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ARIA DA CAPO

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ETERNO INVISIBILE

ETERNO INVISIBILE

brandelli di vissuto e alla nascita di nuove storie inventate e vere al tempo stesso. Si condensano in piccole orme e corrono via sul sentiero che sfuma nell'azzurro, confondendosi con la sbavatura di un cirro o nella scia di un luccicante trattino con le ali.

ARIA DA CAPO

Miraggio di serenità, si calano, lente e solitarie, dal cerchio della luna. Ombreggiano, accarezzandoli, i muri della stanza e rimbalzano, senza scoppiare, rompersi o scheggiarsi, nell'immediatezza di un suono che arriva e scompare in grande pace, in boato di sofferenza, in sottile filo di gioia. Una scossa falcia il buio. La slitta non scivola, stride sulle rotelle e si inceppa. Voci gravi bestemmiano al cielo, al mondo intero. Mani possenti percuotono l'armadio francese. Cinghie di vecchio cuoio, una coperta militare, corde: soffocato e cieco nell'istallazione di Beuys, il ventre di duro noce vacilla e si piega sul fianco in un viscerale tramestio in cui il bambolotto nero e la madonna di Lourdes, scontrandosi tra gli scaffali, cadono tramortiti, occhi al cielo e vacuo sorriso, tra fasce, bavaglini e carabattole. Grugniti. Sospiri. Sfregar di mani incrostate di sputo. Sommossa di passi che si allontanano. La porta sbatte sul silenzio. Da sotto l'ala, il maestoso uccello rovesciato partorisce un'ombra curva a raccogliere le perle sgocciolate dalla luna. Le sue dita modellano vibrazioni che rotolano dalla tastiera in un ineffabile richiamo melodico.

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