifici, basata su sistemi distribuiti di qualsiasi dimensione. Massima flessibilità e scalabilità sono assicurate dall‘architettura client/server di LWEB-900 in combinazione con i dispositivi LOYTEC L-INX Automation Servers, L-GATE, L-IOB, L-DALI, L-ROC Room Controllers e L-VIS/L-PAD touch panels.

Un SW gratuito, L-VIS/L-WEB configuration tool, consente di creare automaticamente pagine grafiche che includono nomi e valori dei data point, visualizzazione allarmi, programmi o trend (Foto 1). Ciò riduce significativamente i tempi e i costi di progettazione .

I dettagli della piattaforma BMS LWEB-900 targata Loytec I controllori programmabili L-IOB (Tool di programmazione gratuito L-STUDIO) e i moduli I/O L-IOB supportano varie configurazioni di ingressi e uscite e alcuni modelli sono dotati anche di un sensore di pressione integrato. Nei modelli più recenti inoltre gli I/O universali bidirezionali presenti possono essere liberamente configurati come ingressi o uscite in tensione, in corrente e resistivi. Tutti i controllori L-IOB su IP così come i moduli L-IOB BACnet/IP supportano le funzionalità di gestione degli allarmi, di programmazione oraria e di trend dei dati

I controllori L-IOB su IP dispongono inoltre di funzionalità di gateway tra protocolli anche per sistemi IoT, notifica e-mail, hosting di pagine grafiche dinamiche accessibili tramite web browser e possono essere programmati secondo gli standard IEC 61131 3 e IEC 61499.

I controllori L-DALI sono dispositivi multi-funzionali che offrono il controllo dell‘illuminazione su DALI e la funzionalità di gateway tra il protocollo DALI (Digital Addressable Lighting Interface), versione DALI 1 e DALI 2 , e i sistemi LonMark o le reti BACnet. Questi controllori, oltre ad integrare i ballast DALI , supportano la configurazione di una varietà di dispositivi (moduli di conversione da relè e DALI a 1-10V, dimmer a taglio di fase, moduli PWM, accoppiatori a pulsante e multisensori).

I Touch Panel LPAD-7 per reti BACnet, EnOcean, LonMark, Modbus, Bluetooth, OPC XML/DA e OPC UA sono ideali per la visualizzazione e il comando nella building automation (Foto 3). Possono essere utilizzati come pannelli operatore ambiente, termostati ambiente, controllori ambiente con touch screen capacitivo integrato, adatti a uffici singoli, sale conferenze, camere d’albergo, cabine di navi da crociera e abitazioni private. Il configuratore L-PAD/L-VIS/L-WEB può essere utilizzato per personalizzare le pagine e creare la navigazione tra di esse. LPAD-7 colpisce per il suo design senza tempo, l’integrazione armonica nell’architettura moderna e storica e per il suo concetto estremamente intuitivo.

Loytec: un’infrastruttura di rete aperta e completa per supportare le esigenze del BMS con la integrazione di terze parti su protocolli standard e piattaforme di gestione su OPC/UA e BACnet/IP. ■

www.loytec.com

LOYTEC - Integrazione di prodotti e servizi terze parti

SMART BUILDING ITALIA 92 SMART BUILDING REPORT TECNOLOGIA E MERCATO
Foto 1: esempio pagine grafiche Foto 2: Una ricca famiglia di prodotti per le soluzioni DALI Foto 3: Flessibilità nelle opzioni di visualizzazione e comando

StoreLink Inventa ALIS

Èuna sfida che è partita un anno e mezzo fa. All’incirca alla ripresa dal COVID, Storelink cercava un prodotto su cui lavorare, che potesse rientrare nel piano di finanziamento della regione Lombardia per l’ambito Tech (POR FESR 2014 – 2020 / Innovazione e Competitività): lo ha trovato, sì, e nell’ambito IOT. L’idea è nata da Savino Cutrona che ha pensato che servisse, sì, un prodotto da lanciare, un prodotto che unisse i dati raccolti da macchine di campo, ma anche un sistema che integrasse l’Artificial Intelligence e che quindi “prevedesse” quando un macchinario si rompe, con tutta la gestione tipica del Facility e Ticketing Management dei building ed impianti, anche industriali.

