GIU LIANA P ELLI GRAND INI
ANNALUCE Dove una mano molla la presa c'è un uccello che canta. Mariangela Gualtieri
Ottuso e imperturbabile nel suo ticchettare, il marchingegno accartoccia le linee melodiche e, fustigando con l'insolente asticella graduata il cuore del silenzio, offende la magia del Tempo che si sbriciola annullandosi in siderali distanze o vicinanze estreme. La prigioniera inclina la testa, dondola appena le gambette, chiude gli occhi, afferra ritagli di pensieri dimenticati sulla tastiera da altre mani e, sospesa all'umore di un'ombra regale tra le molte che brindano sorridono, sorridono brindano, applaudono e scompaiono, dice sottovoce Scarlatti non lo voglio suonare! Salta giù dallo sgabello, scappa e, inseguita dall'ombra che si allunga in cacofonie rabbiose, inciampa e cade. Con un cerotto sul ginocchio destro e lo sguardo che sorvola il parterre, librandosi ben oltre l'ala dello Steinway, per inabissarsi nell'interiorità di un Tempo ancora sconosciuto, lascia il palco, saltellando di sbieco. Ripete (questa volta a voce chiara) Scarlatti non lo voglio suonare! Il mondo muore. O almeno sembra .. . Campanellini, la fisa e una Geige spargono briciole di suoni sulla piazza in festa. La Coquette fluttua nella notte di San Provino accarezzando l'amore con la pie-
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