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Santuario della Madonna del Sasso

Menzione speciale al KNX DAY 2022, il Santuario della Madonna del Sasso, in Provincia di Verbania, spicca tra i progetti esaminati e premiati perché rappresenta un complesso edilizio di particolare rilevanza storica e religiosa.

Il santuario della Madonna del Sasso sorge su uno sperone granitico aggettante sul lago d’Aorta a 638 m s.l.m.

Il contesto tra arte e natura

Un complesso devozionale stile Barocco affacciato sul Lago d’Orta che sorge su uno sperone granitico aggettante sul lago d’Orta a 638 m s.l.m. di altitudine in frazione Boleto, in provincia del Verbano-Cusio-Ossola e sotto alla diocesi di Novara.

Dal piazzale antistante la chiesa, “il balcone del Cusio ”, si può godere di una spettacolare vista panoramica sul lago, il Mottarone, sulle Alpi e sulla pianura verso Novara. A costituire il complesso è la chiesa, la torre campanaria e la casa parrocchiale: per secoli la bianca roccia su cui sorge il santuario venne utilizzata come pietra da taglio e qui, in origine, sorgeva una cappella dedicata alla Madonna Addolorata, risalente al XVI secolo.

Nel “prato della tela”, durante giornate calde e soleggiate, le donne del paese si recavano a candeggiare la tela fatta in casa e, in seguito alle molte grazie avvenute, la fama del luogo crebbe fino a che, al posto della cappella fu edificata una chiesa che custodiva una statuetta della Madonna del Rosario ritenuta miracolosa L’attuale complesso fu voluto nel 1706 da Pietro Paolo Minola, in sostituzione del precedente: i lavori iniziarono intorno al 1725, grazie al contributo degli abitanti di Boleto e nel 1748 fu completata la chiesa, mentre il campanile e la casa a lato furono terminati nel ‘60. Il santuario fu consacrato ufficialmente nel 1771 dal vescovo di Novara. La chiesa è a croce greca in stile barocco con due altari laterali, mentre le architetture e gli affreschi sono opera del pittore-architetto valsesiano Lorenzo Peracino. La pala d’altare, appartenente al vecchio santuario, è una tavola del pittore cinquecentesco Fermo Stella da Caravaggio, rappresentante la Pietà.

Nel 1998, in occasione dei 250 anni dalla costruzione, l’intero complesso è stato completamente restaurato.

Una nuova luce per

il Santuario

L’edificio però, pur avendo un grande valore artistico e devozionale, era sprovvisto di un impianto elettrico, e di impianti accessori volti all’uso e alla valorizzazione dei beni artistici interni. L’edificio, inoltre, oltre ad essere oggetto di visite turistiche, era da sempre utilizzato anche come location ideale per importanti celebrazioni e

Info tecniche

Tipo di edificio: Luogo di culto matrimoni, e rappresenta il punto centrale di un’area densa di monumenti. Lo scopo del nuovo sistema progettato da Luminum, brand di Project Crea, era puntare al miglioramento proprio della fruizione del luogo da parte dei fedeli e dei turisti, permettendone lo sviluppo di iniziative e visite guidate dedicate. Focus al lavoro di miglioramento dell’accessibilità, in particolar riferimento alle necessità di anziani e persone con particolari esigenze di mobilità. Una soluzione è stata individuata in scenari dedicati che sfruttano il miglioramento dell’illuminazione degli accessi e dei gradini e altri elementi di ostacolo alla deambulazione negli spazi interni.

Inoltre, per gli accessi si è studiato l’utilizzo di illuminazione con luce regolata per generare minore contrasto nel passaggio dall’esterno agli ambienti interni soprattutto di sera, ed è stata privilegiata un’illuminazione mirata per la lettura sui banchi.

Gestione e monitoraggio

Il sistema di controllo e monitoraggio è basato sull’impiego combinato di sistemi KNX e DALI, che ha coinvolto l’aspetto impiantistico, luci, allarmi e videosor-

Committente: Diocesi di Novara - Parrocchia di San Giacomo Maggiore (VB)

Responsabile e architetto: Andrea Carson

System integrator: M@pe di Diego Pastore & C. sas veglianza, nonché audio e rete internet. Il ruolo centrale nel sistema è svolto proprio dall’illuminazione, e prevede 20 scenari a coprire esigenze di culto, di valorizzazione turistica e manutenzione con un progetto su misura per la gestione di ogni punto luce e la possibilità di modifica da remoto delle configurazioni

Installatore: Project Crea S.r.l.

Il Santuario si trova distante dal primo centro abitato e senza abitazioni in prossimità. Pertanto, è stato predisposto il controllo dell’intero impianto tramite una rete dati dedicata per la manutenzione e per la verifica degli allarmi e di sistemi di gestione. KNX è stato scelto per la sua scalabilità, per la realizzazione di tutte le specifiche dell’impianto: si tratta a tutti gli effetti del primo step di un concept che includerà in futuro più edifici e monumenti sotto un’unica centrale di controllo e monitoraggio. Punti di forza sono la possibilità di costruire un sistema aperto e interoperabile, la semplicità di manutenzione nel tempo, l’illuminazione dell’edificio da remoto tramite gateway DALI. ■

OCCHIO AI TRITONI “SMART”, IN QUESTA STORIA

Che cosa, infatti, comporta avere cura di loro, mettendoli al centro di un progetto di autentica rinascita, più che di semplice riqualificazione, di un territorio? Significa capire che il fattore umano ricopre un ruolo determinante all’interno della Natura intesa come ecosistema. È quanto scaturisce conversando con Antonio Perazzi, e si profila quando il cinquantaquattrenne botanico e paesaggista, “iniziato” alla propria arte dalla bellezza delle natie colline del Chianti, spiega cosa lo ha mosso a dare vita, in sinergia con lo studio milanese di architettura Piuarch, alla nuova, “verdissima” e ammaliante Fabbrica Fendi realizzata appena fuori Firenze, a Bagni a Ripoli, nel sito di 13mila metri quadrati un tempo occupato dalla fornace Brunelleschi. Che significa non solo alta moda al posto di piastrelle in cotto, ma anche lusso ispirato a principi di sostenibilità, e non più a un’ottica di forte impatto sull’habitat naturale. Qualcosa di già annunciato nel gesto compiuto due anni fa dal presidente di Fendi, Serge Brunschwig, che piantava personalmente al centro del cantiere un cerro, albero la cui simbologia evoca coraggio e spirito etico.

Uno stabilimento da 700 posti di lavoro al centro di un ecosistema di parchi e giardini finalizzato alla sostenibilità e alla valorizzazione della Natura autoctona