Da allora, sono stati fatti parecchi passi avanti, è stata progettata l’architettura del sistema, e grazie all’aiuto di Emanuele Cutrona è stato progettato e realizzato il sistema back-end per le funzionalità, insieme alla realizzazione di un App per il monitoraggio e il controllo da remoto con infrastruttura cloud. Sono stati coinvolti

programmatori, ingegneri e sviluppatori di prodotto e di software, senza i quali nulla sarebbe stato possibile. Non pensiamo che il nostro viaggio sia terminato qui, tutt’altro, i grandi progressi che ci sono nel campo della tecnologia ci danno la certezza che non ci arrenderemo: Continueremo ad ingrandire questo sistema al passo dell’ingrandimento della struttura di Storelink, a prevedere caratteristiche e upgrade che sorprenderanno sempre più i nostri utenti e chissà, perché no, anche l’end-user! Ad esempio, si pensi che intendiamo installare lo stesso sistema in posti di prima classe come Ginevra, Londra, Roma e San Francisco, con modifiche che siamo convinti risulteranno vincenti. E non ci basta, quello che ci resta del nostro lungo viaggio, è il viaggio stesso, la continua self-analysis che ci permette di essere partecipi del più brillante dei futuri. ■

StoreLink Tel. 030 601670 - 06 40800163 info@storelink.it www.storelink.it

SMART BUILDING ITALIA 93
Quello di cui hai bisogno per far partire la rivoluzione
Redazione Emanuele Cutrona – MGR StoreLink

A volte, i migliori nuovi progetti per il controllo degli accessi trovano spazio in edifici antichi

Quando si tratta di controllo degli accessi, il focus tende ad essere su nuovi dispositivi innovativi e su installazioni nuove, entusiasmanti ed altamente tecnologiche.

Installare dispositivi

all’avanguardia in edifici antichi

Ma la realtà è che i progressi tecnologici realizzati nel controllo degli accessi hanno portato all’installazione di nuovi e più avanzati dispositivi all’interno di edifici antichi e, a volte, anche all’interno di edifici storici.

Un esempio recente è dato da un appartamento piuttosto antico, situato a Praga, dove 2N ha installato quello che è il suo fiore all’occhiello: il citofono 2N® IP Style Il design minimal del citofono e il suo touchscreen in vetro da 480 cm2 si adattano

perfettamente anche al più moderno dei grattacieli. L’impatto per i residenti è stato notevole, dal momento che la soluzione scelta fornisce la possibilità di accesso mobile grazie alla tecnologia WaveKey, che trasforma i telefoni cellulari in tessere di accesso.

La sfida del cablaggio

L’unico requisito cruciale per progetti di riqualificazione come questo, e cioè la tecnologia IP, può tuttavia creare un problema di cablaggio in alcuni edifici più antichi. Solitamente, i palazzi d’epoca sono dotati di un vecchio cablaggio, che deve essere convertito in un cablaggio compatibile con la tecnologia IP, ma quanti proprietari di immobili sono disposti a ricablare l’intero condominio solo per installare un videocitofono?

Fortunatamente, se nell’edificio è presente un cablaggio a due fili, la conversione a IP è relativamente semplice.

Utilizzando un convertitore da 2 fili a IP, è infatti possibile inserire i moderni dispositivi IP nel cablaggio analogico a due fili, permettendo anche ai palazzi più datati di godere appieno di tutti i vantaggi che l’IP offre a costi molto contenuti.

SMART BUILDING ITALIA 94 SMART BUILDING REPORT TECNOLOGIA E MERCATO 2N
L’industria tecnologica è, comprensibilmente, interessata alle novità. Le cose nuove ci stimolano, ci ispirano, ed ogni azienda tech è costantemente alla ricerca di una nuova innovazione che possa darle un vantaggio sulla concorrenza.

