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ANNALUCE

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OROINCENSOMIRRA

OROINCENSOMIRRA

ANNALUCE

Dove una mano molla la presa c'è un uccello che canta. Mariangela Gualtieri

Ottuso e imperturbabile nel suo ticchettare, il marchingegno accartoccia le linee melodiche e, fustigando con l'insolente asticella graduata il cuore del silenzio, offende la magia del Tempo che si sbriciola annullandosi in siderali distanze o vicinanze estreme. La prigioniera inclina la testa, dondola appena le gambette, chiude gli occhi, afferra ritagli di pensieri dimenticati sulla tastiera da altre mani e, sospesa all'umore di un'ombra regale tra le molte che brindano sorridono, sorridono brindano, applaudono e scompaiono, dice sottovoce Scarlatti non lo voglio suonare! Salta giù dallo sgabello, scappa e, inseguita dall'ombra che si allunga in cacofonie rabbiose, inciampa e cade. Con un cerotto sul ginocchio destro e lo sguardo che sorvola il parterre, librandosi ben oltre l'ala dello Steinway, per inabissarsi nell'interiorità di un Tempo ancora sconosciuto, lascia il palco, saltellando di sbieco. Ripete ( questa volta a voce chiara) Scarlatti non lo voglio suonare! Il mondo muore. O almeno sembra ...

Campanellini, la fisa e una Geige spargono briciole di suoni sulla piazza in festa. La Coquette fluttua nella notte di San Provino accarezzando l'amore con la pie-

cola mano guantata di pizzo. I suoi gesti si sciolgono nel mistero delle cose della vita solo quando il soldatino venuto d'indenta penetra il sogno e, trascinandola in un Li:indler che lei chiama Mazurka e che per tutti è un Tango, ne brucia per troppa luce le ombre, inanellando in lunga catena sentimenti e illusioni necessari al vivere. E così lo Jodel, remoto e trasognato, quasi una preghiera amorosa dell'Otto alla sua Annetta, germogliando nel tempo, culla in acquoso tepore, il sonno dell'Anna che vedrà la Luce in un cestino di fragole. Solo una vita più in là. Solo una (lunga) vita più in là.

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