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ETERNO INVISIBILE

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UNOTRENTUNO

UNOTRENTUNO

ETERNO INVISIBILE

Macchioline baluginanti nel velario di nuvole, le bacche del sorbo trillano sui larici, indolenti presenze adagiate nel vento. Specchiate nella finestra, mani descrivono trois petits tours: un- deux- trois trois petits tours: un-deux ... Sssm1 Zittite, mormorano: trois, elle s'en va. La nebbia sommerge la luna e il cielo sgomitola assenza bordata di rosa, che frantuma l'immensità dell'infanzia. Un'ombra tentacolare inventa filtri awelenosi srotolando vapori che stordiscono il lupo, da sempre in agguato ai piedi della rupe di ogni (vero) terrore. Bruciobruciobrucio, sbruffa la belva, prima di sprofondare nel Lago nero, brulicante di pesci rossi, con Moby Oick (inquieta in acque tanto cupe) che sbatte e sfiata, sfiata e sbatte alla ricerca dell'altra metà del Lago, bianco e gelato. Lago nero lago bianco. Lagolagolagolago e (ancora) lago. Cerchiolini schiumanti stupore si espandono per svanire a uno a uno nell' opaco arcipelago di stelle dentro il quale un'improvvisa granitica apparizione sospesa nel cielo caracolla e si sgretola. Piedi scalzi girellano nella galassia sollevando un venticello che, piano piano, sottovoce, sibilando, si gonfia

temporale tremondo, tonante quasi un colpo di cannone. Fulmini e saette proiettano dentro il piumone, morbida caverna di piume, proftli indeterminati di paesaggi statici e insieme animati, che preparano il sonno al sogno. Grappoli di suoni lenti, scontornano distanze e abbandoni: tu muori prima perché sei più alta di me, poi muoiono tutti quelli che sono più alti degli altri e poi muore il mausli che è basso di due anni. Strappi, ritagli, carta ingiallita. Sospiri di fisa, due gorgheggi jodel. Io vorrei essere invisibile dentro la neve eterna che non muore mai. Ma la storia è vera o la inventi un po' tu?

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