
1 minute read
DI PROVENZA ( a Marco
mana una regale creatura a due teste dall'urticante piumaggio, che fiuta il vuoto, becca la penombra e cade, avvelenata, nel nido della chimera, foderato di specchi abbrunati. Scuoti quell'ango/,o dietro i cuscini ... Non camminare a piedi nudi, i sogni tagliano. Escono dall'intimità, vagano da una stanza all'altra, rumoreggiano nei cassetti,confabulano, tramano, cospirano, scricchiolano e cadono a pezzi. Mi lasciano sow, sulla scansia vuota d'affetti. Hai parlato a mia madre? Nel suo grembo le mie mani incompiute frullano gi,randole d'acqua tiepida e incolore. Con lunghe dita l'uomo orchestra il vuoto, offrendo respiro al vento e linea melodica ai fantasmi che, ululando, schiaffeggiano la sua coscienza, sfumano linee chiuse, spaccano antiche forme e trasfigurano il volto che fissa, da fuori, la sua segreta follia. La vedi laggiù in fondo, ombrosa e rossa di velluto? E' la voce. . . la voce della Callas. La vita è tutta qua. L'uomo raccoglie le coperte, spegne la luce, trattiene le ultime ombre. La sua voce sgranata diffonde nel buio verità recondite e prelude al chiaroscuro di sortilegi e misteri. Il fantasma. Il fantasma.
DI PROVENZA (a Marco)
Improvviso, lo scroscio di luce innesca una girandola di enigmatici segni che bucano il buio e un'eco di straordinaria intensità malinconica trasforma l'infeltrito silenzio della stanza in vibrante membrana acustica del mondo. Immobile, il Vecchio canta e nella potente dolcezza del suo esile timbro gli oggetti del doloroso spaesamento, addolciti in fiabesca, surreale visione, mutano sembianze. Le muse abbandonano la cupa foresta, attraversano rigagnoli di rugiada e penetrano in dolce sfumatura la scena del sogno. Nel luogo delle stranezze, in cui ricordo e visione coincidono, il carretto sbilenco torna a rovesciarsi e, precipitando all'infinito nell'infinito, trascina l'asino che raglia il suo metallico lamento. Mollemente adagiata sul fondo dell'abbeveratoio di pietra, la luna sussulta, si aggrappa alla schiena del giorno e, allungandosi nel &agile riflesso, fa' magiche le antiche, consuete cose della vita. L'Uomo vaga nelle pieghe del sogno accendendo e spegnendo gli occhi delle stelle in una segreta preghiera, infilata nei chicchi argentati del rosario. Il cielo ascolta, capovolge l'infinito e l'asinello, abbassando le orecchie, sfarfalla, cinguettando come la cin-
