
3 minute read
Bari città intelligente: il nuovo progetto smart di Stefano Boeri
Sul lungomare Vittorio Veneto di Bari, il nuovo progetto di Stefano Boeri Architetti
Ilaria Rebecchi
Otto piani di altezza , circa 130 appartamenti di differenti tagli, da 50 a 150 mq, adibiti a utenze diverse per composizione sociale e familiare. È il nuovissimo progetto residenziale che sorgerà sul lungomare Vittorio Veneto nel capoluogo pugliese, città ormai tra le prime in tema di edilizia smart e green. L’archistar Boeri e il suo team, rispetto alle due torri del Bosco Verticale di Milano, hanno in serbo un edificio che per Bari sarà l’occasione di rielaborare in chiave di ridotta densità abitativa il prototipo di integrazione tra natura vivente e architettura. E così, dopo i progetti Ca’ delle Alzaie a Treviso, Palazzo Verde ad Anversa in Belgio e il cantiere milanese Bosconavigli, tutti con marcata declinazione “a corte” del concetto di Bosco Verticale, a Bari si prevede un progetto unico di architettura per la Puglia e il Sud Italia
Nel rispetto del contesto ambientale e climatico
Il valore aggiunto sarà la massiccia presenza di piante e alberi lungo le terrazze e le logge e nel nuovo parco: 100 alberi e 20 mila arbusti e erbacee, tutte a tenere conto delle specifiche esigenze del contesto climatico e ambientale, tra cui le alte temperature estive e la vicinanza al mare. Inserendosi nel contesto ecologico locale e ispirato alle “lame”, elemento naturale tipico e diffuso nel paesaggio pugliese, il parco accoglierà arbusti e piante tipiche della macchia mediterranea
Quanto all’ottimizzazione del risparmio idrico, poi, è previsto un sistema di raccolta delle acque piovane
“Il nostro progetto completa un isolato del lungomare di Bari introducendovi un sistema articolato di spazi verdi - una sequenza di piante sul prospetto esterno, il coronamento alberato della cortina e una grande corte verde all’interno - che mi auguro aiuterà a migliorare la qualità degli spazi di vita, sia per i residenti che per i cittadini e i visitatori. Sviluppare la forestazione urbana, con parchi, giardini, filari di alberi è infatti una scelta verso cui tutte le città contemporanee si stanno indirizzando; un obiettivo importante anche per una città con una forte e storica impronta minerale come Bari” commenta l’architetto Stefano Boeri
La presentazione di Boeri al PoliBa
Una affollatissima aula ha accolto la lectio magistralis di Stefano Boeri, sbarcato nella città levantina per completare il fronte sul lungomare Vittorio Veneto. Un’iniziativa promossa dal Politecnico di Bari, dal Comune di Bari e dagli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti locali che ha assunto come titolo quello del recente libro del celebre architetto e pianificatore milanese, ovvero “Green Obsession”, col sottotitolo “visioni di forestazione urbana”.
Il Prof. Boeri ha disegnato la sua personale visione dell’architettura contemporanea, sottolineando l’ esigenza del passaggio da una visione “minerale” ad una “naturale”, dominata dalle priorità del sole, dell’acqua e dell’ombra, fattori chiave del futuro delle città. Il punto di partenza del ragionamento di Boeri è l’abbattimento della dualità tra uomo e natura, sposando invece un approccio olistico, dove uomo e natura sono parti di un tutto. Ed è a partire da tale concetto che nasce il “Bosco verticale” di Milano, edificio emblematico dell’architettura di Boeri, ma anche laboratorio per verificare la correttezza dell’approccio progettuale e le sue ricadute in un tempo lungo sulla vita di chi abita l’edificio e di chi lo vive come presenza urbana qualificante. Una verifica quotidiana e ormai quasi decennale, che ha consentito a Boeri e ai suoi collaboratori di mettere a punto un innovativo metodo di progettazione e realizzazione di edifici che oggi trova applicazione ai quattro angoli del mondo, con declinazioni sempre diverse e via via perfezionate, legate ai microclimi locali e all’esigenza di “industrializzare” i processi, abbattendo i costi di costruzione; fattore chiave per rendere il modello replicabile su scala ampia.
Rigenerazione urbana e sostenibilità
Si tratta di temi centrali nei prossimi decenni: la superfice terrestre occupata da sistemi urbani ammonta infatti a circa il 3% del totale, ma in essa risiede circa il 55% dell’intera popolazione mondiale, con una tendenza alla crescita; non di meno quel 3% di superficie occupata consuma circa il 70% dell’energia prodotta e emette in atmosfera circa il 75% di CO2.
Dati che dimostrano oltre ogni dubbio quale sia l’ambito in cui è necessario intervenire per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione identificati dalla Comunità Europea e prioritari per l’intera umanità.
Sistemi architettonici semplici e complessi e gestione dell’edificio Boeri ha evidenziato inoltre che si sta facendo molto in termini di sviluppo tecnologico per abbattere le nuove emissioni, ma poco per catturare la CO2 già prodotta e in atmosfera e che l’unica “tecnologia” veramente efficiente che conosciamo al riguardo si chiama ancora fotosintesi clorofilliana, sia legata all’azione delle piante di superficie che a quella degli Oceani. Da questo semplice ragionamento nasce l’architettura di Boeri, dove artefatto e natura si compenetrano virtuosamente abbattendo l’impatto della prima e esaltando la funzione rigenerante della seconda. ■
PREMIO MIGLIOR PROGETTO KNX NAZIONALE 2022