Riqualificazione di un edificio storico a Milano

Allo stesso modo, un elegante edificio di 118 anni situato nel centro di Milano, originariamente dotato di un tradizionale sistema citofonico analogico a due fili, è stato convertito in IP dall’azienda italiana di integrazione Due Esse - Domoiot.

Partendo dal vecchio sistema l’azienda ha installato un citofono 2N® IP Verso con lettore Bluetooth e lettore RFID.

All’interno dell’edificio, sono state sistemate

13 unità di risposta 2N® Indoor Compact e 2N® Access Unit RFID per proteggere l’ingresso della cantina e del locale tecnico. ■

www.2n.com

SMART BUILDING ITALIA 95 SMART BUILDING REPORT TECNOLOGIA E MERCATO
2N® IP Style

14 Novembre 2023

Auditorium Claudio De Albertis Assimpredil ANCE, Milano

15 Novembre 2023

Smart Building Expo - Fiera Milano

Smart

Milano Smart City Conference è giunta alla sua terza edizione. Nel 2023 si avvarrà della preziosa collaborazione di ArTec, la Società Scientifica di Architettura Tecnica, forte dei suoi oltre 300 tra docenti e ricercatori universitari italiani e di Assimpredil ANCE, l’Associazione delle imprese di costruzione edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza.

L’evento costituirà inoltre il primo evento congiunto delle quattro fiere che costituiscono MIBA , la Milan International Building Alliance , che contribuiranno all’evento con i loro originali ma complementari punti di vista.

Milano Smart City Conference rappresenterà un momento di riflessione e approfondimento sui temi cruciali dell’innovazione delle città italiane in chiave smart, con la partecipazione di relatori di altissimo profilo e delle istituzioni.

Il focus dell’evento sarà un’analisi e un confronto delle best practices messe in opera dalle principali Città Metropolitane Italiane , che nel loro insieme rappresentano circa il 50% dell’intera popolazione nazionale, in un’ottica di raggiungimento degli obiettivi di digitalizzazione dei servizi e di decarbonizzazione posti dalla Comunità Europea.

L’edizione 2023 si articolerà in due sessioni di lavoro: la prima si svolgerà il 14 novembre presso l’Auditorium Claudio De Albertis di Assimpredil ANCE e la seconda, il 15 novembre, costituirà l’evento di apertura ufficiale della fiera nei padiglioni di Milano Rho

environment
governance
Smart living Smart
Smart
people
Trasporti Opportunità di lavoro Mobilitazione dei cittadini Creatività Sviluppo sostenibile Mobilità locale ed internazionale Attrattive territoriali Integrazione internazionale Protezione ambiente
Governance
Info: Pentastudio Tel. +39 0444 543133 info@smartbuildingitalia.it www.smartbuildingitalia.it

Politica economica

environment

Trasporti sostenibili

Resilienza

Produttività

Biodiversità

Formazione continua

Geolocalizzazione

Governance

Servizi pubblici e sociali

Innovazione sociale

Nuovi strumenti di comunicazione

Milano city

Infrastrutture culturali ed educative

Trasporto sostenibile

Salute

Sicurezza dei cittadini

Aumento del territorio

Flussi

Nuovi modelli economici Ricerca e sviluppo

Coesione sociale

Gestione sostenibile delle risorse

Imprenditorialità

Tecnologia mobile

Azioni locali e partecipative Sicurezza

Agricoltura urbana

Smart mobility Internet of Things
Smart economy
governance
Info: Pentastudio Tel. +39 0444 543133 info@smartbuildingexpo.it www.smartbuildingexpo.it 15 | 16 | 17 Novembre 2023 Fiera Milano From building to city, la Fiera dell’Integrazione Tecnologica

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A volte, i migliori nuovi progetti per il controllo degli accessi trovano spazio in edifici antichi

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